CLOSE
Home Tags Aziende

Tag: Aziende

Contraffazione: nel comparto vini e alcolici costa 1,3 miliardi di euro

Contraffazione, quanto ci costi? 1,3 milioni di euro, per l’esattezza. A tanto ammonta ogni anno l’onere delle aziende derivato dalla produzione di alcolici e vini contraffatti.

Ecco quanto emerge  da un nuovo studio dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO). Risulta infatti che il 4,4 % delle vendite legittime di alcolici e il 2,3 % di quelle dei vini vanno persi ogni anno a causa della contraffazione nel settore delle bevande alcoliche. con ripercussioni gravi anche in termini di posti di lavoro persi: 4 800 posti nei relativi settori, poiché i legittimi produttori assumono meno personale di quanto avrebbero fatto in assenza di contraffazione.
E non  basta: prendendo in considerazione anche gli effetti a catena che vini e alcolici contraffatti hanno sul mercato, vanno aggiunti 18 500 posti di lavoro persi per l’economia dell’UE, di cui 8 600 nel settore agricolo e 1 300 in quello alimentare.

Schermata 2016-07-28 a 14.38.46

Il Direttore esecutivo dell’EUIPO, António Campinos, ha dichiarato:

«Il settore dei vini e degli alcolici nell’UE è composto per la stragrande maggioranza da imprese di piccole e medie dimensioni che impiegano mediamente 10 lavoratori ciascuna. Lo studio evidenzia l’impatto economico della contraffazione in tale settore e le relative conseguenze per l’economia dell’UE nel suo complesso. Le conclusioni che ne abbiamo tratto sono volte ad assistere i responsabili delle politiche nella risposta che sono chiamati a dare ai problemi causati dalla contraffazione in questo settore cruciale dell’economia».Schermata 2016-07-28 a 14.38.59

Focus su alcuni Paesi
Spagna: lo studio stima pari a 263 milioni di EUR l’anno la perdita per il settore della produzione iberica di vini e alcolici in conseguenza della contraffazione, e a 90 milioni di EUR l’anno quella per l’erario spagnolo per la mancata riscossione delle accise.

Francia: secondo le stime, la contraffazione costa al settore di vini e alcolici d’Oltralpe 136 milioni di EUR l’anno in mancate vendite. A questi si aggiungono 100 milioni di EUR di accise perse a causa della presenza sul mercato di prodotti contraffatti.Schermata 2016-07-28 a 14.39.14

Italia: nel complesso, i settori dei vini e degli alcolici del paese perdono annualmente 162 milioni di EUR, ossia il 2,7 % del mercato complessivo, cui si aggiungono 18 milioni di EUR l’anno in mancate accise.

Germania: lo studio stima pari a 140 milioni di EUR l’anno le perdite per il settore produttivo tedesco, più 65 milioni di EUR in accise non riscosse.

Regno Unito: il totale delle mancate vendite nel settore della produzione di vini e alcolici è stimato a 87 milioni di EUR l’anno, di cui 25 per gli alcolici e 62 per i vini, e quello delle mancate accise a 197 milioni di EUR l’anno.

NOTA SULLO STUDIO

Il lavoro qui citato è l’ottavo di una serie pubblicata dall’EUIPO tramite l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, in merito all’impatto economico della contraffazione nei settori industriali dell’UE. Gli studi precedenti di tale serie hanno analizzato settori quali industria discografica, orologi e gioielli, borse e valigie, giochi e giocattoli, articoli sportivi, abbigliamento, calzature e accessori nonché cosmetici e prodotti per la cura personale.

IKEA inaugura il primo Pick-Up & Order Point in un Centro Commerciale

IKEA inaugura il primo Pick-up & Order Point a marchio della Capitale: un nuovo progetto commerciale che avvicina il punto vendita ai centri urbani, unendo alcuni aspetti del negozio classico alla comodità dell’acquisto online da pc, tablet e smartphone.

