
Mentre procede la discussione parlamentare sul ddl Concorrenza che prevede numerosi emendamenti a favore della liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli che necessitano di ricetta ma non prevedono il rimborso da parte dell’Ssn), i promotori della petizione “Liberalizziamoci” (Conad, Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e Altroconsumo) annunciano che le firme ad oggi raccolte sono arrivate a 144.511 e che, comunque vadano i lavori della Commissione, l’iniziativa congiunta non si arresterà.
“Se il Governo non saprà cogliere l’opportunità del ddl Concorrenza – dichiarano i promotori – noi andremo avanti. L’azione delle lobby [dei farmacisti, ndr] può solo ritardare le riforme, ma non può arrestare l’assunzione di consapevolezza da parte dei cittadini, che sono anche elettori e sanno riconoscere molto bene chi tutela gli interessi di pochi a svantaggio di molti”.
I farmaci di fascia C sono a totale carico delle famiglie per un ammontare di 3 miliardi di euro all’anno. Si tratta di medicinali di uso comune (antinfiammatori, antidolorifici, antidepressivi, anticoncezionali, ecc.), che nel tempo sono stati esclusi dai rimborsi. La loro vendita nelle parafarmacie – dove è già obbligatoria la presenza del farmacista – favorirebbe una dinamica concorrenziale che porterebbe a un abbassamento dei prezzi, a vantaggio dei pazienti e a costo zero per lo Stato.
La petizione Liberalizziamoci indirizzata al Governo – nelle persone del presidente del consiglio Renzi e delle ministre Guidi e Lorenzin – chiede che sia consentita la vendita dei farmaci non mutuabili con ricetta anche nelle parafarmacie, nell’interesse di molti soggetti: dei cittadini, che potranno così beneficiare di un calo dei prezzi; dei farmacisti di parafarmacia, che hanno la stessa abilitazione dei colleghi di farmacia; degli operatori del settore, che dovrebbero poter competere a condizioni eque in un mercato concorrenziale, aperto e dinamico.
Secondo Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane “Nessun alibi sarà preso in considerazione perché nessun motivo valido e serio impedisce l’approvazione di una norma, quella che liberalizza i farmaci di fascia C, che creerebbe risparmi per i cittadini, nuova occupazione, nuove aziende e nuovi investimenti. Negare tale provvedimento è una scelta politica, è una scelta di campo”.