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Anna Muzio

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Franchising, un affare (da 23 miliardi di euro) per giovani

Il franchising? L’entry level dei giovani al mondo dell’imprenditoria. Lo dimostra un sondaggio del Centro Studi del Salone del Franchising Milano, la fiera di settore che si terrà dal 12 al 14 ottobre alle Fiera di Milano. Secondo l’indagine ogni anno 150mila giovani si avvicinano al franchising per verificare la possibilità di entrare nel mondo del commercio in affiliazione e unirsi ai 51mila franchisee che già gestiscono con questa formula un negozio o un centro servizi, generando un fatturato di 23 miliardi di euro (dato del 2016). Lo fanno non perché disoccupati o incapaci di trovare un posto fisso ma perché desiderano divenire imprenditori di se stessi e pensano di trovare nel franchising il modo di ricavare un soddisfacente successo economico.

 

Maschi, dal Nord, interessati a food e moda, già occupati

I 150mila giovani appartengono alla fascia tra i 25 ed i 35 anni e rappresentano il 32,5% dell’intero “popolo del franchising”, stimato in 500mila persone. La crescita dei giovani nell’ultimo biennio è ben definita: +29,5% nel 2015, +32,5 % nel 2016. Per il 60% sono maschi (ma tra gli under 35 le donne salgono al 45%), provengono prevalentemente dal Nord Italia (65%, contro i 22% del Sud e il 12,5% del Centro).

I settori commerciali più interessanti per i giovani sono il food (31,5%), la moda e l’abbigliamento (30%), gli articoli per la persona (12,5%).

Sono per lo più impiegati (27%), commercianti (15%), lavoratori autonomi (15%), piccoli imprenditori (10%), studenti (10%). Solo l’8% degli intervistati sono disoccupati. E la motivazione principale che li spinge verso il franchising è prima di tutto la voglia di auto-imprenditorialità (53%), l’aspirazione a soddisfazioni economiche (49%), la fiducia nella distribuzione moderna (25%). Mentre solo il 6% di essi è mosso dalla difficoltà di trovare un posto fisso. Insomma il franchising viene scelto più come strumento di crescita che non per disperazione. Infine, circa il 60% degli intervistati dichiara che ha fiducia nel franchising perché la formula riduce i rischi grazie alla presenza di un franchisor che mette a disposizione marchio, know-how e assistenza. E sono pronti a fare discreti investimenti in fase di avviamento: il 44,5% dichiara di voler improntare fino a un massimo di 25mila euro, e il 35,5% dichiara di esser pronto a arrivare fino a 50mila euro.

«Non sarà certo il franchising a sconfiggere la disoccupazione giovanile – ha commentato Antonio Fossati, Presidente di RDS Expo (società del Campus Fandango Club) che organizza il Salone Franchising Milano –. Però i dati del sondaggio sottolineano una ben definita tendenza giovanile a mettersi in proprio, già nota col fenomeno delle start up, che pone il franchising tra le forme moderne del retail più promettenti. E per incontrare i giovani, la trentaduesima edizione del Salone Franchising Milano ha organizzato, con Fandango Club, il talent show “Re.Start – Smart Up Your Business” aperto a tutti coloro che presenteranno progetti innovativi per il retail».

Al via l’e-commerce di Isa, Gruppo Végé. Prodotti sardi in Italia e non solo

Ormai è imprescindibile a tutte le latitudini, l’e-commerce per la Gdo: parte oggi sul sito http://italianfood.nonnaisa.com/ la piattaforma e-commerce di Isa Spa, impresa socia di Gruppo VéGé, e leader nella Gdo in Sardegna con una rete di oltre 400 punti vendita affiliati a insegne Nonna Isa, Dimeglio e Sidis.

Il sito è nato per portare in Italia e nel mondo i prodotti sardi più tipici quali i pelati, i malloreddus, il cannonau, il carasau e tantissimi altri, con un servizio semplice, veloce ed efficiente. Con un semplice click sarà infatti possibile selezionare e ricevere direttamente a casa le eccellenze e le specialità prodotte nell’Isola, dai migliori produttori locali accuratamente selezionati dalla ISA Spa.

Obiettivo: diventare il portale di riferimento per l’acquisto delle specialità sarde in Italia. Dopo la fase di start up, l’azienda punterà quindi su importanti mercati come Francia, Inghilterra, Germania e Spagna.

