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Quattro nuovi formaggi bio per il Caseificio Fratelli Castellan

Stracchino, robiola, ricotta e caciotta: sono questi i formaggi freschi della nuova linea biologica a marchio “Assaggi del Piave” del Caseificio Fratelli Castellan, che così risponde alle esigenze del consumatore sempre più attratto da prodotti che provengono da filiere controllate e garantite.

Stracchino e robiola bio sono disponibili anche senza lattosio. Il latte proviene da una azienda agricola biologica del territorio, a pochi chilometri di distanza dal caseificio trevigiano, per garantire formaggi bio di qualità ed espressione di un territorio di antichissima vocazione casearia. La lavorazione artigianale e senza conservanti avviene nel caseificio certificato Bio Valore Italia da qualificati maestri casari che custodiscono passioni e competenze.

Sul piano organolettico lo stracchino bio e la robiola bio presentano un gusto più dolce che rimanda al latte. La ricotta bio realizzata con il siero della lavorazione sprigiona un sapore intenso. La caciotta bio invece ha una pasta più cremosa ed è adatta ai numerosi utilizzi delle cucine domestiche e dei locali del fuoricasa.

Il Caseificio Fratelli Castellan esporrà la nuova linea biologica a Parma, al Cibus 2024, nel suo stand A 055 padiglione 2.

Good&Green al gusto bresaola, la novità bio di FelsineoVeg

FelsineoVeg si è fatta interprete delle esigenze degli sportivi e chi ha una vita attiva e presenta la nuova referenza di affettato vegetale Good&Green Fitness al Gusto di Bresaola. Biologico, con il 35% di proteine vegetali, oltre il 4% di fibre e fonte di iodio, il nuovo affettato plant-based di FelsineoVeg assicura un’alternativa al crescente numero di persone che adottano un’alimentazione nutriente ed equilibrata, essenziale per il benessere.

Come l’intera linea di affettati Good&Green, anche Good&Green Fitness al gusto di Bresaola è realizzato con il processo produttivo brevettato Mopur che utilizza lievito madre e farine biologiche a base di cereali e legumi. L’integrità degli ingredienti è assicurata dalla fermentazione naturale generata dai lieviti e dai batteri lattici, oltre che dalla cottura naturale ad acqua. Caratteristica importante che accomuna la nuova referenza Good&Green Fitness al resto della gamma è la presenza di un’etichetta corta e composta esclusivamente da ingredienti naturali, facilmente comprensibile da parte dei consumatori.

Good&Green Fitness al Gusto di Bresaola sarà presto disponibile presso le principali insegne distributive della Gdo.

Bio, una survey di Nomisma rivela dati in crescita, in Italia e all’estero

Continua la crescita del biologico italiano: a confermarlo sono i dati su superfici agricole, operatori ed export. Positive anche le performance del mercato interno, grazie al traino dei consumi fuori casa (ristorazione commerciale e collettiva segnano un +18% sul 2022) ma anche di una ripresa a valore dei consumi domestici (+7% anno terminante luglio 2023 rispetto all’anno precedente), certamente spinta dalle dinamiche inflattive data la lieve flessione riportata a volume in distribuzione moderna. Sono questi alcuni dei dati che Nomisma ha presentato pochi giorni fa in occasione della prima giornata di Rivoluzione Bio 2023, gli Stati generali del biologico. Nell’ambito dell’Osservatorio Sana, strumento che propone il monitoraggio dei numeri chiave della filiera biologica, dalla produzione fino alle dimensioni del mercato, Nomisma ha presentato le ultime stime sul mercato interno, i risultati di una survey sul consumatore italiano e un’indagine su 254 imprese alimentari e vitivinicole.

Le dimensioni del mercato bio in Italia
Nel 2021 le vendite alimentari bio nel mercato interno (consumi domestici e consumi fuori casa) hanno superato i 5 miliardi di euro e rappresentano il 4% delle vendite al dettaglio biologiche mondiali. A trainare la crescita del mercato sono i consumi fuori casa che sfiorano 1,3 miliardi di euro, segnando una crescita del +18% rispetto al 2022 legata al balzo in avanti dei prezzi più che all’aumentare delle occasioni di consumo. Fondamentale però è la ripresa dei consumi domestici che, dopo la leggera flessione dello scorso anno (-0,8% a valore rispetto al 2021), registrano una variazione del +7%. Anche in questo caso la crescita è da collegare soprattutto alla spinta inflazionistica dell’ultimo anno, confermata dal calo dei volumi in grande distribuzione (-3% le confezioni di prodotti bio vendute rispetto allo stesso periodo del 2022).