Un nuovo format di prossimità che risponde alle nuove abitudini d’acquisto dei consumatori e anticipa le tendenze del mercato: punti vendita dalle dimensioni più ridotte, assortimento selezionato di prodotti e un’attenzione maggiore a tempi, ritmi e necessità dei consumatori. Una strategia che rappresenta un’ulteriore tappa per IKEA d’integrazione tra canale fisico e virtuale, con l’obiettivo di offrire un bouquet di servizi tra cui scegliere sulla base delle proprie esigenze.

Il Pick-up & Order Point di Roma, il primo aperto all’interno di un centro commerciale, ha visto un investimento di 1,9 mln di euro, per una superficie complessiva di 1.500 mq, di cui 700 mq allestiti per la vendita diretta di 89 complementi d’arredo e 800 mq destinati al ritiro e all’ordine dei prodotti.
Le previsioni per l’attività commerciale del 2017 vedono 15.000 ordini e consegne al Pick-Up & Order Point e una stima di 100.000 visitatori.

IKEA nella Capitale
A Roma il nuovo format convive con due punti vendita tradizionali ormai consolidati, Anagnina e Porta di Roma, inaugurati rispettivamente nel 2000 e nel 2005. I due negozi romani, solo nel 2015, hanno registrato oltre 7 milioni di visitatori, mentre dalla provincia di Roma sul sito e-commerce IKEA.it/Compraonline sono stati fatti acquisti per un totale di 3.4 mln di euro attraverso 18.000 ordini.
La presenza di IKEA a Roma ha una ricaduta occupazionale di 814 collaboratori diretti con una percentuale pari al 98% di contratti a tempo indeterminato e 68% a regime di part time, con una presenza femminile pari al 59%.
Il Pick-Up & Order Point rappresenta un ulteriore passo del piano di espansione di IKEA a Roma dove è già pianificato l’investimento per l’apertura di un terzo punto vendita di tipo tradizionale nella zona ovest della città.

Lidl sceglie: elettricità solo da fonti rinnovabili

Lidl Italia compie un importante passo in avanti in ambito green scegliendo un approvvigionamento elettrico derivante interamente da fonti rinnovabili.

La lungimirante conversione energetica dell’Insegna è iniziata nel 2015 e attualmente si riflette su tutte le pertinenze Lidl distribuite sul territorio italiano: dalla Direzione Generale di Arcole alle 10 Direzioni Regionali, toccando gli oltre 570 punti vendita. Grazie all’accordo contrattuale con C.V.A. Trading ed alla certificazione del GSE che attesta la provenienza da fonte rinnovabile dell’energia tramite il rilascio dei titoli di Garanzia di Origine, la Catena può affermare di contribuire allo sviluppo delle rinnovabili per un futuro sempre più ecosostenibile.

Lidl_2

Lidl Italia ha già dimostrato grande sensibilità in tema di sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico nella realizzazione di punti vendita di nuova generazione in classe energetica A+, dotati di impianti fotovoltaici e costruiti con materiali altamente coibentanti.

La certificazione dei propri consumi di energia elettrica come provenienti interamente da fonti rinnovabili costituisce per Lidl Italia una scelta coerente con la propria politica energetica e con le misure di sostenibilità ambientale già intraprese poiché permette di limitare il proprio impatto sull’ambiente.

“Non è soltanto la quantità di energia consumata ad essere un dato rilevante, ma anche la fonte rappresenta un fattore decisivo per la tutela dell’ambiente” – dichiara Emilio Arduino, membro del CDA –  “Per questo Lidl Italia ha scelto una strategia energetica che punta sulle rinnovabili, che non pregiudichi le risorse naturali e possa contribuire a ridurre le emissioni di gas serra.”

L’obiettivo a lungo termine di Lidl Italia è di ridurre i consumi energetici attraverso la razionalizzazione dei processi aziendali, la sensibilizzazione dei collaboratori sui temi energetici e la gestione più attenta delle risorse. Per fare questo l’Azienda ha scelto di certificare il proprio Sistema di Gestione dell’Energia secondo i requisiti della norma ISO 50001 entro la fine del 2016.