«Sono grandi numeri quelli relativi al commercio on line che vede una continua crescita esponenziale – commenta Michel Elias, Amministratore Delegato di Isa SpA -. Con questo innovativo servizio vogliamo portare la Sardegna sulle tavole non solo di tutti i Sardi sparsi in Italia, ma siamo orgogliosi di far conoscere i nostri sapori anche ai turisti e agli estimatori della nostra splendida Isola. La scelta di digitalizzarci va al passo con questi tempi, in cui il cliente ricerca sempre di più la qualità dei prodotti, la rapidità di consegna e la comodità. In un’epoca in cui il Made in Italy è sempre più forte, è importantissimo offrire questo servizio».

Come ha dichiarato Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé: «La scelta imprenditoriale dell’impresa Isa denota quanto sia importante ascoltare i clienti per soddisfare le loro esigenze, proponendo innovazioni di prodotto e di processo pionieristiche nel mercato italiano. Sono molto orgoglioso del passo compiuto dalla nostra impresa sarda, socia del Gruppo, che ha dimostrato ancora una volta coraggio e intraprendenza investendo in questo progetto ambizioso, che la vedrà protagonista sia in Italia che nel mercato europeo».

CNCC Design Awards, premiati Centro dei Borghi Coop.fi e CENTRO*Arezzo Coop

Il CENTRO*Arezzo Coop.fi.

Tecnica, sostenibilità e qualità architettonica: sono gli atout che hanno permesso al Centro dei Borghi Coop.fi a Cascina (Pisa) e CENTRO*Arezzo Coop, entrambi di Unicoop Firenze, di vincere la prima edizione dei CNCC Deep Renovation & Design Awards, il nuovo riconoscimento lanciato da CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali).

Il Centro dei Borghi Coop.fi di Cascina si è aggiudicato il premio nella categoria complessi oggetti di ristrutturazione”, nella sezione “oltre 30.001 mq” di GLA (superficie commerciale di vendita), mentre CENTRO*Arezzo Coop.fi, nella sezione “da 5000 a 30.000 mq”, con una superficie totale di 18.000 mq. Fondamentali le strategie di miglioramento che hanno creato due strutture all’avanguardia nel campo architettonico, con un’importante riqualificazione in ottica green, a partire dall’efficienza energetica, fondamentale per l’ottimizzazione e razionalizzazione delle risorse.

 

Ristrutturazioni green

Unicoop Firenze, consapevole dell’evoluzione del mercato retail e dei comportamenti sociali, ha deciso di compiere le ristrutturazioni, iniziate nel 2014 a Cascina e nel 2015 a Arezzo, entrambe conclusesi nel 2016. Molteplici le addizioni per assecondare bisogni, esigenze, caratteristiche del territorio, arrivando in modo orizzontale al pubblico, eliminando la complessità dell’acquisto ma anzi, semplificandola, rendendola piacevole, acusticamente confortevole e in spazi ben organizzati e accoglienti.

«Centro dei Borghi Coop.fi, struttura portante del complesso più esteso del Polo Commerciale Cascina Coop.fi, e CENTRO*Arezzo Coop.fi sono il segno di una possibile forma attraverso cui la grande distribuzione può influenzare positivamente l’evoluzione della città. Tanto più significativo proprio perché si è trattato di riqualificazione del patrimonio esistente e non di nuove edificazioni. Una strada di responsabilità civile che può essere ulteriormente sviluppata per il beneficio dei nostri centri urbani» spiega Letizia Cantini, direttore del patrimonio Unicoop Firenze.

In entrambi i casi, significativa e impattante a livello di User Experience è stata l’implementazione di un sistema di archigrafìa e segnaletica più efficiente, chiara e intuitiva, che è parte del progetto personalizzato di wayfinding, esteso a tutti i centri commerciali di Unicoop Firenze, ad opera di Km zero, rappresentativo studio di branding e identità visiva.

I festeggiamenti per la vincita dei premi si terranno giovedì 27 aprile alle ore 17 presso il Centro dei Borghi mentre al CENTRO*Arezzo venerdì 28 aprile alle ore 17.

