CLOSE
Home Authors Posts by instore

instore

3869 POSTS 0 COMMENTS

e-commerce: i clienti si aspettano convenienza e servizi di qualità

L’e-commerce avanza e detta legge, riplasmando le filiere logistiche e produttive, i sistemi e i servizi di consegna, le strutture e le tecnologie dei magazzini e del packaging, e persino la mobilità.
Ecco quanto emerge dalla ricerca Netcomm ‘Logistica e Packaging per l’e-commerce. Le nuove
prospettive’ presentata nel corso del Focus Logistica, in collaborazione con Ipack-Ima e con il
supporto di Assolombarda, Comieco, DotLog e Rajapack.

Secondo la ricerca Netcomm, la qualità e l’ampiezza dei servizi di consegna sono
centrali nelle scelte di acquisto per 3 consumatori su 4. L’esperienza di acquisto online semplice e
veloce e i prezzi migliori dei prodotti sono gli elementi più importanti, richiesti rispettivamente
dall’80,9% e dal 79,2% degli utenti, seguiti dalla conoscenza e dall’affidabilità di chi offre il prodotto
(77,6%), dalla qualità e l’ampiezza dei servizi di consegna (72,1%) e dalla facilità del reso (69,9%).
Veniamo alle altre priorità per il cliente: velocità e i costi di consegna interessano circa il 55% degli e-shopper, seguono l’importanza dei servizi di ritiro e di gestione della consegna a casa a orari specifici.
A riprova di ciò ecco, infatti, qualche dato: il 56% degli acquisti non portati a termine in Europa è causato da opzioni di delivery troppo costose, il 39% da quelle troppo lente; il 71% degli e-shopper europei ha comprato più di un item per raggiungere il valore per il free shipping, che risulta essere il primo fattore di importanza tra gli aspetti della delivery in Europa.

L’evoluzione del delivery
Interessante osservare come tra il 2015 e il 2017 si è modificato il mix di modalità di delivery: i servizi di ritiro (negozio rivenditore, ufficio postale, locker, edicola, etc.) sono cresciuti del 50% e
riguardano il 9,1% degli acquisti online di prodotti, mentre la consegna a casa/ufficio è passata dal 94% al 91%. Brand leader che offrono il ritiro gratuito presso i propri negozi dichiarano, infatti, di avere quote di ritiro superiori al 50%. Ma da cosa dipende il crescente successo di questa modalità? Diciamo subito che la difficoltà/imèpossibilità di recevere la consegna a casa non è la motivazione principale (interessa infatii solo solo il 10% degli e-shopper); la prima ragione di scelta, piuttosto, è la comodità per le abitudini e gli orari di spostamento che riguarda il 62% del campione.

Cosa piace ai clienti italiani

Dall’indagine emerge che uno dei servizi graditi dai clienti è la restituzione del prodotto tramite lo stesso canale nel quale lo hanno comprato; inoltre anche il reso da casa tramite il corriere è una modalità molto gradita pureda chi ha comprato in negozio.
Quanto alla modalità i pagamento, le preferenze si diversificano: chi acquista meno frequentemente online preferisce farli alla consegna, mentre gli habituè si concentrano su altri tipi di servizi associati alla consegna quali: la possibilità di scegliere uno slot orario o la consegna su appuntamento, la libertà di modificare fino all’ultimo momento la scelta di consegna o ritiro, la consegna al piano e quella serale.

“Il 98% degli e-shopper italiani vivono un’esperienza positiva con i servizi logistici e di delivery dell’ecommerce” spiega in proposito Roberto Liscia, Presidente Netcomm. “Le performance di consegna sono in aumento significativo rispetto alla stessa ricerca condotta da Netcomm nel 2015 e cresce sia l’uso che la disponibilità di servizi di ritiro presso negozi, locker, uffici postali ed edicole. Esistono tuttavia ampi spazi di miglioramento, per esempio nella disponibilità dei servizi finalizzati a coordinare e dare intelligenza alla consegna e al reso. Sono il fronte sul quale sia i clienti che i merchant chiedono più sviluppo e tale esigenza si traduce in una richiesta di maggior integrazione informatica di tutti i processi, lungo la catena che dal cliente porta al merchant, attraverso i corrieri/spedizionieri e i magazzini. Il last mile logistico e l’integrazione lungo la filiera sono il fronte sul quale si gioca la battaglia dell’e-commerce”.

Il packaging e l’effetto WOW
Fondamentale: per più del 70% degli e-shopper l’apertura del pacco è un momento chiave nell’esperienza d’acquisto complessiva. Oltre alla funzione protettiva, l’e-shopper è infatti attento a ogni aspetto che non generi sprechi e impatti ambientali, facendo diventare quindi l’imballaggio un elemento con altissime prospettive di sviluppo e innovazione.
In proposito Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco afferma: “C’è una vera rivoluzione in atto nel commercio che sta spostando la sua attenzione all’online e che ha ripercussioni sull’intero sistema: le aziende che producono così come quelle che si occupano di recuperare gli imballaggi cellulosici. L’intera filiera della carta si sta organizzando per affrontare questo cambiamento: basti pensare che la prossima apertura di due nuove cartiere in Italia metterà a disposizione 600mila nuove tonnellate di cartone, di cui si stima che fino a 300mila potranno essere utilizzate per gli imballaggi delle vendite online”.
Secondo i risultati del primo “Osservatorio Netcomm Ipack-Ima” la maggioranza degli operatori di
filiera ritene che l’e-commerce imporrà lo sviluppo di materiali e tecnologie specifiche anche se, ad oggi, meno del 30% dei loro clienti hanno fatto richieste specifiche per l’e-commerce. “Il packaging è uno dei protagonisti principali nella filiera dell’e-commerce perché, in misura ancora maggiore rispetto al ruolo giocato nelle vendite tradizionali, esalta, da un lato, la capacità comunicativa del prodotto che protegge e, dell’altro, contribuisce alle performance logistiche e di delivery”, dichiara il Presidente di Ipack-Ima, Riccardo Cavanna.

Metodologia

La pubblicazione è il frutto del tavolo di lavoro avviato nel 2017 con più di 30 aziende socie del
Consorzio, che si è avvalso di tre diverse ricerche: la prima ha indagato il vissuto, la soddisfazione e i desiderata in tema di servizi logistici e packaging di oltre 2.500 e-shopper italiani; la seconda, che ha coinvolto 33 merchant italiani b2c, ha analizzato il rapporto tra merchant e operatori di logistica e gli aspetti inerenti l’e-commerce cross border; infine le 30 aziende socie di Netcomm hanno risposto a 10 domande strategiche di envisioning per stimare alcune possibili evoluzioni future.

Retailers mondiali a rapporto: i primi 250 valgono 4.400 miliardi di dollari

Retailers mondiali a rapporto nella 21ma edizione dello studio Global Powers of Retailing presentata da Deloitte National Retail Federation di New York.

E i dati emersi sono di peso più che rilevante come dimostra il fatto che il fatturato globale dei 250 più grandi retailer mondiali ha raggiunto nel  2016 i 4.400 miliardi di $, valore in crescita composita del 4,1% rispetto al precedente anno fiscale.

L’economia mondiale sta attualmente attraversando un periodo di crescita relativamente stabile. La crescita è accelerata in Europa e Giappone, si è stabilizzata in Cina e Stati Uniti, mentre risulta particolarmente vivace nei paesi emergenti.” commenta Dario Righetti, Partner Deloitte e responsabile Consumer & Industrial Products. “Per i retailer è stato un anno positivo con una crescita del 4,1%. Tuttavia, nell’immediato futuro, dovranno continuare a confrontarsi con le conseguenze negative rappresentate dalle crescenti disuguaglianze sociali, delle iniziative protezioniste e dell’impatto potenziale delle misure monetarie restrittive.” 

 La Classifica dei Top 10

I primi 5 retailer a livello globale mantengono la propria posizione di leader nella Top 10 e la statunitense Wal-Mart conferma la sua leadership indiscussa grazie ad un aumento delle vendite sia negli store fisici che tramite le sempre più numerose iniziative digitali. Mantiene la seconda posizione Costco, che continua il percorso di crescita dei precedenti anni fiscali. Chiude il podio Kroger, stabile in terza posizione per il terzo anno di fila. A metà classifica troviamo invece Walgreens Boots Alliance Inc. che incrementa le sue vendite dell’8.3%.

Tra i colossi europei, Schwarz Group si conferma al quarto posto con una crescita del 5.3% rispetto al FY15. Carrefour, oltre a perdere due posizioni in classifica, è anche l’unica che segna una diminuzione dello -0.4%, mentre Aidi Einkauf mantiene stabilmente l’ottava posizione con un aumento del 4.8%.

Anche quest’anno Amazon rappresenta la rivelazione di una classifica piuttosto stabile, guadagnando ben quattro posizioni rispetto al FY15, registrando una crescita a doppia cifra pari al 19.4%. Questa crescita è alimentata da un costante flusso di innovazioni di prodotto e di servizio per i consumatori, oltre che dalla continua espansione nel mondo del grocery avvenuta nel 2017 grazie all’acquisizione di Whole Foods.

Entra in classifica anche un’altra catena di retail pharmacy e health clinic, CVS Health Corporation (competitor di Walgreens Boots Alliance Inc), con un notevole incremento dei ricavi (+12.6%), dovuto alle recenti acquisizioni.

In Europa

Nel 2016 diminuisce nuovamente il numero delle aziende con sede in Europa, che passano da 93 nel 2014 14 a 85 nel 2015 fino ad arrivare ad 82 nel 2016 aumentando il gap con il Nord America.

“L’Europa sta vivendo un momento di forte incertezza legata alla situazione economica e politica. Il fenomeno della Brexit, in particolare, ha dato il via a un periodo di instabilità e cambiamento negli equilibri commerciali. I mercati maturi stanno soffrendo la concorrenza di nuovi Paesi emergenti e di nuovi competitor digitali.”, commenta Ernesto Lanzillo, Partner Deloitte e responsabile per il settore Retail. “Se analizziamo i dati, si evidenzia come l’andamento dei Top 10, inclusi quelli europei, sia sostanzialmente positivo con buoni segnali di crescita”.

A dispetto di questa perdita di quote, i retailer europei rimangono i più attivi a livello mondiale, continuando a cercare crescita al di fuori dei loro ormai maturi mercati domestici. Circa il 41% del loro fatturato è stato generato da operazioni straniere – circa il doppio di quello registrato dal gruppo dei Top 250 al completo.

In Italia

“La GDO italiana” commenta Dario Righetti “si conferma in crescita nel 2016 (+0,9%, in linea con la crescita del settore a livello globale), ma con un ritmo decisamente inferiore rispetto al 2015 (+3,4%) dove l’effetto Expo e l’inflazione positiva avevano trainato la crescita del fatturato. L’incremento nel 2016 è trainato principalmente dai volumi dato che l’inflazione nel settore è stata sostanzialmente nulla”. Per i retailer italiani si registra dunque, nell’anno chiuso entro il 30 giugno 2017, un andamento nel complesso positivo, visto che solo 2 dei 4 player nazionali registrano un calo nel posizionamento globale. Al contrario dello scorso anno, Coop recupera quattro posizioni, collocandosi al 72esimo posto. Sia Conad che Esselunga perdono delle posizioni nella classifica delle Top 250, collocandosi rispettivamente al 78° e 131° posto. Eurospin migliora anche quest’anno i propri risultati guadagnando una posizione (dal 188° posto al 187°). “In termini di redditività (vedasi tabella sottostante), da analisi comparative effettuate da Deloitte – prosegue Righetti – si conferma una sostanziale tenuta, per la GDO Italia, del margine commerciale, peraltro superiore a quello registrato da un campione internazionale. Nonostante questo positivo risultato, la GDO italiana registra un margine operativo quasi dimezzato rispetto al campione internazionale, per effetto di minori sinergie e maggiori costi di trasporti ed energia rispetto al campione internazionale”.

 I settori merceologici

Hardline & leisure è il settore con il tasso di crescita più elevato grazie ad una serie di imporanti operazioni di acquisizione (Lowe’s e Steinhoff International), fusione (Group FNAC e Darty plc) e cessione (Staples) avvenute durante il FY16.

Ciò significa che per la prima volta in quattro anni i retailer di abbigliamento ed accessori non hanno trainato la crescita, ma rimangono comunque il settore più profittevole.

I retailer di fast-moving consumer goods¹ (FMCG) sono attualmente le aziende più grandi (con un fatturato medio di circa 21.7 miliardi di dollari) così come le più numerose (135 aziende che costituiscono il 54 percento di tutte le Top 250 e rappresentano due terzi del fatturato delle Top 250).  

 

I quattro trend del retailing

Global Powers of Retailing 2018 mostra chiaramente come le regole del retailing stiano cambiando. Ma in quale direzione? Quali sono i trend che oggi vanno per la maggiore?

Quattro le tendenze evidenziate dal report:

 

  • Costruire competenze digitali di prim’ordine. Ormai, infatti, è chiaro: lo shopping non è solo questione di acquisiti in un negozio fisico o e-commerce perché i consumatori sono channel-agnostic, e non ritengono dirimente il canale di vendita.
  • Combinare negozio fisico e digitale permette di recuperare il tempo perduto. 
  • Creare esperienze in-store uniche e coinvolgenti. I negozi fisici non scompariranno, ma per competere con la convenienza e l’assortimento ineasuribile offerto online, creare esperienze di valore ed aumentare il brand engagement sono due attività cruciali. 
  • Reinventare il retail grazie alle ultime tecnologie. L’Internet of Things, l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e virtuale ed i robot dovrebbero essere sull’agenda di ogni retailer.

e-commerce e packaging le 7 tendenze del 2018: sarà l’anno della personalizzazione

e-commerce e packaging un binomio strettissimo che influisce sulle performances del servizio.

Quali sono oggi le tendenze prevalenti degli e-merchant e le loro richieste?

Se ne è perlato nel corso dell’evento Netcomm Focus dedicato alla logistica e al packaging, dove Rajapack, filiale italiana del gruppo RAJA, ne ha evidenziate 7:

  1. Packaging minimal che riduca i volumi e l’impiego di materiale. Una soluzione che ha una doppia valenza, da una parte incontra il gusto estetico del pubblico, dall’altra riduce i costi di trasporto e gestione logistica;
  2. Packaging conforme alle tabelle peso-volumetriche dei principali corrieri, sempre in ottica di riduzione di volumi e costi;
  3. Packaging green capace di soddisfare le 3 “R”: ridurre, riutilizzare, riciclare. I merchant sanno che il 52% delle decisioni di acquisto è influenzato dall’impatto ambientale dell’imballo e Rajapack testimonia questa tendenze con un crescita del 40% delle richieste per imballaggi eco-sostenibili;
  4. Packaging riutilizzabili: soluzioni che possono essere impiegate anche per eventuali resi da parte del consumatore che nell’80% dei casi infatti dà per scontato di poter rendere la merce nel medesimo imballo in cui l’ha ricevuta;
  5. Packaging anti-effrazione: si moltiplicano i nastri adesivi personalizzati o in carta anti-furto, le scatole americane senza chiusura automatica (più facili da aprire) e le buste con messaggi di tentata effrazione;
  6. Packaging personalizzato: il pacco è un vero e proprio biglietto da visita per le aziende capace anche di trasmettere al consumatore i valori e le peculiarità che le caratterizzano, per questo è importante una personalizzazione significativa che riguardi sia il lato esterno che quello interno per influenzare il cosiddetto effetto WOW;
  7. Packaging più veloce e meno ingombrante in grado di risparmiare spazio a magazzino e incrementare la produttività soprattutto nei momenti di maggiore attività.

Passando poi agli e-shopper, vediamo quali accorgimenti contribuiscono all’effetto wow.

 Cresce l’unboxing, ovvero il fenomeno della condivisione sui social del momento di apertura del pacco.

Sempre più rilevante il premium packaging (conosciuto anche come packaging regalo) non solo nel lusso, dove in realtà non stupisce, ma anche in settori come l’elettronica e il food a testimonianza di un e-shopper sempre più attento ed esigente.

Sempre più spazio alla personalizzazione specialmente nell’abbigliamento, dove l’importanza è comunicare senza particolari esigenze anti-shock, e nella gioielleria La personalizzazione, infatti, sarà uno dei trend in forte crescita nel 2018. Dall’indagine di DotCom Distribution emerge infatti che il 44% degli e-shopper che spendono più di 200$ al mese ripeterà l’acquisto online solo se ha ricevuto un packaging personalizzato e curato nei dettagli.

 

 

 

Diageo Reserve best performing nel report 2018 di Drinks International

Diageo Reserve – la collezione di distillati ultra premium di Diageo – si riconferma Best Performing portfolio secondo L’ANNUAL BRANDS REPORT 2018, classifica della testata britannica DRINKS INTERNATIONAL.

Calcolati sui risultati dell’anno precedente, i Report annuali stilano classifiche top ten per categorie di prodotto, secondo una doppia graduatoria: quella degli spirit Best Selling, che ha come parametri i volumi di vendita, e quella dei Top Trending, che premia i brand di maggior tendenza.

Diageo Reserve domina nella sezione vodka e whiskey americani rispettivamente con Ketel One e Bulleit, brand che si aggiudicano il gradino più alto del podio sia tra i Best Selling sia tra i Top Trending.

Nella categoria dei gin, è Tanqueray che si aggiudica l’oro tra i Best Selling e l’argento tra i Top Trending ed anche il Bartenders’ Choice, categoria extra del report, che premia i distillati preferiti dai bartender, al di là delle vendite e delle tendenze.

Performance di successo pure tra i tequila con il brand messicano Don Julio, in cima alla classifica dei Best Selling per il terzo anno consecutivo, ottenendo anche un ottimo secondo posto tra i Top Trending.

Posizionamento di tutto rispetto anche per l’Irish whiskey Roe&Co., che, a un solo anno dal lancio, è riuscito a conquistare un ottavo posto in entrambe le graduatorie.

Infine, il celebre rum guatemalteco Zacapa si riconferma tra i migliori distillati al mondo della sua categoria, aggiudicandosi il terzo posto per popolarità e il quarto per vendite.

 

Baba Consulting: #The Now Age, forecast 2018-2019

Le tendenze sono, per chi opera nel mercato globale, opportunità di posizionamento differenziale, driver di innovazione, raccolta di nuovi insight e ispirazione per interventi di mercato performanti.

Il rapporto di ricerca di TREND MONITOR®, annualmente redatto da baba – Istituto di ricerca di mercato e analisi di scenario – interviene nella consulenza e nella ricerca  forte di questa idea di tendenza, con un modello di monitoraggio quali-quantitativo unico: collection dei segnali, analisi e mappatura semiotica delle tendenze,  identificazione dei target di comunicazione e loro mirroring nei Big Data.

Il Forecast 2018-19 – che verrà presentato a Milano l’8 febbraio 2018, alle 17 presso l’Accenture Customer  Innovation Center (ACIN) di Milano, piazza Gae Aulenti 8 – focalizza il concept #THE NOW AGE come il tema centrale intorno al quale ruota la proiezione anticipatoria di baba: 12 tendenze chiave,  cross-country e cross-category. In una società e in un mercato globali in cui la trasformazione digitale ha reso la variabile spaziale relativamente indifferente, il tempo si conferma il gran

de criterio di discrimine e segmentazione Né passato né futuro, bensì un presente che orienta 4 scenari alternativi dell’anticipazione: INERTIA, IMPULSE, INFINITY, INCIDENCE.

Il forecast sarà introdotto dal presidente di baba Giulia Ceriani e avrà come discussant Alessandro Diana (Accenture Interactive lead per Italia, Centro Europa e Grecia) e Elena Aniello (Accenture marketing lead Italia). Verrà presentata un’analisi dei turning points del contesto evolutivo, unitamente alla mappatura delle macrotendenze internazionali, a una focalizzazione per industry,  e alla definizione dei target avanzati.

Per info sul report e i diversi formati in cui è disponibile, contattare: baba@babaconsulting.com 

 

 

 

Nutritionally correct: più fibre e proteine, ma meno grassi. Così cambia l’alimentazione degli italiani

Nutritionally correct, così si sta progressivamente rivelando l’alimentazione degli italiani, stando quanto emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy che, a sei mesi dal lancio della prima, torna a fotografare i cambiamenti avvenuti sia nell’offerta dei prodotti di largo consumo venduti in Italia sia nella shopping list dei consumatori. Dall’indagine emerge infatti che i prodotti alimentari venduti in Italia sono più virtuosi e corretti dal punto di vista nutrizionale, con una riduzione di zuccheri e di grassi saturi e un incremento di fibre e di proteine. Sostanzialmente invariato l’apporto calorico, fermo a 184,8 calorie/100 g/100 ml.

Il metaprodotto

Lo studio in particolare ha monitorato la variazione della composizione nutrizionale di 40 mila prodotti venduti nei reparti drogheria alimentare, fresco, freddo e bevande e che, elaborando queste variazioni su basi statistiche, ha permesso di definire un “metaprodotto”, in figura esemplificato da un superpanino dell’informazione alimentare con cui evidenziare la media dei valori delle principali componenti nutrizionali (carboidrati, zuccheri, proteine, grassi, grassi saturi, fibre e calorie) su 100 grammi o 100 ml.

Il metaprodotto Immagino -Fonte: Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, ed. 2, 2017

L’Osservatorio Immagino ha evidenziato, in particolare, una crescita della presenza delle fibre negli acquisti degli italiani (+2,3% nell’anno terminante a giugno 2017), elemento nutrizionale che arriva a pesare quasi per il 2% nella composizione del metaprodotto che per la restante parte si compone per il 20,8% di carboidrati di cui 8,5% zuccheri, per l’8,6% di grassi di cui 3,0% saturi, e per il 6,2% di proteine. Le fibre sono la tendenza più importante sul mercato in questo frangente, mentre calano i grassi saturi (-0,8% in una componente lipidica media sostanzialmente invariata) e gli zuccheri (-0,1%). Cresce anche l’apporto medio di proteine (+1,7%) elemento su cui pone attenzione un ampio target di consumatori: dagli sportivi ai vegetariani/vegani, alle prese con la sostituzione di proteine di natura animale.

L’Osservatorio Immagino

Dal suo esordio a oggi, ha esteso la sua copertura, arrivando a comprendere un paniere di prodotti sempre più ampio che inquesta seconda edizione  ha analizzato oltre 100 variabili presenti sulle etichette di una base di 73.500 prodotti del largo consumo nata dal confronto tra gli 88.500 prodotti della banca dati del servizio Immagino di GS1 Italy a giugno 2017 e i prodotti in vendita nella grande distribuzione rilevati da Nielsen. Si tratta di prodotti che, nell’anno terminante a giugno 2017, hanno sviluppato circa 33 miliardi di euro di vendite, pari al 78% delle vendite totali del largo consumo realizzate in ipermercati e supermercati italiani.

 

Al Bacio! La catena italiana healthy, green e tech-friendly

Al Bacio!, avanti con brio. Come dimostrano i ritmi di crescita: da una a quattro insegne in meno di 24 mesi. Prende quota la catena di ristoranti italiani healthy, green e tech-friendly progettata da Francesco Aimi, amministratore delegato del gruppo, Fausto Salvador, Paolo Catti e Andrea Terzi, che ora è pronta a sbarcare anche a  Parigi e a Singapore. E nel 2018 prevede anche nuove aperture nel nostro paese.

Dopo il successo del primo locale pilota aperto nel centro di Parma nel settembre 2016, sono stati inaugurati i ristoranti all’interno dello Shopping Brugnato 5 Terre e del Franciacorta Outlet Village e, da poco, il punto vendita in via Vincenzo Monti a Milano, a due passi da piazza Cadorna

 

[Not a valid template]

di Nicole Cavazzuti

300 in 300: Miroglio Fashion vince la sua scommessa

300 in 300, il progetto annunciato da Miroglio Fashion agli inizi del 2017 e sostenuto con un investimento di 15 milioni di euro, si è concluso con successo, dopo aver coinvolto con restyling e nuove aperture, alcuni brand della società tra cui Motivi, Oltre, Fiorella Rubino, Elena Mirò e Caractère.

“Sono orgoglioso del team, che ha portato a termine nei tempi previsti quello che poteva sembrare un progetto impossibile” ha commentato Hans Hoegstedt, AD di Miroglio Fashion. “Questo piano straordinario, lanciato a inizio 2017, rappresenta un tassello fondamentale nella nostra nuova strategia di sviluppo dei brand e nella valorizzazione della loro identità: ora possiamo contare su negozi accoglienti, unici e riconoscibili, in grado di offrire alla nostra cliente una shopping experience sempre più personalizzata e distintiva. La ciliegina sulla torta di un anno impegnativo ma ricco di soddisfazioni, durante il quale abbiamo lavorato in un’ottica omnichannel ed abbiamo lanciato nuovi ed importanti progetti come Miroglio Retail 4.0, andando ad arricchire di contenuti e servizi tutta la catena negozi che supera i 10 chilometri di vetrine”.

Le punte di diamante

Tra gli interventi sui punti vendita italiani ricordiamo: i nuovi Flagship Store a Milano di Elena Mirò e Caractère (entrambi in Piazza della Scala) e Motivi (in Corso Vittorio Emanuele II). All’estero, invece, menzione speciale per: Elena Mirò Parigi (Rue Victor Hugo), tutti i corner Elena Mirò presso El Corte Inglés Spagna e Motivi con il nuovo negozio di Mosca presso lo shopping mall Evropeisky (vedi scheda allegata con tutti i principali interventi). “L’attività di progettazione, sviluppo e realizzazione ha coinvolto, tra dipendenti interni e professionisti esterni, ben 15 progettisti, 22 project manager, 20 impiantisti, 30 aziende di arredamento, 15 aziende di impianti elettrici e di condizionamento” commenta Fabrizio Dell’Arte, responsabile del Servizio Retail di Miroglio Fashion, che ha coordinato e gestito il progetto. “Una sfida importante e decisamente stimolante, che è partita dallo sviluppo dei nuovi store concept dei brand Motivi, Oltre, Fiorella Rubino, Elena Mirò e Caractère per declinarsi poi su tutta la rete negozi. Si è trattato di un ‘progetto globale’, che ha coinvolto tutta l’azienda. Ognuno ha contribuito in base al proprio ruolo e alla propria competenza. Un’attenta pianificazione delle attività, un rigoroso metodo basato sul confronto continuo e sulla costante condivisione dei risultati, uniti alla grande tenacia dei vari team di Miroglio Fashion, hanno permesso a questa sfida ambiziosa di concretizzarsi e diventare una tangibile realtà”.

Asiago DOP Stagionato: 2017 un anno di successi

Asiago DOP Stagionato, il 2017 si chiude con risultati ottimi. Lo scorso anno, infatti, la produzione di Asiago DOP Stagionato è aumentata del 4,8% rispetto al 2016, con quotazioni in crescita dell’8% (dato dicembre 2017 su dicembre 2016) e vendite a +19,1%, ovvero ai massimi degli ultimi dieci anni.

Nel corso del 2017, grazie anche al piano di regolazione dell’offerta, è stato possibile immettere sul mercato una quantità di prodotto adeguata alla domanda. Come conseguenza, per entrambe le tipologie della specialità veneto-trentina, sono stati evitati incrementi eccessivi delle scorte, rimaste a livelli fisiologici per l’Asiago Fresco e ridotte ai minimi storici per l’Asiago Stagionato, con un calo di oltre il 20% rispetto ai livelli dell’anno precedente. In particolare, mentre sono state prodotte 1.339.118 forme di Asiago DOP Fresco, l’Asiago DOP Stagionato, prodotto in 232.436 forme, ha visto aumentare di oltre il 19% la quantità venduta dai caseifici produttori, grazie a un crescente apprezzamento da parte di un pubblico sempre più esigente e attento alla qualità di questo prodotto, capace di raccontare l’eccellenza di un territorio.

In quest’anno, Asiago DOP Stagionato si è anche imposto all’attenzione mondiale proprio per le sue caratteristiche uniche, a riprova del livello qualitativo raggiunto. Riconosciuto, a Luxury Cheese, l’evento italiano dedicato ai formaggi di qualità, tra i dieci formaggi più preziosi al mondo, toccando quotazioni di 200 euro/kg per le stagionature dell’annata 2009, Asiago DOP Stagionato ha conquistato anche il titolo “Super Gold”, il prestigioso riconoscimento assegnato ai World Cheese Awards di Londra, la più grande competizione al mondo dedicata ai formaggi. I due riconoscimenti internazionali confermano e supportano l’azione di promozione che vedrà il Consorzio di Tutela impegnato anche nel corso del 2018 nella ricerca di mercati nei quali gli alti livelli qualitativi di questo prodotto vengono riconosciuti e stimati.

Loacker diventa distributore esclusivo dei prodotti Darbo in Italia

Loacker è diventato il distributore esclusivo dei prodotti Darbo in Italia – ad eccezione del Trentino-Alto Adige – apportando così nuovo valore alla linea di prodotti premium che attualmente distribuisce in Italia: Twinings, Ovomaltina, Lorenz Snack-World, e Pema.

Un connubio vincente tra due brand che hanno fatto dell’utilizzo di materie prime di qualità e dell’attenzione alla produzione dei veri e propri cavalli di battaglia.

Siamo onorati che un brand come Darbo si sia affidato a noi come partner per la distribuzione dei propri prodotti; le nostre vision aziendali sono molto vicine, basate sulla realizzazione di prodotti di qualità, in grado di trasmettere il massimo della bontà ai nostri consumatori’ – ha dichiarato Florian Waldmüller, Direttore Brand Management Italia– “Noi di Loacker scegliamo con molta cura i nostri collaboratori, in particolare esigiamo che tutti siano allineati con la nostra filosofia di ricerca e attenzione per materie prime di grande qualità, in questo caso Darbo rispecchia in pieno questa vision.”

Tra tutti i prodotti che compongono l’offerta Darbo, Loacker si concentrerà nella fase di lancio soprattutto sulle linee di confetture per il mercato italiano:

  • Confetture Naturrein 450g: il marchio Naturrein, fondato nel 1979, letteralmente significa ‘pura natura’ o ‘fatto in casa’. Queste confetture vengono prodotte secondo un’antica ricetta di famiglia con solo frutta di alta qualità, riscaldandola e rimestandola accuratamente così da conservare l’aroma naturale della frutta stessa che raggiunge un gusto unico. Frutta, zucchero, succo di limone concentrato e gelificante pectina, niente di più nelle confetture Naturrein Darbo che seguono la preparazione secondo il clean label.
  • Creme Ricco di Frutta 200g: delle vere e proprie creme spalmabili che contengono il 70% di frutta, sono prive di conservanti e mantengono la ricetta originale di famiglia. Solo frutta di alta qualità che in questo prodotto raggiunge il massimo della sua espressione e poesia. Anche in questo caso la produzione segue il clean label, ossia utilizza solo 4 ingredienti.
  • Confetture a Ridotto Contenuto Calorico 220g: 60% di frutta e il 67% di calorie in meno rispetto alle confetture tradizionali Darbo. Niente glucosio-fruttosio, conservanti, coloranti o aromi, solo la bontà della frutta migliore…senza pensieri per la linea!

 

 

 

 

 

 

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare