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Frantoio Bonamini porta il Veneto Valpolicella DOP sugli scaffali della Coop

Cielo e terra alla conquista dei mercati esteri
L’azienda di Montorso Vicentino, conquista il mercato internazionale del vino grazie alla qualità dei suoi prodotti. Cielo e Terra registra un incremento del 15% nei mercati esteri, ottenendo una buona performance nei mercati storici quali USA, Inghilterra, Germania e Russia e ottimi risultati in quelli più recenti quali Canada, Giappone, Emirati Arabi e Turchia.
Pierpaolo Cielo – Direttore Estero dell’azienda – afferma infatti che “il 2017 è stato l’anno più performante per Cielo e Terra sia per i volumi che i margini”. Il Direttore prosegue poi sottolineando che “ciò è stato possibile grazie alla nostra strategia di differenziazione del portfolio clienti e dei prodotti, con vini sempre più ‘Extra-Ordinari’, ovvero meno legati alle denominazioni classiche storiche dove domina la concorrenza di prezzo”. Traguardi raggiunti anche grazie ad un marketing sul packaging distintivo, uno storytelling memorabile e soprattutto un ottimo rapporto qualità/prezzo.
È proprio un concorso estero, “Tastings” di Beverage Testing Institute, uno dei contest più antichi negli Stati Uniti, a premiare i vini di Cielo e Terra con ben 5 medaglie d’oro e 6 medaglie d’argento. Tra questi eccellono Cielo Pinot Grigio, Pinot Noir, Prosecco spumante, Amarone e Ripasso, ma soprattutto il nuovo uvaggio Rosso “Appassionatamente”.
Collis, fatturato in crescita nel bilancio 2016-2017
Sono numeri importanti quelli che emergono dal bilancio 2016-2017 di Collis Veneto Wine Group. Con oltre 6 mila ettari di vigneto coltivati tra le province di Verona, Vicenza e Padova, la stagione vendemmiale è risultata molto positiva, attestando la capacità di competere sui mercati nazionali ed esteri.
Con quantitativi raccolti in crescita del 5% rispetto all’annata precedente, Gruppo Collis registra infatti valori produttivi e reddituali importanti: il fatturato raggiunge i 92 Meuro, segnando un +11% di crescita rispetto al 2016. Particolarmente rilevante il margine operativo lordo (Ebidta) pari a 5,3 Meuro (+9,8%), mentre l’utile netto cresce del 45% sfiorando i 2 Meuro. Nel bilancio consolidato di Gruppo, relativo quindi all’attività del consorzio Collis insieme alla controllata al 100% Cantine Riondo, affermata per gli spumanti, riporta un fatturato di 115.357.000 euro, a segno +8,4% rispetto al 2016, con un margine operativo lordo di oltre 7,5 Meuro. Degni di nota gli interventi sulle strutture del Gruppo che hanno raggiunto il ragguardevole importo di oltre 6,5 Meuro, grazie agli investimenti effettuati sui siti produttivi di vinificazione e nel nuovo magazzino prodotti finiti, ultimato e diventato pienamente operativo presso la sede aziendale di Monteforte d’Alpone nel corso di quest’anno.
Etichette a semaforo: prosegue la polemica di Coldiretti
Riprende con vigore la polemica di Coldiretti contro l’etichettatura a semaforo di matrice anglosassone, oggi diffusa in Europa. Il perché lo ha ribadito il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo all’incontro “L’etichetta alimentare corretta che informa senza fuorviare” organizzato da Paolo De Castro ed Elisabetta Gardini: questa modalità di etichettare i prodotti, spiega, “boccia l’85% del Made in Italy Doc, tra cui le prime tre specialità Dop Made in Italy piu’ vendute in Italia e all’estero come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma, ma si arriva addirittura a colpire anche l’extravergine di oliva, considerato il simbolo della dieta mediterranea”.
Epta lancia GranSesia Costan il banco semiverticale che cambia la prospettiva
Epta – gruppo multinazionale specializzato nella refrigerazione commerciale – lancia GranSesia a marchio Costan, il banco semiverticale a temperatura negativa che si caratterizza per una peculiare configurazione. La nuova struttura, con vetri dritti e un’altezza di soli 1.480 mm, è studiata per offrire ai consumatori un punto di vista originale sui prodotti sottozero. La vetrina, infatti, è in grado sia di potenziare l’appeal delle referenze al suo interno, che di evidenziare quelle in presentazione negli altri banchi dell’area.
Gli “ingredienti segreti” di GranSesia sono le sue vetrate a tutt’altezza prive di cornice, le spalle panoramiche e gli esclusivi accessori interni, che trasformano la zona bassa del mobile in una “vasca”, per posizionare i sacchetti affinché risultino facilmente riconoscibili e accessibili. Tra questi elementi sono degni di nota i cestoni estraibili e il KIT MULTISOLUTION, composto da una sezione vetrata verticale all’interno della porta e una mensola più corta per il primo ripiano dal basso.
I plus
GranSesia coniuga capienza maggiorata e minimo ingombro al suolo. Il sistema assicura, infatti, una capacità di carico doppia** se confrontato con un’isola orizzontale delle stesse dimensioni. Interessante anche la sua ergonomia, ottimizzata rispetto alle vasche surgelati tradizionali. Infine GranSesia, banco ultra-moderno e funzionale si configura come il completamento ideale della gamma GRANFIT Costan, creata per arredare le aree di freschi e surgelati con un’unica famiglia, grazie ad un design coordinato che contribuisce a rendere la shopping experience davvero unica.
William Pagani, Group Marketing Director di Epta, commenta: “GranSesia è un banco sviluppato per conferire il giusto peso ad una categoria merceologica in continua crescita. Un concentrato di innovazione e funzionalità, con un occhio di riguardo all’ambiente.” E conclude “Con GranSesia, Epta risponde già oggi al Kigali agreement che entrerà in vigore a gennaio del 2019. Incoraggiando l’adozione di soluzioni con refrigeranti a minore GWP, GranSesia è disponibile in versione a CO2 e anche a gas chimici a GWP ridotto.”
**GranSesia BTOB presenta una capacità di carico del +80% rispetto all’isola Tortuga 2 2000 a brand Costan
Food Court: quale il suo ruolo oggi, all’interno dei Centri Commerciali? Il parere dei netsurfer
Sempre più spesso la Food Court si rivela un motore importante dei centri commerciali.
E l’offerta si va diversificando di conseguenza, con l’obiettivo di intercettare il numero più elevato di visitatori, magari segmentandolo per target.
Su questo tema Web Research ha effettuato uno studio selezionando 3.874.546 opinioni lasciate nella rete domestica a titolo personale da privati consumatori.
Gli ambienti di provenienza dei pareri pesano rispettivamente il 73% (social) e il 23% (blog e forum), la media nazionale di influencer per prodotti e servizi nel 2018 è stata circa il 12%.
Vediamo nel dettaglio cosa è emerso.
Utilizzo
Solo una persona su 4 che si reca in un centro commerciale utilizza la food court
Frequenza
Tra gli utilizzatori uno su quattro mangia sempre qualcosa; circa la metà mangia qualcosa saltuariamente; uno su sette sceglie solo centri commerciali dove potere mangiare; uno su otto si reca a mangiare nel centro commerciale a prescindere dal fare acquisti
Qualità
Tre quarti dei giudizi sulla qualità del cibo è positiva
Prezzo
9 frequentatori dei food court su 10 sono soddisfatti del prezzo
Varietà dell’offerta
8 frequentatori dei food court su 10 giudicano varia l’offerta alimentare
Momenti di consumo
Il pranzo è il momento di maggior utilizzo, seguono staccatissimi la prima colazione, la merenda e la cena.
Giorni di utilizzo
Il momento di massimo afflusso è nel fine settimana
Profilo socio-demo
Ne scrivono in rete più donne che uomini
L’84% dei frequentatori dei food court ha età compresa tra i 30 ed i 49 anniLa quasi totalità dei frequentatori dei food court è di cultura compresa tra medio alta e medio bassa
Leggermente maggiore la frequentazione dei food court al Nord
Maggiore la frequentazione dei food court da parte di chi risiede in aree urbane
di Gian Marco Stefanini
DOP e IGP: il Rapporto Ismea-Qualivita conferma il primato italiano
DOP IGP: con 818 Indicazioni Geografiche registrate a livello europeo si rafforza il primato mondiale dell’Italia per numero di prodotti. Ottimi risultati non solo sul fronte meramente numerico, ma anche su quello produttivo: 14,8 miliardi di valore alla produzione e 8,4 miliardi di valore all’export. Dati che testimoniano una crescita del +6% su base annua. In crescita anche i consumi nella GDO del +5,6% per le vendite Food a peso fisso e del +1,8% per il Vino.
Il settore Food
Nel 2016 conta 83.695 operatori (+5% sul 2015), vale 6,6 miliardi di euro alla produzione e 13,6 miliardi al consumo, cresce del +3% sul 2015, facendo registrare, pe quanto concerne l’export, un +4,4%.
Il comparto Wine
Con oltre 3 miliardi di bottiglie, vale 8,2 miliardi di euro alla produzione, cresce del +7,8% e sfiora i 5 miliardi di valore all’export (su un totale di 5,6 miliardi del settore).
Il trend degli ultimi 10 anni
Da due lustri a questa parte si segnala una crescita continua del sistema DOP IGP che ha così affermato il proprio peso economico nel Paese fino a rappresentare l’11% dell’industria alimentare e il 22% dell’export agroalimentare nazionale (nel 2015 era il 21%). Il Sistema delle DOP IGP in Italia garantisce qualità e sicurezza anche attraverso una rete che, alla fine del 2017, conta 264 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf e oltre 10mila interventi annui effettuati dagli Organismi di controllo pubblici.
Uno sguardo ai vari comparti
Il settore dei Formaggi, che conta su 27.933 operatori, è la principale categoria delle DOP e IGP in termini di volume d’affari, con un valore alla produzione che supera i 3,7 miliardi di euro per un’incidenza del 57% sul totale del comparto Food.
Continua a crescere la quantità certificata (+2,9%). La quantità esportata, pari al 34%
della produzione certificata complessiva, mostra risultati che migliorano quelli già eccellenti del 2015: con quasi 1,65 miliardi di euro, l’export cresce del +3,3% e rappresenta il 49% del totale delle esportazioni del comparto Food. Buoni risultati a livello di export per i quattro prodotti che guidano la classifica del valore alla produzione, in ordine: Grana Padano DOP (+4%), Parmigiano Reggiano DOP (+9%), Mozzarella di Bufala Campana DOP (+11%), Gorgonzola DOP (+7%). Tra i prodotti principali, sui fronti produzione certificata e valore al consumo si segnalano trend positivi per Pecorino Romano DOP (+18% e +25%), Pecorino Toscano DOP (+32% e +10%) e Provolone Valpadana DOP (+12% e +9%).
I Prodotti a base di carne rappresentano la seconda categoria delle DOP e IGP per giro d’affari, con un valore alla produzione superiore ai 2 miliardi di euro per un’incidenza del 30% sul totale del comparto Food. Il settore, che conta 4.014 operatori, mostra trend positivi rispetto
al 2015 sia a livello di produzione certificata (+3,2%) che di valore (+10,7% alla produzione, +4,5% al consumo). L’export, che copre una quota del 17% della produzione, riporta ottimi risultati. Il Prosciutto di Parma DOP traina la filiera con oltre il 40% della categoria per quantità e valore alla produzione e quasi il 50% per valore all’export. Le altre grandi produzioni della categoria sono Mortadella Bologna IGP, Prosciutto di San Daniele DOP e Bresaola della Valtellina IGP che, ancora una volta sul fronte export, hanno riportato crescite
in doppia cifra rispetto al 2015. In crescita i valori relativi a Prosciutto Toscano DOP e Prosciutto di Norcia IGP.
Con 111 riconoscimenti i prodotti ortofrutticoli sono la categoria leader per numero di denominazioni. Il primato riguarda anche le quantità certificate – circa 600mila tonnellate. La categoria che vede impiegati 18.829 operatori, registra nel 2016 una flessione del -12% delle quantità certificate rispetto all’anno precedente e una battuta d’arresto ancora maggiore in termini di valore della produzione (-25%). Si evidenzia il ruolo di assoluto rilievo che ricoprono le esportazioni, che assorbono ben il 40% della produzione certificata complessiva del settore. Trainano la categoria i trend della Mela Alto Adige IGP (-15% volume e -33% valore rispetto al 2015) e della Mela Val di Non DOP (-14% volume e -33% valore), che rappresentano da sole l’80% della produzione certificata e il 67% del valore alla produzione.
Tra le altre denominazioni crescite consistenti su base annua per Melone Mantovano IGP (+250% in quantità e +170% in valore), Pistacchio Verde di Bronte DOP (+54% in quantità e +51% in valore) e Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP (+19% in volume e +34% in valore).
La categoria degli Aceti balsamici – che può contare su 650 operatori – mostra nel 2016 dinamiche positive, sia in volume sia in valore. È l’Aceto Balsamico di Modena IGP a caratterizzare il comparto, rappresentando circa il 99% dei volumi certificati, dei valori alla produzione e dell’export.
Ai 43 Oli di Oliva del 2015 si aggiungono 2 nuove IGP regionali nel 2016 e una nel 2017, con la categoria che raggiunge complessivamente 46 riconoscimenti (42 DOP e 4 IGP). Il settore degli oli extravergini IG risulta fortemente collegato per quantità e valori ai primi tre prodotti della
graduatoria, rispettivamente Toscano IGP, Terre di Bari DOP, e Val di Mazara DOP. Seguono, con una crescita sostenuta, altre due denominazioni storiche: Riviera Ligure DOP e Umbria DOP.
Il valore alla produzione per la categoria delle Carni fresche DOP e IGP nel 2016 supera gli 86 milioni di euro mentre il valore al consumo sfiora i 200 milioni di euro. Le esportazioni di carni fresche certificate rappresentano una ristrettissima nicchia (meno dell’1% del totale della produzione DOP IGP destinata ai mercati esteri), mentre oltre il 40% delle carni fresche DOP IGP è immesso nel mercato nazionale attraverso i canali “Horeca” e “Dettaglio tradizionale” (per le altre categorie del Food IG non si raggiunge il 10% su questi canali). Continua a crescere la grande filiera del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP sia per quantità certificata che per risultati di mercato con un valore al consumo che supera i 134 milioni di euro (+5,1%). Dinamiche altalenanti per i volumi certificati del comparto ovino, cresce l’Agnello di Sardegna IGP (+13%), diminuiscono Abbacchio Romano IGP (-26%) e Agnello del Centro Italia IGP (-6%).
Md Spa: nelle ex acciaierie di Cortenuova un mega polo logistico
Un investimento di oltre 80 milioni di Euro e una superfice di circa 270.000 mq: grandi numeri per il nuovo progetto di MD S.p.A. che prevede la realizzazione di un polo logistico e di uffici sul terreno delle ex acciaierie di Cortenuova (Santa Maria del Sasso – Bergamo).
Il 18 gennaio 2018 il Gruppo leader nella distribuzione discount si è infatti aggiudicato l’asta per il terreno dove sorgeva l’impianto industriale con un offerta di 13 milioni e 85 mila euro, avanzata dalla propria società Sequenza Spa di Bolzano.
L’acquisizione è legata a un progetto di riqualificazione dell’area con la potenziale costruzione di un polo logistico e uffici per un copertura di circa 160.000 mq e avrà il suo punto di forza in un capannone, realizzato con le più avanzate e moderne tecniche di costruzione e attrezzature logistiche.
Oltre al costo del terreno l’investimento previsto per la costruzione delle strutture è stimato, appunto, in circa 80 milioni di Euro.
Il nuovo polo logistico si prospetta come il più grande in Italia nel canale discount. Collocato in una posizione strategica e baricentrica per la distribuzione, consentirà a MD S.p.A di servire tutti i numerosi punti vendita del Nord e Centro – Nord, sia quelli attuali, sia quelli inseriti nel consistente piano di sviluppo triennale del Gruppo che prevede l’apertura di 90 nuovi punti vendita in Italia (attualmente sono 725) per un investimento complessivo di oltre 488 milioni di Euro.
Il nuovo insediamento contribuirà inoltre alla riqualificazione di una zona depressa dove le strutture commerciali sono abbandonate da diverso tempo, dando anche un forte impulso all’occupazione nella zona.
Retailer che innovano: lo store, i clienti, le strategie. La Survey di JDA e RSR
Retailer disruptor: chi sono esattamente? Quali strategie stanno adottando? Quali obiettivi si propongono? In cosa e in che misura differiscono dai retailer tradizionali?
Sono questi alcuni dei temi affrontati dalla 2018 Retail Disruptors Survey, presentata da JDA Software Group, Inc. ed elaborata da Retail Systems Research (RSR), coinvolgendo oltre 100 retailer mondiali (innovatori e non).
“I risultati dell’indagine sono chiari: gli innovatori sono più disposti a sacrificare una crescita più rapida per riuscire ad offrire l’esperienza cliente che gli acquirenti si aspettano. I retailer innovativi inoltre sono consapevoli che la tecnologia rappresenti un fattore strategico e non solo un costo da gestire. Questa consapevolezza sarà fondamentale per il loro successo nella fase di continua evoluzione del settore ” ha dichiarato JoAnn Martin, vice president industry strategy, JDA.
Gli highlights della survey
Dalla ricerca è emerso che:
– Sono essenzialmente 4 le aree principali su cui i disruptors stanno focalizzando le proprie strategie: omnichannel (vedi tavola), informed insight (frutto della combinazione di dati e intuizione umana), customer acquisition (l‘esperienza del cliente si conferma la priorità più alta) e ruolo dello store.
– Deve essere sfatato il mito per cui i disruptor giocano un ruolo essenzialmente digitale. E l’acquisizione di Whole Foods da parte di Amazon ne è la prova lampante.
– Disruptor e tecnologie: l’obiettivo è fare investimenti ponderati che attirino i clienti e supportino velocità ed efficienza.
– Il futuro dei disruptor giunti alla maturità.
Identikit degli innovatori nel retail
Ma quali sono le peculiarità che accomunano tra loro i disruptor, distinguendoli dai retailer più tradizionali?
I retailer intervistati da RSR indicano tre fattori chiave che li rendono innovatori: forniscono prodotti e servizi di altissima qualità (53%); sono molto più veloci e reattivi dei retailer tradizionali (51%) e hanno cambiato radicalmente l’esperienza cliente (42%).
E i risultati parlano chiaro: il 66% degli innovatori ha dichiarato di essere profittevole, mentre il 18% ha affermato di diventarlo nei prossimi 18 mesi. Il 49% dei retailer innovativi cresce a un tasso annuale superiore all’11%, mentre solo il 30% dei retailer tradizionali registra la stessa percentuale di crescita. I risultati completi della 2018 Retail Disruptors Survey sono disponibili qui.
I must per i retailer innovativi
Gli innovatori affermano che la chiave del loro successo risiede nella velocità fornita dalla tecnologia, nel bilanciare i profitti e nel mantenere le promesse al cliente. L’affidabilità, in particolare l’attenzione alla coerenza di esecuzione (62%) e alla profittabilità (60%), è la qualità che gli innovatori ritengono più importante, mentre si rifiutano di sacrificare la redditività per una crescita più rapida.
Gli innovatori affrontano la tecnologia in modo diverso
I retailer innovativi hanno più successo nell’utilizzare la tecnologia per migliorare l’esperienza cliente rispetto a quelli tradizionali. Il 25% degli innovatori offre un’esperienza di shopping continua attraverso tutti i canali, rispetto al solo 13% dei tradizionali.
Dalla survey emerge pure come gli innovatori attribuiscano alle intuizioni umane lo stesso valore di quelle basate sui dati in settori chiave, mentre i tradizionali sono meno propensi:
- Operazioni in negozio: 40% degli innovatori vs. 29% dei tradizionali
- Approvvigionamento e procurement: 34% degli innovatori vs. 29% dei tradizionali
- Merchandising: 34% degli innovatori vs. 16% dei non innovatori
Investimenti in tecnologie digitali
I retailer innovativi privilegiano investimenti in funzionalità digitali incentrate sul cliente: parliamo del 25% dei disruptor rispetto a un più risicato 19% dei tradizionali.
E non basta: dei non innovatori il 35% non ha intenzione di implementare nuove tecnologie, mentre tra i disruptor la percentuale scende al 25%.
Il cliente, fulcro del business
Gli investimenti in funzionalià digitali mostrano che gli innovatori sono concentrati al massimo sull’esperienza del cliente, e quindi implementano tecnologie che consentono di migliorare questa esperienza:
- Social media per il coinvolgimento del cliente: 60% dei innovatori vs. 55% dei non innovatori
- Dispositivi mobile per il personale in negozio: 51% dei innovatori vs. 38% dei non innovatori
- Integrazione di dispositivi IoT e dati: 51% dei innovatori vs. 45% dei non innovatori
Le aree di investimento più soddisfacenti
- Visibilità totale della supply chain: 49% degli innovatori vs. 23% dei non innovatori
- Centri di distribuzione regionale o localizzata: 38% degli innovatori vs. 30% dei non innovatori
- Collaborazione con i fornitori: 38% degli innovatori vs. 29% dei non innovatori
“Gli innovatori sono più propensi a implementare nuove tecnologie per migliorare l’esperienza del cliente, ma sono anche pronti a cambiare rotta quando non vedono i benefici previsti.”, ha osservato Martin.