 

Centro dei Borghi Coop.fi, luce e verde

Il rinnovamento di Centro dei Borghi Coop.fi fa parte del progetto RELOOKING sviluppato in collaborazione con L22 Retail, brand del gruppo Lombardini22. Il progetto ha inteso creare spazi più belli, funzionali, accoglienti, e con tanti vantaggi per il territorio e per i soci, con focus su: accoglienza, domesticità, calore; coinvolgimento; ambiente a misura d’uomo; aggiornamento nella veste e nella identità; sfruttamento ottimale della luce, utilizzo sapiente del verde interno ed esterno.

All’ingresso del piano terra di Centro dei Borghi Coop.fi sono state introdotte nuove superfici commerciali, permettendo al visitatore di sentirsi subito in uno spazio dinamico, da scoprire e vivere. La lobby non è più un luogo di passaggio ma è l’inizio dell’esperienza di shopping & leisure. Salendo si arriva nella piazza valorizzata e migliorata attraverso l’inserimento di piante ad alto fusto – che rendono l’ambiente gradevole cingendo la parte di sedute centrali a servizio dell’area ristoro; nella parte alta delle velette in cartongesso acustico rivestono la struttura metallica a vista, originariamente troppo caratterizzante e tecnologica, dando un segno forte di rinnovamento, rendendolo più contemporaneo e domestico e confortevole.

Come nelle gallerie, anche nella piazza le vetrine sono state innalzate – seguendo le tendenze commerciali che vogliono vetrine sempre più ampie – affrontando sapientemente la complessità che l’operazione ha comportato. Le gallerie sono arricchite di ambienti lounge, che accolgono con sedute comode in aree pensate per sostare e generare socialità. L’arredo è custom, disegnato ad-hoc per Unicoop Firenze, multicolore sui toni del verde, confortevole, con scocca di legno e vegetazione integrata. Tappeti e illuminazione dedicata completano l’ambientazione domestica.

I bagni pubblici si ampliano, sono introdotti nuovi servizi: bagno famiglia, nursery, e area di allattamento, che rispondono alle reali esigenze espresse dai visitatori. L’offerta commerciale si rafforza nel settore food&beverage con nuova foodcourt, progettata come punto focale della struttura, con una grande vetrata che guarda verso l’esterno e che permette alle persone di godere della luce naturale.

 

La ristrutturazione di CENTRO*Arezzo Coop.fi

Nato 19 anni fa, precedente noto come Setteponti, CENTRO*Arezzo Coop.fi è invece diventato uno dei più rilevanti della Toscana, con un bacino di utenza di circa 168.000 utenti. L’importante riqualificazione estetica e strutturale fortemente identificativa è su progetto di Piuarch, pluripremiato studio tra i principali interpreti del linguaggio architettonico in Italia. Basato su un nuovo concetto di accoglienza del cliente, la volontà di partenza è stata quella di ridefinire il rapporto urbano tra il CENTRO*Arezzo Coop.fi e la città intorno, in un dialogo ideale con il cuore del capoluogo aretino, in un luogo dedicato al tempo libero, alla musica e agli incontri.

Da un luogo prettamente commerciale, il CENTRO*Arezzo coop.fi è diventato un luogo pubblico accogliente, dove poter trascorrere del tempo libero oltre ad avere occasioni di shopping. Infatti, viene ampliata l’offerta dei servizi, oltre che l’offerta commerciale. Il risultato dei lavori è un edificio iconico che si inserisce nel territorio diventando rappresentativo del tessuto urbano, e ne restituisce spazi, ambienti e servizi pensati per un maggiore coinvolgimento di soci e clienti, veri protagonisti di questo rinnovamento. Tra le novità del centro, l’ampliamento degli spazi interni, tra cui un’area relax panoramica al primo piano con veduta sulle torri di Arezzo, due sale musica e l’area giochi Bacogigi, sia interna che all’aria aperta, con appuntamenti di gioco educativo; una nursery completa di area allattamento e relax; la creazione di una corte esterna, di un parcheggio rinnovato (tra cui le nuove coperture sui parcheggi laterali).

Particolare attenzione per le varie aree verdi, tra fioriere, aiuole, alberi e prati, organizzati secondo il progetto pilota Verde O.A.S.I. (Ottimizzazione, Alternanza, Sostenibilità, Impegno) che rappresenta la nuova filosofia di selezione botanica dei centri commerciali Unicoop Firenze.

Tra le particolarità dei lavori, la riqualificazione della struttura “a vendita aperta”, senza mai interrompere l’attività commerciale.

