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Pane: fresco, artigianale e con materie prime poco raffinate. Si ritorna alle origini

Pane? Sì, certo, ma fresco e naturale, perché l’importante è che faccia bene. Il benessere in tavola, ricomincia da qui.

Ecco uno dei dati principali emersi da un convegno AIBI, l’Associazione Italiana Bakery Ingredients, anizzato durante il Sigep.

“E’ una sorta di ritorno alle origini – ha spiegato al convegno Palmino Poli, presidente di AIBI – di rincorsa alla naturalità intesa come leggerezza e salute. In un mondo sempre più tecnologico, può sorprendere ma, come abbiamo visto al convegno, la ricerca del naturale appartiene anche ad epoche diverse ed il pane, che fin dall’antichità è visto come ‘dono degli dei’, rappresenta al meglio questa tendenza di consumo, vecchia e nuova al tempo stesso”.

Free from e materie selezionate

Tra il 2011 ed il 2016, è il pane a valore aggiunto, prodotto con materie prime selezionate, quello che ha guadagnato maggiori consensi, con una crescita del 10%. Oggi, secondo Cerved, il segmento più vivace del settore punta proprio sul binomio “naturale-salutare”: attualmente questa componente vale il 20% dell’intero mercato ma è destinata a crescere ancora.

In particolare, il consumatore di oggi chiede un pane fresco e artigianale, ottenuto con materie prime poco raffinate. Non compra sempre lo stesso tipo di pane ma ne cerca e ne sperimenta di nuovi.  Anche nell’arte bianca si assiste al trionfo del “free from”: senza sale, senza glutine, senza grassi. 

Materie prime selezionate

Ciò spiega il successo dei pani realizzati con un importante contributo nutrizionale: multicereali, multivitaminici, ricchi di fibre e sali minerali, ma con un ridotto contenuto di sodio. In generale le farine sono sempre più altamente selezionate, con l’obiettivo di offrire prodotti di qualità: poco raffinate, integrali, biologiche, con un alto valore proteico, con un basso indice di glutine, macinate a pietra o a km 0.

E la pasticceria non è da meno

Piacciono sempre di più le brioche integrali, oppure realizzate con farina di cereali e con zucchero di canna, arricchite con ingredienti naturali, come la frutta secca ed i frutti di bosco. I panificatori puntano su soluzioni alleggerite delle ricette classiche: grassi diversi e più salutistici come l’olio d’oliva, ricotta di capra al posto di pecora, pasta di mandorle con meno zucchero.

Un passaporto per il futuro

Grazie alla ricerca scientifica, si potrà andare ben oltre la lista degli ingredienti e dare informazioni al pubblico sulla naturalità dei prodotti e degli ingredienti. Al convegno AIBI, Cesare Manetti, responsabile del corso in Biotecnologie Agro-Industriali e Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università “La Sapienza” ha spiegato i vantaggi del “Passaporto dell’Alimento”, che permetterebbe di disegnare il “profilo”, ovvero l’identitkit del pane, e di confrontarlo con i “profili” dei consumatori. “Oggi – ha sottolineato Manetti – la scienza può comprendere quanto la fase di trasformazione possa conservare il ‘naturale’ e, sulla base di queste indicazioni, selezionare processi più adatti a conservare la ‘naturalità’ degli ingredienti.

Roberto Capello, presidente della Federazione italiana panificatori, guarda con favore al contributo della ricerca. “Il rigore scientifico – afferma – può aiutarci a definire sempre meglio cosa deve davvero intendersi per ‘naturale’. Al contrario, assistiamo ad un impiego spesso arbitrario di questo aggettivo, sia in senso positivo che negativo. Il motivo? Non esiste una definizione legislativa di naturalità e, cosa ancora più grave, manca in Italia una vera cultura del pane, che aiuterebbe a fare chiarezza e ad impedire la diffusione di notizie infondate e pericolose sul nostro modo di lavorare e sui prodotti della panificazione artigianale”.

Clendy premiata a Marca per il prodotto Elite

Clendy, azienda di prodotti per la cura della casa e della persona, nel corso di MARCA, il Salone Internazionale dedicato ai prodotti a Marca del Distributore, è stata premiato dalla commissione dell’ADI Packaging Design Award per il prodotto Elite, kit di panni per la pulizia della casa.

