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Cresce il trasporto refrigerato di prodotti alimentari in previsione delle festività

Nelle due settimane che precedono il Natale, il noleggio a breve e medio termine di veicoli per il trasporto refrigerato di cibi, vini e spumanti è aumentato del 15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A dirlo è Innovazione Noleggio, azienda attiva nel noleggio di veicoli commerciali refrigerati in Italia, sulla base delle prenotazioni gestite nel mese di dicembre.

Ad oggi il 45% della flotta a disposizione – esclusi i veicoli impegnati a lungo termine – è in servizio per rispondere all’intensa domanda natalizia. La maggior parte delle richieste proviene da aziende del settore alimentare, soprattutto piccole e medie imprese. I mezzi refrigerati vengono utilizzati per il trasporto di alimenti freschi e surgelati come pesce, carne, frutta, verdura, gastronomia, latticini, pasticceria e surgelati. Prodotti che hanno bisogno di una catena del freddo ferrea e senza interruzioni che possono essere garantite solo da veicoli isotermici.

Il trend positivo nei noleggi riflette un generale aumento dei consumi da parte delle famiglie italiane, nonostante il recente aumento dei prezzi dei beni alimentari rilevato dall’Istat (+2,3% su base tendenziale). Secondo un sondaggio del Centro Studi di Unimpresa su un campione di 4.500 famiglie, il budget medio per la tradizionale cena di Natale si attesta quest’anno a 150 euro, con un incremento del 3,5% rispetto al 2023. Questo dato evidenzia una maggiore propensione alla spesa, confermata anche dall’Annual Holiday Shopping Survey 2024 di Accenture, secondo cui il 32% degli italiani ha intenzione di aumentare il proprio budget per le festività, contro l’89% che l’anno scorso aveva dichiarato di non volerlo fare.

Secondo Innovazione Noleggio, i veicoli refrigerati impegnati in questo periodo festivo non trasporteranno solo prodotti alimentari: c’è infatti un 8% dei veicoli impiegato per il trasporto di fiori e piante, tra cui stelle di Natale, vischio, agrifoglio e ciclamini, a conferma della tradizione italiana di regalare e decorare la casa con piante durante le festività. A livello geografico, i noleggi si concentrano principalmente nel Centro Italia (Lazio, Umbria e Toscana) e nel Nord-Est (Emilia Romagna e Veneto).

Acquisti ed etichette: italiani guidati da salute, territorio e sostenibilità

Dopo mesi contraddistinti da difficili dinamiche inflattive, i consumi riprendono gradualmente a crescere, trainati da tre direttrici: salute e benessere, territorio e sostenibilità. In aumento le vendite dei panieri “free from”, grazie in particolare ai prodotti segnalati come privi o poveri di zuccheri e grassi, e “rich-in”, con le proteine che si confermano protagoniste. Crescono anche le referenze che riportano sulla confezione almeno un’indicazione relativa alla sostenibilità. A rivelarlo è l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, studio semestrale che analizza le abitudini di consumo degli italiani di cui è stata appena pubblicata la sedicesima edizione.

L’ultimo rapporto ha rilevato e monitorato oltre 100 tra claim, certificazioni, pittogrammi e indicazioni geografiche presenti sulle etichette di oltre 138 mila prodotti, che nell’anno finito a giugno 2024 hanno realizzato oltre 47,7 miliardi di euro in supermercati e ipermercati italiani (pari all’83,4% del giro d’affari totale del canale), misurando i trend delle vendite a valore e a volume grazie alle rilevazioni condotte da NielsenIQ. “Nei 12 mesi raccontati in quest’edizione dell’Osservatorio Immagino abbiamo registrato l’andamento positivo di molti dei trend che, fino alla fine del 2023, erano stati penalizzati, soprattutto nei volumi, dall’elevata crescita dei prezzi – dichiara Marco Cuppini, Research and Communication Director di GS1 Italy -. Un segnale del fatto che gli italiani continuano a mostrare una particolare attenzione verso le direttrici di crescita che hanno trainato il largo consumo negli ultimi anni, ossia salute, benessere, territorio e sostenibilità.

I fenomeni che guidano la spesa italiana
Tra i dodici fenomeni rilevati dall’Osservatorio Immagino sono proprio quelli incentrati sul benessere e sul territorio ad aver mostrato il maggior dinamismo. In 12 mesi, il carrello della spesa dei prodotti legati all’italianità ha aumentato di +2,1% il giro d’affari, superando gli 11,3 miliardi di euro, trainato dai prodotti Dop (+3,5% a valore, +2,1% a volume). L’area del free from ha registrato un +3,0%, superando gli 8 miliardi di euro, guidato dalla maggior attenzione all’assenza e/o alla riduzione di zuccheri e grassi idrogenati e caratterizzato dagli exploit dei prodotti senza pesticidi o residui o glifosato. Crescita annua di +3,4% per gli incassi dei prodotti arricchiti (oltre 5 miliardi di euro di sell-out), dove le proteine si confermano il fenomeno del momento. Inarrestabile anche l’avanzata della sostenibilità, a cui l’Osservatorio Immagino, insieme all’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, dedica il consueto approfondimento nella sua triplice declinazione: ambientale, sociale e benessere animale. La sostenibilità è entrata ormai prepotentemente anche sulle etichette dei prodotti mass market. L’84,8% dei prodotti rilevati dall’Osservatorio Immagino presenta on pack almeno un’indicazione relativa alla sostenibilità: in termini assoluti si tratta di 117 mila referenze, ossia 3.430 in più rispetto alla rilevazione precedente.

Le novità della sedicesima edizione
Tra i fenomeni individuati e raccontati dalla sedicesima edizione dell’Osservatorio Immagino c’è anche l’evoluzione del petcare. In un anno i prodotti destinati all’alimentazione di cani e gatti hanno aumentato di +6,2% il loro giro d’affari, sfiorando gli 1,2 miliardi di euro. Anche in questo settore si stanno affermando logiche analoghe a quelle che guidano il mondo degli alimenti “per umani”, come l’attenzione all’equilibrio nutrizionale, alla sostenibilità e all’italianità dei prodotti. A raccontarle sono ancora una volta le etichette dei quasi cinquemila prodotti petfood analizzati dall’Osservatorio Immagino. Altro fenomeno entrato nel radar dello studio è l’e-commerce, protagonista del dossier di approfondimento di questa edizione, che ne ha analizzato pesi e indici rispetto al canale fisico su un ampio paniere, composto da 102.567 prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi e rilevati nel canale web.

Conad entra nel settore assicurativo con HeyConad Assicurazioni

Conad fa ingresso nel settore assicurativo con HeyConad Assicurazioni, un’offerta dedicata ai clienti che possiedono le Conad Card “Carta Insieme” e “Carta Insieme Più”. Nata in collaborazione con Chubb, HeyConad Assicurazioni offre ai clienti l’accesso a una vasta gamma di prodotti assicurativi di protezione, tra cui infortuni-salute, casa-famiglia e viaggi. Insieme a HeyConad Spesa per gli acquisti di prodotti online, e HeyConad Viaggi per i viaggi, HeyConad Assicurazioni arricchisce quindi l’ecosistema digitale dell’insegna Conad, rafforzando le relazioni con i clienti attraverso l’offerta di servizi. Questo lancio supporta la strategia omnicanale di Conad, che mira a creare una piattaforma relazionale che integri prodotti, servizi ed esperienze, arricchendo e diversificando l’offerta al dettaglio per meglio rispondere alle diverse esigenze dei clienti.

“Il nostro approccio omnicanale è uno dei principali driver di sviluppo della nostra insegna e l’ingresso nel mondo delle assicurazioni ci permette di offrire un servizio ancora più completo agli oltre 12 milioni di clienti che ci scelgono ogni settimana per fare la spesa” ha dichiarato Francesco Avanzini, Direttore Generale di Conad.

L’intermediario assicurativo all’interno dell’ecosistema Conad è Conad Discovery Srl, iscritto alla Sezione A del Registro Unico degli Intermediari tenuto da IVASS. Questo ente sarà responsabile della distribuzione dei prodotti assicurativi e renderà disponibili i prodotti attraverso diversi canali di vendita dedicati, tra cui la piattaforma digitale HeyConad Assicurazioni powered by Chubb Studio.

“La partnership strategica con Chubb rappresenta un grande traguardo per Conad un fattore che ci consentirà di continuare a crescere, favorendo la creazione di relazioni con i nostri clienti basate sull’acquisto di prodotti e sull’offerta di servizi convenienti di alta qualità progettati per loro” ha concluso Francesco Cicognola, Presidente di Conad Discovery.

L’inflazione non ferma i beni durevoli: il mercato cresce di 10 miliardi in 5 anni

Nel contesto di stagnazione pressoché generalizzata dei consumi fanno eccezione i beni durevoli, che crescono più degli altri mercati e chiuderanno il 2024 a quota +4,2%, raggiungendo il valore record di 78,33 miliardi. Questa la stima dell’Osservatorio annuale dei consumi di Findomestic, realizzato dalla società di credito al consumo del Gruppo BNP Paribas in collaborazione con Prometeia. La performance è trainata dai risultati del comparto mobilità, in espansione del 7,6% nonostante il raffreddamento dei prezzi: il fatturato toccherà i 45,2 miliardi soprattutto grazie all’incremento del 9,6% in valore delle auto usate. Il settore dei beni per la casa, invece, dopo la flessione del 2023, rimarrà sostanzialmente invariato (-0,1%), attestandosi a 33,1 miliardi con il rialzo del 6,5% dei piccoli elettrodomestici e il consolidamento dell’1,6% dei grandi elettrodomestici che fanno da contrappeso ai lievi cali previsti nei mobili (-0,2%) e nella telefonia (-0,6%) e alle perdite più consistenti nell’elettronica di consumo (-4,1%) e nell’information technology (-4,4%). 

Volumi in espansione
“Alla buona progressione che i durevoli hanno evidenziato negli ultimi due anni, in un contesto di incertezza e tensioni inflazionistiche, ha contribuito anche l’azione condotta dai player della grande distribuzione che hanno saputo intercettare le esigenze delle famiglie italiane accompagnandole nella fase di consulenza e di acquisto – commenta Marco Tarantola, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Findomestic Banca –. Il Responsabile dell’Osservatorio Findomestic, Claudio Bardazzi, aggiunge: “In cinque anni, dal 2019 a oggi, il mercato dei durevoli vale quasi 10 miliardi di euro in più. I volumi non sono ancora tornati ai livelli pre-Covid ma si spende di più e questo è dovuto in gran parte all’inflazione, in piccola parte al crescente orientamento delle famiglie ad acquistare beni di maggiore qualità. La crescita degli ultimi dodici mesi beneficia della spinta degli incentivi statali, pur con effetti limitati dal clima di incertezza economica che colpisce le famiglie italiane, come evidenziano le nostre rilevazioni mensili: per oltre il 60% di loro l’inflazione resta oggi la prima preoccupazione, il 55% non riesce a risparmiare nulla a fine mese e oltre 4 nuclei familiari su 10 lamentano una situazione economica molto o abbastanza problematica. In questo clima di incertezza i consumatori restano prudenti e orientati al rinvio degli acquisti importanti”. 

La classifica delle regioni
Le regioni in cui si rilevano gli incrementi più marcati della spesa in durevoli sono Umbria (+6,6% per 1,3 miliardi totali), Valle d’Aosta (+6,4% per 200 milioni) e Abruzzo (+6% per 1,6 miliardi), mentre le crescite più contenute si registrano in Liguria (+1,2% per 2,1 miliardi), Piemonte (+3,3% per 6,7 miliardi) e Campania (+3,4% per 4,8 miliardi). Guardando ai dati in valore assoluto, la Lombardia vale il 20% del mercato complessivo dei beni durevoli con un giro d’affari di 15,7 miliardi (+3,8%), oltre il doppio rispetto a quelli del Lazio, secondo con 7,7 miliardi (+4,2%), e del Veneto, terzo con 7,3 miliardi (+5,1%). La spesa media per famiglia calcolata dall’Osservatorio Findomestic, giunto alla trentunesima edizione, è di 2.955 euro, in aumento del 3,8% rispetto al 2023. Il valore più elevato si registra in Piemonte con 3.601 euro; al secondo e terzo posto si collocano le famiglie di Valle d’Aosta e Lombardia rispettivamente con 3.558 e 3.536 euro. In coda alla graduatoria, invece, la Sardegna con 2.138 euro, preceduta dalla Sicilia con 2.142 euro e dalla Calabria con 2.150 euro.

La mobilità
La spesa delle famiglie in auto nuove, in base alle stime dell’Osservatorio annuale Findomestic, a fine anno salirà a 18,1 miliardi, in accelerazione di un ulteriore 5,7% dopo l’incremento vicino al 20% del 2023. Un risultato che consente al mercato di portarsi quasi (-1,1%) al livello 2019 anche se le immatricolazioni, con la crescita stimata del 4,1%, si manterranno a -16% dal pre-Covid. “In sintesi, nel 2024 si è speso quasi quanto nel 2019 ma sono state acquistate molte meno auto” sottolinea Bardazzi. Il mercato dell’usato ‘allunga’ su quello del nuovo con un giro d’affari di 24,3 miliardi, frutto di un aumento del 7,9% dei volumi, che tornano sui livelli pre-pandemici (-0,2%), e del 9,6% in valore, che si porta a +23,9% rispetto al 2019. Il comparto delle due ruote sperimenta ancora una crescita in valore del 3,9% arrivando a sfiorare i 2,8 miliardi e portandosi addirittura a +55,7% rispetto al pre-Covid. “Le performance di auto usate e motoveicoli – sottolinea ancora Bardazzi – restituiscono la misura del crescente bisogno di mobilità, orientato però da una evidente propensione al risparmio”. Nel complesso, dopo i primi 10 mesi dell’anno, le immatricolazioni di automobili con alimentazioni alternative aumentano di 3 punti percentuali rispetto al 2023 in termini di rappresentatività sul totale, passando dal 53,6% al 56,7%. Tra queste le vetture elettrificate costituiscono oltre l’83% dell’immatricolato, mantenendo praticamente invariata la quota registrata nel 2023.
 
La casa
Secondo i dati dell’Osservatorio Findomestic per il settore casa, il fatturato dei mobili nel 2024 si mantiene sostanzialmente stabile a 17 miliardi (-0.2%), confermando una tendenza all’attenuazione dopo il rimbalzo del biennio 2021-22. Gli incentivi fiscali legati alle ristrutturazioni non bastano, dunque, ad allentare la cautela dei consumatori verso gli acquisti di importo elevato. Sul fronte dei canali distributivi, le vendite online di arredamento e home living mostrano un’evoluzione positiva del 12%: l’e-commerce tocca i 4,4 miliardi e arriva a rappresentare il 19% del fatturato retail del settore.  Per i grandi elettrodomestici, la crescita dei volumi di vendita, a dispetto del calo dei prezzi, consente al mercato di registrare un incremento dell’1,6% con un consolidamento su livelli elevati, superiori ai 4,1 miliardi; a livello di prodotti, i risultati migliori riguardano le lavastoviglie (+4.1%), i piani cottura (+1.2%) e le asciugatrici (+1%). I piccoli elettrodomestici, dopo il calo del 2023, recuperano un trend di crescita (+6,5%) e sfiorano i 2,1 miliardi di euro. Rilevante il contributo di friggitrici (+30.2%), robot da cucina (+25.5%), mini-aspirapolvere (+16,6%), macchine per il caffè (+9%) e prodotti per la cura dei capelli (+7.8%). L’online evidenzia performance sostanzialmente allineate al canale fisico con una penetrazione del 36,6% del fatturato. L’elettronica di consumo, mercato rappresentato per l’84% dalle Tv, chiuderà il 2024 con un ulteriore calo del giro d’affari: la perdita del 4,1% stimata dall’Osservatorio Findomestic fa scivolare il mercato a 1,65 miliardi. “Dopo il forte deterioramento del 2023, la dinamica negativa è in fase di attenuazione. Sull’evoluzione del comparto continua a pesare il rimbalzo delle vendite del comparto video, dopo i picchi di crescita sostenuti dal passaggio al digitale e dai bonus tv/decoder conseguenti” osserva Bardazzi. Tra i prodotti spiccano per crescita gli amplificatori (+15.9%) e i ricevitori (+17.5%), segnalando un interesse in aumento delle famiglie verso la realizzazione di sistemi home theater.

La tecnologia
La telefonia si conferma il principale comparto della tecnologia consumer, mantenendosi su livelli stabili: nel 2024, in base alle proiezioni dell’Osservatorio Findomestic, il fatturato resta sopra quota 6 miliardi con uno slittamento dello 0,6%. L’evoluzione del mercato è condizionata dalla contrazione dell’1,4% della performance degli smartphone, che rappresentano circa l’84% del giro d’affari della telefonia; la riduzione dei prezzi (-3,9%) sta comunque sostenendo una progressiva ripresa dei volumi di vendita. In media nel 2024 il canale online incide per il 21,7% sul valore del comparto. L’information technology continua a far registrare una flessione marcata dopo il boom del biennio 2020-21: la spesa delle famiglie retrocede a 2,15 miliardi con un calo del 4,4%. “La pesante perdita dell’8,4% nelle vendite di pc, segmento che vale il 36% del mercato, spinge al ribasso la traiettoria dell’IT – commenta Bardazzi. Riprendono quota, al contrario, gli acquisiti di tablet (+3,6%) e di monitor (+5.3%), mentre prosegue la crescita di prodotti di nicchia come le visual cam (+4.6%) e soprattutto gli assistenti vocali (+15.4%)”. L’on line, infine, conferma un ruolo rilevante nel mercato mostrando un consolidamento sui livelli raggiunti (oltre il 30%).

Andrea Lodetti è il nuovo Amministratore Delegato di Guala Closures

Andrea Lodetti è il nuovo Amministratore Delegato di Guala Closures, Gruppo attivo nella produzione di chiusure per liquori, vini, birra, acqua e bevande. Precedentemente Lodetti è stato CEO di Bormioli Pharma, produttore di soluzioni per il packaging farmaceutico in vetro e plastica, con nove stabilimenti produttivi in Europa e una presenza globale. Nel corso della sua carriera, Lodetti ha ricoperto inoltre posizioni manageriali in diverse realtà industriali come Ceramiche Richetti (settore delle piastrelle di ceramica) e Snaidero Group (settore delle cucine). Ha iniziato il suo percorso lavorativo come ingegnere di sviluppo in aziende del settore aerospaziale per poi maturare diversi anni di esperienza come consulente presso la società Bain & Company. Grazie alle sue doti imprenditoriali e di leadership, Lodetti ha avuto modo di dimostrare notevoli capacità nel guidare la crescita aziendale, supportare l’efficienza operativa e completare con successo acquisizioni e integrazioni strategiche. La sua nomina va quindi a supportare Guala Closures nel percorso di crescita e sviluppo.

A settembre 2024, il Gruppo ha raggiunto un fatturato di 866 milioni di euro e un EBITDA rettificato di 194 milioni di euro considerando i 12 mesi precedenti e includendo le recenti acquisizioni di Astir in Grecia e Fengyi in Cina. Nel 2024 Guala Closures ha accelerato il suo piano di sviluppo con progressi significativi, concretizzatisi nel rafforzamento della sua presenza sul mercato e delle relazioni con i clienti. Sono stati completati gli investimenti nei nuovi stabilimenti in Scozia e Nigeria con l’obiettivo di migliorare la presenza globale del Gruppo e le capacità operative e sono state acquisite le restanti quote di minoranza del 30% in Guala Closures DGS Polonia e Guala Closures Bulgaria, promuovendo così la razionalizzazione dell’assetto operativo. Il Gruppo è anche entrato nel settore delle chiusure a corona attraverso l’acquisizione di Astir, allargando ulteriormente la sua presenza nel mercato dell’acqua minerale e nelle bevande non alcoliche ed espandendosi anche nel settore della birra. Contestualmente Guala Closures ha portato avanti il suo percorso di sostenibilità, come confermato dal recente conseguimento della “Medaglia d’oro” da parte di EcoVadis, una piattaforma di valutazione della sostenibilità aziendale riconosciuta a livello globale che valuta le imprese sulla base di standard internazionali.

“Andrea Lodetti è un professionista di talento con una profonda comprensione degli elementi chiave che caratterizzano il successo di Guala Closures. Sono lieto di accoglierlo come Amministratore Delegato per guidare il Gruppo nella sua prossima fase di crescita. Alla luce della comprovata esperienza nel favorire lo sviluppo di diverse realtà imprenditoriali, della sua visione strategica e grande ambizione, siamo felici di collaborare con lui nei prossimi anni” ha commentato Gabriele Del Torchio, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Guala Closures.

“Grazie alle grandi competenze in ambito tecnologico, alla presenza internazionale, all’ampia gamma di prodotti e al suo forte impegno nel creare valore per i clienti, gli stakeholder e le comunità, Guala Closures può contribuire a plasmare realmente il futuro delle chiusure sostenibili e di sicurezza. Per questo sono felice di iniziare a lavorare partendo dalle solide fondamenta di innovazione ed eccellenza che hanno reso Guala Closures un partner affidabile nell’industria delle bevande” ha aggiunto Andrea Lodetti, neo Amministratore Delegato dell’azienda.

Esselunga vara il progetto per raccolta e riciclo di capsule di caffè

Raccogliere e riciclare le capsule di caffè esauste, di qualsiasi materiale non compostabile, marchio o sistema: è questo l’obiettivo della nuova iniziativa promossa da Esselunga a Milano e che l’azienda punta a estendere anche in altre città. A seguito dei risultati positivi ottenuti dopo un periodo di test avviato a fine 2023, da pochi giorni in 22 supermercati di Milano è possibile conferire questo rifiuto domestico, sempre più diffuso nelle case.

Sviluppato in collaborazione con Amsa e A2A Ambiente, tale progetto propone una soluzione al momento non presente sul mercato, per dare nuova vita a tutti i materiali ottenuti dalla separazione dei diversi componenti del rifiuto, dal caffè residuo alla capsula, che può essere in plastica oppure in alluminio. I clienti, ritirando presso il servizio assistenza dei negozi i sacchetti da utilizzare, possono dividere direttamente a casa le capsule a seconda del materiale dell’involucro, di qualsiasi marca e acquistate ovunque per poi conferirle nei contenitori presenti nei punti vendita. Sia i sacchetti che i contenitori riportano colori specifici per facilitare la distinzione tra i diversi elementi. A2A Ambiente, con un automezzo full electric, effettua successivamente il ritiro e avvia il processo di separazione e riciclo presso i propri impianti di trattamento.

Dopo aver sviluppato capsule di caffè a marchio privato interamente compostabili, con questa nuova iniziativa Esselunga offre ai propri clienti la possibilità di smaltire le capsule in plastica e alluminio, invece di gettarle nella raccolta indifferenziata. Questo progetto è una delle azioni concrete per favorire un’economia circolare, che si colloca tra gli ambiti di intervento in cui Esselunga ha deciso di declinare il proprio impegno verso il pianeta.

C’è Jürgen Klopp nella campagna natalizia di MediaWorld

Parte con uno spot la collaborazione tra MediaWorld e il due volte allenatore dell’anno FIFA Jürgen Klopp, nuovo ambasciatore del marchio. La pubblicità celebra la squadra MediaWorld e gli oltre 50.000 membri del grande team europeo MediaMarktSaturn di cui, idealmente, Klopp è il Mister. La campagna istituzionale di quest’anno, infatti, è interamente dedicata alla “Squadra dalla divisa rossa”, un team coeso fatto di professionisti che giocano di squadra con un unico obiettivo: creare esperienze e trovare soluzioni per i clienti, affinché durante le festività possano dedicare il proprio tempo alle persone che amano. Grazie a doppiatori e con l’utilizzo di tecnologia AI, voce e lip-sync di Klopp sono stati adattati per un’efficace resa sul mercato italiano. Inoltre, in occasione del lancio della campagna natalizia, MediaWorld annuncia il debutto del suo innovativo sound branding.

Nel nuovo spot natalizio, Klopp mostra come l’ampia gamma di servizi renda lo shopping un’esperienza incentrata sulle esigenze dei clienti. Gli utenti infatti beneficiano di una gamma completa di servizi che vanno ben oltre la semplice consulenza per i regali come, ad esempio, il servizio Pick&Pay e Pickup anche in 30 minuti dalla conferma dell’ordine effettuato su www.mediaworld.it e tramite app. 

Il nuovo sound branding include un sound logo dinamico, che funge da firma sonora del marchio, facilmente riconoscibile e memorabile; un sistema musicale integrato, che arricchisce l’esperienza uditiva con suoni e musiche studiati per ispirare e coinvolgere; un brano esclusivo, intitolato “Let’s Go (Another Dimension)”, prodotto in collaborazione con l’artista FAEM. Questo nuovo approccio al sound branding non è solo un elemento distintivo per l’identità del marchio, ma rappresenta anche un simbolo dell’impegno costante di MediaWorld e del Gruppo MediaMarktSaturn verso l’innovazione e l’eccellenza.

La campagna media omnicanale, basata su una rilevante video strategy, ha previsto una prima wave sui mezzi digital dal 5 dicembre e prevede una visibilità crescente a partire dal 14 dicembre con l’on air anche su TV e CTV sulle principali emittenti televisive e di streaming. In particolare è prevista una pianificazione su YouTube, e, vista l’affinità del target al testimonial Klopp, un focus sui contenuti sportivi trasmessi dalla piattaforma di DAZN, su siti come Tuttomercatoweb.com, oltre che il Live Streaming + Video On Demand Coppa Italia di Sport Mediaset + Mediaset Infinity.

IdentiPack, quasi il 60% dei prodotti in Italia rispetta la normativa

Nell’ultimo anno, in Italia, è proseguito il trend di aumento dei prodotti a scaffale che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale di composizione e le indicazioni sulla tipologia di pack e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Restano invece stabili, o caratterizzate da aumenti minimi, le certificazioni sulla compostabilità, le informazioni aggiuntive per la differenziata di qualità, marchi o altre indicazioni ambientali volontarie, e indicazioni per visionare digitalmente le informazioni ambientali. È quanto emerge dal sesto rapporto dell’Osservatorio IdentiPack.

Frutto della collaborazione tra CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, e GS1 Italy, l’Osservatorio continua a monitorare la presenza di informazioni ambientali sulle etichette degli imballaggi immessi al consumo in Italia, con il contributo dei dati di mercato di NielsenIQ. Con oltre 138.000 prodotti di largo consumo analizzati, IdentiPack rileva che le indicazioni a proposito di tipologia di imballaggio e suo conferimento in raccolta differenziata sono presenti sul 56,4% delle confezioni a scaffale (un anno fa sul 50%), percentuale che sale all’80% di quelli effettivamente venduti (un anno fa sul 74,4%). I prodotti i cui imballaggi a scaffale presentano la codifica identificativa del materiale corrispondono invece al 46,8% del totale delle referenze nel grocery (la percentuale era del 44,1% un anno fa), con un picco del 72,2% del totale delle confezioni vendute (a fine 2023 era invece il 68,5%). Marchi e informazioni ambientali volontarie sono oggi presenti sull’8,3% dei prodotti a scaffale in Gdo (con un aumento rispetto al 7,6% di un anno fa). Informazioni aggiuntive per fare bene la raccolta differenziata si trovano sul 6,9% dei prodotti (quasi stabile rispetto al 6,2% di fine 2023). Le certificazioni della compostabilità del packaging restano ferme allo 0,2% dei pack a scaffale (valore sostanzialmente stabile negli ultimi dodici mesi), mentre le indicazioni al consumatore per poter visionare digitalmente le informazioni ambientali si trovano sul 3,8% degli imballaggi in vendita (percentuale invariata rispetto a fine 2023).

Fra i settori merceologici, quello del freddo si conferma il più ricettivo sotto diversi punti di vista. È in testa per la codifica identificativa del materiale di composizione (con il 58,3% delle referenze) e per le indicazioni sulla tipologia di pack e sul corretto conferimento in raccolta differenziata (con un 78,7% dei pack a scaffale). Ed è l’unico a superare il 10% (14,4% delle confezioni in vendita) per la presenza di informazioni aggiuntive per una raccolta differenziata di qualità. Abbastanza bene anche le carni e il fresco, entrambi sopra il 50% per quanto riguarda i pack che riportano la codifica identificativa del materiale (54,2% le carni, 52,5% il fresco) e sopra il 60% per la presenza di indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata (65,5% le carni e 69% il fresco). Il cura casa si segnala invece come settore merceologico che ha la percentuale più alta (30,4%) di confezioni con indicazioni al consumatore di visionare digitalmente le informazioni ambientali.

“La comunicazione ambientale, seria e veritiera, è sempre più percepita come utile e necessaria – commenta Simona Fontana, Direttore Generale CONAI -. I consumatori hanno acquisito consapevolezza e le imprese hanno compreso che devono conformarsi alla normativa e, allo stesso tempo, costruire un rapporto di fiducia basato sulla trasparenza e sull’autenticità delle informazioni. La Direttiva 825, del resto, lo stabilisce con chiarezza: a partire dal 2026 in Italia, in assenza di dati scientifici e dimostrabili, non si potranno più fare green claim. Le comunicazioni volontarie saranno mediate dalle nuove disposizioni che sta dando l’Unione Europea. Oltre alla 825, infatti, è attesa per l’anno prossimo una nuova direttiva dedicata ai claim ambientali espliciti. Il dato che emerge dall’ultimo rapporto IdentiPack, ad ogni modo, evidenzia come le aziende siano in prima linea nell’adottare scelte responsabili: un passo significativo verso una circular economy in cui non solo la riduzione dell’impatto ambientale, ma anche la valorizzazione della sostenibilità diventano elementi fondamentali per un successo nel lungo periodo”.

“Questa edizione rappresenta una nuova tappa del percorso di IdentiPack di documentare l’evoluzione della comunicazione della sostenibilità attraverso le etichette dei prodotti di largo consumo venduti in Italia – sottolinea Bruno Aceto, CEO di GS1 Italy -. Un servizio informativo determinante per alimentare una cultura diffusa della sostenibilità e anche unico in termini di rappresentatività e autorevolezza, poiché si basa sui dati degli oltre 138 mila prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi, la stessa base dati dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy”.

Regali natalizi: per gli italiani è determinante il prodotto di marca

La marca occupa un ruolo centrale nel settore del largo consumo: secondo una recente rilevazione SWG per Centromarca, il 43% degli italiani intervistati ritiene i prodotti di marca un punto di riferimento al momento della scelta dei regali natalizi, con punte del 50% per l’alimentare, del 48% per i prodotti destinati alla cura della casa e del 47% per la cura persona. La presenza del brand quindi, ha un peso fondamentale tra i criteri di scelta anche nel periodo natalizio, a tal punto che il 65% dei consumatori dichiara di cercare il prodotto preferito presso altri rivenditori se non lo trova nel punto di vendita abituale. Un italiano su due presta attenzione alla marca per gli acquisti natalizi: il 35% lo fa per gli alimenti e le bevande messi in tavola, il 26% per i regali in genere, il 13% per i prodotti per la casa. Ad esaltare il valore del brand nei consumi delle festività sono principalmente la capacità di esprimere alta qualità (indicata dal 66% dei consumatori), la reputazione (34%), la storia e tradizione (30%), il packaging (19%) e valori legati alla responsabilità sociale d’impresa come l’approccio etico al mercato e la sostenibilità (19%).

“Quando pensiamo a qualcosa di valore da mettere in tavola o da regalare, il pensiero va immediatamente a una grande marca conosciuta – sottolinea Vittorio Cino, Direttore di Centromarca -. A Natale i prodotti di marca confermano la loro centralità nelle preferenze dei consumatori. In Italia concentrano il 54,5% della quota di mercato grocery nel canale iper/super/libero servizio: è tra le più elevate d’Europa, nettamente superiore al 23% circa delle private label (Fonte NIQ, gennaio/settembre 2024). L’incidenza dei prodotti commercializzati dalle industrie associate a Centromarca sul valore dello scontrino del supermercato è del 66%, con una crescita degli atti d’acquisto del 12% rispetto al 2022 (Fonte: YouGov, settembre 2024). Le aziende Centromarca concentrano il 24% degli investimenti pubblicitari. I nostri beni contribuiscono alla dinamicità della domanda in una fase di particolare debolezza del potere d’acquisto delle famiglie, che sarebbe ulteriormente penalizzato dal varo di nuove tasse sui consumi, come la sugar e la plastic tax, rispetto alle quali siamo nettamente contrari”.

“Nonostante la riduzione del potere d’acquisto, gli italiani confermano l’importanza della spesa alimentare di qualità nel periodo natalizio – conferma Alessandra Dragotto, Head of Research di SWG -. Questi aspetti sono prioritari nell’allocazione del budget anche tra coloro che dichiarano di dover ridurre le spese rispetto al 2023. Questo orientamento dimostra come il valore attribuito ai prodotti di marca, soprattutto nel settore alimentare, sia centrale in una festività all’insegna della qualità e della cura nelle scelte. Lo studio mette in luce un legame emotivo e di fiducia con i prodotti, che va oltre la semplice convenienza e rafforza il ruolo della marca come elemento imprescindibile nelle festività”.

Madama Oliva torna in tv con la campagna promozionale natalizia

Madama Oliva torna in tv per la campagna promozionale natalizia. Lo spot, dal titolo “Pizzicagnolo” è dedicato alla linea Frutto d’Italia e del Mediterraneo e sarà on air dal 22 al 31 dicembre sui canali televisivi dei circuiti Rai Publitalia 80, Cairo, Discovery e Sky e nei circuiti CTV di Sky On Demand, Netflix e Disney Plus.

“Il Natale rappresenta uno dei momenti di maggior consumo delle olive fresche di alta qualità – spiega Sabrina Mancini, Direttrice Marketing di Madama Oliva –. Le recenti novità per l’aperitivo della linea Happy Oliva e il lancio della selezione Olive Novelle, primizia stagionale frutto della raccolta 2024, ci pongono all’attenzione di una vasta fascia di consumatori che predilige il prodotto premium con particolare attenzione all‘alta qualità. La nostra esperienza nel settore ci ha permesso di valorizzare negli anni una vera e propria cultura della qualità e di poter offrire al mercato diverse cultivar di provenienza regionale italiana e greca”.

Lo spot, che utilizza la chiave della “commedia all’italiana” per far emergere la specificità di Madama Oliva, fa leva sull’espediente della comicità di delizioso gusto neorealista. Nello spot un simpatico pizzicagnolo, incalzato da una esigentissima cliente, cita Madama Oliva quale eccellenza per antonomasia in una risposta autoironica e divertente di grande impatto. Lo spot di 15” è stato realizzato con la regia di Federico Cambria con la casa di produzione MUG Film, mentre la pianificazione è stata affidata a Media Italia.

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