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Buoni Pasto, c’è l’accordo tra Satispay e Carrefour

Satispay amplia la sua rete di accettazione nella grande distribuzione portando i Buoni Pasto Satispay nei negozi Carrefour. L’azienda li accetterà quindi come metodo di pagamento all’interno dei suoi punti vendita sparsi sul territorio nazionale attraverso un piano progressivo di roll out che si completerà nei primi mesi del 2025. Per offrire un’esperienza fluida nell’utilizzo, sarà possibile trovare lo shop Carrefour più vicino attraverso il filtro Buoni Pasto direttamente sull’app Satispay del lavoratore.

Il gruppo Carrefour, che sta adottando un approccio sempre più digitale, centrato sul cliente e sull’omnicanalità, mira a ottimizzare processi operativi e modelli di creazione del valore in tutti gli aspetti del suo business. Entro il 2026 vuole infatti diventare la prima Digital Retail Company e ha trovato nella tech company unicorno un partner per raggiungere questo importante obiettivo.

“Siamo particolarmente orgogliosi di annunciare questo accordo con Satispay, che ci permetterà di proseguire nel nostro impegno quotidiano per garantire ai consumatori un’esperienza di acquisto sempre più semplice, intuitiva e omnicanale, in linea con l’obiettivo di diventare una Digital Retail Company. La collaborazione con Satispay ci permetterà di portare innovazione nel mondo dei buoni pasto e di dare la possibilità ai nostri clienti di utilizzare i loro buoni pasto digitali, vivendo la spesa quotidiana in modo smart e veloce” commenta Marco Schiavi, Head of Finance & Treasury – Finance Director di Carrefour Italia.

I buoni pasto, totalmente digitali, saranno caricati automaticamente su una sezione dedicata nell’app Satispay del lavoratore. Il pagamento potrà avvenire utilizzando sia il buono pasto che l’eventuale importo extra prelevato dal wallet personale. Un processo fluido e veloce come un normale pagamento effettuato con l’app Satispay che velocizza l’operazione alla cassa e permette di utilizzare i buoni anche nei giorni festivi e che avrà una durata di un anno.

Largo consumo, cresce la spesa per igiene, cura casa e snacking

Nel terzo trimestre del 2024 la spesa degli italiani per i beni di largo consumo e per i prodotti tecnologici e durevoli è cresciuta del +3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tra le categorie che evidenziano una costante crescita si confermano i prodotti indicati per l’igiene personale (+7,5% vs Q3 2023), per l’infanzia (+4,6%) e per la cura della casa (+3,7%), che segnano un aumento a volume, contrariamente alla tecnologia di consumo, che registra una leggera flessione rispetto allo scorso anno (-0,2%). A rivelarlo è il Barometro dei Consumi di NIQ – The NIQ Retail Spend Barometer – che unisce i dati di NielsenIQ (NIQ) e GfK per misurare il giro d’affari dei prodotti del largo consumo, dei beni tecnologici e durevoli acquistati negli store in Italia.

Il Barometro dei Consumi di NIQ offre dunque una panoramica completa della spesa nel settore FMCG (prodotti alimentari, deperibili, cura della casa e della persona) e nel settore T&D (beni di consumo tecnologici, elettrodomestici, fai da te, mobili per la casa e automotive) in Italia. Lo studio basato su dati reali di vendita, unico nel suo genere, analizza big data trasversali sia per categorie sia per canali. Il Barometro dei Consumi è pubblicato con cadenza trimestrale per fornire una prospettiva concreta e completa sulle priorità di spesa delle famiglie.

Il settore dei beni di largo consumo torna a crescere nel terzo trimestre 2024
Superati i 32 miliardi di euro tra luglio e settembre: la crescita del +2,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno testimonia la ripresa del settore dei beni di largo consumo in Italia, anche in termini di volumi. Con un fatturato di oltre 11 miliardi (+2,8% vs Q3 2023), il fresh food rappresenta il comparto più importante per fatturato, seguito dagli ambient food, ovvero i prodotti confezionati da scaffale, con un fatturato di 6 miliardi (+2,7%) e i prodotti dairy, latticini e derivati, che segnano quasi 4 miliardi di ricavi (+1,6%). I comparti personal care (+7,5%), homecare (+3,7%), snacking (+5,6%) e baby care (4,6%) sono invece quelli che hanno registrato le crescite più significative, raggiungendo rispettivamente circa 2 miliardi, 1,6 miliardo, 1 miliardo e 241 milioni di euro.

“Nel terzo trimestre dell’anno il largo consumo ha fatto registrare una crescita dei fatturati pari al +2,9 % per la totalità dei canali retail. Un dato molto positivo, superiore rispetto alle aspettative, e caratterizzato da una ripresa dei volumi e un progressivo rientro del fenomeno inflattivo. Il miglioramento degli indicatori delle vendite dei prodotti del largo consumo va analizzato in un contesto macroeconomico che continua ad evidenziare elementi di debolezza e può essere ricondotto a scelte degli italiani che premiano i consumi domestici a scapito del consumo fuori casa, oltre che agli effetti positivi generati dalle azioni di Governo a sostegno della capacità di spesa per le famiglie in difficoltà” ha commentato Romolo De Camillis, Retailer Director NIQ Italia.

I dati del terzo trimestre 2024 per il mercato tech & durable
In Italia, nel terzo trimestre del 2024 il mercato dei beni tecnologici e durevoli (T&D) ha visto un netto cambio di passo rispetto al periodo luglio – settembre 2023, segnando una decisa crescita del +5,8% del fatturato, che si attesta sui 13,6 miliardi di euro. In particolare, il settore dell’home improvement – che include arredamento e fai-da-te – segna un ricavo nel terzo trimestre di quasi 7 miliardi con un +11,1% vs Q3 2023. Da notare anche la performance degli elettrodomestici che, grazie all’aumento del +6,4%, hanno raggiunto gli 1,7 miliardi.

“Dopo molti trimestri di difficoltà i beni durevoli hanno sviluppato una crescita del +5,8%. Questa performance molto robusta è stata trainata dal settore home improvement e in particolare dalle vendite di arredamento. Tutto questo comparto, fra cui soprattutto le cucine, così come gli elettrodomestici, stanno godendo ancora degli ultimi mesi in cui sono presenti gli incentivi statali per la loro sostituzione. La crescita di questi settori ha portato tutto il comparto dei beni durevoli in un terreno nettamente positivo che non si vedeva da inizio 2023” ha detto Ivano Garavaglia, CS Retail Lead & RV Sales Deputy NIQ Italia.

Magnifica Rotonda conquista la Gdo e viene premiata da Gambero Rosso

Magnifica Rotonda è tra le migliori pizze surgelate d’Italia. A dirlo è il Gambero Rosso che ha eletto i 9 prodotti migliori su 37 in lizza, degustati “alla cieca” da esperti pizzaioli e degustatori presso la Gambero Rosso Academy. La pizza Magnifica Rotonda ha conquistato il quarto posto confermandosi così tra le migliori sul mercato italiano.

A caratterizzare Magnifica Rotonda sono materie prime di alta qualità, nessun additivo e lista degli ingredienti cortissima, fatta di farina di grano tenero, lieviti naturali, pomodoro italiano e vera mozzarella fiordilatte e basilico. La pizza artigianale viene realizzata attraverso un impasto ad alta idratazione e lunga lievitazione (fino a 48 ore) e stesa esclusivamente a mano.

Tutto nasce nel 2021, quando un gruppo di professionisti nel campo alimentare accomunati da una lunga amicizia e dal fatto di aver militato nella squadra di baseball di Cupramontana, decidono di intraprendere una nuova attività dedicata alla pizza artigianale. La società prende il nome di Terza Base, proprio in relazione alla comune esperienza sportiva, mentre la pizza è la Magnifica Rotonda, ispirata alla rotonda a mare di Senigallia, simbolo della città dove si trova lo stabilimento produttivo e da dove parte l’avventura imprenditoriale di Alessandro Coppari, presidente della società e pizzaiolo.

“Dopo una serie di panel d’assaggio, abbiamo valutato che c’era uno spazio per una pizza di qualità nel settore dei surgelati della grande distribuzione organizzata – spiega Giacomo Bartoloni, ad della società Terza Base -. Abbiamo quindi sviluppato insieme una linea di pizza surgelata di alta qualità con l’obiettivo di far trovare tra gli scaffali dei supermercati un prodotto che rendesse davvero onore al piatto più buono e italiano che ci sia, ricreando l’esperienza della pizza buona come in pizzeria, anche a casa tua”.

La squadra manageriale oggi è composta dai sei soci: Giacomo Bartoloni, Alessandro e Alessio Coppari, Luigi Gagliardini, Giovanni Pantaleoni e Massimo Romani. Grazie all’esperienza del gruppo imprenditoriale, in breve tempo la società ha messo su un team di quindici collaboratori specializzati del territorio e a distanza di appena due anni dal lancio sul mercato arriva a produrre cinquemila pizze al giorno.

“Grandi soddisfazioni sono arrivate dagli inserimenti nelle principali catene della grande distribuzione organizzata in tutta Italia e ora un’ulteriore conferma arriva dal riconoscimento del Gambero Rosso che ha messo un sigillo importante nella conferma della qualità di un prodotto che spicca sulla media qualitativa del mercato, dominato da grandi produttori – continua Bartoloni -. I nostri obiettivi sono ambiziosi e riguardano sia l’Italia, sia l’estero, in particolare gli USA e l’Europa. Stiamo sviluppando una linea per i canali di vendita Horeca e food service, con una strategia export che coinvolgerà entrambi i nostri marchi: Terza Base e Magnifica Rotonda” conclude l’ad di Terza Base.

Nonno Nanni, arriva un packaging natalizio in limited edition

Un pack speciale in edizione limitata con Babbo Natale: è la novità di Nonno Nanni, in previsione delle prossime festività. Nei prodotti più rappresentativi del brand si troverà quindi l’immagine di Babbo Natale, accompagnata da un augurio: un tocco speciale e un gesto di vicinanza verso tutti gli estimatori dei prodotti Nonno Nanni.

Da antipasti raffinati a proposte sostanziose, sono diverse le ricette che Nonno Nanni ha in serbo per questa ricorrenza, come ad esempio quelle a base del prodotto di punta dell’azienda, lo stracchino: un formaggio che unisce tutti, grandi e piccini, grazie alla sua consistenza morbida e al suo gusto avvolgente.

La ricetta: polenta con stracchino Nonno Nanni, pere e noci

Ingredienti per 4 persone:

250 gr di polenta precotta a mattonella
250 gr di stracchino Nonno Nanni
3 pere william o a vostro piacimento con una maturazione adeguata al consumo
noci, pepe e origano fresco q.b

Procedimento:

Tagliare la polenta precotta a rettangoli e grigliarla su una bistecchiera o su una superficie simile. Prendere lo Stracchino e spalmarlo sulla polenta, decorare con pere, noci, pepe e origano fresco.

Riapre l’Eurospar di Cosenza: ora ci sono solo casse automatiche

Dopo un importante progetto di restyling, si riaprono le porte dell’Eurospar di Cosenza, in Viale degli Alimena 58. Una delle novità più significative dello store è la presenza di sole casse automatiche, per velocizzare la shopping experience e rendere minimi i tempi di attesa, tramite pochi e semplici passaggi, coadiuvati in caso di bisogno dagli addetti. Si tratta del primo punto vendita in tutta la rete di vendita ad avere esclusivamente le casse self service.

Rinnovati e ammodernati tutti i reparti, più accoglienti, moderni, dotati di tutto l’assortimento e dei servizi per il consumatore, affidati a una squadra di venti addetti di cui tre nuovi assunti. Il reparto ortofrutta presenta una grande varietà di prodotti freschi e anche in buste, già pronti da consumare. Punti di forza del nuovo punto vendita sono i reparti pescheria e macelleria dove è possibile trovare una grande varietà di specialità fresche e controllate. Ampio assortimento anche nel reparto salumi e formaggi.

Massima pure l’attenzione per la riduzione dell’impatto ambientale: l’Eurospar è dotato di impianti di illuminazione a LED e del freddo a CO2, che sfruttano una tecnologia di refrigerazione di ultima generazione, consentendo l’efficientamento energetico ed elevati standard di sicurezza e affidabilità.

“Il progetto di remodelling in Calabria ci sta regalando grandi soddisfazioni. Il piano industriale di restyling ha restituito alla rete punti vendita più moderni, efficienti, in grado di offrire un servizio di alta qualità per i nostri consumatori” ha commentato Pippo Cannillo, Amministratore Delegato di Maiora.

La Mdd domina il mercato mediterraneo ma si prevede un calo nel 2025

A sostenere il settore del largo consumo nei mercati EMEA sono Spagna e Italia, dove il consumo domestico e un clima favorevole per gli investimenti stanno accelerando la ripresa. Al contrario, Regno Unito, Germania e Francia continuano a mostrare una ripresa più lenta, influenzata da volatilità economica e azioni tattiche dei rivenditori che contribuiscono a una ripresa irregolare nella regione. A dirlo è FMCG Demand Signals, lo studio biennale di Circana che analizza i principali trend di acquisto nei sei più grandi mercati alimentari in Europa (su 230 categorie CPG e 2.000 segmenti di prodotto). L’analisi rivela una fase di ripresa complessa, con le vendite unitarie in crescita dello 0,3% nonostante una domanda debole nei principali mercati del Nord Europa. Il settore FMCG è cresciuto del 4,4% nell’ultimo anno, raggiungendo un valore di 673 miliardi di euro, rispetto ai 636 miliardi del 2024 (per i 12 mesi fino a giugno 2024 rispetto al periodo precedente).

“Mentre l’Europa del Sud si mostra resiliente, la ripresa complessiva del mercato rimane disomogenea. Spagna e Italia stanno mostrando uno slancio significativo, al contrario di Regno Unito, Francia e Germania che avanzano a rilento” commenta Ananda Roy, Global SVP, Strategic Growth Insights di Circana.

La marcia silenziosa delle Mdd
La crescita a livello di categoria è in gran parte trainata dalle private label, che ora detengono una quota di valore del 39,2% (pari a 263 miliardi di euro), con un aumento di 0,5 punti percentuali rispetto ai dati del 2023. In tutto il continente, la forza delle Mdd continua a rimodellare le dinamiche competitive, lasciando comunque spazi di crescita per i brand tradizionali. Le categorie alimentari e non alimentari “sentono” l’impatto delle innovazioni dei retailer, che migliorano la qualità e puntano su sostenibilità e disponibilità, elementi centrali per la trasformazione delle Mdd. Anche se lo slancio delle Mdd dovrebbe rallentare nel 2025, l’analisi di Circana spiega che i brand possono rimanere competitivi concentrandosi su innovazioni mirate e ottimizzando assortimenti e gamme al di là delle promozioni. Collaborazioni strategiche, edizioni limitate, crescita delle categorie e premiumizzazione offrono opportunità ai brand per rafforzare la propria proposta di valore. Per i brand capaci di sfruttare queste strategie, ci sono prospettive di crescita interessanti, specialmente nei segmenti adiacenti e in quelli premium emergenti.

Cambiamenti nel panorama retail e intensificazione della competizione
Mentre la concorrenza si intensifica attraverso i canali, supermercati e ipermercati continuano a dominare le vendite di generi alimentari, raggiungendo il 71% della quota di mercato. Tuttavia, gli ipermercati stanno faticando ad adattarsi ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, registrando un calo uniforme delle vendite discrezionali tra i vari canali. I negozi di prossimità e i discount continuano a essere meta ideale per gli acquisti essenziali.

Le prospettive per il 2025
Guardando al futuro, le previsioni per il 2025 indicano che la crescita sostenuta nel settore FMCG affronterà sfide legate a prezzi elevati, volatilità e domanda disomogenea, che ostacolano la crescita sostenibile di unità e volumi. I fattori macroeconomici continuano a esercitare pressione, trainati da instabilità geopolitica, prezzi delle materie prime volatili, alti tassi di interesse e crescita salariale. “Il contesto economico rimane altamente vincolato e una combinazione di fattori macroeconomici introduce nuovi rischi che continuano a sfidare il settore FMCG – prosegue Roy, che aggiunge: “Le vendite in valore saranno probabilmente guidate dall’inflazione, poiché le vendite in volume rimangono deboli a causa di fattori come il rischio crescente di disoccupazione, un consumo più consapevole e una limitata capacità di spesa. Sebbene la domanda nelle categorie alimentari dell’area EMEA mostri segnali di ripresa, la forte volatilità nei principali driver di crescita solleva dubbi sulla sostenibilità della crescita nel 2025. La lenta ripresa del settore alimentare e delle bevande evidenzia le sfide che il settore FMCG deve affrontare per ottenere una crescita a lungo termine in un contesto di incertezza persistente”.

Latte, Nomisma: essere soci di una cooperativa è più remunerativo

Essere soci di una cooperativa ha un vantaggio economico e a dirlo sono i numeri. Se un allevatore conferisce il proprio latte in cooperativa, il prezzo di remunerazione della materia prima si mantiene stabilmente superiore a quello di mercato, con un differenziale positivo del 16% rispetto al prezzo del latte in Lombardia, mentre in alcune aree di montagna si arriva addirittura a un prezzo più alto del 30%. È questo uno dei principali numeri emersi da uno studio Nomisma sul valore economico del sistema cooperativo che è stato presentato a Milano in occasione del Primo summit della cooperazione lattiero-casearia organizzato da Alleanza Cooperative Agroalimentari dal titolo “Latte italiano: la forza della cooperazione”.

Il valore dell’essere cooperativi
Il patto mutualistico tra i soci e la cooperativa, che si fonda su garanzia del conferimento e remunerazione del latte a prezzi più alti di quelli del mercato, fornisce una prospettiva di lungo periodo alle imprese cooperative: resilienza del sistema e longevità del rapporto tra soci e cooperativa sono gli altri due elementi di distintività del modello cooperativo. La vita media delle cooperative è di circa 60 anni, più del doppio di quella delle società di capitali (27).

Sette cooperative nella top 20 del settore lattiero caseario
L’analisi di Nomisma ha fotografato anche il ruolo cruciale che la cooperazione riveste per la tenuta e lo sviluppo dell’intero comparto lattiero-nazionale: con 17mila stalle, 540 imprese di trasformazione e più di 13mila lavoratori, la cooperazione rappresenta oltre il 65% del latte raccolto in Italia e il 70% della produzione dei principali formaggi DOP. Non solo. Nella classifica delle prime 20 imprese del settore lattiero-caseario, 7 sono cooperative o appartengono a gruppi cooperativi. Il 63% del giro d’affari cooperativo lattiero-caseario è sviluppato dalle 25 imprese più dimensionate. Le performance economiche hanno registrato una crescita costante nell’ultimo decennio: nel periodo 2013-2022 le cooperative lattiero casearie hanno consolidato un incremento del fatturato del +52% e la crescita è stata accompagnata da un robusto consolidamento delle dimensioni, in virtù sia di processi di crescita che di fusioni fra cooperative.

Crescita e mercato vanno di pari passo
La crescita dimensionale è stata accompagnata da un sempre maggiore orientamento al mercato, e in particolare al più dinamico mercato estero: l’export delle prime 28 cooperative italiane vale da solo 1,2 miliardi di euro, pari al 23% del totale nazionale). Le cooperative, inoltre, non promuovono soltanto la sostenibilità economica, ma rafforzano anche il tessuto socio-produttivo dei territori coinvolti. È costante inoltre nel sistema cooperativo l’attenzione alle esigenze ed alla tutela dei soci di piccole dimensioni o localizzate in aree svantaggiate. Un approccio inclusivo e attento che contribuisce a promuovere una filiera lattiero-casearia più equa e sostenibile anche dal punto di vista sociale.

Ocm per investire nel futuro
Se il futuro della cooperazione lattiero-casearia dipende dalla prosecuzione del processo di consolidamento e crescita, un’altra sfida cruciale è quella della transizione ecologica e digitale, che vede già molte cooperative in prima linea, con investimenti in tecnologie e digitalizzazione per adeguarsi a sempre più alti standard ambientali e di benessere animale. Per sostanziare tale processo di crescita, le tre centrali cooperative riunite in Alleanza delle Cooperative Italiane (Fedagripesca Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital), hanno avanzato una proposta di sviluppo organico del settore attraverso l’attivazione di una OCM (Organizzazione comune di mercato) per il settore latte. Una richiesta politica compatta che la cooperazione ha formulato al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e agli europarlamentari presenti.

“La proposta del sistema cooperativo lattiero-caseario – ha spiegato a nome di Alleanza cooperative il Presidente del Settore lattiero-caseario di Confcooperative Fedagri Giovanni Guarnerinon è quella di ottenere ulteriori risorse, bensì di razionalizzare l’allocazione delle risorse PAC in modo da attivare degli strumenti che consentano un approccio più mirato a migliorare la competitività del settore lattiero-caseario e a consentire al settore un adattamento al mutato contesto ambientale, economico e dei consumi”.

Come è emerso nella relazione della CRPA, a differenza di altre tipologie di sostegni finanziari previsti dalla Pac come quelli calcolati sul numero di capi, gli interventi settoriali concedono contributi sulla base di progetti specifici presentati dalle OP/AOP per affrontare specifici temi. “Con l’istituzione di una OCM anche per il settore latte – ha dichiarato il Presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti le imprese avranno la possibilità di fare investimenti strutturali necessari per consentire al settore di introdurre innovazioni che garantiscano anche una crescita del livello di sostenibilità della filiera lattiero-casearia”.

Secondo il Presidente di Agci-Agrital Giampaolo Buonfiglio, “attraverso l’OCM latte è possibile garantire quel livello di aggregazione indispensabile al settore anche nell’ottica di un riequilibrio del potere contrattuale lungo la filiera, nonché per la tutela della zootecnia nelle aree difficili, in particolare nelle aree interne e di montagna”.

“Il modello cui ci ispiriamo è quella della OCM attivata nel settore ortofrutticolo che rappresenta il modello di gestione della PAC più virtuoso: a differenza dei pagamenti diretti, interamente a carico della PAC, agli aiuti che l’Europa eroga alle OP si aggiunge una analoga contribuzione pari al 50% da parte dei produttori, che viene erogata solo a fronte dell’approvazione di un programma operativo e della effettiva esecuzione di interventi ed investimenti su tutta la filiera, i cui effetti hanno ricadute positive in termini economici e occupazionali su centinaia di aziende agricole associate, spesso di piccole dimensioni, che proprio grazie ad un approccio collettivo riescono ad utilizzare più efficacemente i fondi PAC e ad affrontare il mercato. I fondi erogati a OP e cooperative generano inoltre vantaggi positivi anche per l’ambiente, dal momento che una parte dei programmi operativi previsti è riservata ad azioni di natura ambientale” ha dichiarato infine Davide Vernocchi, Vicepresidente reggente di Fedagripesca Confcooperative.

Analogamente, con l’istituzione di interventi specifici per il settore lattiero-caseario, si potrebbero finanziare anche in Italia diverse tipologie di interventi come già accade nei Paesi in cui è stata attivata l’Ocm latte, Slovacchia, Bulgaria e Lettonia, partendo dagli investimenti in tema di innovazione tecnologia come la zootecnia di precisione o di risparmio energetico.

Caffè Borbone incrementa i ricavi grazie a Gdo, e-commerce ed export

Per Caffè Borbone il terzo trimestre del 2024 si chiude con ricavi a 243,1 milioni di euro, in aumento del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Merito dello sviluppo nella Gdo, canale di vendita in cui Caffè Borbone si conferma leader di mercato nel comparto delle cialde e secondo marchio nel settore monoporzionato (fonte Nielsen), e delle ottime performance nelle vendite digitali, con incrementi sia sull’e-commerce ufficiale che su altre piattaforme specializzate e su Amazon dove risulta best-seller in tutta la categoria “alimentari”. In espansione pure il mercato estero, con incidenza sul fatturato in aumento.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti nei nove mesi e ci prepariamo a un 2025 sfidante per il settore del caffè, un futuro che affronteremo con il solito impegno ed entusiasmo nel dare a tutti la possibilità di avere esperienze di gusto uniche, ogni giorno -ha dichiarato Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone -. Amplieremo l’offerta dei prodotti a marchio Caffè Borbone e manterremo alti gli standard di qualità e sostenibilità che contraddistinguono i nostri prodotti, e prospettiamo una chiusura dell’anno con risultati molto positivi. Questi ottimi risultati arrivano in un momento in cui il costo della varietà Robusta è più che triplicato, e quello dell’Arabica è aumentato del 30% rispetto al 2023. Tutto questo è dovuto ad alcune manifestazioni climatiche dannose per le coltivazioni dei principali Paesi di approvvigionamento; a ciò si aggiungono le sfide logistiche, come il blocco dei porti e la carenza globale di container, che ostacolano il movimento del caffè in tutto il mondo, con effetti maggiori in Europa. Nel corso di quest’anno non abbiamo trasferito l’aumento dei costi sul consumatore finale, mantenendo una crescita dei volumi assolutamente positiva, e anche in futuro ci impegneremo per contenere il più possibile l’aumento dei costi del caffè, nonostante le difficoltà di approvvigionamento della materia prima”.

Un occhio di riguardo per la sostenibilità
Caffè Borbone è stata tra le prime aziende ad immettere sul mercato la cialda 100% compostabile, ovvero smaltibile nell’umido, e con incarto riciclabile nella carta. Ultima novità nell’offerta di prodotti amici dell’ambiente, la capsula compostabile Miscela Oro compatibile con macchine a marchio Lavazza A Modo Mio. Smaltibili nell’umido e realizzate in biopolimero con un top in carta filtro, le capsule hanno ottenuto la certificazione del Consorzio Italiano Compostatori (CIC), che ne attesta la piena compostabilità. L’incarto senza alluminio è ancora più sostenibile e può essere riciclato nella raccolta della plastica. Anche il packaging esterno è realizzato con carta certificata FSC, proveniente da foreste gestite in maniera responsabile.

Lavorare in Gdo: Iper La grande i lancia il progetto Mestieri in Crescita

Si chiama “Mestieri in Crescita” il nuovo progetto varato da Iper La grande i per trasmettere alle nuove generazioni le competenze nei principali mestieri della tradizione. L’iniziativa mira a formare giovani, anche senza esperienza pregressa, in settori chiave dei reparti freschi tradizionali della Gdo come macelleria, pasticceria, pescheria, panetteria, pizzeria, gastronomia, salumi e formaggi, ristorazione, cucina e somministrazione. Un elemento distintivo è l’assunzione diretta con l’azienda sin dal primo giorno della formazione per offrire ai partecipanti l’opportunità concreta di entrare nel mondo del lavoro e ricevere da subito una retribuzione. Inoltre, al termine del percorso formativo, ai partecipanti potrà essere offerto un consolidamento della posizione lavorativa, una chance significativa per avviare una carriera stabile e duratura all’interno dell’azienda Iper La grande i.

Valorizzare i mestieri della tradizione
Con “Mestieri in Crescita” Iper La grande i rafforza la sua missione di preservare la tradizione nei diversi reparti. Iper infatti si fa promotore della valorizzazione dei mestieri tradizionali, mettendo al centro della sua missione professioni preziose della nostra cultura e promuovendole come patrimonio culturale da trasmettere alle nuove generazioni. Il percorso formativo, della durata di 12 mesi, si distingue per l’approccio completo e innovativo: alterna momenti di formazione teorica presso la Scuola dei Mestieri di Iper La grande i a sessioni pratiche direttamente nei punti vendita. Ogni fase è studiata per offrire una visione globale del mestiere, garantendo un’esperienza formativa che copre tutti gli aspetti operativi e professionali richiesti dal settore.

Dalla teoria alla pratica
Punto di forza e cuore del progetto è la formazione interna, curata da docenti e formatori esperti del settore, interni all’insegna Iper La grande i, con la partecipazione di partner esterni di eccellenza che mettono a disposizione il loro know-how. La Scuola dei Mestieri di Iper La grande i è il fulcro del percorso didattico: una vera e propria accademia che fornisce le conoscenze teoriche e pratiche necessarie per avviare una carriera di successo nei reparti dei freschi. Strutturato in modo da alternare prove teoriche e pratiche, il percorso formativo di Mestieri in Crescita permette di apprendere le competenze sia in aula che direttamente sul campo. Durante ogni fase del programma, ogni partecipante è affiancato da un tutor esperto di Iper La grande i, professionista del settore. Una risorsa fondamentale che offre ai futuri professionisti consigli pratici per aiutarli nello sviluppo delle competenze e per acquisire la sicurezza necessaria per affrontare le sfide lavorative.

I corsi già attivi
“Mestieri in Crescita” ha già visto l’avvio dei corsi di macelleria e pasticceria, partiti rispettivamente a giugno e ottobre 2024. Questo mese di novembre prende il via la 2° edizione del corso di macelleria e nei prossimi mesi l’offerta formativa si amplierà ulteriormente con l’apertura di nuovi percorsi dedicati ad altri reparti dei freschi tradizionali. Per ulteriori dettagli sul programma Mestieri in Crescita e sulle modalità di partecipazione ai prossimi corsi, è possibile visitare il sito ufficiale cliccando qui

Città dello shopping: Milano al vertice, davanti a Roma e Torino. Sale Bari

Milano (zona Duomo), Roma Centro e centro storico di Torino: è questo il podio delle città preferite dagli italiani in fatto di shopping. A dirlo l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy con il TradeLab Shopping Index, l’indicatore che elabora il ranking tra i due principali “contenitori” commerciali esistenti in Italia – le agglomerazioni urbane centrali e i centri commerciali – in base alla capacità di attrazione di ciascun punto vendita presente della moderna distribuzione.

La nuova classifica delle top 10 per attrattività delle agglomerazioni urbane centrali non registra new entry ma vede dei riposizionamenti in termini di ranking. Al primo posto dunque resta salda Milano zona Duomo e al secondo Roma Centro. Il centro storico di Torino ritorna in terza posizione, riconquistando la medaglia di bronzo persa l’anno precedente a favore di Bologna zona Indipendenza/Bassi/D’Azeglio, che riscende al quarto posto. Da segnalare l’exploit di Bari, che guadagna due posizioni passando dalla decima all’ottava posizione.

Nel complesso, tra le prime dieci agglomerazioni urbane centrali cinque si trovano in città del Nord (Torino, Bologna, Genova e Milano, che fa il bis, grazie a Corso Buenos Aires e dintorni), due in città del Centro (Firenze e Roma) e tre città del Sud (Palermo, Napoli e Bari). Conferme per il podio dei centri commerciali con Orio Center di Orio al Serio (BG) saldo al primo posto, il Centro Campania di Marcianise (CE) al secondo e il Porta di Roma al terzo. Nel resto della classifica emergono dei cambiamenti: salgono Euroma 2 (dalla sesta alla quarta posizione), Fiordaliso (dalla nona alla settima posizione) e Centro Sicilia (dalla decima all’ottava posizione). In totale nell’area Nord si collocano 5 delle prime 10 strutture, altre 3 sono nel Centro (e tutte nella zona di Roma) e 2 si trovano al Sud.

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