 

Consilia, l’MDD del consorzio SUN cresce: a febbraio +19,6%

Se la partita si gioca (anche) sulla MDD, allora è tempo di festeggiare per Consorzio SUN – Supermercati Uniti Nazionali, che nel mese di febbraio ha fatto registrare un nuovo aumento del trend delle vendite in valore per i prodotti a marchio del distributore Consilia.

Mentre le vendite a valore dei prodotti private label, secondo dati di Iri, ha avuto nello stesso periodo a livello nazionale una crescita del 2,4%, il brand Consilia ha fatto registrare un aumento del 19,6%. Analizzando le varie tipologie di prodotto appare estremamente evidente l’incremento registrato dalle varie categorie del marchio SUN rispetto alla media nazionale (indicata tra parentesi): Bevande 32,5% (-0,5%); Freddo 38% (3,2%); Fresco 15,2% (5,1%); Drogheria Alimentare 20,9% (0,5%); Ortofrutta 14,1% (9,4%); Cura Persona 17,6% (-3,0%); Cura Casa 18,2% (-1,7%); Pet Care -15,9% (-1,0%).

Il direttore generale di SUN Stefano Rango ha commentato: «Il 2017 è iniziato nel migliore dei modi per il marchio del distributore Consilia con una crescita considerevole. Il trend a valore a febbraio è stato positivo per quasi tutte le tipologie di prodotti fatta eccezione per il Pet, dove siamo impegnati nell’attuazione di un importante progetto per la ridefinizione dei prodotti offerti alla nostra clientela».

Il marchio del distributore Consilia è distribuito nei punti vendita delle aziende aderenti al consorzio SUN – Supermercati Uniti Nazionali ovvero: Italbrix, Cadoro, Gruppo Gabrielli, Gros Gruppo Romano Supermercati e Alfi (Gulliver).

Nielsen evidenzia come a febbraio è proseguito per tutti i prodotti “l’andamento positivo dei fatturati di iper e super, iniziato ad ottobre dello scorso anno, che chiudono il mese con una crescita del +2,0%. Gli iper+super 400-4499 mq fanno segnare un trend positivo del +2,5%, mentre rallentano gli iper>4500 mq (-0,2% sul mese). A dare impulso alla crescita è il fresco, in aumento del +5,1%. Positiva anche la performance del LCC +1,1%, mentre il non food flette del -3,5%. A parità di rete, oltre agli iper+super 400-4499 mq, crescono anche i fatturati di Libero Servizio (+1,3%) e Discount (+2,1%); tra i Gruppi considerati, più della metà sono in crescita. A febbraio, negli iper+super+libero servizio, il grocery cresce a volume del +0,3% e a valore del +1,1%. Tra le aree merceologiche il Freddo cresce del +4,4%, mentre tutto il fresco a peso imposto e il pets incrementano di oltre il 2%. In contrazione le vendite per il cura casa e persona”.

Chiusure nella Gdo, è ancora polemica in vista del 25 aprile e 1° maggio

È scontro politico sull’apertura dei negozi della Gdo il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno. Da un lato i sindacati e alcune regioni si oppongono alla liberalizzazione delle aperture il giorno della festa della Liberazione, dall’altro in molti chiedono di lasciare agli imprenditori la libertà di scelta. È questa ad esempio la posizione di Federdistribuzione, secondo cui esiste anche una legge nazionale, la Salvaitalia, che stabilisce questo principio e deve essere rispettata, non potendo essere scavalcata da norme regionali o comunali. Gli orari dei negozi sono infatti fattore di concorrenza, e la tutela e la promozione della stessa è materia di esclusiva competenza statale, come più volte ricordato dalla Corte Costituzionale.

 

E-commerce sempre aperto

Del resto la concorrenza perpetua esiste già. È quella dei negozi virtuali dell’e-commerce che, come ricorda l’organizzazione rappresentativa delle imprese di distribuzione, “continua a crescere, lui sì con una vetrina aperta sette giorni su sette e 24 ore si 24”. Non solo, “centinaia di mercati e mercatini si svolgono regolarmenrte”. Insomma, secondo Federdistribuzione “continuando a operare per porre ostacoli alle attività del mondo del commercio fisico non si fa altro che aggiungere difficoltà a quelle che già sta affrontando il settore a causa della crisi, e questo potrà avere conseguenze sullo sviluppo, sia in termini di investimenti sia di occupazione”.

