Gli obiettivi “green” di Carrefour – 30% energia entro il 2020 e zero waste

Recuperare il 100% dei rifiuti prodotti nei punti vendita e ridurre del 30% i consumi energetici entro il 2020 rispetto al 2004: è l’obiettivo che si è posto il gruppo Carrefour. Ce lo dice Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia. «È un obiettivo che condividiamo con il gruppo. Abbiamo molti progetti per l’impostazione del layout dei punti vendita, il tipo di pavimento, l’ammodernamento tecnologico e l’ottimizzazione degli impianti d’illuminazione, la chiusura dei banchi frigo e il recupero dell’energia termica dalle centrali frigorifere; la riduzione dei metri cubi di acqua utilizzata e l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili. Siamo i primi in Italia ad avere tutti i mobili del fresco chiusi con le porte chiuse: è vero, ha un impatto negativo sulla vendita, però ogni volta che rinnoviamo un punto vendita o ne facciamo uno nuovo introduciamo questo tipo di soluzioni, che a lungo termine sono vincenti».
«Abbiamo programmi interni per la riduzione dei rifiuti organici. Poi c’è tutto un ecosistema che abbiamo messo in piedi con il Banco Alimentare per recuperare il cibo in sovrastock prima che scada in tutti i punti vendita in Italia. Con loro organizziamo anche giornate dedicate dove invitiamo i nostri clienti a fare la spesa e a donare al Banco Alimentare. La riduzione del 30% è un obiettivo sfidante. Però ci interessa moltissimo il lavoro di educazione pedagogica che facciamo con i nostri clienti, per spiegare loro come funzionano le cose e questo lo possiamo fare in maniera ideale tramite accordi di partnership come quello che abbiamo fatto con l’Istituto Italiano di imballaggio, il Moige e L’Oréal; è fondamentale cambiare l’impostazione dei nostri clienti». Il Comitato Anti Demarque Carrefour Italia è dedicato alla revisione e al miglioramento dei flussi aziendali per combattere lo spreco del cibo che hanno portato a una riduzione progressiva degli sprechi: durante il primo semestre 2016 rispetto a quello del 2015 sono state recuperate oltre 180 tonnellate di prodotti freschi. I fornitori di prodotti a marchio sono stati coinvolti con il progetto “La Grande Sfida dei Fornitori” che premia le più efficaci politiche aziendali in materia di prevenzione, riutilizzo, recupero e ridistribuzione dei prodotti alimentari.
Ci sono nuove soluzioni di packaging che possono andare verso per il futuro?
Per noi il futuro è nel no packaging, la vendita sfusa, il cliente dovrebbe prendere l’abitudine di arrivare nel punto vendita con le sue borse e sacchetti. È l’unico modo per cambiare realmente le cose. A Carugate abbiamo messo il contenitore di detergenti dove fare il refill.
Funzionano? «Se guardo i numeri direi che non funziona ma devo cominciare devo abituare e prendere tempo non si cambiano le abitudini da un giorno all’altro. Se mi fermo alla vendita alla prima settimana chiudo subito e non faccio più tempo, devo lasciare il tempo alle persone che di organizzino, che si accorgano del risparmio che possono ottenere. Se c’è l’opportunità poi diventa moda. Se vedo com’era il biologico solo sei o sette anni fa, non si vendeva, guardiamo dove è arrivato oggi. Bisogna insistere e avere una prospettiva di medio o lungo termine».

Sul fronte della gestione dei rifiuti prodotti internamente nei punti vendita l’obiettivo è la zero waste, il recupero totale. Per raggiungerlo, i vari team hanno il compito di ridurre prioritariamente le quantità generate, ottimizzare la selezione ed il recupero dei rifiuti prodotti, di compattarne i volumi per ottimizzare i trasporti, e cercare in modo continuativo nuove soluzioni e partner innovativi. La gestione ottimale dei rifiuti, che cambia di pese in paese a causa delle diverse leggi di riferimento, ma che segue una condivisione globale delle best practice che incoraggiano un numero maggiore di iniziative a livello locale, è un obiettivo di primario interesse per il Gruppo. Grazie alla vendita di prodotti recuperati, è infatti possibile ridurre e contenere i costi globali di smaltimento.

La performance del gruppo
Nel 2016, il 68,7% dei rifiuti è stato recuperato, in aumento di 2,1 punti rispetto al 2015.

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Un progresso che deriva dalla crescente implementazione delle buone pratiche aziendali contro qualsiasi generazione di spreco, dalla donazione ad enti o associazione dei prodotti non vendibili ma ancora consumabili (es. prossimi alla scadenza) e da una miglior e più efficiente separazione e raccolta dei vari materiali riciclabili (carta, cartone, plastica, legno ferro, etc.) al fine della loro valorizzazione economica. I prodotti alimentari che non possono essere venduti né donati si trasformano in rifiuti organici.
Per facilitare i consumatori nella selezione e nel riciclo dei prodotti, il Gruppo ha organizzato diversi punti di raccolta (come le batterie).

Dalla scelta del fornitore allo smaltimento i numeri in Italia
Nei punti vendita, gli incaricati si occupano di effettuare un’accurata separazione dei materiali, che successivamente vengo ritirati dal fornitore di servizio o dalla società municipalizzata.
La carta, il cartone e gli imballaggi prima di essere ritirati vengono pressati o compattati direttamente dagli addetti nei punti di vendita.
Carrefour Italia sta ampliando i progetti di raccolta, smaltimento e valorizzazione di quei materiali che possono essere trasportati direttamente dai mezzi Carrefour di ritorno al deposito (progetto Reverse Logistic). Questo permette un duplice beneficio: gestione centralizzata e diretta nelle nostre isole ecologiche dei materiali da smaltire e valorizzare e riduzione dei viaggi a vuoto dei mezzi. Il progetto Reverse Logistic riguarda, infatti, il ritiro da parte della logistica di imballaggi nei punti vendita (già ridotti di volume attraverso specifiche presse), che vengono trasportati nel deposito di Rivalta, nel quale è presente un’isola ecologica debitamente autorizzata, che gestisce questa tipologia di rifiuti.
Per la raccolta, lo smaltimento e la valorizzazione dei rifiuti speciali pericolosi (come batterie auto, olii minerali, lampade al neon o RAEE), Carrefour ha incaricato diversi fornitori di servizio in base al loro know-how, alle specifiche attrezzature, alle tecnologie e alle autorizzazioni di cui dispongono per assicurare la corretta gestione di questi rifiuti.
Carrefour, insieme ai sui fornitori e alle società municipalizzate incaricate al ritiro, valorizza al 100% i rifiuti organici. Essi vengono destinati a impianti di compostaggio o a impianti di recupero per la produzione di biogas. Anche i rifiuti indifferenziati sono valorizzati, infatti con oltre l’80% di essi è possibile produrre CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti). Tutto questo all’insegna dell’economia circolare.
Carrefour, in merito ai RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), permette ai consumatori di consegnare i propri dispositivi che intendono sostituire; inoltre, ogni punto vendita dispone di contenitori dedicati alla raccolta delle pile esauste.
Infine a partire dal 2016 abbiamo iniziato a riportare sulle etichette dei prodotti a marchio Carrefour alcune informazioni destinate a facilitare ai nostri clienti la raccolta differenziata delle varie parti dell’imballo.
Carrefour, che è partner della United Nations Conference on Climate Change (COP21) tenutasi a Parigi nel 2015, ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2025, e del 70% entro il 2050 (rispetto alle emissioni del 2010). Ad esempio, l’insegna sta ampliando la flotta di veicoli 100% elettrici per la consegna della spesa. Nel 2016, il parco automezzi conta oltre 20 veicoli appositamente adibiti al trasporto alimentare per le consegne a domicilio a Milano, Roma, Torino, Firenze e Lucca. L’obiettivo è di superare i 40 veicoli su tutto il territorio nazionale entro il 2017.