CLOSE
Home Tags Bio

Tag: Bio

Bio made in Italy, è boom nei Paesi scandinavi

Danimarca e Svezia, ottavo e nono mercato al mondo per vendite di prodotti bio, con un incremento rispettivamente del +183% e del +176% negli ultimi 10 anni e un tasso di penetrazione del bio dell’87%, sono tra i mercati più promettenti per il bio Made in Italy – come confermato anche dal panel di imprese alimentari e vitivinicole italiane intervistate da Nomisma. Il dato emerge dalla survey sui consumatori danesi e svedesi presentata in occasione del quarto forum Ita.Bio, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio.

IL RUOLO DELL’EXPORT NEL BIO MADE IN ITALY
Molto positiva la performance dell’export agroalimentare bio: nel 2022 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del +16% (anno terminante a giugno) rispetto all’anno precedente. Il riconoscimento del bio made in Italy sui mercati internazionali è testimoniato anche della crescita di lungo periodo (+181% rispetto al 2012, un valore quasi triplicato) e dalla quota di export sul paniere Made in Italy, con un peso del 6% sull’export agroalimentare italiano totale nel 2022. La gran parte delle esportazioni riguarda il food ma è rilevante anche il ruolo del vino.

I NUMERI CHIAVE DEL BIO IN SCANDINAVIA
Tutti i numeri del bio in Scandinavia sono positivi. La Danimarca è l’ottavo mercato al mondo per valore delle vendite di prodotti bio sul mercato interno con 2.240 milioni di euro e una quota di vendite bio sul totale della spesa alimentare pari a ben il 13% (quasi raddoppiata rispetto al 2010). Segue a pochissima distanza la Svezia – nono consumatore mondiale di prodotti bio – con un valore di 2.193 milioni di euro e un peso del bio che sfiora quasi il 9%. Per non parlare della spesa pro-capite per prodotti bio: 384 euro in Danimarca e 212 euro in Svezia che fanno sì che i due Paesi si collochino ai vertici della classifica mondiale, rispettivamente al secondo e quinto posto.

IL CONSUMATORE BIO IN SCANDINAVIA (DANIMARCA & SVEZIA)
I dati della consumer survey originale realizzata Nomisma confermano un forte interesse per il bio in Scandinavia: quasi 9 famiglie su 10 hanno consumato un prodotto alimentare o una bevanda a marchio biologico nel corso del 2022. Tra gli altri fattori che fanno della Scandinavia un mercato ad alto potenziale per il bio ci sono, da un lato, la quota di heavy user (il 40% delle famiglie acquista bio in ogni spesa o quasi) e, dall’altro, la centralità della caratteristica bio come driver di scelta, tanto che 1 consumatore su 5 dichiara di considerare il marchio bio come primo criterio di scelta quando acquista prodotti alimentari, quota che aumenta per alcune categorie di prodotti come ortofrutta fresca, olio extra-vergine di oliva, alimenti per bambini e formaggi.

Dalla survey di Nomisma risulta anche che la sostenibilità ambientale e sociale rappresenta la principale motivazione dei consumatori scandinavi alla base della scelta di prodotti biologici e coinvolge quasi ben la metà degli user. Gli ulteriori motivi che guidano gli acquisti di prodotti bio tra i consumatori di Svezia e Danimarca sono la sicurezza per la salute e le qualità e le proprietà nutrizionali differenti rispetto ai prodotti convenzionali.

Il marchio biologico non è l’unico attributo che conta nella scelta dei prodotti da mettere nel carrello e il consumatore richiede coerenza e sostenibilità a 360°. A conferma di ciò, ben il 28% degli user bio ritiene importante che la confezione sia eco-friendly o che il prodotto sia stato fatto rispettando l’ambiente (minori emissioni di CO2, zero sprechi, uso di energia rinnovabile ecc …).

“Supportare i protagonisti dell’agroalimentare biologico italiano è il primo obiettivo della piattaforma Ita.Bio dove Nomisma rappresenta la struttura di market intelligence in grado di monitorare dimensioni, trend e opportunità dei principali mercati internazionali” dichiara Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence Nomisma S.p.A. “Il forum è stato dedicato ai Paesi scandinavi, mercati dove il bio italiano ha un’importante opportunità di sviluppo: la Danimarca è prima per quota di consumi bio sul totale (12%) con un consumo pro capite che sfiora i 400 euro, la sostenibilità è primo driver di scelta dei prodotti agroalimentari – precedendo l’interesse verso prezzo e convenienza, l’Italia è il primo Paese a cui i consumatori riconoscono alta qualità delle produzioni alimentari – premesse che unite al supporto del desk dedicato attivato da ICE Agenzia e FederBio rappresentano formidabili opportunità per le imprese italiane”.

IL MADE IN ITALY BIO PER IL CONSUMATORE SCANDINAVO
Nel confronto internazionale, l’Italia si posiziona al primo posto tra i Paesi che producono i prodotti bio di maggiore qualità: a pensarla così è il 38% degli user bio. Nel caso della Svezia, il nostro Paese si contende la leadership con la Danimarca: in tal caso la quota di user che indica l’Italia quando pensa ai prodotti bio di maggiore qualità è pari al 37%. A ulteriore conferma dell’ottima reputazione del bio italiano, per ben 6 consumatori scandinavi su 10 i prodotti alimentari bio Made in Italy hanno una qualità superiore rispetto ai prodotti di altri Paesi mentre per 7 consumatori 10 il bio italiano ha un percepito maggiore anche sul fronte delle garanzie di tracciabilità e di metodi produttivi rispettosi dell’ambiente. Grazie a questa ottima percezione, i prodotti bio italiani trovano larga diffusione in Scandinavia: il 65% delle famiglia ha acquistato un prodotto alimentare made in Italy a marchio biologico nel corso del 2022 e il 30% li ha acquistati almeno una volta a settimana.