Quello del lavoro domenicale è un falso problema. Secondo la Cgia -Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre ben 4,7 milioni di persone lavorano la domenica, non solo nei servizi essenziali e nel commercio, ma soprattutto nel turismo, nella ristorazione e nella cultura, “e nessuno – fa notare Federdistribuzione – giustamente protesta per chi da tempo lavora nei giorni festivi nei bar, ristoranti, alberghi o cinema”. Comunque lasciare libertà non vuol dire apertura indiscriminata: “Le scelte delle imprese distributive sono orientate al buon senso, come testimonia il fatto che nella giornata di Pasqua solo il 15% dei negozi delle aziende associate a Federdistribuzione è rimasto aperto (e circa un terzo con orario ridotto), principalmente nelle città d’arte o turistiche”.

 

C’è chi dice no

Posizioni che non fermano le polemiche. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha invitato per le prossime festività infrasettimanali “tutti gli esercizi commerciali e i centri commerciali a chiudere nel rispetto del valore della festività, ancora così alto e profondo”. Emiliano raccoglie anche l’invito delle organizzazioni sindacali e propone “un tavolo di concertazione alla presenza di tutte le associazioni datoriali”, finalizzato a “ricercare una soluzione condivisa volta alla tutela della conciliazione dei tempi di casa e di lavoro del personale occupato nelle predette giornate, oltre che a restituire l’importanza alle festività”.

Le polemiche hanno riguardato anche la Toscana, dove Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Toscana hanno annunciato uno sciopero generale proprio il 25 aprile e il 1° maggio: “La completa liberalizzazione degli orari delle aperture domenicali e festive – dicono in coro le sigle – si è rivelata negativa e non ha portato nessun aumento dell’occupazione e dei consumi. Sono peggiorate le condizioni di lavoro ed è aumentata solo la precarietà. Per questo è inutile lavorare per le feste, il commercio non è servizio essenziale. È necessario che venga approvata in Parlamento la modifica delle legge Monti sulla liberalizzazione degli orari e delle aperture commerciali”.

A Bologna è stata invece la dirigenza del centro commerciale Vialarga a sbarrare i negozi pubblicizzando l’iniziativa anche con una campagna “ad hoc”: “Siamo chiusi per festeggiare assieme. Ci sono valori e fatti che hanno un significato che nessuno mai potrà cancellare. Per questo abbiamo scelto di chiudere il centro commerciale per celebrare due date importanti della storia del nostro Paese”, ha annunciato in una serie di cartelli pubblicitari. In questo caso, la chiusura festiva è diventata insomma uno strumento di marketing.

La piattaforma ortofrutta centralizzata Crai al via per mille punti vendita

Un reparto ortofrutta Crai.

Una nuova Piattaforma Ortofrutta con un’area di 2.000 metri con sede a Segrate (Mi), : è la novità di CRAI, storico gruppo della Gdo attivo in Italia da più di quarant’anni, che permetterà di centralizzare gli acquisti. Inaugurata il 20 aprile, la nuova piattaforma affiancherà i 14 poli utilizzati attualmente dai soci per il rifornimento del reparto ortofrutta, con una previsione stimata di traffico di circa 8mila colli al giorno. Grazie alla presenza di celle coibentate a diverse temperature, sarà possibile trattare più di 400 referenze di prodotti freschi, freschissimi e secchi: frutta e verdura, ma anche legumi e frutta secca.  In questa prima fase la Piattaforma servirà circa 1.000 punti vendita.

 

Più efficienza, più assortimento

L’istituzione di questo unico polo, oltre a permettere di migliorare la qualità delle consegne ai CEDI, ha l’obiettivo di generare importanti economie di scala sui costi e sui prezzi in virtù dell’aumento dei volumi e di garantire una maggiore profondità di assortimento. Grazie al coinvolgimento di fornitori locali, inoltre, si potranno valorizzare i prodotti del territorio, garantendo così ai clienti delle diverse zone d’Italia un assortimento profondo, di qualità e costante nel tempo.
«La scelta di centralizzare gli acquisti ortofrutticoli è dovuta all’importanza che questo reparto riveste per CRAI: rappresenta infatti circa l’11% del fatturato complessivo dei supermercati e circa il 13% del fatturato complessivo dei negozi di prossimità, che si stima potranno, con questa nuova organizzazione, raggiungere il 15% – dichiara Carmelo Carriero, direttore acquisti CRAI Secom – Inoltre, ci consente di ottimizzare il servizio al punto vendita e di assicurare una maggiore qualità e attenzione ai clienti che ci frequentano, con la garanzia di fargli trovare in negozio prodotti sempre freschi».