Questa la motivazione: “Un’attenzione per la comunicazione chiara e immediata del valore del prodotto espresso attraverso un lavoro esemplare di cartotecnica.”

«Siamo felicissimi di aver ricevuto questo importante riconoscimento, che per noi ha un duplice valore. Come professionista è stata premiata la mia capacità di combinare design, estetica e visione commerciale sottolinea Stefano Antonelli, ideatore del pack e Responsabile Sviluppo e Comunicazione di Clendy come azienda ci viene riconosciuta l’abilità di portare sul mercato uno stile unico; di essere in grado di offrire al cliente un buon prodotto, lasciandone percepire tutti i plus, attraverso una comunicazione briosa e accattivante.»

 

Yamamay lancia il suo nuovo concept store progettato da Piuarch

Cosa succede quando Yamamay (brand di lingerie femminile) incontra Piuarch (noto studio di architettura nel mondo del fashion)?

Semplice: nasce un nuovo concept store capace di declinare la filosofia del marchio – basata sui concetti di leggerezza, morbidezza, luminosità, geometria e simmetria –  in un’esperienza di retail dinamica e innovativa, adattabile agli oltre 1300 negozi aperti in meno di vent’anni tra Italia ed estero.

Questo nuovo impegno, visibile in tutto il progetto, emerge chiaramente fin dal tema della farfalla, quella “Yamamay” diffusa nei paesaggi giapponesi, da cui deriva il nome del brand e le sue caratteristiche identificative: stilizzandola in un doppio triangolo, Piuarch crea infatti un pattern identitario, punto di partenza dell’apparato decorativo del nuovo punto vendita.

Utilizzato come simbolo ripetuto sulla carta da parati, sugli specchi, sui paraventi metallici traforati al laser, il nuovo grafismo definisce lo sfondo dei prodotti esposti. Leggerezza, geometria e simmetria, permeano tutto il layout: dagli espositori a parete composti da un’esile cornice in finitura oro spazzolato e arricchiti da pannelli fino alle cassettiere orizzontali con finitura in legno laccato grigio chiaro. E non sono da meno gli arredi freestanding, al centro dello spazio vendita, impreziositi da un top in vetro che costituisce, di volta, in volta, un comodo ripiano su cui mostrare gli articoli scelti dal cliente o collocare piccole grucce con i capi più emblematici delle collezioni.

Tutto si armonizza in una sequenza spaziale fluida e, soprattutto, in un accostamento cromatico che contempla le sole tonalità del bianco, dell’avorio, del grigio chiaro e dell’oro: l’ambiente è chiaro, luminoso, morbido, fautore di momenti di visita estremamente appaganti, durante i quali il consumatore è fidalizzato anche grazie alla costruzione di una vera e propria piattaforma esperienziale, che mescola interior design, prodotto e funzioni di eccezione – disponibili nei maggiori punti vendita – come corner per la vendita di piante e fiori, librerie e accessori per la casa. 

Foto: Matteo Piazza

 

 

Cannavacciuolo, testimonial Voiello, on air in un format di 5 puntate

Cannavacciuolo torna protagonista in video con “In Cucina con Antonino”, il nuovo format di 5 puntate che fino a marzo racconterà l’eccellenza del brand di pasta premium 100% grano italiano Voiello, ospitando e rendendo omaggio alla cucina campana.

Cinque le ricette inedite presentate da Antonino Cannavacciuolo, affiancato in video da cinque ospiti speciali provenienti dalla Campania: un pescatore di Pozzuoli, un agricoltore del Vesuvio e uno di Sorrento, un coltivatore di Eboli, una mamma napoletana “emigrata” a Milano, ma ancora innamorata dei profumi della propria terra.

 

La campagna video è stata realizzata insieme all’agenzia The Big Now, partner strategico-creativo per l’intera comunicazione digital e social del brand del gruppo Barilla.

 

 

 

D.IT ancora più forte con l’ingresso di Sisa Sicilia Spa e i suoi 150 pdv

La compagine di D.IT – Distribuzione Italiana, a meno di un anno dal lancio avvenuto lo scorso maggio per volontà di Sisa e di Sigma, si rafforza con l’ingresso di Sisa Sicilia Spa, che si avvale di un Ce.Di a Carini (Pa) e porta in dote a D.IT una rete multicanale composta da circa 150 punti di vendita tra negozi di vicinato, supermercati e superstore, per una superficie complessiva media di circa 500 mq e una quota del mercato retail isolano pari al 5%.

Un’evoluzione perfettamente in linea con la filosofia portante di D.IT che vede nella sinergia uno dei due assi portanti del proprio business, insieme a quello dell’identità.

L’identità si concretizza nei tratti distintivi tipici della migliore distribuzione organizzata: il radicamento territoriale (1.800 pdv sul territorio), la valorizzazione della prossimità, la conoscenza dei clienti e delle loro esigenze, la consapevolezza di essere parte integrante delle comunità in cui si opera. La sinergia è la chiave su cui si fondano le strategie di D.IT e si declina a livello sia centrale (rapporti con l’industria di marca, marketing, crm, loyalty, progetti trasversali, ecc.) che periferico.

D.IT e la MDD

Un’area sulla quale Distribuzione Italiana ha lavorato molto in questi mesi è la marca del distributore che già nell’anno appena concluso ha fatto segnare incrementi a valore (+3,4%) e a volume (4,5%). La mdd sarà un fattore-chiave dello sviluppo di D.IT, che ne ha ridefinito l’assortimento segmentandola in gamme mainstream e trasversali. Le prime continuano a valorizzare i due brand storici – Sigma e Sisa – e il mix di qualità, fiducia, tradizione e innovazione di cui sono espressione. Le linee specialistiche, trasversali alle insegne, si inseriscono nei segmenti più dinamici della private label: le specialità della gastronomia regionale firmate “Gusto&Passione”, i prodotti green della linea “VerdeMio”, quelli orientati al benessere a marchio “Equilibrio&Piacere”, senza dimenticare le oltre cento referenze della gamma di primo prezzo. La private label D.IT quest’anno sarà sostenuta da un piano promozionale dedicato: l’obiettivo è centrare una crescita annua a doppia cifra.

 

 

Cuki lancia tre nuove referenze impegnate per l’ambiente

Cuki lancia tre nuovi prodotti caratterizzati da una mission comune, l’attenzione e l’impegno per la sostenibilità ambientale.  Sono i nuovi prodotti “Impegnati per l’ambiente”:  Cuki Sacchetti Gelo in MATER-BI, gli unici sacchetti gelo per alimenti completamente biodegradabili e compostabili, sviluppati in partnership esclusiva con Novamont, Cuki Alluminio 100% Riciclato e Cuki Carta Forno Naturale in fogli.

  • Cuki Sacchetti Gelo in MATER-BI: l’unico sacchetto gelo per alimenti completamente biodegradabile e compostabile, sviluppato in partnership esclusiva con Novamont. Sono realizzati in MATER-BI, una bioplastica contenente materie prime di origine vegetale rinnovabili, frutto di una filiera produttiva italiana. Cuki Sacchetti Gelo in MATER-BI, ecosostenibile e con ottime caratteristiche per la conservazione degli alimenti, può essere smaltito, dopo l’uso, nella raccolta differenziata dell’umido, per poter essere avviato al processo di compostaggio.
  • Cuki Alluminio 100% Riciclato (20 m). Viene prodotto con alluminio riciclato al 100%, proveniente da scarti di produzione Cuki. Le sue peculiarità principali sono ecosostenibili: il riciclo dell’alluminio permette di risparmiare il 95% dell’energia necessaria a produrlo dalla materia prima. Cuki Alluminio 100% riciclato è a sua volta interamente riciclabile. Al pari dell’alluminio Cuki prodotto da materia prima, è ottimale per avvolgere gli alimenti, mantiene le caratteristiche di resistenza e protegge al meglio dai fattori esterni, grazie al suo effetto barriera.
  • Cuki Carta Forno Naturale in Fogli (20 fogli – 33 x 38 cm.). Interamente biodegradabile e compostabile, non è trattata e ha un aspetto grezzo di colore marroncino. Cuki Carta Forno Naturale in fogli, certificata FSC (Forest Stewardship Council), è prodotta con fibre di cellulosa ricavate da legname proveniente da boschi gestiti in modo sostenibile per la protezione delle foreste. Antiaderente, resistente a temperature fino a 220°C, utilizzabile in forno, in padella, a bagnomaria e nel microonde. Grazie alla mancanza del seghetto, l’astuccio può essere smaltito nella raccolta differenziata della carta.

Obiettivo della innovativa linea di prodotti, con caratteristiche green, è quello di poter rispondere ad una domanda costantemente più crescente di prodotti e soluzioni ecosostenibili da parte del consumatore, che ha sviluppato un’attenzione sempre maggiore per l’ambiente.

 

Gruppo Granarolo: un aumento di capitale per affrontare il mercato francese

SIMEST, società che con SACE costituisce il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP, sosterrà la strategia del Gruppo Granarolo in Europa.

È stato infatti perfezionato nei giorni scorsi un aumento di capitale del 30% della Granarolo France SAS, principale realtà del Gruppo sui mercati UE, per un valore di 15 milioni di euro.

L’operazione è finalizzata a supportare il piano di sviluppo del Gruppo Granarolo sul mercato francese e sui vicini mercati, attraverso l’ulteriore valorizzazione della filiera di produzione del latte italiano e la diversificazione di prodotto: è prevista infatti – al fianco della commercializzazione di derivati lattiero-caseari, anche quella di altri prodotti alimentari legati alla tradizione gastronomica italiana.

Con questa operazione Granarolo promuoverà ulteriormente la crescita sui mercati esteri avviata nel 2011 con una serie di acquisizioni di società produttive in Francia, Cile, Brasile e Nuova Zelanda e che, da Piano, prevede nuove azioni strategiche in altri Paesi europei.  

Siamo molto orgogliosi di poter affiancare un’eccellenza del Made in Italy agroalimentare come il Gruppo Granarolo – ha dichiarato l’Amministratore delegato di SIMEST Alessandra Ricci –  dandogli il nostro supporto per competere con maggiore forza e conquistare nuove quote in un mercato, come quello francese ed europeo, contraddistinto da elevato livello di concorrenzialità”.

“L’aumento di capitale di Granarolo France contribuirà a finanziare il piano di sviluppo 2016-2019 che stiamo realizzando – ha dichiarato Gianpiero Calzolari, Presidente del Gruppo Granarolo –. Francia e Paesi limitrofi sono infatti importanti mercati, per i quali stiamo pianificando in parallelo il lancio di un vasto paniere di prodotti Made in Italy e di innovativi prodotti che rispondono a bisogni specifici di nuovi target di consumatori”.

Il Gruppo Granarolo lo scorso anno si è avvalso anche di SACE attraverso la sottoscrizione di un’obbligazione. L’emissione di 60 milioni di Euro, che è stata sottoscritta in parti uguali da CDP e dal Fondo Sviluppo Export nato su iniziativa di SACE, contribuisce al finanziamento del nuovo piano industriale 2016-2019. Granarolo, inoltre, è anche cliente di SACE BT per l’assicurazione di crediti e cauzioni in Italia e all’estero.

MyStore: debutta il nuovo assistente digitale dei Mondadori Store

Mondadori Store presenta MyStore, il nuovo assistente digitale al servizio del cliente, in grado di proporre contenuti e consigli su misura grazie a sofisticati strumenti di analytics. In questa fase di debutto in Italia MyStore è attivo nei Mondadori Megastore di Piazza Duomo e via Marghera a Milano, e nel Mondadori Bookstore di via Appia Nuova a Roma.

MyStore si presenta come un totem con uno schermo interattivo multitouch con il quale interagire in maniera veloce e intuitiva per ricevere suggerimenti altamente personalizzati per acquisiti e regali. La nuova tecnologia utilizza il software GetInTouch: una soluzione interattiva di cognitive content presenter sviluppata da Mauden, che sfrutta l’intelligenza aumentata di Watson di IBM, un sistema cognitivo in grado di elaborare una grande quantità di dati.

“Con MyStore siamo il primo retailer italiano a introdurre un servizio con questo tipo di tecnologia, una soluzione che offre ai nostri visitatori un nuovo modo per esplorare il catalogo di Mondadori Store all’interno dei punti vendita”, ha dichiarato Francesco Riganti, direttore marketing di Mondadori Retail. “La ricerca è pensata per essere la più personalizzata possibile in funzione delle preferenze dei clienti anche sui social, consentendo un nuovo tipo di profilazione molto sofisticato, in grado di apprendere in modo continuo dalla storicità delle interazioni. Per questo abbiamo scelto di affidarci a due partner come Mauden e IBM che in questa direzione hanno negli ultimi anni sviluppato le soluzioni cognitive più significative”.

Vediamo alcune delle principali funzioni: MyBook, MyGift e MyFinder.

MyBook aiuta il cliente nella scelta del libro da acquistare grazie ad analisi cognitive in base al proprio profilo. Effettuando l’accesso dal proprio account Facebook il totem elaborerà le preferenze attraverso un multichoice su libri, musica e film per conoscere i gusti dell’utente. Le scelte effettuate verranno poi combinate alla classifica Mondadori Store e ai dati liberi da privacy su Facebook, come le pagine seguite, il compleanno, le liste di amici e così via. Si otterrà in questo modo la classifica “Scelti per te” con i titoli consigliati da MyStore.

L’utente può inoltre aggiungere i libri visualizzati a una lista di preferiti, consultabile nella sezione “Esplora prodotti”, ogni qual volta si effettuerà l’accesso a MyStore.

MyGift permette di trovare il libro più adatto per un regalo. Anche in questo caso sarà possibile profilare i gusti del destinatario selezionando i titoli e di conseguenza anche i generi letterari preferiti che, abbinati alla classifica Mondadori Store, daranno origine a una nuova classifica “MyGift” con i libri ideali per farsi ispirare per un regalo.

MyFinder consente invece di trovare i prodotti in vendita nello store come libri, cd e dvd con indicazione di prezzo, immagine e area del negozio in cui sono collocati. La funzione permetterà all’utente di ricercare prodotti per nome e per i libri sarà implementata anche la funzione di ricerca per codice ISBN.

 

Il servizio MyStore, disponibile per la prima volta in Italia, è attivo nei Mondadori Megastore di Piazza Duomo e via Marghera a Milano, e nel Mondadori Bookstore di via Appia Nuova a Roma.

 

Marca del Distributore, un business in crescita che vale 10 miliardi

La Marca del Distributore, ce l’ha fatta: oggi si conferma infatti un brand a tutti gli effetti con 10 milioni di ricavi al suo attivo e una quota di mercato del 18,7%.

Questi alcuni dei dati essenziali emersi nel Convegno inaugurale di Marca 2018.

La MDD continua a fare leva sull’innovazione e a crescere perché è riuscita a soddisfare le esigenze e la sensibilità degli italiani, sempre più attenti ad abitudini alimentari orientate a principi di salute e benessere. Oggi, infatti, fanno la differenza tutti quei prodotti che fanno parte del biologico e della IV gamma. Inoltre la MDD rappresenta il made in Italy, poiché la gdo alimentare si avvale di copacker al 91,5% italiani, in particolar modo Pmi.

“Quella del 2018 è un’edizione che ci dà forti conferme – dichiara Gianpiero Calzolari, Presidente BolognaFiere. Marca consolida con determinazione il suo posizionamento al secondo posto in Europa e la sua unicità a livello nazionale. Abbiamo intrapreso un percorso, quattordici anni fa, che si è dimostrato di successo e di supporto ai produttori italiani, anche in termini di internazionalizzazione. In questi anni abbiamo assistito a un profondo mutamento dei prodotti a marchio del distributore che, oggi, si esprimono in tipologie estremamente articolate, rispondendo alle esigenze di consumatori sempre più informati e attenti. Il biologico, le linee funzionali, le eccellenze territoriali enogastronomiche, l’attenzione alla qualità, sono alcune delle caratteristiche che determinano il successo del made in Italy nel mondo”.
La 14esima edizione dell’evento si è aperta con il convegno ADM sul tema “La Marca del Distributore: Il valore e il ruolo per il sistema-Paese”, quest’anno con una veste tutta nuova grazie alla collaborazione con il The European House – Ambrosetti.
“La Marca del Distributore ha dimostrato negli ultimi anni grande vitalità e notevole resilienza. Applicando il nostro modello proprietario dei “Quattro Capitali” abbiamo analizzato il contributo economico, sociale, cognitivo e ambientale generato dalla Marca del Distributore per il sistema- Paese. Il moltiplicatore economico che abbiamo calcolato è pari a 2,6, vale a dire che per ogni 100 Euro di valore aggiunto generato dalla Marca del Distributore se ne attivano 260 nell’economia. Anche in termini di occupazione, si tratta di un settore rilevante, con oltre 200.000 occupati lungo la filiera, un moltiplicatore pari a 1,9 e il 18% di occupati con meno di 30 anni (+50% rispetto alla percentuale media italiana) e il 62% di sesso femminile (+48% rispetto alla percentuale media italiana). Il successo della Marca del Distributore registrato negli ultimi anni è collegabile alla svolta strategica del settore, con il passaggio da una produzione “me too” (“tattica”) ad una diversificazione dalla marca industriale, con tipologie di prodotto innovative e a maggiore valore aggiunto” – spiega Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.

Nel corso del tempo -ha confermato Giorgio Santambrogio, Presidente di ADM –  la MDD ha modificato la sua essenza, passando da outsider a supporto della marginalità delle insegne a vero e proprio brand, che va incontro alle nuove esigenze dei clienti e fa leva sull’innovazione. Le insegne negli ultimi anni hanno non solo inserito sempre più prodotti bio, salutistici e funzionali, ma anche saputo valorizzare le tipicità dei territori e delle piccole realtà semi-artigianali molto apprezzate. La Marca del Distributore è, inoltre, un ottimo strumento per portare all’estero il prodotto italiano, sempre più performante. Da “Distribuzione” siamo diventati una vera e propria “industria del Commercio” e, parallelamente, quella che prima era definita private label è diventata Marca del Distributore: non più private, perché è venduta all’estero e on line, e si sta affermando sempre più come un prodotto pari all’industria di marca.

Super food, la carica dei 20 alimenti che piacciono perché fanno bene

Super food, obiettivo benessere. Sempre più spesso i consumatori apprezzano ciò che fa bene. Il risultato?  Un vero e proprio boom per alimenti e ingredienti “benefici” che stanno cambiando il carrello degli italiani.

Sono una ventina i nuovi protagonisti identificati dall’Osservatorio Immagino creato da GS1 Italy e Nielsen e vanno dai semi di lino all’avocado, passando dalla pirulina, ino ad arrivare al cocco e alla canapa.

Ciascuno con le sue peculiarità e la sua platea di elezione. Tra tutti, comunque, è lo zenzero (ia al naturale che come ingrediente salutistico di tanti prodotti) il best performer, che in 12 mesi ha visto raddoppiare le vendite dei prodotti in cui è presente (+108,4%). In totale valgono 25 milioni di euro e rappresentano lo 0,2% degli alimenti del perimetro.

Performances di tutto rispetto anche per le mandorle,  che compaiono nell’1,2% dei prodotti alimentari di largo consumo venduti in Italia, egenerano l’1% delle vendite totali nella distribuzione moderna. Nell’anno terminante a giugno 2017, le vendite dei prodotti alimentari in cui sono presenti le mandorle (soprattutto prodotti da ricorrenza e per la prima colazione, snack dolci, ma anche gelati e latte vegetale) sono cresciute del 17,4% a valore, arrivando a generare un giro d’affari di oltre 240 milioni di euro. E non basta: le virtù benefiche delle mandorle, infatti, sono anche ampiamente riconosciute dal personal care.

Crescita interessante, infine, anche per i mirtilli (presenti nello 0,9% dei prodotti alimentari e con una crescita annua dell’8,0% delle vendite a valore), il farro (che registra una crescita del fatturato del 20,4%, entrando nello 0,9% dei prodotti alimentari di largo consumo) e la quinoa, che cresce del 63,5% annuo.

 

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