Gruppo Acqua Minerale San Benedetto leader nel mercato italiano del beverage

Gruppo Acqua Minerale San Benedetto è  leader assoluto del mercato Italiano del beverage analcolico nel 2015 con una quota a volume del 15,1% e la migliore performance in termini di guadagno di quota (+1.1 % Vs 2014). A certificarlo è Canadean, prestigiosa società internazionale di ricerca e consulenza di mercato, con sede principale a Londra, accreditata come “specialista”  per lo studio e l’analisi dei mercati globali relativi all’industria delle bevande.

Si consolida, dunque, il ruolo di San Benedetto quale azienda “totale” in grado di presidiare con successo tutti i comparti che compongono il beverage analcolico. Il lungo lavoro d’innovazione e differenziazione svolto dall’Azienda le ha permesso di offrire  un ventaglio di brand, prodotti e formati specifici attraverso i quali coprire tutti i diversi segmenti del mercato, rispondendo alle esigenze in continua evoluzione del consumatore e del trade, sia a livello di prodotti che di formato.

Oltre alla leadership di Gruppo,  Canadean certifica San Benedetto come:

·       Brand più venduto nell’intero mercato delle bevande analcoliche in Italia con una quota a volume del 15%;

·       Brand più venduto nel mercato delle acque minerali con il 10,7% di quota a volume;

·       Brand più venduto nel mercato del thè freddo con il 28,9% di quota a volume;

·       Leading Group nel segmento delle bibite gassate senza zuccheri aggiunti con una quota a volume del 30,5%;

·       Energade, marchio prodotto e distribuito in Italia da San Benedetto su autorizzazione di Schweppes Int. Limited, è il primo brand nel mercato degli sport drinks con una quota a volume del 34,5%.

“La leadership di mercato è il frutto di anni di sacrificio, di impegno e di assoluta dedizione al lavoro di tutto il Gruppo e delle sue maestranze”  – ha dichiarato Enrico Zoppas, Presidente e Amministratore Delegato del  Gruppo Acqua Minerale San Benedetto S.p.A. –  “Questo risultato ci riempie d’orgoglio ma, nel contempo, ci rende ancora più consapevoli che non è affatto un punto di arrivo ma solo un punto di partenza, stimolandoci e responsabilizzandoci a fare ancora meglio sapendo di dover affrontare nuove sfide e nuovi contesti sempre più complessi e difficili.” .

Milkman lancia la “sua” logistica verde: veicoli elettrici e spedizioni intelligenti

Milkman, la startup italiana che (tramite l’omonima App) permette agli utenti di “personalizzare” le consegne, promuove la logistica “verde”.

Due le soluzioni adottate da Milkman per abbassare l’impatto di questo inarrestabile trend sull’ambiente: la prima è una flotta di veicoli elettrici, riconoscibili grazie al colore verde anice e al logo del “lattaio che corre”, già operativa sulle strade di Milano: prima città in cui il servizio è disponibile.

La seconda è la possibilità di consolidare le proprie consegne. Non tutti i pacchi, infatti, sono così urgenti da dover essere consegnati uno per uno. La App Milkman, tra le sue diverse funzionalità, permette all’utente di aspettare che tutti gli acquisti online siano arrivati in giacenza presso il magazzino della startup, per poi programmarne la consegna in un’unica soluzione, allo stesso prezzo, evitando che decine di furgoni entrino in città, spesso col vano di carico semi-vuoto.

Chi è Milkman
Niente servizio di portineria? Meglio non ricevere pachi personali sul posto di lavoro? Dire basta agli avvisi di mancata consegna? Ci pensa Milkman e lo fa grazie alla “armi” della nuova tecnologia. Raccogliendo, cioè, in una sorta di “nuvola” fisica gli acquisti e consegnandoli a qualsiasi ora: in giornata o la sera, in fasce orarie scelte dall’utente, fino a 60 minuti.

Come funziona Milkman
Basta registrarsi per creare un indirizzo Milkman e indicarlo sempre come indirizzo di consegna al momento del check-out dalla sessione di shopping online. Non appena Milkman riceve la merce ordinata, invia una notifica al cliente sullo smartphone. La app comunica inoltre, attraverso notifica “push” con accuratezza crescente, l’esatto momento in cui avverrà la consegna.
A partire da euro 1,90. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì (presto anche il sabato) fino alle 22:00.

