PittaRosso continua la sua espansione aprendo un nuovo punto vendita a Lecce, in Via dei Templari 13, una delle strade più centrali e frequentate della città. Si tratta del sesto negozio in Puglia per l’insegna di calzature – dopo quelli di Cavallino, sempre nel leccese, Foggia, Locorotondo (BA), Taranto, Terlizzi (BA) – e del 149° a livello nazionale. Lo store è stato inaugurato ufficialmente sabato 23 agosto ed è ospitato al piano -1 dello stabile Upim, anche se la gestione è svolta direttamente da PittaRosso.
Il negozio propone un’ampia selezione di prodotti per tutta la famiglia, con la consueta suddivisione nei reparti Donna, Uomo, Bambino e Sport. L’insegna definisce l’ambiente accogliente, sottolineando di averlo ideato per garantire un’esperienza d’acquisto pratica e coinvolgente. L’obiettivo è stato quello di realizzare spazi curati e funzionali, in modo da accompagnare il cliente in un percorso fluido e intuitivo, facilitando la scoperta delle nuove collezioni e delle promozioni in corso.
E restando in tema di promozioni, ovviamente l’apertura è stata accompagnata da un’iniziativa speciale pensata per fare colpo sui consumatori: fino al 31 agosto, i clienti del negozio leccese possono usufruire del 20% di sconto extra su tutti gli articoli già in saldo. Lo stesso taglio prezzo – il già citato 20% – viene proposto anche sulla nuova collezione. Inoltre, a queste offerte legate al lancio della superficie commerciale di Via dei Templari, si aggiunge la Campagna promozionale “Mese dello Sport”, con sconti fino al 50% su una selezione di articoli dei principali brand sportivi.
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PittaRosso apre a Lecce il suo sesto negozio pugliese
Largo consumo, in etichetta più informazioni sul materiale degli imballaggi
Nel 2024 è aumentato di +4,1 punti percentuali il numero dei prodotti di largo consumo che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale degli imballaggi in cui sono venduti, secondo la decisione 129/97/CE, volta a individuare il materiale di composizione del packaging. Si tratta di oltre 76.000 prodotti che costituiscono il 52,5% di quelli rilevati dal servizio Immagino e rappresentano il 76,6% delle confezioni vendute nel canale super e ipermercati (+2,2 punti percentuali). È quanto emerge dalla nuova edizione di IdentiPack, il primo Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging per il largo consumo, frutto della collaborazione fra CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, e GS1 Italy. Questa settima edizione di IdentiPack ha analizzato le indicazioni presenti sulle etichette di un ampio e rappresentativo paniere, composto da oltre 145.000 prodotti di largo consumo digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi, responsabili dell’82,7% del giro d’affari 2024 del canale supermercati e ipermercati.
GELATI E SURGELATI I COMPARTI PIÙ VIRTUOSI
La maggior parte dei prodotti analizzati tratta in etichetta il tema della tipologia di imballaggi e le modalità per il suo corretto conferimento nella raccolta differenziata. Queste informazioni sono comparse sul 60,5% dei prodotti a scaffale, che hanno rappresentato l’82,5% di tutte le confezioni effettivamente vendute in Italia (+1,6 punti percentuali rispetto al 2023). Da Identipack emerge anche che la diffusione di informazioni relative ai packaging e alla loro gestione da parte dei consumatori è aumentata in tutte le categorie merceologiche del largo consumo confezionato. Ancora una volta a brillare è il comparto del freddo: gelati e surgelati hanno la più alta percentuale di prodotti e di confezioni vendute “parlanti” (rispettivamente 82,5% e 94,6%) mentre i maggiori tassi di crescita annua si rilevano per carni, cura casa e petcare; per questi ultimi due comparti vale sia per la percentuale di prodotti a scaffale sia per i prodotti venduti.
In crescita anche i prodotti e le confezioni vendute che forniscono informazioni aggiuntive per permettere ai consumatori di fare una raccolta differenziata di qualità. Tra le altre indicazioni rilevate in etichetta da Identipack spiccano infine le dichiarazioni e i marchi ambientali volontari, presenti sull’8,7% dei prodotti e sull’11,4% delle confezioni vendute.
