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Retail penalizzato da frodi informatiche, persi 32 miliardi nel 2023

Secondo un recente studio condotto dalla piattaforma tecnologica finanziaria Adyen in collaborazione con il Centre for Economic Business and Research, nel 2023 il settore retail ha perso circa 32,2 miliardi di euro a causa delle frodi nei pagamenti, la cifra più alta registrata in Europa lo scorso anno. In media le imprese italiane hanno perso 1,77 milioni di euro in seguito ad attacchi fraudolenti, considerando però che i retailer dell’ambito luxury fashion e i brand del food retail hanno perso rispettivamente 3,11 milioni di euro e 2,58 milioni di euro ciascuno. Complessivamente il 32% delle aziende italiane è stato vittima di attività fraudolente, attacchi cyber o ha subito fughe di dati negli ultimi 12 mesi, con un aumento del 19% rispetto al 2022.

Il report ha anche rivelato che le aziende che hanno previsto una crescita dei ricavi pari o superiore al 100% nel 2024, sono anche quelle che hanno perso la somma più alta a causa di attacchi fraudolenti negli ultimi 12 mesi (pari a 13,9 miliardi di euro). Secondo Adyen, per sostenere una crescita rapida occorre utilizzare le giuste tecnologie per proteggere il proprio business e i propri clienti da minacce sempre più sofisticate.

Le attività fraudolente hanno un impatto anche sul portafoglio degli acquirenti. Più precisamente lo scorso anno il 31% dei consumatori italiani è stato vittima di frodi nei pagamenti, in aumento rispetto al 16% del 2022. Definite anche come furto d’identità, le frodi nei pagamenti si verificano quando un truffatore ruba il numero della carta di credito o di debito o i dati del conto corrente di qualcuno e utilizza le informazioni di pagamento per effettuare un acquisto non autorizzato. I consumatori vittime di frodi nei pagamenti nel 2023 hanno perso in media 494,58 euro ciascuno in Italia, un valore che è aumentato del 225% rispetto all’ultima indagine condotta da Adyen per il 2022. Nonostante l’aumento significativo delle attività fraudolente, poco più della metà delle aziende (il 59%) ha dichiarato di disporre di sistemi efficaci di prevenzione delle frodi, con un incremento di soli 3 punti percentuali rispetto ai dati del 2022 (56%).

L’impatto delle frodi sul comportamento dei consumatori
Il rischio di frode ha influenzato il comportamento dei consumatori durante gli acquisti, sia in negozio che online. Infatti, il 18% dei consumatori si sente meno sicuro quando acquista rispetto a dieci anni fa, a causa dell’aumento del rischio di frodi nei pagamenti. Di conseguenza, il 19% dei consumatori sceglie attivamente di comprare nei negozi che hanno misure di sicurezza più elevate e, quando si tratta di acquisti online, il 19% gradisce che i retailer chiedano loro di verificare la propria identità in almeno due modi diversi prima di effettuare l’acquisto, nonostante il disagio che ciò può causare.

La risposta delle aziende
Le aziende stanno valutando attivamente come poter rispondere alla crescente minaccia delle frodi, al fine di proteggere se stesse e i propri clienti. Il 35% ha preso in considerazione la possibilità di cambiare il proprio fornitore di servizi di pagamento con uno in grado di offrire migliori meccanismi di difesa dalle frodi. Inoltre il 49% ha iniziato a valutare come la propria azienda possa essere conforme alla Payment Services Directive 3 (PSD3), una Direttiva dell’UE che stabilisce regole più severe per tutelare i diritti e i dati personali dei consumatori nel settore finanziario.

Contrastare l’inflazione con la tecnologia, un’opportunità da cogliere per i retailer

La piattaforma finanziaria Adyen ha annunciato i dati del Retail Report 2023, uno studio dal quale emerge come la tecnologia possa fare la differenza in uno scenario macroeconomico segnato dall’inflazione. Secondo la ricerca, le aziende omnicanale a gestione unificata del business hanno visto una crescita del fatturato superiore di 8 punti percentuali nel corso del 2022. Se questo modello fosse adottato più diffusamente dai retailer, porterebbe al settore un volume di affari pari a 54,2 miliardi di dollari. A livello globale, lo sviluppo di un approccio multicanale potrebbe generare ricavi pari a 1,5 trilioni di dollari. 

In Italia, la stragrande maggioranza dei consumatori (83%) ha dichiarato di dedicare più tempo alla ricerca di offerte e prezzi convenienti a causa dell’attuale scenario economico. Una percentuale superiore ai dati internazionali aggregati, dove questa tendenza è emersa per il 78% degli intervistati. Inoltre più di un terzo degli italiani (37%) afferma di aspettare momenti chiave nel corso dell’anno come il Black Friday o i saldi stagionali prima di effettuare un acquisto. Adeguandosi alle nuove esigenze, il 48% dei commercianti italiani ritiene che l’impatto dell’inflazione sia tale da dover offrire sconti ai consumatori tutto l’anno.

In linea coi dati globali, dal sondaggio è emerso inoltre che, di fronte all’aumento del costo della vita, la personalizzazione dell’esperienza di acquisto e la fidelizzazione al marchio sono diventati elementi sempre più importanti per gli acquirenti in Italia. Più di due terzi (68%) vorrebbe poter usufruire maggiormente di sconti sui prodotti e quasi la metà (48%) dichiara di preferire aziende e marchi che registrano le preferenze di navigazione effettuate durante precedenti acquisti on line, in modo da usufruire di un percorso d’acquisto personalizzato. Nonostante la crescente richieste di esperienze su misura, il 42% dei retailer afferma che è sempre più difficile classificare i clienti in base ai comportamenti, non riuscendo sempre a soddisfare le singole esigenze, percentuale che arriva al 52% a livello internazionale.

Analizzando le preferenze di acquisto dei consumatori, emerge come l’Integrazione tra on line e off line favorisca in maniera significativa il legame dei clienti con i brand e li spinga a tornare in negozio per nuovi acquisti. Un’elevata percentuale degli intervistati in Italia afferma infatti di rimanere più fedele a chi offre servizi ibridi come la possibilità di acquistare online e restituire in negozio (60%) o la comodità di valutare un acquisto in negozio per poi concludere l’acquisto online, o viceversa (42%). Inoltre l’esperienza di acquisto in negozio integrata con strumenti e servizi tecnologici quali le casse self-service, il QR code o l’utilizzo delle applicazioni durante il check-out è valutata positivamente dai consumatori italiani: più di un terzo (35%) ha dichiarato di essere soddisfatto perché la tecnologia rende gli acquisti più veloci e un quarto (25%) ha affermato che visiterebbe più spesso un negozio che offre servizi di acquisto integrati con soluzioni tecnologiche. Nonostante i risultati, la ricerca ha evidenziato che solo il 20% dei marchi italiani ha già cominciato ad investire in soluzioni a supporto del commercio unificato. Il 33% afferma di stare iniziando ad investire in questo senso e il 39% è in fase di valutazione. Risultati simili a quelli emersi a livello internazionale, dove emerge che il 17% delle aziende sta già investendo nello Unified Commerce.

L’investimento in tecnologia può inoltre sostenere l’espansione delle aziende in nuovi mercati. Con un mercato locale che offre opportunità limitate, l’internazionalizzazione rappresenta la prima opzione per crescere, qualsiasi sia il settore di appartenenza. La propensione delle aziende a uscire dai confini italiani è in linea con la media globale, sono il 66% (contro il 68%) le aziende italiane che prevedono di espandersi in nuovi mercati nel 2023, la maggior parte (40%) attraverso l’e-commerce e il 26% tramite l’apertura di negozi fisici. In particolare, dall’Italia si va in Germania (42%), Francia (42%), Spagna (22%) e UK (19%). Se l’ambizione travalica i confini europei, i mercati di riferimento sono gli Stati Uniti (18)%, storico mercato per i prodotti made in Italy, Cina (12%) e Canada (12%). Per cercare di adeguarsi alle esigenze dei clienti stranieri, alcune aziende stanno ampliando i propri servizi legati alle metodologie di pagamento: Il 25% per esempio accetta metodi di pagamento internazionali come AliPay o WeChat Pay e il 34% è anche attrezzato per i nuovi portafogli digitali.

“Il comportamento dei consumatori si è evoluto rapidamente negli ultimi anni e le strategie che i le aziende retail prendono ora in merito agli investimenti tecnologici sono più importanti che mai”, ha dichiarato Roelant Prins, Chief Commercial Officer di Adyen. “La nostra ricerca ha evidenziato come l’uso della tecnologia, e in particolare del commercio unificato, possa supportare la crescita delle aziende con un approccio più agile e sofisticato che le aiuti a comprendere le tendenze dei clienti e le mutevoli richieste”.

Pagamenti digitali, le tendenze del ’23 secondo Adyen

L’evoluzione tecnologica sta rapidamente trasformando le modalità d’acquisto dei consumatori, portando con sé continue innovazioni nel mondo dei pagamenti e del commercio al dettaglio. Il confine fra fisico e digitale sta diventando sempre più sottile, trasformando la customer journey in un’esperienza integrata: i luoghi di vendita tradizionale si stanno evolvendo e il momento dell’acquisto si sta trasformando in una vera e propria “esperienza”.

Ma quali sono le tendenze che domineranno il mondo dei pagamenti nel prossimo anno? Verso quale direzione si muoveranno le piattaforme digitali? Adyen, la piattaforma tecnologica finanziaria scelta da molte tra le più importanti aziende a livello globale, preannuncia i trend che vedremo come principali protagonisti nel corso del prossimo anno.

Oltre i pagamenti: il potenziale delle piattaforme nell’offerta di servizi finanziari
Il 2023 si preannuncia come un anno importante per le piattaforme di pagamenti digitali. Già nel corso del 2022, attraverso l’introduzione di servizi finanziari integrati, molte piattaforme si sono evolute, convertendo centinaia di migliaia di PMI in clienti bancari. Secondo una ricerca globale condotta da Adyen e Boston Consulting Group, infatti, le PMI sono sempre più propense a usufruire dei servizi finanziari offerti da istituti non tradizionali: ammontano al 66% le PMI intervistate che pensano di poter beneficiare di un conto bancario offerto da una piattaforma finanziaria. Considerando che la potenziale opportunità di guadagno è pari a 110 miliardi di dollari negli Stati Uniti, in Europa e nel Regno Unito, il 2023 sarà un anno decisivo per le piattaforme che riusciranno a muoversi verso questa direzione.

Esperienze in-store: dispositivi mobili e self check-out
Le esperienze in-store costituiscono ancora un momento fondamentale per la maggior parte degli acquirenti, sia prima di effettuare un acquisto online che dopo aver trovato un articolo sul sito per poterlo vedere e toccare dal vivo. Come confermato anche dal Retail Report 2022 di Adyen, le due diverse modalità di acquisto sono ormai considerate come un unico canale unificato. Infatti, il 64% dei consumatori a livello internazionale continua a riconoscere l’importanza dei negozi fisici, nonostante spesso la vendita sia effettuata online presso lo stesso rivenditore.

Per quanto riguarda l’Italia, la percentuale di chi afferma di preferire gli acquisti in negozio scende al 47%. La ricerca evidenzia però come la tecnologia svolga un ruolo fondamentale per attrarre nuovamente la clientela all’interno dei punti vendita: il 63% degli italiani si dichiara infatti più propenso ad acquistare presso retailers che utilizzano la tecnologia per migliorare l’esperienza di acquisto offrendo servizi come, ad esempio, la diversificazione nell’offerta delle tipologie di pagamento. In particolare, lo studio evidenzia come gli shopper italiani richiedano servizi che puntano ad integrare la dimensione digitale con quella fisica: ad esempio il livello di fedeltà verso un brand aumenterebbe del 65% se si potessero recare in un negozio fisico per restituire gli articoli acquistati online.

Influenzati dal continuo sviluppo delle piattaforme, dalle innovazioni hardware e dalle esigenze dei clienti, i pagamenti all’interno dei punti vendita – sia per il settore Food and Beverage (F&B) che per il Retail – sono dunque in continua evoluzione con l’obiettivo di offrire esperienze di acquisto innovative ed integrate. I dispositivi di pagamento mobili, sempre più piccoli e rigorosamente portatili, rispondono perfettamente a questa necessità e nei prossimi anni il numero di questi smart device è destinato a crescere ancora. Di pari passo si stanno muovendo anche le soluzioni di self check-out attraverso casse automatiche e servizi di pagamento individuale in cui non è più necessario il supporto del personale dei retailer. Un esempio virtuoso di questo trend è rappresentato da brand come Uniqlo e Nespresso, che già da qualche tempo hanno adottando questo approccio con grande successo.

Nuovi metodi di pagamento
I processi di pagamento, come previsto già da qualche anno, fanno sempre più affidamento alla tecnologia offerta dalle super app e dai digital wallet. Fra i protagonisti di questo trend troviamo indubbiamente la generazione Z che, contraddicendo tutte le tradizionali norme bancarie, sta velocemente passando dallo status di “unbanked” a esperta di super app e portafogli digitali. Un perfetto esempio di questa evoluzione è dato dal Brasile, dove ormai l’adozione del metodo di pagamento PIX è tale da aver superato il volume delle carte di credito nel Paese. Anche nell’area EMEA, dove le alternative al sistema bancario tradizionale sono diffuse ormai da anni (per esempio, IDEAL, Swish, Twint), la crescita di questi nuovi metodi di pagamento rimane costante. Sempre secondo i dati del Retail Report, in Italia, il 55% dei consumatori sarebbe più propenso ad acquistare presso rivenditori che offrono metodi di pagamento QR code o mobile POS mobile.

Adyen, 5 soluzioni per fidelizzare la clientela online

Il comportamento e i processi decisionali dei consumatori online sono in continuo mutamento: in questo ambiente così fluido, il fenomeno del “carrello abbandonato” – ovvero il non completamento della procedura d’acquisto – rappresenta ancora oggi uno dei maggiori fattori di rischio per le mancate vendite del settore e-commerce. Nell’era della shopping experience, i consumatori danno priorità all’efficienza e alla fluidità del percorso durante l’intero processo d’acquisto. Tutto deve svolgersi senza intoppi, eliminando il maggior numero possibile di fonti di attrito. Questo vale ancora di più al momento di pagare un prodotto. L’ottimizzazione della fase di checkout rappresenta dunque un’opportunità per offrire ai consumatori un’esperienza di acquisto fluida, sicura e veloce, evitando che escano dal sito prima di aver concluso la transazione.

Adyen, la piattaforma di pagamento scelta da molte tra le più importanti aziende a livello globale, spiega come ottimizzare la Checkout Experience attraverso cinque semplici passaggi da introdurre al momento del pagamento, favorendo così l’aumento delle entrate e dei tassi di conversione.

1. Offrire un’esperienza di pagamento coerente, anche in caso di re-indirizzamento
L’esperienza dell’utente con la pagina di pagamento rappresenta l’ultimo passaggio prima della finalizzazione dell’acquisto. Per questo è necessario adattarla a ciascun canale di vendita, assicurando rapidità, sicurezza e coerenza al momento della transazione. Dall’integrazione di soluzioni di pagamento mobile-friendly fino alla gestione della sicurezza, sono diverse le strategie da adottare per assicurare al cliente finale un’esperienza ottimale.

Nel caso in cui si offrano diversi canali di acquisto, come chatbot, social media o telefono oltre all’e-commerce, la soluzione ideale è reindirizzare verso una pagina di pagamento tramite Pay by Link, un sistema facile e veloce da integrare, personalizzabile con l’esperienza e l’immagine proposta dal brand. Tramite una semplice URL che porta ad una pagina dedicata, è possibile ospitare l’intero flusso e processo di pagamento sul sito web dell’azienda, evitando che il cliente abbandoni la pagina e mantenendo l’intero percorso di pagamento in un unico ambiente: se si rimane all’interno del sito del brand, il consumatore si sentirà più rassicurato, favorendo la conclusione dell’acquisto e la crescita delle conversioni.

2. Diversificare i metodi di pagamento
A livello globale, I metodi di pagamento variano in base al luogo di provenienza del cliente finale e a seconda del luogo primario di attività del brand. Per evitare che il consumatore si trovi disorientato nella fase di checkout, è dunque necessario offrire i metodi di pagamento locali più utilizzati nei diversi paesi, con l’obbiettivo di ottimizzare l’esperienza cliente e al contempo favorire l’internazionalizzazione del business. Grazie alle integrazioni disponibili per i diversi metodi di pagamento on line a livello globale, le soluzioni di Adyen permettono alle aziende di integrare nel proprio sito una vasta varietà di offerta di pagamenti digitali scelti sulla base di posizione, dispositivo, valore del carrello e ulteriori altri parametri.

3. Abilitare e testare dei pagamenti su dispositivi diversi
Con oltre 6 miliardi di utenti smartphone nel mondo e un numero che si prevede raggiungerà i 7 miliardi entro il 2023, i pagamenti tramite cellulare, tablet o qualsiasi altro dispositivo mobile continueranno a crescere. Per questo è importante abilitare e testare il funzionamento della fase di checkout su dispositivi e sistemi operativi diversi. Inoltre, si possono introdurre alcuni ulteriori accorgimenti, quali la riduzione dei campi richiesti e dei passaggi necessari per finalizzare una transazione. Infine, se si dispone di un’app, è consigliabile optare per soluzioni di pagamento all’interno dell’applicazione, piuttosto che reindirizzare ad una pagina esterna.

4. Collegare i pagamenti ai programmi fedeltà
Il riconoscimento automatico dei dati dei clienti ricorrenti aumenta le possibilità di finalizzazione dell’acquisto, in quanto velocizza e semplifica l’esperienza nella fase di checkout. Per questo è importante offrire ai nuovi clienti la possibilità di salvare i propri dati per acquisti futuri, che potranno essere autenticati tramite password, CVV o impronta digitale. Questa soluzione permette inoltre di offrire vantaggi e offerte personalizzabili ai clienti più fidelizzati, ad esempio attraverso l’introduzione di premi collegati all’utilizzo delle carte di pagamento, che potranno essere applicati a tutti i canali di vendita. In questo modo, i clienti non dovranno più preoccuparsi di dimenticare la carta fedeltà o di doversi autenticare ogni volta che visitano il sito, facendo ottenere ai merchant al contempo un risparmio di denaro e risorse rispetto a programmi fedeltà tradizionali

5. Valutare la gestione del rischio
Il rafforzamento degli strumenti per la prevenzione dei rischi e la diminuzione delle frodi è tra gli obiettivi principali di migliaia di merchant in tutto mondo. Tuttavia, ottenere il giusto equilibrio tra prevenzione delle frodi e libertà dei clienti è fondamentale. Adyen ha sviluppato prodotti per la sicurezza come 3D Secure 2 e Revenue Protect, che consentono ai merchant gestire il rischio utilizzando una combinazione di controlli basati su regole e apprendimento automatico. Analizzando ogni fase dell’esperienza del cliente, si garantisce che il flusso dei pagamenti sia il più rapido e sicuro possibile. È infatti necessario proteggersi dalle frodi senza compromettere la fluidità dell’esperienza della fase pagamento in quanto potrebbe portare a perdite maggiori.

“La fase del check-out rappresenta un fattore chiave per l’aumento delle conversioni durante la customer journey. Nel momento del check-out il cliente ha oltrepassato la fase decisionale ed è pronto a finalizzare l’acquisto” commenta Philippe De Passorio, Country Manager di Adyen Italia. “Per poter andare incontro alle esigenze in continuo cambiamento dei consumatori è necessario avvalersi di un partner tecnologico che possa tradurre i desideri dei clienti in soluzioni. Soluzioni come quella offerta da Adyen, gestiscono l’intero flusso dei pagamenti in un’unica piattaforma per qualsiasi canale di vendita, permettendo ai merchant di avere maggiore controllo sul proprio business, e in ultimo, favorendo l’aumento della reddittività”.

Pinko Concierge: una nuova esperienza di acquisto premium

L’emozione della boutique, anche durante il lockdown: nasce Pinko Concierge, un programma che include una serie di servizi esclusivi pensati per far vivere alle clienti fashion brand,  l’esperienza in-store, frutto della collaborazione tra Pinko e Adyen.

“Pinko Concierge – spiega infatti Emanuele Bianchi, CMO di Pinko-  è un’esperienza di shopping personalizzata a metà strada tra il negozio fisico e l’e-commerce, una combinazione di nuove modalità di acquisto in sicurezza che permettono alle nostre clienti di non rinunciare all’emozione che soltanto il contatto diretto con i capi di abbigliamento è in grado di regalare. Un servizio nato per assecondare i desideri delle donne di oggi e per permettere loro di provare i capi e acquistarli senza preoccupazioni.”

In alcuni store selezionati, il servizio Pinko concierge mette inoltre a disposizione un’autista che accompagnerà la cliente in boutique, oltre ad un personal shopper e un gift per chi si recherà in negozio. A chi invece preferisce fare shopping comodamente da casa, Pinko offre il servizio di un personal shopper che, in diretta live dalla boutique di Milano, selezionerà i capi desiderati dal cliente, mostrandoli indossati e dispensando utili consigli di stile.

Anche il momento dell’acquisto è pensato in totale sicurezza: grazie alla soluzione Pay by Link di Adyen, una volta selezionati gli abiti, l’assistente in negozio potrà creare il link di pagamento in completa autonomia e inoltrarlo via mail alla cliente, che con pochi click porterà a termine il suo acquisto.

La soluzione Pay by Link risponde infatti perfettamente alle esigenze di velocità e sicurezza richieste dal consumatore odierno. Invece dover interagire con un terminale POS all’interno del negozio, questa modalità di pagamento permette all’utente di arrivare al check-out tramite un link che lo porta ad una pagina di pagamento sicura.

Questa opzione offre massima flessibilità sia al merchant che al consumatore finale: i primi possono scegliere il canale digitale più adatto tra e-mail, chat, social media e SMS per inviare il link di pagamento, gli acquirenti potranno invece pagare con il metodo di che preferiscono tramite una pagina che funziona su più dispositivi.

“In questo momento senza precedenti, il nostro obiettivo è aiutare le aziende ad adattarsi e reagire con la massima rapidità alle nuove esigenze” commenta Philippe De Passorio, Country Manager, Adyen Italia. “Per poter offrire nuove modalità di acquisto, le aziende devono ampliare i propri canali di vendita affidandosi, dove necessario, a piattaforme di supporto. Siamo molto soddisfatti che Pinko abbia scelto di adottare la nostra soluzione Pay by Link, che permette loro di offrire una shopping experience esclusiva e al contempo un servizio di pagamento sicuro per le loro clienti. Con Pay by link Adyen ha sviluppato un sistema semplicissimo che può essere implementato su diversi canali di vendita e che ben si adatta alla contingenza attuale”.

Adyen rende noti i suoi risultati finanziari e conferma il trend di crescita

La piattaforma di pagamento europea  Adyen annuncia che i suoi ricavi netti hanno toccato i 684 milioni di euro, con una crescita del 28% rispetto all’anno precedente. Nel corso del 2020 Adyen ha elaborato transazioni per 303,6 miliardi di euro (+27% Vs 2019), mentre l’EBITDA è stato pari a 402 milioni di euro (+27% Vs 2019). Il margine EBITDA per il 2020 è del 59%. L’azienda ha siglato nuove collaborazioni a livello globale, fra gli altri, con GoPro, Thalys, Verisure, Ralph Lauren, Boulanger, Fossil, Gianvito Rossi e QC Terme. Nonostante il perdurare dell’impatto di COVID-19 sull’economia mondiale, Adyen ha registrato una crescita sostanziale grazie al generale aumento dei volumi di vendita online e di beni digitali. I risultati finanziari raggiunti, nonostante la situazione macroeconomica molto complessa, dimostrano l’ottima capacità di resilienza del business dell’azienda che cresce anche sul mercato italiano dei pagamenti, posizionandosi come uno dei player preferiti dai grandi brand del Made in Italy. Nel corso degli ultimi 12 mesi, le aziende del Belpaese che hanno scelto le soluzioni di Adyen per la gestione dei pagamenti mobile, online e in store, infatti, sono salite a oltre 150. Fra le nuove collaborazioni avviate nel 2020 spiccano quelle con Prada, Woolrich, Ferragamo, Diesel, Pinko, Slowear, Mazzolari, Upim, Amplifon, Casa.it, DeAgostini, AmicaFarmacia e Dianacorp, che si vanno ad aggiungere a nomi del calibro di Brunello Cucinelli, Benetton, Etro, Furla, Boggi Milano, Eataly Net e Cortilia, già clienti dell’azienda. In un panorama dei pagamenti che continua a beneficiare di diversi fattori favorevoli, Adyen mette in campo un set di soluzioni pensati per rispondere alle esigenze di trasformazione omnicanale delle vendite. Una tendenza del mercato già presente da qualche tempo ma che con lo scoppio della pandemia e conseguenti lockdown ha subito un’accelerazione dirompente, soprattutto in Italia. Secondo i dati di pagamento aggregati sulla piattaforma di Adyen, in Italia la quota di acquisti contactless nei negozi è salita dal 50% al 60% nell’ultimo anno, con una crescita anche di soluzioni wallet come Apple Pay e Google Pay, sempre più diffuse. Le stime per il 2021 prevedono, inoltre, un’ulteriore crescita che sarà trainata anche dall’aumento del limite legale per i pagamenti contactless a 50 euro, scattato a gennaio. “I grandi brand del Made in Italy si stanno dimostrando in prima linea in questo processo di trasformazione verso un approccio alla vendita sempre più digitale” commenta Philippe De Passorio, Country Manager Adyen Italia. E aggiunge: “In un anno di grandi sfide per tutto il mercato, grazie alle nostre soluzioni di pagamento e-commerce e multicanale abbiamo permesso a molte aziende italiane, da un giorno all’altro, di iniziare a vendere online oppure di offrire pagamenti contactless o attraverso Pay-by-Link. In questo modo, molti merchant sono stati in grado di reagire meglio alla pandemia e di muovere i primi passi verso un approccio omnicanale alle vendite. Si tratta di una tendenza molto forte in Italia e che vedremo ulteriormente accelerare nell’anno in corso, con molti progetti già pronti a partire”. I piani dell’azienda per il mercato italiano sono chiari: continuare a crescere, ampliando il numero di merchant clienti ed espandendosi in nuovi settori. Per farlo nel corso dell’ultimo anno Adyen ha continuato ad assumere nuovi talenti per il proprio headquarter di Milano dove oggi lavorano in regime di smartworking 14 professionisti. A livello globale, Adyen ha proseguito il proprio percorso di espansione internazionale con l’apertura di nuovi uffici a Dubai, portando il numero globale di dipendenti a più di 1.700 in 23 uffici nei principali mercati mondiali.

e-commerce: 6 consigli per gestire resi e rimborsi

Il dilagare del Coronavirus, ha impresso un’accelerazione sull’e-commerce. Come rivela l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm-Politecnico di Milano, secondo cui il 77% delle aziende che vende online nei diversi settori dichiara di aver acquisito nuovi clienti nell’ultimo periodo. Questo porta però ad affrontare nuove sfide: gestione di resi, rimborsi e chargeback.  Come prepararsi al meglio ad affrontare questa evenienza?

La piattaforma di pagamento Adyen, ha preparato alcuni consigli utili a prevenire le richieste di rimborsi, saperle gestire e consolidare i rapporti con i clienti durante l’intera procedura.

I resi

Potrebbe sembrare un paradosso, ma secondo uno studio dell’Università del Texas, più tempo viene concesso ai clienti per restituire un prodotto, meno è probabile che lo facciano.

Quindi>? meglio allungare i termini per la consegna.

I fattori psicologici in gioco sono in particolare due: la cosiddetta “Teoria dei livelli di rappresentazione”, secondo la quale più le cose sono lontane più ci sembrano meno concrete. Dunque, se 30 giorni rappresenta una scadenza dietro l’angolo, 60 giorni sono invece una data lontana nel tempo, un limite più astratto che riduce l’urgenza e ci assicura tempo per valutare con più calma. Elemento questo che si collega in modo diretto all’altro grande fattore, chiamato “L’effetto dotazione”, ovvero più si possiede qualcosa, più si tende a volerlo tenere. Un concetto che è anche alla base del successo del modello di business freemium nell’ultimo decennio.

Prevenire descrivendo

Spesso la restituzione di un articolo deriva dal fatto che esso non corrisponde alle aspettaive. Ergo, meglio fare una descrizione più articolata e fornire quante più informazioni possibile per ogni articolo, includendo immagini ad alta risoluzione per dare agli utenti un’idea esatta di come sia il prodotto.

Informativa sui resi coerente con il brand

In pochi sanno che l’informativa sui resi è uno dei contenuti più letti del proprio sito. Ben 2 utenti su 3, infatti, prima di procedere ad un acquisto la leggono con attenzione, perciò è bene redigerla prestandovi la dovuta cura. Gli ingredienti principali sono semplicità, trasparenza e coerenza con il brand: ovvero una marca che ha come target la generazione Y corre il rischio, con una informativa molto formale, di creare un effetto di dissonanza. Dunque, se il proprio stile di comunicazione sul sito utilizza un tono diretto e informale, l’informativa dovrebbe essere redatta con lo stesso spirito.

Comunicare in modo chiaro e tempestivo

È fondamentale essere chiari, disponibili e tempestivi in tutte le comunicazioni relative ai resi. Se ai clienti piace essere sempre aggiornati sullo stato dei propri ordini, si aspettano lo stesso livello di trasparenza anche sui resi. Ad esempio, offrire loro diverse opzioni, come la possibilità di riprogrammare la consegna o l’emissione di voucher, potrebbe essere utile a mantenere il cliente felice e soddisfatto.

Ottimizzare il servizio clienti

Adyen annovera fra i propri clienti dei veri e propri maestri nella gestione dei resi, come ad esempio Zalando. Il brand è celebre in tutto il mondo per la sua efficienza e capacità gestione dei resi, e questo perché ha compreso che i clienti migliori sono anche quelli che restituiscono il maggior numero di articoli. Pertanto, ha iniziato a usare i resi come un’ulteriore opportunità per consolidare i rapporti con clienti più inclini a spendere.

Evitare il chargeback 

I rimborsi possono rivelarsi complicati da gestire, perché richiedono un trasferimento di fondi dal conto bancario del merchant a quello del cliente. Creare un fondo dedicato appositamente a questo può rendere le cose più semplici. Un fondo per rimborsi consiste in un pool di fondi disponibili sul conto bancario dell’azienda, dal lato del processore di pagamento. In questo modo i rimborsi possono essere emessi in automatico, riducendo il tempo necessario ad amministrarli e garantendo che il denaro torni disponibile sul conto del cliente in pochissimo tempo.

I resi fanno parte di qualunque attività commerciale. Purtroppo, in questo periodo le aziende si trovano a dover emettere molti più resi della norma. Il modo migliore per affrontarli è cercare di ridurne la frequenza” commenta Philippe De Passorio, Country Manager, Adyen Italia. “Quando si verificano, però, vi si può far fronte con una comunicazione trasparente e un fondo apposito ben gestito. Usare un’unica piattaforma di pagamento, poi, può aiutare a ridurre la pressione sull’azienda, in particolare nel riconciliare, effettuare o contestare i rimborsi”.

Trasformazione digitale: un’opportunità da 53 miliardi di dollari per il retail in Italia

Tra potenziale aumento delle vendite garantito da un migliore e più completo utilizzo dell’unified commerce e shopping experience negative da correggere, nel settore retail ci sono, a livello globale, ben 3,3 trilioni di dollari di profitti raggiungibili nei prossimi anni. Nuove opportunità che solo in Italia valgono un volume di transazioni da oltre 53 miliardi. Questo il quadro che emerge dal Retail Report 2019, lo studio, realizzato in collaborazione tra Adyen, la piattaforma di pagamento scelta da aziende leader a livello mondiale, e la società di ricerca 451 Research, su abitudini d’acquisto e aspettative dei consumatori poste a confronto con le strategie cui fanno affidamento i retailer per migliorare la customer experience offerta al pubblico.

Puntare sulla tecnologia fa crescere le vendite

Il settore retail, oggi, si trova sempre più a doversi confrontare con le nuove opportunità offerte dalla tecnologia e da un pubblico di consumatori abituato agli acquisti digitali. Tanto che, stando alle previsioni degli stessi retailer, da qui a tre anni, il tasso di vendite online salirà fino a un terzo del totale. Secondo i dati raccolti all’interno del Retail Report 2019 di Adyen, nuovi strumenti e un moderno approccio integrato tra i diversi canali di vendita potrebbero garantire, a livello globale, un incremento nel business dei retailer di almeno 805 miliardi. Questo significa, però, anche confrontarsi con le nuove e più pressanti richieste dei consumatori che si aspettano di vivere una shopping experience personalizzata: semplice e veloce, ma anche conveniente e tagliata su misura sulle proprie esigenze. Ne sono un esempio i portafogli digitali e pagamenti contactless che non solo rappresentano uno dei principali fattori cui fanno attenzione i consumatori, ma anche un importante elemento di fidelizzazione nei confronti di un retailer piuttosto che di un altro. Ben il 53% dei consumatori dichiara di aver abbandonato almeno un acquisto online negli ultimi 6 mesi per la mancata disponibilità del metodo di pagamento preferito, un dato che si traduce annualmente in 277 miliardi di vendite abbandonate a livello mondiale.

Acquisti cross-channel e offerte personalizzate via social

I social network si stanno trasformando progressivamente da semplice strumento di ricerca per nuovi prodotti e offerte interessanti a concreta opportunità di acquisto per il 20% dei consumatori presenti su internet. Una percentuale che potrebbe essere ulteriormente incrementata tenendo conto che, soprattutto sui canali social, i consumatori si dimostrano più inclini a spendere quando l’offerta che viene loro proposta è personalizzata in base alle shopping experience vissute in precedenza. L’opzione cross-channel (ovvero, l’acquisto online e il ritiro o la restituzione direttamente in negozio), poi, sta diventando un vero e proprio fattore di preferenza, con il 46% dei consumatori che afferma che la disponibilità del cross-channel li spingerebbe a propendere per un rivenditore piuttosto che su un altro. Non stupisce, dunque, che già 308 miliardi di nuove vendite annuali vengano realizzate in questo modo, mentre, investendo in tal senso, il fatturato dei retailer potrebbe aumentare di altri 560 miliardi. Eppure, è ancora molto ridotto il numero di quei venditori che possono offrire ai propri clienti un simile servizio. A dimostrazione di una progressiva trasformazione digitale ancora lenta e graduale per player attivi nel settore delle vendite al dettaglio.

Vendite mancate: un problema da trasformare in opportunità

Sempre secondo lo studio Adyen-451 Research, importanti opportunità di sviluppo per i retailer sono offerte anche dall’altra faccia della medaglia, ovvero la possibile riduzione delle vendite non realizzate. Ridotte opzioni di pagamento, esaurimento merce e lunghe attese prima di poter completare un acquisto: queste le carenze principali che spingono un cliente a lasciare il negozio senza aver completato l’acquisto. Gli italiani, in particolare, sembrano essere tra i consumatori più esigenti per ciò che riguarda la qualità del prodotto d’interesse: impossibile convincerli ad acquistare qualcosa di diverso, tanto che ben il 96% dei potenziali acquirenti italiani preferisce uscire dal negozio nel caso in cui l’oggetto dei propri desideri non sia disponibile. Ecco perché le rotture di stock lo scorso anno hanno causato ai retailer 482 miliardi di dollari di mancate vendite nel mondo. Ma perdite ugualmente elevate (circa 370 miliardi) si sono registrate anche a causa di code e tempi d’attesa che, soprattutto per gli acquirenti più giovani, rappresentano un fastidioso impedimento.

Philippe de Passorio

“La trasformazione digitale è qualcosa di cui i retailer non possono più fare a meno, se vogliono fornire una customer experience integrata e personalizzata sulle richieste del pubblico” commenta Philippe de Passorio, Country Manager Italia di Adyen, e aggiunge: “In Adyen, lavoriamo a fianco di moltissime realtà italiane d’avanguardia, come Brunello Cucinelli, Furla, Benetton ed Eataly, e questo ci permette di osservare in anticipo i primi risultati tangibili di questo grande cambiamento in atto. I nostri dati mostrano in modo inequivocabile che oggi investire in una seria strategia focalizzata su commercio unificato, soluzioni di pagamento e social media può portare profitti da record al retail nazionale. Per quanto sia stata di tendenza negli ultimi anni, abbiamo solo scalfito la superficie dell’enorme potenziale della trasformazione digitale in ambito retail”.

Acquisti online: i dati dell’Unified Commerce Index 2019

Foto di StockSnap da Pixabay

Shopping online: usi e costumi dei consumatori. A indagarli il recente studio Unified Commerce Index 2019 di Adyen che ha offerto uno spaccato inedito delle ultime tendenze del commercio internazionale e dei vantaggi per i retailer nell’adottare un approccio sempre più omnicanale.

La prima evidenza è che una propensione più marcata all’acquisto è appannaggio degli omnichannel shopper; specialmente se confrontati con i consumatori “tradizionali”, infatti, gli omnichannel rivelano livelli di spesa superiori del 30% ed effettuano acquisti presso lo stesso rivenditore con una media di 4 volte all’anno, il doppio di quella fatta registrare da un consumatore classico. Segno che l’esperienza di acquisto su più canali è apprezzata e diventa sempre più fattore di preferenza per il consumatore.

Gli acquisti su mobile vanno forte, specialmente per somme fino a € 60, contro una spesa media di € 120 da tablet e € 126 da PC.

Se si passa poi a misurare le perfomance dei digital wallets i dati sono sorprendenti: si assiste infatti ad una vera e propria impennata pari al +400% negli acquisti in store. Una crescita trainata dal lancio di Apple Pay e Google Pay in molti paesi nel corso del 2018 e dall’utilizzo sempre più frequente di WeChat Pay e Alipay da parte dei viaggiatori cinesi. In questo caso parliamo infatti di un valore  dell’acquisto medio intorno ai 416 euro, ben 4 volte superiore rispetto alla media degli altri pagamenti registrati da Adyen sulla propria piattaforma.“Si tratta di un risultato davvero importante, frutto della tendenza, sempre più diffusa fra i turisti cinesi, di acquistare beni di lusso durante i viaggi all’estero in occasione delle festività nazionali”ha commentato Philippe de Passorio, Country Manager Italia di Adyen. “E’ un’opportunità cruciale in ambito retail, in particolare per i brand del Made in Italy che riscuotono un grande successo fra i viaggiatori cinesi. Oggi offrire un’esperienza d’acquisto sempre più fluida e più comoda per il turista internazionale è un’urgenza non più procrastinabile, in particolare nel segmento lusso”.   

 

 

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