Crai Extra Tortolì.

CRAI è presente con i suoi supermercati, superette e negozi alimentari in tutta Italia, in oltre 1.000 Comuni con oltre 3.400 punti vendita. La sua innovativa formula distributiva multicanale copre due grandi filoni distinti: oltre al canale alimentare (65%), il 35% dei punti vendita sono specializzati nella distribuzione di prodotti drug/toiletries (igiene per la casa e la persona), facendo del Gruppo CRAI il secondo operatore del settore in Italia.

Despar, 2016 a +4%, 200 milioni di investimenti previsti per il 2017

Una crescita di vendite al pubblico del 4% nel 2016 rispetto al 2015 a 3,282 miliardi di Euro, e 200 milioni di Euro di investimenti per il 2017: sono questi i dati dell’anno e gli obiettivi annunciati da Despar Italia, consorzio che riunisce sei aziende associate che operano con le insegne Despar, Eurospar e Interspar.

Il 2016 si chiude con 3,282 miliardi di Euro di vendite, supportate dallo sviluppo della rete di vendita per un totale di 1.159 punti vendita (+2,5%) e dall’assunzione di 1.199 nuovi collaboratori (+9,6%). L’azienda, tra le prime dieci insegne della GDO italiana, è anche tra i cinque gruppi che nel 2016 hanno ottenuto una crescita a rete costante.

Per l’anno 2017 Despar annuncia investimenti pari a oltre 200 milioni di Euro volti a finanziare nuove aperture e relative infrastrutture, oltre a ristrutturazioni di punti vendita esistenti.

«Il nostro Gruppo conferma il percorso virtuoso di crescita in atto già da tempo e continua a investire sul territorio – afferma Paul Klotz, Presidente di Despar Italia -. Abbiamo deciso di rafforzare il nostro impegno aprendo nuovi punti vendita e puntando sulle persone; il numero di addetti è aumentato infatti di quasi il 10% per arrivare a oltre 13.700 collaboratori che contribuiscono ogni giorno al successo della nostra insegna».

 

 

MDD, nel 2017 obiettivo 19% con 225 nuove referenze

Un focus importante per Despar è rappresentato dalla Marca del Distributore (MDD), che nel 2016 ha costituito il 18% delle vendite al pubblico. Per il 2017 Despar ha come obiettivo di raggiungere il 19% di incidenza sulle vendite al pubblico.

«Il successo della nostra MDD è confermato dai dati, che testimoniano come i clienti apprezzino la qualità dei nostri prodotti e la segmentazione dell’assortimento – aggiunge Lucio Fochesato, Direttore Generale di Despar Italia -. Solo nel 2016 abbiamo modificato più di 160 ricette per offrire un prodotto in linea con le richieste dei clienti, e abbiamo proposto sul mercato prodotti e formati adatti ai nuovi consumi e stili di vita».

La MDD Despar è composta da oltre 2700 referenze e solo nel 2016 sono stati lanciati 225 nuovi prodotti. Nel 2017 l’azienda prevede il lancio di ulteriori 290 referenze principalmente nei segmenti premium, salutistico, biologico e dei prodotti di filiera, con una crescita prevista del fatturato del prodotto a marchio del 6,5%.

Fairtrade, tre giorni a maggio per invitare a consumare equo, in tutto il mondo

Una campagna mirata ai consumatori e al loro senso etico, che invita a riflettere sull’origine e le condizioni di produzione per una spesa più consapevole: è questo il senso del World Fairtrade Challenge, che si terrà dal 12 al 14 maggio in appositi spazi allestiti della grande distribuzione, oltre che in un centinaio di bar in tutta Italia e in alcune università. Tre giorni in cui l’associazione inviterà tutti a consumare, a colazione e non solo, prodotti certificati di commercio equo come caffè, tè, zucchero, biscotti, frutta secca, cioccolato e marmellate per sostenere chi li produce. La giornata mondiale del commercio equo si celebra il 13 maggio in tutto il mondo.

