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Cosa rende un punto vendita innovativo? Parte 2, Gourmeet e Undiz

In questa seconda parte della video intervista sul punto vendita innovativo parlano Giuseppe Medici, Socio Conad e fondatore di Gourmeet  e Sebastien Bismuth, Direttore Generale di Undiz (Gruppo Etam).

Due esperienze che guardano al futuro in modo creativo e coinvolgente, senza dimenticare efficienza ed efficacia. A Napoli all’interno di un supermercato Sapori e Dintorni c’è Gourmeet, bistrò e caffetteria (con Lavazza), innovativo sotto tanti aspetti. Per la proposta, che vede tra le altre cose uno street food d’eccellenza: la “bomba” creata dallo chef tre stelle Niko Romito. Ma anche la possibilità di farsi cucinare le eccellenze del supermercato e fare sinergia tra i due piani: quelli del grocery e quelli del restaurant: e nasce così il grocerant.

Undiz, marchio di intimo del colosso francese Etam orientato alle più giovani, fa di necessità (un punto vendita con spazi commerciali molto ridotti nella via dello shopping di Toulouse) virtù: una shopping experience ludica e coinvolgante ma anche pratica, perché consente di unire e-commerce e negozio reale. E il tutto utilizzando una tecnologia quasi “antica”…

A Lucca debutta un Conad City in Piazza del Carmine

Si trova proprio davanti allo storico Mercato del Carmine, in Piazza del Carmine, il nuovo Conad City che apre oggi giovedì 3 marzo a Lucca. Una sorta di contrappunto tra vecchio e nuovo, antico commercio e moderne esigenze di spesa. La nuova struttura di Conad del Tirreno sorge dunque in pieno centro storico. Riaperto dopo un passaggio di gestione e oltre 20 giorni di chiusura per ristrutturazione, il punto vendita offre, in circa 260 mq di superficie di vendita, oltre 4 mila prodotti freschi e freschissimi, il più possibile a km 0 privilegiando i fornitori del territorio, e un servizio efficiente e completo di qualità, garantito dagli otto dipendenti. È un punto vendita piccolo, ma funzionale che dedica grande attenzione ai reparti ortofrutta, gastronomia e panetteria.

lucca city carmine_003“Si tratta di un piccolo negozio perfettamente integrato all’interno delle Mura, nel cuore della città – spiega Armando Vanni, socio imprenditore Conad del Tirreno e proprietario del nuovo Conad City – . Questo intervento contribuisce a restituire vivacità al centro cittadino, valorizzandone il patrimonio edilizio esistente. Grazie alla versatilità di Conad, proponiamo un’offerta di prodotti alimentari e per la casa completa ed in linea con le esigenze attuali del consumatore, all’interno di un edificio esistente da secoli e di cui abbiamo valorizzato gli elementi distintivi. È un format di vendita funzionale, moderno e conveniente, che dedica attenzione e spazio anche alle produzioni tipiche della nostra terra. Un punto di vendita capace di interpretare nel modo migliore il concetto di vicinato e che dà risposta alle esigenze di servizio di clienti eterogenei, dall’abitante del quartiere al turista, a chi frequenta il centro storico per lavoro o diletto”.

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Lo staff del nuovo Conad City.
Lo staff del nuovo Conad City.

Grazie alla posizione centrale, infatti, a metà strada fra Via Fillungo e la Torre Guinigi e al curato assortimento, il nuovo Conad City potrà diventare un punto di riferimento anche per i tanti turisti che frequentano il centro storico della città. I residenti della zona inoltre non saranno più costretti a spostarsi con l’auto per la loro spesa quotidiana, contribuendo così anche ad un generale miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita.

