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Ddl concorrenza fascia C solo in farmacia, Pugliese (Conad) “Sui farmaci si torna indietro”

Passa al Senato per soli due voti (146 contro 113, con il via libera alla Manovra stabilito a quota 144) e con uno scarto di soli 33 voti il ddl concorrenza, approvato a due anni dalla nascita e dopo varie vicissitudini. Per quanto riguarda i farmaci, questione che riguarda da vicino la Gdo, i farmaci di Fascia C continueranno a essere venduti solo in farmacia, mentre è stato stabilito che le società di capitale potranno controllare le farmacie, ma dovranno rispettare un tetto del 20% su base regionale. 

«Una legge che di concorrenza ne ha ben poca, e che mostra tutta la debolezza di una classe dirigente ancora incapace di mettere in discussione le prerogative di lobby e corporazioni» è la reazione a caldo di Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad.

Con l’ingresso delle società di capitali nelle proprietà delle farmacie “Si è preferito consegnare il mercato della vendita dei medicinali alle multinazionali, piuttosto che estendere la vendita dei farmaci a carico di cittadini alle parafarmacie, dove operano farmacisti abilitati e dove oggi i cittadini riescono a risparmiare fino al 40% sui farmaci da banco” commenta Pugliese. “Una netta marcia indietro rispetto alla strada indicata dal decreto Bersani del 2006, e che comporta per giunta il rischio di affossare i vantaggi già ottenuti con la precedente liberalizzazione”.

A dieci anni dalla riforma sono state aperte circa 3.800 parafarmacie private e più di 300 corner parafarmacia nei punti vendita della Gdo.

«Anziché proseguire in questa direzione, e rompere definitivamente il monopolio delle farmacie, l’arrivo dei grandi grossisti del farmaco favorirà la creazione di un oligopolio di grandi grossisti, con dubbi effetti sulle politiche di pricing – prosegue l’ad di Conad -: Spiace dirlo, ma questa riforma segna la sconfitta della concorrenza, ed evidenzia tutta la mancanza di coraggio e la miopia della classe dirigente, incapace di fare riforme e di dare seguito a quelle intraprese. Federfarma, che fino a oggi ha sbandierato l’importanza di mantenere intatto il ‘ruolo sociale’ delle farmacie, accettando questo compromesso al ribasso svela il suo vero volto, e dimostra che il suo era solo storytelling».

Assieme ad Altroconsumo e alla Federazione nazionale parafarmacie, Conad ha lanciato la petizione Liberalizziamoci, per chiedere di estendere alle parafarmacie la possibilità di vendere tutti i farmaci il cui costo è a carico del cittadino. Fino a oggi sono state raccolte più di 170.000 firme. Una petizione che prosegue, “fino a che la nostra classe dirigente non avrà mostrato di prendere in seria considerazione le questioni che stanno a cuore al Paese reale”.

 

Le altre norme

Le altre norme riguardano la fine del mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas, fissata per il 1° luglio 2019. Un altro stop va al monopolio di Poste sull’invio di multe e notifiche, previsto per settembre 2017.

Per l’Rc Auto sono previsti sconti per chi installa la scatola nera e per i ‘virtuosi’ che non causano incidenti da 4 anni e vivono nelle province a più alto tasso di sinistri.

Le società ingegneri e avvocati restano fuori dal controllo dell’Ordine, le seconde continuano a dover avere fra i soci, per almeno due terzi del capitale sociale, avvocati iscritti all’albo.

Per costituire srl semplificate servirà l’intervento del notaio. Non è passata la possibilità di farlo solo mediante scrittura privata.

Incontra le richieste degli albergatori la norma ‘Booking’ che vieta il ‘parity rate’. Gli albergatori potranno praticare prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli offerti anche online.

Per Pugliese “le farmacie abdicano al ruolo sociale”, meglio i corner della Gdo

È di nuovo polemica tra grande distribuzione e farmacie sul ruolo di queste ultime. Secondo Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, intervistato da FarmaciaVirtuale.it, le farmacie tradizionali “abdicano al proprio ruolo sociale, ovvero garantire l’accesso ai farmaci a chi ne ha bisogno. Costringendo di fatto la Gdo con i loro corner di parafarmacia a sostituirsi a esse”. Parole che non sono piaciute a Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma, interpellato dallo stesso sito, che ha parlato di “offesa a un’intera categoria”.

Ma partiamo dalle parole di Pugliese. Che a proposito dell’ipotesi di liberalizzazione dei farmaci di fascia C con un ddl Concorrenza peraltro arenatosi nei palazzi romani, di cui il gruppo Conad è strenuo assertore, e del rischio che rivoluzionare questa fetta di mercato finisca per penalizzare piccole aziende come le farmacie a vantaggio di grandi gruppi imprenditoriali, nega che Conad voglia fare business con i farmaci. «Il fatturato che realizziamo con le nostre parafarmacie – dice Pugliese – ovvero 80 milioni all’anno, rappresenta lo 0,6% del giro d’affari complessivo del gruppo Conad. Il nostro punto di vista piuttosto è contribuire a tutelare il potere di acquisto della persona rendendo disponibile una convenienza che non è un surrogato di interessi corporativi». E poco importa usare come foglia di fico la realtà delle farmacie rurali e delle loro difficoltà economiche, visto che esse “ricevono già sostegno e sussidi economici dalle Regioni” e quindi si tratta di un “argomento pretestuoso portato da Federfarma per avvalorare la denuncia alla grande distribuzione che mina il ruolo di presidio sanitario delle farmacie”. Ma non sono i corner farmaceutici degli ipermercati i killer delle farmacie, semmai il fatto che poche di esse, come rivela una ricerca di Altroconsumo, pratichi sconti, contribuendo al fatto che, come spiega l’Istat, ben 4,6 milioni di italiani non riescono ad acquistare i farmaci necessari per le loro cure. E se le farmacie sono in crisi dipende piuttosto dai gravosi oneri finanziari per acquisti a fronte dei tempi biblici con cui avviene il rimborso dei farmaci. Insomma, Federfarma sbaglia bersaglio quando se la prende con la grande distribuzione che mette piede nel suo orticello.

Non si fa attendere la risposta dei farmacisti, per bocca di Vittorio Contarina. «Sono dichiarazioni che non posso accettare, perché offensive per una categoria che fa del ruolo sociale la propria vita. In questi mesi terribili, prima con il terremoto e poi con l’ondata eccezionale di freddo, stiamo garantendo un servizio fondamentale per i cittadini». Entrando nel merito della questione, Contarina ricorda poi come il sussidio garantito alle farmacie rurali sia in alcune regioni, come il Lazio, di 1.500 euro l’anno lordi (in altre regioni si arriva a 9mila euro ma la media nazionale è comunque assai più bassa) a fronte dell’impegno a essere reperibili 24 ore su 24 in qualsiasi situazione. «Magari – racconta Contarina – scendendo di casa alle 3 di notte per fornire un farmaco a una mamma il cui bambino piange per la febbre. Ecco: quando anche Conad garantirà questo tipo di servizio potrò accettare che il suo amministratore delegato parli di farmacie». Quanto agli sconti, secondo Contarina non sono importanti. «Davvero – spiega – vogliamo credere che la battaglia di Conad sia per qualche centesimo di euro in meno su qualche farmaco? La realtà è che si vuole sottrarre la fascia C a dei piccoli imprenditori come i farmacisti». Fascia C che è “l’unica che fa sopravvivere le farmacie a oggi. Non lo dico io ma la Corte di Giustizia europea che lo ha affermato”. Quella tra farmacie e grande distribuzione è una battaglia che durerà a lungo.

