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Olio spalmabile Reolì, l’alternativa a burro, margarina e olio di palma

Olio spalmabile? Si può. Arriva in Italia l’olio spalmabile Reolì, realizzato da Reolì Srl, spin-off accademico R&DCal. Risultato dell’industrializzazione di un brevetto del Laboratorio di Reologia e Ingegneria Alimentare dell’Università della Calabria, Reolì vuole essere la risposta salutistica al crescente consumo di grassi (burro e margarina sono stimati su base annuale pari a circa 4,1 e 4,3 Kg e in Europa l’importazione complessiva di olio di palma registrata nel 2015 è di circa 6,6 milioni di tonnellate).

Lucia Seta

“Con il progetto PON-Ricerca e Competitività 2007-2013 ‘Spread Bio-Oil’ ci siamo posti l’obiettivo di trovare un sostitutivo ai condimenti derivati da proteine animali, ricchi di colesterolo e lattosio, come il burro, e a quelli contenenti olio di palma o grassi idrogenati come le margarine.” – spiega il management di Reolì – “Il risultato ottenuto è un alimento cremoso a base vegetale simile per proprietà meccaniche, aspetto e versatilità al burro di latte vaccino e alle margarine vegetali idrogenate e pertanto può essere utilizzato in sostituzione a questi condimenti. Ricco di antiossidanti, l’olio spalmabile è adatto anche alle diete vegetariane e vegane. Uno dei plus per il consumatore finale sono le sue doti salutistiche”.

Le linee di prodotto Reolì

Tutte caratterizzate da un tenore di grassi pari al 79%, gli spalmabili Reolì sono costituiti da olio extra-vergine d’oliva o olio di semi di girasole per il 60% e da burro di cacao. Come in tutti i “burri” l’acqua è rappresentata in misura del 19%. Completano la formulazione mono e di-gliceridi degli acidi grassi e Vitamina E.reoli

Reolì sarà distribuito nei canali GD, GDO e Ho.Re.Ca. in due linee di prodotto:

  • Reolì Extra-Vergine, che contiene il 60% di olio d’oliva, è proposto come sostitutivo del burro;
  • Reolì Girasole, a base di olio di semi di girasole (60%), può essere impiegato in cucina al posto di melange, grassi da spalmare e margarina, notoriamente ricca del tanto dibattuto olio di palma.

Nei canali GD e GDO le due linee saranno commercializzate come semilavorato refrigerato in comode vaschette monouso in polipropilene da 200 grammi.

Per il canale Ho.Re.Ca, Reolì nelle versioni Extra-Vergine e Girasole è proposto in confezioni monouso di tipo Bag in Box da 20 Kg.

Per quanto riguarda la food industry, Reolì ha sviluppato un prodotto anidro che si posiziona come alternativa più sana rispetto all’olio di palma, all’olio di colza e di cocco.

Etichette, stereotipi e luoghi comuni: le donne non ci stanno. La ricerca di Special K

Etichette? No grazie. E non stiamo parlando di quelle nutrizionali, ovviamente. Ma dei luoghi comuni, degli stereotipi che troppo spesso vengono loro affibbiati e che le donne rifiutano con forza.

Lo conferma una recente ricerca commissionata da Special K (come parte della nuova campagna di Special K “La Forza è…”) che ha coinvolto un campione di donne italiane, alle quali è stato chiesto di stilare l’elenco delle parole che non vorrebbero più sentire e quelle che invece contribuiscono a celebrare la forza interiore femminile nella società. Lo studio è nato con l’obiettivo di arrivare al cuore della forza femminile e celebrarne ogni giorno le sue espressioni: in questo scenario, Special K offre il suo contributo sul piano nutrizionale con Special K nutri-mi™, la nuova combinazione di fiocchi e agglomerati multi cereali, arricchita di vitamine, ferro e acido folico.

Parole da bandire

Dalla ricerca emerge che ci sono definizioni sminuenti, avvilenti e offensive per il 63% delle intervistate e per questo andrebbero cancellate dal vocabolario e dal gergo quotidiano.

Ecco le 5 parole più invise alle donne italiane: mestruata e isterica (rispettivamente primo e secondo posto sull’inviso podio). Seguono rompi palle, stronzetta e prima donna.

«Le parole ritenute poco tollerabili da parte delle donne sono quelle che le etichettano in modo svalutante fondandosi sugli stereotipi legati alla “donna lavoratrice” o alla “donna forte” – ha commentato la psicologa e psicoterapeuta Laura Duranti. – Come stereotipi sono particolarmente irritanti poiché tendono ad inquadrare qualsiasi donna nello stesso cliché riducendola al solo essere donna e stressandone le caratteristiche prettamente femminili (diresti mai ad un uomo che è “mestruato” o “isterico”?) ed è questo che li rende meno tollerabili, perché la attaccano in quanto donna e non in quanto persona».

E l’autostima ne fa le spese

Non sono tanto le over 50 ad essere destabilizzate da queste etichette, quanto le giovani: oltre il 58% delle intervistate tra i 18 e i 34 anni, se descritte in questo modo, si sente meno saldo nella propria determinazione a essere fedele a se stessa. Per fortuna ci sono le parole positive, quelle che piacciono e che fanno sentire bene: determinata, sicura di sé, coraggiosa, intraprendente e coerente.

Ad ogni modo le donne non soffrono troppo di complesso di inferiorità, per fortuna. L’86% delle italiane, infatti, pensa di poter contare su una considerevole forza interiore; le donne con figli e quelle con più di 50 anni sono quelle che sono convinte di possederne più della media.

Modelli e figure ideali

Dalla ricerca, inoltre, emerge che circa una donna su due afferma di avere un modello femminile di forza interiore. Quello più gettonato, che si colloca al primo posto è una figura fondamentale come la mamma. Segue Rita Levi Montalcini mentre la terza icona è rappresentata da Madre Teresa di Calcutta.

IRI e The Kroger Co.: una partnership a vantaggio dei consumatori

IRI, leader mondiale nella gestione di big data, e The Kroger Co. , uno dei principali distributori al mondo, hanno siglato un accordo di lungo periodo, destinato a ottimizzare il rapporto con la clientela.

L’obiettivo della partnership, infatti, è quello di supportare la strategia core di Kroger denominata Customer 1st e rafforzare l’offerta ed il servizio al mercato ed al consumatore offerti delle due aziende.

All’interno di questa strategia, IRI sarà il partner principale per i servizi riguardanti le informazioni di mercato, che forniranno al distributore e a tutti i produttori con cui collabora una visione univoca delle performance del business comparata al resto del mercato.

Operativamente, il punto di forza di questo approccio risiede nell’innovativa piattaforma tecnologica IRI Liquid Data™ e nelle informazioni sui prodotti e su dati provenienti da fonti terze (ad inclusione di meteo, costi dei carburanti e fattori macroeconomici) che faciliteranno la collaborazione di Kroger e dei suoi fornitori e la presa decisionale.

“IRI e Kroger sono in prima linea nell’evoluzione dello scenario del retail grazie a informazioni di mercato più puntuali e tecnologia all’avanguardia per la creazione di strategie di marketing centralizzate sul cliente che, in ultima analisi, consentono di generare crescita” – Ha commentato Andrew Appel, President and Chief Executive Officer di IRI.
“In tutto quello che facciamo e in ogni decisione che prendiamo mettiamo al primo posto i nostri clienti. La collaborazione con IRI rappresenta per noi un ulteriore passo in questa direzione” – ha commentato Mike Donnelly, Executive Vice President dell’area merchandising di Kroger. “Siamo fermamente convinti che IRI detenga gli strumenti migliori per consentire a Kroger e ai suoi fornitori di accedere a insights più rilevanti, che ci permettono di migliorare la shopping experience di tutti i clienti.”

Shopping on line: il busillis di costi e disservizi. E spunta il serial returner

Shopping on line sempre più sulla cresta dell’onda. Ma i clienti non sono sempre soddisfatti.

Per i disservizi in fase di consegna (a domicilio o sul pdv) ma anche per via dei costi o dei sistemi contorti con cui gestire i resi.

Ecco alcune delle evidenze emerse dalla nuova ricerca “JDA/Centiro Customer Pulse Report Europe 2016″, condotto da YouGov.

La survey realizzata online – coinvolgendo 8.190 acquirenti in Regno Unito, Germania, Francia e Svezia –  ha infatti rivelato che, nonostante la propensione a spendere di più (specialmente perché superando l’importo minimo, si bypassano le spese di consegna), i clienti continuano a non tollerare un servizio scadente.

In caso di delusione, infatti, ha espresso l’intenzione di rivolgersi a un altro retailer, quasi due terzi (63%) degli intervistati, con punte del 74% nel Regno Unito.

Click & Collect

Parliamo di un servizio in crescita, come dimostra il fatto che quasi la metà degli intervistati (49%) ha dichiarato di avere acquistato in modalità “Click&Collect”, con un aumento del 17% rispetto al 2014. I mercati di Francia (59%) e Regno Unito (54%) hanno registrato il tasso di adozione maggiore. Tuttavia c’è ancora qualcosa che non va:  la survey ha rivelato che 1 consumatore su 2 ha riscontrato problemi con le consegne a domicilio degli ordini online  effettuati negli ultimi 12 mesi.

“[….] Come si evince dalla nostra ricerca – ha commentato Jason Shorrock, Vicepresidente, Retail strategy EMEA di JDA  – le problematiche associate al “last mile” delle consegne a domicilio continuano a influire in modo negativo sull’esperienza dei clienti, che sono più propensi a rivolgersi ad un altro retailer se le loro aspettative non vengono soddisfatte. La buona notizia è che i consumatori sembrano essere propensi a superare gli importi minimi degli ordini se questo assicura loro una consegna o un ritiro gratuito. Oggi più che mai è importante offrire un servizio clienti eccellente, se non si vogliono compromettere  le relazioni con i consumatori e il fatturato”.

Valori minimi degli ordini

Ma quali sono le reason why di acquisto più diffuse? Il costo continua a essere il fattore più rilevante per gli acquirenti che ordinano articoli online con consegna a domicilio (50%). Seguono praticità (26%) e velocità (18%). È interessante notare che la velocità è un fattore molto più importante soprattutto in Germania (21%) e Francia (21%) rispetto a Regno Unito (16%) e Svezia (12%).

Nel corso degli ultimi 12 mesi, molti retailer hanno introdotto diverse misure, tra cui valori e addebiti minimi per gli ordini Click & Collect, con l’obiettivo di aumentare la profittabilità delle proprie operazioni online.  Nonostante la maggioranza (79%) dei consumatori indichi di essere disposta a superare gli importi minimi degli ordini, la ricerca mostra chiaramente come, in questo senso, sia dirimente per i consumatori l’opzione di consegna:  il 25% è propenso a farlo per una delivery il giorno stesso e il 22% per una consegna il giorno dopo, ma questa percentuale scende al 15% per le consegne standard (3-5 giorni). Le risposte inoltre variano a seconda dell’area geografica, con un terzo (33%) degli intervistati nel Regno Unito disposto a superare i valori minimi degli ordini per beneficiare di una consegna entro il giorno successivo, rispetto al 16% degli intervistati francesi.
Per quanto riguarda la consegna gratuita, i consumatori del Regno Unito mostrano la maggiore aspettativa, con quasi il 72% che si aspetta una consegna standard gratuita (3-5 giorni), percentuale nettamente inferiore in Svezia (61%), Germania (55%) e Francia (55%).

I resi: alla caccia dei serial returner

La questione è spinosa: la ricerca mostra che il 30% dei consumatori europei restituisce articoli in media due volte l’anno, con un ulteriore 25% che li rende tre o più volte. Complessivamente, il 46% degli intervistati ha effettuato resi poiché non soddisfatto. Un ulteriore 16% ha dichiarato di avere comprato diversi prodotti con l’intenzione di restituirne alcuni. È significativo notare che questa percentuale è maggiore in Germania (23%) e Regno Unito (19%), a indicare una possibile tendenza verso i “serial returner”.
“L’elaborazione dei resi online continua a porre una sfida sia operativa che finanziaria per i retailer. Allo stesso tempo sta avendo un’influenza crescente sulla scelta dei retailer con cui i consumatori decidono di effettuare acquisti online”, ha dichiarato Niklas Hedin, CEO di Centiro. “[…] Per i retailer diventerà sempre più importante identificare i “serial returner”, così da personalizzare al meglio le condizioni offerte per i resi e utilizzarle come fonte di maggior coinvolgimento dei clienti”.

Punti vendita, quale futuro?
Naturalmente in Europa la situazione nn è omogenea: molto dipende dal grado di maturità dei mercati. “Per i retailer internazionali – ha infatti commentato Jason Shorrock –  è importante comprendere queste differenze a livello regionale, in modo da personalizzare il proprio approccio per soddisfare specifiche esigenze locali”.

Comunque un dato è certo: nonostante gli ordini online con consegna a domicilio rappresentano la modalità più popolare negli ultimi cinque anni (61%), ancora un numero significativo di clienti dichiara di utilizzare il servizio Click & Collect (28%) o di utilizzare il punto vendita per fare acquisti e ritirare in negozio (35%) o per fare acquisti e optare per una consegna a domicilio (21%). Se ne deduce, quindi, che il punto vendita continuerà a svolgere un ruolo significativo nel settore retail in futuro.
Infine, un accenno a una recente tendenza che comincia, però, a delinearsi bene: quella dell’utilizzo dei servizi di fulfillment di terze parti, per consentire  il ritiro degli articoli presso luoghi quali stazioni ferroviarie e supermercati. Oltre un quarto (27%) dei consumatori ha dichiarato di essere propenso a utilizzare questi servizi in futuro, particolarmente popolari in Svezia (37%) e Francia (36%).

Kiki Lab presenta Ki Best 2016: Retail tour virtuale

Ki Best 2016: Retail tour virtuale sta per debuttare in un duplice appuntamento: a Rimini il 25 ottobre 2016, dalle ore 11.00  alle 16.30 e a Milano il 23 novembre 2016, dalle ore 16.00 alle 20.30.

I temi clou? Tendenze emergenti e casi innovativi e di successo di aree Retail, viste e raccontate dal team Kiki Lab nell’ultimo anno.

Tante le città visitate: New York, Dubai, Barcellona, Cannes, Monaco, Londra, Amsterdam, Bilbao e variegati i Settori e i Retailer: alimentare, non alimentare, servizi, ristorazione rapida, centri commerciali, cross-canalità; catene e indipendenti; mass-market, discount, lusso.

Programma

 Fabrizio Valente

  •   Retail tour virtuale
  •   Highlights del World Retail Congress 2016 – Dubai

Testimonianze a Rimini

  • Giuseppe Silvestrini, Pres. Unieuro
  •   Maria Vannuzzi, Dir. Retail Apoteca Natura – Aboca
  •   Massimo Barbieri, Dir. Op., F.ing e Form. Burger King Italy
  •   Antonio Milani, Amm. Del. La Piadineria
  •   Andrea Prosperi, Corp. Com. & People Care Gruppo Teddy – Terranova

Testimonianze a Milano

  •   Mario Resca, Pres. Confimprese
  •   Francesco Ioppi, Dir. Imm. Finiper e Dir. C.C. Il Centro Arese
  •   Antonio De Matteis, Amm. Del. Kiton
  •   Andrea Prange, Amm. Del. L’Erbolario
  •   Amazon (in attesa di conferma)

Quota di iscrizione: 400€ + IVA

Per info e iscrizioni: 030 22 16 81 – kiki@kikilab.it

 

Partner: Epson,  Wash Dog,Toshiba – Event Partner: Rimini Fiera – Palacongressi di Rimini  –  Main Media Partner: InStore – Media Partner: BeesnessDisplay MagazineDistribuzione Moderna, ilQIPromotion Magazine, Retail Now – Association Partner: Assofranchising, BeTheBoss,CNCC, ConfimpreseGS1 Italy – Award Partner: Superbrands  – Academy Partner: Fondazione Istud.