Liberalizzazione farmaci: la raccolta firme Conad supera quota 140mila

Mentre procede la discussione parlamentare sul ddl Concorrenza che prevede numerosi emendamenti a favore della liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli che necessitano di ricetta ma non prevedono il rimborso da parte dell’Ssn), i promotori della petizione “Liberalizziamoci” (Conad, Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e Altroconsumo) annunciano che le firme ad oggi raccolte sono arrivate a 144.511 e che, comunque vadano i lavori della Commissione, l’iniziativa congiunta non si arresterà.
“Se il Governo non saprà cogliere l’opportunità del ddl Concorrenza – dichiarano i promotori – noi andremo avanti. L’azione delle lobby [dei farmacisti, ndr] può solo ritardare le riforme, ma non può arrestare l’assunzione di consapevolezza da parte dei cittadini, che sono anche elettori e sanno riconoscere molto bene chi tutela gli interessi di pochi a svantaggio di molti”.

I farmaci di fascia C sono a totale carico delle famiglie per un ammontare di 3 miliardi di euro all’anno. Si tratta di medicinali di uso comune (antinfiammatori, antidolorifici, antidepressivi, anticoncezionali, ecc.), che nel tempo sono stati esclusi dai rimborsi. La loro vendita nelle parafarmacie – dove è già obbligatoria la presenza del farmacista – favorirebbe una dinamica concorrenziale che porterebbe a un abbassamento dei prezzi, a vantaggio dei pazienti e a costo zero per lo Stato.
La petizione Liberalizziamoci indirizzata al Governo – nelle persone del presidente del consiglio Renzi e delle ministre Guidi e Lorenzin – chiede che sia consentita la vendita dei farmaci non mutuabili con ricetta anche nelle parafarmacie, nell’interesse di molti soggetti: dei cittadini, che potranno così beneficiare di un calo dei prezzi; dei farmacisti di parafarmacia, che hanno la stessa abilitazione dei colleghi di farmacia; degli operatori del settore, che dovrebbero poter competere a condizioni eque in un mercato concorrenziale, aperto e dinamico.

Secondo Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane “Nessun alibi sarà preso in considerazione perché nessun motivo valido e serio impedisce l’approvazione di una norma, quella che liberalizza i farmaci di fascia C, che creerebbe risparmi per i cittadini, nuova occupazione, nuove aziende e nuovi investimenti. Negare tale provvedimento è una scelta politica, è una scelta di campo”.

Conad, a Napoli una sfida da 6 milioni di euro

Dalla innovativa cella dei formaggi aperta al pubblico Danilo Toppetti, direttore generale di PAC 2000A Conad, ci presenta il nuovo Superstore Conad e il Centro commerciale Azzurro Life&Shopping di Napoli Fuorigrotta e parla della strategia della cooperativa sul territorio campano. Una sfida che sta dando buoni risultati. Grazie a una strategia innovativa e a un superstore da 1.650 mq che vede nel focus sui freschi e nelle lavorazioni a vista (dalla pizza al pesce fritto, dal sushi alle macedonie, al pane) i suoi punti di forza. Nel segno della trasparenza al cliente, grande diktat del retail del nuovo millennio.

Per la fotogallery del superstore clicca qui.

Al superstore Conad di Napoli tanti freschi e lavorazioni a vista

Servizio assistito in tutti i reparti, ampio spazio ai freschi anche con profondità di offerta, e soluzioni scenografiche ed innovative per attirare una clientela ampia e diversa in questa zone di Napoli, Fuorigrotta (dove si trova lo stadio San Paolo), densamente popolata da target vari, dagli studenti alle famiglie di varia estrazione.

“Noi diamo la possibilità di un’ampia gamma di prodotti, dal più conveniente al top di gamma, poi è il cliente sveglierà” spiega Claudio Sonaglia, il direttore marketing di PAC2000 la cooperativa Conad che ha appena inaugurato il parco commerciale Azzurro Life&Shopping (vedi).

Tante le soluzioni innovative e anche un po’ scenografiche, a voler ricreare quella shopping experience coinvolgente nel segno della trasparenza, dove il cliente vede ciò che compra e le operazioni che stanno solitamente nel retro (come il taglio delle carni) ma cui viene anche proposta la cucina sul posto (dalla pizza, al fritto, al sushi).