 

Amazon, con un investimento di 150 milioni, aprirà un nuovo CeDi vicino a Roma

Amazon, alle prese con un più che considerevole aumento della domanda, annuncia la realizzazione di un nuovo Centro di Distribuzione a Passo Corese – nel Comune di Fara in Sabina (RI) – che si stenderà su un’area di 60.000 mq.

Sarà di 150 milioni di euro l’investimento iniziale, mentre amontano a 1200 i nuovi posti di lavoro nel triennio successivo all’inizio delle attività.

Una bella opportunità dunque, anche alla luce del fatto che i salari dei dipendenti Amazon si collocano tra i più alti del settore della logistica e comprendono benefit quali sconti sugli acquisti su Amazon.it, assicurazioni sanitarie e cure mediche private. Amazon propone anche opportunità come il programma Career Choice, che offre ai dipendenti che intendono specializzarsi in un ambito specifico fino al 95% del costo delle rette e dei libri di testo per frequentare corsi professionali per quattro anni.

La nuova realizzazione affiancherà l’operatività del Cedi già attivo a Castel San Giovanni ed entrambi garantiranno ai clienti di Amazon in tutto il mondo il servizio rapido e affidabile a cui sono abituati, in particolare in occasione dei periodi di picco antecedenti le vacanze.

amazonLe opinioni

“Negli ultimi cinque anni abbiamo creato più di 1.000 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato nel nostro centro di distribuzione attivo a Castel San Giovanni e oggi siamo lieti di annunciare che ne creeremo altri 1.200 nel nuovo polo di Passo Corese nei prossimi tre anni” ha infatti dichiarato Roy Perticucci, Amazon Vice-President Operations Europe. “Questa nuova unità operativa – ha proseguito  – sarà integrata nel network di Amazon che conta ventinove Centri di Distribuzione in sette Paesi europei, che ci permettono di rispondere alla crescita della domanda e di mantenere le nostre promesse di consegne veloci e affidabili ai clienti in Italia. Sono convinto che da questo investimento trarrà vantaggio anche l’economia locale, con nuovi posti di lavoro e nuove opportunità per le imprese di collaborare con uno dei più avanzati network logistici al mondo, che raggiunge milioni di clienti in tutta Europa”.

“Siamo felici ed orgogliosi di questa notizia, che ripaga il lavoro della nostra amministrazione e quello di tutti i soggetti pubblici e privati che si sono impegnati per la realizzazione di questo progetto che oggi finalmente è divenuto realtà”, ha commentato Davide Basilicata, Sindaco di Fara in Sabina. “Per Fara in Sabina e per il nostro territorio questo è un risultato decisivo per il rilancio economico e occupazionale che questa straordinaria occasione produrrà. Da oggi questo diventerà uno degli hub logistici più significativi d’Italia e tra i più strategici del Centro-Sud”.

Qui e nell'immagine in evidenza due particolari del Centro di Distribuzione Amazon di Castel San Giovanni
Qui e nell’immagine in evidenza due particolari del Centro di Distribuzione Amazon di Castel San Giovanni

Investimenti in Europa e in Italia
Il 2015 è stato un anno record per la creazione di posti di lavoro da parte di Amazon in Europa: sono infatti stati creati oltre 10.000 nuovi posti fissi, che hanno portato il personale europeo della società a superare complessivamente i 40.000 dipendenti. Dal 2010 Amazon ha investito oltre 15 miliardi di € in Europa in infrastrutture e servizi per la distribuzione, in servizi ai clienti, in data center regionali come Amazon Web Services, nella ricerca e sviluppo e altro ancora.
A partire dall’avvio delle sue attività in Italia nel 2010, Amazon ha investito nel Paese più di 450 milioni di € e creato 1.700 posti di lavoro.
Il Centro di Distribuzione di Castel San Giovanni, che impiega più di 1.000 dipendenti, è stato aperto nel 2011, un anno dopo il lancio di Amazon.it. Inizialmente esteso su 26.000 mq, oggi copre un’area di 86.000 mq per poter gestire la crescente domanda dei clienti e far fronte alla crescita del catalogo Amazon.it, che oggi offre più di 136 milioni di prodotti. A novembre 2015 Amazon ha aperto il Centro di Distribuzione urbano di Milano (1500 mq) per il servizio ai clienti Amazon Prime Now.

Oltre a questi investimenti negli impianti logistici del Paese, Amazon ha aperto i suoi uffici a Milano nel 2010, nei quali impiega oltre 300 persone e attualmente ha più di 60 posizioni aperte. La società ha inoltre scelto la città di Cagliari quale sede del Customer Service, che impiega circa 300 persone.

Paolo Gerevini è il nuovo direttore generale di Melinda

Melinda ha un nuovo direttore generale: si tratta di Paolo Gerevini. Cremonese, 58 anni, Gerevini proviene da importanti esperienze professionali nell’ambito del settore agroalimentare dove ha operato in Barilla e Conserve Italia ed è da tre anni Direttore Generale di Pizzoli. Laureato all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sposato con due figlie, svolgerà ufficialmente l’incarico a partire dai primi di settembre 2016. Succede a Luca Granata, che ha lasciato il Consorzio nel marzo 2015 dopo 13 anni di collaborazione

«Non posso che essere felice di poter far parte di un’azienda come Melinda – ha dichiarato Paolo Gerevini -. La sfida sarà quella di rendere ancor più sostenibili le produzioni di Melinda, una sostenibilità che premi il lavoro dei soci frutticoltori dal punto di vista economico e che contemporaneamente consideri sempre più rilevanti gli aspetti ambientali e sociali delle produzioni».

Paolo Gerevini è stato nominato in Consiglio nella sede di Melinda di Cles (Tn), alla presenza del Presidente Michele Odorizzi, il vicepresidente Ennio Magnani e tutti i membri del C.d.A.

«Abbiamo individuato in Paolo Gerevini la figura professionale che cercavamo da tempo – ha detto Michele Odorizzi, Presidente di Melinda –. Oggi una realtà cooperativa come la nostra, che cresce e muta di anno in anno, ha bisogno di un team direttivo esperto e costantemente in contatto con i movimenti del comparto melicolo nazionale ed internazionale. In questo ultimo anno, senza una figura direttiva, abbiamo potuto contare sul lavoro del nostro staff di direzione interno, che ringrazio ufficialmente. Sono certo che una nuova mano esperta possa contribuire al miglioramento organizzativo e strategico generale e sono sicuro che questa nuova presenza saprà inoltre contribuire in termini di performance commerciali, a vantaggio di tutti i soci produttori e di tutto il nostro territorio».

Lidl lancia FANtastico, il primo gelato figlio di Facebook

Lidl presenta FANtastico, il primo gelato figlio dei social. FANtastico, infatti, è stato creato e votato dai fan di Facebook sulla pagina ufficiale di Lidl Italia.
Lidl ha invitato gli oltre 1.600.000 fan Facebook a creare il gelato dei loro sogni. I fan hanno scatenato la loro fantasia sulla pagina ufficiale Facebook di Lidl Italia scegliendo tra ben 30 squisiti ingredienti per la realizzazione di un gelato customizzato.
Una innovativa operazione di crowdsourcing dedicata a tutti gli utenti del social network che ha registrato un alto livello di interazione, con più di 2000 gelati creati in totale. I fan hanno scelto gusto, topping e granella preferiti, vedendo materializzarsi, click dopo click, il gelato desiderato sul proprio schermo.

Il gusto vincente
Gli abbinamenti più richiesti dagli utenti si sono sfidati in una gara all’ultimo “mi piace” nella quale ha trionfato il “Gelato FANtastico” vincitore con 2500 votazioni circa. La vittoria è andata all’accoppiata cocco e pistacchio con topping al cioccolato bianco e scagliette di cioccolato al latte.