Quali sono i prodotti più promettenti per il bio Made in Italy?
Olio extra vergine d’oliva, formaggi, conserve di pomodoro, salumi, formaggi e vino sono i prodotti italiani a marchio bio più acquistati dai consumatori scandinavi ma anche le categorie per i quali il consumatore è più interessato al binomio bio-made in Italy.

IL RUOLO DEL VINO BIO
Dal rapporto presentato da Nomisma risulta anche che il vino è uno dei prodotti bio più diffusi sul mercato scandinavo. Se ci si focalizza sul mercato svedese – sulla base dei dati del Systembolaget, il monopolio svedese che gestisce le vendite di bevande alcoliche (vino incluso) – ben un quarto delle vendite di vino è costituito proprio da vini a marchio bio per un valore di 600 milioni di euro nell’ultima rilevazione. In tale scenario, l’Italia è leader assoluto con un peso sul totale delle vendite di vino bio del 42% sia a valore che a volume nel 2021; un successo da ricondurre in primis all’ottimo posizionamento di alcuni territori quali Veneto (grazie al Prosecco che rappresenta la denominazione a marchio bio più venduta in Svezia), Sicilia e Puglia.

«Il vino italiano gode di un’ottima reputazione sul mercato scandinavo e l’Italia figura al primo posto tra i Paesi che producono i vini di maggiore qualità. Tale forte apprezzamento nei confronti del vino made in Italy trova riscontro anche con riferimento al biologico: ben il 38% degli wine user beve vino a marchio bio di origine italiana e il 20% lo fa con cadenza settimana. E le opportunità per le aziende vitivinicole italiane sono ancora ampie su tale importante mercato, al punto che quasi la metà dei consumatori sarebbe interessato a provare un nuovo vino italiano a marchio bio mentre in un terzo dei casi sarebbe disposto a spendere un differenziale di prezzo superiore al 5% rispetto ad un vino italiano non bio” afferma Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria, Servizi e Retail Nomisma S.p.A.

IL POTENZIALE DEL MADE IN ITALY BIO
Nessun ostacolo per il binomio bio e made in Italy neanche per il futuro: il 30% dei consumatori si dice interessato all’acquisto di un prodotto alimentare italiano a marchio bio, quota che sale al 46% in merito al vino. Gli indecisi sarebbero attratti, oltre che da promozioni e prezzi bassi, anche da brand famosi, da informazioni sul basso impatto ambientale e dalla presenza di confezioni eco-sostenibili. Più della metà degli attuali non user vino, infatti, non ha ancora mai provato il bio italiano perché non lo trova in assortimento mentre in 1 caso su 5 non ne conosce ancora le caratteristiche distintive. Le stesse motivazioni del mancato acquisto riguardano anche i prodotti alimentari: il 26% di chi non consuma food bio made in Italy dichiara di non conoscerne le caratteristiche distintive e, in 1 caso su 10, non li trova nei punti vendita abituali.

“Negli ultimi 10 anni, le esportazioni di biologico made in Italy sono letteralmente esplose (+ 181%), facendo diventare l’Italia il principale esportatore di alimenti bio a livello internazionale dopo gli USA. I Paesi Scandinavi sono mercati dove la richiesta di prodotti biologici made in Italy è in crescita, prodotti che uniscono attenzione alla sostenibilità con la qualità elevata delle produzioni agroalimentari italiane e incorporano valori culturali, sociali e ambientali riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo. La piattaforma Ita.Bio, nata dalla collaborazione fra l’Agenzia ICE e FederBio con il supporto del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, intende supportare le imprese anzitutto fornendo informazioni e conoscenza dei mercati indispensabili per potervi operare e mettendo a disposizione una piattaforma integrata di iniziative promozionali. Anche attraverso questa iniziativa FederBio conferma il proprio impegno per supportare lo sviluppo del settore biologico italiano e la sua internazionalizzazione” dichiara Paolo Carnemolla, Segretario Generale di FederBio.

“In Scandinavia l’attenzione ai prodotti biologici è molto elevata e le vendite di prodotti bio superano il valore di 2 milioni di euro sia in Svezia che in Danimarca. L’export italiano nel settore è in costante crescita negli ultimi anni ed ha superato i 3 miliardi di euro nel 2022; i nostri prodotti biologici godono di un’ottima reputazione sul mercato scandinavo e di quote di mercato rilevanti, sia nel settore agroalimentare che in quello del vino. Il Focus Nomisma Svezia/Danimarca rappresenta un’ottima occasione per illustrare trend e dinamiche del settore, al fine di approfondire la conoscenza dei due mercati ed evidenziarne le opportunità commerciali. L’ufficio ICE di Stoccolma può sostenere nel modo più efficace le imprese italiane nel cogliere al meglio tali opportunità e rafforzare la loro presenza sul mercato scandinavo, con la propria offerta di servizi personalizzati ed attività promozionali dedicate” dichiara infine Andrea Mattiello, direttore dell’ufficio ICE di Stoccolma.

Probios, pane biologico e nuova granola per colazioni healthy

Probios lancia sul mercato il primo keto bread bio, disponibile con semi o nella versione alla barbabietola, adatto sia a chi ha deciso di intraprendere una dieta chetogenica, sia a chi non vuole rinunciare alla bontà del pane controllando calorie e salute.

Con il 65% in meno di carboidrati rispetto alla media dei pani morbidi a fette, il keto bread è prodotto con farina di tapioca e disponibile nella confezione “apri e gusta”. Oltre a essere low carb, il nuovo pane confezionato è anche senza glutine e mutuabile dal sistema sanitario nazionale.

