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La top 10 dei retailers globali secondo Deloitte. Amazon sempre leader dell’ecommerce

Wal-Mart conferma la sua leadership con un incremento delle vendite pari al 2%, mentre Costco – che mantiene la seconda posizione  continua a crescere, riportando nel 2014 un tasso del 7,1%. A seguirli è Kroger, il quale grazie all’acquisizione dei supermercati Harris Teeter – che nel 2013 hanno registrato un fatturato di 4,7 miliardi di dollari – sale di tre posizioni, ponendosi come prossimo obiettivo il raggiungimento di un accordo per l’acquisizione di Wisconsin-based di Roundy.

Tra i colossi europei mantengono il quarto e il quinto posto nell’ordine: Schwarz Group e Tesco. Carrefour, segna un decremento dello 0,3%, passando dalla terza alla sesta posizione tra i Top 10 dei retailer globali. L’avanzamento di Tesco rispetto a Carrefour è dovuto principalmente ad un valore maggiore della sterlina britannica rispetto all’euro nel 2014.

Metro, con un calo delle vendite pari al 4%, scende di una posizione a favore di Aldi (+6,6%), al nono posto invece permane Home Depot. In decima posizione, con una crescita del 5,8% entra l’americana Walgreen Co., superando Target Corporation, crescita sostenuta dall’acquisizione nel gruppo salute e bellezza Alliance Boots e che potrebbe incrementarsi ulteriormente con l’incorporazione del competitor Rite Aid nel Gruppo.

Ecco alcune delle evidenze che emergono dalla diciannovesima edizione dello studio Global Powers of Retailing di Deloitte.

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E in termini di fatturato?

Secondo lo studio ci sono buone notizie:  il fatturato globale dei 250 più grandi retailer mondiali, infatti, ha raggiunto i 4.477 miliardi di dollari. Al rallentamento registrato nell’anno 2013, ha fatto seguito una seppur lieve ripresa l’anno successivo, che si è confermata anche per questo ultimo anno fiscale (periodo compreso tra giugno 2014 e giugno 2015), con un tasso di crescita aggregato che passa dal 4,1% al 4,3%.

Il Vecchio Continente

Cresce il divario tra il tasso di crescita annuo dei rivenditori europei (2,1%) e il trend degli ultimi 5 anni (4,1%), il più lento dal 2009 e il più basso tra le 5 regioni del mondo. La concorrenza molto forte ha spinto spesso le aziende europee a ridimensionarsi, chiudendo negozi, ritirandosi dai mercati esteri più difficili e abbandonando talvolta le attività subordinate rispetto al core business. Tuttavia solo il 10% di esse ha riportato una perdita netta e un ulteriore 43% delle società europee ha registrato un diminuzione nel margine di profitto netto.

Tra le maggiori economie europee la Germania è quella che evidenzia una crescita più elevata, seguita dalla Francia e da UK.

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L’Italia

Piuttosto flat la situazione nel nostro Paese: secondo un’indagine di Deloitte Italia è infatti emerso un ulteriore rallentamento della crescita del fatturato totale nell’ultimo esercizio (+0,6%) rispetto al 2013 ed al 2012 (pari nell’ordine a +0,7% e +2,6%). La crescita contenuta del fatturato nominale è stata influenzata maggiormente dalla componente inflattiva, mentre risultano sostanzialmente invariati i volumi.

Nel periodo 2010-2014 la redditività dei Retailer italiani è sostanzialmente rimasta invariata e anche l’incidenza sul fatturato del margine commerciale della GDO.

Analizzando i trend si può notare come anche nell’ultimo anno in analisi aumenti il divario di efficienza tra il campione internazionale e quello nazionale. Maggiore infatti risulta nel campione nazionale l’incidenza dei costi operativi sul fatturato soprattutto con riferimento ad utenze, trasporti e personale, che fanno perdere efficienza”, spiega Dario Righetti, Partner Deloitte responsabile del settore Consumer Business.

In termini di analisi operativa (EBIT), nel 2014 si è registrata un’erosione del vantaggio sul margine commerciale poiché è risultata inferiore di quasi due punti percentuali rispetto al campione internazionale (1% rispetto al 2,8%). Ritengo che questo divario confermi una certa inefficienza operativa del sistema distributivo italiano” – continua il Partner di Deloitte – “Si tratta di criticità dovute ad aspetti di varia natura, che vanno dalla conformazione geografica del Paese a problematiche più strettamente legate all’organizzazione e all’efficienza dei processi”.

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Amazon e l’e-commerce

Le vendite online, anche quest’anno, hanno rappresentato una quota significativa dei ricavi totali di vendita al dettaglio. Si attesta una crescita del 20,3% nel 2014 per le 140 aziende con siti web abilitati all’e-commerce (delle Top 250) dovuta ad operazioni di vendita online, ciò a fronte di una crescita complessiva dei ricavi di vendita al dettaglio di appena il 3,5% per tale gruppo di società.

Le società multi-channel dominano il mondo dell’e-retailing, tra i 50 maggiori retailer di tutto il mondo 39 sono multi-channel, ovvero si avvalgono di punti vendita tradizionali oltre che del canale online.

È ancora una volta Amazon a registrare i risultati migliori, con vendite di prodotti per 70 miliardi di dollari, seguita da Apple con 21 miliardi di dollari. Wal-Mart, leader globale della Top 250 guadagna una posizione di tutto rispetto anche tra i migliori e-retailer, con un quarto posto e relative vendite per 12 miliardi di dollari.

Tra le top 50 e-retailer, oltre metà sono statunitensi (26 società), 18 sono europee e solo 6 provengono da Paesi emergenti (4 dalla Cina, 1 dal Brasile e 1 dalla Russia).

 

Crai presenta a Marca la nuova linea di prodotti bio

CRAI presenterà in anteprima a Marca 2016 la nuova linea biologica a marchio “CRAI Bio” e le novità in assortimento per le linee: “CRAI Ecolabel”, prodotti certificati Ecolabel per la pulizia della casa, “Piaceri Italiani” la linea premium CRAI e per la linea a marchio “CRAI”.

L’insegna, infatti, intende seguire e approfondire i nuovi trend di consumo emergenti e le esigenze di consumatori sempre più attenti alla propria alimentazione. Infatti i consumatori che fanno spazio nel proprio carrello ad alimenti free from sono sempre più numerosi, anche tra quelli che non hanno specifiche esigenze alimentari dettate da allergie o intolleranze. Oggi il cliente pretende prodotti di qualità, maggior sicurezza, tracciabilità trasparente delle materie prime e servizi eccellenti. Questo impone alla distribuzione grande attenzione verso le nuove tendenze del consumo, ponendola a confronto sempre più serrato con le marche industriali. In quest’ottica, quello di Marca si rivela
un momento importante per potersi confrontare con i partner commerciali e con gli altri retailer,  per conoscere le novità da parte dei distributori e scoprire il grado di innovazione da parte dei produttori.

Decathlon protegge milioni di articoli con l’RFID di Checkpoint System

Migliorare la disponibilità della merce e prevenire le perdite: con questo obiettivo Decathlon, secondo retailer mondiale per gli articoli sportivi, ha deciso di dotare oltre 400 punti vendita di soluzioni di identificazione a radio frequenza di Checkpoint Systems. Ciò avverrà tramite milioni di etichette RFID che saranno consegnate in Europa ed Asia nei prossimi giorni, e che consentiranno una protezione alla fonte, ovvero i prodotti arriveranno in negozio già protetti e pronti ad essere esposti.

Grazie alla nuova tecnologia Wirama Radar ci sarà la possibilità di localizzare e tracciare il movimento delle etichette all’interno del punto vendita, stabilendo facilmente se un capo d’abbigliamento ad esempio è appeso in un camerino o presso l’uscita o se sia oggetto di furto.

«Ridurre i casi di disassortimento diventa fondamentale per i retailer per competere e nel difficile ambiente retail di oggi. Grazie alle antenne EAS basate su RFID, Decathlon è in grado di ridurre le differenze inventariali e ottenere informazioni in tempo reale sullo stato dei prodotti, permettendo così di prendere decisioni immediate e creare nuove opportunità di vendita» ha spiegato Per Levin, Presidente e Chief Sales Officer delle soluzioni per la gestione delle differenze inventariali e la visibilità della merce di Checkpoint Systems.

Checkpoint's RFID labels on Decathlon's Bags

Shopper trying sports shoes protected with Alpha Cable Lok by Decathlon

Alibaba miglior retailer dell’anno al WRC2015: ecco tutti i vincitori

È il colosso dell’e-commerce cinese Alibaba il retailer of the year 2015. Il prestigioso premio è stato assegnato ieri sera in chiusura del World Retail Congress 2015 tenutosi a Roma.

Ecco l’elenco dei vincitori per ogni categoria:

“Retailer of the Year”: Alibaba
“Outstanding Leadership Award”: Paul Marchant di Primark
“Retail Transformation and Reinvention”: Primark
“Advertising campaign of the year”: For Every Milestone di Marks & Spencer
“Young Retail Entrepreneur”: Nitin Passi, fondatore di Missguided.com
“E-Commerce Retailer of the Year”: JD.com

“Store Design of the Year”: Hamleys Moscow

Alibaba ha cambiato e modellato il comportamento dei consumatori in Cina, riuscendo al contempo ad espandere la sua presenza a livello globale. Secondo i giudici è stata proprio grazie a questa costante innovazione, dalla catena di distribuzione al sistema per i pagamenti e i servizi finanziari, che Alibaba ha saputo creare nuovi modi di servire i suoi clienti.
Anche due dei più importanti nomi inglesi del retail, Primark e Marks&Spencer, hanno fatto incetta di premi.
Primark, che ha appena aperto il suo primo punto vendita americano a Boston, e il cui debutto in Italia è atteso per la prossima primavera (vd nostro articolo) ha incassato ben due premi. Il Direttore Generale di Primark Paul Marchant è stato insignito del premio alla leadership, e l’insegna ha sbaragliato la concorrenza nella categoria “Retail Transformation and Reinvention”. Questo grazie al notevole successo del suo business, alla sua espansione internazionale e alla capacità di superare le sfide in qualsiasi mercato in cui siano mai entrati.
Il premio per la migliore campagna pubblicitaria è andato al connazionale Marks & Spencer’s con la sua “For every milestone”, grazie al suo target mirato, la sua capacità di emozionare e divertire e al tempo stesso di esaltare i prodotti sponsorizzati.
Nitim Passi, che con un piccolo capitale ha fondato Missguided.com, ha vinto il premio di giovane imprenditore dell’anno. I giudici sono rimasti particolarmente impressionati dal suo approccio visionario e dalla sua capacità di creare una compagnia internazionale, estremamente competitiva sul mercato, senza alcuna forma di rifinanziamento.
JD.com, l’e-commerce retailer dell’anno, è stato invece premiato per essere un retailer di lunga tradizione. Nonostante debba affrontare un considerevole rivale sul mercato, ha sempre dimostrato di avere una grande agilità e di saper rispondere ai bisogni del consumatore, consegnando loro prodotti autentici.
Hamleys, l’iconico negozio di giocattoli di Londra, ha vinto il premio di Store design dell’anno per il suo nuovo negozio di Mosca. Grazie alla sua atmosfera unica e coinvolgente, lo shop russo ha saputo andare oltre l’essere un semplice luogo d’acquisto a prezzi convenienti, e diventare invece una meta dello shopping per tutta la famiglia.
Ian McGarrigle, presidente del World Retail Congress, ha dichiarato: “Questo è stato un nuovo incredibile anno, ogni categoria ha visto competere finalisti di alto livello. Siamo fieri dell’alto numero di iscrizioni raggiunte e i vincitori sono tutti begli esempi della natura variegata ed in costante cambiamento del retail.”

REUTPALA-Alessi_Lifetime_Achievement_Award_by_Professor_Gregory_Polletta_&_iGNITIATE_for_World_Retail_CongressI nuovi trofei, disegnati dal Professore Gregory Polletta, sono stati consegnati ieri sera presso il Cavalieri Waldorf Astoria di Roma. Realizzati da una stampante 3D, sono il frutto di 300 giorni di ricerca con più di 10 partner e produttori internazionali che hanno collaborato con tre laboratori universitari in tre Paesi e con il team di iGNITIATE.

La Gran Giuria quest’anno era composta da:
Ms Yu Wang, Wangfujing Dept Stores , Vice Presidente Concetta Lanciaux, Luxadvisory , Direttore Generale Terry Duddy. Home Retail Group, Precedente AD
Rick Darling, Li & Fung USA, Presidente
Richard Simonin, Groupe Vivarte, Presidente
Paul Charron, Campbell’s Soup, Presidente
Matt Rubel, Hudson’s Bay Company, Roark Capital Special Advisor, Direttore Esecutivo Sir Ian Cheshire, Kingfisher, Precedente AD
Gordon Campbell, Spar International, AD
Bijou Kurien, L Capital, Partner
Bernie Brookes, Edcon Holdings, AD designato
Andrew Jennings, Hema, Presidente

Click and collect, quanto mi costi… e John Lewis fa pagare il servizio

Niente più ritiro gratis per un paio di ciabattine da John Lewis.

I costi della logistica per le spedizioni online sono da sempre una spina nel fianco dei retailer: il consumatore è abituato a non pagare alcun costo di spedizione, ma non sempre questo è possibile, Una soluzione sembrava essere il click and collect, l’ordine online con ritiro in negozio. Anche i questo caso però i costi ci sono, e in un Paese dove questo servizio ha raggiunto ormai proporzioni ragguardevoli (80 milioni di ordini l’anno scorso secondo IMRG, con tre acquirenti online su quattro che l’hanno utilizzato) c’è chi corre ai ripari.

John Lewis ad esempio, insegna di gamma medio-alta, ha deciso che a partire dal 28 luglio applicherà una prezzo di 2 sterline (circa 2,80 euro) per acquisti inferiori alle 30 sterline (42 euro circa). Una decisione non da poco per l’insegna inglese, che ogni anno movimenta attraverso il click and collect 6 milioni di ordini, e nel 2013 ha superato il miliardo di sterline di vendite online: oggi sono il 33% delle vendite totali.

L’attuale servizio gratuito sarebbe secondo il retailer britannico “insostenibile”: la logistica che dal magazzino centrale di Milton Keynes distribuisce pacchi in 360 punti di raccolta non può più essere coperta per i piccoli ordini, tipo il rossetto o la collanina bijoux. “La maggior parte degli ordini rimarrà gratuita e questo cambiamento ci permetterà di investire ulteriormente nel servizio” ha dichiarato Mark Lewis, il direttore dell’online di John Lewis. Secondo la Bbc, l’hanno scorso gli ordini sotto le 30 sterline sono stati il 18% del totale.

Facile pensare che a breve altri retailer seguiranno questa politica. Magari convincendo i clienti a pagare per un servizio più efficiente e veloce. E infatti Amazon guarda avanti: ha appena lanciato nel centro di Londra Amazon Prime Now, il servizio di spedizioni a casa o in ufficio entro un’ora. Il prezzo? 6,99 sterline (quasi 10 euro).

L’avanzata dei “Grocerant”: John Lewis apre altri ristoranti Rossopomodoro

Il ristorante Rossopomodoro all'interno del flagship John Lewis di Oxford Street, a Londra.

Risparmio di tempo, qualità, salute ma anche convenienza: sono questi i fattori che spingono l’avanzata dei “Grocerant”, ovvero i ristoranti (restaurant), aree ristoro, bar aperti all’interno di un supermercato (Grocery stores, da qui la “parola macedonia”). Un trend che in Paesi come Canada, Usa e UK è in forte espansione. E che piace molto ai Millennials: foodie, vanno di fretta e spesso saltano il pasto pur di stare dietro ai loro impegni, sociali o lavorativi, e apprezzano i punti vendita in grado di avere un “approccio olistico” al cibo. Soprattutto, apprezzano l’opportunità di risparmiare tempo mangiando un boccone mentre fanno la spesa.

L’ultima conferma viene da John Lewis, insegna britannica di alta gamma, che ha deciso di introdurre entro il prossimo anno altri dieci ristoranti Rossopomodoro e caffè Joe & The Juice nei suoi punti vendita del Regno Unito. Le due catene sono inoltre presenti con locali temporary sulla terrazza estiva del flagship John Lewis di Oxford Street a Londra, che già ospita al suo interno due ristoranti Ham Holy Burger e Rossopomodoro.

Secondo Carman Allison, VP of consumer insights di Nielsen, la presenza di ingredienti freschi e sani è una delle chiavi del successo, insieme a una proposta diversificata atta a incontrare i gusti di clienti foodie sempre più esigenti e curiosi. “Le vendite nei supermercati sono statiche e le persone tendono a spendere di più per mangiare fuori casa. I retailer stanno cercando di intercettare questo mercato”.

La proposta ideale è quella che passa per alimenti freschi, sushi e insalate, ma i retailer più accorti stanno iniziando a “creare ambientazioni”, magari con uno “spazio caminetto” che faccia sentire i clienti “al ristorante”, ma anche a consentire loro di bere solamente un bicchiere di vino o una birra come aperitivo, come succede già ad Eataly Smeraldo. 

Le strategie sono varie: l’insegna può siglare una partnership con vere e proprie catene già strutturate, come ha fatto John Lewis con Rossopomodoro, ma anche “rifornire” l’area ristorazione con l’offerta del punto vendita, offrendo ad esempio un sushi presso il banco pesce o addirittura cucinando il pesce acquistato dal cliente, che si può sedere e consumarlo sul posto. In ascesa ci sono anche gli spazi mutifunzionali, come il nuovo Sapori&Dintorni di Napoli che nell’area Gourmeet opera a fianco di un bistrot e a “Bombe”, locale ideato dal tre stelle Michelin Niko Romito e gestito dagli allievi della sua scuola di cucina, dove si può acquistare il suo famoso street food.

Bou-Tek, il negozio interamente digitale, va di scena ad Aquae Mundi

È dall’acqua che prende spunto e da lì deriva il suo nome: Aquae Mundi. Parliamo di una mostra evento che parla anche di food, design, moda, architettura nella suggestiva location della QC Terme Milano.

Aquae Mundi animerà Milano fino al 31 maggio, cambiando volto ogni giorno: il lunedì parlerà di food design, il martedì di design e architettura, il mercoledì di moda e lifestyle, il giovedì di arte, il weekend invece di sport e benessere e “green” in tutte le sue più svariate declinazioni.

Il prossimo appuntamento da segnare in agenda è il 14 maggio, quando entrerà in scena il concept proposto da BOU-TEK, realtà consulenziale e realizzativa per l’innovazione nel mondo retail. Il brand identifica infatti sia una società (BOU-TEK 4 YOU) in grado di fornire al cliente un servizio di digitalizzazione completo sia l’unico “digital temporary showroom” attualmente aperto al pubblico inaugurato a Milano lo scorso gennaio. Si tratta infatti di uno spazio unico sul mercato, il primo esempio di negozio interamente digitale.

Scoprire un modo nuovo di interagire col consumatore o con l’acquirente significa portare nuovo “benessere” al retail. Capire cosa guarda, come guarda e ricerca i prodotti nel punto vendita, come cerca le informazioni e fornirgliele in loco è certamente una “rivoluzione”.

Un processo che serve a restituire gli equilibri tra chi acquista e chi vende prodotti, rendendo il consumatore maggiormente partecipativo all’acquisto, mettendo a disposizione più informazioni possibili per educarlo al miglior acquisto possibile.

Tecnologia, sociologia, psicologia stanno alla base di questi processi integrati dove Mauden, leader  nel settore hi-tech del process data, attraverso il concept Bou-tek cerca di avvicinare alla portata d’acquisto chiunque esso sia, adulto, bambino, attraverso il e il fascino della sperimentazione d’acquisto.

Out of stock? Iri propone Osa, per intercettare e ridimensionare il fenomeno

Nell’attuale contesto di mercati stagnanti recuperare efficienza riducendo il fenomeno di Out-of-Stock nel punto vendita è una esigenza primaria in quanto rappresenta una delle maggiori opportunità di crescita per le aziende del Largo Consumo. È stato infatti stimato che solo il 4% delle esperienze di acquisto, quelle che gli anglosassoni chiamano shopping trip, è portato a termine con totale successo e con la realizzazione delle aspettative espresse prima dell’ingresso nel punto vendita. Accade infatti che i consumatori siano costretti a rinunciare ad alcuni prodotti presenti nella lista della spesa semplicemente perché non disponibili sullo scaffale. Questo comporta l’attivazione di strategie alternative da parte del consumatore che spesso si rivelano essere dolorose per le marche: si tratta infatti di un rischio di perdita della vendita nel 73% dei casi.

IRI_Logo_2013

Nell’attuale scenario caratterizzato una forte pressione competitiva queste perdite sono un rischio che le aziende non possono permettersi di correre. Ed è in questo contesto che si inquadra la soluzione OSA – IRI Optimal Shelf Availability – strumento in grado di intercettare e dimensionare il livello di Out-of-Stock nei punti di vendita della Distribuzione Italiana.

Un aiuto importante per le organizzazioni commerciali, infatti la conseguente riduzione delle vendite perse genera un effetto positivo fino a 2/3 punti percentuali sul conto economico senza intervenire con significative e costose variazioni nei sistemi e processi esistenti.

Optimal Shelf Availability è il primo standard italiano per la misurazione continuativa delle rotture di stock nei punti di vendita. Infatti IRI ha lavorato con Indicod-ECR Italia alla definizione di metriche condivise per misurare continuativamente e secondo parametri oggettivi il fenomeno dell’Out of Stock all’interno dei canali della distribuzione moderna italiana ed aiutare le aziende ad adottare in modo strutturato azioni ed interventi mirati per prevenire questa problematica.

L’indicatore che misura il livello di servizio è il tasso di Disponibilità (Availability), ma il numero più frequentemente citato è il tasso di Out-of-Stock, che ne rappresenta il complemento a 100. La metrica che ne stima l’impatto economico è la % di vendite perse, ovvero l’incidenza delle vendite attese nei casi di Out-of-Stock sul totale delle vendite.

Vari sono i fattori che influenzano il fenomeno, dai tassi di rotazione del prodotto al format distributivo, dalla stagionalità alle attività promozionali, dai potenziali distributivi all’efficienza di filiera. Nella misurazione tutte queste componenti devono essere considerate come variabili di modello e come chiavi di rappresentazione.

I primi risultati del Barometro OSA evidenziano come nel 2014 nella distribuzione moderna il tasso medio di Out-of-Stock del Largo Consumo Confezionato sia stato pari al 3,5%, con valori più alti per i comparti bevande e fresco. Il rischio di non disporre di prodotto a lineare è più frequente in condizioni normali che promozionali (3,8% vs 1,4%) e negli Iper più che nei Super (4,3% vs 3,4%).

Alla luce di questi dati l’intervenire per ridurre le occorrenze di Fuori Stock risulta di assoluta priorità – un recupero di un solo punto di availability si traduce in circa 2 miliardi di Euro di fatturato per il sistema.

 

È la redditività il punto debole della multicanalità secondo una ricerca Jda

Retailer e produttori di beni di largo consumo stanno investendo ingenti risorse per migliorare le strategie di vendita omni-channel, ma solo il 16% delle aziende afferma di soddisfare la domanda omnicanale in modo redditizio. È ciò che emerge dal report report “La Sfida della Redditività in Ambiente Omnicanale” realizzato da PwC per JDA Software sulla base di oltre 400 interviste a CEO di società retailer e produttrici di beni di largo consumo in tutto il mondo, condotte alla fine del 2014.
È il costo elevato dell’evasione degli ordini ad erodere i margini dei retailer che si occupano di vendita e distribuzione di prodotti attraverso più canali. Il 67% degli intervistati infatti ha affermato di aver riscontrato un incremento di tali costi nel momento in cui si sono focalizzati sulla vendita omnichannel, in particolare per:

• Gestione dei resi per gli ordini effettuati online e nel punto vendita (71%)
• Spedizione diretta al cliente (67%)
• Spedizione al punto vendita per il ritiro da parte del cliente (59%)

I CEO coinvolti sono consapevoli di dover continuare a investire sia nell’attività commerciale per aumentare le performance della vendita omnicanale, sia in ambiti quali logistica e trasporti. Alla richiesta di classificare le principali iniziative per migliorare l’attività operativa, la risposta principale (57%) è stata l’investimento di capitale per la creazione di nuove esperienze per i clienti. In modo analogo, alla domanda di classificare i fattori che favoriranno la crescita strategica per l’anno successivo, la risposta principale (53%) è stata la riduzione/modifica degli spazi occupati dai punti vendita a favore di una maggiore focalizzazione sull’espansione dell’attività e-commerce.

“Per ogni ordine online ricevuto, i retailer hanno a disposizione diverse opzioni per soddisfare la domanda. Possono ritirare il prodotto da un punto vendita locale, inviarlo da un magazzino centrale o farlo spedire direttamente dal fornitore. Il report di JDA dimostra che la maggior parte dei retailer non dispone di informazioni specifiche per prendere questo tipo di decisioni in modo redditizio e che non si focalizza sufficientemente su questa importante lacuna funzionale”, ha commentato Kevin Iaquinto, Chief Marketing Officer di JDA. “La nostra indagine mette in evidenza il bisogno di soluzioni per l’evasione degli ordini e per la logistica che possano rivelare i costi nascosti associati a ogni modalità di consegna. Inoltre, per essere vincenti nel mercato omnicanale, i retailer devono poter contare su strumenti di previsione della domanda iniziale, per avere la certezza che i prodotti siano disponibili in modo tale da supportare una consegna redditizia”.

Lo studio di JDA conferma che i CEO sono consapevoli dell’importanza di adottare metodi profittevoli di evasione ordini nell’ambiente omnicanale per sopravvivere nel mercato. Il 71% degli intervistati afferma che l’evasione ordini omnicanale sia la priorità assoluta o una delle priorità principali. Inoltre i CEO stanno pianificando di investire in media il 29% delle spese in conto capitale totali per il 2015 nel miglioramento dei processi di evasione ordini in ambiente omni-channel. Tra gli ambiti più citati come bisognosi di maggiore attenzione vi sono i trasporti e la logistica, che l’88% dei CEO ha definito prioritari per il futuro, e il miglioramento della disponibilità delle scorte per l’evasione degli ordini, citata dall’85% degli intervistati.

“Siamo di fronte ad una maggiore consapevolezza da parte delle aziende” – commenta Stefano Scandelli, VP sales south Europe – “È evidente ormai che omnichannel non significhi solo processi di front-end – on line o sul punto vendita – e incremento delle vendite. L’attenzione all’efficienza ha altresì valenza strategica e anche in Italia stiamo constatando che il tema della redditività dei processi operativi in ambiente omnichannel sta guadagnando maggiore attenzione. Vediamo – come confermato anche dai risultati globali della ricerca – che gli ambiti più tradizionali della supply chain quali gestione degli stock, ottimizzazione dei trasporti e dei magazzini sono spesso oggetto di revisione, che è guidata da un approccio olistico alle strategie di omnicanalità”.

Feel the Music, musica live alla Rinascente fino a luglio

Aaron Tesser sax & Gianluca Viani dj @ Rinascente MIlano 2014.

Tutti i martedì, da aprile a luglio, nella Food Hall al settimo piano della Rinascente
di Milano piazza Duomo torna per il terzo anno consecutivo la musica live di Feel the Music. Musicisti, vocalist e dj set si esibiscono per far vivere al pubblico una serata fuori dal comune, magari accompagnata da un drink o da una cena con vista sulle guglie del Duomo. Un esempio di come uno sempre di più gli spazi retail abbiano la necessità (e l’opportunità) di aprirsi ad iniziative culturali o gastronomiche, che diano valore aggiunto a una clientela distratta e sommersi di stimoli da ogni dove.

I generi proposti sono quelli che hanno conquistato il pubblico nelle precedenti edizioni: jazz, chill out, lounge, soul, dance, bossa nova, R&B, spesso mixati tra loro. Partner dell’evento sono Heineken che in Rinascente presenta The Sub, per vivere ovunque il piacere della birra alla spina, e Vodka Belvedere. Insieme al Bar, a disposizione degli avventori ci sono i ristoranti Maio Restaurant e Obicà.

Ecco il programma delle serate:

14/04 Andrea De Sabato from RTL 102.5 + Joe La Viola (sax)
21/04 Fabio Carniel dj + Gillo (vocal)
28/04 Viani dj + Aaron Tesser (sax)

05/05 Marco Fullone dj from Radio Montecarlo + Michelle Lily (vocal)
12/05 Marzio Casagrande dj + Stefano Serafini (tromba)
19/05 N ello Simioli dj from Radio Kiss Kiss + Imma (vocal)
26/05 Papa dj from Buddha bar Montecarlo + Aaron Tesser (sax)

02/06 Menini dj + Elisa Maffenini
09/06 Steve Paradise dj + Gianluca Carollo (tromba)
16/06 Sacchi e Durante + Mara J Boston (vocal)
23/06 Fabrizio Fiore djset present Flabby’s Groove + Mauro Brunini (trumpet)
30/06 Marshall Fent dj + Aaron Tesser + Moony (regina della dance dei primi anni 2000)

07/07 dj Alberto Ghisellini + Chiara Luppi (vocal)
14/07 dj Jay Swa + Lara Pasquali Love (vocal)
21/07 Gianluca Durante dj + Marco Catinaccio (percussioni)
28/07 Fabrizio Fiore djset present Flabby’s Groove + Aaron Tesser (sax)

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