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Natale online, stagione di frodi informatiche: 10 consigli per acquisti sicuri

Il Natale è la stagione attesa con trepidazione non solo dai bambini ma anche dai “web criminali” di tutto il mondo, che in questo periodo dell’anno possono fare incetta di “regali natalizi”, via frodi informatiche. Con l’aumento dell’e-Commerce per fare acquisti (per dire, in questa stagione la metà degli americani comprerà regali online) il 2017 promette di essere non solo l’anno dell’online, ma anche quello in cui schizzerà alle stelle il numero di crimini informatici. Una ricerca condotta da Barclays rileva come oltre un quarto di tutte le truffe online nel Regno Unito si verificano in occasione del Natale, mentre il ThreatMetrix prevede quest’anno 50 milioni di cyber attacchi globali. Principali obiettivi sono naturalmente i Paesi con forti previsioni finanziarie e un elevato livello di adozione mobile. Infine, il trimestrale Threat Intelligence Report rilasciato da NTT Security rivela che gli attacchi globali di phishing sono cresciuti del 74% nel terzo trimestre del 2017.

«Nelle prossime sei settimane assisteremo a un incremento delle campagne di email phishing, attacchi ransomware, trojans bancari, così come alla nascita di siti web fraudolenti che promuovono offerte speciali come pacchetti vacanze scontati – spiega Mark Thomas, Security Strategist di Dimension Data -. Le gift card false, che potrebbero portare gli utenti verso siti non sicuri o a scaricare file dannosi per i propri dispositivi, diventeranno sempre più diffuse».

Altre frodi riguadano notifiche fasulle sullo stato di consegna delle spedizioni per invogliare a cliccare su link malevoli, offerte speciali indesiderate e false ricevute per acquisti online che richiedono l’apertura di allegati contenenti ransomware.

I criminali informatici sono alla ricerca di due cose: i dati delle carte di credito da usare per i loro acquisiti. E informazioni sull’identità personale, come user name, password e informazioni contenute sui siti visitati regolarmente. Se un cyber criminale riesce ad accedere alle credenziali personali, potrà utilizzarle su molteplici siti e piattaforme spacciandosi per l’utente frodato.

Le aziende dovrebbero educare i dipendenti che si connettono alla rete aziendale a rimanere sempre vigili durante le prossime festività. «Fornire un’autenticazione multi-fattore per accedere ai sistemi aziendali è un ulteriore passo per contrastare i criminali informatici. Questo, infatti, fa si che gli attacchi alle credenziali personali siano più difficoltosi per gli attentatori – dice Thomas -. I rivenditori, in particolare, devono alzare il livello di allerta in quanto i cyber criminali cercheranno di approfittare proprio di queste realtà durante il periodo natalizio».

Bambini, genitori e parenti, che non sono esperti di queste tematiche, dovrebbero essere educati e protetti per non diventare anch’essi vittime di attacchi informatici. «Oggi esistono parental controls che possono essere applicati ai telefoni cellulari, simili a quelli integrati sulla TV. La maggior parte dei telefoni moderni sono già dotati in automatico di sistemi per la verifica delle applicazioni che consentono di scaricare app solamente da fonti affidabili» conclude Thomas.

Ecco 10 consigli per acquisti online sicuri (fonte: Dimension Data)

  1. Non utilizzare mai Wi-Fi pubblici per effettuare acquisti online
  2. Mai aprire email, cliccare su link o aprire allegati provenienti da fonti sconosciute.
  3. Assicurarsi di scaricare sul proprio dispositivo solo applicazioni provenienti da fonti conosciute e affidabili
  4. Non condividere mai user name, password o altre informazioni personali online
  5. Utilizzare un sistema di gestione delle password che consenta di archiviare e gestire in modo sicuro tutte le credenziali da un’unica postazione
  6. Diffidare di email indesiderate che promettono offerte entusiasmanti e non aprire i relativi allegati
  7. Prestare attenzione all’icona del lucchetto visibile sul proprio browser per confermare la crittografia che garantisce che il sito web da cui si sta acquistando è sicuro e attendibile
  8. Usare la carta di credito piuttosto che la carta di debito e non registrare i dettagli della carta online
  9. Assicurarsi l’aggiornamento costante dei sistemi di antivirus e patching sui propri dispositivi
  10. Controllare spesso l’estratto conto bancario e segnalare immediatamente alla propria banca addebiti non autorizzati o sospetti

Uno smartphone ci cambierà, porta unica al web per un italiano su quattro

Foto Jaelynn Castillo on Unsplash.

È sempre più mobile: ormai per accedere al web un italiano su quattro utilizza unicamente lo smartphone. E le aziende dovranno tenere conto di questo cambiamento nei comportamenti, essendo ormai appurata l’influenza determinante della rete nelle decisioni d’acquisto. È quanto emerge dalla ricerca internazionale sull’uso dei dispositivi mobili per il 2017 di comScore, “Global Mobile Report”. La relazione si basa su dati multi-piattaforma relativi a 14 mercati internazionali (oltre all’Italia, Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Argentina, Brasile, Messico, Cina, India, Indonesia e Malesia) per evidenziare trend globali e differenze regionali nell’utilizzo dei dispositivi mobili.

Non solo: l’80% del tempo trascorso su dispositivi mobili avviene tramite app, e le 30 principali applicazioni in ciascun mercato rappresentano tra il 41 e il 61% dei minuti mobile complessivi.

