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Domenico Palladino

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Golden Week 2019: +80% per la spesa turistica cinese in Italia

foto di AndyLeungHK da Pixabay

Si è conclusa da pochi giorni la Golden Week, periodo di festività nazionale cinese, che ha iniziato negli ultimi anni a rivestire un’importanza sociale ed economica notevole per il popolo cinese in viaggio nel mondo. L’Italia si conferma fra le mete d’elezione, in particolare le città d’arte Milano, Roma, Firenze e Venezia dove il turista asiatico può visitare il patrimonio artistico-architettonico, frequentare musei, ristoranti e dedicarsi allo shopping in tutta semplicità grazie ad Alipay, l’app di pagamento più diffusa in Cina. Nei giorni appena trascorsi il volume delle transazioni in Italia è aumentato dell’80% rispetto allo scorso anno con uno scontrino medio pari a circa 935 euro (RMB7324).

Tra i settori che hanno trainato gli acquisti:

  • la cosmetica, cresciuta di oltre 18 volte rispetto al 2018 grazie a campagne molto efficaci come quella progettata da Kiko in 300 negozi in tutta Italia per avvicinare il turista cinese al marchio.
  • i trasporti, cresciuti di oltre 17 volte rispetto al 2018 grazie anche alle recenti partnership siglate con Italo e URI (Unione Radiotaxi Italiana) che permettono al turista velocità negli spostamenti
  • i duty free, cresciuti di oltre 4 volte grazie anche alle collaborazioni consolidate con Aeroporti di Roma e Milano

Il centro di Milano è al primo posto per lo shopping. Per quanto riguarda gli acquisti, i canali con il maggior numero passaggi sono stati i flagship del lusso e le grandi catene come La Rinascente a Milano, Fondaco dei Tedeschi a Venezia e i principali outlet fra cui The Mall e McArthurGlen Designer Outlets con cui Alipay ha recentemente sperimentato un progetto di realtà aumentata.

Infine, sotto il profilo degli utilizzatori, sono cresciuti del 30% i nati prima del 1960, a dimostrazione che non sono solo i millenials a prediligere velocità e personalizzazione nei pagamenti digitali, tutte le generazioni si stanno orientando verso uno stile di vita sempre più cashless.

“I turisti cinesi in arrivo nel nostro paese rappresentano un’incredibile opportunità di valorizzazione per il made in italy, soprattutto in un periodo dell’anno chiave come quello rappresentato dalla Golden Week. Le grandi città sono la destinazione privilegiata, Milano in testa con l’affascinante quadrilatero della moda. È qui che abbiamo iniziato a promuovere il turismo culturale attraverso la collaborazione con il Duomo e presto contiamo di essere in tutti i principali musei e monumenti d’Italia. Non solo shopping per il turista cinese perciò ma la possibilità di vivere l’Italia nella sua interezza” commenta Rodrigo Cipriani Foresio, Responsabile Alipay per il Sud Europa.

Farmaè: l’intelligenza artificiale applicata all’e-retail

Ricerca vocale da smartphone per acquistare un prodotto in viaggio, intelligenza artificiale che consiglia il prodotto per la salute e il benessere più adatto alle proprie esigenze e una user experience pensata appositamente per cellulare, in modo da essere chiara e sempre piacevole: sono alcune delle nuove caratteristiche del rinnovato sito web di Farmaè S.p.A. – la prima piattaforma omnicanale, quotata sul segmento AIM di Borsa Italiana, leader in Italia nell’e-retailing di prodotti per la salute e il benessere.

Ogni giorno oltre 29 milioni di italiani navigano online da smartphone e 4,5 milioni da tablet secondo i dati Audiweb: per queste ragioni la nuova piattaforma è stata progettata per agevolare quanto più possibile la consultazione da dispositivi mobile, che rappresentano il principale device di accesso alla rete.

Riccardo Iacometti, Founder e Amministratore Delegato di Farmaè S.p.A. dichiara: “La continua innovazione tecnologica e la ricerca della migliore user experience per il nostro cliente rappresentano alcune delle più importanti caratteristiche del nostro DNA e due condizioni imprescindibili per crescere ancora in Italia, dove siamo già leader di mercato nell’e-retailing di prodotti per la salute e il benessere con una quota del 28%. Nel 2018 abbiamo avuto oltre 13 milioni di visitatori sul nostro sito web e contiamo, attraverso queste innovazioni e l’accento dato alla navigazione via mobile, di far crescere ancora di più il numero di accessi alla fine del 2019. Rimane comunque la nostra identità di piattaforma omnicanale e quindi la nostra attenzione è focalizzata tanto allo sviluppo dell’online quanto a quello degli store fisici”.

Trasformazione digitale: un’opportunità da 53 miliardi di dollari per il retail in Italia

Tra potenziale aumento delle vendite garantito da un migliore e più completo utilizzo dell’unified commerce e shopping experience negative da correggere, nel settore retail ci sono, a livello globale, ben 3,3 trilioni di dollari di profitti raggiungibili nei prossimi anni. Nuove opportunità che solo in Italia valgono un volume di transazioni da oltre 53 miliardi. Questo il quadro che emerge dal Retail Report 2019, lo studio, realizzato in collaborazione tra Adyen, la piattaforma di pagamento scelta da aziende leader a livello mondiale, e la società di ricerca 451 Research, su abitudini d’acquisto e aspettative dei consumatori poste a confronto con le strategie cui fanno affidamento i retailer per migliorare la customer experience offerta al pubblico.

Puntare sulla tecnologia fa crescere le vendite

Il settore retail, oggi, si trova sempre più a doversi confrontare con le nuove opportunità offerte dalla tecnologia e da un pubblico di consumatori abituato agli acquisti digitali. Tanto che, stando alle previsioni degli stessi retailer, da qui a tre anni, il tasso di vendite online salirà fino a un terzo del totale. Secondo i dati raccolti all’interno del Retail Report 2019 di Adyen, nuovi strumenti e un moderno approccio integrato tra i diversi canali di vendita potrebbero garantire, a livello globale, un incremento nel business dei retailer di almeno 805 miliardi. Questo significa, però, anche confrontarsi con le nuove e più pressanti richieste dei consumatori che si aspettano di vivere una shopping experience personalizzata: semplice e veloce, ma anche conveniente e tagliata su misura sulle proprie esigenze. Ne sono un esempio i portafogli digitali e pagamenti contactless che non solo rappresentano uno dei principali fattori cui fanno attenzione i consumatori, ma anche un importante elemento di fidelizzazione nei confronti di un retailer piuttosto che di un altro. Ben il 53% dei consumatori dichiara di aver abbandonato almeno un acquisto online negli ultimi 6 mesi per la mancata disponibilità del metodo di pagamento preferito, un dato che si traduce annualmente in 277 miliardi di vendite abbandonate a livello mondiale.

Acquisti cross-channel e offerte personalizzate via social

I social network si stanno trasformando progressivamente da semplice strumento di ricerca per nuovi prodotti e offerte interessanti a concreta opportunità di acquisto per il 20% dei consumatori presenti su internet. Una percentuale che potrebbe essere ulteriormente incrementata tenendo conto che, soprattutto sui canali social, i consumatori si dimostrano più inclini a spendere quando l’offerta che viene loro proposta è personalizzata in base alle shopping experience vissute in precedenza. L’opzione cross-channel (ovvero, l’acquisto online e il ritiro o la restituzione direttamente in negozio), poi, sta diventando un vero e proprio fattore di preferenza, con il 46% dei consumatori che afferma che la disponibilità del cross-channel li spingerebbe a propendere per un rivenditore piuttosto che su un altro. Non stupisce, dunque, che già 308 miliardi di nuove vendite annuali vengano realizzate in questo modo, mentre, investendo in tal senso, il fatturato dei retailer potrebbe aumentare di altri 560 miliardi. Eppure, è ancora molto ridotto il numero di quei venditori che possono offrire ai propri clienti un simile servizio. A dimostrazione di una progressiva trasformazione digitale ancora lenta e graduale per player attivi nel settore delle vendite al dettaglio.

Vendite mancate: un problema da trasformare in opportunità

Sempre secondo lo studio Adyen-451 Research, importanti opportunità di sviluppo per i retailer sono offerte anche dall’altra faccia della medaglia, ovvero la possibile riduzione delle vendite non realizzate. Ridotte opzioni di pagamento, esaurimento merce e lunghe attese prima di poter completare un acquisto: queste le carenze principali che spingono un cliente a lasciare il negozio senza aver completato l’acquisto. Gli italiani, in particolare, sembrano essere tra i consumatori più esigenti per ciò che riguarda la qualità del prodotto d’interesse: impossibile convincerli ad acquistare qualcosa di diverso, tanto che ben il 96% dei potenziali acquirenti italiani preferisce uscire dal negozio nel caso in cui l’oggetto dei propri desideri non sia disponibile. Ecco perché le rotture di stock lo scorso anno hanno causato ai retailer 482 miliardi di dollari di mancate vendite nel mondo. Ma perdite ugualmente elevate (circa 370 miliardi) si sono registrate anche a causa di code e tempi d’attesa che, soprattutto per gli acquirenti più giovani, rappresentano un fastidioso impedimento.

Philippe de Passorio

“La trasformazione digitale è qualcosa di cui i retailer non possono più fare a meno, se vogliono fornire una customer experience integrata e personalizzata sulle richieste del pubblico” commenta Philippe de Passorio, Country Manager Italia di Adyen, e aggiunge: “In Adyen, lavoriamo a fianco di moltissime realtà italiane d’avanguardia, come Brunello Cucinelli, Furla, Benetton ed Eataly, e questo ci permette di osservare in anticipo i primi risultati tangibili di questo grande cambiamento in atto. I nostri dati mostrano in modo inequivocabile che oggi investire in una seria strategia focalizzata su commercio unificato, soluzioni di pagamento e social media può portare profitti da record al retail nazionale. Per quanto sia stata di tendenza negli ultimi anni, abbiamo solo scalfito la superficie dell’enorme potenziale della trasformazione digitale in ambito retail”.

Kitkat green tea matcha arriva in Italia e in tutta Europa

Ancora più instagrammabile, dal sapore orientale travolgente, di un verde color giada proprio come il matcha di cui è arricchito: il wafer più amato al mondo firmato KitKat arriva in Italia con una ricetta completamente nuova ispirata al Giappone. Il KitKat Green Tea Matcha si ispira infatti a una delle più popolari varietà tra le oltre 350 create negli anni in Giappone dove il KitKat è un vero e proprio culto e il Matcha il tè verde per eccellenza.

Il Matcha è una bevanda tradizionale fatta di tè verde in polvere che in Giappone si consuma da secoli e spesso viene preparata nel corso di un’elaborata cerimonia del tè. Nel KitKat Green Tea Matcha il tè si unisce al cioccolato bianco per ottenere un gusto dolce e aromatico e un colore verde assolutamente naturale.

Dopo il KitKat Rosa, il nuovo KitKat arriva non solo in Italia ma abbraccia tutta l’Europa per portare questo sapore inedito fuori dal Paese del Sol Levante dove è nato nel 2004 ed è stato sin da subito un successo tanto che oggi ne esistono ben 7 varianti. “Siamo entusiasti di portare quest’anno in Italia il KitKat giapponese più iconico”, ha affermato Federico Giorgio Marrano, Marketing Director Confectionery Division Nestlé Italia

“I lanci di KitKat Ruby e KitKat Green Tea Matcha – continua Giorgio Marrano – sono la dimostrazione del nostro impegno su uno dei più importanti marchi internazionali nel settore dei dolciari e della continua attenzione ai nuovi trend e all’evoluzione dei gusti e delle richieste del consumatore.”

Il tè matcha infatti sta prendendo sempre più piede in Italia per le riconosciute proprietà benefiche e come ingrediente originale per la preparazione di bevande e dolci. Il celebre four finger soddisfa non solo chi è sempre alla ricerca di innovazione e al passo con le tendenze ma anche le richieste degli amanti del cioccolato di avere a disposizione nuovi gusti di KitKat anche al di fuori del Giappone.

