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Il futuro dell’e-commerce è live: la rivoluzione è già iniziata

Il live shopping sta emergendo come la soluzione ideale per integrare la forza dei social media con l’efficacia dell’e-commerce. La ricerca ‘Live Shopping: la rivoluzione dell’e-commerce’ condotta da Nielsen per Bazr, app di live social commerce, svela come gli italiani si stiano lasciando conquistare da questo nuovo modo di acquistare, pronto a rivoluzionare le regole dello shopping online. Lo studio ha coinvolto 2.060 persone tra i 18 e i 44 anni che hanno effettuato acquisti online di recente e seguono influencer, per riuscire a prevedere come due mondi già oggi strettamente connessi – e-commerce e social media – potranno cambiare nel breve termine le abitudini di acquisto in Italia.

E-commerce tra comodità e sfide: i pro e i contro dell’acquisto online
Non è certo un mistero che il digitale sia diventato fondamentale per il retail e che l’e-commerce sia sempre più apprezzato dagli utenti. Secondo l’indagine, gli acquirenti online ne apprezzano principalmente la comodità di fare acquisti e il risparmio di tempo (67%), la possibilità di confrontare facilmente prezzi e recensioni (63%) e l’ampia varietà di prodotti disponibili (51%). Tuttavia, gli stessi acquirenti online che da un lato ne enfatizzano i molteplici pregi, dall’altro evidenziano alcuni fattori che frenano l’acquisto: un intervistato su due (49%) lamenta la mancata corrispondenza dei prodotti con le descrizioni e le immagini presenti online, e un’altra grande fetta segnala come difetto dell’e-commerce l’inaffidabilità delle recensioni (44%). Tra gli ostacoli significativi gli intervistati menzionano anche limiti strutturali o logistici come l’utilizzo della carta di credito online (indicato dal 30% degli intervistati), eventuali problematiche nel reso (31%) e tempi e costi delle spedizioni (45%),

Social media protagonisti del percorso d’acquisto digitale
Il mondo dei social media ha conquistato un ruolo chiave nei comportamenti e nelle decisioni di acquisto delle persone: per quasi la totalità degli intervistati (93%) le piattaforme che usano influenzano significativamente lo shopping digitale a vari livelli, dalla conoscenza di nuovi prodotti (78%) alla scoperta di nuovi trend e articoli di successo (66%) fino alla consultazione di commenti e recensioni sui prodotti da acquistare (63%).

Tra social ed e-commerce: quasi la metà degli acquisti non si concretizza
La ricerca di Nielsen per Bazr mette in luce che tra i social media e l’e-commerce si perde la metà delle conversioni in acquisto: ben il 48% degli intervistati, quando intercetta sui social network un prodotto potenzialmente interessante, alla fine non lo compra. Escludendo chi decide di non acquistare o si orienta su un articolo differente (11%), una quota significativa di utenti (37%, con un picco del 43% nella fascia 18-24 anni) dimentica il nome del prodotto (17%), non sa dove trovare l’articolo (13%) o addirittura ritiene l’esperienza di acquisto frustrante (1%).

L’ascesa dei contenuti live: autenticità e interazione guidano la crescita
I contenuti live stanno guadagnando sempre più popolarità: il 46% degli intervistati che seguono le live ne ha aumentato la fruizione nell’ultimo anno. Tra i motivi principali vi sono l’intrattenimento (33%), il senso di community (35%) e la possibilità di interagire direttamente con creator o celebrità (39%). Inoltre, il 37% apprezza la spontaneità e autenticità dei conduttori, con picchi del 42% tra i giovani di 18-24 anni.

Live shopping: la nuova frontiera dello shopping digitale
Dall’indagine emerge quindi l’interesse verso nuove modalità di acquisto digitali, come il live shopping: il 58% degli intervistati lo conosce e uno su due (49%) è propenso a utilizzarlo in futuro. Il live shopping rappresenta un’opportunità per scoprire i prodotti in modo innovativo, chiarire dubbi o incertezze, aumentando così la fiducia nell’acquisto. Nello specifico, tra le caratteristiche principali ricercate, il 36% del campione apprezzerebbe il fatto di poter vedere il prodotto “dal vivo”, superando così i limiti delle schede prodotto e descrizioni statiche che caratterizzano l’e-commerce tradizionale; per un terzo degli utenti invece è importante avere la possibilità di capire se il presentatore è sincero durante la live e desidererebbe fare acquisiti in modo più pratico e immediato su un’unica piattaforma, senza dover visitare altre pagine, siti o app.