Lo shopping ai tempi dell’intelligenza artificiale
Sono passati quasi tre anni dall’avvento di ChatGPT e l’intelligenza artificiale stia assumendo un ruolo sempre più centrale nella relazione tra brand e consumatori, affermandosi come guida di fiducia, compagno affidabile. A dimostrarlo, numeri alla mano è la “Consumer Pulse Survey 2025” di Accenture. Giunta alla sesta edizione, la ricerca ha coinvolto un campione rappresentativo di 18.214 consumatori in 14 Paesi (oltre all’Italia, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Cina continentale e Hong Kong, India, Giappone, Spagna, Svezia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti). Tanti gli spunti interessanti che emergono focalizzando l’attenzione sul nostro mercato: il 73% degli italiani ha già utilizzato strumenti basati sull’IA generativa (come ChatGPT, Gemini o Claude), di questi il 25% dichiara di farlo in modo abituale. Se interrogati sul tipo di relazione che instaurano con l’AI il 34% degli italiani la definisce “un’assistente”, il 26% un “buon advisor” e il 24% si spinge a considerarla “un buon amico”.
Quasi un italiano su due (47%) ha già utilizzato l’intelligenza artificiale per supportare le proprie scelte d’acquisto, mentre un ulteriore 37% sta valutando di farlo prossimamente. Un comportamento che si inserisce in un processo di acquisto sempre più digitale: il 40% degli italiani compie l’intero percorso online, dalla ricerca iniziale fino all’acquisto; il 26% utilizza i canali digitali per informarsi, ma acquista poi in negozio; solo il 23% sceglie un’esperienza interamente fisica e tradizionale.
Se prendiamo invece in considerazione gli utenti abituali e analizziamo le motivazioni per cui utilizzano i tool di GenAI, la percentuale di coloro che dichiarano di farlo per supportare le proprie scelte d’acquisto sale al 69% (vs il 47% del totale degli utenti). Seguono motivazioni connesse al raggiungimento di obiettivi di sviluppo personale (63%), ad attività legate al lavoro (61%), suggerimenti per investimenti finanziari (59%), consigli sulle relazioni sociali (59%) e su salute e benessere (58%).
IL PARADIGMA “ME, MY BRAND AND AI”
Nel supportare e guidare i consumatori nelle scelte d’acquisto, l’intelligenza artificiale può assumere tre ruoli principali:
- L’AI come “guida di fiducia” – per suggerire soluzioni affidabili e real time
Sebbene i negozi fisici restino la principale fonte di raccomandazioni per orientare le decisioni d’acquisto, la Generative AI sta rapidamente guadagnando terreno, posizionandosi già oggi come seconda fonte di informazione tra gli utenti abituali, superando amici, familiari e altri più comuni canali digitali.
Quando si parla invece di affidabilità della fonte, le informazioni reperite tramite tool di Gen AI sono giudicate affidabili dal 24% degli italiani, percentuale che sale al 37% se consideriamo gli utenti abituali. Questi ultimi continuano comunque ad affidarsi ai motori di ricerca tradizionali (46%), ai marketplace online (44%), ai siti web proprietari dei brand (42%) e alla consulenza in store (41%).
I brand devono quindi lavorare attivamente per sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale, migliorando l’ottimizzazione dei propri contenuti per aumentarne la visibilità e costruendo una maggiore fiducia e credibilità nei confronti dei consumatori.
- L’AI come “compagno affidabile” – per creare relazioni personalizzate con i consumatori
Molti consumatori iniziano a percepire l’intelligenza artificiale come uno strumento capace di offrire esperienze personalizzate, proattive e coinvolgenti dal punto di vista emotivo. L’AI apre nuove possibilità per creare relazioni autentiche e durature, basate sulla comprensione reciproca e sulla rilevanza.