Novità anche per la linea senza zuccheri che si amplia con due nuove tipologie di granola di avena biologiche: una con nocciole e l’altra con mandorle al gusto di mela, coniugando il gluten free al senza zuccheri aggiunti.

“Se davvero siamo quello che mangiamo, scegliere prodotti biologici e sostenibili, frutto di quella continua ricerca e innovazione che caratterizza i prodotti Probios, significa migliorare di giorno in giorno il nostro benessere e l’ambiente che ci circonda, spiega Renato Calabrese, direttore generale Probios. “La sfida più grande è unire i diversi claim per assecondare diversi stili ed esigenze alimentari: con il keto bread abbiamo unito il gluten free e il low carb. Ampliando la nostra linea sugar free con le granole miriamo invece a sottolineare l’importanza di una colazione sana e gustosa, valorizzando il rito del pasto più importante della giornata”.

Nuova Granola di avena e noci e granola di avena e mandorle al gusto mela
Per 9 italiani su 10 la colazione è un’abitudine consolidata. Lo confermano i dati dell’Osservatorio Doxa – Unionfood, che hanno sottolineato l’importanza del primo pasto della giornata, a partire dalla pandemia. Farla in maniera più sana è però più di un buon proposito dell’anno, ma una priorità. Per questo l’azienda toscana amplia ulteriormente la sua linea senza zuccheri, sviluppando due nuove referenze che si aggiungono alle tante opzioni di colazione.

La granola di avena e noci e la granola di avena e mandorle al gusto mela, come tutta la linea senza zuccheri, contiene l’eritritolo biologico, dolcificante naturale estratto dalla fermentazione del mais. Due prodotti ideali per una colazione sana e ricca di fibre per iniziare al meglio la giornata. Adatti per chi desidera ridurre l’assunzione di zuccheri, sono prodotti gluten free (e mutuabili dal sistema sanitario nazionale), ideali per chi è intollerante al glutine.

illy scommette sul biologico e acquisisce Achillea

Ponti, noto produttore di aceto, ha firmato un accordo di cessione dell’azienda montana Achillea, società benefit che si occupa di prodotti a base di frutta biologica (dai succhi di frutta alle creme spalmabili). L’acquirente è Polo del Gusto, sub holding appartenente al gruppo illy e l’acquisizione dovrebbe concludersi formalmente entro tre mesi. Ponti, a quel punto, entrerà in Polo del Gusto come azionista con una partecipazione del 2,5%.

Con questa operazione Achillea confluisce in un pool di marchi come Agrimontana, Damman Frères, Domori e Pintaudi. Contestualmente, come riporta il Corriere della Sera, si registra un riassetto societario nella holding di illy/Polo del Gusto, con Francesco Illy che ha ceduto il 20,72% ai fratelli Anna, Riccardo e Andrea, e nel contempo ha rilevato l’azienda vinicola Mastrojanni che, di conseguenza, esce dal Polo.

«Achillea si inserisce perfettamente nella strategia del Polo del Gusto, di cui condivide la filosofia per la qualità dirompente, distinguendosi per bontà della materia prima e soprattutto per la caratteristica di produrre solo beni a marchio bio: la sostenibilità è da sempre uno dei suoi valori portanti, sin dalla fondazione» spiega Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto.

«I prodotti Achillea, risultano complementari a tanti nostri prodotti d’eccellenza: rafforzano e integrano il beverage, fin qui rappresentato da etichette di vini e distillati, e creano un’offerta dedicata alla colazione e al ristoro di grandissima efficacia, sposandosi molto bene con i biscotti e i prodotti da forno, i tè e il cioccolato. Un’integrazione che troverà la sua forza sia nei nostri mercati all’estero che nel settore Horeca in Italia» conclude Illy.

Il black friday (green) di Sezamo, arrivano sconti e promozioni

Affermando ancora una volta il proprio impegno nella lotta contro lo spreco alimentare e nella tutela dell’ambiente, Sezamo tinge di “green” il suo Black Friday e propone un’intera settimana di offerte speciali su un’ampia selezione di articoli.

Le promozioni riguardano anzitutto la sezione “Salva il cibo”, dove il cliente può contribuire a ridurre lo spreco alimentare acquistando articoli prossimi alla scadenza o con pack danneggiati a prezzi davvero vantaggiosi. Ma non è tutto, perché gli abitanti di Milano, Monza e oltre 100 comuni limitrofi potranno godere di sconti importanti anche su tanti prodotti locali dalle cascine ed eccellenze regionali, insieme alle immancabili grandi marche.

“Abbiamo scelto di lanciare la settimana del Green Black Friday per permettere ai clienti di assaporare le nostre eccellenze godendo di sconti importanti, potendo contare su un servizio sempre attento alla protezione dell’ambiente e alla lotta contro lo spreco alimentare”, commenta Andrea Colombo, CEO di Sezamo. “In questo modo, vogliamo anche sensibilizzare gli altri retailer su quanto il cibo rappresenti un bene prezioso, da salvaguardare”.

Una spesa locale e completa a prezzi ribassati
A fianco delle grandi marche e delle specialità regionali, Sezamo ha selezionato alcuni prodotti ecologici, bio e sostenibili che spaziano dalla cura casa agli immancabili della dispensa per incoraggiare i propri clienti a contribuire con piccoli gesti alla salvaguardia del pianeta, a partire dalla scelta di una spesa consapevole. Inoltre, molte promozioni riguardano le eccellenze delle aziende agricole locali: dal Riso Camisani alla carne di Bordona Farm, dalla frutta e verdura del Giardino delle Delizie fino ai formaggi de L’Agricola. L’obiettivo è offrire al cliente tutto il buono della produzione locale a prezzi vantaggiosi.

