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Carrefour e un anno di Piemunto: +10% per i 170 prodotti a latte “Km zero”

È tempo di bilancio a un anno dal lancio del progetto Piemunto adottato da Carrefour nato su proposta dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero e finalizzato alla valorizzazione della filiera lattiero casearia Piemontese. Grazie alla riconoscibilità del marchio, posto in oltre 100 punti vendita Carrefour in Piemonte, oltre 170 prodotti “Piemunto” hanno fatto registrare un incremento delle vendite presso i punti vendita Carrefour del 10% in un anno, con un picco del +46% grazie a un’attività promozionale e di comunicazione ad hoc nei primi mesi del 2017.

«Il successo di Piemunto è la dimostrazione di quanto il consumatore moderno sia informato e attento alla valorizzazione della filiera. Come Carrefour Italia crediamo molto nel valore della trasparenza e dell’informazione che, grazie a Piemunto, diventa volano per un fattivo contributo al tessuto economico del territorio che, attraverso la crescita dei produttori locali, ha la possibilità di mantenere vive tradizioni ed eccellenze” dice Marco Selmo, Responsabile Prodotti Libero Servizio, Carrefour Italia.

Giorgio Ferrero, Assessore dell’Agricoltura ha dichiarato: «I risultati raccolti a un anno dal varo ci dicono che Piemunto è una scommessa che stiamo vincendo. Valorizzare il latte piemontese è stato uno dei nostri impegni, i dati ci raccontano che Piemunto sta facendo la sua parte. D’altro»nde l’idea di qualità e trasparenza che è dietro il marchio è la stessa che ha mosso il governo a varare l’etichettatura obbligatoria per i prodotti lattiero-caseari. Piemunto è un po’ l’antesignana della etichettatura: una garanzia dell’origine di un prodotto come il latte piemontese e dei formaggi che da esso derivano, in grado di soddisfare l’esigenza di qualità che sempre più forte emerge tra i consumatori».

Ad oggi sono oltre 170 i prodotti a marchio Piemunto presso la rete di vendita Carrefour nell’area della Regione Piemontese, che spaziano dal latte, allo yogurt, ai formaggi e che continueranno, anche nel 2017, a essere sottoposti a stringenti controlli di qualità da parte degli enti certificatori e della Regione Piemonte stessa.

Metti un robot al supermercato: Pepper in tour nei Carrefour spagnoli

Pepper, il robot interattivo, 28 chili, 1,20 metri di altezza e 17 articolazioni di movimento, è in tournée: da fine marzo sta infatti girando tre punti vendita catalani di Carrefour dove interagisce con i clienti. L’umanoide in grado di “leggere” le variazioni di espressione delle persone (una telecamera 3d gli consente una vista fino a 3 metri) per rapportarsi in maniera più “umana” sarà negli ipermercati di interagire coni clienti e Cabrera, Barberá e Gran Vía. Dopo di che il tour continuerà in 36 punti vendita di 17 province spagnole. Obiettivo, dichiarato: rendere l’esperienza d’acquisto più piacevole ed emozionale attraverso le nuove tecnologie.

 

Vantaggi concreti

Secondo un recente studio di Pwc la robotica instore potrebbe essere quell’elemento distintivo che porta il consumatore a frequentare il punto vendita.  Gli ambiti di applicazione riguardano la descrizione di prodotti pregiati, nuovi o on fase di lancio,, in diverse lingue e con tutto il vantaggio dell’impatto emozionale che deriva dall’interazione con una macchina “intelligente”. e interattiva, che tramite con l’analisi dei big data (nostri precedenti comportamenti d’acquisto ad esempio) è immediatamente in grado di “riconoscerci”. I primi casi di promozioni tramite robot (fatti soprattutto in Estremo Oriente) hanno dato risultati positivi, con un aumento del traffico instore dal 15 al 38% e di vendite di prodotti promozionati del 15% (dati Nestlé che secondo SoftBankRobotics, los sviluppatore di Pepper, ha intenzione di posizionarne mille in punti vendita giapponesi) e del customer satistfaction index del 77%.

Quanto a Pepper, in questa prima fase il suo ruolo sarà di tipo ludico-pedagogico, con due modalità: l’accoglienza dei clienti che vengono informati sulle promozioni e gli sconti in atto e sull’app MiCarrefour. E la possibilità di interagire con i bambini attraverso giochi e danze, realizzazione di selfie e brevi conversazioni.

Carrefour non è nuova a questi progetti: aveva già testato in Spagna nel 2015 il robot NAO per promuovere un programma rivolto a oltre mille bambini sull’alimentazione e l’igiene. Al momento NAO è posizionato su un’unità mobile nella quale vengono organizzati corsi di cucina e di nutrizione dalla quale dispensa consigli ai più piccoli sui corretti stili di vita.

Pepper invece era già stato impiegato “sul campo” lo scorso ottobre all’ipermercato di Claye Souilly, non lontano da Parigi. Nel video si vedono le modalità di interazione di Pepper con la clientela, di bambini e adulti.

La campagna di Carrefour #OreSpeseBene premiata al Milano Marketing festival

Creatività, coinvolgimento social ma anche azioni di guerrilla marketing “sul campo” hanno permesso alla campagna #OreSpeseBene, realizzata da Carrefour Italia e lanciata lo scorso settembre per promuovere i servizi di spesa online su carrefour.it, di ottenere lo Special Marketing Awards nella categoria e-commerce e retail in occasione del primo Milano Marketing Festival.