“Questa indagine conferma quello che noi di Bazr abbiamo intuito fin dall’inizio: esiste una grande opportunità di trasformare l’esperienza d’acquisto online, rendendola più autentica, interattiva e vicina alle persone – spiega Simone Giacomini, Founder di Bazr -. Bazr nasce proprio per colmare i divari che ancora frenano gli utenti, unendo l’intrattenimento spontaneo e diretto delle live sui social alla comodità di acquistare immediatamente, in modo sicuro e senza interruzioni. Crediamo che il nostro arrivo in Italia non sia solo un’evoluzione, ma una rivoluzione: stiamo creando un nuovo spazio di dialogo tra brand, creator e consumatori, capace di riportare quel calore e quella fiducia che solo lo shopping fisico sa offrire, ma con tutta la potenza dell’online. I dati lo dimostrano: il futuro dell’e-commerce è più umano, ed è già qui con Bazr”.

Electra chiude accordo con Nhood e sbarca nel Sud Italia a Etnapolis

Electra, azienda specializzata nella ricarica ultraveloce per i veicoli elettrici, inaugura la sua prima stazione nel Sud Italia situata presso il centro commerciale Etnapolis a Belpasso, in provincia di Catania, in collaborazione con Nhood Services Italy, gestore del mall. La scelta del luogo di installazione dell’infrastruttura di ricarica è dovuta alla posizione strategica di Etnapolis: all’ingresso autostradale e alla strada provinciale che porta a Catania e a pochi minuti dal parco divertimenti Etnaland. Questo rende l’“hub supercharger” di Electra una risorsa utile e accessibile sia per i visitatori del centro commerciale che per coloro che si spostano verso le principali arterie di collegamento dell’area. La stazione è composta da due colonnine da 300kW, per un totale di quattro punti di ricarica che permettono un rifornimento completo in soli 20 minuti.

“L’accordo con Nhood rappresenta per Electra un passo importante per estendere capillarmente l’infrastruttura di ricarica ultraveloce in Italia, arrivando anche in aree ancora poco servite, come il Sud del Paese – afferma Eugenio Sapora, General Manager di Electra Italia -. Etnapolis è un punto ideale per rispondere alle diverse esigenze degli utenti, da chi si ferma per una breve sosta di rifornimento a chi trascorre più tempo per lo shopping. La disponibilità di stazioni di ricarica presso i centri commerciali svolge un ruolo chiave nella transizione verso la mobilità elettrica, offrendo spazi in cui la ricarica diventa parte di un’esperienza integrata”.

“Ci impegniamo ogni giorno nell’animare e gestire spazi che riducano la loro impronta carbonica e diano una energia buona a chi sceglie i nostri centri commerciali per il proprio shopping e i momenti di socialità. Siamo quindi orgogliosi che Electra ci abbia scelto per il suo primo progetto al Sud Italia e sia diventato un nostro alleato verso la sfida alla transizione energetica. Unendo le forze, erogheremo un servizio non solo di prossimità, ma di grande valore per il futuro di tutti” ha aggiunto Federico Acunto, Shopping Center Manager CC Entapolis”.

Nel Sud e Isole solo un quarto dei punti di ricarica nazionali. In Sicilia meno del 5%
Nata nel 2021 con l’intento di portare la ricarica elettrica semplice e accessibile nelle città europee, oggi Electra conta oltre 350 hub in otto Paesi – tra cui Francia, Germania, Belgio, Spagna e Italia – e ha l’obiettivo di arrivare a 2.200 entro il 2030. In Italia, l’azienda è presente con 13 stazioni e, in particolare, ha recentemente attivato una rete strategica lungo la tratta A4 fra Torino e Trieste. Ora, con l’arrivo in Sicilia, Electra segna un passo fondamentale nella sua espansione e nell’elettrificazione del Paese. Secondo gli ultimi dati raccolti da Motus-E1, in Italia la maggior parte dei punti per la ricarica elettrica si trova al Nord, dove è concentrato il 58% delle infrastrutture. Il Sud e le isole, invece, contano meno di un quarto delle infrastrutture disponibili, mentre meno del 5% si trova in Sicilia.

“Associare l’ambizione di applicare la transizione energetica ad un immobile tradizionalmente energivoro, quale è un centro commerciale, può sembrare un paradosso, eppure siamo entusiasti di supportare Electra Italia in questa missione di ricarica sostenibile nel Sud e nelle aree ancora rimaste periferiche. Lo facciamo insieme perché è un impegno comune, quello verso le Persone e il Pianeta, che si pone al centro anche delle nostre azioni quotidiane come gestori e sviluppatori. Oggi annunciamo questa iniziativa, ma non è che una delle soluzioni che sappiamo estendere all’intero portfolio grazie alle competenze interne a Nhood” – commenta Massimo Quaranta, Energy Manager Nhood Services Italy.

Dall’installazione alla gestione, come funzionano gli “hub supercharger” di Electra
Il nuovo hub realizzato da Electra in accordo con Nhood Services Italy è situato in un contesto, come il centro commerciale Etnapolis, in cui i consumatori si recano abitualmente per shopping, acquisti per la casa o un pasto veloce. La stazione è alimentata al 100% da energia rinnovabile ed è accessibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, garantendo un servizio comodo e continuo agli automobilisti e una user experience intuitiva: tramite un’app per smartphone, l’automobilista può individuare e prenotare in anticipo la colonna per la ricarica, ricevendo una stima dei tempi e dei costi di ricarica per evitare code e attese inutili. L’obiettivo di Electra è infatti integrare la ricarica delle auto in luoghi come centri commerciali o supermercati proprio per dare agli utenti la possibilità di ottimizzare il tempo necessario al completamento e renderla un’attività correlata allo shopping. In questo modo, all’interno della catena di distribuzione si crea un circolo virtuoso: la clientela, sempre più attenta a pratiche sostenibili, può premiare luoghi e centri commerciali che aderiscono a iniziative attente all’ambiente. D’altra parte, i proprietari di parcheggi e strutture commerciali possono monetizzare i propri spazi a lungo termine, affittandoli ad Electra, che si occupa di tutti gli investimenti necessari, dalla progettazione all’installazione, dalla manutenzione al servizio clienti.

Italiani e sostenibilità, una survey evidenzia progressi e ostacoli

Nel nostro Paese rimane elevata la soglia di attenzione per il tema della sostenibilità, con il 55% degli italiani che prova a fare del suo meglio per adottare comportamenti idonei, tuttavia emergono parecchi ostacoli: se da un lato chi vorrebbe essere più virtuoso non sa come fare, dall’altro molti consumatori (4 su 10) trovano sempre più difficile agire in modo sostenibile a causa della crisi economica. Sono alcune delle evidenze dell’edizione 2024 dell’indagine “Who cares? Who does? Sustainability”, realizzata su un campione di 4.382 famiglie da YouGov, leader del mercato nelle indagini rivolte ai consumatori.

Lo scenario
Il 75% degli italiani rientra o nella categoria degli eco-actives (il 23%), così vengono chiamati coloro che dimostrano una maggiore sensibilità su tematiche green e cercano allo stesso tempo di acquistare prodotti sostenibili regolarmente, oppure in quella degli eco-considerers (52%), che si dichiarano genericamente preoccupati per l’ambiente ma meno nella condizione di acquistare regolarmente prodotti green: l’interesse di tre italiani su quattro rappresenta un riscontro senz’altro positivo, soprattutto se rapportato alla media globale (64%), ma i margini di miglioramento sono ancora ampi come dimostra il 37% delle famiglie che si dichiara in difficoltà a tradurre questo impegno in azioni concrete a causa di problemi sociali e economici. I numeri mostrano come, nel nostro Paese, il riscaldamento globale costituisca ancora il problema più sentito (il 20% dei rispondenti lo include tra le tre principali preoccupazioni ambientali) seguito dall’inquinamento dell’aria (11%), che invece non rientra nella top five dei rispondenti nei 33 paesi oggetto della rilevazione. Da notare come in Italia la doppia cifra venga raggiunta inoltre da preoccupazioni relative all’acqua – sia lo spreco che l’inquinamento e la carenza si attestano al 10% – dimostrando come la gestione della risorsa idrica rappresenti sempre più un tema di rilevanza crescente. La ricerca di YouGov condotta sul Consumer Panel ha indagato anche come questo scenario si traduce nei rapporti tra i consumatori e le aziende e come impatta sui comportamenti d’acquisto dei beni di largo consumo e sul costumer journey. In generale due italiani su tre (67%, in aumento rispetto al 62% del 2023) dimostrano sfiducia nei confronti dell’effettivo valore delle azioni a favore della sostenibilità dei marchi, che giudicano interessati esclusivamente ai profitti e impegnati solamente a parole.

I consumi
Entrando nello specifico, le abitudini di consumo si declinano in modo equilibrato a favore di una sostenibilità sia economica che sociale e ambientale. Gli italiani si indirizzano infatti verso prodotti locali (81%) e di aziende del territorio (79%) mentre un importante rilievo viene attribuito al packaging, in particolare se totalmente riciclabile (75%) o ricavato da materiale riciclato (74%). Tra le priorità che rimangono non soddisfatte, circa un italiano su quattro sarebbe disposto a premiare con la propria scelta chi dona parte della sua spesa in beneficenza (29%), protegge, promuove la biodiversità (26%), riduce gli sprechi nella supply chain (25%), garantisce certificazioni ufficiali (25%) e fornisce suggerimenti per ridurre gli sprechi sulla confezione o sul sito web (25%). Viceversa, la maggioranza relativa di consumatori non prende in considerazione per i suoi acquisti alimenti totalmente vegani (44%) o sostitutivi della carne e dei latticini (22%), confermando come abitudini alimentari alternative a quelle tradizionali fatichino a fare breccia.

Il futuro
Rivolgendo uno sguardo al futuro, oltre la metà dei consumatori (55%) rivela di fare del suo meglio per adottare comportamenti sostenibili. Tuttavia gli ostacoli sono molti: il 50% del totale di coloro che si dichiarano disponibili ad acquisti ancora più virtuosi ammette di non sapere come fare, mentre sono 4 su 10 i consumatori che hanno trovato più difficile rispetto agli anni scorsi agire in modo sostenibile a causa della crisi economica. Il prezzo elevato è la prima barriera (circa il 60%) ma gli Eco-Actives sottolineano anche deficit prestazionali mentre gli Eco-Dismissers (il cluster di chi abbandona comportamenti ecologici) considerano troppo impegnativa la ricerca di soluzioni eco-compatibili. Per quello che riguarda i canali di vendita, secondo il 29% degli italiani i retailer pare favoriscano poco o per nulla uno stile di vita sostenibile, non a caso notiamo come gli Eco-Actives siano già orientati verso i negozi specializzati. Dati che fotografano una situazione critica ma che possono costituire anche un’opportunità futura di miglioramento se i retailer avranno la capacità di proporsi come abilitatori di un cambiamento.

Bilanci: Conad chiude il 2024 a 21,1 miliardi (+4,5%). Decisiva la mdd

Conad chiuderà il 2024 ancora in crescita, con un fatturato di 21,1 miliardi di euro, in aumento del 4,5% sull’anno precedente. In un contesto macroeconomico complesso, caratterizzato da un’inflazione contenuta, da una ripresa lenta e con i consumi delle famiglie stagnanti, Conad consolida dunque il proprio percorso di crescita con un tasso superiore a quello del mercato, trainato da un aumento dei volumi, nel solco di una tendenza che l’ha vista incrementare il proprio fatturato del 70% negli ultimi dieci anni. In questo scenario, risulta la brillante performance dei negozi specializzati, con PetStore Conad (+17,8%), il nuovo “urban format” TuDay Conad (+ 5,8%) e con Conad Superstore (+5,7%).

“Conad si conferma la più grande impresa del commercio italiano, la sola presente con un’unica insegna in tutte le regioni d’Italia, con tutti i principali indicatori economici in crescita rispetto all’esercizio 2023 – ha dichiarato Mauro Lusetti, Presidente di Conad -. Il nostro ruolo nell’economia reale è fondamentale: difendiamo il potere d’acquisto dei clienti e delle famiglie, motore della società e delle Comunità sul territorio. Ringraziamo i soci e le cooperative associate a Conad, che vivono con passione questo impegno, offrendo prodotti e servizi di qualità a prezzi competitivi, sostenendo l’economia locale e promuovendo l’occupazione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese del settore agroalimentare”.

Il 2024 ha visto anche l’ulteriore crescita della mdd Conad, con un fatturato a 6,3 miliardi di euro (+4,7% a valore) e una quota sul totale delle vendite al 33,7% (+0,5 punti) nel canale ‘supermercati’. Gli investimenti sulla marca commerciale si sono concentrati sui prodotti di base, sulla valorizzazione delle marche premium e sul rilancio di Piacersi Conad. “Da qui al 2030 prevediamo una crescita contenuta del mercato Gdo, unita a una forte pressione sui margini, dovuta alla riduzione del potere d’acquisto e alla crescita del discount. L’arena competitiva rimarrà affollata, con la crescita degli specialisti di valore e di convenienza, canali nei quali Conad dovrà incrementare la propria presenza – ha aggiunto Francesco Avanzini, Direttore Generale di Conad -. Per questo, avranno un ruolo ancora più fondamentale gli investimenti in digitalizzazione e sostenibilità, così come lo sviluppo di nuove linee di business nei servizi ai clienti, che compenseranno la minore crescita attesa dei canali tradizionali.

Conad conferma il piano di investimenti, secondo un’agenda strategica caratterizzata da due priorità – “Consolidare il presente” e “Gettare le Basi per il Futuro” – e da cinque pilastri strategici: efficienza, canalizzazione, digitalizzazione, sviluppo delle competenze e sostenibilità. In tema di sostenibilità, lo scorso ottobre Conad ha presentato ai propri partner industriali fornitori di prodotti mdd (oltre 700 imprese di tutta Italia, con oltre 110mila occupati complessivi) un programma di lavoro pluriennale finalizzato al raggiungimento degli obiettivi ESG, in particolare per la decarbonizzazione e l’attenzione alla salute e benessere dei clienti. Infine, la digitalizzazione ha visto nell’ultimo anno lo sviluppo di diversi servizi relativi all’ecosistema digitale HeyConad, con l’avvio di proposte dedicate a viaggi e tempo libero, a salute e benessere, alla cura degli animali e alle assicurazioni, con una vasta gamma di prodotti di protezione, tra cui infortuni-salute, casa-famiglia e viaggi. L’ecosistema sarà ulteriormente arricchito con nuovi progetti nel 2025. Infine si segnala la partnership con RCS Sports & Events: Conad sarà sponsor della “Maglia Bianca” del Giro d’Italia, riservata al leader della classifica dei migliori giovani.

La Torinese continua a crescere: fatturato previsto a 15 milioni (+10%)

La Torinese prevede di chiudere l’anno in corso con un fatturato di 15 milioni di euro e un +10% rispetto al 2023. L’azienda dolciaria, che dal 1932 produce lievitati da ricorrenza come il panettone Pandorato e il Piemunteis, oggi si muove a pieno ritmo, complice la sua acquisizione nel 2018 da parte Idb – Industria Dolciaria Borsari, holding specializzata in lievitati delle feste che raggruppa diversi brand legati al mondo dolciario delle tradizioni.

Il passaggio societario dalla terza generazione di questa azienda familiare, composta da Claudio Verri e Milvia, al gruppo Idb, ha consentito una continuità e una nuova prospettiva all’impresa, così come sottolinea Andrea Muzzi, Amministratore Delegato di Idb: “Nel 2018 abbiamo trovato una realtà di grande tradizione artigianale, ma bisognosa di interventi di ammodernamento negli impianti e nelle attrezzature. A Torino abbiamo cercato di portare l’expertise del nostro gruppo sia su tutti gli aspetti della produzione, sia su quelli della logistica pur continuando a mantenere l’unicità delle sue ricettazioni e del suo savoir faire di impronta artigianale”.

In soli sei anni, dalla nuova gestione del 2018 ad oggi, La Torinese ha raddoppiato il suo fatturato ma ha anche raggiunto la saturazione della capacità produttiva che si attesta su un milione e mezzo di kg di lievitati lavorati all’anno. In un ciclo di lavorazione complessiva, che porta al prodotto finito in circa 70 ore, i laboratori de La Torinese producono oltre 50 diverse ricette tra Panettone Classico, glassato alla piemontese, specialità farcite e/o ricoperte, Pandoro classico, il Pandorato, la Colomba classica e altre specialità dolciarie. I prodotti sono ancora confezionati manualmente, per mantenere una connotazione artigianale e una preziosità unica negli incarti che rappresenta la cifra stilistica di Idb.

Maiora solidale: attese ‘Le Cene della Solidarietà’ in 4 regioni del sud

Maiora rinnova l’impegno solidale con l’arrivo delle festività natalizie. L’azienda pugliese attiva nella Gdo è in prima linea nel sostegno ai più bisognosi e alle famiglie che vivono gravi disagi e il 20 dicembre riproporrà l’appuntamento de “Le Cene della Solidarietà”, giunto alla decima edizione, in collaborazione con le Caritas locali. L’obiettivo è regalare la gioia di una cena speciale a chi è meno fortunato e vive una situazione di indigenza a causa della povertà alimentare.

Un appuntamento che, nel pieno di guerre e sofferenze, assume un significato ancora più profondo, col fine di unire in una tavola della speranza culture, religioni ed esperienze diverse. Protagoniste della serata, durante la quale saranno offerti oltre 4.000 pasti caldi in 14 comuni, saranno la Puglia (nei Comuni di Barletta, Trani, Corato, Terlizzi, Massafra, Crispiano, Lecce e Nardò), l’Abruzzo (a Pescara), la Basilicata (a Matera) e la Calabria (a Vibo Valentia, Lamezia Terme, Rende e Cosenza). Si ripropone, dunque, la peculiarità che ha sempre reso inclusive le “Cene della Solidarietà”: un momento conviviale in cui le differenze religiose e le abitudini culturali saranno rispettate, con un menù studiato nel dettaglio per venire incontro alle differenti usanze degli ospiti, nel pieno spirito della condivisione e dell’armonia.

“Le Cene della Solidarietà” non è un’iniziativa isolata. Anche quest’anno infatti Despar Centro-Sud ha aperto le porte di molti dei propri punti vendita alla XXVIII Edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, promossa lo scorso 16 novembre dal Banco Alimentare. Si tratta della consueta giornata dedicata alla raccolta di beni alimentari non deperibili, che il Banco dona a sua volta alle strutture caritative del territorio, a sostegno delle fasce della popolazione economicamente più deboli. Un impegno che per Maiora è costante nel tempo e durante il corso dell’anno, grazie alla collaborazione con una rete di oltre dieci associazioni ed enti no-profit che, in collaborazione con i tre centri di distribuzione ubicati a Corato, Gricignano e San Marco Argentano, ritirano periodicamente alimenti prossimi alla scadenza da destinare ai soggetti fragili.

Altra collaborazione è quella con l’Avis, Associazione volontari italiani del Sangue, che si è rinnovata nel 2024 e che ha visto protagonisti i collaboratori e le collaboratrici di Maiora per la consueta giornata di donazione presso la sede aziendale a Corato, promossa dalla sede locale Avis. L’iniziativa rientra tra le azioni di importante valore sociale che Maiora realizza con l’obiettivo di sensibilizzare le persone del territorio sul tema, invitando a contribuire con un’azione concreta.

“Consapevoli del nostro ruolo, lavoriamo con iniziative di solidarietà nei confronti del territorio e delle persone che lo abitano, da oltre 12 anni – spiega Pippo Cannillo, Amministratore Delegato di Maiora –. A tal proposito, la recente trasformazione in Società Benefit, modello societario che integra agli obiettivi di profitto il fine di avere un impatto positivo su società, ambiente e beni culturali, prevedrà nel prossimo futuro un impegno ancora più importante da parte di Maiora relativamente a questo tipo di iniziative. Il nostro desiderio è far sì che anche le persone che vivono un momento di difficoltà possano sentirsi incluse all’interno della società”.

Coop, aumentano i locker EasyCoop a Modena e a Bologna

Cresce, sia a Modena che a Bologna, il numero dei nuovi locker di EasyCoop, armadietti a disposizione dei clienti del servizio di spesa online offerto da Coop Alleanza 3.0 che continua così a investire per rendere l’esperienza di acquisto sempre più agevole, flessibile e adatta alle esigenze dei consumatori.

A Modena, dopo la pluriennale esperienza del punto ritiro collocato presso il Grandemilia, la Cooperativa raddoppia l’offerta. Nei pressi dell’ingresso lato Palazzetto dello Sport del Centro Commerciale I Portali, da qualche giorno è operativa una nuova dotazione di armadietti self-service pensati per permettere ai clienti di avere i vantaggi della spesa online – niente code né per riempire il carrello né in fase di pagamento – rimanendo allo stesso tempo svincolati dalla necessità di rimanere in casa ad attendere la consegna della spesa: il ritiro di quanto ordinato tramite sito o app EasyCoop, la piattaforma di e-commerce della Cooperativa, infatti, potrà essere effettuato nel momento della giornata preferito, all’interno di fasce orarie ampie e selezionate dagli stessi clienti. In particolare, per quanto riguarda il nuovo locker presente presso i Portali, la spesa può essere prelevata – sempre in modo gratuito – dal lunedì alla domenica dalle 8 alle 15 e dalle 16 alle 22. Il ritiro avviene in autonomia e con la massima sicurezza per i prodotti e, in particolare, per gli alimenti: gli armadietti, infatti, sono infatti dotati di scomparti diversificati, adatti ad accogliere sia prodotti secchi sia, con vani refrigerati e frigoriferi, prodotti freschi e anche surgelati.

A Bologna invece, dopo le esperienze dei punti ritiro presso il Centro commerciale Borgo e il Centro commerciale Nova, gli armadietti self-service sono operativi da qualche giorno anche all’esterno del Centro commerciale Lame e all’esterno dei supermercati Coop di Repubblica e Granarolo, negozio oggetto di un profondo restyling con circa 2 milioni di euro di investimenti. Il cliente deve soltanto inserire il codice ricevuto per email al termine del pagamento dell’ordine online, attivando l’apertura di tutti gli sportelli necessari a contenere ciò che si è acquistato, secco, fresco o surgelato.

“I primi locker EasyCoop, situati in diverse città dell’Emilia-Romagna, hanno registrato un crescente gradimento da parte dei clienti degli ipermercati che li ospitano e di coloro che utilizzano i canali digitali di EasyCoop, che apprezzano la comodità di poter procedere personalmente al ritiro della spesa senza sostenere il costo del contributo di consegna. Per questo, dando seguito anche alle numerose richieste che nel corso dei mesi abbiamo ricevuto ai nostri canali di contatto, stiamo lavorando per attivare il servizio in aree che consentano di raggiungere un numero sempre crescente di soci e clienti” commenta Gian Maria Gentile, Direttore Generale di Digitail, la società che gestisce il brand commerciale EasyCoop.com.

Ma le novità di EasyCoop su Bologna continuano: entro la fine del 2024 saranno anche attivi i locker all’esterno delle Coop San Vitale, in via Massarenti, e di via Andrea Costa. Inoltre, entro l’anno, partirà al Supermercato Coop CAAB presso il Centro commerciale Meraville il nuovo servizio “clicca&ritira” di EasyCoop dedicato a soci e clienti. Il servizio permette di effettuare la spesa online, dal sito o dall’ App EasyCoop e di ritirarla personalmente in negozio entro le 19.30, dal lunedì al sabato, senza costi di consegna. Soci e clienti troveranno l’opzione “punto di ritiro” in fase di prenotazione della consegna della spesa online. Come per la spesa con consegna a domicilio, è possibile effettuare gli acquisti beneficiando di tutte le promozioni e le offerte previste da EasyCoop. La soglia di spesa minima per usufruire di questo servizio è pari a 50 euro; online è attiva la possibilità di utilizzare i buoni pasto in fase di pagamento (i buoni utilizzabili sono quelli Edenred, Pellegrini e Up Day).

Monini: Villa nominato DG, Angelucci nuovo Direttore Commerciale

Si registra un cambio ai vertici in casa Monini, per affrontare l’evoluzione del settore e del mercato: Umberto Villa, già parte del gruppo dirigenziale dell’impresa umbra, assume il ruolo di Direttore Generale succedendo a Riccardo Cereda, mentre Loreto Angelucci, con una solida carriera nel settore agroalimentare, diventa nuovo Direttore Commerciale. Entrambi i manager riporteranno al Presidente e Amministratore Delegato Zefferino Monini.

Umberto Villa, classe 1970, è laureato alla Luiss e ha conseguito un Executive MBA alla Bologna Business School. Vanta oltre venticinque anni di esperienza nel settore alimentare e dell’olio d’oliva in particolare, con una solida competenza internazionale nella creazione e nell’implementazione di strategie di vendita e marketing. In qualità di Responsabile Estero di Monini, ruolo che ha ricoperto per anni, ha contribuito alla creazione di tre filiali commerciali, alla crescita dei ricavi e all’espansione dell’azienda a livello internazionale.

Anche Loreto Angelucci, classe 1972, è laureato alla Luiss e ha conseguito un MBA in SDA Bocconi. Conta un’esperienza quasi ventennale nel Gruppo Barilla, dove si è occupato di marketing, trade marketing e sales, con focus particolare su pasta e condimenti. Negli ultimi sette anni ha lavorato per Pladis Global, multinazionale inglese operante nei biscotti e nel confectionary, per la quale è stato direttore commerciale Sud Europa.

Nonostante il contesto economico di mercato complesso, Monini ha chiuso il 2023 con un fatturato di 195 milioni di euro, in crescita sull’anno precedente, con performance brillanti sia in volume sia in valore all’estero e per il segmento 100% italiano. “Siamo entusiasti di dare il benvenuto nei loro nuovi ruoli a due professionisti che portano con sé un bagaglio di competenze ed esperienze fondamentali per affrontare le sfide di un mercato complesso e in rapida evoluzione – ha affermato Zefferino Monini -. In un contesto economico caratterizzato da significative sfide per il settore agroalimentare e olivicolo, Monini conferma il proprio impegno a mantenere una struttura aziendale rigorosa, flessibile e resiliente, capace di rispondere prontamente alle esigenze del mercato e della società e di contribuire a valorizzare uno dei gioielli del made in Italy”.

Yoga e Super Mario, lo spot on air sui canali tematici per bambini

Sarà on air per quattro settimane consecutive sui canali televisivi tematici per bambini il nuovo spot Yoga dedicato alla promozione con i personaggi di Super Mario, che fino a marzo 2025 caratterizzeranno le gamme Optimum e Optimum Senza Zuccheri Aggiunti in brik 200 ml.

Oltre alla personalizzazione con gli elementi dell’ambiente del gioco di Super Mario, la collezione include un gadget esclusivo: un jumper saltellante, pensato per offrire un’esperienza di gioco analogica e coinvolgente. Lo spot si concentra proprio su questo elemento, mostrando tre bambini intenti a giocare insieme: il gadget consente infatti di interagire manualmente con i brik Yoga per costruire percorsi e sfidare gli amici in giochi di precisione e abilità, così come mostrato anche nel retro del cluster oltre che sul sito web di Yoga.

Questa iniziativa rispecchia l’impegno di Yoga nel promuovere attività ludiche che stimolino creatività e manualità nei bambini, valori sempre più rilevanti nell’educazione e nello sviluppo delle nuove generazioni. Tornare a un gioco analogico rappresenta infatti una scelta strategica ed educativa, in linea con la visione del brand.

Lo spot televisivo, della durata di 15 secondi, è stato realizzato dall’agenzia creativa Leagas Delaney in collaborazione con la Divisione Marketing Retail di Conserve Italia, Gruppo cooperativo che detiene il marchio Yoga. Il centro media è l’agenzia Life.

 

Consorzio Parmigiano Reggiano, 28 milioni per il marketing. Prosegue la lotta contro i fake

È stato approvato il bilancio preventivo 2025 del Consorzio del Parmigiano Reggiano: la plenaria ha deliberato un bilancio con 51,54 milioni di euro di ricavi. Sul totale, 20,08 milioni di euro andranno a coprire i costi di funzionamento del Consorzio, mentre le risorse destinate alle attività saranno 31,13 milioni, al netto di accantonamenti, ammortamenti e tasse. Gli investimenti per azioni di marketing e comunicazione saranno pari a 28,4 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della domanda in Italia e, in particolare, all’estero. Verrà data priorità agli investimenti per l’acquisto di spazi pubblicitari (tv, radio, stampa e web) nazionali e internazionali, e per il sostegno dei progetti di crescita dei mercati realizzati direttamente con catene distributive italiane ed estere, e con importatori e caseifici. Inoltre 0,30 milioni di euro verranno dedicati al rafforzamento dei programmi di vigilanza di mercato e di tutela legale nei mercati internazionali, con una particolare attenzione dedicata ai canali non retail in Unione Europea e agli Stati Uniti.

Anche per sostenere questo obiettivo, lo scorso 27 luglio (anniversario dei 90 anni dalla fondazione) il Consorzio ha ufficializzato l’apertura di un ufficio operativo negli Stati Uniti per avere una maggiore efficacia nelle operazioni di tutela, di vigilanza, di promozione e di formazione al consumatore. Inoltre, dopo la delibera temporanea del 2021 che aveva elevato a 7 euro a forma il contributo ordinario per il triennio 2022-2024, si è votato per consolidare e rendere senza termine tale contributo dal 2025. Nel corso dell’Assemblea generale ordinaria dei Consorziati è stata anche approvata la proposta di accordo preventivo Filiera Parmigiano Reggiano – Piano Regolazione Offerta 2026-2031, con uno stanziamento di 1,5 milioni di euro destinato al fondo crisi di mercato. Per celebrare i 10 anni dall’introduzione di questo fondamentale strumento, previsto dal Regolamento UE 261/2012 per consentire di regolare l’offerta e assicurare condizioni di equilibrio rispetto alla capacità di assorbimento di prodotto da parte della domanda nazionale ed estera, la cui durata massima è stata allungata a sei anni con il nuovo regolamento comunitario 2024/1143, l’Assemblea ha previsto anche un momento pubblico dal titolo dieci anni di Piani Regolazione Offerta: modello per le filiere di qualità.

Il Consorzio ha colto l’opportunità offerta dall’UE attivando un proprio Piano Regolazione Offerta già dal 2014. Grazie a ciò, la ciclicità del mercato è stata mitigata, con quotazioni stabili nel tempo e, in media, a livelli remunerativi. Nello scorso decennio, la produzione ha registrato un +2,2% annuo, passando dalle 3,280 milioni di forme prodotte nel 2013 alle 4,014 milioni del 2024, con un prezzo medio che dal 2022 si è mantenuto stabilmente oltre i 10 euro. Grazie allo strumento delle “quote latte Parmigiano Reggiano”, unica Dop in Europa a essersene dotata, i produttori di latte sono diventati una parte “attiva” della filiera e il Consorzio ha potuto attivarsi con azioni e politiche calibrate ed efficaci. In dieci anni le dimensioni aziendali degli allevatori sono passate da 5.200 quintali all’anno a quasi 8.900 q.li/anno con un incremento di oltre il 70%. Inoltre, è stata salvaguardata la produzione in montagna, che nel 2023 ha superato le 861.000 forme (pari a più del 21% del totale) prodotte da 83 caseifici, con un aumento del +11% rispetto al 2016, anno in cui è stata inaugurata la politica del Consorzio di rilancio e valorizzazione, riconfermando il Parmigiano Reggiano come il più importante prodotto Dop ottenuto in quest’area geografica. La percentuale di allevatori di montagna è rimasta invariata nel tempo e rappresenta oltre il 36% del totale, con un’età media che si è mantenuta stabile, favorendone dunque il ricambio generazionale.

“Per creare nuovi spazi nei mercati internazionali, abbiamo stanziato 28,4 milioni di euro per azioni di marketing e comunicazione. Inoltre il Consorzio è proiettato con forza a supportare una cultura nuova e coerente relativa alle Indicazioni geografiche: quella di essere strumento di sviluppo non solo rurale, ma di un intero territorio; un patrimonio collettivo, slegato da interessi di parte o di singole comunità. I nostri 292 caseifici e 2.100 allevamenti danno lavoro a circa 50.000 persone: un numero enorme di famiglie. L’opportunità di sviluppare modelli vincenti per i territori basati sulle denominazioni di origine dipende dalla capacità di combattere a livello globale le contraffazioni e le misure protezionistiche che le ostacolano, che vanno considerate strumenti “non etici”, dannosi per prodotti che non possono essere per loro natura delocalizzati dalle zone di origine e che rappresentano una ricchezza che ne garantisce lo sviluppo e la sostenibilità sociale. Il nostro impegno è affrontare le sfide di oggi e del futuro con la consapevolezza che questa non è solo un’opportunità, ma anche una responsabilità per il ruolo di portabandiera e di esempio che il nostro Consorzio ricopre per una parte assolutamente rilevante di imprese, lavoratori e cittadini italiani” ha commentato Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano.

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