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Colorazione per capelli e lockdown: è boom di acquisti. L’analisi di Iri

Quando parliamo di mercato della Colorazione Capelli facciamo riferimento all’insieme di tutti i prodotti in grado di modificare il colore dei capelli dopo l’applicazione. Essi sono disponibili sia sotto forma di “kit” (flacone applicatore, tubetto di crema colorante, trattamenti post colorazione), sia di “tubo” che contiene la crema colorante da utilizzare in combinazione di uno schiarente, sia di “spray” oppure di “mascara”, specifici per coprire in maniera temporanea la ricrescita dei capelli bianchi.

All’interno del perimetro definito dai canali Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio Piccolo, Specializzati Casa e Persona e Discount, il fatturato del mercato della Colorazione Capelli nel 2019 ha raggiunto i 157 milioni di euro.

Prima di esaminare quanto l’impatto del lockdown si sia fatto sentire sul comparto, esaminiamo il trend tenuto ante- Covid-19.

Tra il 2016 e il 2019 il trend di vendita medio del segmento è stato pari al -0,1%, frutto di un andamento altalenante, caratterizzato da accelerazioni e rallentamenti degli acquisti. In particolare, il 2017 ha avuto dinamiche decisamente positive (+2,4%), soprattutto in virtù di innovazioni portate sul mercato, invece nel 2018 la categoria ha registrato un calo del -3,6%, mentre il 2019 si è chiuso con un incremento del +0,9%.

Focalizzandoci sui pezzi venduti nello stesso triennio, la performance delle vendite è sempre stata superiore a quella del fatturato: +3,4% nel 2017, -0,8% nel 2018 e +2,8% nel 2019. La ragione va ricercata nel progressivo orientamento dei consumatori verso prodotti di fasce prezzo inferiori; dato testimoniato anche dalla diminuzione nel tempo del prezzo medio per unità (da 5,59 € nel 2017 a 5,29 € nel 2019).

Negli ultimi anni il mercato ha subito alcuni importanti rinnovamenti. Ancora oggi quasi l’80% del fatturato della categoria è composto da prodotti “permanenti” che promettono la totale copertura dei capelli bianchi e una lunga durata; tuttavia, più recentemente, grazie alle innovazioni proposte ai consumatori, la colorazione “fugace” ha assunto un ruolo sempre maggiore, raggiungendo un peso del 8%.

Inoltre, la maggior parte dei prodotti “permanenti” contiene ammoniaca per migliorare il fissaggio del colore, ma negli ultimi anni sono state individuate nuove tecnologie che consentono l’assenza di questo ingrediente, pur garantendo i medesimi risultati. Oggi i prodotti senza ammoniaca rappresentano circa il 28% del totale del mercato della Colorazione Capelli (22% sul totale colorazione “permanente”).

La Colorazione Capelli è un mercato che non si presta particolarmente al naturale e al biologico; tuttavia, recentemente alcuni player hanno tentato di promuovere prodotti che “strizzano l’occhio” a queste caratteristiche, ma al momento restano ancora una nicchia di mercato.

I canali distributivi

Il canale degli Specializzati Casa e Persona, così come per molte altre categorie del Personal Care, costituisce il formato distributivo più importante per i prodotti in analisi, veicolandone nel 2019 il 46% del fatturato, in crescita di 6 punti rispetto al 2016 (punti sottratti ai canali Ipermercati e Supermercati).

Una delle ragioni alla base di questo fenomeno è sicuramente da individuare nell’ampliamento della rete dei punti vendita del canale degli Specializzati Casa e Persona: tra il 2016 e il 2019, infatti, la rete è cresciuta del 19% (Fonte: TOP Trade IRI aggiornato a Dicembre 2019), con una localizzazione principalmente di prossimità, in linea con la tendenza degli shopper a scegliere questi punti di vendita rispetto alle grandi superfici decentrate.

Inoltre, lo scaffale dei punti vendita degli Specializzati Casa e Persona offre una gamma di prodotti più ampia e più profonda rispetto a quella delle classiche superfici della Grande Distribuzione:

✓ il numero medio di referenze del canale è due volte superiore a quello dei Supermercati e pari a quello dei ben più grandi Ipermercati (189 referenze per gli Specializzati Casa e Persona, 91 nei Supermercati e 187 negli Ipermercati).

✓ l’offerta di prodotti è decisamente più diversificata, dal momento che include anche prodotti cosiddetti “semi-professionali” (es. tubo di colorazione).

In termini di pezzi venduti, circa un quarto di questi prodotti viene acquistato in condizioni promozionali. Questo dato si è mantenuto abbastanza costante nel corso degli anni e leggermente al di sotto della media del Largo Consumo Confezionato (Ipermercati + Supermercati + Libero Servizio + Specializzati Casa e Persona + Discount). Anche in questo caso, esistono differenze tra canale specializzato e negozi della Grande Distribuzione. Il dato medio è infatti composto dal mix di diversi livelli di pressione promozionale a seconda del canale distributivo considerato: 23,2% negli Specializzati Casa e Persona; 38,6% negli Ipermercati e 33,3% nei Supermercati. Nonostante abbiano una pressione promozionale più bassa, gli Specializzati Casa e Persona riescono ad offrire un prezzo medio al pubblico lievemente inferiore rispetto agli altri canali (5,09 € vs 5,81 € in Ipermercati + Supermercati + Libero Servizio), soprattutto grazie ad un diverso mix assortimentale, offrendo ad esempio i sopra citati tubi di colorazione che hanno un costo inferiore rispetto ai kit tradizionali, poiché necessitano l’utilizzo in combinazione con prodotti schiarenti.


Foto di cottonbro da Pexels

Covid-19 e Lockdown

Con l’esplosione della pandemia del Covid-19 i trend di vendita registrati nel 2019 per il mercato della Colorazione Capelli hanno subito una scossa importante. Infatti, il Lockdown e la contestuale chiusura dei parrucchieri, hanno generato un travaso di “consumi”: sia chi era solito frequentare in via esclusiva un salone professionale per colorare i propri capelli, sia chi preferiva mixare le visite dal parrucchiere con l’applicazione del colore a casa, durante il periodo di chiusura dei parrucchieri non ha avuto altra alternativa che ricorrere alla colorazione domestica, acquistando i prodotti disponibili sugli scaffali dei negozi della Grande Distribuzione. Questa situazione ha fatto sì che i prodotti per la Colorazione dei Capelli fossero una delle poche categorie del reparto Igiene&Bellezza a beneficiare del Lockdown e a registrare trend positivi durante quel periodo, raddoppiando il fatturato settimanale. Come evidenziato da una ricerca di Shopper Insights condotta da IRI, le consumatrici che hanno approcciato il mercato della Colorazione Capelli per la prima volta durante la fase emergenziale da Covid-19, hanno preferito acquistare marche premium, in grado di garantire maggiore affidabilità e sicurezza nel risultato finale (Fonte: IRI Shopper Multiclient, color in Covid time.) Alcune di loro si sono dichiarate soddisfatte del risultato ottenuto e hanno affermato, in previsione futura, di essere intenzionate a ridurre la frequentazione dei parrucchieri.

Questa nuova tendenza è confermata anche dai dati di venduto: durante i mesi successivi alla riapertura dei saloni, i prodotti per la Colorazione Capelli hanno mantenuto dei trend di vendita superiori ai livelli registrati nel 2019.

Conclusioni

Durante l’emergenza sanitaria, la categoria ha visto una forte riduzione della pressione promozionale (-5,3pp vs 2019) – un fenomeno comune a tutte le categorie del Largo Consumo – e un conseguente incremento del prezzo medio unitario (+7,3% vs 2019). Inoltre, si è assistito anche ad un aumento del numero medio di referenze per punto di vendita, attribuibile ad una maggiore frequenza di acquisto della categoria e ad una crescente variabilità delle referenze acquistate.

Per quanto concerne il futuro della categoria, uno degli elementi chiave su cui gli operatori del mercato dovranno concentrarsi, è sicuramente rappresentato dal tentativo di di trattenere quelle consumatrici che durante l’emergenza sanitaria hanno approcciato per la prima volta i prodotti per la Colorazione Capelli. Per perseguire questo obiettivo, produttori e distributori dovranno orientarsi verso un’offerta più completa e verso prodotti più professionali, con una gamma di colori ed effetti più simili ai trattamenti effettuati dai parrucchieri.

Il Black Friday ai tempi del Coronavirus. L’analisi GfK

L’emergenza Coronavirus ha condizionato fortemente i consumi nella prima parte del 2020, portando i consumatori a un approccio sempre più omnicanale. La voglia di fare acquisti (magari risparmiando) rimane forte, secondo quanto emerge dall’ultima edizione della ricerca GfK Climi Sociali e di Consumo, il 66% degli italiani dichiara di essere più attento ai prezzi rispetto a un anno fa.

Per questo gli eventi promozionali, piacciono sempre di più come dimostra, per esempio, il fatto che 1 italiano su 2 ha intenzione di approfittare delle promozioni del Black Friday 2020, considerato da 1 italiano su 3  sia il momento migliore dell’anno per fare shopping . Lo scorso anno*, stando a un’indagine GfK circa il 37% degli italiani ha utilizzato le promozioni del Black Friday 2019, spendendo in media 180 euro e acquistando mediamente 4 prodotti Ed è pure emerso che nel 2019 il 65% degli Italiani ha dichiarato di voler approfittare del Black Friday per fare i regali per il Natale.

Ci sono poi delle categorie di consumatori che sembrano amare particolarmente questo evento promozionale: ad esempio, 1 su 3 tra chi effettua abitualmente acquisti online pensa che il Black Friday sia il momento migliore dell’anno per fare shopping. Anche tra i più giovani il gradimento è particolarmente elevato: secondo i dati GfK, al 75% dei consumatori della Generazione Z piace fare acquisti durante il Black Friday. Inoltre, lo scorso anno il 65% degli Italiani ha dichiarato di voler approfittare del Black Friday per fare i regali per il Natale: un trend da monitorare per capire se questa è diventata un’abitudine consolidata per i consumatori italiani.

Il Black Friday nell’anno del COVID-19

E quest’anno? I dati più recenti sembrano confermare questa voglia di tornare a comprare: secondo una rilevazione effettuata da GfK a metà settembre, 1 italiano su 2 (il 54%) ha intenzione di fare acquisti durante le promozioni del Black Friday 2020.

Per monitorare questo e altri indicatori GfK ha lanciato la terza edizione dell’indagine Black Friday 2020, che attraverso una doppia rilevazione verificherà aspettative, desideri e comportamenti di acquisto degli italiani prima e dopo il Black Friday.

Promozioni e mercato Tech

Anche nel nostro Paese, gli ultimi mesi dell’anno sono diventati sempre più importanti per il mercato della Tecnologia di consumo. In pochi settimane, infatti, si concentrano Prime Day, Black Friday, Cyber Monday e promozioni di Natale – tutti eventi che fanno registrare picchi di vendite per i prodotti Tech. Secondo le rilevazioni sul sell-out di GfK POS Tracking***, l’importanza dell’ultimo trimestre è cresciuta costantemente negli ultimi anni, arrivando a pesare nel 2019 ben il 32% del totale delle vendite a valore. In particolare, durante la settimana del Black Friday 2019 le vendite hanno registrato un incremento record del +175% a valore rispetto alla settimana media.

In un anno come il 2020, che ha visto prima una forte contrazione dei consumi durante il periodo del lockdown (con il rinvio di molti acquisti) e successivamente una forte ripresa delle vendite di prodotti Tech, sarà ancora più importante monitorare l’andamento delle ultime settimane per capire quale sarà la chiusura complessiva del 2020.

Per farlo, GfK ha elaborato una soluzione specifica: GfK Tech Seasonal Peak Monitor, un report sintetico basato sui dati POS Weekly che fornisce una panoramica sulle principali dinamiche del mercato Tech, fornendo gli strumenti per reagire rapidamente.

Lidl Italia e MyFood, ancora insieme contro lo spreco alimentare

Si rinnova la partnership tra Lidl Italia e Myfoody, allo scopo di ridurre lo spreco alimentare.

Avviata nel Settembre 2019 con 55 punti vendita Lidl attivi tra Milano, Bologna e Torino, la collaborazione tra l’innovativa applicazione anti-spreco e la catena leader della GDO ha “allungato la vita” ad oltre 180.000 prodotti alimentari. Da oggi il servizio si amplia e raggiunge anche Roma, Firenze, Genova, Palermo e altre grandi città italiane – per un totale di 120 punti vendita Lidl su tutto il territorio nazionale.

Con l’attivazione del servizio nelle nuove città – prevista per inizio ottobre – gli utenti potranno visualizzare, attraverso l’app Myfoody, i prodotti prossimi alla scadenza resi disponibili con uno sconto del 30% all’interno degli store Lidl a loro più vicini, per poi recarsi in negozio ad acquistare i prodotti e contribuire così alla riduzione degli sprechi risparmiando allo stesso tempo.

“Il lungo isolamento dovuto all’emergenza sanitaria ha mutato le scelte di consumo degli italiani rendendoli più consapevoli rispetto alle scelte in fatto di acquisti alimentari. Basti pensare che nel periodo del lockdown, il cibo sprecato è calato del 25% rispetto all’anno precedente*. Per questa ragione, siamo particolarmente soddisfatti del prosieguo della partnership con Lidl, tra i leader della GDO in prima linea per lo sviluppo di iniziative a favore della sostenibilità ambientale, che ha confermato la fiducia nel valore del servizio da noi offerto, afferma Francesco Giberti CEO & Founder di Myfoody.

Alessia Bonifazi, Responsabile Comunicazione & CSR di Lidl Italia commenta: “La collaborazione virtuosa avviata l’anno scorso tra Lidl e Myfoody ha dimostrato come la lotta allo spreco alimentare sia diventata una priorità per tutti. L’estensione del servizio a 120 punti vendita Lidl darà la possibilità ad un numero ancora più ampio di clienti di poter fare una scelta di acquisto consapevole, allungando la vita di molti prodotti alimentari.”

A partire da novembre, la partnership prevede inoltre l’avvio di un’attività di comunicazione digital congiunta volta a sensibilizzare i consumatori sulle tematiche dello spreco alimentare e fornire consigli pratici per adottare uno stile di vita sostenibile. All’interno delle rubriche proposte e condivise sul sito e i canali social di entrambi i partner, verranno messi in evidenza i prodotti ortofrutta del mese, per valorizzare la stagionalità come scelta di consumo green e le ricette regionali anti-spreco, in linea con le iniziative di promozione dell’italianità dei prodotti a marchio già in atto da parte di Lidl.

Maxi Zoo Italia: altre 9 aperture entro il 2020

Maxi Zoo Italia, parte del gruppo Fressnapf, rafforza la sua presenza sul territorio italiano con un importante piano di espansione. L’Italia si conferma, così, un mercato fondamentale e strategico per Maxi Zoo che conta nel Paese 117 store, con oltre 700 persone occupate.

Sono 9 i pet store che Maxi Zoo Italia aprirà entro la fine del 2020 sul territorio nazionale: a quelli di Tolentino (MC), Perugia e Beinasco (TO) si aggiungeranno nei prossimi mesi nuovi punti vendita in Lombardia e Lazio.

“Come Maxi Zoo Italia vogliamo confermarci un punto di riferimento per gli amanti e i padroni di pet ed è proprio in quest’ottica che prosegue il nostro piano di investimenti con l’apertura, nonostante la pandemia, di nuovi punti vendita.” dichiara Dario Poretti, Head of Real Estate di Maxi Zoo Italia, “Un programma di sviluppo che, nei prossimi tre anni, sarà ancora più ambizioso: all’espansione prevista nelle regioni centrali del Paese, affiancheremo un importante lavoro di consolidamento della presenza nel Nord Italia. L’obiettivo è quello di rafforzare la capillarità sul territorio rendendo i nostri negozi sempre più accessibili a tutti coloro che hanno a cuore il benessere e la felicità dei loro amici animali”.

Sono oltre 7.000, di cui 4.500 a marchio esclusivo, gli articoli che i consumatori possono trovare negli store Maxi Zoo: un vasto assortimento adatto a tutte le esigenze di alimentazione, cura e gioco degli animali domestici e per tutte le fasce di prezzo.

A completare l’offerta, numerosi servizi come la bilancia per cani per tenere monitorato il peso del proprio cucciolo in modo facile e veloce o l’incisione di medagliette e la presenza di una Donation box in cui lasciare alimenti o prodotti di prima necessità che saranno devoluti da Maxi Zoo alle Onlus locali che si occupano di animali in difficoltà.

Nel corso dell’anno, poi, gli store ospitano numerosi eventi dedicati agli amici animali e alle loro famiglie come “Meet the vet”, l’appuntamento con i veterinari Pet Pro: durante la giornata dedicata, all’interno del punto vendita, i visitatori potranno avvalersi di consulenze personalizzate e gratuite da parte di un team di esperti sulla salute dei loro amici a quattro zampe.

 

Famila chiude il primo semestre a +9,3%

Famila entra nell’autunno di un anno impegnativo con il miglior risultato dell’ultimo decennio: +9,3% a parità di rete. Un dato ancor più positivo se confrontato con il mercato (Iper+Super) che ai primi di settembre era al +1,2%.

«Le crescite che stiamo consolidando nel 2020 sono il risultato di un lavoro di squadra che ha visto, prima di tutto, i collaboratori dei punti di vendita protagonisti coraggiosi e positivi nella fase più critica della pandemia – commenta Maniele Tasca, Direttore Generale Selex Gruppo Commerciale –. Raccogliamo il frutto del rinnovamento della rete e di anni di lavoro dedicato a garantire qualità e convenienza ai nostri clienti con servizi e prodotti in continuo aggiornamento. I programmi di sviluppo non si fermano e prevedono, oltre l’apertura i nuovi supermercati e superstore, la crescita dei Famila Market, nuovo formato di prossimità lanciato lo scorso anno».

La previsione di un andamento positivo per l’ultimo trimestre dovrebbe portare ad un +12.8% di fatturato a fine anno, circa 2.200 milioni (1.950 milioni nel 2019).

 

Da Ferrari Formaggi arriva GranMix Fila e Gusta

Ferrari Formaggi presenta GranMix Fila e Gusta: mix di Mozzarella e Scamorza prodotti esclusivamente con latte italiano tagliati a julienne e confezionati freschi, perfetti per la preparazione di piatti gustosi e filanti, preparati al forno o saltati in padella.

Una combinazione in grado di mixare il gusto delicato della Mozzarella a quello più deciso della Scamorza oltre ad ottenere una resa perfetta in cucina grazie al basso contenuto di umidità che rende i piatti ricchi e filanti, ma allo stesso tempo compatti.

GranMix Fila e Gusta Ferrari è un ingrediente pronto all’uso e richiudibile in una comoda confezione salva freschezza, perfetto da tenere sempre a portata di mano per impreziosire di gusto una grande varietà di piatti come pasta, pizza, lasagne e verdure. Basta solo liberare la fantasia per utilizzare il prodotto in modo creativo, rendendo più sfiziosa, golosa e invitante la propria ricetta con facilità.

 

 

 

 

 

e-mobility: il comparto cresce del 140%. I dati di GfK

Negli ultimi anni, ma soprattutto negli ultimi mesi, le strade italiane hanno visto la diffusione di un nuovo mezzo di trasporto: il monopattino elettrico. Un mezzo che si è diffuso grazie anche ai servizi di sharing, ma che molti hanno deciso di acquistare per sperimentare nuovi modi di spostarsi, specialmente in città.

Secondo i dati GfK, in Italia il comparto E-Mobility (che comprende monopattini elettrici, skateboard elettrici, hoverboard e one wheel) ha registrato nei primi 7 mesi del 2020 una crescita a valore del +140%, rispetto allo stesso periodo del 2019. La tipologia di prodotto di gran lunga più venduta è stata quella del monopattino elettrico, che negli ultimi mesi è arrivato a pesare a valore oltre il 90% del comparto. Sono escluse da questo perimetro le biciclette elettriche e a pedalata assistita.

Complessivamente, tra gennaio e luglio 2020 sono stati vendute oltre 125.000 unità. Il picco di vendite si è registrato nel mese di luglio (+52,6% a unità) ma il trend in forte crescita ha caratterizzato tutto il periodo successivo al lockdown, complice sia il clima estivo, sia probabilmente la voglia di dotarsi di nuovi mezzi di trasporto individuali (quindi più sicuri sul fronte del contagio) ed ecologici. Un ulteriore stimolo alle vendite è sicuramente arrivato anche dal Bonus Mobilità 2020, che si applica anche all’acquisto di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica acquistati a partire dal 4 maggio 2020.

Nel periodo considerato, il prezzo medio di vendita dei dispositivi per la mobilità elettrica è stato di 320 euro, in forte crescita rispetto allo stesso periodo del 2019, quando si attestava a 193 euro.

Vino, effetto Covid: è boom di degustazioni on line

Consolidamento dei canali social, tanta solidarietà in risposta alla pandemia, nuovi formati di degustazioni dettati dalle misure anti-covid, content strategy su abbinamenti con cibo e territorio. Ancora opportunità da sviluppare su podcast, wikipedia ed e-commerce proprietario.

Questi in sintesi i risultati della settima edizione della ricerca condotta da Omnicom PR Group Italia, che ha analizzato la presenza e le attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato secondo l’indagine Mediobanca 2020.

L’evoluzione digitale

Nell’ambito social, Instagram continua a crescere rispetto a tutte le altre piattaforme, con un incremento in aggregato di follower del 51% rispetto al 2019, favorito anche dal ruolo degli influencer nel racconto delle esperienze. Oggi sono 16 su 25 le aziende ad avere un account ufficiale (contro le 6 del 2014). Facebook registra invece una crescita del 1,2% quando si parla fan base per i marchi analizzati mentre la frequenza di aggiornamento settimanale rimane invariata rispetto al 2019. YouTube presidiato (con poca intensità) da 11 aziende mentre Twitter solo da 9. Wikipedia invece, molto utile anche in ottica SERP (Search Engine Results Page), presidiata solo da 3 cantine.

e-commerce

Dopo la crescita registrata nel 2019, con il passaggio da 3 a 6 aziende su 25 che offrono un e-commerce proprietario, il 2020 è all’insegna della stabilità. Parte delle cantine (8 sulle 19 non dotate di e-commerce proprietario) preferisce indicare sui propri siti enoteche, alcune delle quali dotate di wine shop online, presso le quali è possibile acquistare e degustare i prodotti. Pur rimanendo la volontà da parte dei brand di accompagnare il consumatore lungo tutto il percorso d’acquisto, quando questo non è possibile, vengono suggerite terze parti “qualificate”.

La comunicazione

 

14 aziende su 25 hanno comunicato le iniziative promosse in risposta all’emergenza Covid-19.

A vario titolo si è trattato di: degustazioni online con sommelier e mixologist, aperitivi in streaming con influencer, storie legate alla quarantena. Importante il focus sulla solidarietà verso dipendenti e comunità locali anche attraverso raccolte fondi e donazioni.

Le iniziative sono state per lo più raccontate sui social, veri protagonisti della comunicazione al pubblico, rispetto ai siti, molto più “statici”.

In crescita anche i contenuti legati alla Responsabilità Sociale d’Impresa con 10 aziende su 25 (erano 7 su 25 nel 2019). Si parla principalmente di iniziative legate all’arte e alla cultura.

Come nel 2019, il 100% delle aziende (76% nel 2018 e 37% nel 2017) tratta il tema sostenibilità menzionando certificazioni, efficienza energetica, gestione sostenibile delle risorse naturali e agricoltura priva di pesticidi. Alcune aziende hanno una sezione dedicata sul sito, con maggiori informazioni, infografiche, dati e approfondimenti.

Tutte le aziende menzionano, a vario titolo, i vitigni autoctoni (come nel 2019 mentre nel 2018 erano il 64%). Varia il livello di approfondimento: alcune cantine non si limitano a citarli, ma dedicano spazio alla descrizione dei vitigni e alla scelta di utilizzo, altre dedicano particolare attenzione al tema con un’intera sezione del loro sito (e un racconto del programma di utilizzo e recupero dei vitigni autoctoni).

13 cantine su 25 (52%) fanno riferimento a percorsi di degustazione (come nel 2019, solo il 15% nel 2014). Le più virtuose sfruttano anche la vocazione turistica del territorio, spesso con menzione di luoghi da visitare e attività – anche sportive – da praticare. Interessante il trend del “food pairing” (abbinamenti vino-cibo) che vede 11 aziende su 25 protagoniste (10 su 25 nel 2019).

Lingue utilizzate

Oltre all’italiano, sono inglese, tedesco e cinese le lingue più presenti sui siti delle aziende analizzate. Nel 2020, abbiamo l’inglese (25 cantine su 25, erano 21 nel 2019) seguito dal tedesco (9 su 25, erano 7 nel 2019), cinese (4 su 25, erano 2 nel 2019). Sono quindi ben presidiati i mercati più importanti per il nostro export.  Sui canali social, 14 aziende su 25 propongono contenuti in lingua straniera (10 nel 2019).

Per ciò che concerne le chat – quasi tutte su Messenger – 15 aziende su 25 hanno risposto a richieste di informazioni vs le 12 su 25 del 2019.

Aree di miglioramento

Margini di crescita e miglioramento si riscontrano sia nell’ambito dei podcast (non ancora esplorati dalle aziende analizzate nonostante la potenzialità collegate alla narrazione del territorio e dei prodotti)sia in quella dell’user experience di alcuni siti, concepiti fino ad oggi per essere solo una vetrina di prodotti (solo 8 su 25 hanno un punteggio superiore al 7 in una scala da 1 a 10).

“La digitalizzazione del comparto vinicolo procede con intensità anche come risposta alla pandemia che ha messo a durissima prova ristorazione, export, turismo e fisicità dei luoghi di consumo e vendita. Oltre al consolidamento dei canali social, accompagnato spesso dalla scelta di esternalizzare l’e-commerce, abbiamo assistito alla creazione di nuovi formati online di degustazione. Questo è potenzialmente un elemento di grande interesse per il futuro alla luce dello sviluppo tecnologico atteso relativo all’internet dei sensi.” afferma Massimo Moriconi General Manager e A.D. di Omnicom PR Group Italia.

“Mentre continuiamo a dare valore alla fisicità dell’esperienza di consumo, esistono diversi progetti volti a tradurre i sensi in digitale e viceversa. L’attesa per avanzamenti significativi in quest’ambito è il 2030 ma la pandemia potrebbe decisamente accelerare il trend. Alcune di queste tecnologie potrebbero caratterizzare il dialogo brand-consumatore prima di quanto ipotizzabile fino a poco tempo fa, sia nella fase di ricerca delle informazioni sul prodotto sia in quella di fidelizzazione. Gli effetti del covid-19 stanno dando opportunità per immaginare sempre più concretamente e velocemente il futuro” continua Moriconi.

La classifica

Per l’edizione 2020, a guidare la classifica c’è Compagnia de Frescobaldi. Segue al secondo posto Villa Sandi e, al terzo, Mezzacorona (la classifica completa è consultabile nell’infografica allegata al presente comunicato).

 

RFID e omnichannel: gli strumenti del retail nel post-Covid

Nella transizione al new normal, dopo l’emergenza sanitaria, il retail deve cambiare. Il percorso da seguire è quello dell’RFID come tecnologia abilitante in un’ottica di sempre maggiore omnicanalità. I negozi, infatti, non possono semplicemente riprendere da dove erano stati interrotti, ma adeguarsi al nuovo consumatore.

Il concetto di negozio fisico si è trasformato: da unico punto di contatto con i consumatori, esso è diventato parte di un sistema omni-canale. Se prima della pandemia il punto vendita rappresentava un riferimento ancora importante per gli acquisiti, durante il lockdown il canale e-commerce è divenuto poi il principale mezzo di acquisto ed ha continuato ad esserlo. D’altro canto, il punto vendita non è più, solo, un luogo dove comprare o prelevare un prodotto, ma sempre di più uno spazio dove il consumatore si aspetta di vivere un’esperienza di valore e in sicurezza. Per questa ragione il retailer deve ripensare e riprogettare lo store fisico in modo che sia parte di un’intera catena di canali interconnessi tra loro.

Alcuni comparti, come l’apparel, hanno subito quasi 12 settimane di battuta d’arresto, con un impatto molto significativo a livello di costi di gestione e struttura e in assenza totale del fatturato normalmente generato dal canale fisico

È chiaro che la chiave risiede nell’omnicanalità, e nella capacità che i retailer dimostreranno di avere nel mettere in campo strategie accurate di integrazione omnicanale in negozio. In questa nuova fase è necessario trasformare il concetto stesso di offerta di esperienze uniche ai clienti, in quello di un’esperienza superiore di scoperta del prodotto e di fruizione di servizi multi-canale sofisticati, quali BOPIS (acquisto online con ritiro in negozio), self-checkout e mobile checkout, ad esempio.

In questa vera e propria rivoluzione in parte in atto il ruolo di Checkpoint Systems come fornitore di tecnologia all’avanguardia è in prima linea per il supporto delle aziende: ad esempio con le proprie soluzioni basate sull’RFID.

Questa tecnologia potrebbe infatti essere uno dei principali fattori abilitanti la trasformazione del comparto, della mentalità, della cultura e del concetto stesso di omnicanalità: l’adozione della tecnologia RFID consente di avere inventari accurati, controlli dello stock a zero margine d’errore e quindi la possibilità di offrire ai clienti un servizio di altissimo livello.

Inoltre questa tecnologia negli anni ha visto abbattersi notevolmente i costi, divenendo sempre più alla portata di qualsiasi dimensione di business, dimostrando ampiamente il proprio valore aggiunto, coinvolgendo tutti i livelli della filiera, dalla logistica, al marketing, alle vendite (con un evidente ROI finale). Per altro scegliere un progetto RFID per un’azienda non significhi unicamente installare un’infrastruttura hardware, bensì adottare un sistema software all’avanguardia, sul cui sviluppo e potenziamento continuo il reparto R&D di Checkpoint rivolge i maggiori sforzi ed investimenti, credendo fortemente nel valore di questa tecnologia. L’obiettivo dell’azienda è infatti quello di accompagnare i retailer a tutti i livelli dell’adozione, per contribuire al loro successo nella “prossima normalità” del Post-Covid.

 

 

Salute to Excellence Awards: premiato il branzino Despar

La giuria del “Salute to Excellence Awards” 2020 premia Despar Italia per la linea Premium di filetti di branzino.

L’Award quest’anno ha visto la presentazione di 550 prodotti da parte di 70 retailer di 23 differenti paesi per la più grande competizione al mondo dedicata esclusivamente ai marchi propri, includendo articoli food e non food.

I branzini della linea Premium di Despar Italia si sono guadagnati un posto tra le referenze di eccellenza nella categoria “pesce in scatola” grazie alla assoluta qualità della materia prima e a processi produttivi che prevedono la lavorazione a mano del pesce fresco, proveniente dei migliori allevamenti del Mar Mediterraneo. Caratterizzati da tecniche di produzione eco-friendly, grazie alla fedele riproduzione dell’ambiente marino originario, i filetti di branzino vengono lavoratI entro 48 ore dalla pesca, conservando così l’assoluta freschezza della materia prima. Cotto in acqua e salamoia, e successivamente pulito, il prodotto viene confezionato in vaso di vetro e conservato in olio d’oliva.

Ricco di Omega3, il filetto di branzino Despar Premium rappresenta una fonte naturale di sostanze nutritive all’interno di una dieta equilibrata e salutare.

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