In questo contesto, le aziende devono puntare sulla personalizzazione, integrando l’AI con i dati lungo tutta la supply chain, per costruire interazioni sempre più autentiche e memorabili, capaci di incarnare i valori del brand e rafforzare i legami con i consumatori. A conferma di ciò, il 38% degli italiani afferma che sarebbe disposto a cambiare brand se un altro fosse in grado di offrirgli un’esperienza che lo faccia sentire speciale e riconosciuto. Un dato che richiama direttamente il bisogno di un’interazione più intima e significativa con i brand.
- L’AI come “secondo io” – per agire per conto dei consumatori nelle decisioni di acquisto
Gli agenti AI sono in grado di agire in modo proattivo sulla base di istruzioni predefinite e di apprendere dalle abitudini e preferenze individuali. Così facendo, semplificano il confronto tra prodotti, gestiscono il checkout e supportano anche l’assistenza post-vendita. Il 70% degli italiani dichiara di essere già aperto ad affidarsi a un agente AI personale che sappia risolvere i suoi problemi.
Tra chi utilizza abitualmente i tool di GenAI, il 34% affida all’AI la gestione della maggior parte del processo, riservando a sé solo la scelta finale, mentre l’8% si spinge oltre, delegando interamente la decisione all’AI, senza supervisione. Siamo ancora in una fase iniziale, ma la sua diffusione sta chiaramente avanzando. Per favorire questo passaggio, i brand devono conquistare la fiducia dei consumatori, attraverso maggiore trasparenza, personalizzazione e controllo, rispettando i valori e le preferenze individuali.
L’UTILIZZO NEI PROGRAMMI FEDELTÀ
Quasi un italiano su due (48%) aderisce ai programmi fedeltà dei propri brand preferiti e il 26% dichiara di farlo anche per brand competitor. Le principali reticenze alla sottoscrizione dei programmi fedeltà vanno ricercate nella mancanza di volontà di pagare un supplemento per aderire a un programma (73%), nella paura di essere inondati da comunicazioni promozionali (70%) o di sentirsi vincolati a un particolare brand (60%). Il 41% dichiara anche di non voler fornire ai brand dati personali e relativi alle proprie abitudini di acquisto. Più in generale, il 45% degli italiani dubita del valore reale che può derivare dal sottoscrivere programmi fedeltà.
Per rafforzare il rapporto di fiducia con i propri consumatori, i brand possono sfruttare le nuove potenzialità dell’IA per migliorare i propri programmi fedeltà aumentando personalizzazione, trasparenza e rilevanza.
UNO STRUMENTO STRATEGICO
In un contesto di profonda incertezza come quello attuale, i brand che avranno successo saranno quelli in grado di puntare non solo sul fattore economico, ma sulla costruzione di esperienze memorabili e di una connessione forte con i propri consumatori basata sulla fiducia. L’intelligenza artificiale, considerato anche il grado di predisposizione al suo utilizzo da parte dei consumatori, può diventare uno strumento strategico nelle mani dei brand per abilitare la creazione di esperienze differenzianti e relazioni più profonde grazie a due capacità chiave: l’empatia, utile a comprendere e apprendere dai sentimenti umani; e l’autonomia, con la quale anticipa i bisogni e interviene preventivamente.
“L’intelligenza artificiale sta rapidamente evolvendo da semplice strumento a vero e proprio partner strategico nella relazione tra brand e consumatori – sostiene Andrea Ruzzi, Responsabile Consumer and Manufacturing di Accenture Italia (nella foto in alto) –. I dati ci mostrano una crescente apertura da parte degli italiani verso l’AI, non solo come supporto alle decisioni, ma come agente personale in grado di comprendere, anticipare e agire. Per i brand, questo significa ripensare a fondo la customer experience: costruire fiducia, personalizzare le interazioni e offrire esperienze memorabili grazie a tecnologie sempre più empatiche e autonome, perfettamente integrate con il personale di vendita. Una trasformazione che rende ancora più cruciali gli investimenti sia nell’adozione tecnologica, sia nell’upskilling delle persone”.
