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Perché la sostenibilità sta a cuore anche ai retailer

I retailer alimentari possono svolgere nell’aiutare gli acquirenti a prendere decisioni di acquisto più sostenibili. A dirlo i dati di una ricerca effettuata dalla società internazionale di loyalty marketing tcc, che ha registrato le opinioni di circa 2.000 consumatori in Germania, Francia, Russia, Cina e Italia.

E’ infatti emerso che nove consumatori su 10 ritengono che i supermercati possano aiutarli a fare scelte più sostenibili nei punti vendita, mentre quasi otto su 10 ritengono di prendere decisioni di acquisto in base alle caratteristiche ecologiche dei prodotti.

La crescente domanda di prodotti sostenibili da parte dei consumatori ha dato vita a un partenariato continuo tra il marchio RE-GENERATION della società internazionale di loyalty marketing tcc e diversi marchi europei molto noti. Questa gamma mira a conferire nuovo valore ai materiali riciclati provenienti dall’UE, esercitando un impatto positivo sull’economia circolare locale. RE-GENERATION di tcc collabora da alcuni anni con i più grandi marchi alimentari del mondo per fornire agli acquirenti premi fedeltà, quali articoli da forno, casalinghi, borse e accessori progettati per avere un impatto ambientale ridotto. Le sue gamme hanno vinto numerosi premi, tra cui il Red Dot Design Award, a dimostrazione che l’utilizzo di materiali riciclati nella realizzazione di prodotti per consumatori non deve essere sinonimo di design monotoni.

I riconoscimenti di design internazionali come il Red Dot premiano non solo l’approccio ambientale dei prodotti, ma anche la qualità del design. Il brand RE-GENERATION di tcc ha lanciato una nuova linea di accessori per il forno e la cucina acquistabili online o tramite programmi di fidelizzazione con supermercati selezionati in tutta Europa. La gamma si aggiunge agli articoli in vetro, agli utensili da cucina, ai contenitori e agli accessori prodotti dall’azienda attraverso le sue partnership con il produttore di utensili tedesco leader di mercato Berndes e il marchio di prodotti da cucina Guzzini.

Nicolas Garrelly, Sustainability Manager di tcc, ha dichiarato: “RE-GENERATION ha portato all’uso di una quantità fenomenale di materiale riciclato proveniente principalmente dall’UE, e siamo decisi a continuare su questa strada. Abbiamo intrapreso questo lavoro dopo aver rilevato il desiderio da parte dei consumatori di prodotti realizzati in modo sostenibile. Negli ultimi due anni, questa tendenza non ha fatto che aumentare e diffondersi, come dimostra la nostra recente ricerca. I retailer del settore alimentare svolgono un ruolo particolarmente importante in quanto possono attingere a questo forte sentimento attraverso i loro premi fedeltà, aiutando a loro volta i consumatori a operare scelte più rispettose dell’ambiente. Grazie all’utilizzo di materiali riciclati post consumo, partecipiamo all’economia circolare e contribuiamo all’impiego di materiali riciclati in linea con le nuove aspettative dei consumatori.”

Grow My Store: la proposta di Google a supporto dei retailer

Arriva Grow my Store, la piattaforma gratuita di Google, nata a supporto delle piccole e medie imprese italiane del settore retail per migliorare la propria presenza online. Attraverso Grow my Store è possibile ricevere un report sulla qualità del proprio sito.

Nonostante i vantaggi offerti dall’e-commerce in questa situazione di emergenza, per i retailer italiani non è sempre facile sviluppare le competenze specifiche utili a raggiungere i propri clienti e rispondere esaustivamente alle loro necessità. Attraverso Grow my Store i retailer potranno valutare in maniera semplice l’efficacia del proprio sito web rispetto alle più importanti metriche di confronto del settore e avere accesso a consigli e approfondimenti. Tra gli aspetti analizzati, riassunti in un report complessivo che Grow my Store restituisce al termine dell’analisi, viene evidenziato per esempio se il sito web elenca chiaramente prodotti e prezzi, se sono chiare le politiche di restituzione, se esiste un supporto di live chat e viene valutata la fruibilità del sito da desktop e da mobile.

La ricerca Netcomm sull’e-commerce

Da una ricerca realizzata da Netcomm in collaborazione con Google, utile per evidenziare gli elementi chiave per lo sviluppo dei progetti e-commerce a seguito della crisi sanitaria, emerge come l’e-commerce sia, tra tutti i canali di vendita online, quello che i retailer considerano più soddisfacente. Tra gli elementi che contribuiscono maggiormente all’apprezzamento del modello e-commerce proprio da parte dei retailer emergono il notevole contributo alla comunicazione e alla valorizzazione del proprio brand (56%) e la possibilità di sviluppare sinergie con i canali di comunicazione e vendita tradizionali, come il negozio fisico (56%). L’e-commerce è inoltre considerato un mezzo per avviare facilmente e velocemente le proprie vendite (57%).

Roberto Liscia, Presidente del Netcomm, commenta: “Dalla ricerca emerge chiaramente che le aziende con sito e-commerce proprio mostrano un livello di soddisfazione complessivo significativamente maggiore di quelle che hanno adottato altri modelli di vendita online di e-commerce (53% vs 35%).  Ne è conferma il dato che le aziende con sia sito proprio e-commerce, sia altri modelli di vendita online e-commerce, mostrino un gap di soddisfazione a favore del proprio e-commerce ancora maggiore  (55% vs 31%).”

Vincenzo Riili, CMO Google Italia, aggiunge: “Lo sviluppo di un proprio sito e-commerce è il modello di commercio digitale che genera maggiori vantaggi a lungo termine, nonostante richieda un intenso impegno nella fase di settaggio iniziale. Per ottenere i migliori risultati è necessario acquisire le giuste competenze. Con Grow my Store Google si impegna a fornire un tool che accompagni passo passo i retailer nel potenziamento del proprio sito e-commerce, per supportarli nella crescita online.”  

Benetton lancia due nuovi store concept, ispirati a colore, luce e omnicanalità

Benetton Group ha avviato un importante piano di rafforzamento della propria rete vendita che si concretizzerà attraverso due store concept: il nuovissimo Light Colors”  ideato dal dipartimento Retail Design di Benetton con un intervento esclusivo dell’architetto Tobia Scarpa e il  “London Concept”, (in riferimento allo store concept del flagship di Londra aperto a marzo 2018) che sarà il modello di riferimento per i punti vendita nei grandi crocevia commerciali.

Uno schizzo di Tobia Scarpa

Light Colors

Tratto distintivo degli store “Light Colors” è un particolare sistema di luci, fil rouge della narrazione dei nuovi punti vendita. “L’illuminazione articolata con tre elementi, disco, Nón-Lá e Barra Luminosa – spiega Scarpa – realizza una qualità di luce in cui i colori degli oggetti esposti esprimono la loro felicità. L’originalità di questo progetto nasce nell’uso di una sorgente a luce diffusa, diretta e indiretta, e della diffusione della luce lineare usata in modo innovativo nel retail”.

I primi store “Light Colors” saranno inaugurati nella Primavera/Estate 2019 a Novara in Corso Italia 6, a Roma in Via del Corso e a Palermo in Via Sciuti. All’estero invece, il nuovo store concept è già sbarcato a Istanbul, dove nei giorni scorsi ha riaperto il più grande negozio della Turchia in questa nuova veste. Seguiranno Faenza, Napoli, Trapani e ancora Bangalore e Deauville, per citarne alcuni.

London Concept

Lo store concept del flagship di Londra, sarà invece il modello di riferimento per i punti vendita nei grandi crocevia commerciali: dopo Londra, Düsseldorf, Padova e Torino, aperti nel 2018, il nuovo concept arriverà a breve anche nei flagship Benetton di Paseo de Gracia a Barcellona e Connaught Place a Nuova Delhi.

Il “London concept”, sviluppato interamente dal dipartimento Retail Design di Benetton, si caratterizza per essere uno spazio informale e tecnologico che va oltre l’idea tradizionale di negozio. Uno store che, da semplice spazio dedicato alla vendita, diventa uno showroom urbano e contemporaneo in cui va in scena un racconto a 360° del brand United Colors of Benetton e in cui l’esperienza di acquisto è indirizzata sempre più verso l’omnicanalità.

 

 

Vapiano: dopo gli Emirati il retailer tedesco guarda al Bel Paese

Vapiano, un format globale che si identifica con un`offerta e un`immagine tipicamente italiane. Ma perché non è presente nel Bel Paese? A questa domanda il CEO di Vapiano Mario C. Bauer risponde lasciando intendere concreti propositi di fattibilità per un futuro non molto lontano: «In Italia il livello di competizione è molto elevato. Da un lato il tessuto imprenditoriale mostra una prevalenza di ristoratori privati che in ogni angolo del territorio esprimono una buona qualità. Dall’altro lato la ristorazione a catena nel vostro Paese attecchisce meno velocemente rispetto ad altri stati europei, come Francia e Spagna, che al momento consideriamo un target primario.

mario-c-bauer-picEcco perché per investire in Italia stiamo cercando partner professionali che siano in grado di supportarci con la formula della joint venture e con l`obbiettivo di aprire almeno 20 punti di vendita in franchising».

Un secondo obiettivo di sviluppo inerente la rete di affiliati riguarda il Medioriente e in particolare gli Emirati Arabi Uniti (EAU) in vista di Expo 2020. Attualmente il gruppo può vantare a Dubai due location in altrettanti mall e una su strada. A ogni buon conto, il piano di aperture dichiarato, in ossequio alla road map dell`evento planetario che, in questa tornata mediorientale, sarà dedicato alla gestione delle risorse energetiche e all`alta tecnologia (“Connect the mind, create the future” è il claim), è quello di realizzare 8 location intorno ai 400 mq di formato, all`interno dei più importanti punti commerciali e turistici della città: Mall of Emirates, Marina Mall Abu Dhabi, Jumeirah Road, Sheikh Zayed e Aeroporto nel quartiere di Garhoud per citarne alcuni. Tra l`altro nei prossimi 12-18 mesi è prevista un`apertura ad Abu Dhabi: «In Medioriente –dice Bauer- ci aspettiamo una crescita turistica notevole. Le condizioni di affiliazione sono le stesse che applichiamo in Europa, tuttavia mentre nel vecchio continente le trattative sono gestite attraverso rapporti privati diretti, in EAU è sempre necessario il supporto di intermediari del settore immobiliare». Il riferimento è alle grandi compagnie, come per esempio, Nakheel (creatrice degli arcipelaghi artificiali di Dubai meglio noti come Palm Island) o Emaar (proprietaria del Burj Kalifah, il grattacielo più alto del mondo) che negli Emirati si stanno occupando della progettazione e della realizzazione delle grandi opere edilizie, in uno stato, come gli EAU, che, tra gli svariati obbiettivi inclusi nel suo indirizzo politico, ambisce a diventare il punto di riferimento turistico e commerciale nel segmento del lusso in Medioriente.

Un`architettura tutta italiana

Attualmente Vapiano conta 170 ristoranti in 31 paesi distribuiti su 4 continenti, un numero di aperture che si è perfezionato in soli 14 anni. «Nessun franchisor europeo del segmento fast-casual dining –dice Bauer- può vantare una crescita così rapida». A testimonianza di un modello di offerta e di un format collaudati che si esprimono al meglio in location di 800-1000 mq, non si dimentichi che a stabilire le linee guida del layout di Vapiano, sin dall`epoca della fondazione, avvenuta nel 2002 è stato chiamato l`architetto Matteo Thun, tuttora consulente dell`insegna.

Mentre per l`ambiente e gli arredi è previsto l`impiego di essenze materiche sempre vere e naturali come il marmo legno grezzo, piastrelle di varia natura ed alcune erbe di giardino sparse dappertutto, una seconda particolarità concernente le formule di servizio che determinano il percorso del cliente, sono altresì i punti di somministrazione in front cooking per pasta, pizze e insalata, dove è possibile richiedere una personalizzazione della ricetta stabilendo un rapporto esclusivo con lo “chef va pianista” di turno: «In ogni parte del mondo –specifica Bauer- i best seller della nostra clientela sono la pasta alla carbonara e alla bolognese e la pizza al salame. Ed altri piatti con buone performance, soprattutto in Medioriente, sono la pizza Margherita e i piatti a base di pollo».

Sempre nell`ambito delle cooking-station sono servite le bevande analcoliche una volta pronti i piatti. Vino birra e alcolici, in genere, sono somministrati al bar all`ora di pranzo oppure su ordinazione, con servizio al tavolo, la sera.

L`identificazione con la cultura gastronomica della nostra penisola oltre che dalle ricette è connotata anche dal menu, sempre rigorosamente stampato italiano, con traduzioni nella lingua locale.

Stabilito che in merito all`assortimento in alcune regioni Vapiano osserva le abitudini religiose del Paese ospitante – per esempio nei Paesi arabi è previsto un menu halal -, i franchisee di tutto il mondo hanno l`obbligo di inserire nel menu una serie di piatti-core che rappresentano il 20% dell`offerta.

 

Le condizioni di affiliazione a Vapiano

Fee d`ingresso :                        50.000

Contrattazione:                         esclusivamente con operatori locali

Royalty:                                    6-8% secondo la redditività al mq

 

Marco Oltrona Visconti

On-line vs brick and mortar: il punto vendita fisico ha ancora e sempre il suo appeal

On-line: agli italiani piace. Basti pensare che, secondo una ricerca dell’Unione Nazionale dei Consumatori, solo il 13% dei rispondenti ha dichiarato di non aver effettuato acquisti on-line nell’ultimo anno.

Ma questo non vuol dire che il negozio fisico sia caduto nel dimenticatoio. Anzi: secondo l’indagine resta irrinunciabile per il 99% del campione”.

Lo studio ha poi evidenziato che il 55% dei rispondenti è ricorso ad Internet, almeno una volta negli ultimi 12 mesi, per l’acquisto di servizi per il tempo libero come viaggi, vacanze e libri, il 46% per biglietti di trasporto, spettacoli e sport, il 43% per elettronica ed elettrodomestici e il 36% per servizi bancari e finanziari.

Modalità di pagamento

Al primo posto troviamo la carta di credito con il 47% delle preferenze, seguita dalla carta prepagata (41%) e da PayPal (38%). Chi invece ha acquistato nei negozi fisici, ha pagato in contanti o con carte di debito/bancomat (a pari merito con il 72% delle preferenze), è ricorso alla carta di credito nel 46% dei casi, mentre solo 14 consumatori su 100 hanno scelto di pagare con carta prepagata.Schermata 2016-05-06 a 12.12.15

Indagando le previsioni di acquisto per i prossimi mesi, il tempo libero conquista ancora una volta il primo posto con il 60% delle preferenze; troviamo poi i biglietti per spettacoli, sport, etc. (49% delle risposte), scende al 22% la preferenza per acquisti di servizi bancari/finanziari, mentre sale quella per l’abbigliamento (37% delle risposte).

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Prestiti e finanziamenti
In questo caso la preferenza degli italiani è inequivocabile: meglio aver a che fare con un funzionario in carne ed ossa. Infatti alla domanda “Acquisteresti nel prossimo anno senza alcun problema con il finanziamento on-line di un bene o un servizio, ad esempio un elettrodomestico o un viaggio?” il 72% dei partecipanti risponde che non vi ricorrerebbe; nel caso di un prestito personale (in questo caso non direttamente legato a un acquisto) i rispondenti all’indagine preferirebbero essere seguiti nell’intera pratica direttamente nella filiale della banca/finanziaria (67% delle risposte). Solo il 16% si dichiara disposto a cominciare la pratica on-line per poi terminarla in filiale e solo il 17% farebbe tutto tranquillamente su Internet.Schermata 2016-05-06 a 12.17.25

“Insomma -spiega Massimiliano Dona Segretario generale dell’UNC- i dati emersi evidenziano come i consumatori si avvicinino sempre più consapevolmente al commercio elettronico per i piccoli acquisti, ma restino ancora legati a canali di vendita e modalità di pagamento tradizionali, basti pensare al predominante uso del denaro contante scelto da chi compra in negozi fisici. A tal proposito, da parte nostra riteniamo fondamentale proseguire nell’attività di informazione ed educazione finanziaria, sull’uso delle carte elettroniche e sugli strumenti di tutela che sono a disposizione dei consumatori sia nel commercio fisico sia in quello on-line”.

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Il commento

Alessandro Butali
Alessandro Butali

A proposito dell’indagine Alessandro Butali, Presidente della AIRES-Confcommercio, dichiara: “In Italia il negozio fisico continua a dare fiducia e a rappresentare un punto di riferimento per il cliente. Va evidenziata, inoltre, la problematica della sicurezza in rete, che in certi casi potrebbe ancora dissuadere dall’acquistare online.

Non meno importante, è la penetrazione disomogenea della banda larga sul territorio nazionale. È indubbio che anche da noi, Internet stia assumendo un ruolo sempre più importante e in questo contesto  registriamo anche una forte crescita il «pick and pay», ossia della pratica di prenotare o acquistare on line per poi ritirare in negozio. Tutto questo è un bene, ma non dobbiamo passare da un eccesso all’altro.

Con ampia probabilità, la quota degli acquisti online non raggiungerà i numeri che si riscontrano in talune aree del nostro Continente. Nei Paesi Scandinavi, ad esempio, i problemi legati al clima, alla bassa densità di negozi e alla distanza da percorrere per recarsi fisicamente in negozio spiegano bene il grandissimo ricorso agli acquisti on line. Non dobbiamo dimenticare, poi, la struttura sociale, demografica e geografica che rende l’Italia unica al mondo, e difficilissima da omologare a modelli distributivi di altri Mercati.

In quanto attori multicanale, imprese appunto Bricks & Clicks, che rappresentano le maggiori quote di mercato in tutti i segmenti della elettronica di consumo e dell’elettrodomestico, la vocazione delle imprese aderenti alla Aires è ovviamente  quella di mirare all’eccellenza e alla massima soddisfazione dei Clienti sia nei negozi fisici che nelle vendite online.

In particolare, sul versante del commercio elettronico riteniamo fondamentale che tutti gli attori possano competere ad armi pari, in un quadro legislativo chiaro, trasparente e non discriminatorio. In questa ottica abbiamo avviato un promettente dialogo con il Consorzio Netcomm del quale apprezziamo le competenze e l’importante opera di diffusione di una nuova cultura d’impresa per la quale il commercio online possa rappresentare un reale elemento di crescita dell’economia nazionale”.

The Creative Spot: a Fidenza Village la nuova boutique per giovani fashion designer

Si chiama THE CREATIVE SPOT, la nuova pop-up boutique multibrand che ha debuttato nel cuore del Fidenza Village.

Dedicata alla moda delle nuove generazioni di stilisti, lo storesi presenta come una vetrina in cui l’inconfondibile stile italiano si fonde con la creatività internazionale offrendo un’esperienza di shopping in cui l’ospite possa trovare le nuove tendenze che segnano i nuovi stili della moda.

Disegnata dall’Architetto Massimiliano Locatelli riecheggia la classica piazza italiana rinascimentale, rivisit

Alberto Premi
Alberto Premi

ata in chiave contemporanea: un luogo di incontri tra persone e idee dove coesistono stili diversi e nuove tendenze.

La boutique ospita, le collezioni di 18 stilisti italiani e internazionali già presenti sulle passerelle della moda e nasce da un progetto ideato e realizzato da Fidenza Village e Vogue Italia con Camera Nazionale della Moda Italiana per sostenere la nuova generazione di fashion designer, dal processo creativo alla distribuzione, passando attraverso la visibilità nei contesti più autorevoli della moda.

Le creazione messe in vendita da The Creative Spot sono quelle di Stella Jean, Tak Ori, Susana Traça, Leitmotiv, Youjia Jin, Co|Te, Benedetta Bruzziches,

Leitmotiv
Leitmotiv

Solovière, Yang Du, Kittima, Nathalie Trad, Gianlisa, Daisy Shely, Coliac, Francesco Visone, Astrid Sarkissian, Casamadre e Alberto Premi.

Gli ospiti del Villaggio, da maggio ad agosto, potranno dunque scoprire le anticipazioni del design e dello stile d’avanguardia, conoscere da vicino le storie dei designer e una selezione delle loro collezioni, con un’ampia scelta di abiti prêt à porter e accessori.

Il Centro: un investimento di oltre 300 milioni cambia faccia all’area dell’ex Alfa Romeo

“Un nome ambizioso?” Può darsi, ammette Francesco Ioppi dirigente Finiper– ma una cosa è certa “il Centro” di Arese è un progetto veramente imponente. E i numeri lo dimostrano:

GLA totale 93.000 mq

GLA piano terra 55.000 mq

GLA piano primo 38.000 mq

Nr 200 insegne complessive

Nr 20 ristoranti/caffetterie

Nr 6.000 posti auto

2 piazze interne: la “piccola” con un diametro di 42 metri, l’altra di ben 72

20 punti di ristorazione/caffetteria;

Investimento complessivo: 300/350 mila euro (50% del Gruppo Finiper, 50% delle banche).

L’idea

Nato 20 anni fa nella fertile mente di Marco Brunelli, da sempre sostenitore di una riqualificazione dell’area dismessa dell’Alfa Romeo, “il nuovo centro, – spiega Ioppi, “vuole rimanere fedele al genius loci di Arese”.

Per questo il progetto ha voluto recuperare e trovare una destinazione congrua alla pista del vecchio stabilimento che oggi, grazie alla partnership con Aci Villalunga, viene dedicata a corsi di guida sicura.alfa

Le aree de “Il Centro”

Spazi tanto ampi potrebbero ingenerare nel visitatore/consumatore un senso di dispersione. Da qui la struttura articolata in percorsi ben distinti, che collegano le sei corti merceologiche: food (2), fashion, green, luxury e children. L’idea (realizzata da Design International, diretto dal suo Chief Executive Davide Padoa) è quindi quella di ricreare una strada cittadina, dedicata allo shopping, al food e al relax. Una strada punteggiata di negozi e arricchita da piante e alberelli.

La vegetazione, infatti, è cifra caratterizzante del progetto, sia negli spazi interni quanto in quelli esterni.

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La Fashion Court

Sono presenti i più importanti brand internazionali, tra cui il primo Primark in Italia, H&M, Zara, Massimo Dutti, Superdry, Mac. In alcuni casi la presenza ad Arese ha consentito il debutto di concept radicalmente rinnovati e inediti, come nel caso di Zara, del Megastore di Mondadori, di Mediaworld, di Mango, di Disney e di Tiger. Per altri marchi (e parliamo di Nespresso, Signorvino, Cioccolati Italiani, Bianchi Biciclette), invece, la piazza di Arese ha costituito un vero e proprio esordio in un centro commerciale.

Ad oggi, spiega Ioppi, la commercializzazione (gestita dalla Tea Spa) è completa e ogni metro quadrato ha trovato una sua destinazione.

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La via dei negozi, si caratterizza per uno spettacolare edificio denominato il ‘Palazzo dei Profumi’ che ospiterà la Boutique del Regalo, un palazzo di vetro a marchio Swarovski e altri gioielli nel cuore della strada. Progettando l’inserimento di questa isola di vetro, Padoa si è ispirato alla Covent Garden londinese.swarosky

La struttura

Tra le innovazioni strutturali, va ricordata la metodologia utilizzata nella progettazione del tetto, inedita, fino ad oggi, in un centro commerciale: la struttura della copertura è in “gluelam beams” (legno lamellare strutturale realizzato con materiali sostenibili) e, con campate di oltre 40 metri, rappresenta una tra le più grandi strutture in legno mai realizzate in Europa per un centro commerciale. L’intero complesso è stato progettato secondo rigidi criteri di risparmio energetico e bio-sostenibilità, in linea con gli standard promossi dal U.S. Green Building Council per ottenere la prestigiosa certificazione LEED® di livello Gold.

Un vero e proprio “elogio del legno”, secondo la definizione dell’architetto De Lucchi, tra gli artefici del mega progetto.

L’ipermercato

Non è vero che il formato dell’iper sia in difficoltà. È questa la convinzione del direttore dell’iper di Arese. L’importante è avere delle idee nuove. E in questo caso l’idea è stata quella di affiancare alla distribuzione l’attività produttiva: c’è, per esempio, l’angolo in cui si prepara il formaggio, quello dedicato alla pasta fresca, quello per la macelleria e quello per la birra.

A Milano i Genitori antismog laureano i Negozi amici dell’Aria: meno traffico, più affari

Genitori Antismog, associazione che da anni si occupa di tematiche ambientaliste ma soprattutto dell’inquinamento in città, ha lanciato il progetto Negozi amici dell’aria. Obiettivo: creare un network di negozianti e esercizi commerciali “sensibili al tema dell’inquinamento dell’aria e del traffico e allo stesso tempo consapevoli che lo sviluppo degli affari vada di pari passo con la trasformazione urbana in favore di città a misura di persona”. Al progetto hanno già aderito una trentina di attività commerciali, dai negozi di bici agli alimentari a km 0 (ma c’è anche Eataly), dalle gelaterie e bar ai negozi per la casa e il benessere. Alcuni sorgono all’interno dell’AreaC, l’area a traffico regolamentato, altri in periferia. L’obiettivo dell’associazione è di superare le 100 adesioni entro fine anno.

logo-negoziVa detto che da quando è stata aperta AreaC, e anzi anche prima, i rapporti tra commercianti e ambientalisti nel capoluogo lombardo sono stati piuttosto tesi, con i negozianti che si sono sempre opposti alla regolamentazione del traffico nelle zone centrali, perché avrebbe apportato un danno agli affari. L’idea di Genitori antismog è invece proprio quella di considerare la città come una sorta di “centro commerciale naturale” “anche se negli ultimi decenni le auto hanno preso tutti gli spazi disponibili – ha dichiarato Lucia Robatto, responsabile del progetto — e oggi per avere “spazio libero” bisogna proprio prendere l’auto e uscire dalla città. Anche per contrastare questo abbiamo deciso di riunire i negozianti che con noi vogliono che le città mettano al centro le persone e non le auto”.

L’adesione al progetto prevede la sottoscrizione a un “manifesto” in 5 punti

1. Condividiamo la visione di una città a misura di persona

2. Accogliamo le politiche di moderazione del traffico

3. Ci impegniamo a contenere sprechi ed emissioni

4. Sensibilizziamo i fornitori sull’uso di mezzi a basso impatto ambientale

5. Offriamo ai clienti consegne a impatto zero (con biciclette) e ci facciamo promotori dei valori espressi.

Una vetrofania dedicata identificherà presso il pubblico gli esercizi che sostengono l’iniziativa. Una sorta di “responsabilità sociale d’impresa” dal basso, che coinvolge i retailer, piccoli o grandi che siano, per il bene del territorio in cui operano.

Genitori Antismog chiede anche la detassazione l’occupazione di suolo pubblico per quegli esercizi commerciali che vogliano arricchire lo spazio urbano a proprie spese con elementi di arredo, come panchine, tavoli, rastrelliere per bici, piante ecc. “perché non è tollerabile che secondo le stesse fonti del Comune di Milano ogni giorno 50.000 veicoli sostino abusivamente, e gratuitamente, sui marciapiedi degradando lo spazio urbano mentre un commerciante deve pagare e rispettare rigide regolamentazioni se vuole mettere una panchina o un vaso sull’ampio marciapiede di fronte alla sua attività”.

 

Retail Innovation 11, tutti i trend per traghettare il punto vendita nel futuro

Da un’acqua calma e tranquilla a una rapida di montagna, veloce e sfidante, difficile da navigare ma che dà a chi ci riesce un grande vantaggio competitivo: si è così sviluppato l’ambiente del retailer secondo la metafora di Fabrizio Valente, partner fondatore di Kiki Lab-Ebeltoft Italy. Difficile trovare la giusta via ma uno sguardo sul futuro ci è fornito dalla annuale ricerca di Kiki Lab sulla Retail Innovation, realizzata con i partner di Ebeltoft Group, che ha analizzato 17 tendenze retail, illustrate con 45 casi provenienti da 21 Paesi.

Green e servizio, multisensorialità ed eticità, nuovi formati che fanno dialogare punto vendita fisico e virtuale, personalizzazione e cross-canalità, glocalism e storytelling. Tra experience, assortimento, valori e digital si snodano le esperienze più originali e nuove del retail mondiale, analizzate dalla ricerca.

Saldi invernali 2016, spese degli stranieri in crescita secondo Visa

Visa Europe fa il bilancio sui consumi dei visitatori stranieri in Italia durante il periodo dei saldi invernali appena concluso. Con 15 milioni di operazioni i dati delle transazioni transfrontaliere registrati da Visa Europe nel nostro Paese indicano una crescita dell’11,3% anno su anno, per un volume totale delle spese che raggiunge 1,7 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto allo stesso periodo 2015. Il valore medio delle transazioni su Visa è a 113 euro, in crescita di circa il 30% rispetto al periodo dei saldi invernali 2015. “Questi indicatori – sottolinea Davide Steffanini, Direttore Generale Visa Europe in Italia – evidenziano non solo una maggiore frequenza di utilizzo degli strumenti elettronici da parte dei consumatori, ma anche un’accettazione più ampia degli stessi da parte degli esercenti italiani”.

 

Britannici primi dei Big Spender

I dieci Paesi big spender hanno generato in Italia una spesa pari a 1,3 miliardi di euro, che contribuisce al 76,5% del totale dei volumi nel periodo dei saldi per un incremento di spesa cumulativa dell’8,4%. Le prima posizione nella top 10 dei big spender spetta ai titolari Visa del Regno Unito, che con 536 milioni di euro di spesa e una crescita del 13% si confermano come nel 2015 in testa alla classifica. Sul podio il secondo posto è occupato dai titolari francesi, con una spesa di 171,6 milioni di euro (+5,7%) e il terzo dai titolari USA, con 132,8 milioni di euro (+0,2%). Seguono la Germania (120,7 milioni, +6,1%), la Svizzera (81,7 milioni, +0,4%) e la Cina (80,0 milioni, +0,2%). I titolari russi e spagnoli, pur rimanendo nella top 10, riportano rispettivamente una flessione nei consumi di -7,5% e -3,6%, una tendenza negativa che Visa sta registrando da oltre un anno.
Da segnalare anche la crescita di spesa dei titolari Visa della Corea del Sud, che entrano nella top 10 con una percentuale positiva del 7% e una spesa di 23,1 milioni di euro, nonché la ripresa dei consumi in Italia da parte dei cittadini giapponesi, che con 40,0 milioni di euro incrementano la spesa di circa il 4%.

 

Abbigliamento ancora al top, ristorazione incrementa a due cifre

La regina dei saldi rimane la moda/abbigliamento. Che nel periodo considerato si attesta su 346,4 milioni di euro, in crescita del 5% anno su anno. Visa registra poi un incremento dei volumi di spesa anche per l’elettronica di consumo (113,7 milioni di euro) e negli store delle grandi catene o magazzini, sia mono sia multimarca (17 milioni di euro), che segnano rispettivamente una crescita del 6% e del 3,7%.
Anche alberghi e strutture ricettive registrano una crescita in termini di volumi, pari a 371 milioni di euro, ovvero +7,2% rispetto al periodo dei saldi invernali 2015. Ma la crescita maggiore in termini percentuali viene raggiunta nel settore ristorazione-bar/caffetterie (21,4 milioni di euro) e nel settore dell’intrattenimento (146,3 milioni di euro), rispettivamente +17% e +11,2%.
La spesa legata ad accessori, beauty e profumi, pur con volumi pari a quasi 110 milioni di euro, è la sola voce di spesa che registra un segno negativo, con una percentuale del -5,2% rispetto allo stesso periodo nel 2015.

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