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Anna Muzio

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Coop si rifà il look, continuano i restyling: aprono rinnovate anche Jesi e Campogalliano

L'inaugurazione del punto vendita di Jesi. Da sin. il sindaco di Jesi e il presidente di Coop Alleanza 3.0 Adriano Turrini.

Tre aperture in un giorno: continua a più sospinto il rinnovo dei punti vendita che fanno capo a Coop Alleanza 3.0, con Bologna San Donato, Jesi via Gallorodoro e Campogalliano (Mo) che si sono presentate al pubblico con un layout e un assortimento rinnovati.

A Jesi sfavilla dopo i lavori di ristrutturazione iniziati il 22 maggio e proseguiti a negozio aperto il punto vendita di via Gallorodoro 72. Chi ha effettuato la spesa il giorno dell’inaugurazione ha ricevuto in omaggio una piantina aromatica a scelta tra basilico, rosmarino, salvia, timo e menta. Inoltre, fino al 31 agosto, chi diventerà socio di Coop Alleanza 3.0 otterrà un buono spesa di 15 euro, utilizzabile fino al 9 settembre presso lo stesso punto vendita. L’inaugurazione è stata preceduta dall’esibizione del Coro Federico II, mentre ulteriori momenti di intrattenimento hanno scandito la giornata tra cui una rappresentazione di flamenco e i canti popolari del gruppo “La Macina”. Un presidio Slow Food della Condotta Vallesina ha offerto degustazioni di prodotti tipici del territorio.

Il supermercato, che impiega 79 lavoratori, è stato rinnovato grazie a investimenti per 2,5 milioni di euro. Su 2.500 metri quadri, offre un assortimento ancora più vasto – con un incremento del 20% dei prodotti alimentari – e alcuni nuovi servizi dedicati ai consumatori e agli oltre 13 mila soci di Jesi. Tra le novità l’area salute e benessere, caratterizzata dalla presenza del Coop Salute, in cui i clienti potranno contare sulla professionalità di quattro farmacisti pronti a offrire supporto e consiglio per scegliere tra oltre 2.000 prodotti, tra farmaci senza obbligo di ricetta e parafarmaci, inclusi quelli a marchio Coop, alimenti confezionati, tra cui quelli per i bambini, quelli pensati per le intolleranze alimentari, quelli “funzionali” e i free from. In negozio sono presenti inoltre i banchi assistiti della macelleria, pescheria, gastronomia e pane-pasticceria. In pescheria e macelleria si possono acquistare pietanze già pronte per essere cucinate, mentre la gastronomia offre anche prodotti caldi, come primi, secondi e contorni. Tutti i reparti sono dotati di confezioni take-away, e si aggiunge il servizio di pane self. Ampio spazio anche ai reparti freschi e freschissimi, a partire dalla piazza dell’ortofrutta, che valorizza i prodotti di stagione del territorio. La cantinetta dei vini da particolare risalto alle produzioni enologiche locali e alle birre artigianali. Il nuovo supermercato è “amico dell’ambiente”, grazie all’illuminazione con luci a led, a frigo e freezer chiusi e alla controsoffittatura a “taglio termico”. I clienti possono pagare la spesa in 8 casse tradizionali, 4 fai-da-te e 3, di nuova introduzione, dedicate al “Salvatempo”. 

 

A Campogalliano più personale e più ecologia

Dopo un breve periodo di chiusura per lavori di ristrutturazione ha riaperto anche la storica Coop di Campogalliano (Mo), inaugurata nel 1977, in via Marconi 13. 

Per l’inaugurazione una borsa Coop riutilizzabile in omaggio a chi ha effettuato la spesa e, fino al 26 agosto, un buono spesa di 15 euro, utilizzabile fino al 23 settembre nel negozio a chi deciderà di diventare socio di Coop Alleanza 3.0.

Il supermercato è ampio 352 metri quadri e può contare su 24 lavoratori, tre in più rispetto al periodo precedente i lavori. La struttura è stata completamente rinnovata grazie a investimenti per 430 mila euro. Gli oltre 3.500 soci di Campogalliano e i consumatori troveranno un percorso spesa che si snoda dalla piazza con frutta e verdura di stagione, ai banchi pasticceria, gastronomia e macelleria, tutti serviti da addetti. Non mancheranno i banchi dei salumi, dei latticini e della pescheria – con pesce fresco confezionato da un fornitore Coop selezionato – con prodotti in comode confezioni take away: inoltre, a disposizione della clientela, sarà presente il nuovo servizio di pane self. Presente anche una fornita cantinetta, con vini e birre in un ricca proposta di etichette locali.  Tre le casse a disposizione per il pagamento della spesa. Grazie ai lavori di ristrutturazione la Coop di Campogalliano presenta alcuni accorgimenti green: come l’impianto d’illuminazione con luci al led e la pompa di calore collegata al frigorifero che permette di produrre acqua calda in inverno per il riscaldamento e fredda d’estate per il condizionamento.

 

Piove sul bagnato, trimestre “meglio del previsto” per Whole Foods Market di Amazon

Piove sul bagnato di colui che per un batter di ciglia è stato l’uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos, fondatore di Amazon (è già tornato secondo dietro l’inossidabile Bill Gates secondo la classifica in tempo reale dei superpaperoni di Forbes): l’acquisita Whole Foods Market, considerata  da tempo in serie difficoltà dagli analisti e in flessione di vendite, ha pubblicato un risultato trimestrale migliore del previsto. Non solo le vendite (a parità di negozi) dell’insegna specializzata in biologico sono calate dell’1,9% contro una previsione del 2,2%, ma nelle ultime settimane sono addirittura cresciute.

L’insegna pioniera del biologico in USA in anni recenti ha sofferto per la concorrenza delle catene della Gdo tradizionali, come Walmart e Kroger, che hanno iniziato a proporre una buona gamma di alimenti bio a prezzi competitivi. Quando finalizzerà l’accordo, con tutta probabilità nella seconda metà del 2017, molti analisti ritengono che Amazon userà tutta la sua forza contrattuale per operare un abbassamento dei prezzi e riportare Whole Foods Market nell’arena competitiva.

I guadagni per azione di Whole Foods Market nello scorso trimestre sono stati sui 36 centesimi di dollaro mentre le azioni sono arrivate all’indomani dell’annuncio dell’acquisizione da parte di Amazon a 42 dollari: ieri hanno chiuso a 41,78 dollari. Definitivamente tramontata ormai l’idea che un altro gigante possa minacciare l’accordo da 13,7 miliardi: Walmart avrebbe avuto i mezzi, e si erano mosse anche dei fondi di investimento.

Nel frattempo continua spedita l’avanzata globale di Amazon nel grocery: appena lanciata a Singapore la consegna Prime (dunque praticamente gratuita) in due ore. In un’area a grandi potenzialità come il sudest asiatico (600 milioni di utenti e un mercato stimato in 88 miliardi di dollari per l’e-commerce nel 20125) si scontrerà con Alibaba fresco di acquisizioni nella regione. Una vera lotta tra giganti.

 

 

 

Al via le prime vending machine vegane e “smart”. Naturalmente, a San Francisco

Dopo le linee private label (tante) e il supermercato 100% vegetariano (Karma di Coop svizzera), gli alimenti vegani potrebbero avere la consacrazione definitiva ed essere ammessi all’Olimpo del cibo di largo consumo e “on-the-go”, ovvero d’acchiappo, grazie al debutto di vending machine vegane. Due per partire, e nella patria del cibo sano, naturale e 100% vegetale dal quale questo trend che ormai è diventato una solida realtà anni fa è partito: San Francisco, California.

