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Due nuove aperture per Penny in Lombardia e Toscana

A distanza di un paio di giorni l’uno dall’altro, aprono due nuovi punti vendita Penny, rispettivamente a Grezzago, 36esimo della provincia milanese e il 103esimo della Lombardia, e a Capolona, l’11esimo in provincia di Arezzo nonché l’83esimo della regione Toscana.

Il nuovo punto vendita lombardo si trova in via Abruzzi e si sviluppa su una superficie di circa 1.300 mq, di cui 880 mq di sala vendita, e dispone di oltre 70 posti auto a servizio dei clienti. Nel nuovo store l’esperienza d’acquisto dei clienti è resa completa, semplice e confortevole anche grazie ai servizi di macelleria, gastronomia servita con punto caldo e l’angolo bake off per il pane caldo, sfornato fresco ogni giorno. L’apertura del nuovo negozio Penny prevede 11 collaboratori di cui 8 di nuova assunzione; il negozio è aperto al pubblico al pubblico: dal lunedì al sabato: 8:00 – 20:00 e domenica: 8:30-13:30 e 15:00-19:30.

Lo store Penny di Capolona invece, nasce in un comparto di circa 10.000 mq in via Dante Alighieri e rappresenta un’importante offerta alimentare discount con un’area vendita di 830 mq. Oltre ai 69 posti auto privati, grazie alla convenzione stipulata con il comune sono stati realizzati ulteriori 14 posti auto per il pubblico utilizzo. Anche questo spazio è dotato di macelleria, gastronomia e punto caldo. Il negozio offre referenze territoriali di brand locali della tradizione; sono inoltre presenti bake-off, banco convenience, pasticceria fresca, pesce fresco e vasca regionale. L’apertura del nuovo negozio Penny toscano prevede un organico di circa 15 collaboratori di cui 4 gastronomi e 2 macellai. Il negozio osserverà i seguenti orari di apertura al pubblico: dal lunedì al sabato: 08:00 – 20:00; domenica: 08:30 – 14:00.

Come sempre, Penny rivolge grande attenzione alla sostenibilità all’interno del suo percorso “Viviamo Sostenibile”, garantendo in tutti i suoi nuovi punti vendita le attività di lotta allo spreco alimentare, rispetto per l’ambiente e responsabilità sociale. In particolare il punto vendita di Capolona si distingue per un forte impegno nel risparmio energetico, essendo dotato di impianto fotovoltaico in copertura, parcheggio con colonnine di ricarica elettrica per autoveicoli, sala vendita con luci led e banchi frigo con porte per ottimizzare il contenimento energetico e impianti di refrigerazione commerciale a Co2.

Omnia Technologies acquisisce tre aziende e lancia la divisione high speed beverage

Attraverso le acquisizioni di Acmi, Sacmi Beverage e Sacmi Labelling, Omnia Technologies lancia una nuova divisione dedicata all’high-speed beverage, focalizzata sulle tecnologie di soffiaggio, imbottigliamento, etichettatura e confezionamento.

Acmi, con sede a Fornovo di Taro (Parma), è un’azienda attiva nella progettazione e produzione di linee complete di confezionamento e imbottigliamento, principalmente per l’industria alimentare e delle bevande, dove agisce spesso da appaltatore principale e integratore di linea. Fondata nel 1984 dalla famiglia Magri, Acmi conta su un fatturato di circa 100 milioni di euro e un organico di 420 dipendenti, distribuiti in cinque stabilimenti produttivi nel Nord Italia e quattro filiali commerciali in Messico, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti. Il portfolio prodotti comprende pallettizzatori e depallettizzatori, astucciatrici, avvolgitori, manipolatori, robot multifunzionali e sistemi di trasporto.

Sacmi Beverage e Sacmi Labelling invece sono tra i più riconosciuti player del mercato, grazie agli importanti investimenti strategici intrapresi e al know-how sviluppato negli ultimi decenni nei settori dell’imbottigliamento e dell’etichettatura per il settore dell’high-speed beverage. Con sede a Parma, Sacmi Beverage fornisce macchine stand alone e linee complete di soffiaggio e imbottigliamento ad alta velocità per PET/rPET (plastica PET vergine/riciclata), lattine e bottiglie di vetro, oltre a proporre soluzioni per il settore lattiero-caseario – con la tecnologia form-fill-seal – e per il settore vinicolo, con le soluzioni bag-in-box. Sacmi Beverage può contare su un fatturato di circa 110 milioni di euro, un organico di circa 160 dipendenti e un parco installato di oltre 600 macchine.

Con sede a Verona e Nanhai (Cina), Sacmi Labelling fornisce infine soluzioni di etichettatura automatica, adatte per contenitori in vetro, plastica e metallo per il settore dell’high-speed beverage, della birra, degli alimenti, del vino e dei detergenti. Sacmi Labelling fattura circa 70 milioni di euro, impiega 300 dipendenti e ha un parco installato di oltre 1.700 macchine. Sacmi Beverage e Sacmi Labelling condividono una rete globale di filiali in Francia, Spagna, Marocco, Nigeria, Singapore, Emirati Arabi, Brasile, Messico e Stati Uniti.

“La creazione della nuova divisione high-speed beverage amplia in modo significativo il portafoglio di Omnia Technologies nel bottling & packaging, potenziando la sua capacità di offrire innovative soluzioni end-to-end, grazie anche all’integrazione con le tecnologie per la lavorazione delle bevande progettate e realizzate da Tmci Padovan e Della Toffola” ha detto Andrea Stolfa, Ceo di Omnia Technologies.

Per queste acquisizioni Omnia Technologies, Sacmi Imola e Acmi sono state assistite da Intesa Sanpaolo (IMI Corporate & Investment Banking Division), Cavour Corporate Finance e Pirola Corporate Finance.

Dop e Igp a +6%: per Cia e Italia Olivicola servono valorizzazione e promozione

Le Dop e le Igp italiane rappresentano un volano importante per la crescita competitiva dell’agroalimentare nazionale e per il rilancio del turismo enogastronomico lungo lo Stivale: questo il messaggio portato a Cibus da Cia-Agricoltori Italiani e Italia Olivicola che hanno inaugurato la fiera di Parma con una retrospettiva sul settore e le opportunità da capitalizzare. Per entrambe le organizzazioni è giunto il momento di tracciare, fattivamente, la strada sul fronte della valorizzazione e della promozione, partendo da un vero patto tra agricoltori e cittadini.

Nel focus c’è il primato italiano nel comparto, una leadership per numero di produzioni certificate, 855 tra cibo e vino, e un fatturato di 20 miliardi, rispetto ai 3.500 prodotti registrati Ue per un giro d’affari di 80 miliardi. Ma non basta, Cia e Italia Olivicola guardano ai quasi 9 miliardi di euro di valore all’origine del comparto cibo Dop e Igp, per un fatturato al consumo finale superiore ai 17 miliardi di euro, pari a una crescita del 6%. Inoltre il valore aggiunto su cui lavorare sta anche nel 76% degli italiani che acquista prodotti alimentari certificati almeno una volta al mese, come in quel 45% di cittadini che non riconosce l’origine in uno specifico territorio. La conquistata riforma del Regolamento Ue sulle Indicazioni geografiche rappresenta un importante passo in avanti nella salvaguardia e nella promozione dei prodotti Dop e Igp. Ora, per essere davvero efficace nella sua attenzione alla qualità e all’innovazione rispetto a trasparenza e a sostenibilità, deve saper puntare sulla centralità del rapporto tra produttori e consumatori. Il richiamo di Cia e Italia Olivicola è a quell’alleanza stabile in grado di accrescere il peso decisionale dei due anelli della filiera agroalimentare.

I formaggi della Dop economy rappresentano la prima categoria del cibo per fatturato, con 5,227 miliardi di euro di valore alla produzione e una crescita dell’11,6% rispetto all’anno precedente. Al consumo i formaggi tutelati dal bollino Ue hanno raggiunto quota 8,6 miliardi di euro, il 7,6% in più rispetto all’anno precedente. Il comparto conta 24.484 operatori, 56 sono le Ig. Oggi l’olio da olive Dop e Igp italiano vale 85 milioni, con una riduzione del 4,0%, la produzione certificata è pari a 13 mila tonnellate, con un aumento del 3,6%. Il valore al consumo è diminuito del 5,7%, ed è pari a 142 milioni di euro, mentre il valore all’export è di 62 milioni, inferiore del 0,3% rispetto al precedente rapporto. Gli operatori della filiera sono in totale 23.418 e 50 sono i prodotti tutelati dalle indicazioni geografiche. Ortofrutticoli e cereali hanno raggiunto quota 391 milioni in valore (-0,7%) e la produzione certificata si attesta sui 578 mila tonnellate (+4,9%). Il valore al consumo è cresciuto del 14,5% attestandosi su 1.122 milioni di euro. L’export ha raggiunto quota 162 milioni (+8,2%). Gli operatori della filiera sono 21.258, 125 i prodotti Dop e Igp.

“Dop e Igp costituiscono un significativo elemento di valorizzazione dei sistemi produttivi e dei territori. Sono uno strumento per la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità, intervengono a salvaguardia di un patrimonio di saperi e tradizioni che il turismo enogastronomico, sostenuto dalla riforma Ue sulle Ig, può riposizionare a vantaggio del tessuto socioeconomico di tante zone rurali come dello sviluppo competitivo e sostenibile del settore produttivo” ha detto il Presidente Nazionale di Cia, Cristiano Fini.

“Le denominazioni di origine nel mondo dell’olio extravergine di oliva sono il futuro e oggi rappresentano solo il 4% del mercato, ma è significativo che la quantità certificata cresca di anno in anno, sfiorando i 14 mila quintali. Purtroppo, troppo spesso, sono state utilizzate dalla Gdo e dell’industria olearia come grimaldello per conquistare spazi a scaffale, più che nuovi consumatori. I 22 mila olivicoltori che certificano meritano rispetto e uno sbocco commerciale di successo, un’adeguata valorizzazione per la qualità e la tipicità degli oli Dop/Igp e non speculazioni al ribasso” ha aggiunto il Presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo.

Metro, certificazione biologica per 49 punti vendita e 2 piattaforme logistiche

Metro Italia ha ottenuto la certificazione biologica per i suoi 49 punti vendita e delle due piattaforme logistiche dedicate al food service distribution (FSD). L’obiettivo è rafforzare l’impegno a offrire ai clienti del settore Horeca una vasta offerta bio e assicurare il rispetto delle migliori buone pratiche nella gestione di questa categoria di prodotti.

Il biologico rappresenta un fenomeno in grande crescita nel settore dell’agroalimentare: nel 2023 le vendite alimentari bio hanno raggiunto quasi i 5,4 miliardi di euro. A trainare la crescita del mercato sono stati i consumi fuori casa con un incremento del +18% rispetto al 2021 e un valore di quasi 1.3 miliardi di euro. L’Italia, inoltre, è leader della produzione biologica in Europa con oltre 2 milioni di ettari (19% sul totale della superficie coltivata). Metro Italia oggi offre ai suoi clienti un assortimento di 160 prodotti a marchio Metro biologici in tutto l’assortimento food, oltre a quelli a marchio dei produttori.

“Assicurare qualità, sostenibilità e una offerta in linea con i trend del settore Horeca rappresenta uno dei punti cardine della nostra strategia aziendale. Da sempre Metro Italia è infatti impegnata nel miglioramento continuo dei propri processi e servizi, un approccio che ci ha permesso di tagliare importanti traguardi in questo ambito, come le certificazioni ISO, FSSC e oggi la certificazione biologica di store e piattaforme logistiche dedicate al food service distribution. Questi riconoscimenti attestano il nostro impegno a garantire ai nostri clienti prodotti sicuri, tracciabili e di alta qualità, nel rispetto dei più elevati standard. Siamo orgogliosi di essere un partner affidabile e innovativo per gli operatori del settore Horeca, a cui rivolgiamo una offerta sostenibile e in linea con le loro esigenze” afferma Claudio Truzzi, Responsabile Qualità di Metro Italia.

L’azienda ha inoltre avviato la certificazione in base allo standard IFS Cash & Carry, di tutti gli stores e delle piattaforme logistiche dedicate al canale food service distribution (FSD). Il processo sarà finalizzato entro il 2026. Lo scopo di tale certificazione è quello di garantire, tramite un ente terzo, elevati standard di vendita e servizio ai clienti professionali. L’impegno sul fronte delle certificazioni rientra nella politica per la qualità, l’ambiente e la sicurezza alimentare di Metro Italia, che si ispira a valori etici, allo sviluppo sostenibile e alla sicurezza di prodotti. L’azienda dispone di un sistema interno di garanzia della qualità con standard molto elevati, con l’obiettivo di assicurare al cliente finale i migliori livelli di servizio.

Kraft Heinz Italia, Carmela Bazzarelli è il nuovo Amministratore Delegato

Carmela Bazzarelli è il nuovo Amministratore Delegato di Kraft Heinz Italia. Di origini calabresi, alle spalle vanta più di venti anni trascorsi nel settore dei beni di largo consumo e in particolare nell’industria alimentare. Nella sua carriera ha lavorato in Italia, Belgio e Francia per Barilla ricoprendo ruoli di Category Management e Trade Marketing, prima di diventare Direttore Generale del Belgio e poi per la Spagna. Nel 2022 è entrata in Kraft Heinz come Head of Commercial Strategy & Go To Market della business unit Continental Europe, dove si è dedicata a far crescere la reputazione internazionale dell’azienda e a guidare la strategia commerciale.

L’obiettivo di Kraft Heinz Italia dei prossimi anni sarà consolidare il proprio sviluppo nel Paese, naturale evoluzione del percorso di trasformazione che l’azienda ha intrapreso negli ultimi anni a livello globale per innovarsi e crescere in modo sostenibile. Al centro, la relazione con il cliente e il consumatore, e un nuovo racconto dove i prodotti in portafoglio a Kraft Heinz possano assumere sempre più valore e rilevanza nelle abitudini e nelle esigenze del mercato locale. L’azienda, che in Italia è presente nel segmento delle salse (Heinz e Kraft), negli alimenti per l’infanzia (con i marchi Plasmon, Nipiol, Dieterba) e nel medical food (Biaglut, senza glutine, Aproten, ipoproteici), continua un percorso di trasformazione che ha già portato risultati positivi: il business del Fuoricasa per esempio è raddoppiato nell’ultimo triennio (segmento salse Heinz), mentre la presenza nell’hard discount (alimenti per l’infanzia, Plasmon e Nipiol) è cresciuta significativamente nonostante l’inflessione del mercato.

“L’azienda guarda al lungo periodo con orizzonte a dieci anni” ha sottolineato la nuova AD. “Saremo agili e capaci di comunicare in modo creativo, investiremo in innovazione facendo leva sulla competenza del nostro dipartimento ricerca & sviluppo e costruiremo partnership strategiche, per consolidare il processo di crescita e contribuire così a rendere l’azienda sempre più solida e, come diciamo noi, ‘a prova di futuro’. Abbiamo a che fare con una nuova generazione di consumatori, con nuovi stili di vita, iperconnessi, fruitori e sostenitori dello smart working, impegnati, che cercano l’ultra convenienza in soluzioni che facilitino la quotidianità, ma che allo stesso tempo possano far sperimentare nuovi gusti e sapori. Ecco che la sfida sarà adattare rapidamente un’offerta che sia sempre più coerente alla domanda; vogliamo essere all’avanguardia nella proposta, è una nostra attitudine ascoltare il cambiamento e reagire con propositività. In Italia, nel segmento delle salse, l’obiettivo dei prossimi anni è offrire ai nostri consumatori un portfolio sempre più completo per essere rilevanti nelle occasioni di consumo locali, senza trascurare le sfide globali che ci attendono in termini di sostenibilità e alimentazione bilanciata. Nel biennio che ci aspetta stimiamo che il segmento salse possa crescere raddoppiando il suo business attuale. Il settore degli alimenti dell’infanzia richiede invece un impegno in innovazione per esportare il know how della categoria anche in altri segmenti, oltre che educare sempre attorno al tema che i bambini non sono dei piccoli adulti e hanno esigenze nutrizionali e di sicurezza specifiche”.

Nel programma di Carmela Bazzarelli proseguirà naturalmente anche l’impegno dell’azienda per la riduzione dell’impatto ambientale lavorando su packaging sostenibile, anti-spreco produttivo e impatto sociale verso le persone, a partire dalle numerose iniziative di welfare aziendali. “Credo fortemente nella diversità come fonte di valore. Ogni voce conta e va ascoltata. Punti di vista differenti e culture diverse ci rendono più forti, più interessanti, più innovativi e fare leva sull’inclusione è un modo per crescere come individui e come azienda. In questo momento il nostro focus è garantire la sicurezza psicologica – perché ognuno si senta libero di esprimere la propria personalità e il proprio punto di vista in ogni momento della sua vita lavorativa, il supporto alla genitorialità in azienda come responsabilità condivisa – con il progetto di rete “Adamo”, e l’empowerement femminile per la parità di genere – dove stiamo raggiungendo risultati significativi. È un privilegio assoluto assumere questo nuovo ruolo e guidare l’eccezionale squadra italiana, fatta di persone appassionate, orgogliose dei nostri marchi e con una grande senso di responsabilità; tornare per guidare il mercato nazionale, dopo aver trascorso quindici anni all’estero con la mia famiglia, è un ottimo modo per riconnettermi al mio Paese d’origine e tornare alle mie radici” conclude Bazzarelli.

Agroalimentare italiano al top: cresce export per pasta, frutta, salse e formaggi

La qualità e il gusto hanno permesso ai prodotti alimentari italiani di diventare un simbolo del Made in Italy, ampiamente apprezzato e diffuso sulle tavole di tutto il mondo. Non è infatti un caso che le vendite estere di agroalimentare rappresentino oltre il 10% dell’export italiano totale. Ancora più significativa è la performance registrata negli ultimi cinque anni, quando sono cresciute a un tasso annuo composto (CAGR) dell’8,9%, superando il ritmo dell’export italiano nel suo complesso (+6,1%).

Lo scorso anno le esportazioni di agroalimentare hanno registrato ancora una volta un valore record pari a €64,4 miliardi, con un aumento del 6% circa. La spinta è arrivata soprattutto da alimentari e bevande (+6,8%), che compongono circa il 60% delle vendite del settore, ma non è mancato il supporto dei prodotti agricoli (+4,7%). Anche il 2024 è iniziato con un segnale positivo, grazie a un incremento del 12,9% registrato a gennaio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le prospettive per l’anno completo sono di un’espansione che si attesterà su livelli relativamente e fisiologicamente inferiori se confrontati con quegli degli scorsi anni ma comunque sostenuti.

Le bevande – composte in prevalenza da vino – sono il principale comparto di export con una quota del 19%, malgrado nel 2023 abbiano registrato una crescita sotto la media (+2,5%). A trainare, invece, la performance delle esportazioni di agroalimentare sono stati altri prodotti tipici del Made in Italy tra cui: pasta e (soprattutto) prodotti da forno (+8,6%), latte e formaggi (+10,3%), preparazioni di ortaggi e frutta (+12,5%) e altre preparazioni alimentari (+13%), in cui rientrano salse e conserve (+21,8%). Sono rimaste stabili le vendite di grassi e oli, nonostante il marcato aumento dell’olio di oliva (+14,7%), mentre hanno riportato un rialzo contenuto quelle di frutta (+4,9%) e carni (+2,8%).

Le destinazioni dell’agroalimentare italiano
In termini di geografie di sbocco, le vendite italiane di agroalimentare sono dirette principalmente verso i mercati europei e quello statunitense. Questo aspetto riflette da un lato il brand Made in Italy ormai consolidato in queste geografie, dall’altro l’elevato potere d’acquisto dei consumatori, oltre che – nel caso delle destinazioni europee – fattori di prossimità che favoriscono anche le esportazioni di quei prodotti caratterizzati da difficoltà di conservazione per periodi prolungati quali, ad esempio, i latticini. La Germania si conferma ancora una volta la prima destinazione per il settore, avendo accolto lo scorso anno oltre €10 miliardi di agroalimentare italiano (pari al 16% del totale) e avendo segnato una crescita significativa – seppur leggermente sotto la media – negli ultimi cinque anni (+7,3%). In termini di comparti, il Paese è un grande consumatore di bevande, pasta e prodotti da forno, frutta e ortaggi. In particolare, circa un terzo di tutto l’export italiano di questi ultimi due è destinato al mercato tedesco.

Segue la Francia con un peso dell’11% sul totale del settore e una crescita in linea con quella complessiva dell’ultimo quinquennio (+8,7%). Tra i prodotti maggiormente richiesti da Parigi si segnalano pasta e prodotti da forno, latte e latticini, nonché le bevande. Quasi un quinto di tutti i prodotti delle industrie lattiero-casearie esportati dall’Italia è diretto al mercato francese. Gli Stati Uniti, con €6,7 miliardi di prodotti agroalimentari italiani importati, sono la terza geografia di sbocco per il settore; il comparto di gran lunga più rilevante è quello delle bevande (€2,7 miliardi nel 2023), sebbene risultino significative anche le vendite di pasta e prodotti da forno e oli e grassi. In ottica prospettica, grandi mercati in cui l’export italiano nell’ultimo quinquennio ha registrato buone performance, continuano a mostrare incrementi marcati in termini di spesa delle famiglie per beni alimentari.

È il caso, ad esempio, di Stati Uniti, Cina e Germania, i maggiori importatori al mondo di prodotti agroalimentari (grazie anche, soprattutto per i primi due Paesi, a popolazioni numerose), in cui la spesa per questo tipo di beni è attesa crescere rispettivamente del 4,2%, 6,9% e 4,1% all’anno in media. Vi sono poi mercati ancora relativamente poco presidiati dall’export italiano ma che hanno mostrato grande dinamicità negli ultimi anni e che risultano interessanti in ottica prospettica grazie a una spesa per prodotti agroalimentari attesa in forte incremento. Si tratta ad esempio di Vietnam (+10,2% all’anno in media tra 2024 e 2028), India (+9,3%) e Corea del Sud (+8,4%) in Asia, ma anche del Messico (+8,4%) in America Latina e della Polonia (+8,7%) in Europa.

Le eccellenze regionali
Le peculiarità di ciascuna regione consentono all’Italia di vantare una varietà unica nella produzione di prodotti agroalimentari che si riflette in un’alta qualità, apprezzata e riconosciuta anche oltre confine. Nel 2023 l’Emilia-Romagna si è confermata la principale regione esportatrice di prodotti agroalimentari, con un peso del 18,2% sul totale delle vendite italiane oltreconfine, grazie alla forte vocazione all’export di alimentari e bevande, in particolare dei prodotti delle industrie lattiero-casearie e della carne lavorata e conservata. Seguono Lombardia (16,2%), Veneto (14,9%) e Piemonte (13,8%), grazie a una dinamica positiva delle bevande. Inoltre, contrariamente a quanto avviene per le altre regioni, è interessante sottolineare come le vendite dei prodotti agricoli assumano una particolare rilevanza per la Puglia, la Liguria e la Sicilia, dove raggiungono oltre il 40% sul totale.

Bonduelle, arriva La Lollo: per la prima volta in IV gamma l’insalata 100% lollo verde

Si chiama “La Lollo” la new entry della gamma Insalate degli Agricoltori di Bonduelle che introduce così la prima referenza composta al 100% da insalata lollo verde.

L’innovazione dell’insalata lollo (125g) nasce per rispondere all’esigenza dei consumatori che, come emerso da una ricerca su panel proprietario Bonduelle (ottobre 2023), mostrano un altissimo grado di apprezzamento per questa tipologia di insalata: il 93% dei rispondenti ne gradisce infatti l’aspetto e all’82% piace il suo sapore e consistenza. 

La Lollo rappresenta anche un impegno tangibile dell’azienda verso la sostenibilità. La gamma delle Insalate degli Agricoltori infatti è caratterizzata da una filiera corta che preserva la qualità del prodotto e sostiene la comunità locale, dando così vita all’impegno di Bonduelle per il benessere delle persone e del pianeta.

Un’attenzione che viene rappresentata anche sul packaging: la confezione dell’insalata La Lollo mette infatti in risalto il nome della nuova linea utilizzando un colore pop (il fucsia), sottolineando la distintività della materia prima e l’innovazione della gamma. Inoltre, per dare risalto al contributo alla freschezza e alla qualità del prodotto, vengono riportati scatti degli agricoltori e delle agricoltrici locali e attraverso un QR Code è possibile ascoltare attraverso un breve video la testimonianza diretta delle donne che coltivano questa insalata. La confezione presenta anche un rimando all’utilizzo di plastica riciclata e riciclabile, a conferma dell’impegno per la sostenibilità di Bonduelle.

Tracciabilità e digitalizzazione: BF presenta il progetto Filiera Trasparente

Sarà presentato in occasione dell’imminente Cibus di Parma (7-10 maggio) Filiera Trasparente, il progetto sviluppato dal gruppo agroindustriale BF insieme al suo brand Le Stagioni d’Italia per permettere al consumatore di tracciare tutte le informazioni relative alla filiera del riso inquadrando il QR code presente sulla confezione. Grazie alla tecnologia sviluppata, il QR code sarà univoco e seriale e fornirà per ogni differente confezione di riso informazioni dettagliate relative al prodotto contenuto in quella specifica confezione.

Il sistema di tracciabilità è stato sviluppato da Antares Vision Group, in partnership con RurAll, società costituita nel luglio 2021 da Antares Vision Group, multinazionale italiana attiva nella tracciabilità e nel controllo della qualità, insieme a BF Spa, Bluarancio e SDF, con l’obiettivo di favorire la transizione ecologica e digitale del settore agroalimentare attraverso un ecosistema tecnologico di raccolta ed elaborazione dei dati.

Il consumatore potrà dunque inquadrare il codice con lo smartphone, senza necessità di scaricare alcuna applicazione, e accedere a un’interfaccia semplice e intuitiva che costituirà una vera e propria identità digitale del prodotto e scoprirne le informazioni (lotto, data di scadenza, valori nutrizionali e certificazioni a supporto della sicurezza e qualità), visualizzare il terreno preciso in cui viene coltivato il riso e trovare le informazioni sulla singola azienda agricola e la riseria di produzione. Inoltre l’utente avrà a disposizione una serie di ricette a cui ispirarsi e potrà approfondire la conoscenza dei prodotti Le Stagioni d’Italia e della sua filiera sostenibile, dal seme allo scaffale.

“Il progetto Filiera Trasparente rappresenta nel concreto la volontà del Gruppo BF di portare al consumatore e a tutti gli attori della Gdo i dati sui propri prodotti, con un alto grado di accuratezza e precisione che difficilmente si trova nel mercato. Grazie al sistema realizzato con Antares Vision Group, siamo infatti in grado di fornire al consumatore trasparenza e tracciabilità, ma anche una maggiore conoscenza del comparto e delle fasi di lavorazioni che portano al prodotto finito. Il QR Code ha inoltre delle grandi potenzialità sul fronte della comunicazione e dell’engagement del consumatore, grazie alla possibilità di prevedere messaggi specifici e personalizzati in base al luogo e al momento in cui si accede. L’applicazione riguarda al momento il riso carnaroli, ma contiamo di estendere presto il sistema ad altri prodotti” ha commentato Francesco Formisano, Amministratore Unico di BF Agro-Industriale.

“Siamo orgogliosi di partecipare insieme a BF a questo progetto che mette la tecnologia di Antares Vision Group a servizio di un settore prioritario e strategico per il nostro Paese come quello alimentare. Il software utilizzato crea un sistema completamente tracciabile e trasparente che garantisce la qualità, la sicurezza e l’autenticità del prodotto, ottimizza i costi di produzione delle imprese, e pone il consumatore al centro del processo produttivo. A ciascun prodotto sono associati i dati relativi alla sua storia, i processi produttivi e di confezionamento e i suoi movimenti attraverso la catena di approvvigionamento. Questo permette di combattere la contraffazione, individuare i mercati paralleli e di aprire un dialogo diretto con il consumatore, finalizzato al suo engagement e alla fidelizzazione” ha aggiunto Gianluca Mazzantini, Amministratore Delegato e Direttore Generale Antares Vision Group.

Lidl anticipa l’importo una tantum ai dipendenti in una sola soluzione

Attraverso una nota interna, Lidl Italia ha annunciato la decisione di anticipare l’erogazione dell’importo “Una Tantum”, previsto dal CCNL rinnovato da Confcommercio, in un’unica soluzione.

Secondo l’accordo di rinnovo, il riconoscimento dei 350 euro lordi calcolati per il IV livello full-time sarebbe dovuto avvenire in due tranche di pari importo previste a luglio 2024 e a luglio 2025. L’azienda invece riconoscerà l’intero importo ai propri 22 mila dipendenti con la busta paga di maggio 2024.

“Anticipando ai nostri collaboratori l’intero importo una tantum per un ammontare complessivo di circa 6,5 milioni di euro, rendiamo tangibili il nostro impegno e la nostra concretezza. I nostri collaboratori sono al centro dell’azienda: essere leader significa fare delle scelte forti che sono coerenti con la nostra filosofia e solidità” ha dichiarato Massimiliano Silvestri, Presidente di Lidl Italia.

Rizzoli Emanuelli continua a crescere e inaugura un polo produttivo in Tunisia

Rizzoli Emanuelli consolida il piano di crescita e di espansione con l’apertura di una nuova struttura operativa in Kelibia, città costiera della Tunisia. Lo stabilimento è stato scelto in una posizione strategica per la lavorazione del pesce: collocato tra il Canale di Sicilia, il golfo di Tunisi e l’area pescosa di Teboulba – nel golfo di Hammamet – nasce con l’obiettivo di aumentare la capacità produttiva e rafforzare ulteriormente il posizionamento dell’azienda nel settore premium.

Dedicato alla lavorazione manuale di alici della specie Engraulis Encrasicolus pescata esclusivamente nel Mar Mediterraneo e nel Mar Cantabrico, il nuovo polo produttivo di 1.500 mq prevede una capienza di 4.200 tonnellate di pesce fresco e, una volta entrato a pieno regime, impiegherà circa 60 risorse.

La scelta di aprire unità produttive vicine al luogo di pesca è dettata dalla volontà di garantire la lavorazione entro massimo 8 ore dalla pesca che avviene in mare aperto con l’antica tecnica al cerchio e l’utilizzo della lampara. All’arrivo del pesce fresco in fabbrica si effettuano i primi controlli come corretta ghiacciatura e verifica delle temperature e valutazione organolettica. Iniziano quindi le prime fasi di lavorazione, tutte effettuate in modo manuale. Dopo una prima fase di pulizia ed eliminazione di alcune componenti, il pesce viene sistemato a raggiera all’interno di barili dove resta a maturare per almeno quattro mesi. Durante questo periodo e fino a completa maturazione, viene costantemente controllato e manutenuto affinché sviluppi le caratteristiche sensoriali tipiche: gusto più equilibrato, sapore delicato e colore rosato della carne.

“Gli investimenti nel sito produttivo in Tunisia rappresentano un ulteriore tassello nella nostra strategia di espansione globale. Siamo convinti che questo contribuirà a rafforzare la posizione nel segmento chiave dei mari dell’eccellenza e a porre le basi per ulteriori sviluppi del nostro business in Italia e all’estero” ha detto Massimo Rizzoli, Vice Presidente Operativo di Rizzoli Emanuelli.

Questa apertura segna quindi un ulteriore passo in avanti per la crescita dell’azienda che, oltre alla sua principale sede a Parma, ha costruito negli anni una rete di unità produttive intorno al Mar Mediterraneo: a Santona in Spagna e a Elbasan in Albania, inaugurata nel 2021. 

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