“Il KitKat al tè matcha è il più venduto in assoluto ed è uno dei prodotti più amati dai giapponesi – spiega Yuji Takeuchi, Confectionery Marketing Manager Nestlé Japan –. Ha un valore emozionale ed è popolare sia come regalo che come souvenir per i turisti. Ecco perché in Giappone esistono anche versioni di KitKat legate a specialità regionali.”

Il nuovo KitKat Green Tea Matcha ha una ricetta nuova creata ad hoc per il mercato europeo, è realizzato con fave di cacao certificate UTZ e tè verde Matcha originario del Giappone e della Cina. Non contiene coloranti artificiali, aromi o conservanti.

Sushi Daily lancia una nuova linea benessere

Sushi Daily, brand del gruppo KellyDeli, società leader nel food retail nata nel 2010 in Francia dall’imprenditrice Kelly Choi che oggi conta più di 800 punti vendita in 10 Paesi, lancia in Italia la nuova linea di Super Foods “Sushi+Benessere”, che si potranno gustare da ottobre nei punti vendita del brand.

La nuova linea “Sushi+Benessere” è composta di alimenti con alto contenuto di antiossidanti, proteine, acidi grassi Omega-3, fibre e altri nutrienti essenziali, pensati per comporre menu gustosi e salutari: dal Futomaki, con quinoa e salmone marinato alla barbabietola, alle coloratissime Quinoa Avo Boom Bowl e Quinoa Salmon Soul Bowl, a base di avocado e quinoa, fino ai SuperFood Menu, con salmone, edamame, quinoa e alghe.

Non mancano i contorni, con insalata di cavolo e alghe, e gli “speciali” per Halloween: “Blackie Nigiri Salmon” e “Blackie Futomaki Salmon”, entrambi a base di riso nero 100% italiano: un mix di riso Nerone (varietà simile al riso Venere), dal profumo intenso e dolce, e riso Corsaro, nuova specie prodotta dall’azienda agricola italiana Mundiriso.

“La salute ha un impatto crescente sulle decisioni di acquisto, ed è cresciuta di pari passo la consapevolezza riguardo agli ingredienti che offrono benefici in questo senso” ha commentato Steve Flanagan, Chief Marketing Officer di KellyDeli. “La nostra nuova linea vuole soddisfare questa esigenza sempre più sentita. I Superfoods si aggiungono al sushi, che ha una buona reputazione come alternativa agli alimenti ad alto contenuto di grassi, zucchero e calorie, nell’ambito di una dieta bilanciata”.

“Il sushi, nell’ambito di una dieta equilibrata, include nutrienti di buona qualità come gli acidi grassi Omega 3 presenti nel pesce, iodio, vitamine e minerali” ha commentato il nutrizionista Daniel O’Shaughnessy. “Il Wasabi è ricco di beta carotene, glucosinolati e isotiocianati che possono avere effetti antinfiammatori, mentre le alghe contengono calcio, magnesio, fosforo, ferro, sodio, iodio, tiamina e vitamine A, C ed E. Lo zenzero è fonte di potassio, magnesio, rame e manganese”.

 

Galatine è la caramella che cresce di più nel mercato grazie al forte rilancio

Sperlari continua a investire nel rilancio del marchio Galatine con un ricco piano di comunicazione e di attivazione: un’intensa attività di sampling svolta nei primi mesi di quest’anno, con diversi milioni di caramelle distribuiti in omaggio a mamme e bambini, il ritorno in TV in grande stile la scorsa primavera, dopo anni di silenzio, con un tenerissimo annuncio, firmato da Leo Burnett, che è tornato in onda massicciamente durante l’estate.

E i risultati sono arrivati: dall’inizio dell’anno Galatine è la marca che cresce di più nell’intero mercato delle caramelle, oltre il 20% con picchi fino al +70% nei mesi della campagna TV, guadagnando quota di mercato rispetto a tutti i concorrenti.

Accanto alla comunicazione un‘innovazione importante, il nuovissimo gusto Latte e Biscotto, ricco di croccante granella di biscotto di riso, studiata appositamente per incontrare i gusti del bambino e sempre in linea con i principi salutistici e di benessere cardine del brand: solo soffice polvere di latte e aromi naturali, senza glutine, senza uova e senza coloranti artificiali. Una nuova varietà che si affianca alle tre ricette tradizionali di Galatine al latte, alla fragola e con pezzi di cioccolato. 
 
Infine il restyling del pack con una grafica accattivante, allegra, golosa e giocosa per una maggiore riconoscibilità a scaffale: una ricerca Ipsos conferma che le nuove confezioni sono moderne, esteticamente attraenti e “fanno venir voglia di mangiare il prodotto”, aumentando significativamente la propensione all’acquisto da parte del consumatore.
 
“Siamo davvero fieri dei sorprendenti risultati di Galatine: ci abbiamo creduto tanto e – in primis come consumatori affezionati del brand – siamo sempre stati convinti che il ritorno alla comunicazione con un investimento intelligente, le attività capillari per la prova del prodotto, il rinnovamento dell’immagine della marca e l’innovazione della gamma dei prodotti ci avrebbero permesso di riportare la marca Galatine nel cuore di tutti gli italiani”, ha dichiarato Piergiorgio Burei, CEO di Sperlari.

I brand più influenti, Mulino Bianco unica realtà italiana tra i primi 10

The Most Influential Brands (MIB 2019) di Ipsos è lo studio che attraverso le opinioni di 4550 italiani offre un affresco su quali siano i brand in grado di influenzare maggiormente la nostra vita quotidiana. 

Il MIB 2019 si avvale inoltre della preziosa esperienza e competenza di Paolo Iabichino con cui Ipsos ha intrapreso una collaborazione continuativa al fine di offrire ai brand una consulenza strategica a 360°.

Trustworthy (fiducia, affidabilità), Engagement (coinvolgimento), Leading Edge (innovazione, capacità di far tendenza), Corporate Citizenship (impegno e ruolo sociale), Presence (presenza): sono questi i cinque fattori presi in esame da Ipsos per determinare l’influenza di una marca.

Per quanto riguarda la classifica, nella Top Ten, unica vera novità è la presenza, per la prima volta, di Mulino Bianco,unica realtà italiana e del settore Food circondata da tutti i colossi del tech e del digital. (In allegato comunicato stampa con classifica complessiva dei primi dieci brand più influenti in Italia).

Quest’anno Ipsos ha deciso poi di concentrare la sua analisi e di alimentare il dibattito proprio sul tema, sempre più centrale, della Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR). Se dallo studio emerge come il fattore Corporate Citizenship pesi ancora solo mediamente il 12% nel determinare l’influenza sulla marca, interessante è notare come il 68% degli intervistati ritenga che in futuro le marche più di successo saranno quelle che contribuiranno in modo positivo alla società

Aumenta il desiderio delle persone di ritrovare nelle scelte e nelle strategie dell’azienda i valori universali con i quali immedesimarsi. Un cambiamento radicale di prospettiva, questo, che vede al centro i brand ai quali viene chiesto un impegno sociale crescente. Ben il 60% degli italiani afferma infatti di sentire il bisogno di aziende che svolgano un ruolo attivo in ambito sociale, culturale e politico. Ai brand si chiede di prendere posizione senza temere le conseguenze:  lo pensa il 62% degli intervistati d’accordo nell’affermare che se un’azienda sceglie di prendere una posizione forte su un tema sociale o politico non deve temere di perdere consenso o parte della clientela. Anzi, il 79%crede che sia possibile per una marca sostenere una buona causa e guadagnare allo stesso tempo.

Tra le 100 aziende coinvolte nello studio Ipsos sull’influenza di marca, spiccano alcuni importanti esempi che hanno registrato un fattore diCorporate Citizenshipcon un’incidenza maggiore rispetto alla media italiana (12%).

Ed è così che se ci si sofferma sull’impegno sociale Mulino Bianco raggiunge il 31%, mentre Coop il 28%.Guardando invece alle tematiche ambientali spiccano Ikea (31%) ed Enel (27%).

Uno sguardo attento verso la propria comunità premia infine Parmigiano Reggiano (18%) e Conad (16%).

Torna l’appuntamento, divenuto ormai consuetudine, The Most Influential Brands (MIB 2019) di Ipsos, lo studio che attraverso le opinioni di 4550 italiani offre un affresco su quali siano i brand in grado di influenzare maggiormente la nostra vita quotidiana. Il MIB 2019 si avvale inoltre della preziosa esperienza e competenza di Paolo Iabichino, una delle figure più autorevoli nel panorama della comunicazione e della brand strategy a livello internazionale con cui Ipsos ha intrapreso una collaborazione continuativa al fine di offrire ai brand una consulenza strategica a 360°.

Trustworthy (fiducia, affidabilità), Engagement (coinvolgimento), Leading Edge (innovazione, capacità di far tendenza), Corporate Citizenship (impegno e ruolo sociale), Presence (presenza): sono questi i cinque fattori presi in esame da Ipsos per determinare l’influenza di una marca.

Anche nel ranking MIB 2019 i fattori che più pesano nel far sì che un brand venga considerato influente dai consumatori sono la capacità dell’azienda di saper coinvolgere (30%), la sua propensione all’innovazione (27%) e la fiducia e il senso di affidabilità delle persone rispetto al brand (26%). Non stupisce quindi che nella top ten siano presenti ancora una volta tutti i big della digital economy e del tech.

Ecco la classifica:

Google
Amazon
Whatsapp
PayPal
Microsoft
YouTube
Samsung
FaceBook
Mulino Bianco
Visa

Se i risultati non sorprendono, perché specchio fedele della società contemporanea in cui viviamo, dove l’innovazione e la tecnologia dominano, non si può non cogliere dall’opinione pubblica e dalla società in generale un forte vento di cambiamento. Si inizia a chiedere alla politica, alle istituzioni, ai decison makers e, quindi, in primis, anche alle aziende, un’assunzione di responsabilità rispetto a tematiche universali, quali ad esempio l’ambiente, i diritti umani e la gender equality.

Leader mondiale nel settore delle ricerche di mercato, Ipsos, per l’edizione 2019, ha deciso di concentrare la sua analisi e di alimentare il dibattito proprio sul tema, sempre più centrale, della Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR). Se dallo studio emerge come il fattore Corporate Citizenship pesi ancora solo mediamente il 12% nel determinare l’influenza sulla marca, interessante è notare come il 68% degli intervistati ritenga che in futuro le marche più di successo saranno quelle che contribuiranno in modo positivo alla società.

Aumenta il desiderio delle persone di ritrovare nelle scelte e nelle strategie dell’azienda i valori universali con i quali immedesimarsi. Un cambiamento radicale di prospettiva, questo, che vede al centro i brand ai quali viene chiesto un impegno sociale crescente. Ben il 60% degli italiani afferma infatti di sentire il bisogno di aziende che svolgano un ruolo attivo in ambito sociale, culturale e politico. Ai brand si chiede di prendere posizione senza temere le conseguenze: lo pensa il 62% degli intervistati d’accordo nell’affermare che se un’azienda sceglie di prendere una posizione forte su un tema sociale o politico non deve temere di perdere consenso o parte della clientela. Anzi, il 79% crede che sia possibile per una marca sostenere una buona causa e guadagnare allo stesso tempo.

“Per le marche è arrivato il tempo di agire. È il momento che si assumano la responsabilità di essere a tutti gli effetti attori e interlocutori sociali, culturali e politici. Emerge l’opportunità, la legittimazione e in un certo senso il dovere, di esporsi, di prendere posizione, di raccontare il proprio credo e i loro valori e di agire concretamente per lo sviluppo culturale e sociale della comunità”, spiega Andrea Fagnoni Chief Client Officer Ipsos.

Oggi c’è la necessità e l’occasione di raccontare al grande pubblico in cosa si manifesta l’impegno di una azienda o una marca, dato che il perimetro della responsabilità sociale si è allargato, integrandosi nel Contesto, sviluppando Cultura, prendendosi cura della Comunità e diventando dunque oggetto di Comunicazione.

“Le aziende e i brand affiancano o sostituiscono istituzioni più canoniche assumendo dunque un ruolo economico, sociale e politico a volte centrale”, spiega Nicola Neri Amministratore Delegato di Ipsos in Italia che continua: “E questo apre nuovi scenari di confronto e di dialogo con i consumatori, ma più in generale con la società, che in un certo senso oggi si “aspetta” questo genere di coinvolgimento e partecipazione da parte delle marche che ci accompagnano quotidianamente: agire per far cambiare le cose in un determinato ambito, essere parte attiva e proattiva del cambiamento.

Paolo Iabichino, partner dell’evento, commenta: “Quello che stiamo attraversando è un momento epocale per la comunicazione di marca. Possiamo finalmente fare in modo che le nostre idee generino cambiamento e che le strategie di brand si occupino anche della vita delle persone. È un modo per rendere più virtuoso il nostro mestiere, rivolgendoci alla collettività e non a singoli cluster di target.”

Tra le 100 aziende coinvolte nello studio Ipsos sull’influenza di marca, spiccano alcuni importanti esempi che hanno registrato un fattore di Corporate Citizenship con un’incidenza maggiore rispetto alla media italiana (12%). Ed è così che se ci si sofferma sull’impegno sociale Mulino Bianco raggiunge il 31%, mentre Coop il 28%. Guardando invece alle tematiche ambientali spiccano Ikea (31%) ed Enel (27%). Uno sguardo attento verso la propria comunità premia infine Parmigiano Reggiano (18%) e Conad (16%).

Dazi Trump: cosa cambia per il Parmigiano Reggiano

I dazi Usa sui prodotti alimentari europei, che comprendono molte specialità enogastronomiche italiane, scatteranno il prossimo 18 ottobre: lo ha confermato il responsabile Usa per il commercio Robert Lightizer, aggiungendo che l’amministrazione Usa auspica di trattare con l’Unione europea per risolvere i nodi sul tavolo. I dazi sono consentiti agli USA dalla WTO come compensazione per gli aiuti di stato forniti dall’Unione Europea ad Airbus. Perché questo debba impattare sul Consorzio del Parmigiano Reggiano a Parma che pure non si interessa granché di trasporto aereo non è dato sapere, ma tant’è.

Rispetto a quanto minacciato da Trump – che aveva annunciato dazi al 100% – la tariffa che si abbatterà sul Made in Italy sarà pari al 25%, in ogni caso notevole.

Che cosa cambia dunque per il Parmigiano Reggiano, per il quale gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato export con ben 10 mila tonnellate di prodotto?

Il dazio passerà in pratica dagli attuali 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari al chilo.

Ciò significa che il consumatore americano acquisterà il Parmigiano Reggiano ad un prezzo maggiorato: se oggi il costo è pari a circa 40 dollari al chilo, dal 18 ottobre a scaffale sarà ben oltre 45 dollari al chilo.

Difficile, al momento, prevedere quali saranno gli effetti immediati delle tariffe.

“Il Parmigiano Reggiano è un prodotto di altissima qualità. Faremo del nostro meglio affinché i consumatori americani siano consapevoli del valore della nostra Dop, così che siano disposti a spendere qualche dollaro in più per avere in tavola l’autentico Re dei Formaggi. Siamo amareggiati perché si va a colpire ingiustamente uno dei settori più forti della nostra economia. L’Italia, che non c’entra nulla con il consorzio Airbus (ne fanno parte la Francia, la Germania, la Spagna e il Regno Unito), si trova a pagare una bolletta veramente insensata. A questo punto servirà un piano di intervento straordinario dell’Unione Europea per evitare che gli effetti dei dazi diventino traumatici per le filiere coinvolte” ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

Il Presidente coglie l’occasione per lanciare un appello a tutti gli appassionati del Re dei Formaggi: “Contiamo sulla fedeltà dei nostri consumatori che in questi giorni ci hanno dimostrato di considerare il nostro prodotto un vero tesoro da difendere. Li invitiamo a venire a trovarci questo weekend a Caseifici Aperti, per toccare con mano che cosa vuol dire produrre il Parmigiano Reggiano. E per capire perché il Governo e l’Unione Europea debbano a tutti i costi difendere un patrimonio che fa parte, non solo della nostra tradizione, ma della nostra cultura e che produce un valore al consumo pari a 2,4 miliardi di euro, dando lavoro a ben 50 mila persone sul territorio”.

 

The Style Outlets: nuove aperture a Castel Guelfo e Vicolungo

Nuove aperture in vista per i The Style Outlets di NEINVER – player tra i leader nel settore degli outlet in Europa, presente in Italia a Castel Guelfo e Vicolungo.

L’ampliamento dell’offerta commerciale a Castel Guelfo The Style Outlets passa attravrso lo sport. È infatti prevista per il mese di ottobre l’inaugurazione del negozio Salomon, marchio specializzato in calzature e abbigliamento tecnico per tutti gli appassionati di outdoor. Debutteranno invece all’interno dello store GS Sport i brand New Balance, che offre collezioni lifestyle con scarpe e abbigliamento di ispirazione sporty, e Superdry, che propone abbigliamento donna e uomo dal taglio contemporaneo.
 
L’abbigliamento sportivo spicca anche tra le new entry di Vicolungo The Style Outlets, che ha recentemente inaugurato il nuovo store Arena, dove trovare l’occorrente per il nuoto per tutta la famiglia.
 
Per gli irriducibili del fashion, invece, il Centro ospiterà nel mese di ottobre l’opening di Oltre, marchio di abbigliamento femminile e accessori, e nel mese di novembre di Izod, brand del gruppo PVH con un’ampia proposta elegante e casual di abbigliamento, calzature e accessori uomo, che per la prima volta approda in un outlet del Nord Italia. 

Loacker lancia la nuova campagna “La bontà è una scelta”

Loacker – azienda altoatesina leader mondiale nel mercato dei wafer e specializzata anche nella produzione di specialità al cioccolato – è felice di annunciare un importante progetto di comunicazione integrata, che ha l’obbiettivo di raccontare al consumatore il mondo Loacker e la bontà che, da sempre, lo contraddistingue.

Primo passo di questo nuovo corso è l’esordio del nuovo spot Loacker dal claim “La bontà è una scelta”. Una bontà che va ben oltre il semplice appagamento del gusto e che affonda le sue radici nelle scelte buone prese e portate avanti dall’azienda fin dal 1925, anno della sua fondazione.

Con la nuova campagna, Loacker da inizio a un vero e proprio progetto a lungo termine, che mira a riposizionare il brand attraverso un linguaggio del tutto nuovo, più alto ed emozionale, in grado di parlare a consumatori sempre più attenti e consapevoli. Con il nuovo claim “La bontà è una scelta” – che va ad affiancare lo storico “Loacker. Che bontà!” – l’azienda vuole raccontare tutto ciò che c’è dietro la sua proverbiale bontà: la realtà di un’azienda italiana a conduzione familiare, portata avanti oggi dalla terza generazione della famiglia, nel rispetto delle persone e del territorio.

Il concept alla base della nuova campagna è stato tradotto in uno spot manifesto che a partire dal 2 ottobre andrà online su YouTube nel taglio della durata di 60 secondi, e on air sulle principali emittenti italiane, in 2 tagli da 30 secondi. Il racconto dei valori che contraddistinguono l’azienda è affidato ad immagini che riflettono con immediatezza – attraverso i gesti semplici, ma pieni di amore e attenzione – l’impegno di Loacker nei confronti delle persone e del territorio. Tutte le scene in esterna – compresa, naturalmente, la scena di apertura con lo Sciliar – sono state girate in Alto Adige, nei dintorni dello stabilimento Loacker di Auna di Sotto.    

Il nuovo impianto audio, brand theme e sound logo sono un’evoluzione del celebre jingle “Loacker. Che bontà!”, che passa da cantato a suonato, per dare vita a una comunicazione di forte impatto emotivo. Gli Gnometti, da sempre protagonisti dell’immagine e dell’immaginario Loacker continueranno a far parte della comunicazione del brand, ma come ambasciatori nelle attività promozionali e in quelle più ludiche.

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