Il Deus ex Machina dell’operazione è secondo il sito Psfk un ristorantino vegano molto chic, leCupboard, che non solo ha intenzione di aprire due distributori “in zone della città dove ci sono poche opzioni vegane”, ma li prevede anche “smart”, intelligenti: il consumatore potrà infatti selezionare i tipi di ingredienti che vuole escludere. La macchina a questo punto proporrà dei suggerimenti ad hoc dal menu. Tra le opzioni, pudding di chia per la colazione, insalata di lenticchie e spaghetti di zucchine. Il prezzo si aggirerà intorno agli 8 dollari a piatto (6,8 euro).

Una follia? Prendiamo il caso italiano: i vegani in Italia sono solo il 2%, che sale all’8% se si considerano anche i vegetariani. Ma, seguendo un trend in crescita in tutta Europa, il 40% delle famiglie italiane consuma prodotti vegetariani o vegani. Come a dire, aumentano quelli che credono nelle proprietà benefiche dei prodotti vegetali, e il mercato è molto più ampio di quanto si creda.

Secondo il rapporto Coop 2016 il comparto dei prodotti a base di soia o di latte vegetale (solo una parte dunque dei prodotti vegan) ha aumentato le vendite del 100% con un giro d’affari che nel 2016 ha toccato i 357 milioni di euro di fatturato nella sola Gdo, con un incremento del 18% negli ultimi 12 mesi (dati luglio 2016). In Italia secondo il rapporto 2017 dell’ente di certificazione Vegan Ok sono 10.000 le referenze certificate prodotte da 353 aziende. Con incremento del 37% per le zuppe, del 27,1% per i sostituiti della carne il 19% le bevande vegetali (guai ormai a chiamarle latti). Sempre secondo il rapporto Coop tra il primo semestre del 2015 e lo stesso periodo di quest’anno, le vendite di fagioli secchi hanno registrato una crescita del 21,4%. Sono cresciute anche i ceci e altri legumi conservati (13%) e i cereali  (11%) oltre che altri legumi secchi come ceci e lenticchie (rispettivamente +%12 e +11%). 

Un distributore aperto 24 ore su 24 dunque potrebbe essere un’idea non poi così peregrina. 

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Riapre a Bologna la Coop di San Donato dopo il restyling da 2 milioni di euro

Bologna, 27/07/2017. Inaugurazione punto vendita Coop San Donato. Tutte le foto: ARCHIVIO COOP ALLEANZA 3.0 – foto Paolo Righi/Meridiana Immagini.

Riapre i battenti oggi dopo otto settimane di lavori di ristrutturazione (erano iniziati il 4 giugno a negozio aperto e proseguiti dopo la chiusura dall’8 al 26 luglio) la “storica” Coop di San Donato, in via San Donato 87, a Bologna. Inaugurata nel dicembre del 1978, la Coop di San Donato è un punto di riferimento per i soci e i consumatori della zona. I lavori di ristrutturazione, che hanno interessato anche la facciata esterna, hanno richiesto a Coop Alleanza 3.0 investimenti per quasi 2 milioni di euro.

Il supermercato di oltre 1.100 metri quadrati ha uno staff di 40 lavoratori. Pensato per le esigenze della spesa quotidiana, unisce la praticità a un’offerta ricca e varia. Rinnovato anche nel layout espositivo, presenta al suo interno il nuovo servizio di pane self, che si affianca al reparto del pane e pasticceria, servito da addetti, che propone piccola pasticceria e paste da colazione.

Il supermercato è dotato anche del banco di gastronomia assistito e, nella piazza dell’ortofrutta, un nuovo spazio è riservato all’ortofrutta biologica e alla gamma delle eccellenze legate al territorio. Presente anche la cantinetta dei vini che dà particolare risalto alle produzioni enologiche locali e alle birre artigianali. Il percorso della spesa è reso più agevole anche dai banchi della macelleria – che presenta anche pietanze “pronto cuoci” – e della pescheria con confezioni take away. La Coop di San Donato, inoltre, offre tutto l’assortimento dei prodotti a marchio Coop, compresi quelli delle linee Fior Fiore e Vivi Verde, e una vasta offerta di prodotti salutistici e biologici. Il supermercato è anche “amico dell’ambiente”, grazie all’illuminazione con luci a led, e a frigo e freezer chiusi che consentono un notevole risparmio energetico, così come una migliore conservazione degli alimenti.

A disposizione dei clienti cinque casse tradizionali e quattro nuove casse automatiche. 

All’inaugurazione delle 8.30 ha partecipato il presidente del quartiere San Donato-San Vitale Simone Borsari, l’amministratore delegato allo Sviluppo e finanza di Coop Alleanza 3.0 Paolo Cattabiani e, in rappresentanza dei soci, il presidente del Consiglio di zona Enrico Ardizzoni. Dopo i saluti istituzionali don Paolo Dall’Olio, della parrocchia San Vincenzo de Paoli ha benedetto la struttura e quindi il punto vendita è stato aperto al pubblico. Tutti i partecipanti hanno ricevuto in omaggio una shopper riutilizzabile della Coop.

Tonno in scatola, tutti lo mangiano (94% degli italiani) ma pochi lo conoscono

È uno dei cibi più amati dagli italiani, eppure soffre di pregiudizi duri a morire, come quello per cui conterrebbe conservanti: parliamo del tonno in scatola, consumato secondo una ricerca Doxa commissionata dall’Ancit (l’associazione dei produttori conservieri ittici) dal 94% della popolazione italiana. Quasi un italiano su due (il 43%) ne mangia ogni settimana. E piace grazie alla sua versatilità, alla praticità, alla velocità della preparazione. E ai valori nutrizionali eccellenti che ne fanno praticamente un superfood: contiene infatti proteine nobili, lipidi, tra cui gli omega-3 che determinano una riduzione del colesterolo totale e un aumento di quello cosiddetto “buono”, minerali come zinco e selenio grandi alleati contro lo stress ossidativo, e tante vitamine. Tutto ciò lo rende particolarmente gradito ai consumatori più attivi e attenti alla salute, come i giovani under 25 e le famiglie. Addirittura tra gli italiani che praticano sport – circa il 50% del campione analizzato – sette su 10 lo inseriscono nella “top five” degli alimenti a cui non saprebbero rinunciare (insieme a carni bianche, legumi, yogurt e bresaola).

Eppure molti consumatori mostrano di non conoscere un alimento tanto popolare. In base a una ricerca Adacta commissionata sempre dall’Ancit alla domanda se il tonno in scatola contenga o meno conservanti (a parte l’olio o l’acqua e sale), ben il 65% degli italiani risponde di sì e solo il 18% risponde correttamente che non ce ne sono. Il tonno in scatola infatti è un prodotto salutare e totalmente naturale, che non necessita la presenza di additivi conservanti, perché non ne ha bisogno, come dimostra del resto un’attenta lettura dell’etichetta, pratica assai consigliata che però ancora pochi italiani mostrano di fare. Le confezioni una volta riempite vengono chiuse ermeticamente e poi sterilizzate a una temperatura compresa tra 110° e 120°C, garantendo così una conservazione sicura per diversi anni.

Sono il sale e l’olio (oppure l’acqua per la versione al naturale) assieme allo specifico processo termico di sterilizzazione a garantire al tonno una lunga conservazione, pur senza altri agenti conservanti: «Il tonno in scatola è un alimento sterilizzato termicamente in scatoletta metallica sigillata – afferma il professor Pietro Antonio Migliaccio, presidente emerito della Società italiana di scienza dell’alimentazione (Sisa) – e pertanto sano e sicuro da un punto di vista igienico. La sterilizzazione garantisce la salubrità e la conservazione del tonno e permette di mantenere tutte le sue proprietà nutritive ed organolettiche (odore, colore, sapore, consistenza). Con questo metodo, la naturalità non è compromessa, ed è garantita l’integrità del prodotto, assolutamente privo di conservanti». 

Il retail? Può generare 2.950 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, se si digitalizza

Quasi tremila miliardi di dollari per il retail: è il valore a beneficio di mercato e consumatori che potrebbero generare nei prossimi dieci anni retailer e produttori di beni di largo consumo se accelereranno la propria trasformazione digitale. La cifra, esattamente 2.950 miliardi di dollari, è stata calcolata basandosi da un lato sull’impatto delle tecnologie sul business e dall’altro sul risparmio di costi e tempi uniti all’aumento della produttività di cui possono beneficiare i consumatori attraverso il digitale. Il vantaggio sarà soprattutto per i consumatori, che si “accaparreranno” 2.000 miliardi di dollari di risparmi in termini di tempi e costi.

Lo evidenzia il report “Painting the digitale Future of Retail and Consumer Goods Companies” elaborato da Accenture, azienda leader a livello globale nel settore dei servizi professionali. Una fotografia del futuro digitale di retailer e aziende produttrici di beni di largo consumo, basato su analisi realizzate per il World Economic Forum.

Lo studio è partito dalla pressante richiesta da parte dei consumatori di nuove esperienze di acquisto, che prelude a nuovi modelli di business e a un profondo cambiamento a opera di organizzazioni e decisori pubblici. Accade anche in Italia, dove a oggi il 39% dei consumatori sarebbe disposto a concedere alle aziende l’accesso ai propri dati personali tramite dispositivi intelligenti in cambio di un’esperienza migliore o di un vantaggio economico, mentre un altro 37% si abbonerebbe a un servizio di ricerca continuativa che individui beni e servizi al miglior prezzo, consigliando attivamente a che brand rivolgersi e quando, e il 28% utilizzerebbe servizi digitali basati su sensori in grado di rispondere alle loro richieste, mentre il 25% sarebbe disposto a sottoscrivere un abbonamento con un brand capace di selezionare i prodotti più adatti alla singola persona ed effettuare gli ordini in automatico. «Nei prossimi 10 anni – considera Angelo D’Imporzano, senior managing director di Accenture Products – i settori retail e dei beni di largo consumo cambieranno più profondamente di quanto non sia avvenuto negli ultimi 40 anni».

 

Online tra sharing, ad personam, riordino automatico e servizi

Cambiare, quindi. Ma come? Fondamentale sarà naturalmente lo sviluppo del commercio digitale, che propone quattro modelli di business: la “sharing economy”, che offre convenienza ed esperienza al posto della proprietà di un prodotto (il 54% dei consumatori italiani sarebbe disposto ad abbonarsi a un servizio di noleggio di capi di abbigliamento da utilizzare in determinate occasioni e poi restituire); la personalizzazione, con prodotti su misura selezionati in base ai consumi precedenti e consegnati in automatico (il 49% dei consumatori sarebbe interessato a sottoscrivere l’abbonamento a un servizio simile); il riassortimento, che prevede sensori che rilevano in automatico quando un prodotto sta finendo e procedono a riordino e consegna (il 65% lo utilizzerebbe per prodotti per la casa (l’esempio lampante è Amazon Dash, il 60% per alimenti freschi) e l’economia dei servizi, ovvero l’esternalizzazione delle incombenze quotidiane (in particolare i servizi di lavanderia interessano il 51% dei consumatori).

Naturalmente questi quattro fronti prevedono cambiamenti da parte delle aziende, delle persone e dei decisori: ripensare gli spazi commerciali, riqualificare la forza lavoro, e assicurare la sostenibilità delle azioni soprattutto nelle consegne e nel packaging. «Per avere successo nel prossimo decennio – segnala D’Imporzano – le organizzazioni dovranno perseguire con decisione l’innovazione ed essere aperte a cambiamenti epocali. Emergerà chi saprà dare priorità ad una mentalità collaborativa, con l’obiettivo di offrire nuovo valore ai consumatori, soddisfarne la richiesta di nuovi servizi in modo innovativo, usando i dati per approfondire la conoscenza di abitudini e comportamenti degli utenti, migliorando così il processo decisionale aziendale».

Piace la IV Gamma: +5,2% in volume e +4,4% a valore nel primo semestre 2017

Ha trascorso un primo semestre 2017 positivo l’ortofrutta di IV Gamma: secondo rilevazioni Nielsen (Market*Track Iper+Super+Lis+HD, dati aggiornati al 18/06/2017) nella prima parte dell’anno ha preso ulteriormente corpo la ripresa dei consumi evidenziatasi a chiusura del secondo semestre 2016. Rispetto a giugno 2016, infatti, la crescita nelle vendite di ortofrutticoli di IV gamma è stata pari al +5,2% in volume e al +4,4% a valore.

L’espansione nei consumi è stata determinata in primo luogo dalla crescita del parco acquirenti. Nel raffronto con l’istantanea del mercato al 18 giugno 2017, infatti, il numero di famiglie che acquistano prodotti di Quarta Gamma risulta aumentato di circa 365mila unità, toccando quota 19,3 milioni. Evidentemente risultano vincenti i vantaggi di questa tipologia: freschi e pronti per il consumo, non necessitano di ulteriori lavaggi domestici e, dal punto di vista nutrizionale, sono del tutto equiparabili agli ortaggi di prima gamma.

Nell’arco di 12 mesi è aumentata anche la spesa media annua delle famiglie per le referenze di IV Gamma, oggi quantificata in 34,41 euro, che a sua volta è stata trainata da una maggior frequenza di acquisto.

«I dati del primo semestre 2017 ci forniscono indicazioni molto positive sull’andamento del mercato, ma ancora di più sull’atteggiamento degli italiani nei confronti della categoria – commenta Gianfranco D’Amico, Presidente di AIIPA IV Gamma -. L’incremento numerico del parco acquirenti, infatti, è stato affiancato e reso ancora più significativo dalla maggiore frequenza degli atti di acquisto, segnale del consolidarsi nel consumatore finale di sentimenti di apprezzamento e fiducia nelle caratteristiche qualitative e di salubrità dei prodotti di IV Gamma».

Dopo il caffè, anche il gelato è sospeso (e solidale): lo promuove Grom

Dal caffè sospeso al gelato sospeso: l’antica tradizione napoletana di pagare un espresso in più da lasciare a disposizione di chi non può permetterselo rivive oggi per i coni e le coppette. E vede l’adesione di un marchio importante della gelateria italiana: Grom, l’azienda torinese che propone il gelato “come una volta”, e che in meno di quindici anni di vita ha aperto punti vendita in quasi quaranta città italiane e in nove straniere.

L’iniziativa si chiama “Ice cream summer”, andrà avanti fino al prossimo 31 ottobre, ed è stata ideata dall’associazione Salvamamme. In tutte le gelaterie che aderiscono, oltre che in quelle Grom, i clienti potranno pagare un altro gelato da lasciare a disposizione dei bambini di famiglie meno abbienti che ne facessero richiesta in un secondo momento. Lo spirito dell’iniziativa è quello di permettere anche ai bimbi meno fortunati di poter godere di un momento di gioia e di dolcezza. Nel caso delle gelaterie Grom, se a fine campagna dovessero avanzare dei fondi, verranno versati dall’azienda torinese a Salvamamme per finanziare altri progetti.

La partecipazione di Grom all’iniziativa è stata festeggiata il 20 luglio a Roma, città capofila del progetto che vanta anche il patrocinio gratuito della Regione Lazio. Nel negozio di via Agonale all’angolo con piazza Navona è stata offerta una merenda, naturalmente a base di gelato, ai bambini delle famiglie sostenute dall’associazione.

Grom, che da due anni fa parte del gruppo Unilever, è nata nel 2003 dal sogno di due amici, Federico Grom e Guido Martinetti (oggi amministratori delegati), di creare “il gelato più buono del mondo”. Obiettivo forse esagerato, ma che comunque è stato perseguito con gli ingredienti migliori possibili: latte fresco di alta qualità per le creme, uova di galline allevate a terra, materie prime selezionate, frutta coltivata nella propria azienda agricola o da coltivatori di fiducia per i sorbetti (che contengono un minimo di 50% di frutta). Inoltre, Grom non utilizza coloranti, emulsionanti e aromi.

Anche Despar punta sulla pesca sostenibile con il tonno MDD

Un rilancio sostenibile per il tonno in scatola. Despar Italia: il consorzio che riunisce sei aziende associate che operano con le insegne Despar, Eurospar e Interspar (1.159 punti vendita e un fatturato di 3,282 miliardi che lo colloca nella top ten delle insegne della grande distribuzione italiana), annuncia l’intenzione di migliorare la qualità di questo prodotto grazie a un atteggiamento più sostenibile nei confronti di questa risorsa ittica.

Despar nei prodotti a suo marchio dichiara volontariamente il nome della specie commerciale del tonno: quello a pinna gialla (yellowfin) e quello tonno striato (skipjack) sono le due varietà proposte, per limitare l’impatto sulle singole specie. Non solo: Despar si impegna a impiegare solo tonno in età adulta e proveniente da zone Fao non sovrasfruttate. Inoltre l’azienda assicura di garantire la tracciabilità del prodotto dal peschereccio alla confezione e di utilizzare solo fornitori in grado di assicurare metodi di pesca a basso impatto ambientale e che rispettano determinati standard criteri di sostenibilità.

Il tonno Despar ha ricevuto due importanti certificazioni: Friend of the Sea, che attesta che i prodotti provenienti da pesca e acquacoltura sono sostenibili, e Dolphin Safe, che certifica che i metodi di pesca non arrechino danni ai delfini. Le informazioni potranno essere lette sull’etichetta e i clienti che lo vorranno potranno richiedere informazioni aggiuntive all’indirizzo email dedicato chiediadespar@ninocastiglione.it

 

Sun lancia la linea Consilia di gelati senza lattosio, tutta italiana

Un gelato senza lattosio tutto italiano per i clienti del Sun (Supermercati Uniti Nazionali), il gruppo di acquisto di supermercati del Nord e del Centro Italia che comprende Magazzini Gabrielli, Italbrix, Cadoro, Alfi e Gros. Il Sun ha deciso di affidarsi, per la fornitura di gelati destinati alle persone che soffrono di una intolleranza al lattosio, a Erika Eis, azienda che nasce dalla fusione di Erika, che produceva gelato sfuso e pasticceria tradizionale in Alto Adige, e Gelati Bertolini, rinomata gelateria originaria della zona del Garda. Il gelato Consilia rientra nella gamma di prodotti “Scelte su misura per te”, per chi segue diete o ha problemi di intolleranze alimentari.

Erika Eis si caratterizza per l’utilizzo di materie prime di altissima qualità per lo più locali e per un’attenzione spiccata a ogni dettaglio lungo l’intero processo produttivo. La linea di prodotti senza lattosio si propone di soddisfare appieno il palato delle persone intolleranti al lattosio che non vogliono rinunciare al gusto. «Erika – dichiara Giulia Degli Esposti dell’ufficio marketing Erika Eis -è una realtà che offre una vasta produzione di alto valore pur mantenendo la propria dimensione familiare. Mettiamo tutta la nostra passione nelle cose che facciamo al fine di garantire sempre prodotti di alta qualità che soddisfino le esigenze del consumatore. La linea Senza Lattosio nasce dalla crescente richiesta del mercato di avere un prodotto adatto a tutti senza rinunciare al piacere del gusto. D’altronde quando l’eccellenza degli ingredienti incontra l’esperienza del maestro gelatiere non può che nascere un ottimo prodotto».

«Il nostro obiettivo è fare in modo che tutti possano gustare un gelato di qualità – spiega Stefano Rango, direttore generale del Gruppo Sun – proprio la qualità è uno dei tratti distintivi delle tante referenze prodotte con il brand Consilia, che si possono acquistare nei nostri diversi punti vendita delle aziende aderenti al Consorzio Sun dislocati lungo il territorio nazionale».

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