 

Il primo 29 anni fa, oggi sono 35mila

Il primo prodotto Fairtrade, il caffè, è apparso nei Paesi Bassi nel 1988. Quasi 30 anni più tardi, più di 35mila prodotti del commercio equo sono venduti in tutto il mondo e il numero aumenta di anno in anno: sempre più agricoltori e lavoratori, attraverso il loro impegno, possono costruire una vita più dignitosa e un futuro migliore per le loro famiglie e comunità. Il sistema internazionale Fairtrade, infatti, assicura che le aziende paghino un prezzo più equo per ciò che viene coltivato, oltre a una somma extra di denaro destinata ad agricoltori e lavoratori, da investire nelle loro organizzazioni o comunità.

La “Challenge 2017” coinvolgerà anche i consumatori di Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Germania, Australia, Corea, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Sudafrica, Spagna, Svezia e Stati Uniti. L’obiettivo è organizzare l’evento Fairtrade più grande al mondo: un’occasione per i consumatori di sentirsi parte di un movimento globale, con la consapevolezza che tramite le proprie scelte di consumo si possono sostenere i produttori dei Paesi in via di sviluppo.

Si potrà partecipare alla “Grande Sfida” registrando le colazioni Fairtrade consumate nei locali, a casa o negli atenei e i momenti dedicati all’iniziativa, come una pausa caffè con i colleghi di lavoro o una cena con la famiglia, sull’apposito sito web www.fairtradechallenge.org. Una mappa indicherà i luoghi e l’ora di tutti gli eventi nel mondo.

Ciascuno è poi invitato a organizzare la propria colazione “equa” e a postare le immagini che si sfideranno in un contest fotografico ideato per l’occasione da Fairtrade Italia. 

 

I numeri del movimento
Sono oltre 1,6 milioni gli agricoltori e lavoratori in 75 Paesi che aderiscono a Fairtrade. L’ultimo arrivato, l’anno scorso, è il Tagikistan.

Ci sono più di 1.800 Fairtrade Towns, città, villaggi e altre comunità in 28 Paesi, e decine di migliaia di attivisti e consumatori.

I consumatori hanno speso 7,3 miliardi di euro in prodotti Fairtrade nel 2015, +16% sul 2014.

Il Fairtrade Premium è aumentato in modo significativo e ammonta a 138 milioni di euro (dato riferito al 2015), in crescita del 30% a partire dal 2014. 

Caffè: 430 organizzazioni impiegate nella coltivazione di caffè Fairtrade, 856.000 coltivatori di caffè in 30 Paesi hanno ricevuto 71 milioni di euro di Premium +18% rispetto al 2014. Nel 2015, le vendite sono aumentate del 18% rispetto al 2014.

Banane: 131 gruppi di coltivazione in 12 Paesi, più di 22.000 piccoli coltivatori e lavoratori hanno ricevuto più di 27 milioni di euro in Premium +11% rispetto al 2014. Nel 2015, le vendite sono aumentate del 12% rispetto al 2014.

Cacao: 129 organizzazioni in 19 Paesi, più di 197.000 piccoli agricoltori e lavoratori hanno ricevuto 18 milioni di euro in Premium, in crescita del 26% rispetto al 2014. Nel 2015, le vendite di semi di cacao sono aumentate del 27% sul 2014.

Lush punta sulla capitale con uno store di 120 metri quadri, a Porta di Roma

Debutta sabato 29 aprile lo store romano di Lush, brand etico di cosmetici freschi e fatti a mano, all’interno del centro commerciale Porta di Roma.
Quella a Porta di Roma si presenta come il negozio Lush più grande d’Italia all’interno di un centro commerciale, secondo solo al flagship store in Piazza del Duomo a Milano. Con la sua superficie di 120 metri quadrati, porta nel centro commerciale romano il profumo di Londra, ispirandosi nel design al celebre flagship di Oxford Street, il più grande del mondo inaugurato ad aprile 2015 e icona della creatività del brand.

Con l’apertura di Lush Porta di Roma, arrivano a 35 i negozi Lush in Italia.

«Siamo orgogliosi di poter offrire alla città di Roma un negozio capace di rispecchiare a pieno lo spirito innovativo del brand. Dopo il successo del nuovo flagship store aperto a novembre 2016 in piazza del Duomo a Milano, siamo fieri di poter dare il via a una nuova importante avventura anche nella capitale. Lush Porta di Roma vuole essere il nostro ringraziamento a tutti i nostri clienti nella capitale, baluardo di una serie di novità che vedranno Roma protagonista indiscussa del nostro piano di espansione previsto per il 2017 sul territorio italiano» dice Alessandro Andreanelli, Amministratore Delegato di Lush Italia.

L’attenzione all’ambiente si concretizza nell’organizzazione dell’ampio spazio di vendita, progettato in nome della sostenibilità. Gli arredi del negozio sono infatti realizzati a mano con legno di recupero proveniente da antichi fienili della Brianza, il pavimento e due pareti dello store sono in resina naturale certificata, mentre il sistema illuminotecnico è pensato nel pieno rispetto dell’efficienza energetica, con un impianto di illuminazione LED.

 

Eventi di benvenuto

In occasione della giornata di apertura Lush Porta di Roma organizzerà una serie di coinvolgenti attività che avranno come protagonisti alcuni degli imprescindibili must have del brand dedicati al viaggio, perfetti per prepararsi a un fine settimana di vacanze e in movimento.
A partire dalle ore 12 si alterneranno una serie di appuntamenti interattivi dedicati agli shampoo solidi, gli innovativi prodotti Lush che permettono di risparmiare all’ambiente l’utilizzo di oltre 15 milioni di bottiglie di plastica all’anno, per continuare con la presentazione dei nuovi collutori solidi, i Mouthwash, la più recente invenzione in casa Lush. Alle ore 17 sarà possibile partecipare a un laboratorio interattivo per imparare a creare acconciature e decorazioni con fiori freschi e knot-wrap, i foulard riutilizzabili all’infinito che Lush propone come alternativa sostenibile al packaging. Alle ore 16, una performance musicale del gruppo Peggy Sue & The Dynamites intratterrà i presenti.

Iper ancora al top tra le insegne della Gdo online, e aumenta l’interesse sul web

Ancora prima quanto a prestazioni online è Ipermercati Iper si conferma in testa alla classifica dei migliori brand del settore della grande distribuzione organizzata, elaborata da BEM Research ad aprile 2017. La catena del gruppo Finiper insieme ai marchi La grande i e supermercati UNES, dopo aver battuto la concorrenza nel 2016, riesce ancora a imporsi.

In seconda posizione Esselunga, altro marchio del Gdo a conferma dell’interesse verso il settore, mentre al terzo posto si piazza la francese Decathlon, catena di distribuzione di prodotti per lo sport. Fa un balzo in classifica, conquistando diverse posizioni rispetto a marzo, Carrefour, altro marchio francese, seguita da Coop, che rispetto al mese precedente perde invece una posizione. Tra i primi 10 brand si trovano poi Bricocenter, Gamestop, Unieuro, Euronics e Auchan.

Nel complesso, la media del BEM Rank ad aprile 2017 per i 25 brand del settore GDO considerati è pari a 27 punti.

Considerando i due macro-aggregati che compongono il BEM Rank, si rileva che Ipermercati Iper mostra una maggiore capacità di essere rintracciato sul web (visibilità online), seguito da Esselunga e Coop. Con riguardo alle prestazioni dell’homepage, ovvero alla velocità di caricamento e all’usabilità, è in prima posizione Bricocenter, seguito da Decathlon e Unieuro.

«L’interesse degli utenti verso la grande distribuzione è nettamente aumentato rispetto allo scorso anno – evidenzia Mariachiara Marsella, web marketing manager di BEM Research – come si evince dalle tendenze di ricerca di chi utilizza Google.it per trovare informazioni. I grandi distributori sono consapevoli del fatto che i consumatori tendano sempre più a combinare la ricerca di informazioni online, quali ad esempio le promozioni su determinati articoli, con la tradizionale modalità di acquisto presso i punti vendita. Non stupisce, quindi, che un numero sempre maggiore di distributori offra ora la possibilità di acquistare online e di ritirare presso un determinato punto vendita, oppure che mettano a disposizione di chi acquista dal gigante dell’e-commerce, Amazon, la possibilità di ritirare presso un punto vendita. Se l’interazione tramite Internet non potrà far altro che crescere nel prossimo futuro, il tradizionale contatto fisico tra venditore e acquirente farà probabilmente parte della vita quotidiana ancora per molto tempo».

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