La sostenibilità prima di tutto
Sezamo consegna la spesa utilizzando una flotta completamente ecosostenibile: i suoi mezzi elettrici sono in grado di effettuare oltre venti ordini con un solo ciclo di ricarica, viaggiando in città fino a otto ore. I prodotti sono inseriti in sacchetti di carta riciclata o in borse riutilizzabili. Aderendo al servizio delle borse riutilizzabili, il cliente può ricevere i suoi articoli preferiti in pratiche bag realizzate con plastica riciclata, che vengono igienizzate dopo ogni utilizzo per essere messe in circolo fino a venticinque volte. Una delle sezioni preferite dai consumatori di Sezamo è senza dubbio Salva il cibo. In occasione della Green Black Friday Week, questa categoria propone offerte ancora più imperdibili: risparmiare e contribuire alla lotta contro lo spreco alimentare non è mai stato così divertente.

Spalmabili bio di Damiano, è tempo delle creme crunchy

La linea di creme spalmabili Damiano 100% si arricchisce di quattro nuove specialità. Arrivano le creme crunchy, arricchite da deliziosa granella che unisce, alla qualità e alla genuinità di sempre, l’elemento croccante per un gioco di consistenze decisamente irresistibile. Le creme Damiano 100% non hanno zuccheri né grassi aggiunti: un solo ingrediente, la migliore frutta secca biologica. Un concentrato di salute, benessere e bontà in vasetti da 180g e 275g.

Quattro i gusti crunchy tra cui scegliere: nocciole e mandorle bio di Sicilia, arachidi tostate e pistacchi. Il tutto con una consistenza più corposa e il medesimo sapore pieno e autentico di una crema 100% mono-ingrediente che contiene tutte le proprietà benefiche della frutta secca: fibre, vitamine antiossidanti, proteine e sali minerali. Una linea versatile dai mille usi: ideale per una colazione che coniuga salute, piacere ed energia, oppure per uno spuntino tra un pasto e l’altro; per aggiungere cremosità e aroma a uno yogurt o per preparare una bevanda energetica al termine dell’attività sportiva; infine, come tocco gourmet nelle ricette più particolari.

Crema di nocciole tostate 100% CRUNCHY
La crema di nocciole tostate in grado di stupire a ogni assaggio, anche nella versione crunchy, preparata con nocciole biologiche italiane. Una selezione accuratissima precede la tostatura che ne esalta l’aroma caratteristico e, infine, la consistenza vellutata che la granella arricchisce e rende irresistibile.

AMANDINO. Crema di mandorle pelate 100% CRUNCHY
Amandino, ovvero mandorle pelate in purezza, rigorosamente biologiche, morbide come burro, in versione crunchy. Perfetta per essere spalmata su una fetta di pane integrale o per conferire un tocco di personalità ai frullati, ma anche un modo diverso e facilissimo per realizzare il latte di mandorle home made con la semplice aggiunta di acqua e zucchero a piacere.

PEANUCI. Crema di arachidi tostate 100% CRUNCHY
C’era una volta il burro d’arachidi. Poi è arrivata Peanuci, la crema di arachidi tostate di Damiano, che adesso nella sua versione crunchy si pone come alternativa definitiva, stuzzicante e salutare proprio al burro di arachidi. A differenza di quest’ultimo, infatti, Peanuci non solo non contiene zucchero, sale, aromi o conservanti, ma viene realizzata attraverso una lenta lavorazione che consente all’olio dell’arachide di mescolarsi naturalmente al composto per ottenere una crema vellutata e unica.

Crema di pistacchi tostati 100% CRUNCHY
Tutto il sapore intenso e genuino del pistacchio tostato biologico in purezza in una crema dalla consistenza corposa, anche qui con quel tocco di crunch che la rende sfiziosa e versatile in cucina, con la sua armonia perfetta tra granella, tostatura e morbidezza. Ingrediente ideale per un gelato indimenticabile o per un’insalata davvero originale, o per tutti quei momenti in cui si ha bisogno di un comfort food buono e salutare.

La nuova linea Crunchy allarga la famiglia delle Creme 100% (Amandino, Nocciola, Acajou, Tahin, Courgi…), accanto alle linee Chocobella e Chocobella Noir, e alla Golosa nei gusti pistacchio e nocciola. Interamente realizzate con ingredienti biologici della migliore qualità sottoposti a controlli accurati lungo tutta la filiera e la lavorazione, dal seme alla tavola.

Alce Nero, il nuovo spot allinea agricoltura biologica e Mondiali di Calcio

Alce Nero torna in comunicazione dopo un anno, in uno scenario socio-economico difficile per il nostro Paese e con un mercato per la prima volta in contrazione rispetto ai consumi del biologico.

Il 2022 è anche caratterizzato dal fatto che la nazionale italiana non si sia qualificata ai Mondiali di calcio. È in questa cornice che Alce Nero decide di lanciare uno spot che, partendo dalla metafora del Maggese, pratica agricola che consiste nel riposo del terreno per restituirgli fertilità, lancia un messaggio di forza e prospettiva che vuole parlare a tutti.

In occasione della realizzazione dell’ultima campagna di comunicazione istituzionale, in uscita nel 2023 e girata sui campi degli agricoltori di Alce Nero, nasce infatti un concept che allinea il biologico, i suoi tempi e sacrifici, al riposo forzato della nazionale italiana: anche la terra ha bisogno di riposare per rigenerarsi ed essere fertile, dare i suoi frutti migliori e garantire una prospettiva futura rigogliosa. Lo sa chi ha scelto l’agricoltura biologica da oltre 40 anni credendolo l’unico metodo possibile per garantire la sostenibilità del sistema agro-alimentare: per produrre alimenti che facciano bene alla terra, a chi la coltiva e a chi si nutre delle sue materie prime, ridando dignità ai produttori e all’agricoltura.
Arriva qui la metafora del maggese che diventa un augurio di prosperità, forza e sempre nuova rigenerazione.