 

Crescita globale, in Italia 62% dei minuti online è mobile

La ricerca evidenzia come l’accesso “mobile-only” (ovvero con utilizzo esclusivo di smartphone o tablet, senza alcun accesso da desktop nell’arco di un mese) riguarda il 70% della popolazione digitale in India ed è passato dal 22% al 29% in Brasile nel corso dello scorso anno. E messaggistica istantanea e Social Media rappresentano oltre un quarto della totalità dei minuti mobile nei mercati oggetto dello studio.

La supremazia di Facebook nei vari mercati.

Il Mobile ha conquistato una posizione di primo piano in tutto il mondo: conta per oltre la metà dei minuti complessivi spesi online in 13 Paesi, con quote che superano il 75% in Messico, India e Indonesia. In Italia questa percentuale si ferma al 62%, in linea con i dati di USA e Regno Unito. Ma nel Belpaese una percentuale significativa della popolazione internet italiana è fortemente dipendente dai dispositivi mobili: una su quattro ovvero il 26% della popolazione italiana accede al web esclusivamente da Mobile. Una percentuale molto più alta di paesi come Germania, Regno Unito e Stati Uniti (rispettivamente 4%, 8% e 12%), mercati in cui la maggioranza accede da più piattaforme.

L’Italia risulta anche il mercato più polarizzato in assoluto per quanto riguarda l’utilizzo di app: oltre l’87% del tempo trascorso via mobile è infatti speso all’interno di un’app, ma solo 11 app riescono a raggiungere un livello di audience consistente (attorno al 20% di penetrazione) contro le 20 degli USA o le 17 del Regno Unito).
«L’adozione del mobile avviene in maniera tutt’altro che uniforme a livello globale – ha commentato Will Hodgman, Executive Vice President of international sales presso comScore -. Questa relazione dimostra che identificare le aree in cui il consumo digitale tende a concentrarsi sulle piattaforme mobili permette a proprietari di media, inserzionisti e relativi centri media di portare alla luce nuove opportunità potenziali in termini di audience e contenuti. Con l’ampliamento della misurazione delle audience mobile a livello granulare e basata su dati panel, comScore intende perseguire l’intento di individuare nuovi trend da azionare».

 

Federdistribuzione: tra digitalizzazione e nuove tecnologie quattro regole per la buona impresa

Parità di regole tra commercio on line e off line, incentivi alla formazione per gestire l’impatto della quarta rivoluzione industriale sul lavoro, una reale politica che incentivi le azioni finalizzate all’efficienza energetica e la riduzione della tassa sui rifiuti per chi fa donazioni alle persone bisognose: sono i “quattro messaggi chiave”, le quattro regole per fare buona impresa secondo Federdistribuzione, che ha presentato giovedì a Roma la terza edizione del Bilancio di Sostenibilità di Settore della Distribuzione Moderna Organizzata (BSS) realizzato dalla Federazione e le sue aziende associate con la collaborazione di Altis, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 

Digitalizzazione e nuove tecnologie al centro della sfida

L’evento di presentazione del BSS è stata l’occasione per riflettere su come il fare impresa secondo criteri di Responsabilità Sociale e sostenibilità si debba confrontare con le nuove sfide e i dirompenti fattori di cambiamento che il settore deve affrontare. Tra questi ultimi, uno su tutti emerge: la digitalizzazione e l’introduzione della tecnologia. Un fil rouge che accompagna e lega ogni aspetto della gestione dell’impresa. In questa logica sono stati approfonditi i quattro grandi temi individuati.

1) Sviluppo dell’ e-commerce e trasformazione digitale nelle imprese.

Nel 2017 gli Italiani hanno acquistato online per oltre 27 miliardi, con una crescita negli ultimi 5 anni dell’87%, che diventa del 285% per beni e prodotti (i servizi sono aumentati “solo” del 36%), arrivati ormai ad assorbire il 52% del mercato on line. Le vendite on line rappresentano il 31% nel turismo, il 22% nell’informatica, il 7% nell’abbigliamento, lo 0,5% nell’alimentare (in fortissima crescita: vedi la video intervista a Valentina Pontiggia Spesa online pronta a decollare ma il punto vendita resta, ci vuole integrazione). «Ma c’è un problema che bisogna affrontare – dichiara Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione – la disparità di regole tra chi opera nell’on line e chi lo fa nell’off line. Le regolamentazioni, nazionali e regionali, su promozioni e sottocosto, valgono per il commercio fisico ma non si applicano all’e-commerce. Sappiamo inoltre come le imprese di puro commercio on line abbiano la possibilità di non pagare le tasse locali ponendo le sedi legali nei cosiddetti paradisi fiscali. Siamo di fronte quindi a una vera e propria concorrenza sleale, che deve essere denunciata e combattuta. Federdistribuzione è in prima linea in questa battaglia, chiedendo anche per il commercio fisico le semplificazioni di cui gode l’on line, come la piena liberalizzazione delle promozioni».

2) Impatto della quarta rivoluzione industriale sul mondo del lavoro

Introdurre innovazione nelle imprese significa anche riflettere sull’evoluzione delle professioni e dell’organizzazione del lavoro e ripensare al contempo alle figure più impattate dal cambiamento. La fotografia del settore fatta da Federdistribuzione parla di un costo del lavoro rappresenta oltre l’11% delle vendite e il 72% del Valore Aggiunto redistribuito sotto forma di remunerazione del lavoro. Un settore in cui il 91% dei contratti sono a tempo indeterminato, con collaboratori per il 58% donne, per il 64% con laurea o diploma superiore, per il 16% con meno di 30 anni, per il 45% con part time. «La formazione ha e avrà un ruolo fondamentale – commenta il Presidente di Federdistribuzione – si rafforzerà l’acquisizione di competenze trasversali quali l’attenzione al cliente, l’efficacia relazionale, la capacità di trasmettere i valori aziendali. Sarà necessario completare le conoscenze tecnologiche di ampie fasce occupazionali. Un’indagine tra le nostre aziende associate ha evidenziato come oltre la metà di loro già svolge una “formazione digitale” e nei prossimi due o tre anni circa l’80% la realizzerà. Per questo incentivare questi percorsi formativi con agevolazioni sarà fondamentale da parte del Governo per scongiurare effetti non voluti sull’occupazione. Energie e risorse dedicate dunque alla formazione, da sempre per le imprese di Federdistribuzione un vero fattore strategico, come dimostra il fatto che negli ultimi 10 anni gli investimenti per addetto sono più che raddoppiati (+137%). Responsabilità Sociale d’Impresa è quindi anche questo: investire per valorizzare il personale”.

3) L’uso efficiente delle risorse

Tutela dell’ambiente, economia circolare e innovazione tecnologica significano uso efficiente delle risorse. “Un processo che non deve essere solo guidato dall’alto ma che deve permeare ogni singolo protagonista della società, sia esso un soggetto economico del settore primario, dell’industria o dei servizi o un singolo individuo. La responsabilità estesa del produttore, l’efficiente gestione dei rifiuti così come la razionalizzazione dei consumi energetici e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento rappresentano la strada obbligata di ogni strategia aziendale che miri ad un’effettiva sostenibilità” secondo Federdistribuzione. Che spiega come le imprese associate hanno diminuito i consumi di energia per metro quadro nel 2016 dell’8% rispetto all’anno precedente. Al tempo stesso stanno aumentando dell’8,3% l’acquisto di energia proveniente da fonti rinnovabili (arrivata nel 2016 al 65% del totale, rispetto a una media nazionale del 45% – dato 2015). «L’economia circolare deve ormai rappresentare il punto di riferimento nell’attività dell’impresa – afferma Cobolli Gigli – e l’attività politica deve promuovere e supportare comportamenti virtuosi e innovazioni aziendali che si muovono in questa direzione. Mi pare che ci siano ancora molti spazi in cui lavorare per definire un approccio ai temi dell’ambiente e dell’energia che sia sempre più efficace e orientato al futuro e alla sostenibilità».

4) Lotta allo spreco e aumento delle donazioni

È un tema di attualità e sensibilità per tutti: cittadini, operatori economici, enti caritativi e autorità. In Italia, secondo i dati del Politecnico di Milano, ogni anno si generano 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari. Di queste meno del 9% viene recuperato per diventare sostegno ai più bisognosi, il resto è spreco. Uno spreco che equivale a 12,6 miliardi di euro, il 15,4% dell’intero consumo alimentare nel Paese. Si può certamente fare meglio, e in questo sono impegnati attori della filiera ed enti caritativi, ad esempio partecipando a progetti come LIFE-Food.Waste.StandUp, co-finanziato dalla Commissione Europea nel quadro del programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE 2014-2020) che vede come partner Federalimentare (capofila), Federdistribuzione, Unione Nazionale Consumatori e Fondazione Banco Alimentare Onlus. «Una riflessione e uno stimolo: il fatto di fare donazioni da parte di un’impresa è testimonianza di un senso di responsabilità sociale e di etica, andando anche contro ragioni economiche. Tuttavia questa attività di donazioni contribuisce a diminuire i costi della comunità, riducendo le quantità di beni che le amministrazioni locali devono gestire come rifiuti. Sarebbe quindi auspicabile che una parte di questo risparmio venisse convertito in premialità per i soggetti che donano, ad esempio riducendo la tassa sui rifiuti. Ciò potrebbe costituire un impulso per aumentare le donazioni, dando piena attuazione alla recente legge antispreco, la cosiddetta legge Gadda, e rendendo più raggiungibile l’obiettivo indicato dal Ministro Martina di raddoppiare le donazioni arrivando a 1 milione di tonnellate».

 

Il Bilancio di Sostenibilità: verso un impegno concreto

Un percorso avviato da Federdistribuzione nel 2012 con un’iniziativa unica in Italia: un Bilancio di Sostenibilità sviluppato a livello di settore anziché di singola impresa, con l’intento di illustrare agli stakeholder le iniziative delle aziende della Distribuzione Moderna Organizzata (DMO) rilevanti in ambito di Responsabilità Sociale d’Impresa ma scarsamente riconosciute. La seconda edizione, nel 2014, ha garantito continuità nella rendicontazione, dimostrando che l’impegno nei confronti della sostenibilità non era un evento occasionale, ma un processo costante, in crescita e strutturato, con l’obiettivo di “fare buona impresa”, nonostante il difficile contesto economico. Questa terza edizione introduce numerosi elementi di novità, sia dal punto di vista metodologico, con un’impostazione allineata al più riconosciuto standard internazionale di rendicontazione, il Global Reporting Initiative, sia dal punto di vista dei contenuti, ampliati ospitando diversi contributi esterni sul nostro settore, realizzati da partner di prestigio quali Censis, EY e PwC, con l’intento di fornire occhiali nuovi e diversi con i quali provare a leggere la DMO.