La customer experience
tutti i retailer concordano sul fatto che investire nella customer experience è fondamentale per attirare clienti presso i propri negozi e farli ritornare (55% degli innovatori vs. il 54% dei non innovatori).
Dove invece si notano più discrepanze tra innovatori e non sono:
il lifestyle (58% di disruptor vs 45 nd);
eventi e attività orientati al cliente (57% vs 34%)
Il futuro dei negozi fisici
I risultati dell’indagine confermano che i negozi fisici non scompariranno a breve: 87% degli innovatori e 79% dei non innovatori hanno negozi fisici e continueranno ad aprirne altri in futuro. Ma la chiave del successo dei punti vendita sta nel creare esperienze accattivanti e nell’utilizzarli anche come centri di distribuzione per evadere gli ordini effettuati attraverso altri canali. Il 71% degli innovatori intervistati ha dichiarato che la soddisfazione cross-channel porterà traffico nei negozi, un chiaro segno che le opzioni volte alla soddisfazione del cliente come acquistare online, ritirare in negozio (BOPIS) e acquistare online e fare il reso in negozio (BORIS) saranno sempre più diffuse. Anche la tecnologia interattiva (62%) e i programmi di fidelizzazione (60%) sono consideranti rilevanti per favorire l’incremento delle visite ai negozi.
Packaging, le soluzioni di Esseoquattro per macelleria, pescheria e ortofrutta
Packaging: il 2018 inizia all’insegna di nuove sfide rivolte ai produttori. La nuova legge 123/2017, che adegua il nostro paese agli standard europei suli imballaggi in plastica, avrà come diretta conseguenza un aumento della domanda di quelli in carta. Uno scenario in cui Esseoquattro Spa, da 40 anni nel settore packaging, può dire la sua.
Avendo puntato negli anni sull’ecocompatibilità dei prodotti, l’azienda è infatti pronta a rispondere ai nuovi requisiti normativi con una gamma completa di prodotti in carta o principalmente composti di carta che quindi non rientrano nel campo di applicazione della normativa e che offrono una soluzione specifica per ogni settore.
Le soluzioni
Per il reparto ortofrutta Esseoquattro propone i sacchetti in kraft di pura cellulosa a fibra lunga e i sacchetti scoprigusto Ideabrill® con banda trasparente microforata per i preparati già tagliati di frutta e verdura (ad esempio il minestrone). Entrambi disponibili con la nuova stampa generica Naturalmente Fresco o personalizzabili con l’immagine del cliente.
Per la pescheria, Esseoquattro propone l’Imprigionagusto Ideabrill®. Un sacchetto composto da carta di pura cellulosa vergine a fibre lunghe umido-resistente, accoppiata ad un film trattato. Il sacchetto è termosaldato e sigillabile in 1 secondo per trattenere al proprio interno liquidi e odori, evitando così spiacevoli fuoriuscite durante il trasporto e lo stoccaggio in frigo.
Per la macelleria, Esseoquattro propone incarto e salvafresco Ideabrill®, la cui composizione permette di conservare più a lungo inalterate le caratteristiche organolettiche della carne fresca, e l’imprigionagusto che mantiene i cibi pronti di gastronomia caldi per circa un’ora.
Oltre ai prodotti della linea Ideabrill®, per lo street food e in genere per i prodotti fritti e conditi è importante ricordare la linea completa di carte e sacchetti in supporto antigrasso bianco (Glisser) e avana (Oléane) presentata da Esseoquattro, ottimi alleati per servire cibi croccanti come appena sfornati. La linea in antigrasso Oleane, in particolare, è stata studiata per essere uno strumento prezioso per qualsiasi servizio: è infatti possibile scaldare gli alimenti contenuti in forno tradizionale o in microonde e quindi servire le preparazioni fragranti e profumate.