Lo spot, della durata di 30 secondi, riprende il bianco e nero inaugurato dalla campagna “Bio si nasce. Bio si cresce. Bio si è. Nero su bianco” lanciata a settembre 2019, e che nasce dall’idea creativa di PINK Strategic & Creative Boutique. “Avere la capacità di trasformare un fatto negativo per tutti in un’opportunità per condividere il tuo proposito di marca può fare la differenza. Trasformare un’opportunità tattica in un progetto davvero strategico per Alce Nero ha bisogno di talento, visione e tanto coraggio. Comincia la partita!” queste le parole di Germán Silva, Founder e Ceo di PINK.

“Parlare oggi dei valori della nostra marca, farlo in modo rilevante, in un contesto come quello che attraversiamo è davvero sfidante. La mancata convocazione ai Mondiali ci ha dato l’opportunità di farlo in un momento che viviamo tutti, in questo paese, ancora una volta accomunati da un’emozione condivisa. Questo impianto creativo ci ha permesso di declinare la forza che caratterizza la nostra visione in un messaggio che legge i tempi e che ci consente di parlare dell’instancabile progettualità che segna la nostra azione, ogni giorno, verso la costruzione di un modello di economia più sostenibile perché tiene al centro le persone e il futuro. L’agricoltura biologica ci insegna a non smettere di agire, di fare, di immaginare quello che vogliamo ci sia domani. Perché la forza di un raccolto è prima di tutto la forza del pensiero, dell’azione che c’è dietro. Per questo, il nostro spot parla di un riposo forzato che è crescita, costruzione, preparazione e coraggio. Questa è la forza della visione del nostro marchio, è la forza che impariamo ogni giorno dagli agricoltori, è quella che auguriamo a tutti noi” – dice Chiara Marzaduri, Responsabile Comunicazione Alce Nero.

La pianificazione mediatica di questa iniziativa così speciale per Alce Nero, e dal contenuto altamente valoriale, è stata affidata ancora una volta a Starcom: lo spot sarà on air dal 20 novembre, in formato 30’’, per tutta la settimana dei Mondiali e coinvolgerà con posizionamenti qualitativi tutte le principali emittenti televisive. Questa copertura sarà rafforzata dalla presenza omnicanale su Connected TV, canali digitali – attraverso online video su Spotify e You Tube – e sui principali quotidiani nazionali: la Repubblica, Corriere della Sera e La Stampa. L’approccio strategico multicanale e data driven, che si basa sull’analisi dei comportamenti di acquisto grazie alla piattaforma Epsilon PeopleCloud di Publicis Groupe, consentirà di raggiungere il target di Alce Nero in modo efficiente all’interno di un contesto pubblicitario premium e di grande richiamo come quello dei Mondiali.

“Torniamo in comunicazione dopo un anno e concentreremo le nostre risorse in una strategia di lancio per noi meno convenzionale: nell’intorno di circa 10 giorni la nostra presenza on air avrà la massima pressione possibile rispetto al media mix scelto. Come sempre non potremo prescindere dall’utilizzo dei mezzi digitali per favorire un dialogo attivo con chi ogni giorno ci sceglie, stimolando l’interazione su questo messaggio di fiducia e proattività. Per farlo ci siamo affidati ancora una volta alla creatività di PINK, alla pianificazione media di Starcom e al supporto PR di Ufficio Monika Carbonari” – chiude Gabriele Testa, Direttore Marketing di Alce Nero.

Crescono i consumi bio, l’indagine di Nomisma

L’Italia si conferma leader nel settore biologico per quota di superficie agricola, operatori ed export. Molte – invece – le trasformazioni che riguardano i consumi interni che complessivamente si dimostrano crescita grazie al traino dei consumi extra-domestici (ristorazione commerciale e collettiva segnano un +53%) a fronte di un segno meno della componente domestica (-0,8%) e un’incidenza dei consumi bio sul totale dei consumi alimentati ancora più bassa rispetto a quanto accade nei principali paesi europei. Sono queste alcune delle evidenze contenute nell’Osservatorio Sana 2022, presentato ieri all’interno dell’evento Rivoluzione Bio 2022 presso Bologna Fiere.

Il momento che il biologico sta vivendo è cruciale; da una parte vi sono gli impatti collegati prima alla pandemia, dall’altra il conflitto russo-ucraino e l’inflazione che contribuiscono a delineare uno scenario evolutivo che sta producendo effetti sul modello di consumo degli italiani. Mai come in questo momento è fondamentale fare il punto sul comparto biologico per implementare azioni di promozione e informazione verso i consumatori con l’obiettivo di rafforzare l’educazione alimentare, incrementare conoscenza sulla certificazione, creare strumenti per facilitare scelte di consumo consapevoli, sfruttando le opportunità legate alle iniziative del prossimo Piano di Azione Nazionale per l’agricoltura biologica.

SUPERFICI E OPERATORI

L’Italia, con quasi 2,2 milioni di ettari, è leader del settore biologico: vanta la più alta percentuale di superfici bio sul totale (17%), a fronte di quota media UE ancora ferma al 9% e ben lontana dall’obiettivo del 25% inseriti nella strategia Farm to Fork per il 2030.

LE DIMENSIONI DEL MERCATO BIO IN ITALIA

Nel 2022 le vendite alimentari bio nel mercato interno (consumi domestici e consumi fuori casa) hanno raggiunto 5 miliardi di euro e rappresentano il 3,5% delle vendite al dettaglio biologiche mondiali. A trainare la crescita del mercato sono i consumi fuori casa che hanno superato il miliardo di euro, segnando una crescita del +53% rispetto al 2021 grazie alla dinamica sia della componente legata alla ristorazione collettiva (+20%) che a quella della ristorazione commerciale (+79%).

