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Carmela Ignaccolo

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Parmigiano Reggiano, con 38 medaglie è il formaggio Dop più premiato al mondo

Il Parmigiano Reggiano è il formaggio Dop più premiato al mondo: lo ha decretato la giuria del World Cheese Awards, l’Oscar dei Formaggi che si è tenuto a Londra, nel prestigioso Tobacco Dock e che ha coinvolto oltre 3 mila formaggi, provenienti da oltre 30 Paesi.

Quaranta i caseifici produttori di Parmigiano Reggiano che hanno fatto squadra e hanno partecipato insieme portando a casa un risultato da record. La Nazionale del Parmigiano Reggiano si è meritata ben 38 medaglie: 3 Supergold (miglior formaggio del tavolo), 11 medaglie d’oro, 16 d’argento, 8 di bronzo.

I tre Supergold, i riconoscimenti più prestigiosi, sono stati incassati dai caseifici San Pietro di Valestra (Reggio Emilia), 4 Madonne (Modena), La Traversetolese (Parma).

Dalla categoria oltre 30 mesi – l’unica con un’età così elevata per un formaggio – sono giunti il 50% dei riconoscimenti, mentre il restante bottino di medaglie è giunto dalle stagionature 24 e 18 mesi. E nella fase finalissima, dopo il lavoro dei 200 giudici provenienti da 15 paesi del mondo, tra i 3.001 formaggi in gara c’era anche il Parmigiano Reggiano della S. Pietro di Valestra che è stato selezionato per la finalissima, giungendo quinto assoluto.

I 40 caseifici presenti – con una selezione di 82 campioni nelle tre diverse stagionature – hanno conquistato 11 medaglie d’oro, 16 d’argento, 8 di bronzo. Dalla categoria oltre 30 mesi – l’unica con un’età così elevata per un formaggio – sono giunti il 50% dei riconoscimenti, mentre il restante bottino di medaglie è giunto dalle stagionature 24 e 18 mesi. E nella fase finalissima, dopo il lavoro dei 200 giudici provenienti da 15 paesi del mondo, tra i 3.001 formaggi in gara c’era anche il Parmigiano Reggiano della S. Pietro di Valestra che è stato selezionato per la finalissima, giungendo quinto assoluto.

 

Il medagliere della Nazionale del Parmigiano Reggiano:

3 Super Gold a: S. Pietro di Valestra (Reggio Emilia), 4 Madonne (Modena) e La Traversetolese (Parma)

Reggio Emilia:

Antica Fattoria Caseificio Scalabrini, oro (oltre 30 mesi)

Azienda Agricola Grana d’Oro Vacche Rosse, argento (24 mesi)

Caseificio Milanello – Terre di Canossa, oro (24 mesi), argento (oltre 30 mesi)

Caseificio Sociale Castellazzo, tre bronzi (18, 24, oltre 30 mesi)

Caseificio sociale Minozzo, argento (18 mesi) e bronzo (24 mesi)

Fattoria Fiori di Fiori Pier Paolo, oro (oltre 30 mesi)

Latteria Sociale di Migliara, argento (oltre 30 mesi)

Latteria La Grande, argento (oltre 30 mesi)

Latteria Sociale Barchessone, oro (18 mesi), argento (oltre 30)

Latteria Sociale Roncadella, argento (18 mesi)

Latteria sociale San Giorgio, oro (oltre 30 mesi)

Latteria San Giovanni di Querciola, oro (oltre 30 mesi)

Latteria Sociale San Pietro – Valestra, oro (oltre 30 mesi) e supergold

 

Parma:

Caseificio aziendale Fratelli Boldini, bronzo (24 mesi)

Caseificio La Traversetolese, oro (oltre 30 mesi) e supergold

Caseificio Sociale di Urzano, oro (18 mesi)

Caseificio Sociale Palazzo, bronzo (oltre 30 mesi)

Società Agricola Giansanti, bronzo (24 mesi), argento (oltre 30)

Latteria Sociale Santo Stefano, due argenti (24 mesi e oltre 30 mesi)

 

Modena:

4 Madonne Caseificio dell’Emilia, oro (24 mesi) e supergold

Caseificio Dismano, argento (18 mesi)

Latteria di Campogalliano, argento (oltre 30 mesi)

Caseificio Razionale Novese, argento (24 mesi)

 

Mantova:

Latteria Agricola Venera Vecchia, bronzo (18 mesi), argento (24 mesi), argento (oltre 30 mesi)

Latteria sociale Gonfo, argento (24 mesi), oro (oltre 30 mesi)

 

Cibo: si aprono nuovi scenari. Il Convegno Netcomm Focus Food

Cibo, scenari, prospettive, evoluzioni.

Questi i focus del convegno Netcomm Focus Food, sviluppato in collaborazione con Fiera Milano e TUTTOFOOD, per analizzare le principali tendenze in atto nel settore dell’alimentazione, tratteggiarne gli scenari futuri, ed evidenziare le opportunità per quei player che sapranno comprendere al meglio i processi in atto.

Questo appuntamento è la prima tappa di un percorso di collaborazione e approfondimenti su questo settore, che vede tra gli appuntamenti principali la prossima edizione di TUTTOFOOD, in fieramilano dal 6 al 9 maggio 2019.

Il rapporto dei consumatori con il food evolve nel tempo. “Al punto che – spiega Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – si va direttamente verso un’integrazione del digitale anche all’interno di un’esperienza di per sé molto fisica, com’è quella del cibo. La tendenza è evidente: l’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management Politecnico di Milano afferma che oggi l’e-commerce legato al settore food in Italia vale 849 milioni di euro, cioè il 4% del volume totale del commercio digitale italiano. Il dato più impressionante è il tasso di crescita annuo, che evidenzia un aumento del 43% rispetto ai volumi del 2016: l’e-commerce alimentare si sta affermando sempre più nello stile di vita dei consumatori italiani, offrendo grandi opportunità di crescita ai player del settore che si dimostreranno più ricettivi nei confronti di nuovi canali e strumenti”.

 

I driver di selezione

Cosa guida i consumatori nella scelta? In primis una maggiore attenzione per la convenience, intesa come convenienza economica ma anche come rapidità – di consegna, eventualmente di preparazione, oltre che ovviamente di consumo. Altrettanto importante è la ricerca di prodotti specifici, dettata da  scelte ed esigenze alimentari, fattori che contribuiscono a creare nicchie di mercato importanti e non ancora valorizzate appieno. Strettamente collegata a queste tendenze è la ricerca di informazioni e  contenuti. Un ultimo, importante aspetto da tenere in considerazione è l’esperienzialità, quindi la valorizzazione di tutti quegli elementi che contribuiscono a rendere il pasto un momento di piacere al di là del soddisfacimento di un bisogno: si tratta di un fattore che continua a essere fondamentale nel rapporto dei consumatori con il cibo e che si arricchisce oggi di nuovi elementi caratteristici dei canali digitali. Si pensi per esempio all’abitudine, diffusa soprattutto tra i giovani, di condividere sui social media post e foto dei piatti preparati in casa o consumati al ristorante; è un fenomeno che influenza concretamente i consumi, contribuendo a creare e diffondere nuove mode.

 

Food, attore  del commercio digitale

Cresce la percentuale di e-shopper italiani che acquistano prodotti alimentari: a marzo 2017 erano il 24%, secondo l’osservatorio NetRetail. La tendenza non riguarda solo l’Italia, ma è anzi evidente su scala globale. Secondo le rilevazioni Statista, il valore del Food & Beverage in Europa ammontava a 10 miliardi di dollari nel 2016, con previsioni di crescita annue del 13%: nel 2021 il valore dell’e-commerce alimentare in Europa raggiungerà i 18 miliardi di dollari. Valori simili si riscontrano negli Stati Uniti, mentre la Cina sperimenterà una vera e propria esplosione passando dai 10,9 miliardi di dollari del 2016 a 30,3 miliardi di dollari nel 2021, con un tasso annuo medio di crescita del 23%.

Punti vendita fisici addio, dunque?

Non sembrerebbe, a patto che ci sia un’intelligente integrazione tra sfera fisica e sfera virtuale.

I player più innovativi che hanno compreso appieno quanto sta succedendo, si sono mobilitati per soddisfare i nuovi desideri espressi dai clienti. L’integrazione del digitale aprirà nuovi scenari anche per la filiera del mondo Food & Grocery, consentendo ai player B2B di offrire alle aziende clienti gli stessi vantaggi in termini di flessibilità, varietà dell’offerta, ricchezza di informazioni e innovazione.

La trasformazione dello scenario e le nuove priorità delle aziende

L’intero settore è quindi attraversato da profonde trasformazioni che costituiscono una sfida epocale per le imprese del settore; Netcomm e Fiera Milano con TUTTOFOOD, intendono approfondire e monitorare nei prossimi appuntamenti l’evoluzione di questo mercato facilitando il dialogo e il confronto tra la filiera digitale e il sistema Food Italia.

Le aziende devono, quindi attuare nuove strategie, che tengano conto degli elementi caratteristici di questo nuovo scenario:

  • I comportamenti di consumo stanno cambiando rapidamente, facilitando l’avvento di nuovi modelli di business e nuovi player;
  • Il cambiamento attraversa tutto il settore: dal marketing alle operation, dalla distribuzione al merchandising;
  • La complementarietà tra online e offline può aumentare l’engagement del cliente e le vendite multicanale;
  • Mobile, localizzazione e nuovo retail stanno ridisegnando il customer journey;
  • Lo scenario competitivo si fa sempre più complesso e la filiera si trasforma;
  • È necessario lavorare sui fattori chiave della scelta del negozio on/offline: prezzo, qualità, convenienza, selezione, esperienza;
  • I dati devono essere alla base delle strategie di unified commerce delle imprese.

 

 

 

TUTTOFOOD 2019, un palinsesto ricco di innovazioni e di partnership di valore

TUTTOFOOD 2019: più di un anno e mezzo all’alba. Ma sono già più di 250 le aziende le aziende italiane e internazionali che hanno già confermato la loro presenza, per un parziale di oltre 11.000 mq occupati. E altre sono in lista di attesa per confermare la propria partecipazione alla fiera.

Carte in regola, dunque, per consolidare il ruolo di manifestazione agroalimentare internazionale più importante d’Italia, che la biennale milanese del food&beverage si è conquistata in sole sei edizioni, chiudendo quest’anno con numeri record: 80.146 i visitatori professionali, certificati (+2,5%), il 23% dei quali esteri da 141 Paesi, e più di 2.850 espositori dall’Italia e dall’estero.

La prossima edizione (fieramilano dal 6 al 9 maggio 2019) si annuncia ricca di innovazioni. A partire da un layout espositivo totalmente rinnovato, nel quale il confine tra espositori italiani ed esteri verrà superato in favore di una compresenza nei diversi settori merceologici, affiancati da un affondo sulle rispettive territorialità grazie alle aree TUTTOREGIONAL e TUTTOWORLD.

Sono 16 i settori verticali confermati, sui quali sono previsti numerosi approfondimenti:

TUTTODAIRY, TUTTOMEAT, TUTTOFROZEN, TUTTOSWEET, TUTTOPASTA, TUTTOBAKERY, TUTTOGROCERY, TUTTODELI, TUTTOOIL, TUTTOGREEN, TUTTOREGIONAL, TUTTOWORLD, FRUIT&VEG INNOVATION, TUTTOSEAFOOD, TUTTODRINK, TUTTOHEALTH.

Un’attenzione particolare sarà  inoltre, rivolta all’autenticità e alla protezione dei marchi e delle denominazioni di origine.

International Excellence

Per incrementare ulteriormente il livello della rappresentatività internazionale, ecco un’altra grande novità di TUTTOFOOD 2019, un progetto che si basa su una rigorosa selezione di sole eccellenze agroalimentari. Per ciascun settore è previsto un Paese Ospite – dall’Italia per la pasta alla Francia per i formaggi, dalle birre tedesche all’ittico spagnolo – che riunisce le “specialità” in otto “strade del gusto” dove dialogheranno con il meglio del Made in Italy agroalimentare.

In parallelo sono previste attività per incrementare la presenza in manifestazione di buyer italiani e internazionali e di operatori professionali provenienti dai principali Paesi e dai mercati più dinamici. I Paesi focus della prossima edizione saranno Cina, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e USA.

Le partnership

A rafforzare sempre più la manifestazione come hub dell’agroalimentare in tutte le sue declinazioni, si consolidano inoltre le autorevoli partnership siglate da Fiera Milano.

Tra queste spicca l’alleanza con Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, riconfermata fino al 2021 e intensificata con una cadenza annuale degli eventi: si aggiunge infatti da oggi il Netcomm Focus Food, l’appuntamento che mira a diventare punto di riferimento per la trasformazione digitale e l’e-commerce delle aziende del food&beverage.

Sempre annuale è anche l’appuntamento con Seeds & Chips, il Global Food Innovation Summit focalizzato su temi quali l’impatto delle tecnologie sulle filiere, che nel 2019 tornerà a essere inserito nel contesto della manifestazione mentre nel 2018 si terrà a fieramilanocity dal 7 al 10 maggio 2018, in concomitanza con Milano Food City e a cui prenderà parte John Kerry, ex Segretario degli Stati Uniti d’America.

A Milano Food City, la settimana del cibo di qualità che coinvolge tutta la città dal 7 al 13 maggio, gli espositori di TUTTOFOOD condividono il meglio dei loro prodotti con foodies, cittadini e turisti in una miriade di eventi coinvolgenti, dalle degustazioni agli show-cooking ai momenti per le famiglie. Nel 2018 Milano Food City, nata da un’idea originaria di TUTTOFOOD, sarà inserita nel programma annuale di “settimane-evento” di YESMILANO, ricevendone un ulteriore traino promozionale.

 

Per informazioni sempre aggiornate: www.tuttofood.it, @TuttoFoodMilano.

Crai on air con la nuova campagna che viaggia per l’Italia

CRAI è on air al 9 ottobre con la sua nuova campagna istituzionale, che racconta in un film l’impegno che le persone di CRAI mettono tutti i giorni nella selezione dei prodotti migliori, riscoprendo ricette locali, mettendo cuore e passione in ogni attività, compreso il servizio e la cortesia.

La campagna si snoda sul fil rouge di un viaggio fantastico attraverso profumi, sapori e tradizioni della nostra bella Italia, che tutto il mondo ci invidia. 

L’animazione mostra un furgone CRAI che percorre le strade del Belpaese addentrandosi “nel cuore dell’Italia”, tra i campi e le lievi colline emiliane dove le balle di fieno sono nidi di tagliatelle, lungo strade piemontesi lastricate di crumiri e percorse da gianduiotti con ruote di nocciole, e poi i centri storici, dove si respira la nostra storia e i sapori sono autentici. Il furgone costeggia un lungomare calabrese dove sventolano come bandiere le palme di peperoncini e getta uno sguardo al Vesuvio, che per l’occasione è un forno che cuoce la pizza più grande del mondo. E poi ancora a perdifiato tra città, paesaggi e gusti tutti italiani: asparagi a Ferrara, lardo nelle cave di marmo, carciofi che sbucano dal Colosseo e il basilico pronto per essere pestato tra i carruggi di un borgo ligure. È un viaggio infinito quello di CRAI che non vuole fermarsi perché la ricerca della qualità è una scoperta dei tesori enogastronomici italiani che si rinnova ogni giorno.

Una menzione a parte merita la musica scelta: si tratta del brano “Vacanze Intelligenti” dell’omonimo film di Alberto Sordi, scritto da Piero Piccioni uno dei più grandi musicisti italiani.

La campagna

“La nostra nuova campagna istituzionale è basata su un concetto per noi imprescindibile: la qualità – afferma Mario La Viola, direttore Marketing, Format, Rete e Sviluppo del gruppo CRAI Secom – Ogni giorno tutto il gruppo CRAI, da nord a sud, si impegna per garantire i valori alla base della nostra insegna. E per farlo non bisogna andar lontano, il nostro paese è frutto di tradizioni e sapori che vanno valorizzati ed è proprio ciò che volevamo trasmettere con questo nuovo format. Un manifesto, oltre che per Crai, per l’Italia intera ”.

La campagna è stata ideata da Mosquito, l’agenzia che collabora con il gruppo CRAI Secom da più di tre anni: “Abbiamo scelto il tema del viaggio fantastico per restituire le atmosfere di un paese semplice e spensierato, pieno di persone operose – dichiara Vincenzo Vigo, direttore creativo e fondatore di Mosquito – perché crediamo che questa sia anche la filosofia di CRAI che da sempre seleziona i prodotti con cura, riscopre ricette locali, accorcia la filiera produttiva, mettendo cuore e passione in ogni sua attività”.

La campagna sarà on air a partire dal 9 ottobre e verrà trasmessa‬‬ sulle principali emittenti televisive con spot da 60”, 30″ e 15″, realizzati in animazione e 3D da Tax Free. E’ prevista una pianificazione anche su stampa, radio e web, oltre alle affissioni. Programmate anche iniziative speciali sul territorio.‬‬‬‬

Cotone sostenibile: i risultati del Sustainable Cotton Ranking 2017

© Asim Hafeez

Cotone sostenibile? Si può. Le aziende lo stanno dimostrando anche se la strada intrapresa è solo all’inizio.

Vediamo più in dettaglio il Sustainable Cotton Ranking 2017.

Sono 75 le aziende presenti nel report del 2017 (37 in più rispetto all’edizione 2016 ). Cinque le imprese (con un punteggio tra i 50 e i 100 punti) che guidano gli impegni di sostenibilità: C&A, H&M, IKEA, Marks & Spencer e Tchibo GmbH.

Il ranking riporta poi le 8 aziende classificate “sulla buona strada” (well on way), che hanno totalizzato dai 25 ai 50 punti e, a seguire, ulteriori 18 brand che hanno raggiunto un punteggio tra i 5 e i 25 punti e che hanno dunque intrapreso il percorso per migliorare le proprie performance (starting the journey). In coda, le restanti 44 aziende che hanno invece totalizzato meno di 5 punti.

Rispetto al 2016 sono stati fatti progressi, ma soltanto 11 imprese risultano effettivamente in linea per il raggiungimento di quota 100% cotone sostenibile entro il 2020 e, in generale, l’approvvigionamento di cotone sostenibile risulta comunque relativamente basso. 

Sebbene il cotone prodotto attraverso pratiche sostenibili abbia rappresentato il 15% dell’offerta globale per la stagione 2016/17 e si preveda raggiunga il 20% per la stagione 2017/18 (nel 2015/16 si è partiti  dal 12%), poco più di un quinto di questi volumi (21%) risulta essere effettivamente utilizzato. Il restante viene venduto come  cotone “convenzionale”  ai brand e ai retailers, che individuano come ostacoli all’approvvigionamento di cotone sostenibile la scarsa domanda da parte dei consumatori,  la complessità delle catene di fornitura e il costo aggiuntivo.

Perché cotone sostenibile

Utilizzato in centinaia di oggetti di uso quotidiano, il cotone costituisce fonte di reddito per circa 100 milioni di famiglie in 80 Paesi; la sua produzione è però collegata a complesse sfide ambientali, sociali  ed economiche connesse ad esempio all’eccessivo consumo di acqua e all’uso di pesticidi per la coltivazione, unitamente all’impiego di lavoro minorile e al debito degli agricoltori.

La ricerca

Il ranking è stato commissionato da PAN UK, Solidaridad e WWF con l’obiettivo di mettere in luce quanto le scelte di approvviginamento delle aziende possano incidere positivamente per favorire la transizione del mercato del cotone verso una maggiore sostenibilità. La ricerca è stata realizzata in forma indipendente dalla società Aidenviroment, che ha misurato le performance delle aziende riguardo policy, approvvigionamento e tracciabilità della filiera. 

OMIA EcoBioSun 2017 promuove la sicurezza della pelle

Il mercato dell’eco-bio è in forte aumento e i consumatori di prodotti biologici rappresentano il 59%. Lo scenario evidenzia inoltre che il 37% dichiara di consumare prodotti bio almeno 1 volta alla settimana mentre il 22% ogni giorno (Fonte Osservatorio SANA).

Cavalcando l’onda, in pochi anni OMIA, si è affermata nel mercato “eco bio”.

Una linea importante che a pochissimi anni dal lancio (2014) ha avuto l’apprezzamento del pubblico è la EcoBioSun, approvata da AIDECO (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia), che ha proposto per prima nel mass market una gamma di protezioni solari BIO certificata ICEA e caratterizzata dal sistema di protezione “full mineral”.

La linea EcoBioSun di OMIA si compone di undici referenze: otto per adulti (cinque protezioni, un idratante sotto il sole e due doposole) e tre per bambini (due protezioni e un doposole).I consumatori hanno colto tutto questo valore e hanno premiato la gamma di solari con una crescita del sell out del +34% (Fonte dati IRI sell out 2016 vs. 2015).

La campagna

Con EcoBioSun, è nata anche la campagna Sole Sicuro, condotta in partnership proprio con AIDECO per informare la popolazione sulla prevenzione da fare per prevenire i danni correlati ad un’incauta esposizione ai raggi solari.

“Abbiamo realizzato un’etichetta utile alla diffusione della cultura dell’esposizione sicura al sole, spiega Gianluca Angioletti, Direttore Marketing OMIA. Per divulgare il messaggio di un’abbronzatura bella e consapevole abbiamo dedicato molto spazio ai suggerimenti dei dermatologi e cosmetologi AIDECO. Il taglio delle informazioni è di tipo medico consulenziale, senza intenzioni commerciali.”

In store

La distribuzione è trasversale tra GDO, GDS, catene di profumeria e distributori indipendenti. La visibilità in-store è favorita da strumenti espositivi studiati ad hoc talli canali.

 

 

 

 

Prodotti contraffatti online, un rischio in agguato. L’indagine di MarkMonitor

I prodotti contraffatti rappresentano ancora un rischio per la salute dei consumatori: lo conferma la nuova ricerca effettuata da MarkMonitor®, con l’obiettivo  di esaminare le abitudini di acquisto di beni di consumo (trucchi, articoli per l’igiene personale, medicinali, integratori e vitamine) comperati al di fuori dei supermercati.

I numeri delineano un quadro inquietante: il 27% degli intervistati* ha affermato di aver acquistato involontariamente prodotti non autentici online e in Cina si sale addirittura al 46%. Tra questi, anche beni di consumo che si utilizzano ogni giorno, come cosmetici (32%), prodotti per la cura della pelle (25%), integratori (22%) e, cosa ancor più allarmante, medicinali (16%).

Quali sono i canali principali per questo commercio?

Molteplici, stando alle dichiarazioni degli intervistati: marketplace (39%), motori di ricerca (34%), app su dispositivi mobile (22%) e sponsorizzazioni sui social media (20%), farmacie online (16%).

Da cosa hanno evinto che si trattava di fake goods?

Il 34% degli intervistati ha segnalato reazioni negative ai prodotti, mentre il 50% è stato messo in guardia dalla cattiva qualità dei prodotti

Quali i siti più affidabili?

L’indagine è proseguita, con la richiesta di quale , tra i canali citati, ispirasse maggiore fiducia per la consegna di prodotti. La prevalenza dei giudizi è confluita sui brand (89%), seguiti dai marketplace online (74%), le farmacie online (67%) e le app sui dispositivi mobile (67%).

“La minaccia rappresentata dai contraffattori è sempre attuale e colpisce sia i brand che i consumatori. Per i brand significa una perdita di fatturato, reputazione e fiducia dei clienti. Tuttavia, quando si parla di prodotti di consumo non originali come cosmetici, prodotti per la pelle, creme solari e medicinali, le conseguenze sugli acquirenti sono molto più gravi, poiché incidono sulla loro salute e il loro benessere. Di conseguenza, spetta ai brand assicurarsi di avere in atto una solida politica di protezione del brand online per affrontare la minaccia della contraffazione e tenere al sicuro i propri clienti”, ha affermato Anil Gupta, Chief Marketing Officer di MarkMonitor.

Da chi ci si aspetta protezione?

La ricerca evidenzia come il 34% degli intervistati ritenga che siano i brand i responsabili della protezione dei consumatori contro il fenomeno della contraffazione. Una percentuale che si attesta al 44% in Danimarca, al 43% in Svezia e al 42% in UK.  Un’elevata percentuale (89%) ripone grande fiducia nei siti aziendali.

L’indagine ha mostrato inoltre che vi è una scarsa propensione a comprare intenzionalmente prodotti non originali. La maggior parte dei consumatori (83%), infatti, ha dichiarato di non volere acquistare prodotti di consumo contraffatti come trucco, cosmetici e medicinali.

 

*I partecipanti all’indagine sono stati intervistati online in 10 paesi, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Cina, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia. Il sondaggio è stato condotto online e completato tra il 4 e il 10 Maggio 2017.

 

Latte di soia? La Corte Europea ha detto no

La Corte Europea ha sentenziato: in linea di principio, la denominazione «latte» è riservata unicamente al latte di origine animale.

E ancora: salvo le eccezioni espressamente previste (latte di mandorla, latte di cocco, fagiolini al burro e burro di cacao, secondo le indicazioni della Decisione della Commissione del 20 dicembre 2010), anche le denominazioni come «crema di latte o panna», «chantilly» «burro», «formaggio» e «iogurt» sono appannaggio unicamente dei prodotti lattiero-caseari, vale a dire dei prodotti derivati dal latte.

Quindi?

Quindi tanti prodotti vegetali, come quelli derivati dalla soia, non potranno più essere chiamati latte, yogurt o burro.

Ma perché la Corte Europea è stata interessata alla questione?

Tutto nasce da una diatriba tra la società tedesca TofuTown, che produce e distribuisce alimenti vegetariani e vegani (con denominazioni tipo: «Soyatoo burro di tofu», «formaggio vegetale», «Veggie-Cheese», «Cream»,) e la Verband Sozialer Wettbewerb, un’associazione tedesca avente l’obiettivo specifico di contrastare la concorrenza sleale, che contesta alla prima la scelta di tali nomi. Ritiene, infatti, che essi violino la normativa dell’Unione sulle denominazioni per il latte ed i prodotti lattiero-caseari (Regolamento (UE) n. reg_1308_2013_del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013).

Inevitabili le polemiche e la confusione: come si dovranno chiamare d’ora in poi questi prodotti?

E ancora (è l’obiezione mossa da qualcuno), perchè alcune eccezioni sono ammesse (vedi al decisione del 2010, di cui sopra), mentre per soia e tofu c’è il bando?

Correlati: Latte vegan? Non esiste: lo stop dalla UE

Horizontal Retail 1. La ricerca di Kiki Lab – Ebeltoft Italy

Horizontal Retail 1, la ricerca di Kiki Lab – Ebeltoft Italy curata da Fabrizio Valente, verrà presentata a Milano il 27 giugno e racconterà – per immagini – i trend del retail: localismo, personalizzazione, socializzazione e co-progettazione alcune delle strategie più adottate.

 

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Arcaplanet apre a Udine il 4° negozio della regione

Continua la rapida crescita di Arcaplanet, che ha appena inaugurato a Udine, presso il Centro Commerciale Terminal Nord,  il 4° store della regione, dopo le recenti aperture di Trieste presso “Il Giulia” nel 2015 e le altre due in città a Udine, quello Via Tricesimo, inaugurato nel novembre 2015 e quello di Piazzale Rita Levi Montalcini presso il parco commerciale centro studi inaugurato a inizio anno.

Si tratta di un negozio in formato “Gallery”, una grande boutique di 166 metri quadrati, rifornito con assortimenti completi per il food e il non food per gli animali da compagnia grazie a oltre 8.000 referenze in vendita tra accessori e alimenti per cani, gatti, piccoli animali, roditori, pesci, anfibi e uccelli, un’ampia selezione trasversale di prodotti esclusivi e specializzati, dietetici e veterinari, di alimentazione biologica e vegetariana, cibo secco e umido, accessori dai tappetini igienici per cani alle lettiere per gatto, dai giochi ai guinzagli, ai “trasportini” ecc.

All’interno del negozio è prevista la presenza di un Totem che permetterà di usufruire della consulenza professionale veterinaria e  di altre funzioni: oltre al catalogo con tutti i prodotti presenti in assortimento, vengono fornite indicazioni specifiche riguardo alle dosi consigliate, gli ingredienti e le modalità d’uso così come, nella sezione “Vet On line”, è disponibile un servizio originale ed esclusivo, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani di consulenza e consigli sui propri pet per un sempre miglior benessere del proprio animale. Non mancheranno infine moltissime news dal mondo animale, video divertenti e contenuti simpatici selezionati da Arcaplanet.

Il punto vendita, che gode dell’ampio parcheggio del centro commerciale Terminal Nord, ha dato lavoro a ben 4 nuove risorse e conta 2 casse sarà aperto tutti i giorni con orario continuato: da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 21.00, mentre la domenica dalle 9.30 alle 20.30.

 

 

 

 

 

 

 

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