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Zalando cresce a due cifre anche nel 2017

Continua a crescere Zalando, la società tedesca leader nel commercio online di scarpe e abbigliamento. Il primo trimestre del 2017 è stato chiuso con risultati al di sopra della media del mercato e-commerce fashion europeo, grazie a ricavi in crescita del 23,1% a 980,2 milioni di euro (l’anno scorso nello stesso periodo il dato era di 796,1 milioni). Il risultato di esercizio rettificato si attesta a 20,3 milioni di euro, sui livelli dello scorso anno (20,2 milioni) con un margine del 2,1% (nel 2016 era stato del 2,5%).

«La nostra priorità – afferma il co-ceo Rubin Ritter – è crescere in maniera profittevole, ed è quanto abbiamo raggiunto con la performance del primo trimestre. Siamo determinati a conquistare ulteriori quote di mercato e a raggiungere ancora più consumatori in Europa. Per questa ragione continueremo a investire nella consumer experience, in tecnologia e nelle infrastrutture logistiche, così come nella nostra offerta per i brand».

Zalando ha superato i 20 milioni di clienti attivi al termine del primo trimestre 2017. I clienti hanno effettuato ordini con maggiore frequenza, un risultato che è indice di fedeltà nel comportamento d’acquisto e che è supportato dall’aumento nell’utilizzo di dispositivi mobile. Ciò ha reso possibile una forte crescita sia nel cosiddetto segmento DACH (Germania, Austria, Svizzera) sia nel resto d’Europa, in linea con quanto registrato lo scorso anno, nonostante l’aumento dei volumi. I ricavi nel segmento DACH sono aumentati del 17,0% a 475,0 milioni di euro e del 28,0% a 428,3 milioni di euro nel Resto d’Europa. La spesa di capitale nel primo trimestre 2017 si è attestata a 78 milioni di euro e riflette principalmente gli investimenti effettuati in infrastrutture e nello sviluppo in-house di software. Zalando stima una spesa di capitale di 200 milioni di euro per il 2017, escluse le attività di M&A. Tra i vari fattori di crescita, le campagne di marketing rilevanti come ad esempio “Man Box”, con l’attore americano James Franco, e l’aggiunta di ulteriori brand molto apprezzati come Oysho.

Zalando ha continuato a investire in maniera strategica nelle proprie infrastrutture, così come nella propria offerta ai consumatori e ai brand. Gli investimenti includono, ad esempio, i nuovi centri logistici, il Same-Day Delivery e i piloti sui resi istantanei, che hanno contribuito a migliorare la customer experience. L’aumento dei costi logistici e una contrazione limitata del margine lordo sono stati perlopiù controbilanciati dalla maggiore efficienza delle attività di marketing, le quali traggono beneficio da una consapevolezza del brand consolidata e dalla fedeltà della base clienti.

 

 

Al via l’e-commerce di Isa, Gruppo Végé. Prodotti sardi in Italia e non solo

Ormai è imprescindibile a tutte le latitudini, l’e-commerce per la Gdo: parte oggi sul sito http://italianfood.nonnaisa.com/ la piattaforma e-commerce di Isa Spa, impresa socia di Gruppo VéGé, e leader nella Gdo in Sardegna con una rete di oltre 400 punti vendita affiliati a insegne Nonna Isa, Dimeglio e Sidis.

Il sito è nato per portare in Italia e nel mondo i prodotti sardi più tipici quali i pelati, i malloreddus, il cannonau, il carasau e tantissimi altri, con un servizio semplice, veloce ed efficiente. Con un semplice click sarà infatti possibile selezionare e ricevere direttamente a casa le eccellenze e le specialità prodotte nell’Isola, dai migliori produttori locali accuratamente selezionati dalla ISA Spa.

Obiettivo: diventare il portale di riferimento per l’acquisto delle specialità sarde in Italia. Dopo la fase di start up, l’azienda punterà quindi su importanti mercati come Francia, Inghilterra, Germania e Spagna.

«Sono grandi numeri quelli relativi al commercio on line che vede una continua crescita esponenziale – commenta Michel Elias, Amministratore Delegato di Isa SpA -. Con questo innovativo servizio vogliamo portare la Sardegna sulle tavole non solo di tutti i Sardi sparsi in Italia, ma siamo orgogliosi di far conoscere i nostri sapori anche ai turisti e agli estimatori della nostra splendida Isola. La scelta di digitalizzarci va al passo con questi tempi, in cui il cliente ricerca sempre di più la qualità dei prodotti, la rapidità di consegna e la comodità. In un’epoca in cui il Made in Italy è sempre più forte, è importantissimo offrire questo servizio».

Come ha dichiarato Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé: «La scelta imprenditoriale dell’impresa Isa denota quanto sia importante ascoltare i clienti per soddisfare le loro esigenze, proponendo innovazioni di prodotto e di processo pionieristiche nel mercato italiano. Sono molto orgoglioso del passo compiuto dalla nostra impresa sarda, socia del Gruppo, che ha dimostrato ancora una volta coraggio e intraprendenza investendo in questo progetto ambizioso, che la vedrà protagonista sia in Italia che nel mercato europeo».

Italiani e macchine per caffè, è ancora espresso (infografica). Cresce l’online

Un amore assoluto e intramontabile quello tra gli italiani e il caffè: il 97% lo beve almeno una volta al giorno. E dal tradizionale espresso ci si sta spostando lentamente verso altre tipologie, come l’americano, mentre reggono cappuccini e macchiati. Quasi tutte le case italiane dispongono di attrezzature per fare il caffè. Ma che tipo di metodo va per la maggiore? Il portale di comparazione prezzi idealo ha analizzato che tipo di prodotti vengono maggiormente monitorati online, nel periodo compreso tra aprile 2016 e marzo 2017.

Se consideriamo le intenzioni di acquisto nel corso degli ultimi 12 mesi, scopriamo che quasi un italiano su due ha preferito la macchina per il caffè espresso, anche se le moka continuano a destare un certo interesse insieme a quelle a capsule. 

Le ricerche hanno riguardato per quasi la metà (il 48%) le macchine per caffè espresso, mentre le macchine da caffè a capsule sono al 13,9%, la macchine da caffè a cialde solo al 3,1% e le caffettiere francesi detengono uno sparuto 0,3%. Anche gli accessori, tra cui i montalatte, hanno avuto un riscontro limitato.

Per quanto riguarda l’interesse delle singole regioni, le macchine per caffè espresso raccolgono il maggior numero di intenzioni di acquisto praticamente ovunque. Ci sono comunque delle differenze per quanto riguarda le percentuali. Per poter fare un confronto, i dati sono stati ponderati “a ogni 100mila abitanti”. La Top10 vede sul podio Lombardia (22,9% dei click), Lazio (18%) e Piemonte (7,4%). In generale le prime due regioni sono le stesse anche per quanto riguarda le intenzioni di acquisto riguardanti la moka, l’espresso e le capsule. 

Quando il Sud innova: GiCap (Gruppo VéGé) lancia il volantino digitale interattivo

Continua l’esplorazione di Gruppo Végé delle nuove forme di promozione digitale: dopo i beacon è la volta del volantino digitale interattivo, presentato per la prima volta a Messina e provincia da Commerciale GiCap SpA, impresa socia con 80 punti vendita a insegne Quiconviene e Sidis.

Dopo essere stata la prima azienda della Gdo in Sicilia e nell’Area 4 Nielsen ad aver attivato nel gennaio scorso una piattaforma di e-commerce, sempre a Messina città e dei comuni limitrofi, Commerciale GiCap aggiunge un nuovo primato lanciando il primo volantino digitale interattivo. Realizzato in collaborazione con RisparmioSuper/Restore e con il pieno sostegno di Gruppo VéGé, il volantino digitale interattivo si configura come la versione moderna e interattiva dello storico strumento promozionale ed è totalmente integrato nella piattaforma di e-commerce come servizio che semplifica ulteriormente gli acquisti online.

Visitando QuiConviene.it o passando attraverso il sito di Commerciale GiCap è possibile non solo fare la spesa online e riceverla comodamente a casa, ma anche sfogliare dal computer, dal tablet o dallo smartphone il volantino con le promozioni della settimana. Una volta individuata l’offerta di proprio interesse, l’articolo prescelto finisce automaticamente nel carrello virtuale. Il nuovo strumento ha superato a pieni voti il “battesimo sul campo”. Già a poche ore dalla messa online, decine di messinesi avevano testato e preso confidenza con il “mezzo”, utilizzandolo per fare la spesa.

«Provo enorme ammirazione per l’intraprendenza e la capacità di visione del dottor Nino Capone e della sua famiglia, imprenditori protagonisti di un’autentica rivoluzione digitale al servizio dei clienti partita da Messina e destinata, ne sono certo, ad affermarsi ben oltre l’attuale ambito territoriale di Commerciale GiCap – ha detto Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé -. Il volantino digitale interattivo è uno strumento semplice, ma tremendamente efficace perché è familiare ai clienti e semplifica loro la vita: è l’uovo di Colombo che farà scuola non solo all’interno di Gruppo VéGé, di cui testimonia la vocazione naturale all’innovazione e alle nuove sfide».

Il servizio di spesa online è stato accolto con entusiasmo dai clienti, ottenendo nei primi due mesi di operatività risultati che superano le previsioni più ottimistiche. «Tuttavia eravamo consapevoli di essere solo ai primi passi di un percorso e di avere davanti a noi ampi margini di miglioramento” – dice Giovanni Capone, Direttore Vendite di Commerciale GiCap -.Perciò da subito ci siamo messi al lavoro con Risparmiosuper.it per esaminare i possibili ambiti di intervento, individuando come priorità la massima semplificazione del processo di acquisto. Direi che con il volantino digitale interattivo l’obiettivo è stato raggiunto in modo più che soddisfacente».

 

 

Cosa cerca il nuovo consumatore, tra on e offline: ce lo dice l’analisi Total Retail di Pwc

Uno sguardo sulla spesa del futuro, improntata da quei Millennials che sono gli influenzatori della spesa di oggi e segnano la strada che prenderanno i trend di acquisti di domani: lo offre il “Total Retail 2017”, la ricerca di PwC che analizza i comportamenti di consumo online e l’attitudine alla multi-canalità di 24.500 consumatori in 32 Paesi, tra cui oltre 1000 italiani.

In primo piano emerge l’importanza dei social media, con il 56% degli italiani che è stato influenzato a spendere di più dall’interazione che ha avuto via social con un brand, e quasi il 60% che dichiara di sentirsi più coinvolto dal brand proprio attraverso i social media.

Rilevata anche l’importanza del punto vendita fisico, che resta di gran lunga il canale principale per gli acquisti: il 51% dei consumatori italiani lo visita almeno una volta alla settimana per effettuare i propri acquisti. Determinante sempre più sul prezzo emerge la richiesta di servizio: il 73% dei consumatori ricerca un addetto con profonda conoscenza dei prodotti, seguito al secondo posto da offerte real-time e personalizzate e dalla possibilità di verificare rapidamente lo stock di un altro negozio.

Elementi per lo più disattesi, con quasi la metà dei clienti che si dichiara insoddisfatta, con scollamenti significativi specie su temi come le offerte personalizzate (25 punti di scollamento) e la preparazione degli addetti e la possibilità di controllare la disponibilità dei prodotti altrove.

Come rileva Erika Andreetta, Partner PwC e Consulting Leader per il Retail e il Consumer. «Il tema chiave oggi non è più legato all’apertura dei negozi, bensì alle competenze: i retailer devono investire sulle competenze digitali e di operations dei propri team, perché sappiano gestire l’innovazione digitale, una supply chain sempre più complessa e il lancio di nuovi servizi per assicurarsi la fedeltà del cliente».

Anche perché la sfida sulla ricerca del prodotto è vinta a mani basse dal canale online, le cui percentuali prevalgono sul negozio in 10 categorie su 11, con picchi massimi nel settore “libri, musica e videogames” (74% vs 12%), ed “elettronica di consumo e computer” (68% vs 22%). L’unica eccezione riguarda la categoria dei generi alimentari, dove il negozio rimane il canale di ricerca preferito (46% vs 37%), indicando la sua importanza per tale filiera.

I consigli per i retailer che guardano al futuro? Trovare strade innovative per raccontare la propria storia e creare connessione con i consumatori, utilizzando i social media sia per informare sia per creare engagement con il consumatore, attraverso “storie a puntate” o iniziative di tipo emozionale. Rafforzare la fedeltà dei consumatori attraverso offerte personalizzate, accessi speciali a sconti e servizi premium come (per la moda) giornate di shopping dedicate, o la possibilità di ordinare in anticipo prodotti in serie limitata e occasioni esclusive di incontro con il designer. Assicurarsi una presenza online efficace e funzionale, attraverso un sito internet ottimizzato per ogni strumento, propri canali sui principali social media capaci di creare engagement con i clienti e garantire una shopping experience a 360 gradi. Sfruttare i benefici di una presenza offline, rendendo più accattivante lo store, creando un’esperienza di acquisto unica nel punto vendita, facendo sinergia tra l’offerta online e offline e investendo sul personale presente in store attraverso una formazione ad hoc.

Sul prossimo numeri di InStore l’analisi completa con i 10 “temi caldi” che i retailer devono affrontare oggi e che riflettono la sempre maggiore complessità del mercato.

Allarme Ocse: 143 miliardi di fake nell’Ict, falsi un telefono su 5 e una console su 4 online

Un telefono cellulare su cinque acquistato all’estero e spedito via corriere o posta è contraffatto. La percentuale sale a livelli ancora più allarmanti per le console di videogiochi: una su quattro è un fake. Lo rivela un report dell’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che raggruppa 35 Paesi occidentali, che analizza il crescente fenomeno della contraffazione nel commercio di strumenti elettronici e di telecomunicazione.

Il report, redatto in occasione del forum 2017 sulla lotta alla corruzione e sull’integrità globale in corso in questi giorni, registra che i consumatori di batterie per lo smartphone, di caricabatterie, memory cards, carte con banda magnetica e lettori musicali sono sempre più spesso preda dei contraffattori. In base media il 6,5% del commercio globale dell’ICT (information and communication technology) riguarda prodotti “taroccati”. Un fenomeno favorito dall’insaziabile domanda di smartphone e di accessori ICT. I prodotti più contraffatti sono le console da videogiochi (quasi il 25% di quelli spediti all’estero sono falsi), telefoni e relativi accessori (poco meno del 20%) e i lettori musicali (poco meno del 10%), mentre il fenomeno riguarda molto meno strumenti per il controllo remoto, laptop, tablet e batterie.

I danni dell’elettronica taroccata sono di vario genere. Prima di tutto economico: i prodotti contraffatti infrangono i trademark e costituiscono un mancato guadagno per le aziende produttrici. Il rapporto stima che il fatturato dei prodotti ICT contraffatti ammontasse nel 2013 a 143 miliardi di dollari, con mezzo milione di sequestri fatti nel periodo 2011-13, ma il dato sarà nel frattempo certamente cresciuto. Il settore dell’ICT fattura globalmente circa 2.400 miliardi di dollari e cresce di circa il 6% all’anno. Quasi due terzi dei prodotti falsi sono spediti tramite servizi postali, ciò che complica non poco la ricerca e le indagini. Le aziende più danneggiate sono quelle statunitensi: quasi il 43% dei prodotti contraffatti sono di marchi americani, il 25% di finlandesi e il 12% di giapponesi. Il Paese da cui proviene il maggior numero di prodotti ICT contraffatti è la Cina. Inoltre beni contraffatti minano la fiducia del consumatore nei confronti di brand consolidati in un mondo in cui la reputazione dei marchi è un valore sempre più prezioso. Infine creano rischi per la salute, la sicurezza e la privacy del consumatore. Possono contenere sostanze pericolose come piombo e cadmio, i caricatori possono danneggiare gli impianti elettrici e provocare corti circuiti e incendi.

Nearly one in five mobile phones and one in four video game consoles shipped internationally is fake, as a growing trade in counterfeit IT and communications hardware weighs on consumers, manufacturers and public finances, according to a new OECD report.

Trade in Counterfeit ICT Goods finds that smartphone batteries, chargers, memory cards, magnetic stripe cards, solid state drives and music players are also increasingly falling prey to counterfeiters. On average, 6.5% of global trade in information and communication technology (ICT) goods is in counterfeit products, according to analysis of 2013 customs data. That is well above the 2.5% of overall traded goods found to be fake in a 2016 report.

Launched just ahead of the 2017 OECD Global Anti-Corruption and Integrity Forum on March 30-31, the report says the high value of smartphones and ICT accessories and insatiable demand makes them a lucrative target for counterfeiters, and cautions that the number and range of affected products is growing.

Counterfeit ICT goods entail health and safety risks, service outages and loss of income for companies and governments. China is the primary source of fake ICT goods, and US manufacturers are the most hit by lost revenue and erosion of brand value. Almost 43% of seized fake ICT goods infringe the IP rights of US firms, followed by 25% for Finnish firms and 12% for Japanese firms.

Counterfeits are goods that infringe trademarks. In an industry that relies heavily on intellectual property rights, ICT counterfeiting preys on consumers’ trust in established brands and poses risks to their health, safety and privacy. Counterfeit phones can contain more hazardous substances like lead and cadmium than genuine ones, while fake phone chargers can mean fire and electric shock risks. Fake intermediary ICT devices and components, including transistors, printed circuits and radio masts, are also being shipped.

The report estimates the value of global trade in counterfeit ICT goods at USD 143 billion as of 2013, based on data from nearly half a million customs seizures around the world over 2011-13. Almost two-thirds of counterfeit ICT goods are shipped by express and postal services, significantly complicating the screening and detection process.

©OECD

 

The ICT sector accounted for 5.5% of total value added in the OECD area in 2013, equivalent to about USD 2.4 trillion. World exports of manufactured ICT goods grew 6% per year from 2001 to 2013 to USD 1.6 trillion, with China exporting almost a third of the total.

The report estimates the value of global trade in counterfeit ICT goods at USD 143 billion as of 2013, based on data from nearly half a million customs seizures around the world over 2011-13. Almost two-thirds of counterfeit ICT goods are shipped by express and postal services, significantly complicating the screening and detection process.

The ICT sector accounted for 5.5% of total value added in the OECD area in 2013, equivalent to about USD 2.4 trillion. World exports of manufactured ICT goods grew 6% per year from 2001 to 2013 to USD 1.6 trillion, with China exporting almost a third of the total.

Amazon acquisisce Souq.com e parte alla conquista del Medio Oriente

Se ne parlava da giorni ma è ora arrivata la conferma da parte della compagnia di Jeff Bezos: Amazon acquisirà il 100% dell’operatore di e-commerce mediorientale Souq.com. L’accordo dovrebbe concludersi nel corso del 2017. Per lo stesso operatore nei giorni scorsi erano stati offerti 800 milioni di USD da Emaar Malls di Dubai, proprietario dei centri commerciali più lussuosi della regione.

Souq.com è nato 12 anni fa per iniziativa dell’imprenditore siriano Ronaldo Mouchawar, e secondo alcune fonti “varrebbe” oggi un miliardo di USD, per alcuni un valore eccessivo.

Come is legge nella nota che conferma l’acquisizione “L’entrata nella famiglia di Amazon permetterà a SOUQ.com di continuare  a crescere e a lavorare con noi per portare ancora più prodotti e offerte ai clienti in tutto il mondo”.

«Amazon e SOUQ.com hanno lo stesso DNA – entrambi siano spinti dai nostri clienti, dall’innovazione, e da un pensiero che guarda al lungo termine – ha detto Russ Grandinetti, Amazon Senior Vice President, International Consumer. “SOUQ.com è stato un pioniere dell’e-commerce nel Medio Oriente, ed è stato in grado di creare una grandiosa esperienza di acquisto per i suoi clienti. Non vediamo l’ora di imparare da loro e supportarli con la nostra tecnologia e le nostre risorse globali. Insieme  lavoreremo per assicurare la migliore esperienza a milioni di clienti nel Medio Oriente».

«Questa acquisizione segna un momento critico per lo sviluppo del nostro e-commerce nella regione – ha commentato il cofondatore e Ceo di SOUQ.com Ronaldo Mouchawar -. Entrando nella famiglia Amazon saremo in grado di ampliare di molto le nostre capacità di spedizione e la velocità delle operazioni di selezione dei clienti».

Nonostante l’offerta di Emaar Malls fosse più alta (secondo il Financial Times Amazon sarebbe disposta a pagare un prezzo tra i 650 e i 750 milioni di USD) esisteva un accordo di esclusività che l’operatore di e-commerce basato a Dubai avrebbe dovuto rompere.

Con questa acquisizione Amazon entra nella regione per la prima volta appoggiandosi a un operatore che offre già 4 milioni di prodotti e possiede infrastrutture e magazzini logistici sul posto.

 

Drive… a piedi, così in Francia l’ipermercato conquista il centro città

Una nuova modalità si apre sul fronte delle consegne per l’e-commerce grocery, e vien non a caso da un Paese che tra i primi ha proposto il drive: il punto di consegna a piedi, in zone del centro città senza parcheggio o comunque facilmente raggiungibili solo camminando con piccoli punti vendita aperti da catene che hanno fatto la storia dell’ipermercato ovvero grandi superfici in periferia: Auchan, Leclerc e Cora.

L’ultima notizia è stata data dalla rivista specializzata Linéaires la quale riprende un “tweet” della concorrenza, un dipendente di Auchan: è il punto vendita di Leclerc che aprirà a Lille il 1° aprile. Sono 50 metri quadri scarsi in un vecchio quartiere della città dove sarà possibile ritirare la spesa, assemblata e consegnata da un magazzino che si trova in periferia. Le referenza a disposizione sono 12mila, ma soprattutto l’insegna sembra puntare sul fatto di poter offrire i “prezzi Leclerc”, che si fregiano di essere i più bassi del mercato anche agli utenti del centro città. Ha fatto storia la battaglia ingaggiata da Leclerc con le altre catene con pubblicità comparative che puntavano, appunto, sui prezzi, arrivando ad indicare il prezzo della concorrenza direttamente sulle etichette in negozio. Del resto l’affiche che pubblicizza la prossima apertura di Lille è chiaro, e recita: come si fa a far entrare un ipermercato in 50 metri quadri? Semplice, con l’e-commerce “fisico”.

Sono spazi piccoli ed essenziali dove si può ordinare direttamente o ritirare la spesa fatta online, oppure ordinare e chiedere al consegna a casa, come al Cora en ville di Reims. E che danno spazio all’innovazione: qui a breve si potrà anche ordinare e addirittura pagare con tecnologia Nfc dalla vetrina digitale.

Il Cora en Ville di Reims (foto Cora).

Anche Auchan ha testato questa formula di ritiro a Parigi con il suo servizio do vendite nline AuchanDirect.

Un modo insomma per superare la crisi degli ipermercati, ormai palpabile, e il ritorno dei clienti alla prossimità. e che viene non a caso proprio dalla Francia, che ha fatto ormai da 15 anni e più del drive una metodologia di ritiro diffusissima (vedi Click and drive: da noi all’alba, in Francia da 15 anni. L’evoluzione in un’infografica) ma che sta iniziando a segnare il passo, tanto che stanno iniziando a ridurre la rete. 

 

Esselunga lancia il click and collect Clicca e Vai, e parte da Varedo

Dopo anni di consegne a domicilio, Esselunga lancia una nuova modalità di spesa online, il click and collect: il primo centro di raccolta è a Varedo.

Clicca e Vai è il nuovo canale di vendita attraverso il quale il cliente effettua la spesa on line e la ritira in giornata con l’automobile, per ora presso un unico centro, quello di Varedo, situato sulla superstrada che collega Milano con la Brianza. Un’offerta che si somma all’altra tipologia di e-commerce, il servizio Esselunga a Casa, nato nel 2001 e cresciuto a tal punto che nel 2016 ha consegnato 1.350.000 spese ai propri clienti ed ha fatturato 158 milioni di euro. Il servizio oggi copre 1.115 comuni in 5 regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte), utilizza due magazzini dedicati (uno a Milano e l’altro a Firenze), e si appoggia a diversi Superstore nelle zone in cui è presente. Vastissimo l’assortimento, composto da circa 13mila articoli che spaziano dagli oltre 2.500 superfreschi (frutta, verdura, carne, pesce, latticini e prodotti gastronomici), ai prodotti surgelati fino ad articoli di grocery tradizionale (pane, pasta, pelati, detersivi, eccetera). Ogni prodotto in assortimento è accompagnato da una scheda informativa che contiene varie indicazioni: caratteristiche, ingredienti, valori nutrizionali, origine per la frutta e verdura, tracciabilità per la carne e il pesce e presenza di eventuali allergeni. Il cliente e-commerce, prima di acquistare il prodotto, ha a disposizione tutte le informazioni presenti in etichetta.

Ma quali sono le differenza tra i due servizi? Con Esselunga a Casa i clienti, previa registrazione sul sito Esselungaacasa.it, effettuano la spesa navigando nel negozio virtuale oppure sfruttando il motore di ricerca e scelgono il giorno e l’orario più comodo per ricevere la spesa direttamente a casa a partire dal giorno successivo all’ordine e fino a 20 giorni dopo l’inoltro dello stesso. La consegna è a pagamento e l’ordine minimo di 40 euro. Attraverso il sito dedicato Cliccaevai.esselunga.it, invece, il cliente effettua la spesa e la ritira a Varedo, presso il centro di Via Terni 20 – sulla superstrada Milano/Meda – già in giornata dopo sole 2 ore dall’invio dell’ordine e fino ai due giorni successivi. Il servizio è completamente gratuito, non sono previsti costi aggiuntivi né limiti minimi di spesa. Entrambi i servizi beneficiano delle stesse promozioni dei supermercati Esselunga.

Sembra dunque che dopo l’arrivo di Amazon la situazione dell’e-commerce nel grocery si stia finalmente sbloccando, tanto che si moltiplicano le iniziative, da Coop a Iper a Auchan e Carrefour, “tutti lo fanno”.  Ma addirittura un “veterano” come Esselunga, che per anni è stato di fatto monopolista sul canale online,  deve aver pensato che ormai una modalità di ritiro al cliente ormai evoluto non basta più, ed è necessario diversificare.

 

Vedi anche le nostre interviste sull’e-commerce grocery a due esperti.

Il lungo viaggio della Gdo verso l’esperienza mobile intervista a Marta Valsecchi dell’Osservayorio Mobile B2C Strategy del  Politecnico di Milano.

Food & Grocery, la rivoluzione passa per l’e-commerce intervista a Roberto Liscia di Netcomm.

Easycoop, l’e-commerce con magazzino di Coop Alleanza 3.0 parte da Roma

EASYCOOP SPESA ON LINE

Coop Alleanza 3.0 sbarca nell’e-commerce con EasyCoop, a Roma, e lo fa in modo evoluto: con un magazzino dedicato, un assortimento poderoso, con oltre 10mila referenze di cui tremila nel fresco, la consegna gratuita nell’arco dell’ora prescelta, con ordinazioni un giorno prima. E gli stessi prezzi degli ipermercati.

Caratteristiche peculiari per l’Italia su una piazza ricca, perché siamo nella capitale con un bacino d’utenza imponente (le consegne avvengono ovunque all’interno del Grande Raccordo Anulare) ma non semplice per le note problematiche di traffico e movimentazione. Un bel banco di prova insomma per la cooperativa, presente in 12 regioni in tutta Italia, che ha investito nel progetto 50 milioni di euro da qui a tre anni. E che naturalmente ha tutta l’intenzione di replicare a livello nazionale.

 

Consegna gratuita e funzioni avanzate

Il sito è facile da usare, intuitivo, personalizzabile e accessibile da qualunque apparecchio (PC, tablet e smartphone). I clienti possono creare più liste della spesa, anche per altre persone (ad esempio i genitori anziani, che hanno difficoltà ad uscire a fare la spesa), salvandole e modificandole anche successivamente. A questo proposito una delle funzioni più avanzate riguarda l’avviso non solo dell’orario preciso di consegna (via sms) con circa una mezz’ora di anticipo, ma anche l’indicazione del codice identificativo dell’addetto incaricato di portare la spesa, e, in futuro, l’invio di una sua foto che consenta di identificarlo al primo sguardo.

Gli ordini si possono effettuare in qualunque momento, per un importo minimo di 50 euro. Il servizio di consegna è disponibile dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato l’ordine, dal lunedì al sabato dalle 8 alle 22, con fasce e costi personalizzabili e flessibili: da tutta la giornata fino a un minimo di un’ora (per esempio 19.15-20.15), a partire da un contributo per la consegna di soli 2,90 euro. Il pagamento può essere effettuato in totale sicurezza online, oppure alla consegna con carta di credito, prepagata o bancomat.

La presenza di un magazzino interamente dedicato all’e-commerce permette di garantire la massima efficienza ed efficacia nelle consegne, che avvengono sempre in ambienti controllati e alla temperatura ideale.

EASYCOOPDigitail, partecipata ad hoc

Per il suo sviluppo e la sua gestione, Coop Alleanza 3.0 ha dato vita, con alcuni partner di consolidata esperienza, alla società partecipata Digitail, specializzata in soluzioni digitali per la vendita al dettaglio.

«EasyCoop rappresenta una novità significativa nel panorama della grande distribuzione in Italia e, più in generale, in quello dell’e-commerce, di cui recepisce le migliori pratiche in termini di servizio, scelta, flessibilità, consegna – ha detto Andrea Zocchi, amministratore delegato di Digitail – E per partire abbiamo scelto, non a caso, la Capitale: una città con un grande potenziale di sviluppo per un mercato, quello dell’online, ancora giovane e in rapida evoluzione. Siamo il primo e-commerce nel Paese per ampiezza dell’assortimento per la spesa quotidiana, e puntiamo ad arrivare ad offrire oltre 12mila prodotti. I prezzi sono bassi sempre e le promozioni quelle di un ipermercato a cui si vanno ad aggiungere quelle specifiche del canale online. La spesa è quindi particolarmente conveniente rispetto alla concorrenza: è come avere un grande supermercato sul pianerottolo di casa».

Coop Alleanza 3.0 conta oltre 2,5 milioni di soci, 22 mila lavoratori e più di 400 negozi, tra ipercoop e supermercati

 

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