In controtendenza i consumi domestici che segnano dopo anni una leggera flessione (-0,8% a valore rispetto allo stesso periodo 2021). Questo l’esito di trend molto differenti legati ai canali: a soffrire è soprattutto la rete di negozi specializzati che segna una battuta di arresto (-8% rispetto allo stesso periodo del 2021); la Distribuzione Moderna di fatto mantiene a valore le dimensioni del 2021 (+0,8% a valore) mentre crescono del 5% gli altri canali (vendita diretta realizzata in mercatini e aziende, gruppi di acquisto solidale, farmacie, parafarmacie ed erboristerie).

Continua la crescita dell’export bio Made in Italy che continua la sua corsa: +16% rispetto allo scorso anno, raggiungendo i 3,4 miliardi di euro di vendite sui mercati internazionali. Dal 2012 ad oggi il mercato interno legato al biologico è cresciuto del 131%, ancor più brillante la crescita dell’export e (+181% rispetto al 2008).
La Distribuzione Moderna rimane il primo canale per gli acquisti di biologico degli italiani, pesando per il 57% del totale delle vendite legate ai consumi domestici degli italiani. Nel 2022 le vendite di biologico nel canale si attestano a 2,3 miliardi di euro (+0,4% rispetto al 2021). (fonte: Nielsen IQ – dati Anno terminante maggio 2022 perimetro omnichannel).
Iper e supermercati sono il canale che, all’interno della Distribuzione Moderna, veicola la maggior parte delle vendite bio: 1,4 miliardi di euro a luglio 2022 (perimetro: prodotto confezionato a peso imposto – periodo: Anno Terminante Luglio 2022; Fonte: NielsenIQ), segnando un leggero calo rispetto allo scorso anno (-2,0%). Al secondo posto per dimensioni i Discount, con vendite di biologico pari a 272 milioni di euro, in crescita del +14% rispetto all’anno precedente (AT Luglio). Al terzo posto, invece, i Liberi Servizi con vendite per 159 milioni di euro che, come nel caso degli iper e supermercati mostrano un segno negativo (-4,6% Anno Terminante Luglio). Come nel 2021 anche nel 2022 gli Specialisti Drug mostrano segno positivo (+5,7% Anno Terminante Luglio), pur rimanendo una piccola porzione delle vendite della Distribuzione Moderna. L’eCommerce che continua a crescere, ma con ritmi minori rispetto allo scorso anno (+5% Anno terminate Luglio – stima Nomisma), fa segnare vendite che raggiungono i 78 milioni di euro.
Esaminando le categorie di prodotti bio a peso imposto maggiormente vendute all’interno della Distribuzione Moderna troviamo al primo posto la Drogheria Alimentare (pasta, prodotti da forno, conserve, sughi) con un peso del 57% sul totale delle vendite a valore, seguono il Fresco (20%) – formaggi, salumi, yogurt, uova,- e l’Ortofrutta (13%). Guardando ai singoli prodotti, come per il 2021, anche nel 2022 i prodotti maggiormente venduti rimangono le uova, le confetture e spalmabili base di frutta, e i sostitutivi del latte.

Analizzando le vendite a valore per comparti emerge come siano i prodotti Pet Care e le Carni BIO a mostrare l’andamento più brillante, rispettivamente +19% e +15% rispetto all’anno precedente (Anno Terminante Luglio 2022 – Fonte NielsenIQ). Le Carni Bio fanno registrare una crescita maggiore rispetto al comparto nel totale agroalimentare (+10%). In leggera crescita anche l’Ortofrutta BIO (+3% Anno Terminante Luglio 2022 – Fonte Nielsen), anche se con tassi minori rispetto al comparto nel totale agroalimentare (+6%). Stabili le vendite nel Fresco Bio, dove invece risultano in leggera crescita nel totale agroalimentare (+3%). Di segno negativo invece le vendite del Freddo Bio, che registrano un calo del -6% (Anno Terminante Luglio 2022 – Fonte Nielsen), e delle Bevande Bio (-3%), comparti che invece mostrano segno positivo nel totale agroalimentare.

La stabilità delle vendite dei prodotti biologici si riflette sulla percentuale di users bio: nel 2022, come nel 2021, l’89% delle famiglie italiane ha acquistato BIO almeno una volta nell’ultimo anno. Gli users bio confermano l’andamento delle vendite nei singoli canali, per gli acquisti di prodotti biologici i due canali più frequentati sono proprio Iper & supermercati (il 68% degli users vi acquista prodotti bio) e Discount.

I consumatori sembrano avere idee chiare su aspettative e valori che il bio interpreta. Questa consapevolezza ricade anche sui consumi fuori casa: negli ultimi 6 mesi oltre 6 italiani su 10 hanno consumato prodotti biologici fuori casa in almeno una occasione, scegliendo bio soprattutto nei momenti della colazione, dei pranzi di lavoro e all’aperitivo.

“Dopo i primi mesi dell’anno con un mercato statico, abbiamo assistito ad una buona ripresa della Grande Distribuzione, in particolar modo dei discount. Significativa è stata la crescita del comparto “fuori casa” che ha portato globalmente a un incremento dei consumi, superando le pressioni inflazionistiche di questi ultimi periodi. Guardiamo con favore alla crescita degli acquisti nei mercatini bio e alle vendite dirette, oltre, naturalmente, al mondo della ristorazione che oggi è in ripresa dopo i critici lockdown in piena pandemia. L’Italia oggi è chiamata a difendere un primato importante nel biologico. É dunque necessario lavorare per far crescere i consumi, la consapevolezza e la trasparenza di tutta la filiera” – dichiara Roberto Zanoni, Presidente di AssoBio.

“Il biologico rappresenta ancora un punto di riferimento delle preferenze del consumatore italiano: si confermano di fatto le dimensioni dei consumi in ambito domestico mentre è forte la ripresa nella ristorazione commerciale e collettiva, dopo le restrizioni imposte dalla pandemia. Questo deve essere solo un punto di partenza per una nuova crescita, ma occorre vincere due sfide ancora aperte: sostenibilità e informazione. Chiarire il profilo di sostenibilità del biologico e costruire una comunicazione chiara sui valori che il bio interpreta sono le strade da percorrere, soprattutto in uno scenario evolutivo dove le famiglie stanno rimodellando gli schemi di acquisto spinti dalla dinamica inflattiva” – dichiara Silvia Zucconi, Responsabile Market intelligence di Nomisma.

Il monitoraggio realizzato da Nomisma per l’Osservatorio SANA 2022 fa emergere in modo chiaro alcune aree di lavoro fondamentali per incrementare conoscenza, consapevolezza e interesse verso la categoria. Quasi 6 consumatori su 10 vorrebbero avere informazioni più dettagliate sulle caratteristiche, metodo di produzione e sui valori nutrizionali degli alimenti biologici. Nello specifico, il 58% vuole saperne di più sui benefici che il prodotto può apportare a dieta e salute; la stessa percentuale chiede anche ulteriori dettagli sulla distintività del biologico rispetto al convenzionale. Più di 6 consumatori su 10, inoltre, vogliono avere informazioni più dettagliate sul contributo alla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) legate al metodo biologico.

Per il successo del biologico nel mercato interno la comunicazione diviene così la leva fondamentale: informazioni chiare sull’origine delle materie prime e sulle caratteristiche del marchio devono riuscire a illustrare ai consumatori gli elementi distintivi del bio in modo semplice ed efficace. Il 52% dei consumatori chiede in modo esplicito alle Istituzioni (italiane ed europee) di intervenire con una campagna di comunicazione e di coinvolgere le giovani generazioni attraverso meccanismi di apprendimento in ambito scolastico e di sperimentazione al prodotto nelle mense scolastiche.

Festa del Bio, Carrefour vara un intero mese di iniziative

Di fronte allo scenario di incertezza degli approvvigionamenti alimentari legati alla crisi internazionale, gli italiani vedono nel biologico una risposta sempre più sicura alla propria esigenza di alimentazione sana, di qualità e a provenienza locale garantita.

Secondo un’indagine condotta da SWG su un campione nazionale di 1200 consumatori per Carrefour Italia in occasione della Festa del Bio, infatti, il valore aggiunto dell’acquisto biologico per il consumatore risiede non solo nella salubrità (80% del campione) e qualità dei prodotti, ma oltre il 60% intravede anche una maggior garanzia del rifornimento e oltre il 50% ritiene che questi possano rappresentare un acquisto più conveniente in termini di rapporto qualità-prezzo nell’attuale contesto di inflazione. Un dato importante se confrontato con la propensione degli italiani agli acquisti in questo momento di crisi: oltre due terzi del campione ritiene che modificherà le proprie abitudini di consumo, con il 54% che cercherà il risparmio nelle offerte speciali e facendo scorte.

Il 56% degli italiani afferma, inoltre, che questi aspetti possano spingerli ad aumentare i propri acquisti di prodotti biologici, una tendenza trasversale a tutte le tipologie di consumatori, anche tra coloro che si dichiarano attualmente poco interessati a questa categoria: ben il 43% di coloro che non acquistano biologico ritiene infatti che in tempo di crisi questi prodotti potrebbero rappresentare una soluzione per coniugare salute, qualità e convenienza.

Anche l’impatto del biologico sul sistema paese è dipinto come virtuoso: oltre il 65% degli Italiani ritiene che scegliere questi prodotti generi dei benefici per l’ecosistema economico. Di questi, il 48% sottolinea il sostegno alle imprese italiane mentre il 38% l’indipendenza dall’import e dunque una maggiore sovranità alimentare. Seguono la tutela dell’ambiente e il risparmio di carburanti: il 37% degli intervistati che ritiene il bio un valore aggiunto per il paese sottolinea la riduzione dell’uso di fitofarmaci, spesso di importazione, e di carburante per il trasporto dei prodotti da paesi terzi (31%).

La prossimità gioca un ruolo chiave anche tra i motivi per cui gli italiani acquistano biologico: avere a disposizione prodotti italiani e locali è rispettivamente per il 57% e 48% un driver di scelta, con particolare preferenza alle aziende del territorio e quelle dedicate a produzioni esclusivamente biologiche. Solida la fiducia degli italiani nelle linee di marca privata dei supermercati, che tocca il 76%. Anche le certificazioni (54%) e il packaging sostenibile (45%) interessano, in particolare, i consumatori più giovani: è soprattutto nella Generazione Z che emerge una fortissima propensione al biologico rispetto alle altre classi di età (+19% rispetto alla media).

“Il mercato del bio, attualmente, si trova di fronte a numerose sfide, ma siamo certi delle potenzialità di questo segmento e ci impegnamo per rendere questi prodotti sempre più accessibili per tutti i consumatori, aumentando l’offerta e migliorandone la sostenibilità” sottolinea Gilles Ballot, Direttore Merci, Marketing e E-Commerce di Carrefour Italia. “In particolare, proseguiamo nello sviluppo del marchio Carrefour Bio per assicurare ai nostri clienti maggiore convenienza, una scelta che ci ha premiato con una quota di oltre il 60% del fatturato del settore. Inoltre lavoriamo per rendere le nostre linee sempre più sostenibili: abbiamo l’obiettivo entro l’estate di raggiungere il 95% delle confezioni di Ortofrutta Carrefour Bio compostabili, riciclabili o ottenute da materiale riciclato. Lavoriamo poi al fianco di oltre 400 piccole e medie aziende italiane, supportandole nel processo di conversione al biologico”.

Per favorire la diffusione del biologico, che rappresenta uno dei pilastri della strategia di Transizione Alimentare per Tutti, Carrefour Italia ha inaugurato la “Festa del Bio”, iniziativa nata in Francia e che oggi arriva anche nel nostro Paese. Il programma prevede un mese di eventi e iniziative speciali che coinvolgono gli oltre 1450 punti vendita sul territorio italiano per raccontare le storie, i valori e i principi che guidano il settore del biologico. Tra le iniziative previste, oltre ad iniziative promozionali con sconti del 20% su prodotti biologici fino a metà giugno, degustazioni ed eventi in selezionati punti vendita sul territorio nazionale ed eventi interni per sensibilizzare i dipendenti, come in occasione della Giornata Mondiale delle Api dello scorso 20 maggio.

Alce Nero, il bilancio annuale premia l’innovazione

Alce Nero consolida la sua posizione sul mercato chiudendo il 2021 con un fatturato di 86 milioni di euro e una quota a valore sul totale Biologico del 4,1%, confermandosi brand di riferimento del settore biologico. Capofila del Gruppo, Alce Nero Secco (prodotti conservabili a temperatura ambiente) ha fatto registrare 81,4 milioni di fatturato, di cui ben 6.5 milioni derivanti dal segmento Baby Food, in crescita dell’8% rispetto al 2020. In particolare, con una variazione del +11.3%, si sono distinti gli Omogeneizzati, rientrando a pieno titolo tra le 10 categorie che hanno inciso di più sull’intero fatturato 2021 di Alce Nero Secco. Tra queste famiglie di prodotti spiccano anche Confetture, Frollini e Biscotti e si riconfermano forti Passate e Polpe, Pasta e Legumi Lessati. Significativo il peso dell’innovazione, che è valsa ad Alce Nero Secco entrate per 4 milioni di euro.

L’innovazione continua ad essere una componente fondamentale del successo del Gruppo, attestando la sua incidenza al 10% sul totale del marchio Alce Nero. Il contributo dei prodotti lanciati nell’ultimo triennio è valso 7.6 milioni solo nel 2021, un risultato importante che dimostra l’efficacia degli investimenti in Ricerca e Sviluppo. Ricette inedite per il mercato, gustose, sempre al passo con le esigenze e le richieste delle persone: è questa la formula vincente di Alce Nero, che coniuga qualità, praticità e attenzione al benessere delle persone e della terra.

Produrre e commercializzare prodotti freschi biologici è invece l’impegno di Alce Nero Fresco, che ha chiuso il 2021 a 3 milioni. I grandi numeri restano legati a Zuppe ed Uova, le categorie più importanti per l’azienda, che da sole ne hanno determinato il 70% delle entrate. Per Alce Nero Freddo, che pesa 1.6 milioni di fatturato, sono Verdure e Pizze le linee che contribuiscono alla crescita del settore, seguite da Zuppe e Minestroni. Buone anche le vendite dei Piatti proteici, lanciati a giugno e subito ben accolti dai consumatori, sempre più orientati verso prodotti ad alto contenuto di proteine vegetali. I canali di vendita e distribuzione vedono in testa GDO ed Export, che hanno avuto un peso dell’86% sul fatturato netto di tutto il marchio Alce Nero. Dopo il boom del 2020, l’e-commerce
continua a crescere, con un incremento del 2.2%. Raddoppia quasi le sue performance il Food Service e anche il canale delle Farmacie/Baby Shop fa registrare una buona ripresa.

“Siamo decisamente soddisfatti dei risultati ottenuti nel 2021. Dopo un 2020 segnato da una imprevista e imprevedibile crescita a due cifre – anche sostenuta dal lockdown totale della primavera di quell’anno – consolidare quei risultati era il massimo obiettivo che ragionevolmente potevamo porci” dichiara Massimo Monti, Amministratore Delegato Alce Nero. “Con Alce Nero siamo cresciuti di altri due punti percentuali, portando l’aumento del fatturato 2021 sul 2019 (l’ultimo anno non condizionato dalla pandemia) al 20,6%. Il fatto che poi questo consolidamento della crescita del 2020 abbia riguardato tutti i nostri canali, vendite online comprese (nonostante risultati triplicati nel 2020 rispetto al 2019), ci gratifica ulteriormente e ci consente di pensare al futuro, forse mai come oggi così incerto e di difficilissima lettura, con ottimismo”.

Mozzarella Latte Fieno Bio, la novità di Brimi

La Mozzarella Latte Fieno Bio – Fior di Latte di Brimi – storica azienda altoatesina specializzata nella produzione di mozzarella e altri prodotti caseari – lancia una novità.

Il segreto di questa bontà Brimi è il Bio Latte Fieno STG, che viene munto in Alto Adige nei masi di montagna dei soci contadini. Nello specifico, le mucche che ci donano il Latte Fieno STG biologico sono alimentate solo con mangimi geneticamente non modificati e conformi al regolamento relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. L’alimentazione delle bovine si riflette sulla qualità del latte, che conserva i profumi e i sapori dei pascoli.

Per questo motivo il Latte Fieno è considerato un latte di altissima qualità, come denota il marchio europeo STG (Specialità Tradizionale Garantita).

Grazie alle caratteristiche di questo prezioso latte, la Mozzarella Latte Fieno Bio – Fior di Latte di Brimi stupisce per il suo sapore fresco e delicato e la sua consistenza morbida e succosa. Perfetta se gustata da sola o come ingrediente pregiato per realizzare tante sfiziose ricette.

Per il lancio di questo nuovo prodotto, Brimi ha pensato anche ad un nuovo pack verde scuro, che cattura l’attenzione negli scaffali della grande distribuzione.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare