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Liquid Data Engage, la soluzione tecnologica di Circana destinata ai distributori

Si chiama Liquid Data Engage la nuova soluzione di Circana dedicata ai distributori che rende più semplice l’ottimizzazione delle performance di mercato, del category management, della loyalty, della supply chain e dei retail media grazie a un’unica soluzione di facile utilizzo che consente la gestione di tutti gli asset informativi. Integrando tutti i dati, le analisi di Circana elaborate da questa tecnologia consentono di individuare rapidamente delle opportunità di business che favoriscono i percorsi di crescita.

Liquid Data Engage offre:

  • On-Demand Analytics – Best practice, report e flussi di lavoro integrati sono immediatamente disponibili
  • Integrazione Dati Unica – La soluzione integra diversi set di dati provenienti dai distributori e garantisce una comprensione coerente con una guida automatizzata basata su Unify+ Genius Script di Circana
  • Rapida Implementazione – Una soluzione “chiavi in mano” che può essere rapidamente implementata tramite input di dati standard
  • Esperienza utente estremamente intuitiva – La semplice interfaccia utente consente una navigazione fluida tra i report e facilita la collaborazione
  • Facile scalabilità – È possibile aggiungere moduli e servizi, qualora utile, senza dover riprogrammare la piattaforma
  • Analisi complete – Partendo da business performance di alto livello, la soluzione consente approfondimenti su tutti gli aspetti del processo decisionale del distributore, quali collaborazione, insights, targeting, attivazione e execution.

“In un momento caratterizzato da risorse limitate e dalla rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale e del machine learning, i distributori si trovano a dover gestire in modo sicuro complicate integrazioni di fonti di dati disparate. Liquid Data Engage semplifica questi processi, fornendo indicazioni importanti che possono aiutare concretamente i retailer a navigare nella complessità dei mercati guidati da un faro, un supporto concreto per affrontare tutte le sfide a testa alta” ha affermato Angelo Massaro, Amministratore Delegato Italia e EMEA Retail Lead, Circana.

“Il nostro nuovo impegno nel supportare i distributori trova fondamento nella vasta esperienza maturata dalla collaborazione con i retailer di tutto il mondo”, ha aggiunto Brad Shelton, Presidente Collaborative Gateway Solutions di Circana. “Abbiamo sfruttato questa preziosa esperienza per sviluppare Liquid Data Engage, una soluzione non solo innovativa ma anche semplice e facile da utilizzare. La nostra comprovata esperienza è maturata dalla implementazione di piattaforme simili per oltre 50 dei più grandi distributori del mondo”.

Accessibile tramite il software Unify+ di Circana, Liquid Data Engage garantisce report standardizzati per un’esperienza utente fluida e collaborativa. Sfruttando la piattaforma Liquid Data di Circana, Liquid Data Engage offre un semplice processo di analisi guidata attuabile in tre clic, consentendo ai distributori di ridurre il tempo impiegato nell’identificazione dei problemi per dedicarsi maggiormente all’implementazione delle soluzioni.

Consumi alimentari: la direzione del cambiamento. L’analisi di IRI

Foto di Perla Fierro da Pixabay

Chi cambia?  E come? Ma – soprattutto –  qual è la direzione di questo cambiamento?

E’ partita da qui l’analisi realizzata da Iri sul comparto  alimentare e presentata nel corso dell’ultima edizione di TUTTOFOOD.

“Negli ultimi tre anni – spiega Angelo Massaro, Managing Director Italia- i consumi food & beverage si sono evoluti a ritmo fisiologico: tra il 2015 e il 2018  si è assistito ad un incremento dell’1,5% a valore, dell’1% a volume, con una dinamica prezzi moderata che in media si è attestata sullo 0,5%.”

All’interno del macro comparto, però, scendendo nel dettaglio delle micro categorie, si assiste ad un dinamismo decisamente maggiore, che evidenzia componenti in netta crescita (come il freso) e componenti con andamento più flat.

“A proposito del fresco – precisa Massaro –  un dato è certo: ha contribuito concretamente a cambiare il comparto alimentare. Non a caso nel 2018, da solo ha sviluppato un valore pari a 1/3 del totale mercato.”

E parlando di dinamismo, ecco un altro dato che merita di essere evidenziato: contrariamente a quanto si potrebbe forse pensare “sono le PMI ( e non  le multinazionali) a presidiare i segmenti merceologici più dinamici”.

 

I canali

“Se gli iper permangono nella situazione di sofferenza già adombrata in passato, adesso – precisa Marco Limonta, Business Insight Director di IRI –  anche i C&C e i tradizionali accusano il colpo. In controtendenza, invece, cresce il ruolo del discount, degli specializzati e dell’e-commerce, in linea – quest’ultimo – con quella che è la tendenza europea.”

Verso prodotti premium

“Superata l’era del trading down (tipico dello crisi), ci troviamo oggi – sottolinea Limonta – in una fase di trading up. Ne discende una crisi del primo prezzo. Si prediligono i prodotti premium e si comprano meno le categorie basiche; all’interno di ogni categoria, poi, ad essere più penalizzati sono i segmenti core. Un esempio? Se la pasta secca perde 126 milioni di euro, al suo interno è quella di semola quella più in calo: -160 milioni.”

In altri termini sta accadendo che i Trend setter, o almeno alcuni di essi, rischiano più di non essere dei trend setter o quanto meno di esserlo molto meno. Come il biologico, per esempio, che tra il 2014 e il 2017 sono cresciuti del 18%, mentre nel 2018 si sono fermati poco sopra il 5.

Simile andamento per i delattosati, cresciuti del 17% in passato, de circa il 7% nel 2018.

Ad avvantaggiarsi di questo dinamismo – continua Limonta – è il marchio del distributore, che si sta defocalizzando dal primo prezzo, per investire piuttosto sulle denominazioni e il premium.

Dove andare

Davanti a questa marcia della Marca del Distributore, cosa può fare l’IDM?

“Una prima opportunità – spiega Limonta – è investire nei Superfoods (ovviamente consapevoli di tutte le incognite che possono gravare quest’area di sviluppo). Altro ambito interessante è quello del benessere animale (comunicando bene, però, in che misura questo si ripercuota sugli umani).

Altra scelta interessante è quella di combinare e fondere  vari trend di consumo per proporre un’offerta di maggior valore. Da non sottovalutare neanche le extention line, come veicolo utile a trovare nuovi target di consumo. Infine, non scordiamoci dell’horeca: potrebbe essere utilissima fonte d’ispirazione.”

Il tutto, ovviamente, a patto di salvaguardare la sostenibilità del conto economico: un’innovazione di valore, ma con bassa produttività a scaffale, nel medio periodo non paga.

Quindi? Quindi innovare è giusto e sacrosanto, ma a patto che i ricavi sostengano i costi.

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