Piano industriale da 180 milioni di euro per Gruppo Megamark
Aperture, ristrutturazioni e anche acquisizioni per accelerare la crescita in Puglia e Campania. Vale 180 milioni di euro il piano industriale 2025/2026 del Gruppo Megamark di Trani, attivo nel Sud Italia con circa 600 punti vendita ad insegna A&O, Dok, Famila, Sole365 e Ottimo. A sostenere l’investimento, 45 milioni di euro di risorse proprie e un finanziamento di 135 milioni di un pool di banche costituito da Intesa Sanpaolo – Divisione IMI CIB (Global Coordinator e Banca Agente), BNL BNP PARIBAS e BPER CIB.
Il piano prevede un’attività di sviluppo e ammodernamento della rete commerciale nelle due regioni in cui Megamark è più presente: Puglia (in cui il gruppo detiene il 22,6% del mercato) e Campania (18,9%). In Puglia, dove il gruppo è nato oltre cinquant’anni fa, sono previste dieci nuove aperture e undici ristrutturazioni, oltre alla realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra per autoconsumo, per un investimento complessivo di 128 milioni di euro. In Campania, Megamark investirà 52 milioni di euro destinati all’acquisizione di tredici punti vendita nelle province di Benevento e Avellino, all’apertura di otto nuovi negozi, alla ristrutturazione di cinque punti vendita di proprietà e all’acquisto di due nuovi marchi. Tutte le aperture e le ristrutturazioni dei punti vendita saranno realizzate nell’ottica della sostenibilità ambientale e dell’efficientamento energetico.
Megamark – che oggi conta oltre 4.500 collaboratori a gestione diretta e circa 4.800 delle società compartecipate operative anche in Campania e Molise – al termine del piano industriale avrà circa 1.200 collaboratori diretti in più, essendo previste tra 800 e 1.000 assunzioni in Puglia e 300 in Campania.
CRESCITA A DUE CIFRE NEL PRIMO SEMESTRE 2025
Il gruppo ha chiuso il 2024 con vendite al pubblico pari a 3,2 miliardi di euro, segnando un +11,1% a rete corrente e +4,5% a rete costante, crescita quasi doppia rispetto a quella media registrata dal mercato (2,3%, dati Like for Like, fonte Nielsen). Il trend positivo è stato confermato nel primo semestre del 2025, con ricavi in aumento del 13,8% a rete corrente rispetto allo stesso periodo del 2024.
“Siamo orgogliosi del sostegno finanziario delle banche concesso sulla base della nostra situazione patrimoniale e finanziaria – dichiara Giovanni Pomarico, fondatore e Presidente del Gruppo Megamark –; riconosciamo ai tre finanziatori il merito di aver riposto in noi quella fiducia e stima che, nel corso degli anni, abbiamo conquistato presso il sistema bancario. È un finanziamento che rappresenta un riconoscimento della solidità del gruppo, oltre che un’opportunità per accelerare il nostro percorso di crescita”.
L’intera operazione di finanziamento è stata condotta con la consulenza dello Studio Legale Advant Nctm di Milano che ha assistito il pool di banche e, per Megamark, dello Studio Associato Poliseno di Bari.
Aurora, il robot per la gestione digitale dei magazzini
È alta meno di un metro, dal design compatto e leggero. Si chiama Aurora ed è il robot progettato nei laboratori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, una innovazione che mira a rivoluzionare la gestione dei magazzini. Aurora è in grado di mappare gli ambienti con il laser rilevando gli eventuali ostacoli, grazie a radiofrequenze trasmesse da etichette intelligenti (RFID) identifica la posizione di tutti gli oggetti presenti e la trasmette a un database, costruendo una mappa continuamente aggiornata del magazzino e delle scorte ad ogni scansione.
