Dagli USA la conferma del valore del cibo italiano: intervista a Pray di Kroger

Sono stati oltre 78 mila i visitatori dell’edizione di Tuttofood che si è chiusa oggi, con un incremento del 40,8% rispetto alla precedente edizione e del 78,7% per quanto riguarda i visitatori esteri.

Rilevante è il fatto che  2.100 top buyer internazionali selezionati hanno incontrato i 2.838 espositori, di cui 433 esteri, in rappresentanza di 7.000 marchi, in 11.790 appuntamenti prefissati tramite l’agenda online Expo Matching Program. Tanto da far dire al neo amministratore delegato di Fiera Milano Corrado Peraboni che “Tuttofood è ‘lo’ strumento per eccellenza per l’ulteriore internazionalizzazione dell’agroalimentare italiano. Grazie a Tuttofood, moltissime aziende medio-piccole di qualità hanno avuto accesso a mercati dove molto difficilmente avrebbero potuto farsi conoscere in altro modo. L’obiettivo dei 50 miliardi di export è sempre più alla portata del sistema food e noi stiamo facendo la nostra parte”.

Una survey qualitativa condotta proprio sui top buyer internazionali durante la manifestazione rivela che i prodotti italiani sono richiesti nel mondo, oltre che per l’appeal della nostra enogastronomia, anche perché hanno reputazione di prodotti naturali, sicuri e di qualità. Tra i mercati emergenti, indiani e cinesi sono i più sensibili al valore aggiunto di ingredienti all-Italian mentre i consumatori medio-orientali apprezzano soprattutto la naturalità. La ricerca della specialità originale e poco nota è invece il pallino di americani e nordeuropei.

Questo forte interesse per il cibo italiano è confermato da questa testimonianza di Kennet Pray, director di Kroger (2619 supermercati e 786 conveniente store negli Stati Uniti) per il quale i food lover americani sono fortemente atterrati dal cibo italiano, che è accessibile e semplice e, soprattutto la clientela upscale è alla costante ricerca di specialità di qualità.