Il Presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli, ha annunciato un’iniziativa importante. “Abbiamo voluto che il Bilancio di Sostenibilità di Settore 2017 segnasse l’avvio di un cammino di presa in carico, da parte delle aziende associate a Federdistribuzione, di obiettivi in chiave di Responsabilità Sociale d’Impresa, in coerenza con l’Agenda 2030 e i Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite. È un cambio di passo significativo, che riflette una ferma consapevolezza dell’impatto dell’attività d’impresa sulla società e che evidenzia la nostra volontà di contribuire concretamente alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile, a vantaggio delle generazioni future. È un cammino che abbiamo deciso di intraprendere e sul quale dovremo lavorare nei prossimi mesi, per definire il punto di partenza, target, tempi di realizzazione e indicatori di misurazione. Vi diamo quindi appuntamento nel 2018, quando avremo maturato il nostro progetto e potremo presentarvi come Federdistribuzione e le sue imprese associate intendono assumersi una responsabilità concreta in chiave di sostenibilità».

Zalando, da un anno sulla vetta dei marchi di abbigliamento online

È ancora Zalando il più apprezzato dei marchi di abbigliamento e accessori online, e lo è da oltre un anno: lo rileva BEM Research nella classifica relativa a novembre 2017, che vede in seconda posizione Adidas, che scavalca Zara solo per pochi decimi di punto, mentre Nike guadagna il quarto posto scalzando BonPrix.

In sesta posizione si conferma Lesara, altro brand dell’abbigliamento e accessori made in Germany, mentre chiudono la classifica dei top 10. Sarenza e Kiabi (che registrano infatti un balzo in avanti di diverse posizioni), Bershka e Rolex (che si contendono invece a pari merito il nono gradino della classifica, con il brand svizzero di orologi di lusso in forte miglioramento rispetto al mese precedente).

Nel complesso, la media del BEM Rank a novembre 2017 per i 53 brand considerati è pari a 29,6 punti, sostanzialmente stabile rispetto a ottobre.

Considerando i due macro-aggregati che compongono il BEM Rank, si osserva che Zalando primeggia per la capacità di essere rintracciata sul web (visibilità online) o perché gli utenti cercano direttamente il suo brand oppure perché appare nelle prime posizioni di Google Italia per ricerche relative a parole chiave generiche ad alto traffico. Sulla visibilità online risultano avere un’ottima performance anche Gucci e Scarpe&Scarpe. Relativamente alle prestazioni dell’homepage, ovvero alla velocità di caricamento e all’usabilità, BonPrix conquista la posizione più alta, seguita da C&A e La Redoute.

«In vista delle spese natalizie, e appena superato il Black Friday, i grandi marchi dell’abbigliamento stanno intensificando le loro attività su Internet – spiega Mariachiara Marsella, web marketing manager di BEM Research –. Sul web ci sono diverse opportunità per le aziende operanti in questo settore, anche per quei brand specializzati nel lusso e nei prodotti di alta qualità. La clientela facoltosa è infatti attratta dalla comodità di effettuare acquisti dal proprio smartphone, mentre il ceto medio può vedere nell’online un canale più conveniente. Purtroppo però c’è da notare che i marchi italiani della moda, eccellenza nel mondo, faticano a emergere sul web, forse perché ancora troppo ancorati al tradizionale canale di vendita attraverso le boutique».

L’acquisto online di capi di abbigliamento, calzature e in generale accessori è notevolmente aumentato nel tempo e nel 2016 ha registrato un tasso di crescita quasi doppio rispetto a quello dell’e-commerce totale al 35%. Tra i fattori che hanno favorito la crescita c’è la forte competizione del settore che ha determinato un abbassamento dei prezzi, l’utilizzo quotidiano di smartphone e tablet e il conseguente aumento di applicazioni mobile e-commerce espressamente dedicate all’acquisto, facile, veloce e sicuro di capi di abbigliamento, accessori e scarpe.

A novembre 2017 i brand entrati nella classifica BEM Rank nel settore abbigliamento e accessori sono: Adidas, Armani, Asos, Bata, Benetton, Bershka, BonPrix, C&A Shop, Calzedonia, Carpisa, Clayton, Coccinelle, Converse, Deichmann, Desigual, Gucci, Guess, H&M, Intimissimi, Kiabi, La Redoute, Lesara, Liu Jo, Louis Vuitton, Mango, Manzara, Marella, Mytheresa.com, Nike, Nuna Lie, OVS, Pandora, Piazza Italia, Pimkie, Pittarello, Privalia, Puma, Rolex, Sarenza, Scarpa, Scarpe&Scarpe, SheIn, Silvian Heach, Spartoo, Stradivarius, Stylight, Subdued, Tally Weijl, Terranova, Twin Set, Yoox, Zalando, Zara.

Gdo e dotcom: Groupe Casino si accorda con Ocado per mettere i robot in magazzino

Un magazzino robotizzato e, naturalmente, l’accelerazione del canale e-commerce: porterà a questo l’accordo tra Ocado, dot com britannica concentrata sull’e-commerce alimentare, e Groupe Casino, storica insegna francese che opera anche con i marchi Monoprix, Franprix, Leader Price, Spar e Vival in Francia e con punti vendita in vari Paesi. Le alleanze tra insegne “fisiche”, spesso storiche, e operatore online sembrano entrare sempre più nell’agenda della grande distribuzione (vedi Amazon e U2 in Italia e Aldi con Instacart in Germania).

Nella fattispecie Ocado investirà secondo il Financial Times 15 milioni di sterline nello sviluppo della piattaforma Ocado Smart Platform (“OSP”). E in Borsa le azioni di Ocado sono subito salite del 22 per cento: l’accordo segna infatti non solo l’ingresso di Ocado nel “fisico” ma anche quello in un mercato fuori dal Regno Unito.

“La soluzione Osp – si legge in una nota dell’insegna francese – evoluta e modulare, è una risposta unica alle opportunità e alle sfide poste dall’accelerazione delle vendite online nella distribuzione alimentare. Tale piattaforma comprende la costruzione di un deposito automatizzato di ultima generazione (nel quale Ocado inserirà delle cellule di stoccaggio e dei robot), una soluzione logistica integrata, che include un sito Internet con alcune dell migliori funzionalità del mercato, e l’ottimizzazione della consegna nell’ultimo chilometro e la gestione in tempo reale dei dati dei clienti”.

Il primo a utilizzare la piattaforma sarà il sito online, Monoprix.fr Sarà anche messo in servizio un deposito CFC («Customer Fulfilment Centre») nella regione parigina che si occuperà delle consegne verso Parigi, Ile-de-France, Normandia e Hauts de France.

Ma cosa ci guadagna Ocado per mettere a disposizione la sua tecnologia avanzata “Il gruppo Casino verserà ad Ocado delle commissioni alla firma del contratto, durante la fase di installazione e di utilizzo della piattaforma, in proporzione alla capacità effettivamente utilizzata e dei livelli di servizio raggiunti”.

«Questo accordo rappresenta un grande avanzamento in termini di qualità: in un primo tempo saranno proposte 50000 referenze di prodotti alimentari  ai clienti che potranno usufruire di consegne rapide ed efficaci. Il gruppo Casino è fiero di aver concluso questo accordo che contribuirà a rinforzare ancora di più la qualità del servizio ai suoi clienti, al centro dei suoi pensiero da 120 anni» ha commentato il presidente e direttore generale Jean-Charles Naouri.

“Stiamo continuando ad investire per industrializzare la nostra piattaforma brevettata e questo accordo sarà potrebbe essere il primo di una serie di fruttuose collaborazioni con grandi distributori in tutto il mondo” ha detto Tim Steiner, presidente e direttore generale d’Ocado.

Il gruppo Casino ha oltre 12.960 punti vendita in Francia e all’estero in Argentina (insegne Libertad, Mini Libertad), Brasile (Pão de Açúcar, Extra, Assaí), Colombia (Éxito), Oceano Indiano (Jumbo, Score), Uruguay (Disco, Devoto) e in una dozzina di Paesi africani. Conta 227.842 collaboratori, nel 2016 aveva un fatturato consolidato di 36 miliardi di euro ed è la prima insegna in Brasile e Colombia  e la seconda in Francia per l’E-commerce.

 

Infografica: come dovrebbe essere grande un negozio online, se fosse fisico?

Come dovrebbe essere grande un negozio online, ad esempio le dotcom che domineranno il Black Friday, giganti del calibro di Amazon, eBay e Zalando, se dovessero accogliere tutti i clienti italiani che si riverseranno sui loro siti nei prossimi giorni in uno spazio fisico? Se l’è chiesto Black-Friday.sale, piattaforma online dedicata all’evento, realizzando questa interessante quanto paradossale (ma fore non tanto) infografica.

Sono stati presi in considerazione i siti di eCommerce che, lo scorso anno, nel periodo tra settembre e novembre, sono stati i più visitati nel nostro Paese: Amazon, Ebay, Zalando, Groupon e Dove Conviene. Nella sola giornata di Black Friday 2016 i visitatori di amazon.it sono stati più di 13 milioni, ebay.it che ha registrato quasi 3,5 milioni, zalando.it 1,2 milioni, groupon.it 500mila e doveconviene.it 200mila visitatori.

Ipotizzando di prevedere uno spazio minimo di un metro quadro ogni cinque persone, Amazon per accogliere tutti i suoi visitatori dovrebbe prevedere un gigantesco negozio di almeno 2,6 chilometri quadrati, pari a circa 6,5 volte la superficie su cui si estendeva Expo Milano 2015. Ebay dovrebbe cercare un’area coperta di quasi 700mila metri quadrati, il doppio di quella occupata dal parco divertimenti più famoso d’Italia, Gardaland. Zalando dovrebbe approntare un negozio grande quanto quattro volte Piazza San Pietro a Roma, circa 250mila metri quadri. A Groupon “baserebbero” invece 112mila metri quadrati, pari a 267 campi da basket. E Dove Conviene potrebbe accontentarsi di una superficie di 43mila metri quadrati, come sei campi da calcio affiancati.

I dati riguardanti il traffico dei siti web sono stati ricavati tramite Similarweb pro; i cinque e-commerce più visitati sono stati ricavati da una ricerca della piattaforma Ogury.

Black Friday sempre più “big”, cresce ancora negli USA e apre uno shopping da 682 mld USD

Invece che Black Friday si dovrebbe iniziare a chiamare Big Friday, perché i numeri che è in grado di movimentare l’evento più commerciale dell’anno, tra online e offline, sono davvero imponenti: quest’anno per le vendite natalizie saranno fatturati 682 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti secondo Salesforce, il 4% in più dell’anno scorso, nel Paese che il Black Friday ha creato quasi un secolo fa e istituzionalizzato negli anni ’80 del secolo scorso, nei negozi fisici. E la metà sarà spesa nel periodo del Black Friday. 
La giornata di sconti e promozioni che segna l’inizio dello shopping natalizio del resto nel 2016 ha generato una crescita globale del 34% delle vendite. E per i venditori quei pochi giorni che vanno dal Black Friday al Cyber Monday possono rappresentare il 30% delle vendite annuali. Lo stima ancora Salesforce all’interno del suo Holiday Readiness Report, che si basa sugli oltre 500 milioni di consumatori che acquistano sui siti che hanno scelto le soluzioni di Salesforce Commerce Cloud.

Andamento di vendite natalizie dal 2002 (in miliardi di dollari, fonte NFR).

Dopo il successo della scorso anno che ha decretato il Black Friday come la più grande giornata di shopping online dell’anno con un aumento del 19% di fatturato rispetto al Cyber Monday e superandolo, Salesforce prevede un’ulteriore crescita per l’edizione 2017. Nel 2016 infatti, l’incredibile balzo in avanti degli acquisti nel comparto moda (+38% raggiunto solo dall’abbigliamento sportivo) durante la giornata del Black Friday, ha contribuito a sostenere l’espansione del “venerdì nero”, superando così anche le vendite del Cyber Monday sia negli Stati Uniti che in Canada, Francia, Germania e Regno Unito.

Se poi la spesa retail (online e offline)del periodo delle feste nel 2016 negli Stati Uniti è stata di 656 miliardi di dollari (dati NRF), le vendite di quest’anno nei mesi di novembre e dicembre cresceranno di circa il 4%, stimando una spesa totale di 682 miliardi di dollari. Secondo Salesforce, il Black Friday però darà “solo” il via allo shopping natalizio: se il 50% degli acquisti verrà completato entro il 3 dicembre, l’80% della corsa ai regali di Natale proseguirà fino al 15 dicembre, periodo durante il quale i consumatori cercheranno l’offerta migliore sperando che l’articolo non sia già esaurito.

 

Cyber Monday, ulteriori sconti e nove e spedizione gratis per nove articoli su 10

Quanto al Cyber Monday, nato qualche anno com “Black Friday dell’eCommerce” (nella lontana era in cui la multicanalità era lontana e gli acquisti di facevano su Pc al lavoro), l’azienda stima che lunedì 27 novembre gli acquirenti potranno acquistare a prezzi ulteriormente ribassati (29% di sconto sul prezzo di listino) beneficiando del più alto tasso di spedizione gratuita che interesserà ben l’89% degli articoli.

 

Con lo smartphone si compra di più

La corsa verso l’uso dei dispositivi mobili continua senza sosta, soprattutto durante la stagione di picco. Nell’ultimo trimestre il 57% del traffico mobile si è convertito nel 34% degli ordini, dimostrando che l’intenzione di acquisto via smartphone è maggiore rispetto a quella via web (dati Shopping Index), e dunque la stagione dello shopping natalizio sarà indubbiamente caratterizzata da un massiccio utilizzo del mobile. Proprio durante la scorsa campagna natalizia il traffico via smartphone ha per la prima volta in assoluto superato quello via desktop: il 52% di tutte le visite infatti è avvenuto da smartphone. In occasione della Cyber Week, poi, ha catturato il 53% di tutto il traffico (nel 2015 si è fermato al 44%), mentre la quota di ordini è passata dal 25% del 2015 al 31%. Durante il Black Friday, la quota di ordini da dispositivo mobile ha raggiunto il picco negli orari compresi tra le 21 e le 22, rappresentando il 60% di tutte le transazioni in quel momento.

«Ogni giorno dovrebbe essere Black Friday – dice Maurizio Capobianco, Regional Vice President per l’Italia, la Spagna e il Portogallo di Salesforce Commerce Cloud -. Per offrire sempre un’esperienza positiva ai clienti, è importante che ogni retailer sia sempre pronto a sostenere un picco nei volumi di traffico apportando alcune accortezze: adattando i risultati di ricerca del sito, aggiornando l’ottimizzazione per i motori di ricerca, dando vita a campagne e promozioni».
Scarse prestazioni del sito, infatti, equivarrebbero a una perdita di acquisti. «Anche un secondo di ritardo nel caricamento della pagina può nuocere allo shopping – continua Capobianco – pari al 7% in meno di conversioni, l’11% in meno di pagine visualizzate e il 16% in meno di soddisfazione degli acquirenti. L’ottimizzazione dei propri servizi e una corretta strategia sono la base del successo di un retailer, sia durante il Black Friday che in una qualsiasi giornata di shopping».

Alibaba si allea con Auchan in Cina, e punta sulla rete “fisica”

Dall’online all’offline, passando per la sfida con Walmart: segna un altro passo verso la rete fisica il colosso dell’eCommerce cinese Alibaba, grazie all’accordo con Auchan Retail e Ruentex che prevede l’acquisizione da parte di Alibaba Group del 36,16% del capitale di Sun Art, con un investimento di 22,4 miliardi di HK$ (circa 2,44 miliardi di Euro) per l’acquisto delle azioni precedentemente detenute da Ruentex. Anche Auchan Retail rinforza la propria partecipazione al capitale di Sun Art L’alleanza strategica “permetterà di unire le rispettive expertise nel commercio fisico (offline) e nel digitale (online) per costruire il commercio “figitale” alimentare in Cina” si legge in una nota.
Al termine della transazione, Auchan Retail, Alibaba Group e Ruentex deterranno rispettivamente il 36,18%, il 36,16% e il 4,67% del capitale di Sun Art. Auchan Retail continuerà a consolidare la sua filiale Sun Art nei propri dati finanziari.

Sun Art è uno dei leader della distribuzione alimentare multi-format in Cina, dove opera con una superficie totale di circa 12 milioni di metri quadrati (dati al 30 giugno 2017). Presente in 29 province, regioni autonome e comuni sul territorio cinese, Sun Art conta 446 ipermercati di una superficie massima di 17mila metri quadri con insegna RT-Mart (大润发) e Auchan (欧尚).

Sun art è da poco entrata sul mercato con i mini store digitali automatizzati Auchan Minute (vedi: Auchan Minute, il mini supermercato automatico, parte alla conquista della Cina) con una rete che entro fine anno dovrebbe contare centinaia di punti vendita.

L’alleanza collima con la visione “New Retail” di Alibaba che punta a capitalizzare sul proprio approccio online e le nuove tecnologie collaborando con i propri partner commerciali per rispondere alle attese dei consumatori cinesi e con la Visione 2025 di Auchan Retail “Auchan cambia la vita”. L’obiettivo è offrire a 1,3 miliardi di consumatori cinesi una nuova esperienza di acquisto, “figitale” (in convergenza tra fisico e digitale).

«Insieme ai suoi nuovi partner, il Gruppo Alibaba è lieto di essere in grado di ridisegnare il commercio di domani grazie alla trasformazione digitale – ha dichiarato Daniel Zhang, CEO di Alibaba Group -. I negozi fisici sono un must nel percorso del consumatore. Nell’era digitale, devono essere arricchiti da servizi personalizzati grazie alle nuove tecnologie di elaborazione dei dati. Riunendo completamente i nostri canali online e offline e quelli dei nostri partner, non vediamo l’ora di offrire ai consumatori cinesi un’esperienza di acquisto originale e piacevole».

«L’alleanza con Alibaba è stata facilitata dalla nostra visione condivisa per il futuro del commercio in Cina. Riunire i principali partner commerciali globali, leader nel commercio fisico e nel commercio digitale in Cina, ci consentirà di offrire a centinaia di milioni di consumatori cinesi un’esperienza di acquisto integrata di eccellente qualità» ha spiegato Wilhelm Hubner, CEO di Auchan Retail.

Combinando i punti di forza delle tre società, la nuova alleanza consentirà a tutte le attività di Sun Art di beneficiare dell’ecosistema digitale di Alibaba, che si occuperà di digitalizzare e apportare ai negozi Sun Art (RT-Mart e Auchan) soluzioni “figitali”, come per esempio un processo di fulfillment perfetto e un’esperienza clienti sempre più personalizzata. L’idea è quella di offrire sinergie online e offline che cambieranno la vita dei consumatori proponendo loro nuovi prodotti e servizi più efficienti.

«Negli ultimi anni, la domanda dei consumatori è cambiata radicalmente con l’ascesa di Internet mobile e Sun Art sta integrando la dimensione online nel suo commercio offline» ha affermato Peter Huang, vicepresidente di Ruentex Group.

Il mercato della Gdo cinese fisico vale 4mila miliardi di dollari ed è nelle mire anche dell’insegna numero uno la mondo, Walmart che a gennaio 2017 deteneva 424 punti vendita in Cina, solo quattro in più rispetto all’anno precedente. Anche Walmart ha pensato di integrare la rete fisica con i punti forti dell’eCommerce, le consegne veloci e l’analisi dei dati, acquisendo l’operatore online Jet.com (vedi Walmart compra Jet.com e sfida Amazon sull’e-commerce), e la stessa operazione – sebbene inversa, dal digitale al fisico – è stata effettuata da Amazon con l’acquisizione di Whole Foods Market (vedi Amazon nella distribuzione fisica: acquisiti i supermercati Whole Foods Market).

Alibaba comunque non è nuovo alla strategia omnicanale: negli ultimi due anni secondo Forbes aveva già investito 2 miliardi di dollari nell’acquisizione di catene di supermercati in Cina.

Supermercato24 si accorda con Trenord e invita i pendolari lombardi a fare spesa in treno

Prova ad alleviare le proverbiali fatiche dei pendolari lombardi Supermercato24, che si accorda con Trenord per invitare i viaggiatori ad approfittare del viaggio in treno per fare la spesa. E trovarsela a casa al rientro. 

A seguito dell’accordo, ai possessori di abbonamento Trenord in corso di validità sarà riconosciuto uno sconto fisso del 5% sul valore della spesa, valido per tutti gli ordini effettuati sulla piattaforma. Chi invece acquisterà un biglietto di corsa semplice dall’App o dall’e-store Trenord troverà direttamente sul suo documento di viaggio un codice promozionale equivalente alla consegna gratuita della prima spesa ordinata.

«In Supermercato24 abbiamo trovato un partner di qualità che aggiunge nuove opportunità a quell’ecosistema dei servizi che sempre più devono affiancare l’esperienza quotidiana di viaggio, dando valore al tempo dei nostri Clienti che si muovono – ha detto Cinzia Farisé, Amministratore Delegato di Trenord -. Nostro obiettivo è coniugare il servizio quotidiano con le esigenze di innovazione dei viaggiatori lombardi sempre più digitali ed esigenti».

 

Un viaggiatore digitale

E in effetti l’identikit del passeggero Trenord conferma questa visione:  età media 36 anni, diplomato (55%) o laureato (30%), sempre più connesso e digitale. Basti pensare che oltre il 70% dei passeggeri lombardi dichiara di essere sempre connesso durante il viaggio. Le App preferite sono WhatsApp (42%), Facebook (28%) e Instagram (13%); oltre il 23% di chi viaggia in treno si dedica alla lettura utilizzando sistemi elettronici quali e-book, tablet e cellulare e quasi il 10% dei clienti svolgono operazioni bancarie o utilizzano App durante il viaggio.

«L’eCommerce grocery in Italia ha ancora un enorme potenziale di crescita e con il nostro servizio innovativo e capillare, siamo infatti presenti in 18 province italiane, offriamo in una società sempre più evoluta, frenetica e connessa dei plus non indifferenti a tutte persone – ha dichiarato Federico Sargenti, Amministratore Delegato si Supermercato24 –. Grazie alla nostra piattaforma i passeggeri possono fare la spesa in pochi minuti mentre sono in treno, senza rinunciare alle loro abitudini potendo scegliere il proprio supermercato di fiducia che sono soliti frequentare e che conoscono bene. Con la consegna anche entro un’ora, inoltre, al loro arrivo a casa o in ufficio troveranno il personal shopper che li attende con la spesa».

Supermercato24 in Lombardia è già attiva nelle province di Bergamo, Brescia, Milano, Monza, Mantova e Varese. Grazie a questo accordo, i Clienti Trenord residenti in queste province che utilizzeranno la piattaforma Supermercato24 per ordinare la spesa online usufruiranno di speciali agevolazioni.

La start up consente di scegliere il proprio supermercato di fiducia, dove un personal shopper si recherà e farà la spesa, consegnandola poi a casa o all’indirizzo desiderato all’orario concordato, anche entro un’ora dall’ordine. Sarà cura dello stesso personal shopper contattare telefonicamente il Cliente per ogni necessità. Il costo di consegna della spesa è di 4,90 euro, indipendentemente dall’importo speso, e i clienti possono pagare con carta di credito, con Apple Pay, Paypal o in contanti alla consegna.

 

Ordini vocali anche in Gdo, Morrisons sale sul carro di Alexa

Prima tra le catene europee Morrisons, storica insegna della Gdo britannica, ha attivato gli ordini vocali dal suo sito di eCommerce tramite Alexa, l’assistente personale attivato dalla voce di Amazon già attivo in USA, Regno Unito, Germania, Austria e da ieri anche in Canada.

Addio lista della spesa, scarabocchiata su un pezzetto di carta o con il gesso sulla lavagnetta: il futuro della spesa (e non solo) passerà sempre più per gli ordini vocali.

Senza alzare un dito, ma solo a voce, sarà possibile formulare una lista intera o, più comunemente, aggiungere articoli di volta in volta, nel momento in cui ci si accorge di averne bisogno. Tramite Alexa sarà anche possibile non solo rivedere e correggere la lista, ma anche tracciare l’ordine chiedendo conferma della puntualità della consegna.
Evidenti i vantaggi per le persone disabili, e a breve sarà anche possibile ordinare dalla macchina, sempre che abbiate una BMW certo.
«I nostri clienti sempre più spesso usano i comandi vocali nella vita quotidiana – ha detto Matt Kelleher, direttore di Morrisons Online -: per controllare il meteo,  ascoltare musica o aggiornarsi sulle ultime notizie. È importante che noi seguiamo questa tendenza emergente e rendiamo Morrisons un luogo più facile e accessibile per fare la spesa online. È davvero emozionante pensare che i nostri clienti ora possono fare la spesa senza nemmeno accendere il computer o usare lo smartphone».

Per usare il servizio sarà necessario scaricare l’app di Morrisons, disponibile sui dispositivi Amazon Alexa (Echo, Echo Dot e Amazon Tap). 

Con Alexa su Morrisons.com si potrà: togliere articoli dal carrello, controllare l’importo dell’ordine, controllare se un prodotto è già stato ordinato, o se un prodotto è presente nell’assortimento di Morrisons, verificare se si può ancora modificare l’ordine e se la consegna arriverà nei tempi previsti.
Non solo; l’app non mancherà di consigliare prodotti basandosi su ordini precedenti, per aiutare il consumatore a fare la spesa.
È qui la spesa del futuro? “Alexa, chiedi a Morrisons di aggiungere il latte al carrello, che non ne vedo più nel frigo”. Più facile di così…

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