“Il robot Aurora – spiega Andrea Motroni, Ricercatore in Ingegneria delle Telecomunicazioni all’Università di Pisa (a destra nella foto accanto) – è in realtà un sistema di telecomunicazioni avanzato che sfrutta dei segnali elettromagnetici per identificare e trovare la posizione di tutti gli oggetti presenti nell’ambiente. Dopodiché, trasmette queste informazioni ad un database, costruendo così la mappa completa del magazzino o di un grande negozio. La particolarità inoltre è che le etichette non hanno batteria, non necessitano di manutenzione, sono sottilissime e si integrano facilmente nei vari materiali, dai tessuti alla carta”.
Il risultato è che industrie, grandi negozi ed e-commerce possono avere in tempo reale la situazione delle scorte, anche in casi molto delicati come per esempio le forniture di farmaci, e sapere quali prodotti vengono venduti di più – e quindi devono essere riordinati più di frequente – e quali invece risultano più difficili da vendere.
“Aurora è una delle tecnologie progettate nel Centro 5.0 del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – dice Giovanni Stea, Docente di Ingegneria Informatica all’Università di Pisa (a sinistra nella foto in alto) –. Il Centro supporta aziende e pubbliche amministrazioni nell’adozione di nuove tecnologie per l’Industria 5.0. Sostenere la sovranità digitale del nostro Paese e aumentare la resilienza del sistema produttivo in modo sostenibile e centrato sulle persone è ciò che ci può consentire di mantenere competitivo e moderno il nostro sistema industriale e il nostro territorio”.
Coop Alleanza 3.0 e AZ rinnovano l’accordo di master franchising
È stato rinnovato per altri 9 anni il contratto di Master Franchising che da quasi un decennio lega Coop Alleanza 3.0 e AZ. Grazie alla prosecuzione di tale accordo, l’insegna e i prodotti a marchio Coop continueranno ad essere presenti sul territorio calabrese, dove al momento sono ben 59 i punti vendita, tra diretti e affiliati: 11 nella provincia di Cosenza, 17 in quella di Catanzaro, 8 a Crotone, 16 a Reggio Calabria e 7 a Vibo Valentia.
“Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto con AZ, un partner che ci accompagna e rappresenta in Calabria da quasi 10 anni – dichiara Domenico Trombone, Presidente di Coop Alleanza 3.0 –. Quello con AZ, infatti, è un rapporto consolidato e di grande importanza per la Cooperativa, che nel 2024 ha sviluppato fatturato per oltre 400 milioni di euro, oltre il 10% dei quali da prodotti a marchio Coop”.
“Il rinnovo dell’accordo con Coop Alleanza 3.0 rappresenta la conferma di una visione condivisa orientata alla sostenibilità e al bene comune – afferma Desiderio Noto, Amministratore Delegato di AZ –. Siamo orgogliosi di proseguire insieme questo percorso, orientato a generare impatto positivo per i clienti, i territori e l’ambiente”.
Marco D’Elicio nuovo Direttore Vendite Traditional Italia di San Benedetto
Nuovo ingresso sul fronte commerciale in Gruppo Acqua Minerale San Benedetto. Marco D’Elicio è stato nominato Direttore Vendite Traditional Trade e in questo ruolo riporterà direttamente a Vincenzo Tundo, Direttore Commerciale e Marketing Italia del Gruppo. Nell’annunciare la nomina, l’azienda di Scorzè precisa che Marco D’Elicio porta con sé una consolidata esperienza in ambito commerciale, maturata in oltre vent’anni di attività in ruoli di crescente responsabilità. Negli ultimi anni ha ricoperto infatti la carica di Sales Field Manager per il canale Horeca per il Gruppo Sanpellegrino. Da segnalare anche il periodo che lo ha visto impegnato sui mercati esteri, come Trade Marketing Manager della Business Unit Internazionale, e quello in cui ha ricoperto la carica di Marketing Brand Manager. Laureato in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, Marco D’Elicio ha conseguito un Master in Marketing presso Centromarca, sempre a Milano.
Il Gruppo San Benedetto è nato nel 1956 a Scorzè (Venezia) e prende il nome dall’omonima fonte, conosciuta sin dai tempi della Repubblica Veneta come “Antica Fonte della Salute”. In pochi anni evolve da piccolo produttore locale a realtà presente sull’intero territorio nazionale, con importanti interessi anche all’estero. Oggi il gruppo, con un fatturato di 1.1 miliardi di euro, conta sette stabilimenti in Italia – Scorzè (VE), Pocenia (UD), Popoli Terme (PE), Donato (BI), Nepi (VT), Viggianello (PZ), Atella (PZ) – e quattro siti produttivi internazionali: due in Spagna, uno in Polonia e uno in Ungheria. È presente in oltre 100 Paesi nei cinque continenti ed è il primo player del beverage analcolico in Italia, con una quota a volume del 17,1%. Inoltre, il brand San Benedetto è leader in diversi segmenti: acqua minerale (11%), thè freddo (27,9%), bibite gassate no cole low calorie (30,2%) ed enhanced waters (40,7%). Con il marchio Energade, l’azienda è inoltre leader nel comparto degli sport drinks (34,7%).
VGP Park Parma Morse, affittati i primi 8.000 metri quadri del nuovo parco logistico
Primo tenant per il nuovo sviluppo logistico VGP Park Parma Morse. Ad annunciare la locazione di una porzione dello stabile è WCG-World Capital Group, società italiana di consulenza e intermediazione immobiliare, specializzata nel commercial real estate (Office, Industrial & Logistics, Retail, Capital Market, Hotel & RSA). L’immobile vedrà a breve l’avvio dei lavori – attualmente è in fase di sviluppo progettuale da parte di VGP, sviluppatore europeo di immobili logistici e semi-industriali – e verrà completato entro aprile 2026. Sarà dotato di ribalte, portoni a raso, piazzali di manovra e spazi a uso ufficio. Collocato a circa 3 km dall’uscita dell’autostrada A1/E35, il parco logistico si estenderà su un’area totale di 24.000 mq, con una superficie coperta di 14.000 metri quadri. Di questi, circa 8.000 metri quadri sono stati locati a una primaria realtà che opera nell’ambito dell’import-export.
IMPIANTI FOTOVOLTAICI SU MISURA
Sul fronte della sostenibilità, il VGP Park Parma Morse offrirà soluzioni avanzate pensate per rispondere alle esigenze energetiche e ambientali dei conduttori, con un’attenzione particolare alla tutela e valorizzazione del territorio circostante. Tra queste, la possibilità di installare impianti fotovoltaici dimensionati su misura, stazioni di ricarica per veicoli elettrici e, su richiesta, di sviluppare uno studio di fattibilità per l’implementazione di un tetto verde e di un giardino verticale sulla facciata. L’asset sarà inoltre certificato secondo i più alti standard internazionali, con una certificazione BREEAM EXCELLENT.
“Il VGP Park Parma Morse rappresenta un progetto di eccellenza in termini di sostenibilità e funzionalità – dichiara Valentina Slavazzi, Country Manager – Commercial di VGP Italy –. Siamo davvero lieti di accogliere il primo tenant e pronti a collaborare per personalizzare gli spazi in base alle specifiche esigenze del nuovo cliente”.
“Siamo entusiasti di aver concluso con successo questa operazione, che conferma la dinamicità del mercato immobiliare logistico, sempre più orientato verso nuove costruzioni certificate secondo standard internazionali di sostenibilità come BREEAM – aggiunge Andrea Faini, CEO & Founder di WCG –. La nostra profonda conoscenza del mercato immobiliare di Parma ci ha permesso di individuare una soluzione su misura, offrendo un asset in fase di sviluppo che potrà essere personalizzato in base alle specifiche esigenze del tenant”.
Mobilità elettrica, sei nuove stazioni di ricarica in centri commerciali del Centro-Nord
La crescita media nazionale dell’affluenza nei centri commerciali in Italia, che nell’ultimo anno ha registrato un aumento dell’1,2% in base ai dati dell’Osservatorio Cncc-EY, conferma l’importanza di questi poli come luoghi di aggregazione e consumo. In Italia, rappresentano non solo spazi di shopping ma anche hub strategici per l’implementazione di infrastrutture innovative, come quelle per la mobilità elettrica. In linea con questo trend, Electra – azienda specializzata nella ricarica veloce e ultraveloce per i veicoli elettrici – ed Eurocommercial Properties, società di investimenti immobiliari internazionale specializzata nella proprietà e gestione di centri commerciali, hanno stipulato un accordo per l’apertura di 6 nuove stazioni di ricarica ultraveloce. I nuovi “hub supercharger” saranno installati in centri commerciali di Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria, andando tra l’altro ad incrementare il numero di punti di ricarica del Centro Italia, che al momento rappresenta solo il 20% del totale sul territorio nazionale.
DALL’HINTERLAND DI MILANO A PERUGIA
Le nuove installazioni porteranno all’attivazione di 72 nuovi punti di ricarica, di cui 46 ad alta potenza (300 kW), 14 a media potenza (50 kW) e 12 a bassa potenza (22 kW). Più nel dettaglio, nel centro commerciale I Gigli di Campi Bisenzio (FI) verrà installata la prima stazione italiana Electraline che ospiterà 9 colonnine, con 8 punti di ricarica da 300 kW, 8 da 50 kW e 2 da 22 kW. Le Electraline sono stazioni connesse che comunicano in tempo reale agli utenti la disponibilità delle colonnine, il prezzo e l’avanzamento della ricarica, dotate di sistemi di intrattenimento per occupare in modo divertente i 20 minuti di tempo medio di ricarica. Al Carosello di Carugate (MI) saranno invece operative 7 colonnine – 4 da 300 kW, 2 da 50 kW e 1 da 22 kW – in grado di offrire 14 punti di ricarica. A Collestrada (PG) è prevista l’attivazione di 3 colonnine da 300 kW, corrispondenti a 6 punti di ricarica, e 1 colonnina da 22 kW. Nel centro commerciale di Curno (BG) saranno installate 5 colonnine da 300 kW, per un totale di 10 punti di ricarica, e 1 colonnina da 22 kW. Il Castello, a Ferrara, ospiterà un totale di 5 colonnine – 3 da 300 kW, 1 da 50 kW e 1 da 22 kW – che forniranno complessivamente 10 punti di ricarica. Anche a Cremona Po, nel capoluogo lombardo, verranno collocate 4 colonnine da 300 kW, equivalenti a 8 punti di ricarica, cui si aggiunge 1 colonnina da 22 kW.
UN SERVIZIO PER CONSUMATORI E RETAILER
Integrare la ricarica ultraveloce all’interno di centri commerciali significa ottimizzare i tempi di sosta degli utenti. Le stazioni Electra, attive 24 ore su 24 e alimentate con energia rinnovabile, consentono di ricaricare il veicolo elettrico mentre si fa shopping, si mangia o si svolgono commissioni, con un’esperienza digitale semplificata grazie all’app proprietaria, che dà modo di prenotare la colonnina, stimare i tempi e costi e avviare la ricarica.
Per i gestori di spazi commerciali, questa infrastruttura rappresenta una nuova leva di fidelizzazione e redditività. Electra precisa di occuparsi direttamente di ogni fase – dall’investimento iniziale alla gestione operativa e manutentiva – consentendo a centri commerciali, catene di supermercati o hospitality di valorizzare i propri parcheggi trasformandoli in asset redditizi. “Con queste nuove installazioni, Electra rafforza la propria strategia di affiancamento ai grandi player del retail, offrendo agli utenti un’esperienza di ricarica comoda, accessibile e integrata nella quotidianità – afferma Eugenio Sapora, General Manager di Electra Italia (nella foto in alto) –. Puntare sulle regioni del Centro Italia, oggi ancora sottorappresentate nell’infrastruttura nazionale, significa contribuire attivamente a colmare un divario geografico che non è più sostenibile, se vogliamo davvero favorire una mobilità elettrica diffusa e inclusiva”.















