A Londra la shopping experience passa per il cinema

Una sala cinema da 60 posti, con accesso diretto dal grande magazzino e una programmazione di qualità, rivolta a chi al cinema ama ancora andare e, nel frattempo, soffermarsi tra i reparti del “più grande grande magazzino del mondo”: Selfridges. Succede a Londra grazie alla partnership tra il retailer sempre a caccia di innovazioni e la catena di cinema indipendente Everyman.

È ormai chiaro a molti che è tempo di ripensare i formati del retail e iniettarvi nuove idee. Una strada può essere la tecnologia, certo: app interattive e digital signage possono fare la differenza e riportare il consumatore nel punto vendita. Ma ci sono altre vie da percorrere. Questa volta Selfridges sceglie un media al limite del “vintage” come il cinema, con una programmazione se non d’essai sicuramente che evita i grandi titoli da blockbuster (in programma oggi c’è l’ultimo film con Emma Thompson, Effie Gray). L’idea è attirare un cliente che vuole “staccare” dal tran tran quotidiano per sedersi su una poltrona comoda (i divanetti di velluto con tavolino tipici dei cinema Everyman) e guardarsi un buon film di qualità, prendendosi una pausa da smartphone, tablet e social networks. Anche l’ingresso, situato all’interno del supermercato, è decisamente retrò, con l’insegna illuminata a lettere mobili come i vecchi cinema americani.

Che si tratti di sinergia e non di mero affitto degli spazi poi si capisce al bar annesso, che offre vini e stuzzichini presi direttamente dalla gastronomia Selfridges.

Lo storico grande magazzino (ha aperto i battenti in Oxford Street nel 1909 e da lì non si è mai spostato) non è nuovo ad iniziative di questo tipo: a marzo ha inaugurato una rampa da skate, e in passato non si è fatto mancare una pista da pattinaggio, un sushi bar e un parrucchiere. Lo scopo, più o meno dichiarato, è quello di attirare il cliente svagato e infedele a staccarsi dal suo mondo virtuale e passare più tempo nel punto vendita.

Un’idea che potrebbe essere copiata, perché no, anche dalla GDO. Fare la spesa all’ipermercato può essere noioso: girare scaffali carichi di confezioni anonime una routine che si cerca di concludere il più in fretta possibile. L’effetto da boom economico di adorazione della merce è svanito da tempo e le alternative sono a potata di tutti: dall’e-commerce, rapido e indolore, al Gas o al mercatino degli agricoltori, ben più attrattivo e “caldo”. Sempre più, il consumatore del terzo millennio per uscire di casa (o dall’ufficio) e infilarsi in un punto avrà bisogna di un valido motivo. Chiamala, se vuoi, shopping experience.

Anna Muzio