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Ortofrutta, primati produttivi a rischio per la stretta sui principi attivi

Una grave incertezza incombe sul futuro del comparto ortofrutta: la riduzione del numero dei principi attivi utilizzabili per la difesa delle colture, senza che vengano messe a disposizione dei produttori nuove alternative valide. Ne è convinto Raffaele Drei, Presidente di Fedagripesca Confcooperative (nella foto in alto), a cui aderiscono oltre 450 cooperative ortofrutticole con 45.000 soci e un fatturato di 7,7 miliardi di euro. “La Commissione europea – ha spiegato Drei a margine dell’inaugurazione della fiera internazionale Macfrut – ha ridotto progressivamente negli ultimi anni il numero dei principi attivi autorizzati: un percorso orientato ad innalzare livelli qualitativi e di sicurezza alimentare che non si può non condividere. A condizione però che ciò non provochi come conseguenza la perdita di buona parte della produzione nazionale, a tutto vantaggio di competitor che non rispettano gli stessi standard qualitativi. Nonostante la sua forte vocazione produttiva, il nostro Paese ha progressivamente perso la leadership in alcune colture strategiche. Basti pensare che dal 2014 ad oggi sono andate perdute oltre il 45% delle superfici coltivate a pere in Emilia-Romagna e gli ettari di pesche e nettarine si sono dimezzati nell’ultimo decennio”.

Nell’ambito dell’ortofrutta, per ogni principio attivo eliminato, in mancanza di alternative efficaci si rischia di perdere intere colture. È per questo che, ha aggiunto Drei, “come Confcooperative abbiamo richiesto in questi mesi una moratoria quinquennale sui principi attivi oggi in uso. Ma se con il Ministero dell’Agricoltura stiamo registrando una totale condivisione sulla questione, sentiamo ora l’urgenza di appellarci ad un più ampio coinvolgimento di altre istituzioni, a partire da quelle che hanno la competenza in materia, sia a livello nazionale che comunitario. Il nostro auspicio è che tutte le istituzioni coinvolte assumano l’impegno di analizzare le problematiche connesse alla revoca delle autorizzazioni dei principi attraverso una valutazione di impatto complessiva più ampia rispetto alla mera analisi della molecola”. Secondo Drei, ad esempio, nelle valutazioni non si tiene spesso sufficientemente conto di altri aspetti e ricadute. Gli attuali mezzi di distribuzione e le macchine agricole utilizzate nell’ortofrutta sono ad esempio tecnologicamente più avanzate rispetto a 20 anni fa, con una conseguente riduzione significativa dei rischi ambientali e della salute umana.

C’è poi il tema del freno alla ricerca. “Se vogliamo trovare altre molecole meno pericolose – ha argomentato Drei – è fondamentale che la ricerca abbia tempi più veloci e percorsi burocratici più snelli. A tal proposito, ci aspettiamo misure concrete già nell’ambito del cosiddetto ‘Pacchetto per la semplificazione’ presentato dal Commissario Hansen. Le aziende che producono i principi attivi riescono in paesi come il Brasile ad ottenere nel giro di soli due anni l’autorizzazione alla produzione. Mentre in Europa occorrono all’incirca dieci anni per riuscire ad avere l’autorizzazione ad una nuova molecola, con il rischio che le disposizioni normative possano nel frattempo anche subire modifiche”.

Amarena Mix celebra i 100 anni di Jolly Colombani

Per festeggiare i suoi 100 anni Jolly Colombani si regala una novità: Amarena Mix, un succo ideato per esprimere al meglio la filosofia del brand tra tradizione e innovazione, con un occhio sempre attento al rapporto prezzo-qualità. Dolce, intenso e al tempo stesso caratterizzato da una leggera nota acidula, Amarena Mix viene presentato da Conserve Italia come un’innovazione nel mondo dei succhi per via del suo aroma originale. A rendere speciale il lancio è il design del pack in edizione limitata, affidato a Francesco Poroli, illustratore e art director di fama internazionale. L’artwork si ispira ai celebri Caroselli e rilegge in chiave contemporanea l’immagine storica del folletto Jolly, simbolo del brand originario di Portomaggiore (FE). Il risultato è una confezione vivace, colorata e ricca di dettagli, che racconta con stile la filiera agricola, il territorio, il lavoro sui campi degli agricoltori ma anche la bottega in cui il fondatore Giulio Colombani, nel lontano 1924, ha iniziato a lanciare prodotti che ancora oggi arrivano sulle tavole degli italiani.
Disponibile nel formato famiglia (brik da 1 litro) in Tetra Gemina, Amarena Mix si inserisce nell’offerta di Jolly Colombani, presente nella grande distribuzione organizzata e nel canale foodservice (mense, alberghi e catering). Oltre alle varie gamme di succhi di frutta, tutte prodotte con il pack in Tetra (Gemina e Crystal), il brand propone infatti polpe e passate di pomodoro, sughi e piatti pronti come zuppe e ragù vegetale, legumi e mais dolce.

Osservatorio Immagino, meno prodotti italiani a scaffale e nel carrello della spesa

Scaffali di supermercati e ipermercati sempre meno italiani. Nell’arco di 12 mesi è diminuita di -2,0% l’offerta di prodotti alimentari confezionati che sull’etichetta richiamano la loro identità italiana o regionale. E sono calati anche i volumi venduti (-2,0%) mentre il giro d’affari è salito di +2,1%, avvicinandosi agli 11,4 miliardi di euro. A rivelarlo è l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che ha individuato 26.411 prodotti – tra le oltre 138 mila referenze analizzate, digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi – sulle cui etichette compare un claim, un’immagine o un’indicazione geografica (come Dop o Igp) che ne esprime l’essere italiani. Nei 12 mesi monitorati dall’Osservatorio Immagino tutti i claim e le indicazioni geografiche rilevati nel paniere dell’italianità hanno subìto un calo delle vendite in volume. L’unica eccezione è rappresentata dai 1.335 prodotti a Denominazione d’origine protetta (Dop), i soli a essere cresciuti non solo a valore (+3,5%) ma anche a volume (+2,1%), per un totale superiore a 723 milioni di euro di sell-out. Doppiamente negativo, invece, l’andamento per i 1.222 prodotti a Indicazione geografica protetta (Igp), che hanno perso il -0,5% a valore e il -2,2% a volume. Analogo il trend dei 932 vini a Indicazione geografica tipica (Igt), le cui vendite sono diminuite di -0,9% a valore e di -7,7% a volume.

E se l’affermazione dell’essere italiani resta affidata soprattutto alla presenza in etichetta della bandiera tricolore (16,3% dei prodotti, per un totale di 15.414 referenze), sempre più spazio è occupato da alimenti e bevande che rivendicano l’appartenenza alle varie tradizioni regionali. L’Osservatorio Immagino ne ha individuati 10.294 (10,9% del totale rilevato) che in super e ipermercati hanno incassato oltre 3 miliardi di euro. Rispetto all’anno precedente, il giro d’affari è lievemente aumentato (+0,7%) mentre i volumi sono diminuiti di -2,6%. La sostanziale stabilità degli incassi a fronte di un calo dei volumi venduti accomuna la maggior parte dei panieri regionali italiani. Fanno eccezione Puglia, Liguria, Veneto, Basilicata e Abruzzo, che hanno registrato una buona crescita del giro d’affari, nonché Molise, Valle d’Aosta e Sardegna che sono riuscite a far crescere le vendite anche a volume.

La classifica per giro d’affari sviluppato in supermercati e ipermercati vede confermato il podio dell’edizione precedente dell’Osservatorio Immagino: primo posto per il Trentino-Alto Adige (oltre 392 milioni di euro), secondo per la Sicilia (377 milioni di euro) e terzo per il Piemonte (319 milioni di euro). L’analisi dettagliata in merito ai prodotti italiani e la classifica completa delle regioni in etichetta sono disponibili nella sedicesima edizione dell’Osservatorio Immagino, scaricabile gratuitamente dal sito osservatorioimmagino.it.

Fabrizio Colombo nominato Presidente di Despar Italia

È Fabrizio Colombo il nuovo Presidente di Despar Italia, società consortile che riunisce sei aziende della distribuzione alimentare. Già consigliere in rappresentanza di Despar Sardegna – SCS dal 2012, raccoglie il testimone di Gianni Cavalieri, scomparso improvvisamente lo scorso mese di marzo, alla guida del consorzio dal 2022. Con oltre 40 anni trascorsi nel settore della grande distribuzione, Fabrizio Colombo vanta un percorso professionale iniziato nei primissimi anni ’80 presso Rinascente e continuato nel tempo in ruoli di crescente responsabilità ricoperti lavorando per retailer nazionali e internazionali. Oltre a Colombo, del nuovo Consiglio di Amministrazione fanno parte Francesco Montalvo, (Despar Nord-Aspiag Service ) nel ruolo di Vice Presidente e i consiglieri Gianluca Bortolozzo (Despar Nord Ovest – Gruppo 3A), Pippo Cannillo (Despar Centro Sud – Maiora), Paolo Canzonieri (Despar Sicilia – Ergon), Toni Fiorino (Despar Messina – Fiorino) e Paul Klotz (Despar Nord – Aspiag Service). In Consiglio siede anche Filippo Fabbri in qualità di Direttore Generale della società consortile.

Ringrazio le società consorziate e i colleghi del Cda per la fiducia riservatami – commenta Fabrizio Colombo – indicandomi per questa importante nomina. Raccolgo con grande responsabilità il testimone lasciato dal Presidente Gianni Cavalieri, che ha saputo guidare la nostra realtà con visione e determinazione. La mia nomina si inserisce in un percorso di continuità con quanto costruito insieme ai soci: una visione condivisa e orientata alla crescita sostenibile della nostra realtà. I positivi equilibri e i notevoli risultati raggiunti in questi anni saranno le linee guida per sviluppare sempre maggiori convergenze fra le società consorziate, per assicurare il loro sviluppo nei territori, per accrescere la quota del marchio privato e rendere fortemente sinergica l’unità di intenti e di indirizzo. Vogliamo accrescere ancora il valore del nostro marchio che da 65 anni è sinonimo di prossimità al cliente grazie a una rete capillare di punti vendita e a un prodotto a marchio che sempre di più vogliamo venga percepito come la nostra marca, continuando, al contempo, a valorizzare la nostra appartenenza a Spar International, un network internazionale che ci consente di condividere esperienze e affrontare insieme le sfide di un mercato in continuo cambiamento”.

Despar è presente sul territorio nazionale in 17 regioni italiane con 1.323 punti vendita a insegna Despar, Eurospar e Interspar. Il fatturato al pubblico 2024 pari a 4,5 miliardi di euro la colloca nella Top Ten delle insegne della Gdo italiana. La società è parte di Spar International, presente in 48 paesi nel mondo.

Luca Migliolaro nominato Direttore Generale di Etruria Retail

È Luca Migliolaro il nuovo Direttore Generale di Etruria Retail. Originario di Abano Terme (PD), 53 anni, Migliolaro ha alle spalle una lunga carriera nella grande distribuzione, cominciata quasi trent’anni fa. Dopo la laurea in Matematica all’Università di Padova, ha mosso i primi passi in aziende come Gruppo PAM, Aspiag Service e Cadoro Supermercati, dove ha avuto modo di conoscere da vicino ogni aspetto del settore, partendo proprio dal lavoro in negozio. “Conoscere il punto vendita dall’interno fa tutta la differenza – racconta Luca Migliolaro –, ti insegna a leggere i numeri, ma soprattutto le persone. Ed è con questo spirito che affronto oggi la mia nuova sfida in Etruria Retail”. Nel corso degli anni, ha affinato competenze in ambiti come acquisti, marketing e direzione commerciale, arrivando a guidare realtà complesse come il Centro Carni Qualità di Firenze e a partecipare a progetti nazionali per migliorare efficienza e sostenibilità della filiera. È stato anche membro attivo in associazioni come ADM, GS1 e consigliere in CPR System.

Etruria Retail – prosegue Migliolaro – è già un punto di riferimento in Toscana e nel Centro Italia, grazie al lavoro quotidiano dei nostri imprenditori, che conoscono le comunità in cui operano e collaborano con i produttori locali. Il mio obiettivo è semplice: dare ancora più forza a questa identità, metterla in luce e farla crescere”. Tra le priorità del nuovo Direttore Generale – che succede a Graziano Costantini, manager di lungo corso in Etruria Retail – ci sono il rafforzamento della rete sul territorio, una comunicazione più diretta e trasparente con i clienti e soci imprenditori, e una spinta ulteriore sull’innovazione, senza mai perdere di vista il valore delle relazioni. “Credo in un’impresa dove le persone contano davvero – conclude Migliolaro –. Quando chi lavora con te è motivato, formato e ascoltato, tutto funziona meglio. E questo si riflette anche nel servizio che offriamo ai clienti, ogni giorno”.

Per 8 italiani su 10 il settore alimentare ha un impatto importante sulla vita in Italia e nel mondo

L’alimentare suscita un altissimo livello di interesse e coinvolgimento personale tra la popolazione italiana. Per 8 consumatori su 10 le decisioni delle aziende di questo settore hanno un impatto importante sulla vita in Italia (81%) e nel mondo (79,5%). L’area di maggiore importanza è quella del “Prendersi cura dell’ambiente”, seguita dal “Offerta di prodotti e servizi a maggior valore” ed un “Miglior impatto sulla comunità e sulla società”. Non è un caso che queste tre aree presentano il parametro più negativo tra aspettative ed esperienze. Queste, in sintesi, alcune delle principali evidenze che emergono dalla ricerca “Post-Invasion” 2024/2025, realizzata da Omnicom PR Group, società di consulenza strategica in comunicazione con oltre 6.300 addetti nel mondo, che ha analizzato la reputazione dell’alimentare nell’ambito di uno studio su 8 settori chiave per l’economia italiana (automotive, moda, energia, grande distribuzione, tecnologia, alimentare, servizi finanziari, cura della persona) attraverso la lente di oltre 2.000 consumatori.

Il settore alimentare – commenta Paola Chiasserini, Vice President – Food&Nutrition Industry Lead – è ritenuto il più rilevante nella vita degli italiani. Una rilevanza che emerge anche da recenti documenti del CREA (con il suo Centro Politiche e Bioeconomiasistema), nei quali si conferma che l’agro-alimentare nel suo complesso (agricoltura, industria alimentare e delle bevande, intermediazione, distribuzione all’ingrosso e al dettaglio e ristorazione) è un cardine della nostra economia, con un fatturato pari a circa il 15% del fatturato globale dell’economia nazionale. Dalla nostra ricerca Post-Invasion si profila chiaramente un consumatore che continua ad orientare le proprie scelte in maniera sempre più consapevole su prodotti e aziende che dimostrano impegno, concretezza e responsabilità ambientale, sociale e culturale, lungo tutta la catena di approvvigionamento. Questa grande attenzione alla sostenibilità include la riduzione degli sprechi, la preferenza per prodotti locali e l’acquisto di alimenti con packaging green o sfusi”.

La ricerca ha raccolto anche le opinioni dei consumatori esperti dai quali emerge una maggiore propensione rispetto alla popolazione generale, alla ricerca di informazioni (79% degli intervistati) e alla condivisione della propria opinione su prodotti e servizi di un’azienda (66%), rispetto alla popolazione (rispettivamente 66% e 48%). E se da una parte, l’offerta di prodotti e servizi a “maggior valore” e la cura dell’ambiente si confermano, anche per i consumatori esperti, come due driver più importanti, dall’altra è sull’esperienza che essi mostrano valutazioni molto differenti, e decisamente più positive rispetto alla popolazione, riducendo notevolmente i gap tra aspettativa ed esperienza. “Una conferma che la comunicazione, diffondendo conoscenza e approfondimento delle azioni che le aziende fanno, del loro impegno concreto e dei risultati raggiunti, può aiutare a ridurre i gap e quindi lavorare in senso favorevole sulla reputazione aziendale” conclude Chiasserini.

Più nello specifico, dai risultati dell’analisi condotta emerge chiaramente che i consumatori del settore alimentare sono quelli maggiormente sensibili a tutte le tematiche ESG secondo gli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards) con percentuali che superano il 71% in cinque dei dieci standard analizzati. I tre fattori ESG più rilevanti sono il rispetto di consumatori e clienti con il 75,1%; lotta all’inquinamento di aria, acqua e suolo con il 73,1%; rispetto di biodiversità ed ecosistemi con il 72,6%. Sul fronte della trasparenza in comunicazione i consumatori si aspettano informazioni, puntuali e precise dalle aziende, richiedendo garanzie sulla sicurezza alimentare (77,5% di rilevanza), un impegno a garantire la tracciabilità sin dall’etichetta, un’elevata attenzione alla salute e nutrizione (76%), responsabilità lungo tutta la filiera (74,2%).

D.it, fatturato convenzionato 2024 a quota 1,09 miliardi (+3%)

Si è chiuso con un fatturato convenzionato di 1,09 miliardi di euro il 2024 di D.it-Distribuzione Italiana, la centrale di servizi commerciali e marketing delle insegne Sigma e Sisa. In crescita di oltre il 3% sul 2023 i prodotti dell’industria di marca, miglior risultato degli ultimi 8 anni, mentre i prodotti a marchio del distributore registrano una crescita a valore di oltre il 2% sul 2023, che già aveva avuto un trend positivo, con un aumento dei volumi circa doppio e dunque trasferendo almeno due punti di deflazione al consumo in controtendenza rispetto all’industria di marca. Salgono i ricavi delle vendite e delle prestazioni (+3%), il valore della produzione è stato di 17,7 milioni di euro, in linea con il dato dell’anno precedente. L’utile dell’esercizio è stato di 14.510 euro.
D.it – Distribuzione Italiana conta su una rete di oltre 900 negozi che presidiano in Italia tutti i canali di vendita, con una prevalenza nel format di vicinato, una superficie media di circa 400 metri quadri, un assortimento di oltre 2.200 referenze Mdd e più di 200 fornitori per i marchi Sigma, Sisa, Gusto&Passione, Equilibrio&Piacere, VerdeMio e Primo. Una rete che, nel 2024, ha generato nel suo complesso un fatturato alle casse di 3 miliardi di euro. La quota di mercato prevista per il 2025 è del 2% circa, che si declina nel 4,4% nel format 200-400 metri quadri e nel 3,4% se si considera il format 400-800 metri quadrati, vero core business della cooperativa.

Il bilancio 2024 presenta risultati positivi, ottenuti in un contesto economico complesso grazie alle innovazioni e agli investimenti per migliorare l’efficienza aziendale – commenta Oreste Santini, Presidente di D.it (foto in alto) –. I benefici si riversano sulla rete, in termini di qualità dell’offerta e del servizio. Il presidio del rapporto con i clienti e la valorizzazione della prossimità e del territorio sono pilastri che ispirano la nostra azione e che danno un valore aggiunto fondamentale all’intero sistema che ha in D.it il proprio centro”. Per il 2025 D.it prevede una conferma dei risultati del 2024, grazie anche ad una ulteriore serie di attività che nei piani della centrale dovrebbero portare ulteriore efficienza nelle organizzazioni periferiche ed una maggiore efficacia nei risultati di vendita. Prosegue inoltre l’impegno di D.it sulla sostenibilità a seguito del piano di miglioramento attivato già nel 2023. Nel 2024 sono stati registrati gli avanzamenti su tutte le azioni previste dal piano e tutti i dati raccolti sono alla base del primo Bilancio di Sostenibilità, in cui D.it indica anche le azioni future per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Il documento, di imminente pubblicazione, affronta tutti gli ambiti della responsabilità d’impresa, e quindi l’impatto sociale, quello ambientale e il sistema di governance.
L’assemblea dei soci, convocata per l’approvazione del bilancio, ha confermato all’unanimità tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione, il Presidente Oreste Santini e il Vicepresidente Giuseppe Sammaritano (nella foto a sinistra). Secondo Santini, “il focus di D.it dovrà essere sempre più rivolto alla costruzione di progetti di vendita specifici per la prossimità, su cui occorrerà sviluppare format sempre più differenzianti. Il mercato richiede scelte precise ed il nostro ruolo deve essere rivolto alla creazione di politiche commerciali e marketing che portino valore – attraverso i nostri punti vendita – ai territori nei quali operiamo. Questa è la specificità e la vera forza della Do e di D.it in particolare, attraverso le sue insegne storiche Sigma e Sisa”. Giuseppe Sammaritano, Vicepresidente di D.it, sottolinea che la centrale “nei prossimi anni dovrà puntare su un deciso allargamento del sistema, sia a livello nazionale per quanto concerne la base sociale, sia a livello locale attraverso uno sviluppo delle reti di vendita dei diversi Cedi. L’elemento dimensionale – pur salvaguardando le specificità territoriali – è sempre più rilevante; pertanto, è fondamentale che fin da subito D.it metta in campo tutti le proprie risorse affinché i punti di forza della cooperativa diventino i pilastri di alleanze più allargate”. A D.it fanno riferimento 10 centri distributivi: Realco, Consorzio Europa, Cedi Sigma Campania, San Francesco, Sisa Sicilia, Supercentro, Europa Commerciale, Lombardi & C., Le Delizie del Sud e Va.Pa.

Tuttigiorni raddoppia a Cagliari, con la sua idea di spesa quotidiana

Tuttigiorni concede il bis a Cagliari: in Viale Monastir 128 è stato aperto il secondo punto vendita cittadino – il settimo a livello nazionale – dell’insegna. Il negozio rappresenta un’evoluzione del format creato da Gruppo Abbi, socio Crai. Confermata ovviamente la caratteristica più importante, cioè l’assenza di volantini e offerte a scadenza, così come l’attenzione al prodotto a marchio, con le linee Crai, Piaceri Italiani, La Rosa dei gusti e Cuore dell’Isola. Quest’ultima in particolare, raccoglie prodotti 100% made in Sardegna, realizzati in collaborazione con oltre 60 piccole e medie imprese locali. “Non ci limitiamo a cambiare etichetta ai prodotti dell’industria: progettiamo le nostre linee a marchio attraverso un vero lavoro industriale, che parte dalla definizione delle ricette e arriva fino al packaging, con l’obiettivo di costruire un’identità distintiva e coerente con i nostri valori” sostiene Roberto Comolli, Direttore Generale di Food 5.0, la società responsabile della progettazione dei prodotti a marchio del mondo Crai.

Nel Tuttigiorni di Viale Monastir ampio spazio è dedicato ai freschi, ai prodotti locali e a una selezione di fiori e piante. Completano la proposta una pasticceria interna, un panificio, l’area gastronomia e macelleria con specialità regionali e un’enoteca che conta oltre 1.000 etichette, privilegiando vini del territorio e produzioni italiane. Accanto all’enoteca, la birreria amplia l’offerta con referenze artigianali e classiche, disponibili anche in cartoni. È inoltre possibile noleggiare fusti e spillatrici, per occasioni speciali e momenti conviviali.
L’attenzione al benessere si esprime attraverso la presenza di una nutrizionista – disponibile per offrire consigli su una corretta alimentazione – e nell’Angolo Verde che propone frutta e verdura di stagione anche già pronte, dando modo ai clienti di comporre a piacere la loro insalata preferita. L’elenco dei servizi comprende click & collect, fotocopie, fototessere, Wi-Fi gratuito, accettazione dei principali buoni pasto e Amazon Locker per il ritiro degli acquisti online, mentre Tuttigiorni Card è la carta fedeltà che dà accesso a promozioni riservate. Tuttigiorni rivendica un impegno per la sostenibilità, che si traduce nei carrelli in plastica riciclata raccolta dal mare o nel riconoscimento simbolico di 5 centesimi a chi porta da casa la propria borsa della spesa. In negozio è presente anche un eco-compattatore, che promuove comportamenti responsabili e attenti all’ambiente. Il punto vendita aderisce inoltre alla rete nazionale dei “Punti Viola” promossa da DonnexStrada, offrendo uno spazio sicuro per chi si trova in difficoltà: un segno concreto -sottolinea una nota stampa – della volontà di essere non solo un supermercato, ma anche un presidio di prossimità e attenzione sociale.

Tuttigiorni nasce per semplificare la spesa, renderla più accessibile e sostenibile – commenta Giangiacomo Ibba, Presidente del Gruppo Abbi (a sinistra nella foto in basso) – rispondendo ai bisogni concreti di chi sceglie di acquistare con consapevolezza. Con questa apertura diamo concretezza a una visione che va oltre il concetto tradizionale di supermercato. Un luogo pensato per offrire un’esperienza di acquisto attenta alle esigenze quotidiane, capace di promuovere una cultura del cibo fondata su prodotti autentici, radicati nel territorio, e su una sostenibilità vissuta come valore guida nelle scelte di ogni giorno, senza mai rinunciare a qualità e convenienza”.
Con questo secondo punto vendita a Cagliari vogliamo rafforzare un rapporto fatto di fiducia, ascolto e presenza costante – aggiunge Roberto Comolli (a destra nella foto in basso) –. Tuttigiorni è un luogo pensato per chi vive la spesa non solo come un dovere, ma come un momento di scelta, di relazione e di scoperta. Vogliamo accompagnare i nostri clienti con prodotti selezionati con cura, servizi semplici ma utili e un’attenzione reale alla comunità. Perché crediamo che la spesa giusta non sia solo quella conveniente, ma quella che fa sentire bene”. Coerentemente con la sua insegna, il negozio è aperto tutti i giorni con orario lungo, dalle 7 alle 24, mentre il bar chiude alle 22.

San Benedetto cala il tris nelle bevande funzionali

Tris di novità per Acqua Minerale San Benedetto. Cominciamo da San Benedetto Aquavitamin Keep-Calm al gusto Cedro, che si caratterizza per la formula arricchita con magnesio e vitamine. Disponibile nel formato da 0,40 l, Keep-Calm è pensata per supportare il funzionamento del sistema nervoso grazie al magnesio e le vitamine C, H e PP; le vitamine PP e B6 sono d’aiuto contro stanchezza e affaticamento, mentre le vitamine H contribuiscono alla normale funzione psicologica. Con questa nuova referenza, San Benedetto si conferma azienda pioniera nel mercato italiano delle Near Water, aggiungendo un nuovo gusto e una nuova funzionalità alle referenze della gamma San Benedetto Aquavitamin.
Si arricchisce anche la linea Succoso Zero, che arriva a sette varianti di gusto, disponibili in formati da 0,40 l Pet e 0,90 l Pet. La nuova ricetta è San Benedetto Succoso Zero Pera-Banana Ananas, a base di succo di frutta e senza zuccheri aggiunti.
Il terzo lancio riguarda San Benedetto Fruit&Power, l’energy drink del marchio. La nuova Green Edition è realizzata con il 27% di succo di frutta in acqua minerale naturale, mentre la funzionalità è legata alla presenza di caffeina e taurina, senza zuccheri aggiunti. Secondo quanto comunicato dall’azienda, il mix di pera, banana e ananas regala un gusto fruttato e naturale. Oltre alla Green Edition, la linea include altre due varianti: Purple Edition, combinazione fruttata di melograno, mela, mango e ananas; Dark Edition, dal carattere intenso con pesca, banana, mela, mandarino, fragola e limone.
San Benedetto ha sempre adottato un approccio strategico orientato all’innovazione – dichiara Vincenzo Tundo, Direttore Commerciale e Marketing Italia di Acqua Minerale San Benedetto – per creare valore per il consumatore. Il nostro impegno costante nell’anticipare le esigenze del mercato ci ha portato a rafforzare la presenza nel segmento delle bevande, offrendo prodotti capaci di unire qualità e gusto. Con questi nuovi lanci confermiamo la volontà di investire in referenze ad alto valore aggiunto, capaci di rispondere alle tendenze di consumo emergenti e di ridefinire l’esperienza di idratazione quotidiana”.

Yoga Yotea rinnova il pack per essere più riconoscibile a scaffale

Continuità e innovazione: sono state queste le direttive seguite per rinnovare l’immagine del tè freddo Yoga Yotea. Il restyling è iniziato dalla nuova bottiglia in Pet da 500 ml, che a partire da questo mese di maggio adotta la stessa shape delle gamme Yoga Pet 1000 ml. Il design riprende infatti i codici cromatici della linea dei succhi di frutta introducendo le caratteristiche bande verticali colorate, così da creare una coerenza visiva tra tutte le linee Yoga. L’obiettivo è rafforzare il posizionamento del prodotto nei canali Horeca, Vending e Gdo, garantendo una riconoscibilità immediata a scaffale e nei distributori automatici.
Oltre alla nuova bottiglia Pet da 500 ml, disponibile anche nella versione thè verde, Yoga Yotea sarà presente nei seguenti formati: lattina da 330 ml, bottiglia in vetro da 200 ml, brik slim 200 ml, brik crystal 200 ml, brik 200×3 ml in cluster. Le due referenze di punta, limone e pesca, saranno disponibili in tutti i formati, per soddisfare al meglio le esigenze di consumo sia in casa che nel fuoricasa.
Il rinnovamento del packaging di Yoga Yotea risponde a una strategia ben definita: consolidare la presenza nel canale Horeca e Vending, ampliando al tempo stesso l’offerta nel Retail con il cluster 200×3 ml e la lattina da 330 ml. Il ritorno alla bottiglia Pet da 500 ml rappresenta un’evoluzione importante, recuperando un formato apprezzato dai consumatori e riportando il prodotto alle sue origini. Yotea è infatti una gamma che Yoga cura internamente fin dagli anni ’80, garantendo un controllo diretto sulla qualità e sulla selezione delle materie prime. La base della sua ricetta rimane il thè nero indiano, scelto per il suo sapore autentico e la sua capacità dissetante.

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