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Domenico Palladino

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Ortofrutta e GDO si incontrano a Fresh Retailer 2019

Copyright © 2019 CBComunica
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Si svolgerà giovedì 26 settembre, dalle 10.30 alle 19.00, agli East End Studios di Milano, la quarta edizione di Fresh Retailer: Show&Conference, evento biennale promosso e organizzato dalla testata Fm-Fruitbook Magazine, in collaborazione con SG Marketing e Retail Institute Italy. La manifestazione si rivolge da una parte al mondo della distribuzione moderna italiana (dall’area acquisti ortofrutta e freschissimi ai responsabili commerciali, dalle funzioni logistiche ai dirigenti fino ai titolari d’azienda), dall’altra al mondo dei produttori, fornitori, esportatori, importatori italiani di frutta e verdura e settori collegati (imballaggio, tecnologia e logistica). Una giornata di business e di networking che nasce con l’obiettivo di migliorare i rapporti di filiera e le performance del reparto ortofrutta all’interno dei punti vendita della GDO, con il fine ultimo di dare agli italiani una più coinvolgente esperienza di acquisto e consumo.
 

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L’evento è articolato su diversi momenti: al centro c’è la conferenza, in cui si parlerà di innovazione, di rapporti di filiera e di performance del reparto ortofrutta della GDO, con uno sguardo anche alle best practice dall’estero. 
 
Ad accompagnare la conferenza ci sarà un’area espositiva più ampia rispetto alle precedenti edizioni, con 22 aziende di primo piano del settore ortofrutticolo.
 
Nell’ambito dell’area espositiva, una delle grandi novità dell’edizione 2019 di Fresh Retailer è l’Inspiring packaging Showcase, la prima vetrina in Italia dedicata alle soluzioni di imballaggio più innovative in termini di sostenibilità ambientale e di appeal nei confronti del consumatore, proposte dall’industria e adottate dalla distribuzione, sia in Italia che all’estero. I technical partner della vetrina sono Nespak, Carton Pack e JBT, leader in Europa nel laser labeling.

A fine lavori sarà consegnata ai partecipanti l’edizione 2020 della Guida alla GDO italiana, un volume di 240 pagine unico nel suo genere: è infatti il primo vademecum di settore con focus sull’ortofrutta, con una catalogazione dei gruppi distributivi operanti in Italia suddivisi per area geografica.
 
Info e programma dettagliato su www.freshretailer.it.

Lurisia comprata da Coca-Cola per 88 milioni: finisce l’idillio con Slow Food

Un’altra azienda di acque minerali e soft drink italiana passa in mani straniere: Lurisia, storica azienda piemontese che prende il nome dall’omonimo comune, sede di acque termali, sta per essere acquistata da Coca Cola HBC Italia per una cifra vicina agli 88 milioni di euro. Il completamento dell’operazione è atteso entro la fine del 2019 secondo l’accordo preliminare firmato il 18 settembre con la proprietà attuale che fa capo al fondo d’investimento privato IdeA Taste of Italy, gestito da DeA Capital Alternative Funds SGR, dalla famiglia Invernizzi e da Eataly Distribuzione.

Tra le prime conseguenze dell’accordo è arrivata la notizia della fine della partnershio con Slow Food, come ha dichiarato il fondatore Carlo Petrini all’Ansa: “Apprendiamo dagli organi di stampa del passaggio di proprietà di Lurisia Spa al gruppo Coca Cola. Lurisia ha sostenuto l’attività di Slow Food a partire dal 2007, principalmente in veste di partner dei grandi eventi: Cheese, Slow Fish e Salone del Gusto. Con l’edizione 2019 di Cheese si conclude la collaborazione, che non verrà rinnovata”

Rigoni di Asiago nomina Nicola Furlan direttore commerciale

Nicola Furlan è stato nominato Direttore Commerciale Italia di Rigoni di Asiago e risponderà direttamente all’amministratore delegato Andrea Rigoni.

Laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano, inizia la sua carriera nel marketing di Procter & Gamble. Nel 2003 passa alle vendite, dapprima alla divisione Food del gruppo Unilever e poi come responsabile GDO nel gruppo Vicenzi. Arrivato in Rigoni di Asiago nel 2010 ne ha guidato le vendite Italia fino alle recente nomina.

Sperlari inaugura i nuovi uffici in Piazza Duomo a Milano

Sperlari inaugura nuovi uffici nel cuore di Milano: un passo in più nel rilancio dell’azienda e dei suoi prodotti 100% “Made in Italy” in Italia e nel mondo. Questi nuovi uffici affiancano la sede storica di Cremona, città che ha visto Sperlari nascere e diventare una delle principali realtà dolciarie del panorama mondiale e diventare cosi ambasciatrice della cultura cremonese nel mondo.

La nuova sede di piazza Duomo è un’occasione per ridisegnare lo stile di lavoro di Sperlari in modo unico ed innovativo: gli spazi – aperti e luminosi – sono stati progettati dalla società di progettazione architettonica Il Prisma, con aree di lavoro condiviso ed una fortissima personalità grafica – ideata e realizzata da Publicis Groupe – che richiama la storia dell’Azienda, il legame con Cremona ed i valori dell’Azienda.

 

“Lo sbarco nel cuore di Milano rappresenta un passo importante nel nostro progetto di rilancio di Sperlari in Italia e nel mondo – ha dichiarato Piergiorgio Burei, CEO di Sperlari. Abbiamo disegnato e realizzato gli uffici dove ci piacerebbe lavorare: aperti, luminosi, funzionali ma anche ricchi di aree accoglienti per stare e lavorare insieme. Il tutto con un’impronta unica di Sperlari: il rosso Sperlari, il legame con Cremona, i nostri prodotti e la storia di 183 anni di questa Azienda. La scelta di Milano rafforza naturalmente la proiezione internazionale di Sperlari e la nostra determinazione nel continuare a crescere nei mercati di tutto il mondo.”

”Milano non può che essere onorata di ospitare i nuovi uffici di Sperlari, un’azienda storica che con i suoi prodotti e il suo marchio ha contribuito a far conoscere e apprezzare l’Italia nel mondo – ha affermato Giuseppe Sala, Sindaco di Milano. Sono certo che nella nostra città Sperlari troverà stimolanti suggestioni e utili suggerimenti per presentarsi con rinnovato entusiasmo sul mercato internazionale.”

La sede milanese di Sperlari è stata concepita secondo i più moderni standard organizzativi, con open space, sale riunioni modulabili, un’area ristoro e ritrovo e molto altro. Sentirsi come a casa, a Cremona così come a Milano. Questa è l’origine del concept progettuale ideato da Il Prisma per la nuova sede Sperlari. Il Prisma si occuperà anche dell’ammodernamento dell’headquarter di Sperlari a Cremona, dove ha sede anche il principale dei quattro stabilimenti produttivi dell’azienda.

Ricola svela il suo tredicesimo gusto: Azione Glaciale

Da settembre 2019 Ricola entra in un nuovo segmento di mercato presentando una nuova caramella funzionale: Ricola Azione Glaciale, la caramella Ricola più forte di sempre per un respiro immediato.

Nella nuova caramella Ricola Azione Glaciale viene accoppiata la celebre miscela di 13 erbe composta da Altea, Marrubio, Pimpinella, Primula, Sambuco, Veronica, Alchemilla, Menta, Malva, Salvia, Piantaggine, Millefoglio e Timo, una dose extra di mentolo naturale e infine arricchita da olio essenziale di menta.

Il nome, Azione Glaciale, rivela e anticipa la sua doppia natura: “azione” allude al beneficio della caramella per un’immediata sensazione di naso libero grazie all’extra dose di mentolo; “glaciale” alla freschezza del gusto. Una caramella buona, rinfrescante e calmante.

Con il lancio di Azione Glaciale, Ricola si prefigge l’obiettivo di raggiungere i consumatori che cercano un gusto forte e una caramella al passo con i tempi che non contiene lattosio, né glutine, né zucchero perché è naturalmente dolcificata con un estratto di foglie di Stevia.

Azione Glaciale è in vendita presso bar e tabacchi, nel formato astuccio da 50 g, con un prezzo al pubblico consigliato di €2,00 e nei punti vendita della moderna distribuzione nel formato bipack 2x50g al prezzo al pubblico consigliato di €3,49.

Rapporto Coop 2019: consumi al palo, ma cresce il ready to eat

Una popolazione che lavora troppe ore ma in settori a scarso valore aggiunto e che, come conseguenza, è frustrata dal poco tempo che può dedicare alla famiglia, ha scarsa capacità di spesa e si affida ai piatti pronti o al food delibera perché non ha tempo di cucinare. É questa la fotografia degli italiani che emerge dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2019-Consumi e stili di vita degli italiani”, presentato in settimana a Milano.

Non è quindi certo un caso se già nel 2018 dopo 5 anni di aumenti seppur moderati si è assistito a un dietrofront della spesa delle famiglie (in termini reali la contrazione è pari al -0,9%) con ampi divari territoriali: 10.000 euro annui separano i consumi mensili delle famiglie del Nord Ovest dalle famiglie delle isole e del sud.

Si arresta la spesa anche nell’alimentare dopo 3 anni positivi e si ferma quasi a 5 punti percentuali sotto i livelli pre-crisi. Peraltro, la dinamica dei prezzi alimentari sia lo scorso anno che nei primi sette mesi del 2019 resta perfettamente allineata all’inflazione generale e guardando al medio periodo i prezzi alimentari italiani sono cresciuti meno della media europea. Prudenti e guardinghi, gli italiani non solo indirizzano le loro principali voci di spesa a beni di prima necessità e servizi (il 64% dichiara di “spendere solo per il necessario”), ma hanno allentato gli investimenti finanziari privilegiando i depositi bancari e alimentando le loro riserve di liquidità. C’è più denaro circolante rispetto al periodo pre-crisi e continua a aumentare il tasso di risparmio delle famiglie; era il 7,8% nel 2017, l’8,1% nel 2018 e già 8,4% nel primo trimestre 2019.

Tra i trend positivi si conferma la sostenibilità come una componente fondamentale della reputazione d’impresa, in un contesto dove langue la fedeltà e la voglia di cambiamento regna sovrana se è vero che 9 italiani su 10 ammettono di tradire nel carrello della spesa e l’87% abbandona sempre più spesso i programmi di fidelizzazione proposti.

I nuovi trend del cibo: veloce, proteico, sostenibile

Ecologisti convinti anche nel cibo dove il 68% ritiene favorevole far pagare un supplemento per i prodotti in plastica monouso così da disincentivarne l’acquisto. Impegnati a rincorrere il lavoro e a gestire la vita personale, gli italiani abbandonano i fornelli di casa a dispetto della passione per la cucina, (in 20 anni abbiamo dimezzato il tempo passato a cucinare ogni giorno e oramai vi dedichiamo appena 37 minuti). Questo ci porta a far crescere la spesa per la ristorazione extradomestica (83 miliardi la spesa per consumi alimentari fuori casa delle famiglie italiane nel 2018) e anche quando mangiamo in casa preferiamo cibi pronti o rapidi da preparare. È boom per il food delivery che è utilizzato oramai dal 26% degli italiani. E anche negli acquisti al supermercato vince l’instant food (+9,3% in un anno) e tra le nuove tendenze approdate giocoforza anche nella grande distribuzione si ritaglia uno spazio preponderante l’offerta di sushi; il 42% degli italiani è un assiduo acquirente. Non è un caso quindi che nel mentre si riduce per la prima volta la spesa per smartphone (-1,6% da gennaio a luglio 2019) esploda il fenomeno delle instant pot, le pentole elettriche (+72,8% le vendite nei primi 7 mesi dell’anno), che promettono successi culinari istantanei. In questa rivoluzione gastronomica perdiamo di vista anche il concetto di “portata” e al primo, secondo piatto della tradizione privilegiamo gli snack (dolci o salati, poco importa, crescono entrambi a doppia cifra), frutta e verdura meglio se già confezionate, le barrette sostitutive dei pasti e tutto ciò che può rappresentare un piatto pronto. Mentre nel bicchiere vincono le tradizionali bollicine (prosecco e spumanti continuano la loro crescita ininterrotta) a fianco del boom birra (sono 7 milioni gli ettolitri di birra bevuti nei primi 6 mesi del 2019) spunta la nuova moda delle acque aromatizzate che dominano (negli ultimi 12 mesi le vendite a valore registrano un +164,7%) a fronte di un calo delle bibite gassate. Un altro segno inequivocabile dell’ampia tendenza salutista tuttora in corso. Il 78% dei consumatori è rassicurato dall’origine 100% italiana e questi prodotti crescono del +4,8% in un anno (2018 su 2017). Sicurezza è la parola vincente anche a tavola.

“In un quadro di raffreddamento dei consumi e di accelerazione dei trend di fondo nei comportamenti delle persone, Coop ha avviato nel 2019 una revisione profonda delle sue politiche – spiega Marco Pedroni, Presidente Coop Italia- Da un lato abbiamo fortemente potenziato le scelte consumeriste sull’ambiente, sul benessere alimentare e sulla convenienza dell’offerta, dall’altro si è realizzato un cambiamento negli assetti interni di Coop Italia e di ANCC che ci permetterà di affrontare con più forza i nodi strategici del futuro. A fine settembre lanceremo una nuova campagna di informazione e comunicazione che evidenzierà lo stretto rapporto tra i valori di Coop e la sua offerta di prodotti e servizi. Il Prodotto a Marchio Coop, che continua a crescere nelle quote, sarà il perno delle nostre azioni future e lavoriamo su questo in stretta correlazione con la propensione green degli italiani e le loro scelte d’acquisto come evidenziato nel Rapporto Coop. Le vendite Coop nel 2018 sono state di 13,4 milioni di euro, nel 2019 stimiamo una conferma di questo dato, in un quadro che vede da un lato razionalizzazioni della rete e dall’altro un numero limitato di nuove aperture. In questa fase gli investimenti di Coop sono di oltre 500 milioni rivolti in gran parte al miglioramento dell’offerta nell’attuale rete di punti vendita”.

“Siamo un mondo cooperativo fatto di esperienze imprenditoriali diverse e di risultati diversi, ma siamo anche un’associazione di consumatori che ha a cuore la tenuta del sistema Paese e guardiamo con attenzione alle intenzioni espresse dal nuovo Governo e alle sue azioni conseguenti– afferma Luca Bernareggi, Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori – Rinnoviamo l’appello a evitare il ricorso alle clausole di salvaguardia; l’Iva è una tassa ingiusta che, con l’attuale calo dei consumi alimentari a fronte di una dinamica di prezzi statica, provocherebbe ulteriori contraccolpi negativi. Riteniamo urgente inoltre attuare una nuova politica sul lavoro che affianchi al reddito di cittadinanza la riduzione del cuneo fiscale. A questo proposito c’è un dato nel Rapporto in cui si cita la misura del reddito di cittadinanza come una delle molle che spinge le vendite della Gdo soprattutto al Sud ed è un dato che leggiamo con particolare favore. A luglio tutte le cooperative hanno iniziato ad applicare uno sconto ulteriore del 5% per chi si presenta alle casse con la card del reddito; lo abbiamo fatto volontariamente, abbiamo investito, siamo l’unica insegna della Gdo a farlo, lo riteniamo un modo coerente e reale di agire come cooperative di consumatori. Seguendo questa linea ci attendiamo il varo di una nuova stagione politica che affronti nel vivo i problemi in corso, non perdendo di vista la parte più debole della popolazione”.

Attesa finita: Uniqlo ha aperto a Milano il primo punto vendita italiano

uniqlo milano apertura

Il pubblico delle grandi occasioni si è radunato nella mattinata di venerdì 13 settembre in piazza Cordusio a Milano per la prima apertura italiana di Uniqlo, il brand giapponese di moda che sta programmando una forte espansione nel nostro paese.  Persone in coda dall’alba per il grande evento, come non si vedeva dalle presentazioni dei primi iPhone o, in tempi più recenti, della Starbucks Roastery, sempre in piazza Cordusio, proprio di fronte. Al taglio del nastro accoglienza con l’esibizione di un gruppo di percussionisti giapponesi, colazione tradizionale giapponese offerta a tutti e in regalo una sciarpa in cashmere per i primi 50 arrivati.

D’altronde non si può dire che il brand non abbia saputo creare attesa visto l’annuncio dato da oltre un anno e una campagna pubblicitaria a tappeto in città nei giorni precedenti l’apertura con affissioni e cartellonistica che non poteva passare inosservata.

3 piani e 1500 metri quadri l’estensione del nuovo store del brand giapponese che apre nel decimo paese europeo, continuando un’espansione che sembra inarrestabile. Il brand si propone nel segmento del fast-fashion, prodotti di buona qualità per la vita di tutti i giorni a prezzi accessibili e promette di dare filo da torcere a marchi già affermati come Zara e H&M. Il nome deriva dalla fusione delle parole Unique Clothing e porta a Milano complementi di abbigliamento per uomo, donna e bambini facilmente adattabili grazie alla presenza di ben 50 colorazioni diverse, una novità rispetto alle 12 presenti negli altri store europei.

Uniqlo è un marchio di Fast Retailing, una holding giapponese che controlla anche Helmut Lang, PLST e Comptoir des Cotonniers. Nel 2018 ha fatturato 17,9 miliardi di euro.

Coca Cola HBC Italia: nel 2019 investimenti per 45 milioni

Coca-Cola HBC Italia, principale imbottigliatore dei prodotti a marchio The Coca-Cola Company sul territorio nazionale, ha inaugurato la nuova linea di produzione asettica per l’imbottigliamento delle bevande non gassate dello stabilimento di Nogara (VR). La nuova linea è l’ultimo degli investimenti industriali effettuati nel nostro Paese dell’azienda, per un totale di oltre 220 milioni di euro negli ultimi dieci anni, di cui quasi 45 milioni solo nel 2019, destinate ai 4 siti produttivi italiani. 

Zoran Bogdanovic

“L’Italia è uno dei nostri mercati più grandi, in cui ci sono ancora molte occasioni di crescita da cogliere.” dichiara Zoran Bogdanovic, CEO di Coca-Cola HBC “Le eccellenze industriali italiane ricoprono un ruolo centrale nella nostra strategia di 24/7 Total Beverage Partner, ovvero un’azienda in grado di offrire ai consumatori prodotti adatti ad ogni momento della giornata, dalla colazione al dopocena”.

Vitaliy Novikov

“Gli stabilimenti di Nogara (VR), Oricola (AQ), Marcianise (CE) e Fonti del Vulture (PZ) sono parte integrante della storia italiana di Coca-Cola, lunga più di 90 anni.” ha dichiarato Vitaliy Novikov, General Manager di Coca-Cola HBC Italia “Il piano industriale da oltre 220 milioni di euro destinati al Paese sono il chiaro segnale del nostro impegno”.

Salone del Franchising di Milano: il retail che non conosce crisi

Manca poco più di un mese alla 34esima edizione del Salone Franchising Milano, in programma a Fieramilanocity dal 24 al 26 ottobre 2019. Una fiera dedicata ad uno dei settori più “in salute” dell’economia del nostro Paese, che cresce anno dopo anno. Secondo gli ultimi dati emersi dal Rapporto Assofranchising Italia 2019, infatti, il giro di affari del franchising in Italia è di oltre 25 miliardi di euro e dà lavoro a più di 200mila persone; dal 2014 ad oggi gli occupati sono cresciuti del 10,9%, i punti vendita dell’8,3% e il giro d’affari del 7,8%. In crescita rispetto allo scorso anno anche il numero di punti vendita affiliati in Italia (+4,5%) e quelli in franchising all’estero (+7,6%).

Il Salone Franchising Milano sarà l’occasione per le insegne per tessere nuove relazioni commerciali, favorire l’incontro fra franchisor e potenziali franchisee, imprenditori interessati a sviluppare nuovi business seguendo formule di successo. Assofranchising, che da questa edizione è Main Partner, nel suo Rapporto 2019 fornisce numeri, tendenze e scenari dati dall’analisi di 961 insegne, delle quali ben 861 sono italiane e, di queste, 174 presenti anche all’estero.

“Il settore è sempre in evoluzione e lo vediamo anche dalle tante tipologie di espositori che partecipano al Salone: l’abbigliamento si è differenziato in sottomerceologie come intimo, bambini, accessori specialistici, prodotti di lifestyle; il food copre dal cibo etnico allo street food, light food, sino a nicchie di prodotti vegetariani o vegani; i servizi spaziano dall’edilizia acrobatica, ai servizi per gli animali, a noleggi, tecnologie, bellezza, turismo, immobiliare – spiega Antonio Fossati, Presidente di RDS Expo – Salone Franchising Milano. – Il franchising è un settore che rappresenta molto bene il forte dinamismo imprenditoriale che c’è anche in Italia”.

Il Rapporto Assofranchising 2019 conferma l’espansione del franchising nel mondo della ristorazione con un incremento del 5,5% e 9 nuove reti attive. Un settore che si classifica in terza posizione nella suddivisione merceologica dei franchisor (17,9%), con una crescita del giro d’affari dell’11,6%, superando oltre 2,2 miliardi di euro. In crescita anche le insegne dei servizi (+8,8%), che oggi rappresentano il 24,6% del totale delle insegne in Italia. Trend positivo anche per il settore casa con un’espansione del 6,8% e 47 reti attive.

Da segnalare infine come la GDO rappresenti solo una piccola porzione rispetto al totale del sistema franchising (4,5%), ma è comunque il settore che maggiormente incide sul fatturato totale (36%), generando oltre 9 miliardi di euro.

Lieve calo anche per il settore abbigliamento, eccellenza manifatturiera italiana, che nel 2018 registra un totale di 187 reti attive, in calo dell’1,1% rispetto al 2017 (189), di cui più del 30% sono localizzate nell’Area Nielsen 1 Nord-Ovest. Un settore che genera 1,8 miliardi di euro di giro d’affari e che insieme a quello della ristorazione è tra i più apprezzati oltre oceano.

“Nel nostro sistema economico il franchising riveste un ruolo di grande importanza. Rappresenta il futuro del commercio perché la dinamicità del mercato richiede reti organizzate, servizi efficienti nei confronti della clientela, investimenti cospicui in marketing e comunicazione, strategie di internazionalizzazione che solo reti strutturate possono garantire – afferma Italo Bussoli, presidente Assofranchising. – Ciò non vuol dire che si vada a discapito del piccolo, ciascuno potrà e saprà ritagliarsi il giusto spazio offrendo servizi diversi e opportunità di scelta da parte del cliente”.

Il franchising italiano, infatti, vince anche all’estero, mettendo a segno un +7,6% di punti vendita. In aumento il numero di master di franchisor stranieri in Italia che con il +1,4% conferma il trend positivo.

 

Friend of the Sea certifica L’Acquachiara S.r.l. per la produzione sostenibile di frutti di mare

L’Acquachiara S.r.l., uno dei principali produttori italiani di molluschi e altri prodotti ittici, ha ottenuto la certificazione per la produzione di frutti di mare sostenibili da Friend of the Sea. Friend of the Sea è lo standard di certificazione globale per prodotti e servizi che rispettano e proteggono l’ambiente marino e dà diritto all’utilizzo del relativo marchio.

“L’Acquachiara S.r.l. è leader nel settore, quindi siamo felici di vedere il loro impegno nella difesa dell’ambiente marino”, ha dichiarato Paolo Bray, direttore di Friend of the Sea. “Con questa certificazione, stanno dimostrando come funziona la sostenibilità nella catena di approvvigionamento dei pescatori indipendenti.”

L’Acquachiara è una delle più grandi aziende del settore ittico. Si trova a Chioggia, nella regione di Venezia, che è tra i centri di pesca più attivi e produttivi d’Italia. La società è cresciuta fino a diventare uno dei principali fornitori di pesce fresco e frutti di mare in Italia e in Europa grazie alla sua vasta gamma di prodotti e alla cura che mette nei suoi prodotti e clienti.

“Abbiamo sempre mirato alla ricerca dei migliori prodotti possibili provenienti da fornitori italiani ed esteri al fine di soddisfare le esigenze dei nostri clienti, che sono pescherie, grossisti e supermercati”, ha detto un portavoce di L’Acquachiara. Ha aggiunto: “Per questo motivo, la nostra posizione nel mercato nazionale ed europeo si è rafforzata, grazie al nostro modo di lavorare, che deve essere scrupoloso e seguire i più alti standard di qualità”.

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