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fabrizio.gomarasca

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Vino online: cantine e retailer in un’analisi del white report di Business international-FMM

L’affermazione di Internet quale nuovo terreno del contesto competitivo delle imprese sta incidendo profondamente sulle dinamiche e modalità di organizzazione degli scambi commerciali che, in volumi sempre più consistenti hanno luogo attraverso gli spazi virtuali della rete. La rete diventa per le imprese non un “nuovo mercato” in cui competere ma “il mercato” e la presenza online viene da molti considerata non più come una strategia competitiva ma come un requisito per la sopravvivenza.

Questo è tanto più vero se pensiamo ai comportamenti di acquisto delle nuove generazione di consumatori che usano la rete come baricentro delle loro scelte sia per la ricerca di informazioni che per gli acquisti di prodotti e servizi. La generazione “Z” (nati tra il 1990-2000) o Millennials viene definita dai ricercatori di marketing come “always on” ovvero sempre connessa ed adotta modelli di “everywhere commerce” ovvero si acquista in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo grazie ai dispositivi mobili di cui fa uso circa l’89% degli utenti appartenenti a tale generazione1.

Di fronte ai radicali cambiamenti in atto nel mondo digitale, cosa sta succedendo nel settore del vino? A questa domanda si cerca di rispondere nel corso il white paper L’e-commerce del vino in Italia-Produttori e retailer di fronte i nuovi strumenti di vendita online (scaricabile qui), curato da Monica Faraoni, che ha l’intento di presentare uno spaccato sull’e-commerce in Italia attraverso due prospettive: quella dei produttori o “cantine” che si trovano di fronte a scelte di multichannel management e a conflittualità di canali e quella dei retailer o distributori che trovano nelle strategie di differenziazione della propria offerta il vantaggio competitivo.

Sono questi i principali operatori del settore che di fronte alle nuove modalità di vendita adottano modelli di business diversi.

Nel corso di questo lavoro, in merito ai produttori si analizzano le strategie di presenza online e si riportano i dati di un sondaggio su un campione significativo di aziende volto ad individuare i vantaggi e le difficoltà nella vendita online dei loro prodotti.

In merito invece al canale retail si illustrano i dati di una ricerca condotta sui principali store online di vino in Italia.

La ricerca identifica, attraverso la rilevazione di alcune variabili, il posizionamento degli stessi sul mercato di riferimento ed alcuni dati di web performance. Il modo in cui un retail store online organizza la propria offerta in termini di ampiezza di prodotti, fasce di prezzo praticate, elementi di content engagement, livello di servizio offerto, fluidità del processo di acquisto oltre all’utilizzo dei social media quali strumenti di customer engagement sono gli elementi che identificano la strategia di posizionamento dell’impresa per soddisfare le esigenze di uno specifico segmento di consumatori target. Tali scelte sono fondamentali per alimentare il tasso di conversione dell’utente che da semplice navigatore diventa consumatore generando performance positive per l’impresa.

Lo studio costituisce il primo numero della collana Wine Business Report,collegata al Wine Business Executive Program, corso di alta formazione organizzato da business international-Fiera Milano Media.

Gruppo Lillo: obiettivo 3 miliardi di fatturato

Davanti a 700 responsabili dei punti vendita e affiliati a insegna MD Discount e LD Discount (questo destinato a sparire) riuniti sulla MSC Preziosa per la convention annuale, il presidente di Gruppo Lillo Patrizio Podini ha tracciato le linee guida dello sviluppo prossimo venturo.

«Tra cinque anni non saranno più di 5 o 6 gli operatori del discount in Italia: quelli che avranno saputo mettere al centro il consumatore, sempre più informato, preparato, esigente e tecnologico e addestrato alla ricerca dell’acquisto migliore, capace di riconoscere la qualità al prezzo giusto. Noi saremo all’appuntamento – ha dichiarato Podini dal palco – perché da sempre abbiamo rispettato la filosofia del risparmio di qualità, della qualità che costa meno».

Grandi superfici vetrate accoglieranno i clienti MD del prossimo futuro e li introdurranno in spazi di vendita razionali e luminosi, dal lay out moderno e invitante, il cui fiore all’occhiello sarà l’ortofrutta all’inizio del percorso. Biglietto da visita della freschezza e qualità di tutta l’offerta food del Gruppo Lillo, garantita dalla provenienza e dagli accurati controlli a cui i prodotti sono da sempre sottoposti fin dall’origine.

Gli assortimenti saranno completamente rinnovati e vi troveranno posto il bio, la gastronomia, le carni selezionate. Ampliato lo spazio destinato al non food, che dalle zone di produzione, italiane o estere che siano, fino ai cestoni promozionali sarà seguito passo passo in un rigido controllo di tutta la filiera.

Questa la visione dalle parole di Podini e dei suoi più stretti collaboratori: il direttore generale  Angelo Dell’Anna, la direttrice marketing e responsabile acquisti no food Anna Campanile e il vice direttore generale Nicola Borrelli che ha la responsabilità del progetto nuovo format.

Sono stati riconfermati i piani di sviluppo da poco annunciati: investimenti per innovazione tecnologica all’insegna della sostenibilità, della razionalizzazione ulteriore della logistica e degli acquisti, oltre che per la costruzione di punti vendita su terreni di proprietà: non meno di 60 nei prossimi 5 anni che daranno lavoro a oltre 1.200 persone. “Veleggiando verso l’obiettivo dei 3 miliardi di euro” ha concluso Podini.

 

Assobirra, campagna di responsabilità sociale su alcol e gravidanza

L’attenzione per il consumo di alcol, in gravidanza in particolare, è cresciuta negli ultimi anni. Il 65% delle donne che ha avuto un figlio sa che in quei mesi non bisogna assumere alcol, anche se molte di loro non smettono del tutto (1 su 3 fra le consumatrici non sospende il consumo di bevande alcoliche) o non conoscono bene i limiti di rischio (per il 67% non è rischiosa una assunzione saltuaria di bevande alcoliche).

Ce lo dice la Doxa che, per AssoBirra (Associazione Nazionale dei produttori della birra e malto), ha intervistato oltre 800 donne tra i 18 e i 44 anni (412 donne incinta e/o con figli piccoli e 425 a donne senza figli) per scoprire quanto sanno del tema “alcol e gravidanza” le mamme italiane.

Per aumentare la conoscenza sul tema e continuare ad informare chi aspetta un figlio o sta provando ad averlo o chi ancora non sa quali siano i comportamenti corretti da adottare in gravidanza, AssoBirra e SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) lanciano fino al 9 agosto, la terza edizione della campagna “Se aspetti un bambino l’alcol può attendere”.

Nella nuova edizione, la campagna – che ha ricevuto in passato l’apprezzamento e il sostegno del Ministero della Salute, ottenendo il marchio Guadagnare Salute – utilizzerà diversi strumenti e mezzi d’informazione per raggiungere le donne da sensibilizzare: un nuovo sito internet www.seaspettiunbambino.it , dove saranno raccolte informazioni utili sul tema “alcol e gravidanza” con una veste completamente rinnovata e una media partnership con uno dei principali portali di informazione rivolto al mondo delle donne (con 6 milioni di utenti unici mensili), alfemminile.it, che dedica due post a settimana a questo delicato argomento e ospita anche una sezione, “l’esperto risponde”, affidata a Enrico Vizza, Segretario  SIGO e Direttore UOC di Ginecologia Oncologica al “Regina Elena”. E ancora, un’azione capillare della SIGO coinvolgerà i suoi ginecologi, informandoli dei temi della campagna, per riuscire così a coinvolgere un numero sempre più ampio di donne, sensibilizzandole su questo importante argomento.

Alberto-Frausin«Ancora una volta, come produttori di una bevanda che contiene alcol anche se in piccola parte – afferma Alberto Frausin, Presidente AssoBirra (nella foto) – siamo in prima linea per diffondere una corretta cultura del bere, specialmente in determinate circostanze della vita, come nei periodi della gravidanza e dell’allattamento. Proprio per questo abbiamo scelto di rilanciare un messaggio chiaro e semplice rivolto alle future mamme. La ricerca Doxa ci ha mostrato che, tra le consumatrici, 1 su 3 ha solamente “ridotto il consumo”, invece di interromperlo del tutto … quindi parliamo di donne che adottano un comportamento sbagliato in un momento particolare della loro vita. È anche per questo che siamo consapevoli che serve continuare ad informare e sensibilizzare sul tema, senza demonizzare il consumo di alcol, ma informando in maniera corretta le donne che aspettano un bambino».

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Per il Pwc Total Retail Survey il punto vendita è centrale nel processo d’acquisto

Parlando di multicanalità , seamless è il nuovo termine al quale dovremo fare l’abitudine, vale a dire “senza soluzione di continuità“. Nel mondo multicanale è seamless l’esperienza che si propone al consumatore che naviga tra online e offline, che, proprio per questo motivo tendono a integrarsi. Lo conferma anche la ricerca Total Retal di Pwc, che si basa su due assunti fondamentali: – il consumatore deve essere posizionato al centro del modello di business degli operatori affinché l’offerta che ne consegue copra le nuove esigenze dei clienti e garantisca un’esperienza  continuativa e coerente su tutti i canali di comunicazione aziendali, lungo tutti i touch-point del customer journey; – il modello organizzativo e di gestione del back office deve seguire lo stesso principio di customer-centricity affinché, supportato da un investimento in tecnologie flessibili e innovative, riesca a soddisfare le nuove esigenze degli utenti. La ricerca,  che ha analizzato i comportamenti di consumo online e l’attitudine alla multicanalità di 19.000 consumatori in 19 paesi, tra cui oltre 1000 italiani, conferma infatti che  negozio fisico e e-commerce coesistono e sempre più spesso rappresentano fasi complementari del processo di acquisto. Tra i dati più significativi:

  • il 60% degli italiani si può definire digitale
  • il 75% degli italiani fa showrooming, cioè ricerca in negozio e acquista online, ma il 38% non rinuncia alla visita settimanale sul punto vendita;
  • il 50% usa lo smartphone per confrontare i prezzi o cercare un prodotto;
  • Il 63% dichiara che i social media influiscono nel processo d’acquisto;
  • Wealth effect: i convertiti digitali hanno più potere di spesa dei nativi digitali, ancora troppo giovani.

Ma è interessante, estrapolando dalla ricerca (che può essere scaricata qui), concentrarci sul punto vendita nella multicanalità. Il negozio fisico – afferma la ricerca – resta centrale nel processo d’acquisto, soprattutto per gli italiani: il 38% (36% a livello globale) si reca settimanalmente in negozio, contro il 25% che utilizza il PC, il 13% il tablet e il 12% lo smartphone. Pur rimanendo determinante nel processo di acquisto, il negozio fisico conquista un nuovo ruolo poiché i consumatori sono sempre più propensi ad utilizzarlo come vetrina per poi comprare online, spinti dalla convenienza di prezzo. Chi preferisce il negozio rispetto ai canali digitali, mette ai primi tre posti la possibilità di provare e testare il prodotto (65% Italia, 60% globale), la gratificazione istantanea dell’acquisto in negozio (52% Italia, 53% globale) e la maggior sicurezza sull’adeguatezza del prodotto nel soddisfare le proprie esigenze (33% Italia e campione globale).

Fonte: Total Retail 2015, pwc
Fonte: Total Retail 2015, pwc

Viceversa, riguardo all’acquisto online, per il consumatore italiano la possibilità di ottenere prezzi inferiori sui canali digitali rispetto al negozio è un incentivo molto forte, importante per il 67% dei consumatori, rispetto ad una media del 56% a livello globale (e solo 48% per il consumatore tedesco). In quest’ottica il consumatore italiano esprime una preferenza maggiore anche nella ricezione di offerte promozionali via email o SMS, testimoniando l’importanza degli strumenti di digital marketing. Rispetto al campione globale, il consumatore italiano vede meno “valore” nel fatto che i canali digitali possano sopperire la necessità di recarsi in un punto vendita (28% Italia vs 40% globale); ciò riflette la capillarità del  tessuto distributivo italiano.

Fonte: Total retail 2015, pwc
Fonte: Total Retail 2015, pwc

Tuttavia I negozi devono diventare, anche grazie all’innovazione tecnologica, luoghi dove non soltanto si ottengono risultati di vendita, ma si costruisce una relazione con un cliente fidelizzato. I consumatori però richiedono una digitalizzazione sempre più forte del punto vendita per facilitare il processo di acquisto, pagamento e anche condivisione con i social media. E si rivelano sempre più interessati ad un’esperienza in punto vendita arricchita di innovazioni tecnologiche e digitali. Le aree di maggior interesse sono la possibilità di controllare la disponibilità di prodotto (38% per il campione globale), la presenza di casse self-service e la possibilità di ricevere offerte personalizzate e in tempo reale. Il consumatore italiano è particolarmente aperto e sensibile a innovazioni in quest’ambito, con il 45% degli intervistati che dichiara il proprio interesse. Sempre più richiesto è anche il Wi-Fi nel punto vendita, interessante per il 24% dei consumatori globali e per il 23% di quelli italiani. Il Wi-Fi è ormai un servizio non più negoziabile nel campo dell’ospitalità, e ci si attende che diventi uno standard universale anche nel retail.

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Fonte: Total Retail 2015, pwc

Pastifico Maffei, pack limited edition d’artista orientato all’export

Il Pastificio Maffei di Barletta è  fra i brand “con i loro prodotti hanno scritto la storia del “Food Made in Italy” e, per questo motivo, ha uno spazio espositivo all’interno del Padiglione “Cibus è Italia”. Fondata negli anni Settanta da Savino Maffei l’azienda, grazie alla ricerca continua sul prodotto e all’innovazione dei processi produttivi, ma rimanendo fedele alla qualità, è diventata una solida realtà industriale, leader nel mercato italiano, producendo e commercializzando pasta fresca di semola di grano duro, all’uovo e gnocchi di patate.

In occasione di Expo e con uno sguardo proiettato allo sviluppo dei mercati internazionali lancia una limited edition con il nuovo pack a firma dello stilista Marco Coretti, che aveva già firmato nel 2013 un nuovo pack per Maffei.

Savino Maffei«Un’operazione che in un anno portò al raddoppio del fatturato», sottolinea Savino Maffei (nella foto a sinistra) che per il 2015 prevede un ulteriore aumento del 15% del fatturato. E le premesse ci sono tutte se si considera che dagli 8,4 milioni di chili di pasta fresca del 2011 l’azienda pugliese è salita ai 14,6 milioni del 2014, marcando in quattro anni “neri” per i consumi, un incremento superiore al 73%.

Con la limited edition, l’obiettivo sarà rafforzare l’identità del brand soprattutto all’estero, sotto l’impulso di Expo e in quei mercati quali Giappone, Stati Uniti, Canada e Romania, grazie ai quali «contiamo di aumentare il fatturato estero del 15% in un anno e del 40 in due anni», fa sapere Maffei, che anticipa: «Entro luglio lanceremo un nuova linea di produzione, l’undicesima, ma per il mercato estero; si affiancherà alle specialità regionali che portano addirittura il nome di un quartiere come Bari vecchia e ad altre tipiche del Belpaese come i maccheroni calabresi, le trofie liguri, le tagliatelle all’uovo, gli gnocchi di patate, oltre ai formati speciali e alle linee realizzate per le grandi insegne della distribuzione».

 

Da Cncc un premio ai retailer che hanno coraggio e idee innovative

Nel corso del Retailer Day del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC) è stato presentato ufficialmente, dopo l’anticipazione nel corso del Convgno Dove va lo shopping, organizzato in maggio da Canali&Co con il patrocinio dello stesso Cncc, il Retailer Awards 2015.

Carmen Chieregato (amministratore delegato di Cogest Retail) è il project leader del team che in pochi mesi ha messo a punto il concept e i meccanismi del Retailer Awards, che prevede cinque categorie: Big Box (punti vendita oltre i 500 metri quadrati 8«anche della distribuzione alimentare», ha sottolineato Chieregato), Store fino a 500 metri quadrati, Leisure&Servizi, Ristorazione&Food, Temporary e Chioschi (qui il regolamento).

In questa intervista Chieregato spiega i motivi che hanno portato all’istituzione del premio.

Alla competizione possono candidarsi tutti gli operatori italiani e internazionali presenti in Italia con almeno 3 punti vendita al dettaglio, che saranno valutati da una giuria di esperti e professionisti in funzione dell’immagine, dell’originalità del concept, della completezza/innovazione dell’offerta, del servizio ai clienti, della capacità di risposta alla domanda e alle esigenze del consumatore, della sostenibilità  e di tutte le variabili ritenute strategiche per il successo commerciale.

Obiettivo di retailer Awards è quello di accrescere il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera, e quindi anche delle insegne che hanno scelto il canale di vendita dei centri commerciali, stabilendo un dialogo aperto e una contaminazione potenziante tra i vari settori dell’industria dei centri commerciali, che hanno come punto di riferimento il CNCC, stimolando la crescita e la qualità dell’offerta nelle shopping gallery; promuovendo una cultura dell’eccellenza e dell’innovazione.

«Non è un premio autocelebrativo – ha detto il presidente del Cncc Massimo Moretti – ma è destinato a chi ha coraggio e ha idee. Vogliamo mettere in vetrina chi ha del valore aggiunto a vantaggio di tutta la community».

Per le iscrizioni c’è tempo fino al 30 settembre. Il premio sarà consegnato il 16 dicembre.

Speck Alto Adige e Melone Mantovano, due Igp insieme per un’estate dal sapore insolito

Nata quasi per caso, il connubio insolito tra il gusto speziato e leggermente affumicato dello Speck Alto Adige Igp  e di quello zuccherino e aromatico del Melone Mantovano Igp ha tutte le premesse per consolidarsi. La premessa è infatti giocata sulla qualità dei due prodotti e sul loro secolare radicamento nelle rispettive zone di produzione.

In un incontro organizzato a Milano – dove peraltro è sempre troppo carente la presenza di buyer – questo connubio di sapori è stato testato da due chef di talento con le loro ricette creative.

Il Melone Mantovano Igp, coltivato nella pianura lombardo-emiliana in tre diverse tipologie, è il frutto di terreni ad alta fertilità adiacenti il corso del Po, che conferiscono al melone un aroma più intenso e una più alta concentrazione di sostanze benefiche come potassio e sodio rispetto ad altre aree di coltivazione.

Lo Speck Alto Adige Igp è invece preparato secondo i dettami della tradizione contadina altoatesina e all’attenta selezione della materia prima seguono le fasi della speziatura, dell’affumicatura e della lenta stagionatura.

La collaborazione appena nata potrà dare già dei frutti nei prossimi mesi (la stagione del Melone mantovano va da giugno a settembre) con possibili eventi in Store già allo studio dei due Consorzi.

I numeri dello Speck Alto Adige Igp
Nel 2014 il 35% dello speck prodotto dagli iscritti al Consorzio ha ottenuto la denominazione. Lo scorso anno, i produttori iscritti al Consorzio hanno prodotto 7.039.604 pezzi, pari a circa 31.700 tonnellate di speck, ovvero il 9% in più rispetto al 2013.

Il 69% della produzione di Speck Alto Adige viene venduto in Italia. Una grossa parte in Alto Adige e nelle regioni settentrionali. Però lo Speck Alto Adige è molto richiesto anche fuori dai confini nazionali. Con una quota di export del 31%, lo Speck Alto Adige è uno dei salumi più esportati d’Italia.

In Italia il 61% viene venduto nei supermercati. Altri canali importanti sono i discount col 23%, l’ingrosso col 6%, le gastronomie col 4% e la vendita al dettaglio (6%), particolarmente forte in Alto Adige.

I numeri del Melone Mantovano Igp
Oggi aderiscono al Consorzio di Valorizzazione e Tutela del Melone Mantovano 9 produttori di melone Igp e nessun trasformatore, queste le due categorie ammesse dal Ministero per attestare la rappresentatività della filiera. Le imprese del Consorzio nel 2015 dedicano alla coltivazione del Melone Mantovano una superficie complessiva di ca. 1000 ettari che porteranno ad una produzione stimata di 102’000 quintali di melone a marchio Igp. Un dato in netta crescita rispetto ai 6’000 quintali del 2014.

Green Retail Forum, appuntamento con la sostenibilità nella distribuzione

Ultime messe a punto per il prossimo Green Retail Forum & Expo, organizzato da Plef e Ndb, che si svolge il 18 e 19 giugno a Milano nella tradizionale sede della Fabbrica del vapore. La manifestazione costituisce da cinque anni l’appuntamento con il mondo della sostenibilità nella Gdo e il Forum, momento culturale dell’evento, è il momento nel quale si mettono a confronto mondi a approcci diversi che insieme alla distribuzione ragionano attorno alla sfida di come conciliare i trend innovativi della distribuzione con le richieste del mercato e i principi dello sviluppo sostenibile.

Il tema al centro del confronto nelle diverse sessioni del forum (qui il programma) riguarda il Global Shift nel Retail, portando esperienze, progetti e riflessioni per capire come si configura il cambiamento globale sostenibile nel mondo distributivo e nel Largo Consumo.

Il primo giorno, in apertura, saranno presentate due Osservatori Retail per l’innovazione (a cura di Fabrizio Valente di KiKi Lab) e per la reputazione (a cura di Gian Marco Stefanini di Web Research).

Ne parleranno nel corso dei due giorni, protagonisti della scena distributiva italiana (Alfio Fontana, Carrefour – Alessandro Medici, COOP Estense –  Paolo Paronzini, UNES – Francesco Pugliese, Conad – Marco Bordoli, CRAI – Eleonora Graffione, Coralis – Mario Gasbarrino, Unes – Giorgio Santambrogio, VéGé, per citarne alcuni) e internazionale (Conradin Bolliger, Coop CH – Benoît Liégey, Delhaize).

Sono tre le macro aree  lungo le quali si dipanerà la manifestazione portando in evidenza i relativi casi e modelli di business: Verde (risparmio ed efficienza energetica, riciclo-riuso-riduzione dei rifiuti e delle materie prime), +Verde (chi ha fatto del certificato biologico, del km0 o della tipicità, dell’equo e solidale o di particolari innovazioni sostenibili un fattore distintivo e competitivo), Verdissimo (sharing economy, di autoproduzione (orti, energia, movimento Makers), di scambio e di consumo collaborativo).

È previsto inoltre un nuovo spazio di visibilità dedicato a tutte le insegne operative nel nostro paese, la Vetrina dei Retailer. In questo spazio per 15 minuti a rotazione, i Retailer potranno presentare le loro iniziative e case history più significative per raccontare al pubblico come affrontano il tema della sostenibilità.

Il nuovo Mondadori Megastore, libreria dei servizi e luogo d’incontro

Il nuovo Mondadori Megastore di via San Pietro all’Orto a Milano è un luogo d’incontro tra persone e libri, dove l’esperienza di acquisto diventa per i visitatori un percorso di scoperta ed esplorazione: al libro, cuore dell’offerta, si affianchano infatti proposte di intrattenimento, servizi e un’area Café.

Il Megastore è il primo esempio del nuovo format di store di Mondadori (leggi anche La libreria infinita prossimamente da Mondadori Store), caratterizzato da un innovativo concept di arredo e da una diversa formula di offerta. Con l’apertura di questo punto vendita, che va ad aggiungersi a Duomo e Marghera, già presenti nel centro di Milano, continua il piano di consolidamento delle attività Retail del Gruppo Mondadori, che può vantare la più estesa rete di librerie in Italia, con oltre 600 store sul territorio.

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«Il lancio del nuovo format di Megastore rappresenta una tappa importante nel processo di crescita delle nostre attività nel settore Retail, uno dei nostri core business» ha dichiarato Ernesto Mauri, amministratore delegato del Gruppo Mondadori. «Siamo leader nel mercato dei libri e, per un editore come noi, poter contare su una catena di librerie così diffusa sul territorio è certamente uno straordinario patrimonio strategico e uno strumento privilegiato per essere in contatto diretto con i consumatori, oltre 20 milioni di persone che ogni anno entrano nei nostri negozi e dialogano con noi», ha concluso Mauri.

«Sviluppo dell’offerta, esperienza di acquisto, valorizzazione del prodotto, servizi, comfort dell’ambiente: sono questi gli elementi che ci hanno guidato nel percorso di innovazione della libreria tradizionale verso un modello che permetta di avvicinarsi con maggiore frequenza e gratificazione al mondo della cultura e del divertimento», ha dichiarato Mario Maiocchi, amministratore delegato di Mondadori Retail.

Il progetto architettonico e di allestimento del Mondadori Megastore di via San Pietro all’Orto è stato sviluppato con Mondadori Retail dallo studio milanese Migliore + Servetto Architects. Articolato su 3 livelli, per una superficie totale di 750 metri quadrati, lo spazio è caratterizzato da un sistema espositivo che nella leggerezza del disegno e nella ricchezza cromatica e materica mette in risalto i veri protagonisti della scena, i libri. Un’ampia scala centrale crea un legame verticale tra i tre piani conducendo il visitatore attraverso un racconto tra contemporaneità e tradizione, dove il rosso Mondadori – segno distintivo della scala e di tutta la comunicazione grafica – incontra il verde e il bianco dei metalli.

Il progetto intreccia spazi di accoglienza e di esposizione, costruendo un’innovativa relazione con il visitatore libero di muoversi a seconda delle proprie esigenze e dei propri interessi.

Il nuovo Mondadori Megastore è un luogo dove sostare e ritornare, per chi ama leggere approfittando di comode sedute e di un ricco assortimento che va dalla letteratura al fumetto, ai libri in lingua originale, ed è suddiviso su tre livelli

– il piano terra ospita il Marketplace con le ultime novità editoriali, prodotti di cartoleria e gift box, ma anche prodotti di tecnologia, accanto al nuovo servizio di assistenza e post vendita Help;

–  il primo piano è dedicato a Books&Café, in cui trovano spazio l’ampia libreria dello store, con l’area Comics e la cartoleria, e Mondadori Café, realizzato in collaborazione con Cibiamogroup, società leader nella ristorazione veloce di qualità: uno spazio di relazione, all’interno della libreria, che accoglierà adulti e bambini tutti i giorni, dalle ore 9 alle ore 23, con prodotti selezionati e ricette semplici, aperitivi compresi. Il Café farà inoltre da scenario per incontri con autori e presentazioni di libri;

– il piano -1 prevede inoltre una zona Kids rivolta a bambini e ragazzi: un’area che unisce dimensione fisica e digitale grazie ai nuovi touchwall, pensati per divertire e stimolare la fantasia dei più piccoli attraverso il disegno e il gioco di gruppo.

L’attenzione al cliente non si ferma allo spazio fisico del Megastore, ma vive anche attraverso servizi e strumenti digitali, in un sistema integrato con il sito Mondadoristore.it e con la nuova appMondadori Card: disponibile per smartphone Apple e Android, permetterà ai soci Mondadori Card di gestire ancora più comodamente il proprio profilo e, con la nuova funzione storelocator, ricevere informazioni sulle iniziative in corso negli store Mondadori più vicini.

I clienti dello store potranno inoltre presto accedere al nuovo servizio di book on demand che metterà a disposizione dei lettori un catalogo di oltre 7 milioni di titoli provenienti da tutto il mondo.

Gruppo italiano vini rilancia nel Prosecco e potenzia la produzione di spumanti

Dopo la decisione di Carpenè Malvolti di chiudere la collaborazione (v. Carpenè Malvolti chiude la partnership con Giv e distribuisce in diretta), e dopo i successi ottenuti all’estero con i propri Prosecco Bolla e Lamberti, il Gruppo italiano vini ha deciso di seguire il trend in forte crescita e di sviluppare ed ampliare la propria gamma di spumanti Prosecco sia nel segmento della denominazione Doc sia in quello della prestigiosa Conegliano Valdobbiadene Docg per replicare i successi internazionali anche nel mercato interno.

Si tratta di un progetto che prevede una gamma di spumanti Prosecco più ampia e ben diversificata per canale di vendita. «La quinquennale collaborazione con Carpenè Malvolti – dichiara Corrado Casoli, Presidente di Gruppo Italiano Vini (nella foto di apertura) – ci ha permesso di conoscere ancora più a  fondo il trend e le dinamiche dei vini spumanti e di affrontare così con competenza e convinzione il mercato nazionale. Sono certo che grazie ai nuovi spumanti Prosecco che presenteremo al mercato continueremo ad ottenere i successi conseguiti in questi anni di collaborazione con Carpenè».

Per celebrare i 10 anni di continua crescita della cantina Bolla dopo la sua acquisizione dall’americana Brown-Forman, Gruppo italiano vini presenterà presto un nuovo Bolla Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG destinato al canale off-trade.

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