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Mookkie, la ciotola intelligente che riconosce l’animale

Si chiama Mookkie ed è una ciotola “intelligente” in quanto capace di riconoscere il singolo animale,. Realizzata dall’azienda italiana Volta®  specializzata nello sviluppo di prodotti AI-centrici ha vinto l’Innovation Award nella categoria Smart Home al CES 2019.

Nello specifico, Mookkie è una ciotola per ogni tipo di animali domestici dotata di intelligenza artificiale. Attraverso una telecamera grandangolare registra le immagini dell’animale cui è destinato il cibo, quindi le rielabora con un’architettura di rete neurale profonda. Così facendo è in grado di riconoscere visivamente la presenza dell’animale domestico e attivare l’apertura dello sportello per permettergli di poter accedere al cibo – con una logica del tutto simile al “face-unlock” dei moderni smartphones. Il riconoscimento visuale richiede l’elaborazione di un trilione di operazioni al secondo, potenza di calcolo che Volta è stata in grado di concentrare all’interno della ciotola. Il tutto confezionato in un design elegante, espressione della cura e dell’attenzione prettamente made in Italy. Inoltre, la forma interna della ciotola è ergonomica, raggiungibile da ogni punto, quindi accessibile ad ogni tipo di animale. Mookkie, su richiesta, fornisce notifiche e anche brevi video clip attraverso l’app per smartphone dedicata, per la tranquillità del proprietario dell’animale domestico. Inoltre, può essere comandata ed interrogata attraverso le più comuni interfacce vocali per la casa: il proprietario può controllare con la sola voce la ciotola, chiedere informazioni sui pasti e ordinare il cibo quando si sta esaurendo.

«Abbiamo preso uno dei più semplici e umili oggetti presenti nelle nostre case e lo abbiamo reinventato intorno alle più recenti tecnologie di intelligenza artificiale; questo è ciò che facciamo quotidianamente a Volta con molteplici oggetti e processi – spiega l’amministratore delegato di Volta, Silvio Revelli -. In questo caso il risultato è una ciotola per animali domestici, dal gatto al cane, che riconosce visivamente il suo animale e si attiva di conseguenza mettendogli a disposizione il cibo precedentemente preparato. I vantaggi non sono solamente in termini di sicurezza: avremo la garanzia che l’accesso al cibo sarà solo per il nostro animale; ma anche in termini di freschezza e conservazione dello stesso». La ciotola può inoltre essere collegata ad una applicazione per smartphone dedicata e registrare gli accessi dell’animale, la quantità di cibo presente e anche la necessità di provvedere al rifornimento del cibo per la tranquillità del proprietario.

«Mookkie è la dimostrazione di come sia possibile re-inventare praticamente ogni oggetto che conosciamo – anche il più semplice – mettendo al centro del design di prodotto l’intelligenza artificiale», spiega Revelli. «Volta si occupa sostanzialmente di ripensare e riprogettare prodotti e processi esistenti tenendo conto del nuovo “ingrediente” a disposizione: l’Intelligenza Artificiale. La grande padronanza delle più recenti tecnologie di intelligenza artificiale è stato sicuramente un fattore determinante per il successo di Volta, ma il vero nostro segreto consiste nella cultura aziendale che siamo stati capaci di sviluppare: orientata al re-design da zero sia di oggetti di uso comune, sia di processi industriali. Paradossalmente più che chiederci come l’utente usi il prodotto, noi ci chiediamo come il prodotto AI-centrico “usa” il suo utente, ovvero come ne apprenda le caratteristiche e le esigenze e conseguentemente sviluppi un comportamento che sia simbiotico e complementare a quello dell’utente. Per noi intelligenza fa rima con adattabilità; i nostri prodotti, che escono dalla fabbrica tutti uguali, migliorano nel tempo e si adattano agli utenti e agli ambienti fino ad un grado estremo di personalizzazione. E’ questa particolare prospettiva da cui osserviamo il mondo che ci permette di distruggere le basi sulle quali si fondano gli attuali prodotti e ri-costruirli intorno alle più recenti tecnologie di intelligenza artificiale. Siamo convinti che stiamo entrando nella “golden age” dell’intelligenza artificiale: del totale di prodotti di largo consumo che potrebbero beneficiare delle tecnologie A.I. riteniamo che solo l’1% ne sta effettivamente traendo un beneficio. Non c’è industria che non sia un nostro potenziale cliente».

Volta, in collaborazione con Pet Electronics Company di New York, sta operando per industrializzare il prodotto con l’obiettivo di poterlo offrire al mercato americano ad un prezzo iniziale di 189 dollari a partire indicativamente da settembre 2019. Mookkie sarà disponibile sul sito https://www.mookkie.com/ e sui principali siti di e-commerce.

Volta presenterà Mookkie e altri prodotti al CES 2019: stand #27024 nella South Hall del Convention Center di Las Vegas. Il 6 gennaio 5-8:30 PM Volta parteciperà al CES Unveiled Shorelines Exhibit Hall, Mandalay Bay Las Vegas, NV. Il prodotto Mookkie sarà altresì esposto al Casinò The Venetian, Venetian Ballroom E/F con gli altri prodotti vincitori del CES Innovation Award.

Maxi Zoo, inaugura un altro punto di vendita a Roma

Maxi Zoo, parte del gruppo tedesco Fressnapf, la più importante catena retail europea dedicata ad alimenti e accessori per animali, allarga la propria rete di punti vendita e inaugura un nuovo store a Roma dal 10 al 13 gennaio.
Maxi Zoo porta a Roma una nuova concezione di pet store: competenza del personale, completezza dell’assortimento (per tipologia e fasce di prezzo) e la qualità dell’offerta di prodotti fanno degli store Maxi Zoo il punto di riferimento per ogni famiglia che ama prendersi cura del proprio pet o che si prepara ad accogliere un nuovo cucciolo.
Il nuovo punto vendita di Roma si sviluppa su una superficie di 390 mq e sin dall’apertura, offrirà più di 7.000 articoli, di cui 4.500 a marchio esclusivo, per tutte
le tasche e le esigenze. Inoltre, al fine di migliorare e facilitare il rapporto tra pet e
proprietario, saranno presenti specifici corner dedicati agli accessori, alla cura e al
benessere dell’animale. In questa occasione speciale, per tutta la durata dei tre giorni
di festa inaugurale, verrà applicato un extra sconto del -20% su tutti i prodotti in assortimento, compresi quelli già i promozione.
Nel punto vendita prenderà servizio uno staff di 6 persone, tutti professionisti appositamente assunti e provenienti dalla zona di riferimento, che hanno in comune
la passione per gli animali e una solida formazione fornita dal programma di training
della Maxi Zoo Academy per i nuovi dipendenti. Grazie a questa formazione specifica, lo staff saprà consigliare i clienti su tutte le diverse situazioni di vita quotidiana con il proprio animale. La formazione, che nasce da programmi formativi messi a punto per tutti i dipendenti dei 1.500 punti vendita Maxi Zoo in Europa, coinvolge un veterinario e uno psicologo e prevede, oltre all’affiancamento con colleghi esperti, programmi di e-learning e 15 giornate all’anno di sessioni in aula.
Forte di questo programma di formazione che non ha eguali, il personale Maxi Zoo è
in grado di consigliare i clienti al meglio e nel pieno interesse dell’animale.
Il nuovo store Maxi Zoo di Roma è provvisto di un ampio parcheggio riservato ai clienti di fronte al punto vendita e, come in tutti i negozi della catena, è possibile trovare servizi dedicati agli amici a quattro zampe come l’area picnic con acqua fresca e cibo di ottima qualità e la bilancia per cani per controllare in modo facile e veloce il peso del proprio pet. Tutti gli store inoltre offrono il servizio di incisione medagliette. Infine è presente una donation box, in cui è possibile lasciare alimenti di prima necessità che saranno devoluti alle ONLUS locali del settore.

MD, sulle note di un mitico successo di Jannacci, lancia il suo nuovo spot

“Vengo anch’io? Sì, tu sì”, ma da MD!

E’ un debutto scoppiettante, sulle note di un ever green, quello del nuovo spot di MD, che – on air dal 4 gennaio 2019 – festeggia quest’anno  il suo 25° anniversario.

Lo spot si apre con il ritmo trascinante e inconfondibile del brano reso celebre da Enzo Jannacci “Vengo anch’io? No, tu no”, ma spariglia completamente le carte grazie all’ironia e all’estro musicale di Paolo Jannacci, figlio d’arte, ma soprattutto grande musicista.

Paolo ha ri-arrangiato e ri-cantato il famoso successo del padre, elencando i motivi per cui “Si potrebbe andar’ da MD a fare la spesa”. E così, menzionando “verdure, salumi, carni e formaggi locali”, si arriva alla celebre conclusione: Vengo anch’io?  “Si, tu si!… ma perché?”. “Perché è MD!” risponde con brio l’altra voce celebre dello spot, Antonella Clerici, testimonial MD dal gennaio 2017, che si fa coinvolgere dallo spirito inclusivo della nuova campagna e, con la sua voce simpatica e fresca, conclude l’intervento ricordando il celebre claim “Buona spesa, Italia” e i 25 anni di successi del marchio.

L’idea creativa dell’Agenzia Sunny Milano, mixata con la fantasia e la musicalità innata di Jannacci jr, dà vita a uno spot che coinvolge per simpatia, vitalità e gioia di vivere e conferma MD come un punto di riferimento nella Penisola proprio perché capace di suggerire soluzioni concrete per risolvere con facilità e serenità la spesa quotidiana. Un’ insegna creativa, in grado di superare l’ormai obsoleta divisione tra supermercati e discount, e capace di osare anche nella comunicazione.

Lo conferma lo stesso Cavalier Patrizio Podini, fondatore e Presidente di MD S.p.A.: «Dopo 25 anni, MD vanta una conoscenza del territorio che le permette di offrire prodotti di vicinanza straordinari; propone un assortimento di articoli molto ampio amplissimo; studia soluzioni sempre nuove per facilitare la spesa di tutti. Ci è sembrato il momento ideale per costruire un legame emotivo sempre più forte con i clienti attuali e potenziali. Con “Vengo anch’io… si tu si” vogliamo trasmettere al pubblico l’orgoglio e la soddisfazione di fare la spesa da MD: una scelta al passo con i tempi, con le soluzioni migliori in grado di soddisfare totalmente tutti i gusti e tutti i portafogli»

La campagna è pianificata sulle principali emittenti nazionali: Si svilupperà nel corso dell’anno attraverso numerosi soggetti che accompagneranno e sottolineeranno le iniziative e le proposte che nell’anno del 25° anniversario MD rivolgerà costantemente agli italiani.

La comunicazione MD nel corso del 2019 sarà coerente e coordinata anche sulla stampa quotidiana nazionale e locale, sui principali magazines periodici, e presente capillarmente sul territorio attraverso le affissioni.

La nuova campagna, avrà massima diffusione sul WEB: sul sito istituzionale www.mdspa.it, sui canali social dell’azienda (Facebook, Instagram e LinkedIn), e attraverso banner pubblicitari su diverse testate giornalistiche.

 

 

CREDITS

Agenzia di pubblicità: Sunny Milano.

o   Direzione Creativa: Marco Calaprice e Antonio Cirenza

o   Project Leader: Francesco Bruti

o   Art Director: Lara Sirtori

Brano: “Vengo anch’io? Si, tu si!” eseguito e cantato da Paolo Jannacci

Casa di produzione audio: Sing Sing di Milano

Consulente per MD con la testimonial, Agenzia Delta Studio.com di Ischia (NA)

Pianificazione media: Sicom Pubblicità

Ufficio Stampa MD: Lead Communication di Milano

Gli italiani diventano consumatori green

Più del benessere e della salute. Più della naturalità delle materie prime, dell’innovazione tecnologica o della convenienza economica all’atto di acquisto. Il motore dei comportamenti e dei consumi degli italiani nel 2018 è targato ambiente ed ecologia.
La premessa ci porta alle grandi questioni dei cambiamenti climatici e della sostenibilità delle risorse naturali del pianeta. Nel nostro Paese, più che nel resto d’Europa, sembra essere maturata una forte sensibilità nei confronti del tema “green”: 9 italiani su 10 ritengono che vivere in un ambiente salubre sia la condizione fondamentale per conseguire una elevata qualità della
vita. Di particolare interesse il fatto che la salvaguardia dell’ambiente sia oggi concepita come il termometro del senso civico di una società. Un dato su tutti: per l’86% degli italiani differenziare correttamente i rifiuti è un gesto di rispetto collettivo ed un segnale di civiltà.
Il risultato più eclatante è che oltre la metà degli italiani ha deciso di correggere negli ultimi mesi il proprio modello comportamentale e di consumo, adottando azioni più coerenti con un minore impatto del proprio vivere sull’inquinamento. Nello specifico, questo rinnovato approccio ha trovato manifestazione nelle tre principali aree di spesa delle famiglie: la mobilità, la casa ed il cibo.
L’impatto sulle modalità e sui tempi di spostamento delle persone è quello più immediato: laddove possibile, gli italiani hanno iniziato ad accantonare progressivamente il paradigma del trasporto privato, riscoprendo il piacere di spostarsi a piedi (30% secondo l’indagine “Stili italiani” realizzata da Coop), di utilizzare i mezzi pubblici (16%) e di pedalare in bicicletta (16%). Cambia il fascino dell’auto nell’immaginario collettivo (l’età media per il conseguimento della patente di guida è in aumento, si attendono più di tre anni dall’approdo alla maggiore età) e con esso evolvono anche le preferenze di acquisto: le immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa hanno fatto
registrare una crescita del 24% nell’ultimo anno, al punto da arrivare a valere oltre un decimo del parco auto immesso sul mercato. In particolare, spicca il successo delle vendite di auto ibride: in Italia, nel 2017, ne sono state vendute 63 mila, un numero quasi doppio rispetto all’anno
precedente. Una nicchia destinata a ribaltare le classifiche nel prossimo futuro: già oggi un italiano su tre valuterebbe l’acquisto di una vettura ad alimentazione ibrida se dovesse sostituire l’auto di
proprietà entro i prossimi tre anni.
Poi c’è la casa: tutta l’area delle utenze è stata investita da una maggiore sensibilità al consumo, dal momento che, tra le altre cose, cresce l’attenzione per la raccolta differenziata e per un uso più
efficiente dell’energia elettrica e dell’acqua potabile. Cambiamenti importanti anche nelle scelte di spesa, se si considera che è elevata la quota di rispondenti che dichiara di aver acquistato lampadine a basso consumo ed elettrodomestici ad elevata efficienza energetica, ma anche di avere effettuato interventi di ristrutturazione della propria abitazione per migliorare l’isolamento
termico (4%). In questo contesto non fa eccezione il comparto del cura casa. Le evidenze dell’Osservatorio Immagino GS1 suggeriscono una tendenza piuttosto radicata: negli ultimi dodici mesi i detergenti domestici “green” venduti in supermercati e ipermercati hanno fatto segnare una progressione a valore non lontana dal 9% (dati Nielsen), un dato controcorrente rispetto al calo
che ha penalizzato il settore nel suo complesso (-0,8%).
L’elemento più innovativo, tuttavia, è quello che riguarda l’alimentazione, dove l’ambiente sembra aver preso il posto, o almeno affiancato, la ricerca di salute e benessere.
Si parte dai comportamenti più consolidati, come la scelta di frutta e verdura di stagione (21%), ma
anche di prodotti a chilometro zero (15%) così come la preferenza per i prodotti biologici (12%) e per gli articoli venduti sfusi e non confezionati (7%).
Non stupisce che nel primo semestre 2018 il segmento dei prodotti riconducibili esplicitamente
al filone ambientale abbia fatto segnare un aumento nelle vendite pari al 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2017, con un giro di affari arrivato ad approssimare i 200 milioni di euro. Esaminando
le informazioni su packaging ed etichettatura, raccolgono crescenti consensi il marchio “green”, che da solo vale il 36% del comparto (68 milioni di euro nel periodo gennaio-giugno 2018), a seguire il biodegradabile (33 milioni di euro), il vegetale (30 milioni di euro) ed il senza nichel (26 milioni di euro). Le campagne di sensibilizzazione realizzate dalle associazioni ambientaliste e soprattutto dalle grandi organizzazioni internazionali (la Commissione Europea ha recentemente
avviato l’iter per la messa al bando di numerosi prodotti usa e getta) hanno promosso  concretamente la filiera del recupero e del riciclo. Nel mirino delle famiglie è finita la plastica: nel primo semestre del 2018 crescono a doppia cifra i prodotti con packaging a basso contenuto di materie plastiche (+12,3%). Medesima performance per le referenze confezionate con plastica
riciclata, che valgono oltre 12 milioni di euro.
Non è solo e semplicemente moda, al contrario vi è un elevato grado di consapevolezza: secondo un’indagine Censis, più di 8 italiani su 10 ritengono che il cibo e le bevande che portiamo a tavola debbano diventare uno strumento di espressione, riflettendo le proprie convinzioni etiche, sociali,
ambientali.

di Fulvio Bersanetti

Gdo italiana poco redditizia, ma con qualche eccellenza. L’indagine Mediobanca

Crescono le vendite della GDO italiana, ma non i margini. Questa è una delle principali evidenze emerse dall’indagine sulla Grande Distribuzione Organizzata, presentata in occasione del primo GDO Annual Talk, dell’Area Studi Mediobanca.

Facile interpretare questi dati come segno di un mercato sempre più consolidato e che mostra le prime avvisaglie di saturazione. Grazie al contributo delle poste non ricorrenti sono cresciuti del 7,2% sia il risultato ante imposte che quello netto. Ciò spiega perché la redditività del capitale (Roi) dell’industria della GDO ha chiuso il 2017 al 4,8%, in calo dal 5,2% del 2016, mentre la redditività netta (Roe) si attesta al 5,3%, in crescita dal 4,9% del 2016.

 

Dai Discount alla Grande Distribuzione: chi sale e chi scende

L’analisi dei dati per comparto mette in luce dinamiche differenti. Le catene di discount hanno chiuso il quinquennio con la maggiore crescita media annua delle vendite (+9,6% dal 2013 al 2017 e +9,7% solo nel 2017). Anche la Distribuzione Organizzata, che comprende forme consortili e di unione volontaria, è stata molto dinamica (+5,6% medio annuo dal 2013 e +6,1% nel 2017). Bene anche la Lega delle Cooperative (Legacoop), che annovera i due maggiori operatori del settore: Conad, che ha realizzato dal 2013 una crescita media annua del 3,1% e del 5,3% nel 2017 e le Coop, che hanno segnato un progresso medio del giro d’affari del +0,7% nel periodo e del +3,4% nel solo 2017. In calo, invece, la Grande Distribuzione, il cui fatturato è in ripiegamento in media dello 0,2% rispetto al 2013, ma che ha comunque chiuso il 2017 col segno “più” (+0,2%). 

I discount si impongono anche in quanto a rendimento del capitale, con un Roi del 19,9% nel 2017, superiore a quello della Distribuzione Organizzata (9,2%) e della Grande Distribuzione (3,5%). All’interno del mondo cooperativo Conad segna il 7,9%, il gruppo Coop lo 0,6%.

In sintesi: nel 2017 i discount hanno realizzato vendite pari al 15,6% del totale, ma utili pari al 34,2%; la Distribuzione Organizzata rappresenta il 33% del giro d’affari, ma cuba utili per il 44,3%; la Grande Distribuzione muove un fatturato pari al 27,2% ma raccoglie solo il 2,5% degli utili. Il mondo cooperativo: vendite per il 24,2% del totale e utili per il 18,9%.

 

I Top player della GDO italiana

Scendendo ulteriormente nel dettaglio dei singoli operatori, la top5 per incremento del fatturato nel 2017 vede in testa il gruppo Crai (+14,2%), seguita dalla catena discount Eurospin (+11,1%). Terza la Végé (+9,8%) che ha preceduto MD (+8,8%) e la tedesca Lidl (+8,5%), anch’esse appartenenti al segmento discount. Hanno superato la soglia di crescita del 5% anche Agorà (+7,5%), Despar (+6,9%) e Conad (+5,3%). La top5 cambia se si analizza tutto il quinquennio. Il maggiore tasso di crescita medio annuo è, infatti, della MD (+15,6%) che precede Crai (+9,8%) e Lidl (+9,2%).

Il gruppo più redditizio in base al rendimento del capitale investito (Roi) del 2017 è Eurospin (23%), che precede MD (18,6%) e Lidl (16,9%). A seguire Agorà (12,5%), Végé e Crai (entrambe 11,7%) e C3 (11%). Performance diverse dovute a molteplici fattori (ubicazione, tipologia e assortimento dell’offerta, riconoscibilità del brand e sua fidelizzazione, superficie occupata, ecc.). In questo senso soffre soprattutto il segmento Iper il cui format deprime notevolmente le performance economiche degli operatori. 

Con 1.245€ mln di utili netti cumulati nel periodo 2013-2017 Esselunga detiene il primato di risultati nel quinquennio. Sul podio anche Conad (872 mln) e Eurospin (817 mln). Più indietro Selex (618 mln), Lidl (398 mln) e Végé (320 mln). Se si rapportano gli utili cumulati del periodo alla consistenza dei mezzi propri iniziali, i discount non hanno rivali: il gruppo MD ha accumulato utili pari a 2,6 volte il patrimonio netto iniziale, Eurospin e Lidl pari a 1,6 volte. Tutti gli altri operatori hanno multipli inferiori all’unità.

 

La GDO internazionale

I diciotto principali gruppi della GDO a livello internazionale hanno chiuso il 2017 con ricavi aggregati pari a 1.258€ mld, in crescita del 3,3% rispetto al 2016. In particolare, la statunitense WalMart si conferma il player più forte al mondo grazie al suo imponente fatturato di 413,4€ mld, di poco superiore al Pil dell’Austria. A seguire un’altra americana, Kroger con 102,3€ mld, la francese Carrefour (78,9€ mld), la britannica Tesco (64,8€ mld) e l’olandese Ahold Delhaize (62,9€ mld). Ampiamente indietro il maggior operatore italiano, Coop con 14,8€ mld di vendite al lordo dell’Iva, soprattutto se si considera che l’ultimo operatore estero considerato, la spagnola Mercadona, ha segnato nel 2017 vendite nette pari a 21€ mld.

I big della GDO mondiale hanno una forte proiezione internazionale che permette loro di realizzare all’estero una parte consistente del proprio giro d’affari. L’olandese Ahold Delhaize, in particolare, fattura all’estero il 78,2% delle vendite, prima assoluta in questa speciale classifica. Subito dopo troviamo tre gruppi francesi: Auchan (64,3%), Carrefour (54,6%) e Casino (44,7%). Il discorso cambia per i player statunitensi che, WalMart a parte (23,8% del fatturato prodotto all’estero), operano solo sul mercato domestico. I grandi della GDO italiana hanno una dimensione esclusivamente nazionale, così come anche la britannica J Sainsbury, la canadese Loblaw e la spagnola Mercadona

Capitolo Roi: nel 2017 si attesta al 9,9%, su livelli doppi rispetto a quelli segnati dall’aggregato italiano. Anche i grandi player mondiali mostrano tuttavia segni di riduzione della redditività lorda che era pari all’11,8% nel 2015 e all’11% nel 2016. L’australiana Woolworths è il gruppo straniero che ha fatto segnare nel 2017 il Roi più elevato (20,7%), seguita dalle statunitensi Publix Super Markets (20,5%), Target (18,6%) e WalMart (15,8%). Unendo la classifica per Roi degli operatori internazionali e italiani troveremmo Eurospin al primo posto assoluto (23%), mentre MD (18,6%) si collocherebbe quinta, appena prima di Lidl Italia (16,9%). Dall’ottava alla undicesima posizione, invece, troveremmo i gruppi Agorà (12,5%), Végé e Crai (11,7%), e C3 (11%). 

 

L’e-commerce nella GDO alimentare in Italia e all’estero

L’e-commerce alimentare in Italia è ancora poco sviluppato, ma rappresenta un segmento in crescita nel mercato degli acquisti online. Nel 2018 il suo giro d’affari, nonostante incida solo per il 4% della domanda e-commerce italiana, è cresciuto del 34% rispetto al 2017 raggiungendo un valore di 1,1 miliardi di euro. Gli acquisti online di prodotti alimentari da supermercato hanno raggiunto nel 2017 un valore superiore ai 200 milioni di euro con un incremento di oltre il 50% rispetto all’anno precedente. Gli italiani spendono in media molto meno online: 500€ annui per i nostri web shopper contro i 1.850€ registrati in Francia.

L’incidenza dell’e-commerce sul fatturato totale è ancora bassa anche a livello internazionale (intorno al 4-5%). In Italia, Esselunga ha dichiarato vendite online nel 2017 per 180 mln (2,4% del fatturato).

L’indagine completa è disponibile per il download sul sito www.mbres.it

“Abitudini di Consumo”, l’indagine di Supermercato24 racconta i trend di spesa nel 2018

2018: prima di salutare l’anno che finisce, è giusto fare un’analisi dei trend di spesa.

Ci ha pensato Supermercato24 con l’indagine “Abitudini di Consumo”, che periodicamente analizza le abitudini di consumo dei clienti della piattaforma, confrontando le differenze di acquisto a seconda della stagionalità, della provincia e dei gusti.

Vediamo cosa è emerso.

I trend della spesa online nel 2018

La spesa media per carrello su Supermercato24 nel 2018 è stata di 60€: Roma e Milano le province in testa per numero di ordini, seguite da Torino e, poi, dalle venete Verona e Padova, che chiudono la top five.

Quali e quanti sono i prodotti più acquistati?

Il podio dei prodotti più acquistati vede in testa la categoria Acqua, Bibite e Alcolici, col 12,5% degli ordini totali: nel corso del 2018, Supermercato24 ha consegnato circa 1.5M di litri d’acqua, l’equivalente di 60 autocisterne!

Al secondo posto, poco distante, la categoria Formaggi e Salumi (12%), mentre a completare il podio troviamo la categoria Frutta e Verdura (11,5%), con circa 1500 tonnellate di frutti e ortaggi consegnati ai clienti direttamente dal loro supermercato preferito: ore di fila e chili di borse pesanti risparmiate per i clienti, che hanno così potuto dedicare tempo prezioso a se stessi, alla famiglia e al tempo libero.  

Le classifica delle province

Esaminando più in dettaglio gli acquisti del 2018 e confrontando le abitudini di acquisto online tra provincia e provincia, emergono alcune interessanti curiosità. Eccole di seguito.

La provincia più sana:

La Capitale si conferma essere la provincia più sana negli acquisti della spesa online: Roma è stata infatti la provincia in cui la percentuale di spesa per frutta e verdura sul carrello complessivo è stata la più alta di tutta Italia, con un 13.5% sugli ordini totali. A completare il podio, due città amanti del buon cibo e della buona cucina: Bologna, con il 12,8% e Modena, con il 12,5%; a seguire nella top 5, Pordenone e Varese (entrambe con il 12%).

La provincia in cui si acquistano più carne e pesce:

La provincia di Varese si aggiudica il primato nel consumo di carne e pesce: l’11% della spesa media dell’anno nella provincia lombarda è stato dedicato infatti ai prodotti di questa categoria. Seguono Pesaro Urbino (10,3%), Monza – Brianza (10,2%) e le romagnole Rimini e Ravenna (10%).

La provincia in cui si acquistano più formaggi e salumi:

Nel Paese in cui la tradizione culinaria vanta eccellenze gastronomiche in tante regioni, a godersi il piacere della tavola genuina e gustosa sono soprattutto Forlì e Cesena, che si aggiudicano il primato con il 14% del totale della spesa nazionale per l’acquisto di questi prodotti, seguita da Bergamo, Catania e Roma al 13%, e, infine, Torino al 12,7%.

La provincia più golosa?

Qual è la città italiana che ha ceduto maggiormente alla gola durante il 2018? La risposta è Pordenone: nella città friulana, l’acquisto di dolciumi ha pesato per il 9,7% sul totale della spesa online cittadina. Nella top 5, seguono Modena (9%), Rimini (8,6%), Verona (8,5%) e Catania (8,5%) che, proprio la scorsa estate, si era aggiudicata il titolo di provincia più “gelatosa” d’Italia.

La provincia in cui si acquistano più latte e yogurt?

Per gli Italiani, si sa, la colazione è un rito, ma anche nell’acquisto di latte e yogurt le diverse città e aree d’Italia si differenziano tra loro. Al primo posto Pordenone (8,2%), poi Vicenza e Ravenna (8%), Catania (7,8%), che conferma la sua vena dolce, e, a chiudere la top5, la provincia di Forlì e Cesena (7,6%).

La provincia più festaiola:

La provincia che lungo il corso di quest’anno ha comprato vino, birra e simili è stata quella di Pesaro Urbino (8%), seguita dalle lombarde Mantova e Varese (6%) e, poi, da Genova e Vicenza (5,9%).

Agrintesa: nei 17 punti vendita a filiera corta le vendite crescono del 6%

Da spacci aziendali a boutique con allestimenti ricercati, da ex magazzini a luoghi dedicati dove la Cooperativa incontra la sua comunità di riferimento e consente al cliente di vivere esperienze di acquisto uniche.

Eccoli i 17 punti vendita Agrintesa (16 diretti più il negozio “Qui da noi” di Cervia gestito con altre cooperative), “una vera e propria azienda nell’azienda – come spiega il direttore Cristian Moretti – che continua a registrare trend di crescita, dato che il 2018 si chiude con un aumento delle vendite superiore al 6% rispetto all’anno scorso”. Scendendo nel dettaglio, si parla di oltre 6.700 tonnellate di ortofrutta e 14.000 ettolitri di vino venduti nei negozi presenti in maniera capillare nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna e Modena, per un fatturato complessivo che quest’anno raggiunge gli 11 milioni di euro.

“I nostri punti vendita rappresentano la filiera corta che valorizza le produzioni dei soci e dei territori in cui opera la Cooperativa – continua Moretti – offrendo ai consumatori frutta e verdura di stagione, con una qualità molto elevata e a prezzi competitivi. In questi anni Agrintesa ha sviluppato una divisione aziendale specializzata proprio per la gestione dei negozi, dove lavorano 90 persone altamente qualificate e formate per svolgere questo servizio. Sono soprattutto donne, impegnate ogni giorno ad accompagnare il cliente in un’esperienza di acquisto completa, fornendo consigli e suggerimenti su stagionalità dei prodotti, ricette, tracciabilità, origine e qualità. Per noi è finito il tempo degli spacci aziendali poco attraenti per il pubblico, da anni investiamo su botteghe di alta qualità capaci di fidelizzare il cliente e rappresentare il biglietto da visita della Cooperativa nei confronti del territorio”.

I numeri di Agrintesa

Tornando ai numeri, il 2018 per i punti vendita Agrintesa si chiude con 1,2 milioni di presenze, una media di 23.000 scontrini staccati a settimana con punte di oltre 600 al giorno nei negozi più frequentati. L’80% delle vendite riguarda frutta e verdura, a partire dai prodotti di punta della Cooperativa: fragole, ciliegie, nettarine, albicocche, pere, mele, kiwi, susine, lattughe e ortaggi vari. Il restante 20% è dato dal vino, venduto sia sfuso che in bottiglia, proveniente dalle cantine di Agrintesa, oltre che da prodotti minori come olio, miele e trasformati.

L’organizzazione logistica dei punti vendita ha la sua base a Gambettola (FC), dove si trova la moderna piattaforma di 1500 metri quadri da cui partono le spedizioni per tutti i 17 negozi. “La maggioranza dei prodotti – dichiara Vittorio Berardi, direttore dei punti vendita Agrintesa – è coltivata dai nostri soci; ogni giorno selezioniamo le migliori produzioni nei vari territori in cui opera la Cooperativa e componiamo l’assortimento completo da destinare ai singoli negozi. I clienti possono indirizzare le proprie scelte anche sui prodotti dei nostri marchi come Valfrutta Fresco, Alegra, Opera, Mela Più, Alce Nero e altri ancora. Ci sono poi i nostri vini I poderi delle rose e I Calanchi, senza dimenticare i prodotti di Conserve Italia, il nostro Consorzio cooperativo di riferimento per la trasformazione alimentare che produce succhi di frutta, conserve rosse, legumi e vegetali con i marchi Valfrutta, Cirio, Yoga e Derby Blue”.

Nell’ottica di favorire l’incontro tra la Cooperativa e il territorio (con particolare attenzione ai Millenials), Agrintesa ha avviato iniziative di comunicazione e marketing legate ai punti vendita. Si va dagli eventi organizzati a livello locale con degustazioni, presentazioni e dimostrazioni di utilizzo dei prodotti in cucina, fino a una campagna social partita di recente con l’avvio di una pagina Facebook esclusivamente dedicata ai negozi e che in pochi mesi ha triplicato seguaci e traffico con il racconto dei prodotti, i consigli sulle ricette, le informazioni relative alle offerte della settimana e le continue interazioni con i consumatori. I negozi diventano poi un punto di incontro privilegiato tra Agrintesa e i consumatori anche grazie alle azioni messe in campo sul web, dove per ognuno dei 17 punti vendita è stato sviluppato un apposito profilo Google My Business costantemente aggiornato, così da favorirne l’indicizzazione sui motori di ricerca.

“Lo spirito con cui Agrintesa gestisce e promuove questi negozi – conclude il direttore Moretti – è quello di valorizzare le produzioni dei soci e fare conoscere la Cooperativa anche fuori dal suo tradizionale ambito d’azione. Per il futuro non ci precludiamo la possibilità di nuove aperture, dove le condizioni dovessero verificarsi favorevoli”.

Osservatorio Findomestic: i beni durevoli crescono dell’1,5% a valore. Ed è boom per l’e-commerce

Nel 2018 i consumi degli italiani sono in crescita di 21,14 miliardi di euro (+2%) rispetto al 2017: la spesa totale raggiunge 1.000 miliardi e 80 milioni, consolidando un trend positivo che dura da cinque anni (8,65%dal 2014). I dati dell’Osservatorio dei Consumi Findomestic 2018, realizzato in collaborazione con Prometeia, dimostrano che il mercato dei beni durevoli è cresciuto dell’1,5% in valore, con un incremento doppio nel comparto casa (+2%) rispetto a quello dei veicoli (+1%). L’Osservatorio registra anche il boom dell’e-commerce: si stima un aumento in valore del 16% a fine anno. Quello che sta per concludersi, inoltre, rappresenta per il credito al consumo, che cresce del 3,9% negli ultimi 12 mesi, il settimo anno in positivo. “In questa ripresa del settore – afferma Chiaffredo Salomone, ad di Findomestic – la nostra società ha evidenziato tassi d’incremento dei finanziamenti erogati molto superiori alla media e si appresta a chiudere l’anno con una crescita del 9,1%, più del doppio rispetto alla media del mercato”.

Vediamo nel dettaglio le evidenze principali dell’Osservatorio.

Beni durevoli

Nel 2018 il mercato dei beni durevoli vale 83 miliardi e 203 milioni, distribuiti fra il settore dei veicoli (53%) e quello della casa (47%) . Se i consumi totali sono cresciuti in valore mediamente dell’1,8% nell’ultimo quinquennio, il mercato dei durevoli è migliorato in media del 4,7%, rivelandosi il più dinamico con un’incidenza sui consumi totali passata dal 6,8% del 2014 al 7,7% del 2018. “La riattivazione del ciclo dei durevoli – spiega Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic – è stata sostenuta non solo dalla ripresa economica e dal miglioramento del quadro di redditi e occupazione, ma anche dai bassi tassi d’interesse e dalla presenza di incentivi fiscali, oltre che dalla necessità di sostituzione dopo i rinvii e le rinunce all’acquisto negli anni della crisi”.

Veicoli: va meglio l’usato

Il mercato dei veicoli pesa per il 3% sui consumi totali, con un incremento dell’incidenza dello 0,7% rispetto al 2014. Nell’anno che volge al termine le vendite di veicoli risultano in crescita dell’1,6% in volume, mentre i prezzi sono in calo dello 0,5%. Il primato per giro d’affari spetta alle auto usate con quasi 19 miliardi di euro, mentre il mercato delle auto nuove, secondo le stime di Prometeia, a fine anno raggiungerà 17,6 miliardi di euro per un totale di 1.932.000 immatricolazioni con una contrazione del 2,1% in valore e del 2,9% in volume: una quota di equilibrio per il mercato italiano, in assenza degli incentivi alla rottamazione che avevano spinto la domanda nei primi anni 2000. 

Calano del 3,5% le immatricolazioni dei privati, confermando l’andamento negativo già rilevato nel 2017. Brusca frenata anche per le auto aziendali, per le quali si registra una flessione del 2,2% dopo l’impennata del +22,8% dello scorso anno. A rallentare l’acquisto di auto nuove – secondo l’Osservatorio Findomestic – contribuiscono l’incertezza della situazione economica, la crescente incidenza sui budget familiari dei durevoli per la casa, gli interventi di policy come l’introduzione della procedura di omologazione WLPT (il nuovo standard per le emissioni inquinanti in vigore da settembre 2018) e i provvedimenti contro le motorizzazioni diesel, ma anche la diffusione del car sharing nei grandi centri cittadini e una crescente propensione verso il noleggio a lungo termine (NLT).  Sono 881mila le auto NLT in circolazione: nel 2018 le immatricolazioni toccheranno le 276.000 unità con un aumento del +6,1% rispetto al 2017, garantendo al settore una quota di mercato del 14,3%. 

Anche se il primato è a rischio, più di un’auto su due (54%) di nuova immatricolazione è alimentata ancora a diesel, nonostante il calo del 10% registrato quest’anno. Le auto a benzina crescono del 4% e raggiungono una quota del 33%, mentre quelle con alimentazione alternativa aumentano del 15% per una fetta di mercato pari al 13%. Le ibride/elettriche sono in aumento del 40% e valgono un terzo di quelle con alimentazione alternative. I veicoli a metano crescono del 23% mentre sono in lieve flessione (-0,6%) quelli a GPL.

Il mercato dell’usato cresce in valore del 3,5% e in volume del 3%, ma mostra un rallentamento rispetto al 2017 quando la domanda era stata sostenuta da un’immissione record di vetture a km 0 (+49% la variazione rispetto al 2016). La propensione all’acquisto di vetture usate è favorita non solo dall’incertezza della situazione economica, ma anche dall’offerta particolarmente vivace nel segmento delle km 0 e delle vetture provenienti dal noleggio. Se sul mercato del nuovo si sta registrando un progressivo ‘abbandono’ del diesel, nell’usato le compravendite di auto a gasolio si mantengono in crescita (+6%).

Due ruote

L’Osservatorio dei Consumi Findomestic registra che il mercato dei motoveicoli nel 2018 cresce del 6,2% in valore e del 3,4% in numero di immatricolazioni. Sono 215mila le moto vendute nel 2018 (+5,2%), mentre i nuovi ciclomotori in circolazione sono 21mila, in calo dell’11,3% soprattutto a causa della concorrenza degli scooter di media cilindrata e delle e-bike, oltre che dall’affermarsi di nuovi tipi di status symbol per i giovani, che preferiscono “spostarsi virtualmente” con i dispositivi elettronici. 

Camper

Il mercato dei camper si conferma in espansione sia in termini di pezzi venduti (+17,1%) che in valore (+19%). Il giro d’affari dei camper ammonta a 232 milioni di euro: una nicchia che, però, sta attirando di anno in anno un numero crescente di appassionati, in un contesto generale di ripresa del numero di viaggi turistici.

 

Casa e tecnologia consumer

Secondo i dati elaborati da Prometeia il settore casa nel 2018 cresce del 2% in valore. Findomestic: “Siamo nell’era del consumatore ‘connesso’ che acquista sempre più beni collegati alla Rete, multifunzionali e di fascia premium”.  Non a caso nell’ultimo anno il segmento della tecnologia consumer è calato in volume del 2,7% ma ha visto una crescita media dei prezzi del 5,6%: il risultato è un incremento in valore del 2,7% per un totale di 14 miliardi e 800milioni, a un passo dal primato dei mobili cresciuti dell’1,8% per un fatturato totale di 15miliardi di euro. Il mercato del mobile da un lato è stato favorito dalla ripresa dell’immobiliare, ma dall’altro è stato penalizzato dall’applicazione del bonus mobile esclusivamente alle ristrutturazioni edilizie. Vale, invece, 4 miliardi e mezzo il mercato del bricolage (+0,7%), il cui contributo positivo alla performance del settore è da ricondurre soprattutto alla crescita della domanda di utensili e attrezzi per la casa e il giardino (1,3% in valore). 

Boom per gli smartphone

L’Osservatorio Findomestic rileva per il 2018 un +10,6% di fatturato per il segmento telefonia con un fatturato che sfiora i 6 miliardi di euro. I dati evidenziano la preferenza degli italiani soprattutto per gli smartphone di alta gamma: infatti le unità vendute sono in flessione del 2% (decretando la conclusione del processo di sostituzione dei telefoni di vecchia generazione), ma i prezzi sono in ascesa del 12,9%. Il mercato riceve un sostegno anche dalla crescita dei prodotti di nicchia, quali le cuffie (+41% in valore) e i dispositivi indossabili (+9%).

Tablet e portatili

Il decremento dell’1,1% in valore per l’Information Technology è ancora più pesante se si guarda all’andamento dei volumi, in flessione del 3,4%. A contribuire negativamente sono tablet (-12%) e PC portatili (-3,5%) che, insieme valgono quasi la metà del mercato. Un contributo positivo arriva dalle cartucce per stampanti, (+3%), da monitor (+20%) e videogiochi con accessori (+11,5%).

 

Televisori e macchine fotografiche

Prometeia valuta una decrescita del 3,5% in valore per l’elettronica di consumo, fortemente condizionata dai risultati negativi dei televisori (-1,6%) che rappresentano l’80% del fatturato. Gli importanti progressi delle vendite di smart tv e di televisori con schermi di grandi dimensioni (oltre i 55 pollici) non bastano a riportare il segmento su un terreno di ripresa subendo la concorrenza dei prodotti delle telecomunicazioni, che offrono la possibilità di fruire dei contenuti audio-visivi in mobilità. Resta stabile sui livelli 2017, invece, il segmento audio statico, grazie agli home sound system (impianti audio wireless) e soprattutto a quelli con assistenti vocali incorporati (Alexa di Amazon Echo e Google Home) che crescono dell’1,2%. L’unico contributo positivo alla dinamica del mercato continua a provenire dai droni, che con tassi di crescita a doppia cifra (+14,6%) ha conquistato nel giro di 3 anni (2016-2018) l’1,3% del fatturato del settore (circa 24,5 milioni di euro). 

Da segnalare il calo del fatturato del settore fotografico. Per le macchine digitali (73% del mercato) la contrazione è dell’1,7%, mentre per reflex e obiettivi intercambiabili (27% del mercato) il decremento è dell’1,5%. Il crollo delle vendite e del volume d’affari è dovuto prevalentemente alla diffusione degli smartphone, in grado di garantire una qualità dell’immagine sempre maggiore.

Elettrodomestici, meglio i piccoli

Il mercato degli elettrodomestici grandi chiuderà l’anno in declino: -2,3% di fatturato con -1,5% nei volumi e -0,8% nei prezzi. La riduzione – più netta nel comparto del freddo con un -3,2% – arriva al termine di quattro anni di crescita ininterrotta. In controtendenza il dato relativo alle asciugatrici, che fanno registrare un’impennata del +10,8% in valore grazie al traino dei prodotti ad alto contenuto tecnologico quali le asciugatrici con pompa di calore. I risultati attenuano solo parzialmente il calo delle vendite di lavatrici (-2,3%) e lavastoviglie (-4,9%). Segno positivo, invece, per gli elettrodomestici piccoli con un fatturato complessivo di 1,4 miliardi di euro per una crescita dello 0,3% (-2,3% volumi e +2,8% prezzi). Il trend positivo del fatturato è attribuibile esclusivamente al segmento “cura della casa” (+7,4%), in cui gli aspirapolvere (che rappresentano il 23% del mercato dei piccoli elettrodomestici) segnano un’importante crescita (+23,4%). Un’evoluzione sostenuta dalla domanda di soluzioni smart quali i robot che alla funzione di aspirazione affiancano quella di sorveglianza della casa attraverso telecamere integrate. In calo, invece, il segmento “preparazione del cibo” (-5,1%) e quello “cura della persona” (-2,3%). 

 

Caldo e freddo

La brusca frenata nelle vendite dei condizionatori (-11,5%), soprattutto di quelli portatili, e il tracollo delle stufe elettriche (-30,9%) trascina in territorio negativo il segmento dell’home comfort, per cui l’Osservatorio Findomestic calcola un calo del 14,1% in volumi e del 10,2% in valore.  Si mantengono in crescita (+3,3%) i prodotti per il trattamento dell’aria (pulizia, deumidificazione ed umidificazione) che rappresentano il 14% del settore.

e-commerce, il vero protagonista

Negli ultimi 5 anni il mercato dell’e-commerce, in base ai dati del Politecnico di Milano, è passato dai 14,3 miliardi del 2014 ai 27,4 miliardi di euro del 2018, crescendo di anno in anno a due cifre e apprestandosi a chiudere l’anno con un incremento in valore del 16%. L’e-commerce è composto per il 44% da servizi, con il turismo che ricopre la quota più ampia (35,8%), e per il 56% da prodotti tra cui spiccano quelli dei comparti informatica e elettronica (16,8%), abbigliamento (10,6 %), arredamento (5,1%), food & grocery (4%) e editoria (3,6%). Tra i beni durevoli, secondo l’Osservatorio Findomestic, nel 2018 risultano in forte crescita i mobili (+50%), l’elettronica di consumo (+30%), l’home comfort (+24%) e la telefonia (+23%). Online si comprano meno soltanto i prodotti della fotografia (-7%), che però continua a rappresentare il segmento in cui l’incidenza dell’e-commerce è più elevata (con un peso del 26%.) 

Il credito al consumo

In un contesto di crescita dei consumi, il mercato del credito al consumo prolunga l’andamento positivo che dura da sette anni e si prepara a salutare il 2018 con erogazioni per 67 miliardi di euro e un saldo positivo del 3,9%. “Findomestic nello stesso arco di tempo ha evidenziato tassi d’incremento sempre superiori alla media del mercato – commenta Chiaffredo Salomone, ad della società del Gruppo BNP Paribas – e quest’anno chiuderà con un +9,1% rispetto al 2017. Questa crescita si spiega anzitutto con l’appartenenza a un grande gruppo bancario, che da sempre ci mette nelle migliori condizioni per svolgere il nostro mestiere. Le buone performance, però, dipendono anche dalla bontà dei piani industriali orientati all’innovazione e dalle scelte in materia di responsabilità sociale intraprese da Findomestic nel rispetto dei propri clienti, della comunità in cui opera e dei propri dipendenti”.

 

Nel settore dei beni durevoli il ricorso al credito al consumo aumenta quando l’esborso si fa più elevato per il consumatore. Nel mercato dell’auto nuova il 75% degli acquisti avviene a rate; la quota si alza al 90% per l’auto usata e al 92% per le due ruote. Un finanziamento per l’auto nuova ammonta mediamente a 15.000 euro, 10.400 euro per l’auto usata, 4.600 euro per i motoveicoli, 840 euro per elettrodomestici ed elettronica e 2.500 euro per mobili e arredo. In Italia i prestiti erogati online rappresentano il 4% del totale di mercato e Findomestic eroga il 40% di questi prestiti affermandosi come leader del segmento, che per la società del gruppo BNP Paribas costituisce il 14% del totale dei prestiti erogati. 

Rosso Antico ritorna come aperitivo d’alta gamma e con un packaging premium

Rosso Antico ritorna sulla scena degli aperitivi di alta gamma con la riattualizzazione della formula che lo rese famoso negli anni ‘60 e ‘70 e un’identità visiva rivisitata che riprende quella storica.

È il 1962 quando, dall’esperienza liquoristica della Distilleria Jean Buton, nasce Rosso Antico, un aperitivo originale a base di vino dal sapore deciso e dall’iconica bottiglia. Con la sua celebre bevuta in coppa, liscio con scorza d’arancia, diventa un’icona del tempo tanto da guadagnarsi l’appellativo di Principe degli aperitivi. È un vermouth dalla formula complessa, nata dall’unione sapiente di vini bianchi selezionati e 33 erbe aromatiche. La lavorazione accurata delle materie prime, unita alla particolare attenzione nelle fasi della produzione, sono il segreto della sua formula. Le tre specie di Artemisia – l’Assenzio maggiore, l’Assenzio pontico e l’Assenzio gentile – conferiscono il giusto grado di personalità e amaricità. L’elemento distintivo del bouquet di Rosso Antico però è l’Ireos Florentina, la più pregiata varietà di iris, che dona al vermouth la sua tipica nota floreale. Nel rispetto della ricetta tradizionale, l’iris viene lavorata singolarmente attraverso un processo artigianale per conservarne ed esaltarne i principi aromatici. Rosso Antico è perfetto in cocktail classici a base vermouth, come l’Americano, o liscio come si beveva una volta.

Ritorno alle origini anche per la bottiglia di Rosso Antico, oggetto di un processo di restyling curato da RobilantAssociati con l’obiettivo di recuperarne l’immagine storica degli anni ’60. Il risultato è un packaging premium con in evidenza alcuni dettagli dell’identità storica del prodotto: Premiata Distilleria, il suo anno di fondazione (1820) e la firma di Jean Buton. Il vetro riprende la forma iconica originale rendendola più armonica, l’etichetta richiama le erbe aromatiche del prodotto, mentre lo stemma della Distilleria Jean Buton sulla parte superiore della bottiglia rappresentare il sigillo dell’heritage italiano.

 

Rita apre un nuovo ristorante nel polo universitario della Sapienza

CIRFOOD apre un nuovo RITA presso l’edificio Marco Polo, nuova struttura della Sapienza Università di Roma che sorge nel quartiere San Lorenzo.

Il locale (il primo contraddistinto dalla nuova immagine RITA nel Lazio), si configura come SNACK BAR, PIZZA, RISTORANTE SELF SERVICE, e offre agli studenti del polo didattico (che ospita aule, laboratori e biblioteche), ai professori e a dipendenti della struttura prodotti di caffetteria e  una pausa pranzo di qualità. Le proposte gastronomiche vedono in particolare la presenza di caffè caratterizzato da miscele e aroma d’eccellenza, nonché estratti di frutta fresca, panini, focacce, insalatone, pizza e un menù self ricco di primi piatti, secondi piatti, piatti freddi, contorni e un corner dedicato interamente agli hamburger. RITA è in grado di ospitare 144 posti a sedere, si estende su una superficie totale di 475 mq di cui 320 mq per il pubblico, e prevede anche sedute esterne per consentire agli studenti di consumare il pasto all’aperto durante il periodo primaverile-estivo.

La nuova immagine di RITA

Il locale è caratterizzato da allestimenti interni che riprendono le diverse componenti della cucina, le icone del cibo italiano e le “parole” che più rappresentano questo format (cibo, persone, tradizione, passione) in chiave umoristica e moderna. Non solo, data l’ubicazione, è stata posta anche particolare attenzione alla cultura delle lingue straniere. Per agevolare gli studenti del Polo Didattico, infatti, molte informazioni sono state tradotte in inglese e sulla parete di ingresso al self sono stati riportati i valori di RITA tradotti in tutte le principali lingue del mondo.

“Con questa nuova apertura RITA si conferma un format estremamente flessibile, in grado di adattarsi a spazi diversi e di rispondere alle esigenze di una clientela eterogenea. L’università rappresenta un contesto in cui RITA può esprimere al meglio le proprie caratteristiche grazie ad un’offerta flessibile, variegata, adatta a studenti e dipendenti in ogni momento della giornata” sottolinea Emilio Fiorani, Retail Food Service Executive Director di CIRFOOD. “La nuova immagine del locale, che fa il suo debutto nel Lazio, rafforza i valori di RITA, che si fondano su un giusto mix tra qualità, tradizione e innovazione nella ristorazione”.

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