La presidente di Federfarma nazionale Annarosa racca replica attraverso il sito quotidianosanita.it: “Per Conad, come per tutta la GDO, i farmaci sono un prodotto civetta da vendere solo nei pochi punti vendita più grandi, che garantiscono un ritorno economico. Ma servono soprattutto ad attirare clientela nei propri supermercati in modo che le persone possano riempire i carrelli di prodotti di tutti i tipi. Il presunto risparmio che le persone ottengono su alcuni farmaci è ampiamente annullato dai maggiori costi sostenuti complessivamente sull’intera spesa”. Inoltre, continua la presidente “il vero obiettivo di Conad non è “tutelare il potere d’acquisto della persona”, come sostiene Pugliese, ma strappare clientela agli altri esercizi riempiendo i supermercati di tutti i tipi di prodotti. Il risultato di questa politica è la chiusura di tanti negozi di vicinato che non sono riusciti a reggere alla concorrenza della Grande Distribuzione, soprattutto in un periodo di crisi economica”.

Liberalizzazione farmaci: la raccolta firme Conad supera quota 140mila

Mentre procede la discussione parlamentare sul ddl Concorrenza che prevede numerosi emendamenti a favore della liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli che necessitano di ricetta ma non prevedono il rimborso da parte dell’Ssn), i promotori della petizione “Liberalizziamoci” (Conad, Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e Altroconsumo) annunciano che le firme ad oggi raccolte sono arrivate a 144.511 e che, comunque vadano i lavori della Commissione, l’iniziativa congiunta non si arresterà.
“Se il Governo non saprà cogliere l’opportunità del ddl Concorrenza – dichiarano i promotori – noi andremo avanti. L’azione delle lobby [dei farmacisti, ndr] può solo ritardare le riforme, ma non può arrestare l’assunzione di consapevolezza da parte dei cittadini, che sono anche elettori e sanno riconoscere molto bene chi tutela gli interessi di pochi a svantaggio di molti”.

I farmaci di fascia C sono a totale carico delle famiglie per un ammontare di 3 miliardi di euro all’anno. Si tratta di medicinali di uso comune (antinfiammatori, antidolorifici, antidepressivi, anticoncezionali, ecc.), che nel tempo sono stati esclusi dai rimborsi. La loro vendita nelle parafarmacie – dove è già obbligatoria la presenza del farmacista – favorirebbe una dinamica concorrenziale che porterebbe a un abbassamento dei prezzi, a vantaggio dei pazienti e a costo zero per lo Stato.
La petizione Liberalizziamoci indirizzata al Governo – nelle persone del presidente del consiglio Renzi e delle ministre Guidi e Lorenzin – chiede che sia consentita la vendita dei farmaci non mutuabili con ricetta anche nelle parafarmacie, nell’interesse di molti soggetti: dei cittadini, che potranno così beneficiare di un calo dei prezzi; dei farmacisti di parafarmacia, che hanno la stessa abilitazione dei colleghi di farmacia; degli operatori del settore, che dovrebbero poter competere a condizioni eque in un mercato concorrenziale, aperto e dinamico.

Secondo Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane “Nessun alibi sarà preso in considerazione perché nessun motivo valido e serio impedisce l’approvazione di una norma, quella che liberalizza i farmaci di fascia C, che creerebbe risparmi per i cittadini, nuova occupazione, nuove aziende e nuovi investimenti. Negare tale provvedimento è una scelta politica, è una scelta di campo”.

Ioleggoletichetta.it sostiene la petizione di Conad per liberalizzare i farmaci di fascia C

Alla raccolta di firme finalizzata a sollecitare il Parlamento a estendere la vendita di farmaci di fascia C a tutte le parafarmacie, comprese quelle della Gdo, partecipa Ioleggoletichetta.it, che in questo modo intende sostenere la campagna lanciata da Conad, Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e Altroconsumo. Una campagna che nelle prime tre settimane ha raggiunto 80mila firme.
La raccolta di firme è finalizzata all’estensione della vendita anche ai farmaci di fascia C, ovvero quei 3.800 farmaci utilizzati per patologie di lieve entità, quali, ad esempio, antidolorifici, antinfiammatori, ansiolitici, antidepressivi e anticoncezionali. Farmaci che valgono, da soli, 2.937 milioni di euro, l’11% della spesa farmaceutica nazionale (fonte: Rapporto Osmed 2014). E a questo scopo Conad ha realizzato il sito www.liberalizziamoci.it in cui i cittadini possono trovare la petizione da firmare. La raccolta delle firme è in atto anche nelle parafarmacie e nei punti di vendita Conad, oltre che in molte parafarmacie private.

In termini di risparmio per i cittadini la competizione sui prezzi garantirebbe un beneficio stimato tra i 500 e i 900 milioni di euro all’anno (vedi Dalle liberalizzazioni dei farmaci di fascia C 600 milioni per le famiglie). La stessa dinamica si è verificata con la liberalizzazione nel 2006 dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica (Sop) e dei farmaci da banco (Otc). Con la concorrenza i prezzi dei farmaci sono risultati infatti più contenuti, per un valore medio di 8,1 euro in farmacia, 7,4 euro in parafarmacia e 6 euro nella grande distribuzione (fonte: Assosalute, 2015).
«Preoccupa l’orientamento del Parlamento, che sul ddl concorrenza continua a tenere i farmaci di fascia C fuori dalle parafarmacie ignorando le raccomandazioni dell’Antitrust – sottolinea l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese -. In questo modo si nega a tante famiglie la possibilità di risparmiare sul costo dei medicinali, per valori che vanno mediamente dal 10% delle parafarmacie private al 20% di quelle della Gdo. Invece oggi, per effetto della crisi, gli italiani trascurano la propria salute, e lo Stato pagherà sui lunghi tempi nella cura delle malattie».

Conad ha in funzione 97 parafarmacie su tutto il territorio nazionale, di cui la prima è stata inaugurata nell’ipermercato di Modena, a ottobre 2006. Il fatturato 2014 ha superato i 50 milioni di euro e i 3,7 milioni di clienti che le frequentano annualmente hanno risparmiato il 20% rispetto ai prezzi della farmacia tradizionale, per un importo complessivo di 10 milioni all’anno. Nelle parafarmacie Conad i farmaci senza obbligo di prescrizione medica e i farmaci da banco valgono il 30% del fatturato. Seguono gli integratori alimentari, i prodotti per la cura del viso e gli articoli sanitari.

Dalle liberalizzazioni dei farmaci di fascia C 600 milioni per le famiglie

Durante il forum di Osserva Italia-la Repubblica, svoltosi ieri all’Università Cattolica a Piacenza, dal titolo esplicito, Libero consumo, Libero Paese, l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese ha spiegato le ragioni per le quali la liberalizzazione del mercato dei farmaci, per la quale Conad si è impegnato nella raccolta di firme (80mila in tre settimane) per una petizione popolare per convincere governo e politici a modificare il testo del ddl Liberalizzazioni, rappresenta un vantaggio concreto per le famiglie.

Nello stesso giorno anche Federfarma, l’associazione delle farmacie, nella persona del suo presidente Anna Rosa Racca, ha un po’ sprezzantemente ribattuto alle argomentazioni di Pugliese. Secondo quanto riportato da Farmacista 33 ha affermato che “È evidente che la Gdo sta investendo una notevole quantità di capitali per raggiungere l’obiettivo di portare la ricetta fuori dalla farmacia ma noi ci sentiamo forti della testimonianza politica che emerge dal testo del Ddl concorrenza uscito dalla Camera che riconosce alla farmacia il ruolo di primo presidio sanitario del territorio”.

«Figuriamoci se per Conad, che sviluppa oltre 11 miliardi di euro di fatturato, i 50 milioni che derivano dalle vendite nelle parafarmacie sono un elemento così vitale», risponde Pugliese. «La verità è che liberalizzare lavadita dei farmaci di fascia C è un concreto aiuto alle famiglie italiane».

Le reazioni di Federfarma, peraltro, si ripetono a ogni paventato attacco al monopolio dei farmaci e fanno ormai parte di un rituale già visto ai tempi delle lenzuolate di Bersani e alla timida liberalizzazione di Monti. Fascia C come linea Maginot dei farmacisti?

Tre domande ai farmacisti

La realtà è che sulla questione siamo di fronte a una asimmetria totale. Perché se l’associazione dei farmacisti accusa la gdo di fare promozione sui farmaci, non si capirebbe come mai nelle farmacie si vendono alimenti, calzature, abbigliamento per bambini, creme di bellezza, eccetera, con ricarichi spropositati. O per quale motivo i farmacisti non prendano posizioni chiare sul loro ruolo di dispensatori del farmaco e si facciano parte attiva perché vi sia congruenza tra cicli terapeutici e numero di medicinali nelle confezioni (negli Stati Uniti, come è noto, è il farmacista che prepara i medicinali per il ciclo di terapia stabilito dal medico). E infine, perché su questa questione l’Ordine dei farmacisti non riconosce ai farmacisti laureati che lavorano nelle parafarmacie lo stesso ruolo e la medesima liceità a dispensare famaci di fascia C che hanno i loro colleghi delle farmacie?

Per approfondire questo argomento Ancd-Conad organizza un incontro a Roma il 10 dicembre sul tema #ddlconcorrenza. Monopolio e diritti: il caso dei farmaci di fascia C, in collaborazione con la Federazione nazionale delle prafarmacie. Previsto l’intervento di Serena Sileoni vicepresidente dell’Istituto Bruno Leoni.

La liberalizzazione delle pompe di benzina

Ma le liberalizzazioni non riguardano solo i farmaci. L’altro capitolo importante è quello relativo alla distribuzione dei carburanti. Ecco ancora Pugliese.

Su questi temi l’Istituto Bruno Leoni ha da poco pubblicato l’Indice delle liberalizzazioni, un confronto con tutti i Paesi dell’Unione europea, che prende in esame il diverso grado di apertura in vari settori dell’economia. Il Regno Unito, che ottiene un punteggio del 95% (100 è il massimo punteggio), risulta l’economia più liberalizzata, seguita dai Paesi Bassi (79%) e da Spagna e Svezia, entrambe al 77%. I paesi meno aperti sono Cipro (49%), Lettonia e Croazia (entrambe al 56%) e Grecia (57%). L’Italia, col 67%, si colloca a metà classifica, a pari merito con Repubblica Ceca e Romania.

Proprio nella distribuzione in rete dei carburanti si riscontra un peggioramento, che però oltre agli aumenti delle accise nel 2014 sconta un adeguamento metodologico, che lo rende non confrontabile con gli anni precedenti.Schermata 2015-12-04 alle 12.42.47

«Per quanto riguarda l’Italia – commenta il vicedirettore generale dell’Istituto Bruno Leoni – sono positivi alcuni timidi miglioramenti, e anche i tentativi in corso col Ddl Concorrenza, ma per ora si tratta ancora di iniziative troppo poco sistematiche e non sempre abbastanza coraggiose. Le liberalizzazioni sono l’unico vero strumento di cui il Governo dispone per rilanciare l’economia e contemporaneamente alleviare le condizioni delle fasce sociali più basse: è incomprensibile che non siano in testa all’agenda dell’esecutivo e che, anzi, per ogni passo avanti se ne compiano due indietro su altri fronti».

Anche le parafarmacie insieme con Conad per la liberalizzazione dei farmaci di fascia C

A sostegno dell’iniziativa Liberalizziamoci lanciata da Conad si schiera anche la Federazione nazionale parafarmacie italiane, dopo un incontro tra il presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane Davide Gullotta e l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese.

Liberalizziamoci riguarda la raccolta di firme indirizzate al presidente del Consiglio e ai ministri della Sanità e dello Sviluppo economico perché la vendita dei farmaci di fascia C sia allargata alle parafarmacie.

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«Vogliamo che siano riconosciuti la dignità e i diritti della professione che i farmacisti svolgono nelle parafarmacie», sostiene il presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane Davide Gullotta. «I nostri farmacisti sono iscritti allo stesso Albo professionale, hanno conseguito la stessa laurea, hanno uguale ruolo e competenze rispetto a coloro che lavorano nelle farmacie. Conad è un alleato importante, perché ha la giusta sensibilità e ottime motivazioni per assicurare ai cittadini un valido presidio sanitario e un’ulteriore possibilità di risparmiare sull’acquisto dei farmaci, fruendo della competenza e professionalità di farmacisti ai quali nulla manca rispetto a chi opera in farmacia».

«Le farmacie cercano di mantenere i loro privilegi di casta ed economici», aggiunge l’amministratore delegato Conad Francesco Pugliese «ignorando che la concorrenza è, prima di tutto, un interesse del cittadino. Allargare la vendita dei farmaci di fascia C alle parafarmacie è un segno di civiltà. Questa, come altre mancate liberalizzazioni, pesa soprattutto nelle tasche di tanti italiani ancora alle prese con bilanci familiari difficili da far quadrare. Per dispensare salute serve un farmacista e non delle mura. I farmacisti delle parafarmacie sono qualificati come e più di quelli delle farmacie per il ruolo che svolgono».

L’attuale Ddl in discussione al Senato – condiviso e sostenuto dalle potenti lobby delle multinazionali del farmaco – presenta alcuni aspetti pericolosi quali l’ingresso del capitale nelle farmacie, eventualità che consegnerebbe di fatto la proprietà nelle mani di alcuni grandi gruppi della distribuzione del farmaco dando vita a nuovi possibili monopoli in un comparto delicato qual è la dispensazione dei farmaci.

Stupisce, perciò, il silenzio dei farmacisti di fronte ad un elemento che di fatto sconfessa quanto da anni sostengono, ovvero che la farmacia, nell’ambito del SSN, è il presidio socio sanitario a servizio dei cittadini e uno dei centri preposti all’assistenza sanitaria di base, con uno specifico riferimento alle prestazioni farmaceutiche.

Secondo Conad Conad, che ha in attività 100 parafarmacie in cui operano 400, il mercato dei farmaci di fascia C vale 2,9 milioni di euro e, se liberalizzato, farebbe risparmiare ai cittadini una cifra tra i 500 e i 900 milioni di euro.

Conad lancia la petizione per consentire alle parafarmacie la vendita di farmaci di fascia C

Nel pieno del dibattito in corso per l’approvazione al Senato del ddl concorrenza, Conad lancia una raccolta di firme per estendere la vendita dei farmaci di fascia C alle parafarmacie. A nove anni dalla legge Bersani che aveva in parte liberalizzato il settore, oggi sono ancora 3.800 i farmaci che si acquistano con la prescrizione del medico ma sono pagati integralmente dai cittadini (quelli, per intenderci con la ricetta bianca). In valore, citando il rapporto Osmed 2014, si tratta di 2.937 milioni di euro, cioè l’11% della spesa farmaceutica nazionale.

La vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie torna periodicamente ad affacciarsi tutte le volte che il Governo affronta la questione liberalizzazioni. Lo fu per il decreto Bersani e più recentemente con i provvedimenti di Mario Monti. Nessuno però ruscì a scalfire il muro innalzato dalla lobby dei farmacisti, che usano trincerarsi dietro la difesa degli interessi dei “pazienti” grazie anche all’effetto “camice bianco” su gran parte della popolazione. Tuttavia, uno dei punti che le organizzazioni dei farmacisti si guardano bene dal chiarire è quale sia la differenza tra un farmacista che lavora in una farmacia o in una parafarmacia, avendo entrambi conseguito la medesima laurea.

Così, come si legge in una nota, “Conad ha deciso di sensibilizzare e mobilitare i cittadini perché il Parlamento – a costo zero per le casse dello Stato e della Pubblica amministrazione – renda più dinamica la concorrenza nel mercato dei farmaci, allargando alle parafarmacie la vendita di quelli di fascia C. Ciò porterebbe ad una competizione sui prezzi con un beneficio per i cittadini stimato tra i 500 e i 900 milioni di euro all’anno. Così come è avvenuto per la liberalizzazione dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica (Sop) e i farmaci da banco (Otc), che ha prodotto un’indubbia convenienza per i cittadini: con la concorrenza, i prezzi dei farmaci sono risultati più contenuti, con un valore medio di 8,1 euro in farmacia, 7,4 euro in parafarmacia e 6 euro della grande distribuzione (fonte: Assosalute, 2015)”.

Conad ha in funzione 97 parafarmacie su tutto il territorio nazionale, per un fatturato di 50 milioni di euro. I 3,7 milioni di clienti che le frequentano annualmente hanno risparmiato il 20 per cento rispetto ai prezzi della farmacia per complessivi 10 milioni all’anno.

«Preoccupa l’orientamento del Parlamento, che sul ddl concorrenza continua a tenere i farmaci di fascia C fuori dalle parafarmacie ignorando le raccomandazioni dell’Antitrust per una più completa liberalizzazione del settore farmaceutico», sottolinea l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. «In questo modo si nega a tante famiglie la possibilità di risparmiare molte centinaia di milioni di euro all’anno, cifra che sarebbe un’importante boccata di ossigeno. Abbiamo scelto la petizione e la raccolta di firme nell’interesse dei cittadini e dei nostri clienti; per riconoscere la dignità della professione che i farmacisti svolgono nelle parafarmacie; nel nostro stesso interesse, perché sia possibile competere in un mercato aperto e con regole chiare quanto eque per tutti. Dobbiamo sottolineare, purtroppo, come il Paese sia ostaggio di lobby che cercano di assicurare la propria sopravvivenza anziché sostenere lo sviluppo dell’economia, far nascere nuova imprenditorialità, creare nuova occupazione e garantire ai cittadini servizi e convenienza».

Sul sito www.liberalizziamoci.it i cittadini trovano tutte le informazioni necessarie a conoscere più a fondo il tema, un dossier che ripercorre la storia e i benefici della liberalizzazione del mercato dei farmaci, dal primo decreto Bersani ai giorni nostri, e, soprattutto, la petizione da firmare. Oltre che sul sito, la raccolta delle firme avverrà anche nei punti di vendita Conad.

La comunicazione nei punti di vendita della rete, sui principali quotidiani nazionali e sulle pubblicazioni aziendali – Bene Insieme e Comma – è integrata da una sezione online presente sui social Facebook  e Twitter.

Parafarmacie, Conad torna all’attacco: “barriere anacronistiche”

Si è tornato a parlare di monopolio sul mercato dei farmaci, Complice il Ddl al vaglio del Governo che potrebbe concedere anche alle parafarmacie e ai corner della Gdo la vendita di farmaci di fascia C: o l’intera classe dei farmaci non rimborsabili anche con obbligo di ricetta, oppure soltanto i farmaci generici di classe C, con modifiche alle modalità di immissione in commercio degli equivalenti, al momento piuttosto laboriosa.

Sul tema è intervenuto Alberto Moretti, direttore dei canali distributivi di Conad, che, intervistato dal sito online “Farmacista 33” ha denunciato “La persistenza di anacronistiche barriere che non porta benefici ai cittadini e non consente al Paese di innovare e migliorare la propria efficienza”. A proposito dell’andamento dei corner, quelli Conad sono “in costante crescita, tanto che nei piani di sviluppo per l’anno in corso ne prevediamo altri 20 oltre le 82 in attività nei nostri punti di vendita e centri commerciali. Contiamo, dunque, di superare quota 100 a fine 2015”.
Denunciando “l’apertura irrilevante” del governo Monti (che aveva allargato la vendita a galenici e farmaci veterinari) “tanto marginale che neppure le farmacie tradizionali erano interessate più di tanto”, ha ribadito come “Conad sia per una ‘vera’ liberalizzazione del mercato dei farmaci, come è accaduto in Europa, che riguardi anche la fascia C, quella di prodotti con obbligo di prescrizione medica non rimborsabile. È tale comparto che può fare la reale differenza per il cittadino, tenendo conto che tale spesa costituisce il 16,7% della spesa farmaceutica totale, ovvero 4,3 miliardi di euro”.

Vedremo come si svilupperà la vicenda. Sul tema del resto nello stesso Governo sembrano esserci posizioni contrastanti. Se il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha dichiarato che le parafarmacie sarebbero state al centro di misure pro-concorrenza, il sottosegretario Simona Vicari ha detto a “Farmacista33” che al momento sarebbe inopportuno intervenire sulle farmacie.

Guidi: liberalizzazioni, presto un nuovo pacchetto di norme

Per la liberalizzazione dei farmaci da banco e dei distributori di carburante sarà la volta buona?

Intervenendo all’European Competition Day, “La Giornata Europea della Concorrenza”, organizzata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) nell’ambito del semestre di presidenza italiana dell’Ue, il ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi ha annunciato un prossimo pacchetto di liberalizzazioni in diversi settori. Il Ministro ha spiegato che la concorrenza è fondamentale per la crescita economica: «Noi dobbiamo rimuovere vincoli e barriere per promuovere la concorrenza e la crescita. Eliminare le barriere all’ingresso sul mercato, all’esercizio dell’attività imprenditoriale e all’uscita dal mercato per le imprese inefficienti è essenziale per ogni progresso».

In questo contesto si inserisce il pacchetto di liberalizzazioni che il Governo dovrebbe approvare quanto prima la cui bozza è già in circolazione da qualche giorno:  la prossima legge annuale sulla concorrenza dovrebbe contenere provvedimenti riguardanti assicurazioni e banche, professioni e farmaci.

Secondo il Ministro sono tre gli effetti positivi delle liberalizzazioni: «Il primo risultato – più immediato e visibile, ma non il più importante – è  quello di ridurre i prezzi. Naturalmente la disponibilità di beni e servizi a prezzi più contenuti implica da un lato che il potere d’acquisto dei salari a parità di altre condizioni aumenta: questo fa delle liberalizzazioni un elemento importante del welfare moderno. Dall’altro lato questi prodotti possono essere destinati anche ad altre industrie per le quali sono input essenziali (pensiamo all’energia o ai servizi di telecomunicazione o digitali): ridurne i prezzi rende questi processi produttivi più efficienti e competitivi. La seconda conseguenza delle liberalizzazioni è aumentare la pluralità dell’offerta: è possibile attirare i clienti abbassando i prezzi, ma anche offrendo un prodotto diversificato; la diversificazione dei prodotti e/o dei servizi impatta sulla qualità a beneficio del mercato e dei consumatori. Infatti, se guardiamo questo fenomeno dal punto di vista del consumatore, ci rendiamo conto che la concorrenza è lo strumento più efficace di politica industriale: consente anzitutto di scegliere, di selezionare le opzioni più efficienti e di indirizzare le decisioni delle imprese. In un certo senso il vero imprenditore diventa lo stesso consumatore. Il terzo effetto – che è un aspetto particolare di quello precedente – consiste nel fatto che, se dobbiamo diversificare l’offerta rispetto a quella dei concorrenti, è necessario impegnare fatica e risorse – cioè devo investire – per innovare. La concorrenza produce innovazione. Non è un caso se, nel settore dei servizi, i più grandi passi avanti tecnologici sono andati parallelamente all’apertura dei mercati. Nessuna innovazione deve essere fermata o impedita da leggi che non sono più allineate coi tempi». (Ag. Help Consumatori)

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