L’idea che ha improntato la campagna è stata quella di accostare il concetto della spesa online con quello del recupero del proprio tempo libero. La campagna si è sviluppata attraverso un contest che ha dato la possibilità a tutti i clienti carrefour.it di vincere delle vere e proprie esperienze (dal viaggio in elicottero, al total wellness), per valorizzare l’importanza del prendersi cura di se stessi, di ricercare il proprio benessere e dedicarsi ai propri hobby e alle proprie passioni… trascorrendo così #OreSpeseBene.

«Siamo soddisfatti – ha dichiarato Grégoire Kaufman, direttore commerciale e marketing Carrefour Italia – di aver ricevuto questo riconoscimento che premia l’impegno creativo della campagna #OreSpeseBene attraverso cui abbiamo voluto rimarcare l’importanza che ha per noi l’e-commerce, una fondamentale leva di crescita e di innovazione per la nostra strategia omicanale».

Molto apprezzata dalla giuria la tipologia di guerrilla marketing che ha caratterizzato, lo scorso settembre, il lancio del nuovo servizio carrefour.it: in due strade storiche di Milano e Roma, simultaneamente, due installazioni 3D di un centinaio di delivery boy, intenti ad arrampicarsi sugli edifici delle vie per portare la spesa direttamente a casa delle persone, hanno catturato l’attenzione di tutti passanti. I due claim “Ghe pensi mi” per i milanesi e “Nun te scomodà”, per i romani, rilanciati anche sui canali social di Carrefour Italia, hanno permesso di raggiungere 1,4 milioni di impressions, +29% di mention su Facebook, Instagram e Twitter, +22% di ordini online.

Sempre in linea con la strategia di #OreSpeseBene, durante il periodo natalizio, l’insegna francese ha invitato tutti nella speciale “Kiss box nel Christmas Village” della Darsena di Milano, per abbracciarsi e baciarsi ritrovando così il proprio tempo “speso bene”, oltre che ricevere un buono spesa carrefour.it, una foto ricordo e la possibilità di partecipare ad un concorso per poter vincere un romantico weekend.

Carrefour dice stop alle uova da allevamenti in gabbia

Il tema è caldo già da tempo in Nord Europa, ed ora anche Carrefour Italia ha deciso di vietare la vendita di tutte uova prodotte da galline allevate in gabbia, in tutte le sue insegne (Market, Express, Iper, DocksMarket e GrossIper). Il tema è quello del benessere animale, una preoccupazione che coinvolge fasce sempre più ampie di consumatori.

L’insegna francese ha già da tempo adattato la selezione dei fornitori ai più alti standard di sostenibilità e attenzione al benessere animale. Le uova a marchio Carrefour e le uova sfuse del settore PFT (Prodotti Freschi Tradizionali) infatti provengono già tutte da allevamenti a terra, all’aperto o biologici. Ora Carrefour Italia estende l’iniziativa anche ai prodotti a marchio nazionale del reparto PLS (Prodotti Libero Servizio), rendendo così l’offerta di uova completamente sostenibile e attenta alla qualità della vita degli animali.

L’utilizzo di gabbie nell’allevamento di galline ovaiole, seppur consentito dalla legge, non è ritenuto da Carrefour un sistema in linea con gli standard di qualità della vita animale in quanto spazi ridotti, costrizione fisica e strutture metalliche non permettono agli animali compiere movimenti e adottare comportamenti naturali.

Secondo Assoavi la produzione italiana di uova è di 850mila tonnellate l’anno generate da oltre 42 milioni di galline, presenti in 3.400 allevamenti, di cui circa 1000 con capacità superiore a 1000 capi. Il fatturato di vendite del prodotto finito di 1,5 miliardi di Euro. Il 45% delle uova prodotte è indirizzato all’industria alimentare.

Il consumo italiano pro-capite di uova è pari a 12,6 chili, contro i 14,2 chili nella UE a 25 Paesi.

La metà delle uova italiane proviene dal Nord Italia: 17% in Lombardia e 16% rispettivamente in Veneto e Romagna.

Leggo anche: Dansk Supermarked eliminerà le uova da allevamenti in batteria

Gli obiettivi “green” di Carrefour – 30% energia entro il 2020 e zero waste

Recuperare il 100% dei rifiuti prodotti nei punti vendita e ridurre del 30% i consumi energetici entro il 2020 rispetto al 2004: è l’obiettivo che si è posto il gruppo Carrefour. Ce lo dice Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia. «È un obiettivo che condividiamo con il gruppo. Abbiamo molti progetti per l’impostazione del layout dei punti vendita, il tipo di pavimento, l’ammodernamento tecnologico e l’ottimizzazione degli impianti d’illuminazione, la chiusura dei banchi frigo e il recupero dell’energia termica dalle centrali frigorifere; la riduzione dei metri cubi di acqua utilizzata e l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili. Siamo i primi in Italia ad avere tutti i mobili del fresco chiusi con le porte chiuse: è vero, ha un impatto negativo sulla vendita, però ogni volta che rinnoviamo un punto vendita o ne facciamo uno nuovo introduciamo questo tipo di soluzioni, che a lungo termine sono vincenti».
«Abbiamo programmi interni per la riduzione dei rifiuti organici. Poi c’è tutto un ecosistema che abbiamo messo in piedi con il Banco Alimentare per recuperare il cibo in sovrastock prima che scada in tutti i punti vendita in Italia. Con loro organizziamo anche giornate dedicate dove invitiamo i nostri clienti a fare la spesa e a donare al Banco Alimentare. La riduzione del 30% è un obiettivo sfidante. Però ci interessa moltissimo il lavoro di educazione pedagogica che facciamo con i nostri clienti, per spiegare loro come funzionano le cose e questo lo possiamo fare in maniera ideale tramite accordi di partnership come quello che abbiamo fatto con l’Istituto Italiano di imballaggio, il Moige e L’Oréal; è fondamentale cambiare l’impostazione dei nostri clienti». Il Comitato Anti Demarque Carrefour Italia è dedicato alla revisione e al miglioramento dei flussi aziendali per combattere lo spreco del cibo che hanno portato a una riduzione progressiva degli sprechi: durante il primo semestre 2016 rispetto a quello del 2015 sono state recuperate oltre 180 tonnellate di prodotti freschi. I fornitori di prodotti a marchio sono stati coinvolti con il progetto “La Grande Sfida dei Fornitori” che premia le più efficaci politiche aziendali in materia di prevenzione, riutilizzo, recupero e ridistribuzione dei prodotti alimentari.
Ci sono nuove soluzioni di packaging che possono andare verso per il futuro?
Per noi il futuro è nel no packaging, la vendita sfusa, il cliente dovrebbe prendere l’abitudine di arrivare nel punto vendita con le sue borse e sacchetti. È l’unico modo per cambiare realmente le cose. A Carugate abbiamo messo il contenitore di detergenti dove fare il refill.
Funzionano? «Se guardo i numeri direi che non funziona ma devo cominciare devo abituare e prendere tempo non si cambiano le abitudini da un giorno all’altro. Se mi fermo alla vendita alla prima settimana chiudo subito e non faccio più tempo, devo lasciare il tempo alle persone che di organizzino, che si accorgano del risparmio che possono ottenere. Se c’è l’opportunità poi diventa moda. Se vedo com’era il biologico solo sei o sette anni fa, non si vendeva, guardiamo dove è arrivato oggi. Bisogna insistere e avere una prospettiva di medio o lungo termine».

Sul fronte della gestione dei rifiuti prodotti internamente nei punti vendita l’obiettivo è la zero waste, il recupero totale. Per raggiungerlo, i vari team hanno il compito di ridurre prioritariamente le quantità generate, ottimizzare la selezione ed il recupero dei rifiuti prodotti, di compattarne i volumi per ottimizzare i trasporti, e cercare in modo continuativo nuove soluzioni e partner innovativi. La gestione ottimale dei rifiuti, che cambia di pese in paese a causa delle diverse leggi di riferimento, ma che segue una condivisione globale delle best practice che incoraggiano un numero maggiore di iniziative a livello locale, è un obiettivo di primario interesse per il Gruppo. Grazie alla vendita di prodotti recuperati, è infatti possibile ridurre e contenere i costi globali di smaltimento.

La performance del gruppo
Nel 2016, il 68,7% dei rifiuti è stato recuperato, in aumento di 2,1 punti rispetto al 2015.

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Un progresso che deriva dalla crescente implementazione delle buone pratiche aziendali contro qualsiasi generazione di spreco, dalla donazione ad enti o associazione dei prodotti non vendibili ma ancora consumabili (es. prossimi alla scadenza) e da una miglior e più efficiente separazione e raccolta dei vari materiali riciclabili (carta, cartone, plastica, legno ferro, etc.) al fine della loro valorizzazione economica. I prodotti alimentari che non possono essere venduti né donati si trasformano in rifiuti organici.
Per facilitare i consumatori nella selezione e nel riciclo dei prodotti, il Gruppo ha organizzato diversi punti di raccolta (come le batterie).

Dalla scelta del fornitore allo smaltimento i numeri in Italia
Nei punti vendita, gli incaricati si occupano di effettuare un’accurata separazione dei materiali, che successivamente vengo ritirati dal fornitore di servizio o dalla società municipalizzata.
La carta, il cartone e gli imballaggi prima di essere ritirati vengono pressati o compattati direttamente dagli addetti nei punti di vendita.
Carrefour Italia sta ampliando i progetti di raccolta, smaltimento e valorizzazione di quei materiali che possono essere trasportati direttamente dai mezzi Carrefour di ritorno al deposito (progetto Reverse Logistic). Questo permette un duplice beneficio: gestione centralizzata e diretta nelle nostre isole ecologiche dei materiali da smaltire e valorizzare e riduzione dei viaggi a vuoto dei mezzi. Il progetto Reverse Logistic riguarda, infatti, il ritiro da parte della logistica di imballaggi nei punti vendita (già ridotti di volume attraverso specifiche presse), che vengono trasportati nel deposito di Rivalta, nel quale è presente un’isola ecologica debitamente autorizzata, che gestisce questa tipologia di rifiuti.
Per la raccolta, lo smaltimento e la valorizzazione dei rifiuti speciali pericolosi (come batterie auto, olii minerali, lampade al neon o RAEE), Carrefour ha incaricato diversi fornitori di servizio in base al loro know-how, alle specifiche attrezzature, alle tecnologie e alle autorizzazioni di cui dispongono per assicurare la corretta gestione di questi rifiuti.
Carrefour, insieme ai sui fornitori e alle società municipalizzate incaricate al ritiro, valorizza al 100% i rifiuti organici. Essi vengono destinati a impianti di compostaggio o a impianti di recupero per la produzione di biogas. Anche i rifiuti indifferenziati sono valorizzati, infatti con oltre l’80% di essi è possibile produrre CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti). Tutto questo all’insegna dell’economia circolare.
Carrefour, in merito ai RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), permette ai consumatori di consegnare i propri dispositivi che intendono sostituire; inoltre, ogni punto vendita dispone di contenitori dedicati alla raccolta delle pile esauste.
Infine a partire dal 2016 abbiamo iniziato a riportare sulle etichette dei prodotti a marchio Carrefour alcune informazioni destinate a facilitare ai nostri clienti la raccolta differenziata delle varie parti dell’imballo.
Carrefour, che è partner della United Nations Conference on Climate Change (COP21) tenutasi a Parigi nel 2015, ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2025, e del 70% entro il 2050 (rispetto alle emissioni del 2010). Ad esempio, l’insegna sta ampliando la flotta di veicoli 100% elettrici per la consegna della spesa. Nel 2016, il parco automezzi conta oltre 20 veicoli appositamente adibiti al trasporto alimentare per le consegne a domicilio a Milano, Roma, Torino, Firenze e Lucca. L’obiettivo è di superare i 40 veicoli su tutto il territorio nazionale entro il 2017.

Carrefour e Garnier insegnano ai bambini a sprecare di meno

Si chiama “Insieme rendiamo il mondo più bello” il progetto che impegnerà Garnier (gruppo l’Oréal) per tre anni in 500 scuole elementari d’Italia coinvolgendo 150.000 bambini per sensibilizzare i cittadini di domani sul tema della raccolta differenziata e del riciclo. Tra i partner dell’iniziativa c’è Carrefour, nei cui punti vendita dal 1 al 30 Marzo per ogni prodotto acquistato, Garnier devolverà 50 centesimi al Moige a sostegno dell’attività di formazione nelle Scuole.

Moige, Movimento Italiano Genitori, si è occupato del con il coinvolgimento diretto del corpo docenti delle Scuole, che sarà formato con il materiale redatto a cura dell’Istituto Italiano Imballaggio che ha donato il proprio patrocinio all’iniziativa.

L’impianto del progetto si articola nel corso del triennio 2017-2019, periodo durante il quale verranno coinvolti 500 plessi scolastici: nel primo anno 200 Scuole, a seguire rispettivamente 150 nel 2° e 150 nel terzo anno.

«Ormai un’azienda non più più solo realizzare un buon prodotto accessibile nel prezzi, ma deve anche impegnarsi e mettersi al servizio della causa della comunità e dell’ambiente» ha detto Paola Gilardi, responsabile Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne Garnier.

Per Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia “L’importanza del progetto sta nel fatto che coinvolge tutta la filiera”,  e ci spiega i programmi interni dell’insegna che si è posta un obiettivo ambizioso: ridurre del 30% i consumi energetici del punti vendita entro il 2020.

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“Le iniziative aziendali che promuovono una maggiore coscienza ambientale attraverso i saperi tecnico-scientifici sono sempre molto apprezzate e supportate dall’Istituto Italiano Imballaggio” –ha sottolineato Marco Sachet, direttore dell’Istituto -. “Questa lo è in modo particolare perché offre al pubblico che gestirà il mondo di domani le informazioni più attuali che riguardano il ruolo degli imballaggi (o packaging), la loro raccolta differenziata quando diventano rifiuti e il loro successivo riciclo come nuove risorse. Per la salvaguardia dell’Ambiente, i piccoli attori comprenderanno facilmente l’importanza dei loro comportamenti e di quelli della loro famiglia”.

Gdo in crisi: Carrefour annuncia 3 chiusure, UniCoop Tirreno “taglia” in Toscana

Aprono nuovi format e il supermercato si rinnova, ma allo stesso tempo ne chiudono altri, e a soffrire di più sono gli ipermercati: Carrefour ha annunciato la chiusura dei punti vendita di Borgomanero, Trofarello e Pontecagnano come conseguenza di una ristrutturazione che coinvolgerà 500 lavoratori dichiarati in esubero. I sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UILTuCS hanno proclamato lo stato di agitazione e l’astensione dal lavoro per i lavoratori di tutto il gruppo per venerdì 27 e sabato 28 gennaio.

“Sono state anticipate dall’azienda una serie di esigenze organizzative che implicherebbero un ulteriore e grave peggioramento delle condizioni di lavoro per i dipendenti della società”, scrivono le sigle in un comunicato congiunto. “Le argomentazioni dell’impresa hanno portato ad evidenziare rilevanti problematiche sugli andamenti aziendali, quali il fatturato, il costo del lavoro e la redditività dell’anno. Gli ipermercati risultano particolarmente penalizzati”. Argomentazioni che, concludono i sindacati “sono risultate generiche e improvvisate”.

Carrefour “è conscia della difficile situazione e delle ricadute” del proprio piano riorganizzativo e “dichiara fin d’ora la propria disponibilità a valutare il ricorso a strumenti in grado di minimizzare l’impatto di tale piano sui lavoratori coinvolti, sulle loro famiglie e sulle comunità locali. A tal fine, auspica una rapida ripresa del tavolo negoziale”, scrive dal canto suo il gruppo in una nota, nella quale precisa che attraverso il piano saranno coinvolti nella riorganizzazione 32 punti vendita del formato Ipermercati in Italia ed è prevista la chiusura dei punti vendita di Borgomanero, in provincia di Novara e Trofarello, in provincia di Torino, con una revisione del modello organizzativo di altri 30 ipermercati identificati sul territorio nazionale, “di cui è stato dichiarato il relativo impatto occupazionale”. Impatto che secondo i sindacati ammonta a circa 500 posti di lavoro in esubero. La riorganizzazione, spiega ancora Carrefour, “è motivata dalla perdurante difficoltà e dal calo di vendite registrato nel formato Ipermercati, generalizzato nel mercato italiano, che rende necessaria un’azione strutturale per recuperare un equilibrio economico sostenibile, quale unica opzione possibile”.

 

UniCoop Tirreno chiude 12 pdv

Ma non si ferma qui, purtroppo, la mappa della Gdo in crisi, che copre tutto il Paese da Nord a Sud, passando per il Centro. Potrebbe essere ancora più pesante la situazione di UniCoop Tirreno che a metà gennaio ha annunciato un “piano di rilancio” che prevederebbe otto cessioni, 12 chiusure di punti vendita, 481 esuberi full time che potrebbero coinvolgere più di 600 addetti, dato il diffuso uso del part time da parte della cooperativa.

Una manovra “di sola retroguardia che fa pagare ai soli lavoratori il prezzo della crisi – secondo i sindacati – a maggior ragione pensando che tutto ciò avviene nonostante il prestito da 170 milioni di euro avuto da Unicoop Firenze e da Coop Alleanza 3.0”, come ha sottolineato il segretario generale Uiltucs Toscana Marco Conficconi. Confermata la chiusura a Livorno della Coop di via Mastacchi, (13 addetti), e a Piombino Vignale (160 persone). “Se il bilancio di UniCoop Tirreno è stato segnato da forti perdite per troppo tempo – sottolinea la segretaria Filcams – la responsabilità non è dei lavoratori e gli sprechi non sono da ricercarsi nel costo del lavoro, non possono essere quindi i soli dipendenti a pagare le conseguenze di una cattiva gestione della cooperativa”.

 

Conad licenzia in Puglia

Aria pesante anche in Puglia dove Conad lo scorso 4 gennaio ha annunciato un piano di licenziamenti che coinvolgerebbe 55 dei 133 dipendenti dell’ipermercato Conad di Cavallino, gestito dalla società Zeus srl. La comunicazione di avvio della procedura di mobilità – inviata alle segreterie sindacali a due mesi dalla scadenza del contratto di solidarietà vigente in tutte le strutture individuate dal 2013 – non riguarda anche altri 81 addetti (tutti “area vendita”) distribuiti tra il centro commerciale Conforama di Fasano (21 su 58 sono indicati in esubero), e di 30 addetti di San Severo e Monte Sant’Angelo, nel Foggiano.
In totale 136 su 367 posti di lavoro a rischio in Puglia. Le motivazioni? Sempre le stesse: “Calo di vendite e fatturato conseguente al calo dei consumi”.

Chi vince e chi perde nella Gdo mondiale (che comunque cresce)

Cresce la Gdo nel panorama mondiale. Secondo il rapporto Mediobanca l’aggregato di 12 tra i principali gruppi internazionali che operano nel settore ha chiuso il 2015 con ricavi pari a 1.040 miliardi di euro, con una crescita sensibile, pari all’8,3%, rispetto all’anno precedente. Parliamo di giganti: gli statunitensi Walmart, Kroger, Target, i francesi Carrefour, Auchan e Casinò, il britannico Tesco, il giapponese Aeon, il tedesco Rewe, l’olandese Ahold, il belga Delhaize, questi ultimi due poi recentemente fusi, e lo spagnolo Mercadona. Dodici “big” che in totale gestiscono superfici commerciali per 211,7 milioni di metri quadri e occupano 5,5 milioni di dipendenti. Il loro margine operativo è pure in crescita del 9% e rappresenta il 4% del fatturato, mentre il risultato netto ha un saldo di 22,4 miliardi di euro, pari al 2,1% del fatturato. Inoltre la redditività industriale è pari al 12%, mentre quella netta tocca il 16,3%.

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È il gruppo a stelle e strisce Walmart il più grande, con un fatturato pari circa al Pil della Svezia, vale a dire 439,6 miliardi di euro. Il colosso fondato nel 1962 da Sam Walton in Arkansas, vanta 11.528 punti vendita in tutto il mondo, dei quali il 54,6% all’estero, soprattutto in Messico (dove nel 1991 Walmart aprì il primo punto vendita fuori dagli Usa) e nel Regno Unito. La superficie totale è pari a 106,8 milioni di metri quadri, con superficie media del punto vendita attorno a 9.300 mq, più grandi negli Usa e meno all’estero. Si pensi che Walmart è grande oltre quattro volte il secondo operatore, Kroger, che ha un fatturato di 100,9 miliardi, e fattura quanto i successivi sei operativi messi insieme, che sono, oltre a Kroger, i francesi di Carrefour (76,9 miliardi), i britannici di Tesco (74,2 miliardi), gli statunitensi di Target (67,8 miliardi), i giapponesi di Aeon (55,2 miliardi) e gli altri francesi di Auchan (54,2 miliardi). Da notare che la fusione avvenuta nel 2016 dell’olandese Ahold con i belgi di Delhaize porterebbe il gruppo al quinto posto con un fatturato aggregato di 62,6 miliardi. WalMart è peraltro uno dei solo tre gruppi che nel 2015 hanno registrato una contrazione delle vendite (-0,7%) assieme a Tesco (-12,6%) e Casinò (-4,8%).

Lo studio di Mediobanca analizza anche molti altri risvolti delle performance delle grandi catene internazionali. Tra gli aspetti analizzati è la proiezione internazionale, che è mediamente del 27,8% (percentuale di vendite all’estero rispetto a quelle totali) e vede in testa Delhaize con il 79,6%, seguito da Ahold con 66,8% e Auchan con il 64,0.

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Interessante il tempo di rotazione del magazzino, indice precipuo dell’efficienza gestionale. Ebbene, in questo campo primeggia la spagnola Mercadona con 13 giorni davanti a Ahold e Tesco con 16. La media internazionale è di 30 giorni. Ma il dato più importante è probabilmente quello delle vendite per metro quadro, pur se difficile a volta da calcolare. Primeggiano anche qui Ahold, Mercadona e Tesco con rispettivamente 8350, 8070 e 7340 euro per metro quadro. In coda le catene statunitensi Kroger, Walmart e Target, con dati tra i 3 e i 4mila euro per mq, che però spiccano per redditività industriale e quindi per margini, ben sfruttando le maggiori superfici.

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Inevitabile il confronto con la Gdo italiana (analizzata sempre nello stesso rapporto, vedi Rapporto Mediobanca, svetta Esselunga, su i discount, Coop stabile, lottano le francesi). Bene va Esselunga, con 15.730 euro per metro quadro, si conferma come il gruppo più efficiente, precedendo l’olandese Ahold (12.780 ero per mq), la britannica Tesco con 12.050 euro (negozi nello UK e nella Repubblica di Irlanda), la spagnola Mercadona (8.070 euro) e Carrefour con 7.160 euro. Le Coop italiane si posizionano bene con 6.860 euro per metro quadro, precedendo la belga Delhaize (6.350 euro per metro quadro) e superando ampiamente la cooperativa tedesca Rewe a 4.470 euro.

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Interessante, infine, osservare che i gruppi europei con significativa presenza sul mercato USA vi realizzano vendite per metro quadro superiori a quelle delle grandi catene locali: Ahold con 7.830 euro per metro quadro e Delhaize (5.160 euro) distaccano nell’ordine Kroger, Walmart e Target.

Rapporto Mediobanca, svetta Esselunga, su i discount, Coop stabile, lottano le francesi

Una fotografia della Gdo nel periodo 2011-2015 (per i gruppi che operano in Italia) e 2014-2015 (per l’estero, ne parleremo in un articolo successivo): lo propone come di consueto il Centro Studi Mediobanca, che fa un interessante punto della situazione. Niente di nuovissimo, certo, più che altro una conferma di tendenze già ben note. Si scopre così che Esselunga svetta in produttività, gli ex-discount Lidl ed Eurospin godono di ottima salute, molto meno le francesi Auchan e Carrefour con una ripresa però per quest’ultima, mentre la Coop è stabile.

Il report esamina otto tra i maggiori Gruppi italiani della Gdo operanti nella distribuzione alimentare al dettaglio che rappresentano circa il 50% del mercato: Auchan-SMA, Canova 2007, holding della famiglia Brunelli, cui fa capo la Finiper con i marchi Iper e Unes, Carrefour Italia, Eurospin Italia, Lidl Italia s.r.l, Gruppo Pam con i marchi PAM, Panorama e i discount IN’S; Supermarkets Italiani della famiglia Caprotti con il marchio Esselunga; e, infine, l’aggregato delle maggiori cooperative di consumatori operanti a marchio “Coop”. Escluse le principali associazioni di dettaglianti: Conad, Selex, Gruppo VéGé in qaunto “la parcellizzazione dei soci, imprenditori titolari degli esercizi legati a grandi distributori all’ingrosso, o la compresenza di società che svolgono attività al dettaglio e all’ingrosso rendono difficoltosa la produzione di aggregati di bilancio significativi e comparabili”.

 

Fatturato +4,5% in cinque anni

In complesso, il fatturato dei maggiori operatori della Gdo italiana è cresciuto del 4,5% nel periodo 2011-2015 e dell’1,9% nell’ultimo anno. Il record di crescita tra 2011 e 2015 spetta ai discount: Lidl Italia (+43%) ed Eurospin Italia (+42,9%), seguiti da Esselunga (+11,6%) e da Iper-Unes (+7%); le Coop sono rimaste stabili (+0,1%), in arretramento il Gruppo Pam (-4,9%). Gli operatori francesi Auchan-SMA hanno sofferto: Auchan-SMA è in calo del 19,6%, Carrefour del 9,3%, ma con un’importante differenza. Se Auchan-SMA ha perso l’8,9% del fatturato anche nel 2015, Carrefour ha registrato la prima crescita dal 2012, con vendite in ripresa del 6,1%. Anche nel 2015 Lidl Italia (+9,6%) ed Eurospin (+6,7%) hanno confermato la propria leadership di crescita, precedendo Carrefour (+6,1%) ed Esselunga (+4,7%). L’aggregato delle Coop segna ricavi per 10,9 mld., ma Esselunga resta primo operatore individuale per dimensioni, con vendite pari a 7,2 miliardi, seguita da Carrefour a 4,9 miliardi e da Eurospin che con 4,4 miliardi ha scalzato Auchan-SMA, scesa a 4,15 miliardi.

Esselunga è il gruppo più efficiente nel 2015 con 16mila euro di vendite per metro quadro, ma la sua redditività operativa (ROI al 16%) è inferiore a quella di Lidl Italia (23,7%) ed Eurospin Italia (20,6%).

 

Dove vincono i discount

Ma quali sono secondo il rapporto i punti di forza delle insegne che è forse riduttivo definire discount? Per Eurospin: veloce riciclo del magazzino (19 giorni), rapido pagamento dei fornitori (70 giorni), bassa incidenza dei costi del personale (5,8% del fatturato), meno della metà della media degli altri operatori (13%). Simile il quadro di Lidl Italia con veloce rigiro del magazzino (16 giorni) e pagamento dei fornitori (62 giorni), ma un costo del lavoro più elevato (9,6% sul fatturato) avendo una rete commerciale composta esclusivamente da punti di vendita diretti. Per tale motivo il fatturato per addetto di Eurospin (623mila euro) è circa il doppio di Esselunga (328mila) e Lidl Italia (337mila). Eurospin conta 7.100 dipendenti contro i 21.900 di Esselunga e gli 11.000 di Lidl Italia.

Dal 2011 Eurospin ha cumulato utili netti per 635 milioni, circa il triplo di Lidl Italia (206 milioni) ma poco oltre la metà di quanto realizzato da Esselunga che ha toccato 1,1 miliardi. Profondo il rosso di Carrefour (-2,5 miliardi) e Auchan (-559 milioni).

 

 

Un contesto di parcellizzazione e offerta elevata

Nel 2015 le aree di vendita della Gdo italiana sono tornate a crescere (+0,6%), ma il numero dei punti vendita si è contratto del 2,1%. La riduzione è originata dalle attività del libero servizio (<400mq) a minore superficie (-6,4%); stabile il dato degli ipermercati (>2.500mq) mentre hanno realizzato incrementi tutte le altre tipologie: supermercati (tra 400 e 1.499mq) +0,9%, superstore (tra 1.500 e 2.499mq) +1,8% e discount +4,3%. Il superstore si conferma il format più efficiente con vendite mediamente pari a 8.400 euro/mq, seguito dall’iper con 6.000 euro/mq e dal supermercato con 5.400 euro/mq. Le vendite per mq sono in crescita tra il 2007 e il 2015 solo per i superstore (da 7.500 a 8.400 euro) e i discount (da 4.200 a 4.600); gli altri canali hanno perso terreno, in particolare gli iper (da 7.600 a 6.000 euro). Il segmento discount nel 2015 ha rappresentato il 16% della distribuzione organizzata. Al suo interno il Gruppo Eurospin è leader di mercato, con una quota del 32,3%.

L’Italia resta un Paese con aspetti contradditori, con una bassa presenza di grandi superfici (solo l’1,4% degli esercizi, mentre il libero servizio arriva a coprire quasi il 50% del totale); un’offerta complessiva elevata (pari a 289 mq ogni mille abitanti, alle spalle della Germania) e una bassa concentrazione, con i primi cinque operatori della Gdo a coprire il 52% del mercato contro il 62% di Spagna, 68% della Germania, 73% di Francia e 76% del Regno Unito.

Le vendite dell’aggregato sono aumentate nel 2015 dell’1,9%, attestandosi a 40,1 mld di euro. La variazione è originata dal diffuso aumento del fatturato di tutti i gruppi ad eccezione di Auchan-SMA che registra una riduzione dell’8,9%; i maggiori incrementi hanno riguardato Lidl Italia (+9,6%), Eurospin Italia (+6,7%), Carreforur (+6,1%) ed Esselunga (+4,7%). Anche nel periodo 2011-2015, Auchan-SMA ha ridotto il fatturato del 19,6%, seguita da Carrefour (-9,3%) e Gruppo Pam (-4,9%); forti gli incrementi di Lidl Italia (+43%) ed Eurospin Italia (+42,9%), seguite da Esselunga (+11,6%).mediobanca-fatturato-gdo

 

Quanto a numero di punti vendita, il maggiore sviluppo della rete ha interessato Eurospin Italia (+19%) e il Gruppo Pam (+10,1%, di cui +8,6% solo nell’ultimo anno), seguiti da Coop (+7,9%) ed Esselunga (+7,8%). Dal 2011 Carrefour ha ridotto del 15,5% i punti vendita complessivi, passando da 1.303 a 1.101 (la rete in franchising si è contratta di oltre 200 unità mentre quella diretta si è incrementata di circa 30 unità); nel caso di Auchan-SMA si è invece avuto un progresso del 4,3%, da 1.817 a 1.895 (+78). La rete più estesa a fine 2015 è quella di Auchan-SMA con 1.895 punti vendita, dei quali oltre l’81% in franchising/affiliazione, formula cui il gruppo francese fa ricorso più estensivo, seguito da Carrefour con 1.101 punti (56% circa in franchising/affiliazione), Eurospin Italia con 1.048 punti (diretti e franchising) e dalla Coop (866, di cui circa l’1% in franchising). Lidl Italia e Esselunga gestiscono solo punti vendita di proprietà (rispettivamente 568 e 152 unità).

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Esselunga, prima della classe in efficienza

Esselunga ha confermato nel 2015 la leadership d’efficienza con vendite pari a 15.732 mila euro/mq, contro i 7.184 euro medi del panel. Gli altri gruppi si collocano tra i 6.850 euro/mq delle Coop e i 3.500 euro/mq di Gruppo Pam. Nell’ultimo anno solo Carrefour mostra un aumento dei ricavi per mq (+6,1%). Flessioni assai importanti sul 2011 hanno interessato Auchan (-15,5%) e Carrefour (- 11,2%). Solo Unicoop Firenze, all’interno dell’aggregato Coop, ha conseguito vendite unitarie prossime a quelle di Esselunga con 14.247 euro per mq. Anche esaminando il fatturato per punto vendita il quadro non muta: Esselunga realizza quasi 48 milioni (+4,5% sul 2011 e +1,6% sul 2014), il fatturato annuo di una media impresa italiana, davanti a Iper-Unes (15,5 milioni, -0,4% sul 2011 e +5,3% sul 2014), Coop (12,3 milioni, +11,6 e -7%), Auchan-SMA (11,6 milioni, -18,4% e -9,8%), Carrefour (8,3 milioni, -15,7% e +4,8%) e Gruppo Pam (4,2 milioni, -15,8% e -4,9%). I livelli sono influenzati dalla superficie per punto vendita: quasi 3mila mq in media per Esselunga, 2.200 mq per Auchan-SMA, 1.800 mq per le Coop, 1.600 mq per Carrefour e 1.100 mq per Gruppo Pam. I dipendenti per 1.000 mq sono massimi per Esselunga (48 unità), intermedi per l’aggregato delle Coop (31 unità), attorno alle 20 unità per i due Gruppi francesi e 16 unità per la Gruppo Pam.

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Coop su grazie alla gestione finanziaria

Il sistema delle maggiori Coop ha chiuso il 2015 con un fatturato aggregato a 10,9 miliardi, in perdita operativa (-0,7% il mon sul fatturato), ma con un risultato corrente positivo (3,1% del fatturato), grazie al contributo della gestione finanziaria (3,8% del fatturato). Sei delle undici società dell’aggregato Coop hanno chiuso il 2015 con una perdita operativa. La Coop Centro Italia è stata la più performante (mon al 2,9% del fatturato). In cinque anni l’aggregato delle coop ha cumulato utili per 109 milioni, rivenienti da proventi finanziari netti per 1.275 milioni, margini industriali per 4 milioni e proventi non ricorrenti per 234 milioni, a fronte di svalutazioni finanziarie per 948 milioni e imposte per 456 milioni. Unicoop Firenze è la cooperativa di maggiori dimensioni (fatturato di 2,3 miliardi) e quella più efficiente (14.250 euro di vendite per mq). Nel 2016 è stata costituita Coop Alleanza 3.0, fusione di tre precedenti cooperative, con ricavi stimati in 5 miliardi di euro. I finanziamenti da soci sono in diminuzione del 3%, da 11,1 miliardi nel 2014 a 10,7 miliardi nel 2015. Le consistenze maggiori sono raccolte da Coop Adriatica (2.265 milioni) e Unicoop Firenze (2.035 milioni). Il portafoglio degli investimenti finanziari è pari a 10,8 miliardi, composto da titoli non immobilizzati per 7 mld (-4,9% sul 2014; di cui 3 mld in titoli di Stato e 2,6 mld in obbligazioni), partecipazioni per 2,2 miliardi e titoli immobilizzati per 1,6 miliardi. Le disponibilità sono pari a 2 miliardi (-0,5% sul 2014).

Nel periodo 2011-2015 la gestione industriale delle Coop ha prodotto margini cumulati positivi pari a 4 milioni, cui si aggiungono 1.275 milioni rivenienti dalla gestione finanziaria. Il portafoglio di titoli e partecipazioni ha prodotto nello stesso periodo svalutazioni per 948 milioni. Le poste straordinarie hanno comportato introiti per 234 milioni. Tenuto conto delle imposte per 450 milioni, si ottiene un utile netto cumulato di 109 milioni.

Carrefour apre un secondo market “Urbano” a Milano, con focus sui servizi

Si trova in Piazzale Susa, zona est di Milano, il secondo punto vendita Market “Urbano” in città. Innumerevoli servizi, una grande varietà di prodotti di alta qualità e soprattutto la possibilità di contattare, attraverso Carrefour market, molti dei professionisti dedicati alla manutenzione della casa sono le caratteristiche del nuovo format dell’insegna francese. Attraverso la blue box, una postazione posizionata all’ingresso del punto vendita, è infatti possibile richiedere l’assistenza a diverse tipologie di professionisti: dall’idraulico al fabbro, dall’elettricista al tapparellista, fino al tecnico della caldaia o alla sanificazione del condizionatore. L’intera gamma di servizi offerta è garantita e intermediata dal partner Slemm.
Da ora anche in Piazzale Susa i clienti possono anche usufruire di servizi quali la lavanderia, l’assistenza finanziaria di Carrefour Banca, la possibilità di invio di denaro in tutto il mondo attraverso Moneygram o acquistare i biglietti per i propri eventi preferiti attraverso Ticketone, biglietti cinema, oltre che la possibilità di accedere a servizi tecnologici come stampa foto, fotocopie, scanner, fax, pagamento bollettini, carica batterie per i propri device, digitalizzazione DVD e molto altro.
Il rinnovato punto vendita Market Urbano di Piazzale Susa, si estende su una superficie di 1.044 metri quadri. Tra i reparti serviti, di fianco a gastronomia e rosticceria, si trova il corner delle patatine fritte servite al momento per un servizio take away. Arricchiscono l’offerta un settore di monoporzioni da asporto sia pronti da mangiare sia da cucinare, a base di carne o di pesce, pane caldo tutta la giornata, punto ristoro Market Caffè, oltre che una vasta gamma di prodotti sia bio che free from
«Il formato “Urbano” rappresenta una vera e propria rivoluzione nei modelli della grande distribuzione ed è per questo che siamo orgogliosi di averlo portato a Milano aprendo oggi anche il secondo punto vendita – ha detto Stephane Coum, direttore supermercati Carrefour Italia -. Innovazione e servizio sono le parole chiave che guidano quotidianamente il lavoro di Carrefour market e il modello Urbano ne è un esempio concreto, un aiuto a tutte quelle persone che da oggi possono trovare nei propri supermercati di fiducia in Viale Regina Giovanna e in Piazzale Susa a Milano un supporto concreto nell’organizzazione della propria vita e una risposta semplice e immediata alla richiesta di servizi a 360 gradi».

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