Bio consumer base
I risultati della consumer survey Nomisma su 1.000 responsabili degli acquisti alimentari italiani hanno mostrato come la consumer base di prodotti bio sia rimasta costante rispetto allo scorso anno (89% della popolazione 18-65 anni ha acquistato consapevolmente almeno un prodotto alimentare bio nell’ultimo anno). Chi acquista bio sceglie principalmente in base all’origine: il 29% seleziona prodotti bio 100% italiani, un ulteriore 17% quelli di origine locale/km 0 e l’11% cerca l’ulteriore presenza del marchio DOP/IGP. Anche la marca gioca da sempre un ruolo fondamentale nella scelta dei prodotti bio da mettere nel carrello (8% preferisce la marca industriale e il 7% la marca del supermercato).

L’export
Positiva anche quest’anno la performance dell’export di prodotti agroalimentari italiani bio che raggiunge i 3,6 miliardi di euro nel 2023, segnando una crescita del +8% (anno terminante luglio) rispetto all’anno precedente. Nonostante si registri una crescita più contenuta rispetto allo scorso anno, comunque in linea con l’export agroalimentare nel complesso, il riconoscimento per il bio Made in Italy sui mercati internazionali risulta rafforzato dall’evoluzione di lungo periodo (+189% rispetto al 2013) e dal crescente ruolo del bio sul paniere dei prodotti Made in Italy esportati (il peso nel 2023 ha raggiunto oggi il 6% a fronte del 4% registrato dieci anni fa). Le aziende bio italiane dimostrano dunque la loro resilienza, nonostante un contesto fortemente condizionato da scenario inflattivo, emergenze energetiche e climatiche. Per gran parte delle aziende (il 74%) infatti l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia sono state le principali criticità da affrontare negli ultimi 6-12 mesi, seguite dalla riduzione della domanda di prodotti bio (riscontrata da un terzo delle aziende) ma le previsioni per il futuro sull’export bio italiano sono positive (anche più caute rispetto a quelle dello scorso anno). Nello specifico, il 38% delle aziende prevede di aumentare nei prossimi 12 mesi il fatturato realizzato sui mercati internazionali, quota che sale al 61% con riferimento al vino. Più timide le proiezioni riguardo al mercato interno, soprattutto da parte delle aziende del food. Nel wine, invece, ben 1 azienda su 2 prevede in Italia una crescita del fatturato nel fuori casa e 1 su 3 scommette sullo specializzato (enoteche, wine shop..). Meno entusiasmo sulla Gdo sia da parte delle aziende del vino che del food.

“L’interesse del consumatore per il biologico è confermato, ma l’attuale contesto economico, i consumi in forte revisione per lo scenario inflattivo e gli stili di vita e alimentari in continuo mutamento dove la crescita a valore è confermata ma a fronte di un rallentamento dei volumi venduti” commenta Silvia Zucconi, Chief Operating Officer Nomisma. “Fondamentale risulta dunque promuovere efficaci azioni di informazione verso i consumatori con l’obiettivo di rafforzare conoscenze e consapevolezza sui valori del biologico e sulle garanzie sottostanti la certificazione. In questa logica determinanti le opportunità legate alle iniziative del Piano di Azione Nazionale per l’agricoltura biologica a partire soprattutto dalla scuola e coinvolgimento delle nuove generazioni rappresentano oggi più che mai i pilastri per porre le basi di una corretta educazione alimentare. Fondamentale inoltre sgombrare il campo da elementi confusori relativi al profilo della sostenibilità ambientale di un prodotto; il 40% dei consumatori è confuso dalla presenza di green claims, favorendo attività informative sul punto vendita che per il 92% dei consumatori rappresentano un elemento molto efficace per comprendere le caratteristiche di sostenibilità ambientale del prodotto biologico”.

Being Organic in EU a Sana ’23 per evidenziare valori e benefici del biologico

Il Progetto “Being Organic in EU”, sviluppato in partnership con Naturland, sarà al centro della manifestazione bolognese SANA – in calendario dal 7 al 10 settembre – che quest’anno si annuncia ancora più internazionale e orientata al B2B.

L’appuntamento è fissato nell’ampio spazio espositivo (Pad 29 – Stand C24/D19) dedicato alla promozione della cultura del biologico, obiettivo centrale della campagna sostenuta dell’EU che punta a valorizzare questo sistema agroalimentare sostenibile, salutare e resiliente dal punto di vista climatico ed ecologico, in linea con gli obiettivi del Green Deal, delle strategie Farm to Fork, Biodiversità 2030 e in perfettamente sinergia con il Piano d’azione europeo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica. Il progetto sarà inoltre al centro di iniziative di networking che coinvolgeranno operatori e imprese, eventi di approfondimento, cene tematiche e showcooking con degustazione per presentare a 360° il mondo del bio: dalla terra alla tavola. Da non perdere venerdì 8 settembre, il workshop tematico dal titolo “Zootecnia italiana. Perché il futuro non può che essere biologico”.

Being organic ha organizzato a SANA anche una buyers lounge dedicata ai professionisti del settore tesa a incrementare la sinergia tra gli operatori del biologico. L’ampia piattaforma di iniziative e programmi è realizzata nell’ambito della campagna “Being Organic in” Eu promossa da FederBio in collaborazione con Naturland e cofinanziata dall’Unione Europea.

“Deve esserci uno slancio verso l’agricoltura biologica nella società” dichiara Steffen Reese, Direttore Generale di Naturland. “La catastrofe climatica e la perdita di biodiversità sono emergenze drammatiche e ciò influisce sulla società globale nel suo complesso. Naturland e FederBio, attraverso azioni di sensibilizzazione verso il bio, vogliono creare consapevolezza nelle persone sull’importanza delle interazioni ecologiche, soprattutto in Germania e in Italia. Il biologico è la soluzione e il biologico ha bisogno di solide collaborazioni”.

“In un momento decisivo per la transizione agroecologica come quello attuale, è importante incrementare la conoscenza dell’agricoltura biologica e il suo ruolo fondamentale nel mitigare le insidie climatiche, tutelare la fertilità del suolo e la biodiversità” aggiunge Paolo Carnemolla, Segretario Generale di FederBio. “La partecipazione del progetto Being Organic in EU a una manifestazione storica e autorevole come SANA va in questa direzione. Attraverso Rivoluzione BIO, gli Stati generali del biologico, workshop, dibattiti e iniziative di networking puntiamo a fare convergere l’attenzione sui valori distintivi del vero biologico e sulle concrete opportunità di sviluppo, nazionali e internazionali, di questo settore che vede l’Italia tra i Paesi leader in Europa”.

Earth Day, per FederBio la transizione ecologica è il miglior investimento sul futuro

“Investiamo nel nostro Pianeta” è il tema scelto per celebrare il 53esimo Earth Day, la giornata mondiale dedicata alla sostenibilità ambientale e alla salvaguardia del nostro Pianeta che si celebra il 22 aprile.

Secondo FederBioil miglior investimento per tutelare la Terra è la transizione ecologica verso sistemi agroalimentari sostenibili e rispettosi degli ecosistemi. In linea con le politiche Ue che, con il Green Deal, le strategie Farm to Fork, Biodiversità e il Piano d’Azione europeo per il bio, si sono date l’ambizioso obiettivo di triplicare i terreni coltivati a biologico entro il 2030, riconoscendo i benefici ambientali sociali ed economici che l’agricoltura biologica può offrire, FederBio invita ad adottare stili produttivi più sostenibili e a scegliere un’alimentazione a base di cibo biologico, attenta alla stagionalità e alla prossimità di produzione, con un ridotto apporto di carne.

Il Rapporto “Study on the environmental impacts of achieving 25% organic land by 2030” di Nicolas Lampkin and Katrin Padel, recentemente presentato, delinea e quantifica i benefici – in termini ambientali, di mitigazione dei cambiamenti climatici, riduzione dell’inquinamento da azoto e miglioramento della biodiversità – che si otterrebbero con il raggiungimento del 25% di terreni agricoli biologici nell’Ue. In particolare, sottolinea lo studio, le emissioni totali di gas serra sarebbero ridotte fino a 68 milioni di tonnellate di Co2 l’anno con una diminuzione del 15% delle emissioni totali di gas serra dell’agricoltura dell’UE-27, mentre la biodiversità aumenterebbe del 30% sui terreni agricoli biologici rispetto a quelli non bio. Lo studio evidenzia, inoltre, che la conversione al biologico determinerebbe la riduzione del 90-95% dell’uso dei pesticidi, consentendo così di raggiungere un altro obiettivo ambizioso della strategia Farm to Fork: la diminuzione del 50% dell’utilizzo dei pesticidi chimici entro il 2030.

“Abbiamo solo una Terra e va tutelata – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio. Come attesta l’autorevole Rapporto Lampkin-Padel, la transizione agroecologica verso sistemi sostenibili e circolari come quello biologico contribuirebbe a ridurre significativamente l’inquinamento da azoto, a salvaguardare le risorse ecologiche e la biodiversità, mitigando contemporaneamente gli effetti sempre più devastanti del cambiamento climatico. Serve dunque un veloce cambio di paradigma sia nel modo di produrre che di consumare cibo. Scegliere bio significa salvaguardare le risorse naturali del Pianeta per le generazioni future, ecco perché riteniamo importante sensibilizzare a scelte alimentari amiche della Terra”.

In Giappone crescono i consumi e le richieste del bio made in Italy

In Giappone il biologico rappresenta ancora una nicchia di mercato. Il trend però è decisamente positivo, con una crescita media annua post-Covid pari al 8-10%, tanto che il Paese asiatico rappresenta uno tra i mercati più promettenti per il bio Made in Italy, come confermato anche dal panel di imprese alimentari e vitivinicole italiane intervistate da Nomisma in occasione del quinto forum Ita.Bio.

L’interesse verso il bio è in fermento in Giappone, lo conferma il “segno più” che contraddistingue in modo trasversale tutti i numeri del settore: 11,9 mila di ettari coltivati secondo il metodo biologico, in crescita del +13% in 10 anni, nonostante rappresentino ancora solo lo 0,5% sul totale della superficie agricola complessiva. Il piano di sviluppo del Ministero dell’agricoltura giapponese punta ad arrivare ad una quota del 25% entro il 2050. In questo scenario, oggi in Giappone il canale retail, rappresenta oltre i due terzi delle vendite. Il mercato degli alimenti “naturali” – healthy, naturali, sostenibili e vegetariani/vegani – è invece stimato a circa 6 miliardi euro, suggerendo come il mercato biologico per le sue caratteristiche abbia un enorme potenziale di crescita.

L’interesse per il bio è però ancora molto concentrato su specifici target (famiglie dell’upper class con figli al di sotto dei 12 anni e residenti nella regione di Tokyo), tanto che l’incidenza complessiva del bio sul totale del carrello alimentare è ancora assolutamente marginale. Dimensioni, dunque, ancora piccole ma che sottintendono enormi potenzialità da crescita, da ricondurre soprattutto ad un graduale cambiamento delle famiglie giapponesi verso uno stile di vita più sano (il 64% afferma di scegliere prodotti biologici perché più sicuri per la salute).

I dati della consumer survey originale realizzata da Nomisma rilevano che la consumer base oggi è ancora limitata ad una quota di acquirenti regolari, con i non user rappresentano il 68% della popolazione). I target in cui è molto forte il richiamo del bio sono quelli dei nuclei familiari in cui sono presenti bambini in età prescolare e delle famiglie ad alto reddito (1 su 4 consuma prodotti biologici regolarmente). Tuttavia, se si analizzano i principali driver di scelta dei prodotti alimentari per il consumo domestico, vi sono nello specifico due leve che guidano le scelte del consumatore giapponese: l’origine nazionale del prodotto e il prezzo . Solo l’8% sceglie come primo criterio di scelta per la spesa alimentare il marchio biologico (18% risposta multipla): i consumatori hanno una forte sensibilità al prezzo e, al tempo stesso, forti difficoltà a riconoscere i reali valori sottostanti alle produzioni biologiche. A differenza di quanto accade in altri mercati, i consumatori giapponesi non scelgono il biologico per motivi legati alla sostenibilità ambientale di questo metodo produttivo quanto. Piuttosto. per la sicurezza e la qualità che il bio trasmette.

Il monitoraggio realizzato da Nomisma fa emergere alcune aree di lavoro fondamentali per incrementare conoscenza, consapevolezza e interesse verso la categoria. Oltre 1 consumatore su 3 dichiara infatti di non aver informazioni sufficienti e dettagliate sulle caratteristiche e i valori degli alimenti biologici (quota che supera il 70% per i non user di bio). Nello specifico, più di 1 consumatore su 2 vuole avere informazioni più dettagliate sul contributo alla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) e, analogamente, vuole saperne di più sui benefici salutistici e sulla distintività del biologico rispetto al convenzionale.

Nel percepito dei consumatori giapponesi, l’Italia si posiziona al terzo posto, dopo Francia e Australia, tra i Paesi che producono i prodotti bio di maggiore qualità. “Supportare i protagonisti dell’agroalimentare biologico italiano è il primo obiettivo della piattaforma Ita.Bio dove Nomisma rappresenta la struttura di market intelligence in grado di monitorare dimensioni, trend e opportunità dei principali mercati internazionali” illustra Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence Nomisma S.p.A. “Nello scenario giapponese sono due le leve per la penetrazione del mercato: la ristorazione fuori casa, da sempre ambito di forte sperimentazione per il consumatore, e la possibilità di conoscere i prodotti tramite assaggi e materiali sul punto vendita. Un’area di lavoro fondamentale per il mercato è il packaging dei prodotti: riciclabile nei materiali, di alta qualità sia nella grafica che nella precisione del confezionamento”.

“Pasta, olio extra-vergine, formaggi e vino sono i prodotti italiani a marchio bio più acquistati dai consumatori giapponesi ma anche le categorie per i quali il consumatore è più interessato al binomio bio-Made in Italy. In ottica futura il vino è sicuramente uno dei prodotti che presenta le maggiori opportunità di crescita per l’Italia, anche in virtù del fatto che dal 1° ottobre 2022 la certificazione biologica JAS è stata estesa anche alle bevande alcoliche, vino incluso” afferma Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria, Servizi e Retail Nomisma S.p.A.

“Grazie all’analisi dei mercati in collaborazione con Nomisma, al sistema Ice e a un desk dedicato attivato da FederBio, siamo in grado di aiutare le imprese fornendo informazioni e contatti utili per orientare le proprie strategie commerciali e consolidare lo sviluppo nei mercati esteri”, conclude Paolo Carnemolla, Segretario Generale di FederBio.

Prodotti biologici fake, FederBio applaude all’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere

Da sempre al fianco delle forze dell’ordine per combattere le truffe nel biologico, FederBio ringrazia la Procura di Santa Maria Capua Vetere, gli investigatori della Guardia di Finanza e dell’ICQRF del MASAF per la recente operazione che ha consentito di scoprire una rilevante frode nella commercializzazione di prodotti falsamente dichiarati biologici. L’indagine comprende note aziende, al momento sono sette le persone indagate, per cui sono scattate le misure cautelari. Otto le realtà coinvolte con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico e alla frode aggravata.

La più importante organizzazione del biologico italiano sottolinea che, se confermata, l’inchiesta può consentire di fare pulizia in comparti agroalimentari tipici del Made in Italy come le conserve a base di pomodoro e le mandorle.

Da anni FederBio è parte attiva nel segnalare alle autorità competenti situazioni a rischio frode, in particolare in alcuni comparti e territori critici come quelli che sono stati oggetto delle indagini da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere. La Federazione propone soluzioni concrete per migliorare il sistema dei controlli che integrano le moderne tecnologie digitali per garantire un monitoraggio, preciso e in tempo reale, delle tecniche di produzione e una vera tracciabilità anche nel caso di filiere complesse.

“In questa delicata situazione congiunturale, in cui anche il mercato dei prodotti biologici risente delle difficoltà delle famiglie italiane è ancora più importante garantire la massima trasparenza e rassicurare i consumatori sul rigore con cui vengono scoperti e perseguiti coloro che frodano – sottolinea Paolo Carnemolla, Segretario Generale di FederBio -. Episodi come questi nel casertano costituiscono un grave danno di concorrenza sleale per tutti i produttori biologici onesti, pregiudicando anche i cittadini che scelgono un’alimentazione sostenibile a base di prodotti bio. Recentemente abbiamo sollecitato il Governo affinché dia attuazione alla delega sulla riforma del sistema di certificazione dei prodotti biologici, e questa indagine dimostra come non ci sia più tempo da perdere”.

Iper Biobottega e Antonio Chiodi Latini insieme per un’avventura vegetale

Antonio Chiodi Latini, gruppo torinese che fa capo allo chef di via Bertola a Torino, prende in gestione il reparto gastronomia di Iper Biobottega in corso Regina Margherita 440. Si tratta del punto vendita principale del marchio che dagli anni Novanta si è posto sul mercato come pioniere del biologico e dei prodotti di qualità vegetali, integrali, macrobiotici, senza glutine e per intolleranze di vario genere.

Per gestire l’offerta del grande bancone della gastronomia del negozio è stata inaugurata una partnership tra due nomi riconosciuti nel mondo dell’alimentazione attenta, sana e buona: lo staff di Antonio Chiodi Latini preparerà quotidianamente ricette fresche a base vegetale. Verdure, preparazioni gastronomiche, sughi, dolci e molto altro saranno messi a disposizione dei clienti dello store, con un menu che varierà sempre a seconda delle disponibilità del mercato e dell’estro della cucina.

Ogni giorno a pranzo, inoltre, verrà presentato un menu espresso con una selezione di piatti (primi, secondi e contorni) da consumare all’interno dello store, comodamente seduti ai tavolini del bar. Le proposte giornaliere saranno vendute a peso, come tipico dei banchi gastronomia.

Non solo vegetale: la gastronomia di Antonio Chiodi Latini a Iper Biobottega avrà una piccola sezione dedicata alle materie prime animali, pesce e carne, che integrerà l’offerta vegetale per proporre più varietà possibile al pubblico del negozio.

Presente anche una ricca selezione di pasta fresca, curata dal marchio torinese Pastificio Bolognese-Muzzarelli, che ha realizzato anche una piccola linea di pasta ripiena a quattro mani con lo chef Antonio Chiodi Latini.

High Protein, il nuovo claim della gamma Good&Green di FelsineoVeg

I prodotti della linea Good&Green, 100% vegetali e realizzati con il processo produttivo Mopur, a base di un mix di ingredienti come lievito madre e farine di cereali e legumi, rispondono alla crescente domanda di alimenti ricchi di proteine e poveri di grassi grazie all’elevato tenore proteico pari a 30gr ogni 100 gr di prodotto.

I prodotti della linea Good&Green, sono realizzati attraverso un processo produttivo naturale che include la fermentazione naturale e la cottura ad acqua garantendo un prodotto poco trasformato, nutriente, e dalla lista ingredienti corta. Tutte queste caratteristiche li rendono perfetti per gli sportivi, per incrementare l’apporto proteico quotidiano, per i consumatori flexitariani, che alternano i consumi di proteine animali a quelle vegetali, e più in generale per tutta la famiglia.

Secondo una ricerca condotta da Bva-Doxa per Unione Italiana Food (marzo 2022), sono ormai 22 milioni i consumatori italiani che scelgono le proteine vegetali, e non solo per la curiosità di provarle una volta: il 54% li riacquista, di cui il 21% li consuma abitualmente e il 33% occasionalmente. Tra i più assidui consumatori di proteine vegetali spiccano gli under 35. Per quanto riguarda i driver di acquisto dei prodotti plant-based, i più rilevanti sono i motivi nutrizionali (40%) e il gusto (30%).

Per comunicare e valorizzare l’importante apporto di proteine vegetali, sui pack della gamma Good&Green è stato inserito il nuovo claim “High Protein”. Riportato nella parte bassa della confezione in posizione centrale, questa dicitura è scritta in stampatello maiuscolo in modo da assicurare un maggiore impatto visivo ed essere immediatamente riconoscibile.

Probios porta i suoi prodotti al Biofach di Norimberga

Si alza il sipario sulla 34ma edizione di Biofach, salone leader per il comparto biologico che si tiene a Norimberga, nel cuore della Germania. Un appuntamento di rilevanza internazionale dove Probios porta i prodotti più innovativi che caratterizzano la sua ampia offerta.

Le novità free from e rich in scandiranno gli spazi espositivi dello stand di Probios (Pad. 7, Stand 7-175): 70 metri quadrati suddivisi in 4 sezioni, dedicate ognuna alle linee più performanti prodotte con ricette di alto profilo nutrizionale disegnate sulle esigenze di benessere e salute dei consumatori. Si parte dalle ultime referenze della linea senza zuccheri aggiunti con la linea di biscotti, le composte a base di sola frutta, i cornflakes e le nuove Granole bio, ultima novità a base di eritritolo biologico, dolcificante naturale ricavato dal mais fermentato con 0 calorie. Una linea di prodotti dedicati in particolar modo alla colazione, destinata a crescere progressivamente nei prossimi anni.

“Ci siamo specializzati nei nuovi claim free from come il “senza glutine”, il “senza zuccheri aggiunti”, e il “lactose free”, facendo sempre convivere gusto e aspetto salutistico, spiega Renato Calabrese, direttore generale Probios. “Una scelta strategica che rende la nostra offerta esclusiva e che vogliamo condividere con i mercati internazionali, dove prevediamo di estendere la nostra presenza passando dal 25% al 40% entro il 2025. La nostra expertise, negli anni ci ha permesso di sviluppare un grado di innovazione molto alto grazie al quale ci differenziamo dagli altri brand del settore, partendo dal nostro vantaggio competitivo di base, il made in Italy: da oltre 40 anni portiamo sulla tavola dei consumatori prodotti di alta qualità, prediligendo materie prime italiane”.

Nello stand saranno presenti anche due aziende partner di Probios con le loro novità plant-based: il Nutrimento, realtà toscana specializzata nella produzione di prodotti biologici certificati ispirati alle migliori ricette mediterranee per produrre sughi, salse, pesti e patè vegetali, e Vegeatal, partner locale specializzato nella produzione di alimenti vegani e senza glutine, ottime alternative alla tradizione casearia e salumiera.

Tra le proposte gluten free, la linea Bis-free, ricetta declinata in 6 referenze differenti, a base di farina integrale italiana, di avena e grano saraceno. Parliamo di biscotti vegan, senza lattosio, proteine del latte, senza uova e mutuabili dal Sistema Sanitario Nazionale. Sempre gluten free sono l’Aperi-stick sfizioso appetizer salato dedicato al rito dell’aperitivo e i nuovi Crackers di avena, snack sfizioso e croccante da gustare in qualsiasi momento della giornata o come sostituti del pane duranti i pasti.

Al centro dell’offerta anche i prodotti biologici frutto dell’eccellenza made in Italy, riuniti nella sezione Gusto italiano, come gli innovativi prodotti conservieri certificati nickel free: la Passata di pomodoro rosso e giallo, i Datterini interi rossi e gialli al naturale e i Pomodorini interi in passata, tutti realizzati con pomodoro biologico 100% italiano coltivato in campo, frutto di una severissima selezione alla base. Prodotti come questo e altre specialità della tradizione mediterranea si potranno assaggiare allo stand grazie alle occasioni di tasting organizzate allo stand durante i giorni della manifestazione.

La quarta sezione è dedicata al mondo protein e rich in ed è caratterizzata da prodotti healthy ad alto contenuto salutistico, come il primo Keto bread biologico, pane con il 65% in meno di carboidrati rispetto alla media dei pani morbidi a fette, disponibile con semi o nella versione alla barbabietola. Adatto sia a chi ha deciso di intraprendere una dieta chetogenica, sia a chi non vuole rinunciare alla bontà del pane controllando calorie e salute, è prodotto con farina di tapioca e disponibile nella confezione “apri e gusta” e, oltre a essere low carb, il nuovo pane confezionato è anche senza glutine.

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