Birra artigianale veloce e direttamente a casa, con il sistema BEER BAR

Birra al di là degli schemi: ecco l’ultima novità firmata SodaStream. Si chiama BEER BAR ed è un innovativo sistema pensato per creare la birra a casa. Basta aggiungere acqua frizzante direttamente alla birra concentrata, fermentata alla perfezione.

Beer Bar è costituito dal gasatore SodaStream Genesis e dalla birra concentrata Blondie (da una bottiglia da 1 litro è possibile produrne circa 3 di birra), una birra doppio malto, leggera (grado alcolico 4,5%) e naturale, che ha un gusto autentico e delicato e un intenso aroma di luppolo.

Siamo felici di lanciare un nuovo brand dedicato ad un segmento in crescita, quello della Birra fai da te. È il prodotto perfetto per le feste a casa tra amici, davanti a una partita o per i momenti conviviali – dice Petra Schrott, Direttore Marketing e Comunicazione di SodaStream Italia”.

Beer Bar arriva in Italia dopo un lancio in Svizzera e in Germania e sarà disponibile al prezzo di € 99,90 sul sito e-commerce www.sodastream.it a partire dal 15 Ottobre e presso i migliori rivenditori SodaStream.

È inoltre in vendita la confezione regalo Blondie con una bottiglia di birra concentrata e due bicchieri da birra, al prezzo di € 17,99, e la bottiglia di Blondie al prezzo di € 7,49.

 

Conad e Cattolica Assicurazioni costituiscono il fondo immobiliare Mercury

Conad e Cattolica Assicurazione insieme per la costituzione del fondo immobiliare Mercury a matrice tutta italiana e dalla peculiare connotazione cooperativistica. “Segno indubbio- è il commento di Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad – che  fra italiani possiamo fare molto anche senza attendere aiuti dall’estero”.

Proprio in virtù di questa identità cooperativistica, l’affinità elettiva tra Conad e Cattolica Assicurazione ha portato a siglare la partnership e – come ha ventilato lo stesso Giovan Battista Mazzucchelli, ad del gruppo assicurativo – potrebbe costituire un buon trampolino di lancio per successive e ulteriori joint venture che troverebbero negli 8 milioni di clienti Conad e nel 3,5 milioni di clienti Cattolica un inestimabile patrimonio.

Milano, 27 settembre 2016 Conferenza stama di Conad e Cattolica Assicurazioni per lanciare il fondo di investimento immobiliare Maercury GIOVAN BATTISTA MAZZUCHELLI, amministratore delegato Cattolica Assicurazion con FRANCESCO PUGLIESE, amministratore delegato Conad
Francesco Pugliese e Giovan Battista Mazzuchelli

“Ad oggi- ha poi precisato Mazzucchelli – la costituzione del fondo immobiliare Mercury va nella precisa direzione da anni perguita da Cattolica: quella di rafforzare, potenziare e differenziare il nostro patrimonio immobiliare, che oggi vale 900 mld di euro”.

“Obiettivo di Mercury – ha sottolineato Pugliese- è quello di liberare risorse e aumentare la liquidità delle cooperative che vi hanno aderito (e non escludiamo che in futuro possano aggiungersene altre).

Il fondo Mercury

Tre le cooperative coinvolte, ad oggi, nell’accordo: Conad del Tirreno, Conad Centro Nord e Conad Adriatico, che hanno conferito nel fondo immobili per un valore di 300 milioni di euro e che nel prossimo triennio prevedono investimenti pari a 293 milioni, così ripartiti: 122 milioni Conad Centro Nord, 37 milioni Conad Adriatico, 134 milioni Conad del Tirreno.

Le tre cooperative avranno comunque la disponibilità degli immobili tramite contratti d’affitto di lunga durata.

Il fondo Mercury (gestito per legge da un soggetto terzo, Savills Investment Management) è finanziato al 55 per cento (165 milioni di euro) con debito bancario ipotecario a 10 anni, diviso al 50 per cento tra Banca Imi (Gruppo Intesa) e Unicredit. Il restante 45 per cento (135 milioni di euro) costituisce il capitale sociale versato dai due azionisti, il 51 per cento da Cattolica Assicurazioni (69 milioni di euro) e il 49 per cento (66 milioni di euro) dalle tre cooperative Conad, che in tal modo potranno contare su risorse pari a 234 milioni di euro. Tale valore è parte dell’investimento complessivo del piano presentato a giugno alle banche e alleggerisce il peso dell’impegno economico delle cooperative per finanziare lo sviluppo.

Crollo dei consumi: Cobolli Gigli auspica un piano industriale

I dati Istat relativi ai consumi del mese di luglio, non passano inosservati (-0,2% rispetto a  luglio 2015 nelle vendite a valore, con l’alimentare a +0,5% e il non alimentare a -0,6%). Tanto che in merito si rivela seriamente preoccupato Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione: “Anche a schermata-2016-09-26-a-15-31-24luglio le vendite al dettaglio presentano un segno meno, sia a valore (-0,2%) che a volume (-0,8%) e neanche i saldi sono serviti per crescere. Preoccupante soprattutto il dato a volume, che viene confermato anche nella cifra complessiva dell’anno: -0,2% da gennaio a luglio 2016, che fotografa una situazione nella quale, anche a fronte di prezzi sostanzialmente fermi e di retribuzioni reali in crescita, le quantità acquistate dalle famiglie diminuiscono. Manca la voglia di comprare, prevale la preoccupazione e l’attendismo, si aspettano segnali più convincenti e un quadro di prospettive migliori, proprie e del Paese. Una cornice che ricrei stimolo al consumo”.

“Occorre fare tutto il possibile per invertire questa tendenza – auspica Cobolli Gigli – Dal 2007 ad ora le vendite al dettaglio Istat sono diminuite del 6,5% a valore, miliardi di fatturato perso dall’inizio della crisi che hanno avuto un impatto violentissimo sul mondo del commercio e su tutta l’economia nazionale”.
Incentivare l’offerta, ma non dimenticare la domanda
“La prossima Legge di Bilancio sarà prevalentemente centrata sugli incentivi all’offerta, puntando sulla ripresa degli investimenti pubblici e privati, per ritrovare efficienza, produttività e competitività del nostro sistema industriale. Il lato della domanda non deve tuttavia essere trascurato. I consumi delle famiglie sono responsabili del 60% del PIL e se non si trovano le leve giuste per rimetterli velocemente in moto, saremo condannati a una crescita lenta e faticosa. Serve un “piano industriale per il rilancio dei consumi”, articolato con interventi che agiscano sulle sacche di povertà presenti nel Paese, aiutino la ripresa della natalità e ridiano certezze e fiducia al ceto medio, la popolazione in grado di riportare in alto i consumi” conclude Il Presidente di Federdistribuzione.

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Domanda debole: il commento di Luigi Bordoni

Orogel premiata da Carrefour Italia per la sua lotta contro lo spreco

Tra oltre 650 fornitori, Orogel è stata premiata da Carrefour Italia nell’ambito del progetto “La Grande Sfida dei Fornitori contro lo spreco alimentare”. Due, essenzialmente, i requisiti più apprezzati:

  • le sue efficaci politiche aziendali
  • le iniziative messe in atto per la prevenzione, il riutilizzo, il recupero e la ridistribuzione dei prodotti alimentari.

Nella motivazione del riconoscimento si legge: “Tra le pratiche implementate per la riduzione degli sprechi, l’azienda si è concentrata sulla riduzione dei sottoprodotti della lavorazione di vegetali grazie all’innovazione tecnologica nelle fasi di cernita del prodotto. La selezione è infatti diventata più mirata grazie allo sviluppo di cernitrici a telecamere e a raggi laser; tecnologie che hanno portato ad una maggior capacità di individuare e scartare i corpi estranei riducendo la precedente perdita di prodotto conforme per errato scarto. Le prime sperimentazioni su macchine cernitrici automatiche sono iniziate nel 2009 testando diversi modelli e fornitori: oggi, a 7 anni dal primo progetto pilota, questa tecnologia è utilizzata su tutti i vegetali tal quali lavorati in azienda, sino ad arrivare a prodotti miscelati, come il minestrone”.

“Siamo convinti che questo premio sia il riconoscimento all’impegno che stiamo mettendo da anni a combattere lo spreco a favore della sostenibilità vera – dichiara Silver Giorgini, direttore Qualità e Innovazione prodotti Orogel. Ciò che ci rende particolarmente fieri di averlo meritato è che non ci è stato dato sulla base di una dichiarazione nostra, ma a seguito di indagini serie: qui da noi in azienda è venuta una società specializzata che, per conto di Carrefour, ha verificato i nostri processi produttivi e, in seguito, siamo stati giudicati e infine premiati da un comitato di esperti nominato sempre da Carrefour”.

Domanda debole, contesto precario: il commento di Luigi Bordoni

“A luglio 2016 le vendite al dettaglio registrano una diminuzione congiunturale dello 0,3% sia in valore sia in volume. La flessione è imputabile ai prodotti non alimentari, le cui vendite calano dello 0,5% in valore e dello 0,4% in volume [….]”. Ecco quanto emerge dalle recenti evidenze ufficiali sui consumi, pubblicate dall’Istat. Prendendo spunto da questa nota, Luigi Bordoni, presidente di schermata-2016-09-26-a-14-30-59Centromarca, evidenzia gli effetti della congiuntura sull’Industria di Marca e chiede all’Esecutivo un più netto cambio di passo nelle scelte di politica economica.

“I dati Istat di luglio confermano la perdurante stagnazione della domanda e non ci sorprendono”, rileva Bordoni. “Sono il riflesso di un’economia debole: evidentemente servono interventi di politica economica più decisi ed efficaci. I mercati scontano il clima complessivo di forte incertezza, che incide sulla fiducia delle famiglie, già penalizzate dalla riduzione del loro potere d’acquisto”.

L’andamento dell’IdM
“Nel primo semestre 2016”, continua Bordoni, “l’Industria di Marca ha manifestato una tenuta complessiva delle vendite e detiene la quota di mercato più elevata in Europa. Inoltre, il 61% delle aziende – secondo le nostre rilevazioni – evidenzia previsioni di crescita tra giugno 2016 e giugno 2017. Ma la dinamica si svolge in un contesto deflativo e le tensioni sui prezzi sono tali da penalizzare la marginalità, con effetti negativi sugli impieghi in innovazione, ricerca, comunicazione. Senza queste risorse, è arduo mantenere un flusso continuo ed adeguato di investimenti, uniche leve per creare uno sviluppo e una crescita sostenibili nel tempo”.

IVA e clusola di salvaguadia
“In più occasioni”, rileva Bordoni, “abbiamo avuto dal Governo conferma che nella prossima Legge di Stabilità saranno disinnescati gli aumenti Iva legati alle Clausole di Salvaguardia. È un fatto positivo, perché l’incremento dell’imposta avrebbe effetti devastanti sulla dinamica della domanda, rendendola ancora più fragile. Ma nella situazione attuale questo non basta: dall’Esecutivo ci aspettiamo iniziative che creino un contesto ambientale più favorevole alle imprese e agli investimenti, con effetti positivi sull’innovazione, l’occupazione, i consumi e l’economia del Paese”.

Il presidente di Centromarca rimarca inoltre l’esigenza di favorire la concorrenza a tutti i livelli: “Il Paese non può più permettersi il lusso di avere segmenti dell’economia pubblica e privata che operano in condizioni protette, agendo sulle loro tariffe in un regime di non concorrenza e accaparrandosi così porzioni consistenti del reddito che le famiglie potrebbero destinare ai consumi”.

Congiuntura e andamento della domanda saranno tra i temi affrontati nel corso della XXV edizione degli “Incontri dell’Industria di Marca con la Moderna Distribuzione” promossi da Centromarca, in programma il 28 e 29 settembre. All’appuntamento, riservato alle sole industrie associate, prenderanno parte oltre 600 manager e i vertici delle più importanti catene distributive.

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