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Il Conad Superstore ha una superficie di 1.650 mq, 60, di cui la metà nuovi occupati, otto casse
Reparti: ortofrutta, carni, gastronomia, pane, pizza, pesce, surgelati, enoteca, generi vari e non food con 11.500 prodotti in vendita, di cui 300 (ortofrutta, latticini e generi vari) provenienti da produttori locali.

Pac 2000A Conad riqualifica il Cci di Fuorigrotta e nasce Azzurro Life&Shopping

PAC 2000A Conad, la cooperativa Conad che opera in Campania, Umbria, Lazio e Calabria, scommette ancora su Napoli aprendo a Fuorigrotta, uno dei quartieri più popolati della città, il centro commerciale Azzurro Life&Shopping.

Una sfida quella di aprire un centro commerciale, oggi, in una parte non facilissima della città, e per di più in una struttura precedente, il centro commerciale San Poalo, progettata negli anni ’90 e aperta nel 2000, ormai chiuso da anni. Soprattutto, una sfida quella di non abdicare alla qualità, proponendo un superstore Conad innovativo e marchi “forti” della fast fashion quali H&M e Ovs ma anche marchi quali Euronics, Pittarosso, Lovable, Gigi Bags, Idea Bellezza, AW Lab, GoVado, Ottica Lama, Kasanova, Jean Claude Coiffeur, il Mondo di Gege, 3 Store e Poste Italiane.

La struttura consiste di 19 punti di vendita e i molteplici servizi su una superficie di 9.822 mq (1.784 mq destinati alla galleria e 8.038 mq alle attività commerciali), è in grado di soddisfare un bacino d’utenza di circa 300mila persone nell’arco di 10 minuti di spostamento e garantisce occupazione stabile a 300 addetti.

La hall del complesso vista dalla galleria.
La hall del complesso vista dalla galleria.

Frutto dell’investimento economico di PolisRe srl, azienda creata da PAC 2000A per la realizzazione del progetto con un investimento di oltre 6 milioni di euro, la riqualificazione urbana dell’ex parco commerciale San Paolo ha l’ambizione di contribuire ad alimentare la ripresa nel territorio della città di Napoli, che ha risentito più di tante altre degli effetti negativi della crisi economica.

«Abbiamo lavorato in un territorio delicato – dichiara l’amministratore di PolisRe Giovanni Albano – dove ancora oggi è difficile attrarre investitori, marchi nazionali e internazionali. L’apertura di Azzurro Life&Shopping è sicuramente una vittoria e vuole essere anche un esempio, oltre che uno stimolo, del fatto che fare impresa nella legalità è una possibilità concreta. Un risultato molto positivo ottenuto grazie anche alla tangibile presenza delle istituzioni e attraverso un percorso legale estremamente virtuoso con la cooperativa PAC 2000A che fa parte del patto antiracket».

Tra i servizi presenti ci sono: postazioni Wi-Fi, collegamenti Internet diretti, postazioni ricarica portatili e telefonini, sportelli bancomat, macchine per stampe digitali e sviluppo foto e il servizio di copisteria offerto da Poste Italiane, pensato anche per i circa 20 mila studenti universitari che gravitano nell’area.

Non manca una food court, sia esterna sia interna, con una variegata offerta che va dalla ristorazione specializzata di “Napoli nel Cuore” e della caffetteria “I Love Puro” alle yoghurterie e gelaterie.

I vertici di PAC2000 Conad durante la conferenza stampa di presentazione del complesso commerciale.
I vertici di PAC2000 Conad durante la conferenza stampa di presentazione del complesso commerciale.

Il nuovo Conad Superstore si aggiunge ai 52 punti di vendita Conad, Conad City, Margherita Conad e ai due Sapori&Dintorni in via degli Alabardieri e nella stazione ferroviaria di Napoli Centrale aperti da PAC 2000A.

Ioleggoletichetta.it sostiene la petizione di Conad per liberalizzare i farmaci di fascia C

Alla raccolta di firme finalizzata a sollecitare il Parlamento a estendere la vendita di farmaci di fascia C a tutte le parafarmacie, comprese quelle della Gdo, partecipa Ioleggoletichetta.it, che in questo modo intende sostenere la campagna lanciata da Conad, Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e Altroconsumo. Una campagna che nelle prime tre settimane ha raggiunto 80mila firme.
La raccolta di firme è finalizzata all’estensione della vendita anche ai farmaci di fascia C, ovvero quei 3.800 farmaci utilizzati per patologie di lieve entità, quali, ad esempio, antidolorifici, antinfiammatori, ansiolitici, antidepressivi e anticoncezionali. Farmaci che valgono, da soli, 2.937 milioni di euro, l’11% della spesa farmaceutica nazionale (fonte: Rapporto Osmed 2014). E a questo scopo Conad ha realizzato il sito www.liberalizziamoci.it in cui i cittadini possono trovare la petizione da firmare. La raccolta delle firme è in atto anche nelle parafarmacie e nei punti di vendita Conad, oltre che in molte parafarmacie private.

In termini di risparmio per i cittadini la competizione sui prezzi garantirebbe un beneficio stimato tra i 500 e i 900 milioni di euro all’anno (vedi Dalle liberalizzazioni dei farmaci di fascia C 600 milioni per le famiglie). La stessa dinamica si è verificata con la liberalizzazione nel 2006 dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica (Sop) e dei farmaci da banco (Otc). Con la concorrenza i prezzi dei farmaci sono risultati infatti più contenuti, per un valore medio di 8,1 euro in farmacia, 7,4 euro in parafarmacia e 6 euro nella grande distribuzione (fonte: Assosalute, 2015).
«Preoccupa l’orientamento del Parlamento, che sul ddl concorrenza continua a tenere i farmaci di fascia C fuori dalle parafarmacie ignorando le raccomandazioni dell’Antitrust – sottolinea l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese -. In questo modo si nega a tante famiglie la possibilità di risparmiare sul costo dei medicinali, per valori che vanno mediamente dal 10% delle parafarmacie private al 20% di quelle della Gdo. Invece oggi, per effetto della crisi, gli italiani trascurano la propria salute, e lo Stato pagherà sui lunghi tempi nella cura delle malattie».

Conad ha in funzione 97 parafarmacie su tutto il territorio nazionale, di cui la prima è stata inaugurata nell’ipermercato di Modena, a ottobre 2006. Il fatturato 2014 ha superato i 50 milioni di euro e i 3,7 milioni di clienti che le frequentano annualmente hanno risparmiato il 20% rispetto ai prezzi della farmacia tradizionale, per un importo complessivo di 10 milioni all’anno. Nelle parafarmacie Conad i farmaci senza obbligo di prescrizione medica e i farmaci da banco valgono il 30% del fatturato. Seguono gli integratori alimentari, i prodotti per la cura del viso e gli articoli sanitari.

Cia-Conad: piano da 200 milioni di euro di investimento e 450 posti di lavoro in due anni

È un piano ambizioso quello annunciato da Cia, Commercianti Indipendenti Associati, la cooperativa di dettaglianti del consorzio nazionale Conad che copre l’area di Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Sono infatti previsti 200 milioni di euro di investimenti nei prossimi 24 mesi, con la creazione di oltre 450 nuovi posti di lavoro. Obiettivo: rafforzare, da qui al 2017, la propria posizione sul mercato. Un quadro in linea con il piano nazionale illustrato dal consorzio nazionale Conad.

Sono sei le nuove aperture previste, e sarà la Romagna a beneficiare della maggior parte degli investimenti, con nuovi punti vendita a Forlì, presso il quartiere Cava (1.400 mq), Savignano sul Rubicone (1.200 mq), Rimini ex fiera (2.500 mq) e Morciano di Romagna (2.500 mq). Nuovi negozi sono previsti anche a Padova e Pesaro, oltre a 30 ristrutturazioni in strutture esistenti tra Romagna e Marche.

Sempre a Forlì entro il 2016 partirà anche il cantiere del centro direzionale di via dei Mercanti, per un investimento di circa 25 milioni di euro, con spazio uffici per 8mila mq ed un magazzino per 20mila mq. L’apertura è prevista per il 2017. Nello stesso anno dovrebbe giungere a compimento la costruzione di nuove strutture commerciali dedicate all’extra-alimentare, presso l’area adiacente all’ipermercato di Pieveacquedotto.

«Commercianti Indipendenti Associati si conferma ancora una volta come uno dei motori di sviluppo più importanti per questo territorio – dice l’Amministratore Delegato Luca Panzavolta –, grazie a un piano investimenti che valorizza, tra l’altro, le competenze produttive e tecnologiche dei nostri fornitori. In un momento in cui la ripresa economica è ancora debole, crediamo che possa rappresentare un traino per tutto il mondo dell’economia locale, offrendo occasioni importanti di lavoro alle imprese che operano in questo contesto. Anche per questo motivo auspichiamo un andamento il più celere possibile degli iter burocratici, grazie alla positiva collaborazione di tutti i soggetti coinvolti».

Cia dà lavoro a oltre 6.400 soci e dipendenti tra Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia e Veneto in 236 negozi associati per complessivi 165mila metri quadri di superficie di vendita (con una media di 700 mq) e un patrimonio di 583 milioni di euro. La rete è suddivisa tra 3 ipermercati (Treviso, Rimini e Forlì), 33 superstore, 72 supermercati Conad e 128 negozi di vicinato City. Attivi anche 4 distributori di carburante (Faenza, Cesena, Azzano e Porcia). Ogni anno CIA-Conad elargisce tra rete e cooperativa circa 2 milioni di euro a sostegno di progetti di tutela della salute, di promozione sociale e sportiva.

Conad a 12,2 miliardi di vendite nel segno di convenienza, assortimento e vicinanza a casa

Nella consueta conferenza stampa di fine anno, Conad h tracciato il bilancio di un 2015 all’insegna della crescita e indicato i programmi per il 2016. «Il clima di fiducia delle famiglie si è raffreddato – afferma l’amministratore delegato Francesco Pugliwese – lentamente abbiamo imboccato la via d’uscita dalla crisi. Due consumatori su tre dichiarano di avere modificato le proprie abitudini di spesa per poter risparmiare: la nostra risposta è una rete multicanale e multifunzionale, con layout specifici, assortimenti ampi di specialità e eccellenze di ogni territorio. Investiamo in servizi e nel futuro con soluzioni più vicine possibile alle attese di quanti scelgono le nostre insegne per la qualità e la convenienza che siamo in grado di garantire».

I risultati
Nonostante nel terzo trimestre dell’anno il trend dei consumi sia attestato al 2 per cento), Conad stima di chiudere il 2015 con un giro d’affari di 12,2 miliardi di euro, in crescita di 500 milioni (+4,2 per cento) rispetto all’anno precedente. «Per avee un’idea – puntualizza Pugliese – la crescita avuta da Conad è pari al fatturato complessivo di Eataly, una realtà che fa certamente il bene dei prodotti italiani e dell’immagine dell’Italia all’estero, ma che realizza l’80% del fatturato con la ristorazione».

Un risultato che nasce da un piano strategico di sviluppo che ha portato la quota di mercato all’11,8 per cento (0,4 punti percentuali in più nel corso dell’anno) e al rafforzamento della leadership nei supermercati, con una quota del 19,8 per cento (1,2 punti percentuali in più rispetto al 2014). La crescita di Conad è trainata dal trend di ipermercati e supermercati, superiore di più del doppio a quello del mercato.

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La marca del distributore
Un altro elemento di traino è la marca commerciale. Nel complesso la quota della Mdd in Italia ha subito anche nel 2015 un lieve rallentamento, passando dal 18,4% al 18,3%, ma registrando anche incementi sostanziali nei segmenti premium e green (+11,8% e +9% rispettivamente) e un crollo del 40% del segmento primi prezzi. La Mdd Conad, al contrario ha una quota del 27%: «È un elemento che fidelizza i clienti offrendo un posizionamento differenziante all’insegna». E che assegna ai prodotti Conad la leaderchip inel 40% delle categorie.

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Secondo una rilevazione di Iri, a fine anno la convenienza offerta da Conad ha generato più di 673 milioni di risparmio per i clienti nel solo largo consumo confezionato: alimentari, prodotti per la pulizia della persona e della casa, prodotti di consumo non durevoli.

La rete
La rete di vendita conta 3.062 punti di vendita – 25 Conad Ipermercato, 215 Conad Superstore, 1.039 Conad, 989 Conad City, 518 Margherita Conad, 197 discount Todis, 13 Sapori&Dintorni e 66 altre insegne e cash&carry –, comprensivi dell’acquisizione di 45 ex Billa nel Nord-Est (Veneto e Friuli-Venezia Giulia) e delle nuove aperture con la creazione di 4.174 nuovi posti di lavoro.

Si tratta in una rete multicanale capace di dare risposte a modalità di spesa sempre più articolate e a nuovi consumi: carburanti, farmaci, ottico, gelaterie. Sempre con una forte attenzione all’italianità dei prodotti e fornendo, al contempo, un sostegno a quel tessuto imprenditoriale fatto di piccoli e medi produttori locali che rappresentano l’eccellenza tipica regionale e una componente fondamentale dell’economia nazionale. Ne trae beneficio la produttività di Conad (5.980 euro/mq), tra le più alte del mercato, pur con una dimensione media del punto di vendita più piccola (623 mq) rispetto a quella di altre catene, e una punta di eccellenza con Sapori&Dintorni.

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E la frequentazione: sono 7,8 milioni gli acquirenti non occasionali (31,7 per cento delle famiglie italiane) che ogni settimana fanno la spesa nei punti di vendita di Conad staccando oltre 45 scontrini all’anno.

La collaborazione con Finiper
Quanto all’accordo con Finiper-Unes, Pugliese specifica che la collaborazione procede in maniera importante, che l’accordo è quinquennale automaticamente rinnovabile e che sono in via di attuazione delle attività comuni, tra cui uno stabilimento per la sfilettatura e il confezonamentod el pesce fresco ed è stato già varato un investimento di 25 milioni per la realizzazione di una nuova azienda per l’industrializzazione del take away.

I progetti per il futuro
Ma l’investimento più significativo, in quanto punto di riferimento di ogni settore di attività per lo sviluppo nei territori, è nella multicanalità, perché finalizzato a rafforzare il concetto di vicinanza al territorio e di partecipazione; dunque il rapporto con il cliente. Non solo spazi fisici, ma anche un’offerta di prodotti ben ponderata e attenzioni continue alle esigenze delle comunità. Con un occhio di riguardo alla prossimità: format nuovi e rinnovati per soluzioni al passo con i tempi e innovazioni in aree chiamate a rispondere sempre più e sempre meglio alle esigenze di un cliente che è radicalmente cambiato.

Nel 2016 Conad investirà quindi 188 milioni di euro per potenziare e ampliare la rete con 88 nuovi punti di vendita per una superficie complessiva di 78.800 mq e la creazione di 1.300 posti di lavoro, 880 dei quali rappresentati da nuove assunzioni.

«Si tratta di una crescita organica – sottolinea Pugliese – che non prende in considerazione eventuali acquisizioni. Noi non abbiamo problemi a investire: con oltre 2 miliardi di patrimonio siamo nelle condizioni di fare acquisizioni. E di farle bene».

Sono previsti anche 8 milioni di investimento nel mondo digitale a tutto tondo, nel quadro del miglioramento del rapporto con il cliente. Quanto all’e-commerce, Pugliese ha un’idea precisa: «L’e-comemrce è in perdita. Valuteremo se pur in perdita si tratta di un servizio a sostegno del punto vendita fisico. In ogni caso il nostro obiettivo è di partire con una sperimentazione in una grande città nel 2016».

Le liberalizzazioni
L’impegno di Conad nella battaglia per le liberalizzazioni (farmaci di fasci C, carburanti in prima battuta) è stato ulteriormente ribadito da Pugliese. «Il nostro impegno per le liberalizzazioni non è determinato da un interesse economico. Voglio ribadirlo alla d.ssa Racca preseidente di Federfarma. Lo facciamo come cittadini, perché da sempre Conad si è battuto per la ricerca di un paese migliore. Liberalizzazione significa mercato più libero e più competitivo. Bisogna finirla di bloccare l’ammodermnamento del Paese per tutelare gli inetressi di pochi».

A fine 2015 le parafarmacie Conad in attività sono 100, con una convenienza che ha prodotto un risparmio per i clienti di 12 milioni di euro. Nella ricerca che Altroconsumo conduce ogni anno su un ampio campione di farmacie e parafarmacie, Conad risulta la catena della grande distribuzione più competitiva d’Italia, con un risparmio medio di oltre il 20 per cento sui prezzi di vendita dei farmaci rispetto a quelli delle farmacie.

Nel 2015 i distributori di carburanti Conad hanno raggiunto quota 35, con un erogato medio di 8,3 milioni di litri all’anno e un risparmio di 21 milioni di euro per gli automobilisti. Con un media di due rifornimenti al mese (da 50 litri cd), in un anno il risparmio per ogni automobilista ammonta a 105 euro. Il che equivale a dire che Conad ha erogato un proprio personale “bonus” vendendo i carburanti ad un prezzo mediamente inferiore di 8,8 centesimi di euro al litro rispetto ai prezzi medi nazionali delle compagnie petrolifere comunicati dal ministero dello Sviluppo economico.

Lo stesso discorso, ha aggiunto Pugliese, riguarda i libri e i libri di testo in particolare: «Se c’è la possibilità di offrire i libri di testo a prezzi più competitivi perché si vuole impedirlo? Perché c’è la lobby dei librai da tutelare». E lo stesso vale anche per gli orari di apertura festivi. «Noi siamo favorevoli alle aperture per garantire un certo livello di servizio, anche se comportano un aumento dei costi e non necessariamente un aumento delle vendite. Ma pensiamo che debbano essere le imprese a scegliere se tenere aperto o chiudere nelle festività o la domenica. Non può essee una scelta dei comuni. L’eccesso di regolamentazione sta portando il Paese alla paralisi e alla crescita di un sistema burocratico che aumenta i costi per tutta la collettività».

Dalle liberalizzazioni dei farmaci di fascia C 600 milioni per le famiglie

Durante il forum di Osserva Italia-la Repubblica, svoltosi ieri all’Università Cattolica a Piacenza, dal titolo esplicito, Libero consumo, Libero Paese, l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese ha spiegato le ragioni per le quali la liberalizzazione del mercato dei farmaci, per la quale Conad si è impegnato nella raccolta di firme (80mila in tre settimane) per una petizione popolare per convincere governo e politici a modificare il testo del ddl Liberalizzazioni, rappresenta un vantaggio concreto per le famiglie.

Nello stesso giorno anche Federfarma, l’associazione delle farmacie, nella persona del suo presidente Anna Rosa Racca, ha un po’ sprezzantemente ribattuto alle argomentazioni di Pugliese. Secondo quanto riportato da Farmacista 33 ha affermato che “È evidente che la Gdo sta investendo una notevole quantità di capitali per raggiungere l’obiettivo di portare la ricetta fuori dalla farmacia ma noi ci sentiamo forti della testimonianza politica che emerge dal testo del Ddl concorrenza uscito dalla Camera che riconosce alla farmacia il ruolo di primo presidio sanitario del territorio”.

«Figuriamoci se per Conad, che sviluppa oltre 11 miliardi di euro di fatturato, i 50 milioni che derivano dalle vendite nelle parafarmacie sono un elemento così vitale», risponde Pugliese. «La verità è che liberalizzare lavadita dei farmaci di fascia C è un concreto aiuto alle famiglie italiane».

Le reazioni di Federfarma, peraltro, si ripetono a ogni paventato attacco al monopolio dei farmaci e fanno ormai parte di un rituale già visto ai tempi delle lenzuolate di Bersani e alla timida liberalizzazione di Monti. Fascia C come linea Maginot dei farmacisti?

Tre domande ai farmacisti

La realtà è che sulla questione siamo di fronte a una asimmetria totale. Perché se l’associazione dei farmacisti accusa la gdo di fare promozione sui farmaci, non si capirebbe come mai nelle farmacie si vendono alimenti, calzature, abbigliamento per bambini, creme di bellezza, eccetera, con ricarichi spropositati. O per quale motivo i farmacisti non prendano posizioni chiare sul loro ruolo di dispensatori del farmaco e si facciano parte attiva perché vi sia congruenza tra cicli terapeutici e numero di medicinali nelle confezioni (negli Stati Uniti, come è noto, è il farmacista che prepara i medicinali per il ciclo di terapia stabilito dal medico). E infine, perché su questa questione l’Ordine dei farmacisti non riconosce ai farmacisti laureati che lavorano nelle parafarmacie lo stesso ruolo e la medesima liceità a dispensare famaci di fascia C che hanno i loro colleghi delle farmacie?

Per approfondire questo argomento Ancd-Conad organizza un incontro a Roma il 10 dicembre sul tema #ddlconcorrenza. Monopolio e diritti: il caso dei farmaci di fascia C, in collaborazione con la Federazione nazionale delle prafarmacie. Previsto l’intervento di Serena Sileoni vicepresidente dell’Istituto Bruno Leoni.

La liberalizzazione delle pompe di benzina

Ma le liberalizzazioni non riguardano solo i farmaci. L’altro capitolo importante è quello relativo alla distribuzione dei carburanti. Ecco ancora Pugliese.

Su questi temi l’Istituto Bruno Leoni ha da poco pubblicato l’Indice delle liberalizzazioni, un confronto con tutti i Paesi dell’Unione europea, che prende in esame il diverso grado di apertura in vari settori dell’economia. Il Regno Unito, che ottiene un punteggio del 95% (100 è il massimo punteggio), risulta l’economia più liberalizzata, seguita dai Paesi Bassi (79%) e da Spagna e Svezia, entrambe al 77%. I paesi meno aperti sono Cipro (49%), Lettonia e Croazia (entrambe al 56%) e Grecia (57%). L’Italia, col 67%, si colloca a metà classifica, a pari merito con Repubblica Ceca e Romania.

Proprio nella distribuzione in rete dei carburanti si riscontra un peggioramento, che però oltre agli aumenti delle accise nel 2014 sconta un adeguamento metodologico, che lo rende non confrontabile con gli anni precedenti.Schermata 2015-12-04 alle 12.42.47

«Per quanto riguarda l’Italia – commenta il vicedirettore generale dell’Istituto Bruno Leoni – sono positivi alcuni timidi miglioramenti, e anche i tentativi in corso col Ddl Concorrenza, ma per ora si tratta ancora di iniziative troppo poco sistematiche e non sempre abbastanza coraggiose. Le liberalizzazioni sono l’unico vero strumento di cui il Governo dispone per rilanciare l’economia e contemporaneamente alleviare le condizioni delle fasce sociali più basse: è incomprensibile che non siano in testa all’agenda dell’esecutivo e che, anzi, per ogni passo avanti se ne compiano due indietro su altri fronti».

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