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L’inflazione cala ma gli italiani continuano a ridurre i prodotti nel carrello della spesa

“Lo stato del Largo Consumo in Italia” è l’indagine mensile di NielsenIQ (NIQ) che fotografa lo scenario della grande distribuzione organizzata nel nostro Paese. Nel mese di maggio 2023 il fatturato della Gdo in Italia a totale Omnichannel è pari a 7.2 miliardi di €, un valore in crescita del +8,9% rispetto alla performance dello scorso anno.

L’indagine condotta da NIQ evidenzia che l’indice di inflazione teorica nel largo consumo confezionato (LCC), ovvero il settore di mercato che comprende tutti i beni di consumo primario e i prodotti confezionati dall’industria, a maggio è scesa al 14,1%, in calo rispetto al valore registrato il mese di aprile (14,4%). La variazione reale dei prezzi invece è pari al 12,4%, con una riduzione dell’1,7% del mix del carrello della spesa. Questo dato evidenzia come le variazioni di scelta dei consumatori sui prodotti e sulle quantità acquistate incidano sull’importo finale della spesa.

Per quanto riguarda i canali distributivi, tutti registrano un trend positivo rispetto allo stesso periodo del 2022. Nello specifico, a maggio la crescita è guidata da Supermercati e Superstore (+9,4%), seguiti dai Discount (+9,1%), Iper>4.500mq (+8,4%), Liberi Servizi (+7,8%) e Specialisti Drug (+6,6%). Stando ai dati di NielsenIQ, inoltre, continua la riduzione dell’incidenza promozionale a totale Italia nel mese di maggio 2023 (22,9%), un dato in calo di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Infine, a maggio la scelta di prodotti a marchio del distributore (MDD) registra un valore pari al 22,4% del LCC nel perimetro Iper, Super e Liberi Servizi mentre sale al 31,9% a Totale Italia Omnichannel – inclusi i Discount.

Cosa mettono gli italiani nel carrello della spesa
Continua anche a maggio 2023 l’ascesa dei prodotti dedicati agli animali domestici (+16,6%) e il cibo confezionato (+8,3%), che da molti mesi a questa parte si collocano in testa alla classifica delle aree merceologiche con l’incremento a valore più significativo. Per quanto riguarda invece l’andamento a volume, l’unica categoria che registra un trend positivo è il food confezionato (+4,2%), mentre tutte le altre mostrano una tendenza negativa, in particolar modo i prodotti per la cura della persona (-8,2%), il freddo (-9,5%) e le bevande (-9,8%).

In merito alla relazione tra valore e volume in ambito grocery, a totale Italia Omnichannel nel mese di maggio 2023 (vs 2022) l’andamento a valore è positivo (+9,3%), mentre è negativo a volume (-3,1%). Il fresco (peso fisso + peso variabile) risulta in crescita in tutti i format distributivi: nello specifico il trend migliore si osserva negli Iper>4500 (+11,1%), mentre i liberi servizi registrano l’incremento minore tra tutti i canali (+6,7%).

A livello di categoria, formaggi (+17,9%) e pane & pasticceria & pasta (+17,1%) sono quelle più dinamiche, mentre salumeria (+4,5%) e frutta e verdura (+4%) registrano i trend di crescita più bassi. Alla guida della top ten del mese di maggio 2023 per quanto riguarda i prodotti grocery invece troviamo zucchero (+59,9%), passate (+40,9%) e surgelati vegetali – patate (+39,5%).

Neuromarketing, qual è la colonna sonora ideale per fare la spesa al supermercato?

Niente di ciò che vediamo e sentiamo è affidato al caso all’interno del mini-market di quartiere o dell’iper-store di un grande centro commerciale. Dalla disposizione della merce ai colori predominanti, dalle divise del personale fino alla musica che fa da sottofondo. Da un lato, per offrire al consumatore la migliore esperienza d’acquisto possibile e invogliarlo a tornare, dall’altro per incentivare il cliente stesso a prolungare la sua permanenza in negozio, acquistando più prodotti. Si tratta del cosiddetto marketing sensoriale o neuromarketing, una disciplina sempre più utilizzata nel mondo del retail, in cui convergono marketing e psicologia e che si occupa di indagare i meccanismi che si attivano all’interno della mente di un consumatore per spingerlo all’acquisto.

La musica gioca un ruolo primario all’interno di questi processi inconsapevoli come testimonia Rehegoo, il più grande fornitore di musica indipendente di Spotify e che sin dalla sua nascita si occupa di fornire la musica di sottofondo più adatta per le principali catene di supermercati. “La musica all’interno dei supermercati ha come obiettivo quello di favorire l’acquisto, rendendo l’esperienza il più appagante possibile”, afferma Patrycja Kiepiel, Music Expert di Rehegoo. “Affinchè ciò avvenga, è importante che il music stylist studi attentamente location, prodotti e allestimento. Dopodichè, in base all’obiettivo, selezionerà la musica più adatta per far sentire il cliente a proprio agio, influenzandone in positivo lo stato d’animo. Più ci si sente bene in un determinato luogo, infatti, più è probabile che aumenti il tempo di permanenza e, di conseguenza, la possibilità di acquistare e di ritornare proprio in quel supermercato per replicare l’esperienza”.

L’importanza del ritmo
Sebbene la musica negli store sia soggetta a variazioni a seconda del target cui ci si riferisce – più stimolante e movimentata per un pubblico giovane, più rilassante e calma per un pubblico più adulto – nei supermercati, frequentati da persone di tutte le età, si ha una predominanza di musica calma e sommessa, per rallentare il ritmo e non mettere fretta. L’obiettivo è di sollevare il morale dopo una giornata frenetica, offrendo un momento di pausa dalle preoccupazioni e quindi portare non solo all’acquisto ma anche alla fidelizzazione del cliente. Inoltre i grandi negozi puntano sulla musica di qualità, diversificandola in base alla località e al periodo dell’anno.

Può essere una buona strategia inoltre diversificare la musica in base all’obiettivo da raggiungere o al tipo di prodotto e di location e qui il ritmo dei brani può fare la differenza. I pezzi più veloci, spesso anche i più allegri, con il loro effetto stimolante incentiveranno i clienti a percorrere aree più ampie dei negozi e raggiungere facilmente un maggior numero di prodotti, rendendo quindi più agile l’acquisto. Un ritmo più lento, invece, si combina meglio con un’atmosfera di relax, tipica dei supermercati d’alta gamma, in cui la merce è più costosa e necessita quindi di un tempo di permanenza maggiore per il suo acquisto.

Mattino, pomeriggio o sera: una musica per ogni momento della giornata
Un’altra variabile di cui è importante tenere conto, oltre al ritmo, è l’ora del giorno in cui si trasmette un determinato brano. Al mattino si ha bisogno di maggiore vitalità, per questo la selezione musicale è di solito più veloce ed energica, per esempio, il genere Sunny Beat Mood è ideale per stimolare i clienti assonnati. Si sconsiglia invece la musica ad alto volume, perché può avere l’effetto opposto, ovvero affaticare o respingere ancora di più i consumatori provocandone l’allontanamento prima di aver concluso l’acquisto. Nel pomeriggio invece, essendo i clienti più tranquilli e con maggiore tempo a disposizione, è ideale un tipo di musica più lenta (Mellow, Warm, Feel Good). Nel tardo pomeriggio o durante le ore serali, si verifica il più grande assembramento di persone: per velocizzare quindi il traffico dei clienti da un lato e dare emozioni positive alla fine della giornata, la scelta ricadrà su pezzi più ritmici ma non eccessivamente veloci (Exiting Mood, Groovy Mood).

Non tutta la musica fa bene alla nostra spesa: qual è meglio evitare?
Può essere capitato a chiunque di avvertire disagio in un determinato luogo, mentre si facevano acquisti. L’impulso, probabilmente, è stato quello di allontanarsi il prima possibile, senza un’apparente motivazione: una delle cause potrebbe essere proprio la musica trasmessa in quel momento. I brani in cui sono predominanti i toni bassi, infatti, evocano tristezza, rendono nervosi e di cattivo umore e non creano le condizioni adatte affinché il cliente si senta tranquillo e al sicuro durante i propri acquisti. Per questo, sono altamente sconsigliati. Inoltre, la musica nota che possiamo canticchiare, se da un lato allieta l’esperienza di shopping, dall’altro può distrarre e disincentivare l’acquisto. Secondo uno studio commissionato da Rehegoo ed effettuato da MRC Data nel 2021, infatti, più la musica è nota e rispecchia i nostri gusti, maggiore è la possibilità che l’esperienza di shopping non sia efficace. Le melodie più conosciute, infatti, tendono a catturare l’attenzione dell’ascoltatore, deconcentrandolo e distogliendolo da tutto il resto.

Paolo Cetorelli è il nuovo Presidente di ESD Italia

Nel corso dell’Assemblea dei Soci di ESD Italia svoltasi pochi giorni fa, è stato nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione. Paolo Cetorelli di CediGros (Selex) è il nuovo Presidente e prende il posto di Harald Antley, Presidente dal 2021 che ha lasciato la carica lo scorso aprile contestualmente all’uscita da Aspiag Service di cui era Amministratore Delegato. I consiglieri nominati sono invece: Dario Brendolan (Selex), Paul Klotz (Aspiag), Paolo Orrigoni (Agorà Network), Francesco Pomarico (Selex), Maniele Tasca (Selex); nei ruoli di vice-presidenti Marcello Cestaro (Selex) e Sergio Reale (Acqua & Sapone). Maniele Tasca è stato confermato Consigliere Delegato.

“Sono onorato dell’incarico ricevuto e convinto dell’importante ruolo che ESD Italia riveste per le imprese mandanti” ha commentato il Paolo Cetorelli. “Stiamo registrando buoni risultati ma rimane la forte preoccupazione per il contesto inflattivo che non sembra attenuarsi ed ha già determinato erosione del potere d’acquisto e calo dei consumi”.

L’Assemblea ha offerto anche l’occasione per commentare i risultati dei primi mesi del 2023 durante i quali la compagine ESD ha registrato una crescita del +14,1%, con un differenziale di oltre 3 punti percentuali rispetto alla concorrenza, e una quota di mercato del 23,4%, che ne conferma la leadership tra le centrali (Fonte Circana – canali I+S+St+Disc+Drug+C&C).

Con una rete di punti di vendita di oltre 5.880 unità, ESD Italia è cresciuta in questi 22 anni grazie ad un’alleanza di lungo periodo tra aziende imprenditoriali di qualità e affidabilità commerciale, economica e finanziaria.

Ritirata dal commercio l’imitazione della cioccolata Pepitas Pernigotti

Pernigotti e Walcor hanno vinto un contenzioso legale per un’imitazione delle confezioni delle barre di cioccolato “Pepitas”. Il Tribunale di Roma ha infatti accolto le domande d’urgenza promosse dalle due società, recentemente acquisite da JP Morgan, contro un noto operatore italiano del settore dell’industria dolciaria accusato di aver prodotto e messo in commercio confezioni di barre di cioccolato con nocciole intere (rispettivamente di cioccolato fondente e di gianduia al latte) con una veste grafica confondibile con quella dei prodotti originali a marchio “Pepitas Pernigotti”.

Per questo motivo, con provvedimento in via cautelare, il giudice Laura Centofanti ha inibito all’operatore in questione l’uso delle confezioni dei prodotti dolciari oggetto di contestazione e di confezioni similari. Inoltre è stato ordinato il ritiro dal commercio dei prodotti recanti tale confezionamento e del relativo materiale promozionale. Per ogni prodotto eventualmente commercializzato, in violazione del provvedimento inibitorio, l’ordinanza impone anche una penale.

Pur in assenza di una contestuale contraffazione del marchio, il Tribunale di Roma ha ritenuto integrata la condotta anticoncorrenziale rispetto ai prodotti a marchio “Pepitas Pernigotti”. Il packaging del concorrente, secondo quanto concluso dal giudice Centofanti, presentava infatti caratteri di evidente similitudine e con caratteristiche del tutto analoghe, tali da far ritenere che costituisse un’imitazione servile e potesse creare confusione tra i rispettivi prodotti delle parti. Il provvedimento non è stato oggetto di reclamo nei termini di legge da parte dell’operatore coinvolto.

“Siamo naturalmente molto soddisfatti dall’esito di questo procedimento, che ha posto un freno alla condotta anticoncorrenziale perpetrata ai danni di Walcor e Pernigotti”, commenta Luigi Leonetti, direttore commerciale di Pernigotti e Walcor. “Anche per il futuro, la nostra strategia sarà di tutelare e difendere in ogni sede, sempre e ovunque, i nostri brand e asset commerciali, con tolleranza zero rispetto ad ogni tentativo di emulazione o plagio in Italia e all’estero”.

Emergenza settore carni e salumi, Assica chiede al Governo di ridurre l’iva al 4%

Attraverso una tavola rotonda organizzata a Roma negli scorsi giorni, Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi) ha attuato un confronto con tecnici e politici per trovare soluzioni e percorsi condivisi che permettano al settore di reagire alla difficile situazione attuale, testimoniata dai dati 2022 (-2,2% sui volumi della produzione e – 2,1% nel consumo apparente pro-capite in Italia) e di concentrarsi sulle priorità, su tutte come restituire marginalità alle aziende e contrastare la peste suina africana.

Pietro D’Angeli, Presidente dell’Associazione, ha indicato possibili interventi concreti a disposizione del Governo per dare un segnale immediato alle aziende: “chiediamo con forza di ridurre l’IVA sui nostri prodotti dal 10 al 4%, una misura che darebbe ossigeno sia ai produttori, i cui margini sono oggi compressi come mai accaduto prima, che ai consumatori, il cui potere di acquisto è sempre più ridotto. È un provvedimento che si potrebbe adottare da subito, equiparando il nostro settore ad altri dell’agroalimentare in cui l’IVA al 4% è già applicata”.

Come seconda indicazione, D’Angeli ha suggerito l’internazionalizzazione quale possibile via per dare respiro alle aziende nel breve periodo. “Il made in Italy alimentare è un vanto e un pilastro dell’economia nazionale, e il settore dei salumi è determinante. L’impegno delle nostre aziende per crescere e internazionalizzarsi non conosce battute d’arresto. Sul fronte dell’offerta, abbiamo continuato ad ampliare le gamme e innovare prodotti per rispondere all’affermazione di trend di consumo sempre più attenti all’autenticità, a un regime alimentare equilibrato e vario e alla sostenibilità, nel rispetto della nostra grande tradizione alimentare. Dobbiamo favorire l’internazionalizzazione, in particolare delle PMI, aiutandole a crescere per cogliere il grande potenziale ancora inespresso del nostro export e rispondere alla voglia di mangiare italiano diffusa in tutto il mondo”.

Un appello prontamente rilanciato dal Min. Adolfo Urso Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), intervenuto al convegno, che ha ricordato la nuova fase di politica di sviluppo industriale che il Paese sta affrontando e le buone prospettive di crescita per l’Italia. “Il tavolo agro-industriale che abbiamo costituito con il MASAF in maniera sinergica e dove siedono, oltre ad Assica, le associazioni che esprimono l’intero settore, rappresenta il contesto istituzionale ideale per elaborare un piano di filiera che, insieme agli altri piani di settore, dia una nuova prospettiva industriale al Paese. Sempre in accordo con il Ministro Lollobrigida stiamo inoltre portando avanti un decreto interministeriale che riguarda anche direttamente il settore carne e i prodotti di salumeria, perché al classico slogan dei prodotti made in Italy “belli, buoni e ben fatti” si aggiunga ora anche “sempre più sostenibili”, sul piano etico e sul piano ambientale“.

In merito all’intervento sulla Peste Suina Africana invece, il Presidente uscente di Assica, Ruggero Lenti, ha ricordato come sia “essenziale che la battaglia alla diffusione della PSA si combatta oltre che sul fronte dell’eradicazione e delle barriere sanitarie anche dal punto di vista negoziale, per riaprire il dialogo con Paesi che al momento hanno chiuso in maniera ingiustificata le importazioni ai nostri prodotti”.

Il convegno è stato anche l’occasione di presentare in anteprima due importanti ricerche commissionate da Assica: la prima è focalizzata sulla distribuzione del valore lungo la filiera, la seconda è invece dedicata alla sostenibilità.

Prezzi più alti e carrelli più vuoti: come cambia la shopping strategy degli italiani

L’effetto congiunto dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita ha costretto gli italiani a riconfigurare la shopping strategy ma in modo differenziato in funzione delle tipologie di prodotti e della capacità di spesa. A testimoniarlo è la nuova edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, il report semestrale che analizza l’andamento delle vendite di quasi 133 mila prodotti di largo consumo, tra food & beverage, petcare, cura casa e cura persona.

«La storica e radicata difesa della qualità del cibo messa in atto dagli italiani ha faticato a reggere l’urto dei fenomeni così impattanti che hanno caratterizzato gli ultimi 12 mesi» spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Sono aumentati i prezzi e si è cominciato a vedere in modo netto come siano diminuiti i volumi, anche se in maniera diversa fra fasce di prezzo, con quella più bassa che ha mostrato la maggior sofferenza».

L’Osservatorio Immagino ha approfondito il tema della convenienza in un ampio e dettagliato dossier e ha anche verificato l’impatto di questo comportamento all’interno dei suoi 12 panieri di consumo. Scoprendo, così, che non tutti i prodotti hanno subìto dei tagli nelle quantità acquistate. «Tra i principali panieri analizzati dall’Osservatorio Immagino i claim relativi al basso tenore di zuccheri, alla ricchezza in proteine e all’assenza di lattosio hanno aumentato le vendite anche in volume e non solo a valore. Evidentemente le caratteristiche di questi prodotti sono talmente importanti per i consumatori da non modificarne i comportamenti di acquisto». L’Osservatorio Immagino ha individuato e misurato altri claim e certificazioni che sono andati controcorrente nel 2022, riuscendo a crescere a volume, e li ha raccontati nelle sue 96 pagine, che offrono un quadro unico per completezza e dettaglio del largo consumo in Italia.

I contenuti della tredicesima edizione dell’Osservatorio Immagino

Questa edizione dell’Osservatorio Immagino ha monitorato l’evoluzione della composizione e delle vendite, in valore e volume, di 12 panieri, tra food e non food, che rappresentano altrettanti fenomeni e tendenze di consumo.

Nel food:

Italianità: 25.409 prodotti, 8 tra claim, icone e indicazioni geografiche europee, per 10,4 miliardi di euro di sell-out. Trend annuo: +6,1% a valore, -5,0% a volume.
Free from: 13.951 prodotti, 16 claim riferiti alla minore presenza o all’assoluta assenza di un nutriente, 7,5 miliardi di euro di sell-out. Trend annuo: +6,0% a valore, -5,2% a volume.
Rich-in: 10.091 prodotti, 12 claim riferiti alla presenza in assoluto o in forma maggiore di un composto nutrizionale, 4,4 miliardi di euro di sell-out. Trend annuo: +7,8% a valore, -3,6% a volume.
Intolleranze: 10.736 prodotti, 6 tra claim e certificazioni, 4,6 miliardi di euro di sell-out. Trend annuo: +6,0% a valore, -3,3% a volume.
Lifestyle: 12.892 prodotti, 6 tra claim e certificazioni, 3,8 miliardi di euro di sell-out. Trend annuo: +3,3% a valore, -7,9% a volume.
Loghi e certificazioni: bollini, indicazioni e claim che forniscono garanzie precise, come la bandiera del paese d’origine (19.146 prodotti), il logo EU Organic (8.293) o le certificazioni in materia di Corporate Social Responsibility, come Fairtrade, Friend of the sea, FSC e Sustainable cleaning (quasi 12 mila).
Ingredienti benefici: 13.145 prodotti, 36 ingredienti benefici suddivisi in sette famiglie, 4,1 miliardi di euro di sell-out. Trend annuo: +7,8% a valore, -4,7% a volume.
Metodo di lavorazione: 3.756 prodotti, 9 tecniche produttive, 1,2 miliardi di euro di sell-out. Trend annuo: +7,5% a valore, -5,2% a volume. 
Texture dei prodotti: 7.213 prodotti, 11 claim o caratteristiche relativi alla loro consistenza, 3,4 miliardi di euro di sell-out. Trend annuo: +6,1% a valore, -7,7% a volume.
Petcare: 4.715 prodotti, 32 tra claim e certificazioni, 1,0 miliardo di euro di sell-out. Trend annuo: +10,9% a valore, -3,5% a volume.

Nel non food:

Cura casa green: 1.842 prodotti, 7 claim relativi alla loro sostenibilità ambientale, 552 milioni di euro di sell-out. Trend annuo: +19,3% a valore, -2,2% a volume.
Cura persona: i numeri del mondo health&beauty dai 6.798 prodotti che richiamano in etichetta tre benefici funzionali (più di 1 miliardo di euro di sell-out, +5,7% a valore e -4,2% a volume rispetto al 2021) alle 22.344 referenze che presentano on pack i 34 claim più significativi del free from, del rich-in e della naturalità nel mondo dei prodotti per la cura personale.

A completare la fotografia dei consumi, l’Osservatorio Immagino propone i due consueti approfondimenti sulla sostenibilità comunicata in etichetta:
Barometro Sostenibilità: 36.067 prodotti, 35 tra claim e certificazioni relative a quattro aree (management sostenibile delle risorse, agricoltura e allevamento sostenibili, responsabilità sociale, rispetto degli animali), 15,5 miliardi di euro di sell-out. Trend annuo: +8,6% a valore, -4,3% a volume.
Packaging green: la mappatura delle informazioni sulla riciclabilità dei packaging presenti sulle etichette dei 132.829 prodotti monitorati.

Per scaricare gratuitamente la tredicesima edizione dell’Osservatorio Immagino: osservatorioimmagino.it

Apicoltura Piana compie 120 anni e continua a investire in sostenibilità

Apicoltura Piana celebra 120 anni di attività. L’azienda nasce infatti nel 1903 a Castel San Pietro Terme, nel bolognese, quando il professor Gian Pietro Piana, docente universitario, si trasferì da Milano. Qui, con il figlio, iniziò a studiare le api rendendosi conto delle particolari doti delle api italiane, più docili e produttive delle parenti europee. In pochi anni Apicoltura Piana è diventata una delle maggiori aziende italiane del settore grazie all’attività di allevamento ed esportazione di api regine e alla produzione di miele. Negli anni ’90 l’azienda si posiziona definitivamente ai vertici del comparto del miele grazie a una crescita significativa dei volumi e del fatturato, rimanendo tuttora leader di settore.

Con un fatturato che supera i 23 milioni di euro e 5 mila tonnellate di miele lavorate ogni anno, oggi Apicoltura Piana è un punto di riferimento nel mondo apistico. Oltre ad allevare le api regine, lavora e confeziona miele, proponendo semilavorati e prodotti finiti in diversi formati e tipologie floreali, sia a marchio-proprio (Piana Miele) che per conto di terzi. Grazie all’ampia offerta e alla massima attenzione che dedica alla selezione e al controllo qualità in ogni fase della produzione, garantisce prodotti di alto livello, specifici per ogni settore del mercato: dalla GDO all’ Horeca fino ai canali commerciali specializzati.

L’azienda rispetta l’ambiente, supporta il benessere delle api e valorizza la tracciabilità del miele ma, soprattutto, investe in ricerca e innovazione tecnologica con il progetto Melixa System, un avanzato sistema di monitoraggio in tempo reale e da remoto dello stato dell’apiario, senza interferire con l’attività delle api. Per rispondere invece alle esigenze dei consumatori sempre più sensibili anche ai temi della sostenibilità, l’azienda ha aggiornato la rivoluzionaria linea Squeeze, con i nuovi pack in polietilene (PET) riciclato al 50% riducendo significativamente l’impatto della confezione sull’ecosistema. Il mercato ha accolto molto bene la novità registrando un significativo +100% nelle vendite già nei primi sei mesi del 2023 rispetto all’anno precedente. La linea Squeeze comprende i gusti Acacia, Millefiori, Millefiori di filiera italiana e Millefiori con Pappa Reale.

“Siamo orgogliosi della nostra storia e vogliamo continuare a crescere e investire, sia in nuovi prodotti sia in ricerca e sviluppo. Per il futuro abbiamo in serbo tante iniziative che ci permetteranno di rispondere alle esigenze di un consumo sempre più attento e sostenibile, coniugando la valorizzazione delle migliori materie prime all’attenzione degli equilibri del nostro pianeta, come ad esempio la scelta di utilizzare Melixa System, una tecnologia che monitora in tempo reale la produzione e le condizioni dell’arnia, senza interferire con il benessere delle api. Stiamo anche lavorando su un nuovo progetto di filiera che valorizza i mieli tracciati e garantiti, di origine 100% italiana. Abbiamo una visione chiara e coerente dell’azienda, anche a supporto di un ecosistema che ha bisogno delle nostre cure e, soprattutto, delle api, messe sempre più a rischio estinzione”, ha dichiarato Massimo Mengoli, Amministratore Delegato Apicoltura Piana.

Alessandro d’Este è il nuovo Presidente di GS1 Italy per il triennio ’23-’25

Alessandro d’Este è il nuovo Presidente di GS1 Italy, l’associazione che riunisce 40 mila imprese di beni di consumo che condividono sistemi, soluzioni, servizi e osservatori per migliorare gli scambi di informazioni tra le imprese della supply chain, aumentare l’efficienza dei processi aziendali, adottare scelte sostenibili e arricchire i rapporti con i consumatori.

Per il triennio 2023-2025, al fianco di Alessandro d’Este lavoreranno tre nuovi Vice Presidenti di GS1 Italy: Francesco Del Porto, president region Italy del Gruppo Barilla, per l’Industria, Maura Latini, amministratrice delegata di Coop Italia, e Maniele Tasca, direttore generale di Selex Gruppo Commerciale, per la Distribuzione.

«Sono molto lieto di assumere questo ruolo in GS1 Italy. Ringrazio sia la parte industriale che quella distributiva per la fiducia che mi hanno accordato e mi impegno sin da ora ad essere il Presidente di tutti, con l’obiettivo di portare avanti un programma di lavori il più fattivo possibile. Ringrazio, inoltre, il past president Francesco Pugliese per l’ottimo lavoro svolto» ha dichiarato Alessandro d’Este.

Alessandro d’Este si è laureato a Firenze in Economia e ha concluso corsi post-universitari in General management presso la Emory University, l’INSEAD e la Cranfield University. Ha percorso esperienze in alcune industry: retail, FMCG e prodotti durevoli, nelle funzioni Marketing, Sales e Supply Chain, in Europa, USA e Asia. Ha raggiunto Ferrero, dal gennaio 2016, come presidente e amministratore delegato della Società Commerciale Italiana. Da giugno 2020 a giugno 2023 è stato presidente di IBC.

Carrefour inaugura a Milano il primo flagship store Terre d’Italia

Carrefour Italia ha inaugurato in Piazza De Angeli a Milano il flagship Terre D’Italia che offre una selezione di proposte regionali e di vini a marchio Terre D’Italia pensate per uno dei momenti preferiti dai milanesi: l’aperitivo.

Lo spazio comprende un dehor esterno con 30 posti a sedere dove poter assaporare taglieri, taralli e vini del territorio italiano. Lo spazio interno invece, di circa 50 mq, vanta un’importante sezione dedicata all’enoteca, con 15 vini in mescita a rotazione. I clienti avranno inoltre la possibilità di scegliere tra le numerose bottiglie esposte quale consumare durante il momento dell’aperitivo.

Carrefour ha fornito momenti di formazione riguardanti anche la qualità e le caratteristiche dei prodotti venduti all’interno del nuovo store. Ai collaboratori infatti è stata data l’opportunità di andare in visita presso i fornitori di vini e formaggi per conoscere bene l’intero assortimento, anche attraverso degustazioni dedicate. Di grande importanza è stata la formazione sul campo effettuata all’interno dei bar presenti nei punti vendita Carrefour. In questo modo, le risorse hanno avuto l’occasione di comprendere le dinamiche di questa realtà, dando anche vita, durante un’attività di team building, a un nuovo delizioso cocktail: il De Angeli (Cocktail a base Gin, Bitter, Succo Pompelmo, Lime, Agave, Menta), che si potrà sorseggiare proprio all’interno del nuovo flagship Terre D’Italia e che mette insieme ingredienti che rappresentano il carattere di ogni persona del team.

“Con l’apertura del flagship Terre D’Italia, Carrefour continua a raccontare l’italianità attraverso le eccellenze eno-gastronomiche della Penisola anche durante l’aperitivo” ha dichiarato Bruno Moro, Direttore Merci di Carrefour Italia. “I dati di vendita ci confermano che i prodotti Terre D’Italia sono molto apprezzati dai nostri clienti, comprese le ultime novità come la Pinsa fresca e il Franciacorta Saten Filari del Lago, e nei prossimi mesi saranno disponibili nuovi prodotti eno-gastronomici. Con l’ampliamento dell’offerta Terre D’Italia e l’apertura del flagship a Milano, ci impegniamo per soddisfare i gusti di tutti portando i sapori della tradizione italiana a tavola”.

Situato in una delle zone di maggior espansione del capoluogo lombardo, il flagship Terre d’Italia offre la possibilità di sorseggiare un bicchiere di vino assaporando specialità della tradizione italiana, come il Prosciutto di Parma DOP 24 mesi e la Mozzarella di Gioia del Colle DOP di latte vaccino. Mentre la selezione di prodotti gastronomici è pensata per accompagnare le degustazioni dei vini nel momento dell’aperitivo, durante l’orario del pranzo sono previsti anche risotti e altre pietanze.

Il primo flagship Terre D’Italia è aperto dal lunedì alla domenica, dalle 10:00 alle 22:00, e si trova a Milano, in Piazza De Angeli, angolo Via Privata dei Martinitt 3. Proprio in Piazza De Angeli, Carrefour sta portando avanti un progetto di riqualificazione della fermata della metro attigua al negozio, con l’obiettivo di rendere più pulita e gradevole l’intera area.

Volge al capolinea la collaborazione tra Gruppo VéGé e Carrefour Italia

Alla fine del 2023 Gruppo VéGé e Carrefour Italia non rinnoveranno l’attuale accordo di collaborazione nell’ambito di Aicube 4.0, la centrale d’acquisto nata nel 2019. Sino a dicembre saranno mantenuti sia gli impegni in essere, già stipulati con i partner dell’industria di marca, che eventuali accordi ancora in corso di definizione. Resterà invariata inoltre la collaborazione con l’industria di marca in merito a trends e dati sul consumo, in modo da indirizzarne ancora sinergicamente la crescita. Per il futuro, in ogni caso, Gruppo VéGé e Carrefour Italia si riservano di valutare eventuali nuove modalità di collaborazione in un’ottica di maggior efficacia.

“La partnership stretta con Carrefour nella creazione di Aicube 4.0 è stata un’esperienza di cui andare fieri” commenta Giovanni Arena, Presidente di Gruppo VéGé. “Insieme abbiamo dato il via ad una collaborazione che si è dimostrata solida e proficua mettendo a frutto il meglio delle esperienze acquisite in questi anni nel costruire una realtà in grado di portare vera innovazione nella distribuzione moderna. Gruppo VéGé proseguirà il suo percorso evolutivo secondo i dettami inseriti nel Piano VéGé 2030, puntando sul rafforzamento delle proprie imprese, crescita per acquisizioni, forte digitalizzazione, consolidamento delle attività nell’ambito della sostenibilità e marcata innovazione di format”.

“Siamo felici di aver compiuto questo percorso insieme a Gruppo VéGé in questi cinque anni” aggiunge Christophe Rabatel, Amministratore delegato di Carrefour Italia. “Questa esperienza è una dimostrazione del pieno radicamento di Carrefour in Italia e confermiamo il nostro impegno in questo senso: continueremo a lavorare per creare valore insieme per tutti i nostri partner, anche grazie alle importanti sinergie su cui un Gruppo internazionale come il nostro può contare”.

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