I precedenti
Questa non è la prima iniziativa di user generated content che ha permesso al pubblico di Lidl Italia di essere protagonista nella creazione dell’assortimento. Nel 2015 era stato chiesto ai fan Facebook di creare la “Pizza FANtastica”. Ad aggiudicarsi l’ambito titolo è stata una succulenta pizza a base di speck, noci e gorgonzola, ancora oggi in vendita nei supermercati Lidl di tutta Italia.

Coca-Cola HBC Italia: Marco Pesaresi è il nuovo direttore commerciale

Coca-Cola HBC Italia annuncia  la nomina di Marco Pesaresi a Direttore Commerciale. Pesaresi, riportando direttamente a Vitaliy Novikov, Country General Manager dell’azienda, sarà alla guida della struttura dedicata alla gestione delle relazioni commerciali con i Clienti della distribuzione moderna organizzata e del Canale Ho.Re.Ca, una delle più grandi Forze di Vendita del Paese, costituita da oltre 1.000 persone distribuite sull’intero territorio nazionale.

Marco Pesaresi - Direttore Commerciale Coca-Cola HBC ItaliaMarco Pesaresi avrà inoltre la responsabilità della gestione del team di Route to Market, incaricato di ottimizzare le attività di vendita e semplificare i processi, del team che si occupa della gestione delle attrezzature di Cold Drink, del Dipartimento di Sales Services Management, focalizzato sui processi di pianificazione di vendita, business analysis e di Customer service, ed infine della squadra focalizzata sullo sviluppo delle Commercial Capabilites, dedicata allo sviluppo ed alla formazione dell’organizzazione commerciale.
Classe 1968 e laureato in Economia presso l’Università La Sapienza di Roma, Marco Pesaresi ha iniziato il suo percorso professionale nel 1993 in Unilever dove ha coperto ruoli di crescente responsabilità nelle funzioni Sales, Marketing e Trade Marketing fino diventare Sales Director Out of Home. Nel 2007 arriva in Coca-Cola HBC Italia, dove ha ricoperto il ruolo di Regional Sales Director e poi di Normal Trade & Horeca Sales Director fino al 2009, prima di trasferirsi in Birra Peroni/SABMiller in qualità di Sales & Distribution Director.
Il suo ritorno in Coca-Cola HBC Italia contribuirà ad accelerare ulteriormente lo sviluppo e l’esecuzione delle strategie di vendita, grazie alla sua vasta esperienza nell’ambito del settore dei beni di largo consumo e la sua profonda conoscenza del mercato italiano.
“Sono estremamente contento ed onorato di tornare in Coca-Cola HBC Italia, un’azienda che ha saputo innovare la propria struttura per rispondere alle sfide di un mercato in constante cambiamento, con strutture focalizzate sui canali e team inter-funzionali dedicati ai principali Clienti” afferma Marco Pesaresi, Direttore Commerciale di Coca-Cola HBC Italia. “L’attuale organizzazione ci consente di rispondere alle esigenze specifiche dei nostri partner di business attraverso strategie dedicate che ne massimizzino la crescita nel pieno spirito del ‘vincere con i clienti’, uno dei valori fondamentali dell’azienda”.

Cornetti palm oil free: Colussi debutta nel segmento merende

Cornetti senza olio di palma: ecco la più recente novità proposta da Colussi, che segue a ruota il successo ottenuto da frollini, biscotti secchi,  fette biscottate  e crackers.

Colussi, infatti, grazie anche all’ottimo consenso riscontrato dal trade e dai consumatori, debutta nel segmento delle merende, con la prima linea di cornetti senza olio di palma e con farine poco raffinate di tipo 2.

La particolare ricettazione e l’assenza dell’olio di palma attribuiscono ai nuovi Cornetti Colussi sofficità e leggerezza grazie a un contenuto di grassi saturi inferiore tra il 30% e il 50% rispetto alla media delle merende sfogliate più vendute.

Quattro le varianti di gusto della linea: classico, cioccolato, albicocca e ciliegia.
Nuovo anche il packaging: in carta riciclabile 100% e l’indicazione chiara e immediata degli ingredienti utilizzati on pack.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare