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Pomodoro da industria, l’Italia supera la Cina

È un bilancio fatto di luci e ombre quello dell’ultima campagna di trasformazione del pomodoro. La principale nota positiva è il sorpasso ai danni della Cina, ma la corsa dei prezzi e la difficoltà di dialogo lungo la filiera hanno di sicuro complicato l’intero processo. A fronte di 78.695 ettari messi a coltura, la produzione è stata di 5,8 milioni di tonnellate, in leggero aumento rispetto al 2024, ma comunque inferiore (-10% circa) a quanto era stato programmato. Tanto basta comunque all’Italia per tornare ad essere il secondo Paese trasformatore di pomodoro a livello mondiale dopo gli Stati Uniti e prima della Cina che, dopo l’exploit degli scorsi anni, ha ridotto drasticamente le produzioni alla luce delle difficoltà legate principalmente al mantenimento delle quote di mercato estero.

IL NORD ACCRESCE LA PRODUZIONE
Andando ad analizzare nel dettaglio, al Centro Sud sono state trasformate 2,71 milioni di tonnellate di pomodoro (-5,3% rispetto al 2024) mentre nel bacino Nord il trasformato finale è stato di 3,12 milioni di tonnellate (+27,6% rispetto allo scorso anno). L’industria ha dovuto fare i conti con un incremento sostanziale dei prezzi del pomodoro rispetto a quanto preventivato, sia nel bacino Nord – dove l’elevato grado Brix ha determinato un indice di pagamento positivo, provocando un incremento del prezzo della materia prima rispetto al contrattato – che in quello Centro Sud, dove, a causa delle difficoltà di approvvigionamento idrico, in particolare nell’areale foggiano, e di comportamenti distorsivi in fase di approvvigionamento della materia prima, il pomodoro ha registrato incrementi fino al 40% rispetto al prezzo medio programmato.

PEGGIORANO LE RESE AGRICOLE
La campagna è stata, inoltre, caratterizzata da un peggioramento delle rese agricole che hanno registrato la performance più negativa degli ultimi cinque anni. Per il pomodoro pelato intero, prodotto caratteristico del Made in Italy, il calo delle rese agricole, associato a quello delle rese industriali, ha portato ad una riduzione della produzione di oltre il 20%.
Quella appena conclusa è stata una campagna particolarmente lunga e complessa – dichiara Marco Serafini, Presidente di Anicav –. Lo sfasamento dei tempi di maturazione della materia prima ha comportato un allungamento dei periodi di trasformazione. Le aziende, in particolare al Centro Sud, non sono mai riuscite a lavorare a pieno regime con una perdita importante delle economie di scala. Inoltre, gli incrementi del prezzo pagato per il pomodoro, che rimane il più alto al mondo, hanno creato situazioni distorsive del mercato rischiando seriamente di mettere in crisi il comparto. Sarà, quindi, prioritario cominciare a lavorare per un riequilibrio del valore lungo tutta la filiera, garantendo una giusta remunerazione ad agricoltura, industria e Gdo, investendo in innovazione e ricerca per migliorare le rese agricole e industriali, aumentare la produttività, ridurre i costi di produzione, ottimizzare i consumi idrici ed energetici e rendere più efficienti le operazioni di raccolta, soprattutto nel bacino pugliese”.

L’EXPORT RESTA FONDAMENTALE
Anicav è l’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali. A farne parte sono i 3/4 delle aziende di trasformazione di pomodoro operanti sul territorio nazionale. Dagli stabilimenti di queste imprese esce circa il 70% di tutto il pomodoro lavorato in Italia e la quasi totalità del pomodoro pelato intero prodotto nel mondo, con un fatturato che nel 2024 ha raggiunto i 3,9 miliardi di euro, cioè più del 70% del fatturato totale del comparto italiano della trasformazione del pomodoro. Circa il 60% delle produzioni è destinato all’esportazione sia verso l’Europa (Germania, Francia, Regno Unito) che verso gli altri Paesi (USA, Giappone, Australia).

IL DIALOGO LUNGO LA FILIERA NON DECOLLA
Sulla necessità di collaborazione insiste Giovanni De Angelis, Direttore Generale di Anicav: “Il comparto è messo a dura prova dalle situazioni spesso non semplici dei mercati di sbocco e delle politiche daziarie statunitensi. Resta prioritario un recupero del dialogo di filiera tra parte agricola e parte industriale. L’Interprofessione rimane uno strumento utile e fondamentale ma, in particolare nel Bacino Centro Sud, stenta a decollare per la difficoltà di dialogo tra le parti, per cui è necessaria una ridefinizione del perimetro di competenza e del modello operativo alla base delle relazioni interprofessionali dove gli accordi quadro restano l’elemento indispensabile e centrale. Abbiamo chiesto al Masaf di creare una cornice istituzionale entro cui muoversi per potersi dare regole chiare e cogenti. In assenza di un perimetro di regole ben definito – avverte De Angelis – sarà molto difficile immaginare di poter trovare un accordo per la prossima campagna di trasformazione”.

Agromonte sponsor della nuova edizione di “Cuochi per un giorno”

Un fine settimana a fianco dei piccoli chef per Agromonte: l’azienda siciliana, specializzata nella trasformazione del pomodoro ciliegino, partecipa come sponsor tecnico alla nuova edizione di “Cuochi per un giorno”, il Festival Nazionale di cucina per bambini che si terrà a Modena il 4 e 5 ottobre. L’evento da oltre un decennio rappresenta un punto di riferimento per famiglie e bambini dai 0 ai 12 anni, che ogni anno mettono letteralmente “le mani in pasta” grazie ad un calendario di laboratori e cooking class, con tanti ospiti stellati e d’eccezione. Per Agromonte essere presente a questo appuntamento rappresenta un’occasione unica di promozione della cultura gastronomica come strumento di educazione e di dialogo intergenerazionale.

DAL FESTIVAL AI SOCIAL
In qualità di sponsor tecnico, il marchio metterà a disposizione una selezione dei propri prodotti, che verranno utilizzati direttamente dai piccoli chef durante le attività, contribuendo a rendere l’esperienza ancora più autentica e divertente. Gli scatti fotografici realizzati nelle due giornate verranno condivisi sui canali social del brand. Inoltre, Agromonte metterà a disposizione gadget omaggio, tra cui shopper, prodotti, zainetti, per portare a casa un ricordo dell’iniziativa.
Agromonte fa sapere che la collaborazione con il Festival nasce da una visione comune: fare della cucina un linguaggio universale e formativo. Ma anche dalla convinzione che valori condivisi come la creatività e l’educazione alimentare, possano fare la differenza nelle nuove generazioni. “Crediamo che la cucina sia un linguaggio universale – afferma Miriam Arestia, Responsabile Marketing di Agromonte – capace di unire generazioni e accendere la fantasia. Partecipare a Cuochi per un giorno significa per noi sostenere un’iniziativa che educa divertendo e rispecchia pienamente i valori del nostro marchio”.

Le Conserve della Nonna rinnova la sua immagine

Nuova veste grafica per Le Conserve della Nonna, marchio del Gruppo Fini. L’obiettivo è ottenere maggiore riconoscibilità a scaffale e comunicare con immediatezza la propria identità. L’idea di base è stata tradurre in segni, colori e materiali i valori a cui il brand di Ravarino (MO) si richiama. Ed ecco quindi illustrazioni acquarellate che rimandano alla manualità e alla cura tipiche della lavorazione artigianale, lasciando ben visibile il prodotto all’interno del vasetto; denominazione chiara e leggibile, per offrire al consumatore un’esperienza di acquisto semplice e intuitiva; una texture di fondo effetto materico che evoca il calore della tradizione e delle preparazioni domestiche. I claim evidenziano i plus di ogni referenza, dalla selezione degli ingredienti alla filiera corta.
La nuova immagine sarà adottata progressivamente su tutte le linee di prodotto. Ogni nostro vasetto racconta una storia di semplicità, attenzione e rispetto per il consumatore – afferma Lorenza Baretti, Brand Manager di Le Conserve della Nonna –. Abbiamo voluto che questa storia fosse visibile già a prima vista, sugli scaffali, grazie a una grafica che trasmetta in modo diretto la nostra identità”.
Il Gruppo Fini, società di proprietà di Holding Carisma, è una storica realtà produttiva dell’alimentare. Dal 1912 ad oggi l’originaria salumeria-gastronomia di Modena si è trasformata in un pastificio che conta oltre 100 dipendenti ed esporta i suoi prodotti in 30 Paesi nel mondo. Fini è un marchio di pasta fresca, mentre Le Conserve della Nonna propone una gamma di passate, sughi, condimenti e confetture.

Conserve Italia punta ad aumentare del 19,5% i volumi di pomodoro trasformato

È entrata nel vivo da alcuni giorni la campagna di trasformazione del pomodoro da industria di Conserve Italia, gruppo cooperativo agroalimentare che nell’esercizio 2023-24 ha raggiunto un fatturato gestionale consolidato di 1,2 miliardi di euro ed è attivo nel settore delle conserve rosse con i marchi Cirio, Valfrutta, Jolly Colombani e Pomodorissimo – Santarosa (in licenza). Quest’anno Conserve Italia, che riunisce 36 cooperative agricole e presidia i mercati di oltre 80 Paesi in tutto il mondo, punta a trasformare 515.000 tonnellate di pomodoro 100% italiano (in aumento del 19,5% rispetto al 2024), coltivato dai soci su più di 6.000 ettari nei principali areali di Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Puglia e Basilicata. Quasi 1.400 lavoratori stagionali sono stati assunti per garantire la piena operatività dei cinque stabilimenti coinvolti in una campagna che, avviata nella seconda metà di luglio, proseguirà fino a fine settembre. Più di 550 addetti sono stati assunti nel sito di Pomposa (FE) dove quest’anno è prevista la lavorazione di 260.000 tonnellate di pomodoro; 70 lavoratori stagionali nello stabilimento di XII Morelli (FE) dove si punta a trasformare 38.000 tonnellate di pomodoro, 120 a Ravarino (MO) con un programma di trasformazione di 80.000 tonnellate (comprese 18.000 di pomodoro biologico), 200 ad Albinia (GR) per un programma di 84.000 tonnellate e 450 lavoratori stagionali a Mesagne (BR) con l’obiettivo di 53.000 tonnellate, prevalentemente di pomodoro lungo per la realizzazione delle gamme di pelati.

INVESTIMENTI IN IMPIANTI E LOGISTICA
La campagna 2025 segna un passaggio chiave per Conserve Italia: per la prima volta entrano infatti in funzione tutti e cinque i nuovi evaporatori a ricompressione meccanica ribattezzati “Thor” (nella foto a sinistra), un investimento strategico da 25 milioni di euro che rientra nel piano da oltre 86 milioni di euro. Questi impianti assicurano una riduzione di 12.000 tonnellate di emissioni di CO₂ ogni anno, un ulteriore miglioramento qualitativo delle passate e delle polpe, maggiore efficienza energetica, minore consumo idrico, digitalizzazione dei processi e migliori condizioni di lavoro per gli operatori. Inoltre, nello stabilimento di Pomposa, il principale del Gruppo e tra i più grandi in Europa per la trasformazione delle conserve vegetali, è in corso l’ampliamento del magazzino automatico fino a 120.000 posti pallet, mentre sono già stati implementati sistemi di automazione per la movimentazione interna delle merci con l’impiego di 23 mezzi a guida autonoma per migliorare i processi in termini di tracciabilità, efficienza e sicurezza.
Conserve Italia continua a investire per valorizzare al massimo la materia prima conferita dai soci produttori italiani. La nostra forza è una filiera cooperativa autentica, che promuove un’eccellenza del Made in Italy come il pomodoro generando valore e reddito per il sistema agricolo nazionale – dichiara Maurizio Gardini, Presidente di Conserve Italia –. L’avvio di questa campagna del pomodoro è stato condizionato dalle conseguenze delle piogge primaverili che in alcuni casi hanno fatto ritardare i trapianti e quindi ci hanno portato a rivedere alcuni programmi”.
Pier Paolo Rosetti, Direttore Generale di Conserve Italia, aggiunge: “Le innovazioni industriali, logistiche e agronomiche che stiamo mettendo in campo ci consentono di portare sui mercati di tutto il mondo un pomodoro sempre più sostenibile e rispettoso dell’ambiente, oltre che buono, sicuro e tracciato. Dal seme al prodotto finito, investiamo per garantire e migliorare qualità e sostenibilità”.

Agromonte festeggia 25 anni con una Capsule Collection

Ci sono traguardi che meritano di essere celebrati non solo con un numero, ma con un racconto. Per festeggiare il 25esimo anniversario della nascita del brand, Agromonte firma una speciale Capsule Collection. Si tratta, in pratica, di una linea da collezione, composta da tre latte illustrate, ognuna con una creatività differente, ma unite da uno stile vintage e un messaggio comune: rievocare la terra siciliana, la sua bellezza, la storia del marchio e rendere omaggio al pomodorino siciliano. Un racconto per immagini che inizia con la latta oro, che la stessa azienda siciliana indica come la più celebrativa, con le sue illustrazioni che intrecciano la vita nei campi e i pomodorini maturati al sole. La latta oro è disponibile anche in versione limited edition, impreziosita dal logo celebrativo. La latta verde viene definita da Agromonte mediterranea e ispirata ai colori del cielo e del mare, mentre la rossa, pop e audace, richiama il colore del pomodorino ciliegino, materia prima utilizzata dall’azienda, oltre che simbolo del brand.

Cosa troveranno gli acquirenti all’interno delle latte? Un assortimento selezionato di prodotti rappresentativi della qualità Made in Sicily dell’azienda: la Salsa Pronta di pomodoro ciliegino con un’etichetta speciale in edizione limitata. Inoltre, quattro varianti di Bruschette, Pesti e Specialità, per un aperitivo o un pasto ricco di gusto. Ma la collezione unisce allo stile anche la sostenibilità. Realizzate in latta, materiale totalmente riciclabile, le gift box possono essere utilizzate – una volta consumati i prodotti – in modi creativi, come portaoggetti o elementi decorativi. L’iniziativa vuol essere quindi un omaggio sentito a chi ha reso possibile la nascita dell’azienda e il suo sviluppo e soprattutto a chi continua a scegliere il suo marchio ogni giorno. In vendita da questo mese di luglio solo su Amazon, le latte della Capsule Collection di Agromonte hanno un prezzo di 25 euro.

Buon Mix Valfrutta, la fantasia (di legumi) al potere

Valfrutta, la marca della “natura di prima mano”, presenta la linea di prodotti pronti Buon Mix. Si tratta di una fantasia di legumi e verdure cotte a vapore, pensata per un pubblico giovane, attento al benessere, ma con poco tempo da dedicare alla cucina. Conserve Italia, a cui appartiene il marchio Valfrutta, sottolinea che le ricette offrono un perfetto equilibrio nutrizionale, grazie a un utilizzo più bilanciato dei diversi ingredienti, con un apporto proteico potenziato con diversi tipi di legumi, per esprimere al meglio l’energia naturale di questi alimenti. Buon Mix Valfrutta è un piatto pronto, ma può essere utilizzato come base per primi piatti, insalate o bowl.

Tre le combinazioni disponibili: Cannellini, Soia e Mais, con un tocco di croccantezza; Fagioli Rossi, Mais e Peperoncino, con un accento etnico e mediterraneo; Ceci, Piselli e Mais, ideale per piatti freschi e colorati. Ogni mix è cotto a vapore per preservare al meglio sapore e proprietà nutrizionali, è ricco di proteine vegetali, senza conservanti, 100% naturale e pronto da gustare, anche a temperatura ambiente. Il formato monodose da 140 g è disponibile in cluster da due lattine con un prezzo consigliato al pubblico di 1,99 euro.

Il nuovo Buon Mix Valfrutta ha un’immagine fresca e contemporanea. Il logo è in forte evidenza, a sottolineare il grande valore della marca. Il prodotto è protagonista assoluto, con fotografie che ne esaltano l’aspetto. La sub-brand Buon Mix intende mettere in luce in modo chiaro il concetto stesso del prodotto. Inoltre, il nuovo pack valorizza i plus nutrizionali e funzionali, parlando in modo diretto ai consumatori.

D’Amico, marketing ed export per consolidare il giro d’affari

Il largo consumo fa i conti con gli effetti dell’inflazione e il risultato è una contrazione delle vendite a volume. Un andamento trasversale a tutto il comparto, che però non ha cambiato i programmi commerciali di D’Amico, tra le principali aziende italiane specializzate nella produzione di conserve. “Stiamo ancora accusando le conseguenze degli aumenti di materie prime come il vetro – racconta a Instoremag Maria D’Amico, Marketing Manager dell’azienda – che in parte abbiamo dovuto trasferire a valle, altrimenti fare impresa sarebbe diventato insostenibile. Capisco le difficoltà della distribuzione, perché i rincari sono generalizzati e non si possono far crescere tutti i prezzi al consumo, ma una via di uscita andrebbe cercata a livello di sistema nazionale. Per esempio, si potrebbe rivedere l’aliquota al 22% dell’Iva. Alla luce di questa situazione, il nostro obiettivo per il 2023 è consolidare il fatturato dello scorso anno, restando intorno ai 70 milioni di euro”.

Una mano potrà darla il mercato estero, che già negli scorsi anni ha dato segnali di vitalità confortanti. “Ad oggi l’export incide per circa il 20% – afferma D’Amico – e vorremo salire al 30% o anche al 40% nell’arco di tre anni. La difficoltà sta nelle differenti abitudini di consumo: basti dire che ci sono mercati in cui un prodotto come la melanzana è praticamente sconosciuto. L’unica strada nel retail è realizzare iniziative nei punti vendita, per far assaggiare le nostre referenze, mentre nell’Horeca il compito è più semplice perché in giro per il mondo esistono tante realtà di eccellenza italiane attive nella ristorazione”.

Sul fronte schiettamente marketing, D’Amico ha da poco lanciato l’ottava edizione dei Vasi D’Autore: a caratterizzare le capsule del maxi-formato da 700 g è stato l’artista Pietro Lista, che ha ripreso il racconto de “le nature morte” di Giorgio Morandi, intitolando l’iconografia “Le Morandiane” in suo onore. La nuova collezione raffigura bottiglie, calici, brocche, caffettiere personificate in figure goffe e sbilenche, attraverso le quali Lista esprime una metafora della vita e dell’esistenza umana. Oltre a rappresentare un tributo all’arte, l’iniziativa mira a stimolare il riutilizzo dei contenitori in vetro in un’ottica di sostenibilità. “I Vasi D’Autore restano disponibili su nostro sito e-commerce per un anno – precisa la Marketing Manager – e sono poi distribuiti in determinati punti vendita in base agli accordi commerciali stipulati con le insegne. Nel continuativo è presente il packaging con la capsula verde, diventato il nostro colore distintivo, e il barattolo in vetro con la forma ‘a gonna’ che abbiamo brevettato e lanciato nel 2016. Altra novità di questo periodo è il progetto blockchain: sulla confezione è presente un codice QR che dà modo al consumatore di ripercorrere tutta la filiera del prodotto. Per ora l’iniziativa riguarda solo la linea dei fagioli, per un numero di referenze che va da sei a nove, e in base alla risposta della clientela valuteremo se estenderlo anche ad altre. È certamente una modalità interessante per raccontare le caratteristiche del prodotto e del territorio da cui proviene, perché lo spazio in etichetta è inevitabilmente ridotto, in particolar modo nel nostro caso, dato che abbiamo deciso di lasciare maggior visibilità al contenuto e dunque al prodotto in sé”.

Per Saclà è il momento della gamma di verdure Sfiziolì

Il nome suggerisce già la vocazione del prodotto: rispondere all’esigenza di chi desidera qualcosa di sfizioso, anche nel mondo delle verdure. Sfiziolì è l’ultima nata di casa Saclà ed è stata presentata a Tuttofood, vetrina internazionale e punto di contatto con buyer italiani ed esteri. Destinata al canale retail, Sfiziolì è una gamma realizzata con verdure raccolte e selezionate con cura, impreziosite dall’incontro delle note agro dell’aceto di mele con qualche goccia di olio extravergine di oliva italiano. Quattro le referenze disponibili, caratterizzate da un sapore moderno e da un piccolo formato: Sfiziolì Funghetti, Sfiziolì Carciofini Tagliati, Sfiziolì Verdurine e Sfiziolì Cipolline.

L’ultima edizione della fiera milanese è stata per Saclà anche l’occasione di raccontare la propria offerta nel mondo delle salse, composta da 6 proposte per il retail e 15 referenze per il food service. In questo ambito, a meritare una segnalazione è un prodotto ideato per entrambi i canali: la Salsa Burger, un accompagnamento pensato per condire burger gourmet, insaporire insalate classiche e arricchire secondi piatti. Dedicata al solo canale food service è invece la Salsa Tonnata, un ingrediente dalla forte vocazione estiva e adatto per guarnire antipasti e secondi piatti specialmente a base di carne.

La fiera Tuttofood rappresenta per Saclà un evento strategico, hub di incontri con i buyer di settore e un importante momento per approfondire i nuovi trend di consumo sia per quanto riguarda il canale Gdo che Foodservice, settori in cui continuiamo a investire – dichiara Federico Ghisolfi, Direttore Commerciale e Marketing di Saclà Italia –. Le nostre ultime novità confermano la volontà dell’azienda nel voler innovare per raggiungere target diversi e ampliare i propri canali”.

Sun rafforza Consilia e sceglie Polli per i sottoli e sottaceti

La centrale di acquisto Sun – Supermercati Uniti Nazionali, gruppo di acquisto attivo nel Nord e nel Centro Italia – ha scelto come partner l’azienda Polli, leader nel settore delle conserve vegetali e protagonista anche nel mercato internazionale, per la realizzazione dei sottoli e sottaceti con il marchio del distributore Consilia.

Sono molte le referenze a marchio Consilia che si possono acquistare in uno dei tanti punti vendita delle aziende aderenti al Consorzio Sun, come Magazzini Gabrielli, Italbrix, Cadoro e Gros, le quali vantano una presenza particolarmente capillare nei territori in cui operano. Il 2014 ha registrato per i prodotti a marchio Consilia una crescita delle vendite del 19,5%. In valori assoluti si è passati dai 35.579.095 euro delle vendite del primo semestre 2013 a 42.523.638 euro dello stesso periodo del 2014, con una nostra stima delle vendite sull’intero 2014 di circa 90 milioni di euro (il 2013 si era chiuso con vendite pari a oltre 76 milioni di euro), grazie alle strategie adottate dal Consorzio Sun, che si basano essenzialmente su quattro fattori: qualità, vicinanza, innovazione e impegno nel sociale.

I sottoli e sottaceti Consilia, che rientrano nella linea “Saper Scegliere”, sono articolati in sei referenze di sottoli (Farcitoast, Funghetti, Carciofini interi, Carciofini Tagliati); sette di sottaceti/agrodolci (Cetriolini, Cipolline, Insalatina, Giardiniera, Capperi, Cipolline agrodolci, Peperoni agrodolci); tre Specialità (Funghi Trifolati, Carciofi alla Paesana e Condimenti per Insalata di Riso) e quattro di Olive (Olive Verdi Intere, Olive Verdi Giganti, Olive Nere Denocciolate, Olive Verdi Denocciolate).

«Sin dai prossimi mesi negli scaffali dei diversi punti vendita si potranno acquistare anche Olive Verdi denocciolate in lattina a marchio Consilia sempre prodotte dall’azienda Polli – ha dichiarato Sfefano Rango direttore generale Sun –. Questo a conferma del forte sodalizio che ci lega ad un’azienda importante. Insieme stiamo intraprendendo un percorso comune che si basa sulla qualità e su un’offerta sempre variegata di prodotti con un giusto prezzo».

Per garantire la qualità del prodotto il Consorzio Sun ha attuato una serie di collaborazioni con importanti multinazionali del settore impegnate nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni per migliorare gli standard qualitativi attraverso servizi mirati per le filiere alimentari, nutrizionali e ambientali. Vengono infatti eseguite regolarmente verifiche ispettive negli stabilimenti di produzione del marchio Consilia.

Il copacking secondo Valbona: innovazione, qualità, servizio

Sono numerose le novità che Valbona presenta sul palcoscenico di Marca a Bologna, che si apre domani.

La produzione di Valbona per i marchi dei distributori è strategica per l’azienda specializzata nelle conserve vegetali. «Fra Italia ed estero le private label rappresentano circa l’85% della nostra produzione, un valore che si traduce in circa 1000 articoli a marchio privato prodotti ed oltre 50 brands», afferma Federico Masella, responsabile marketing dell’azienda veneta. «A Marca ci presentiamo con numerose novità, sia a livello di referenza che di packaging. Abbiamo lavorato sulla ricerca di prodotti di alta qualità, valorizzando la filiera ed alcune tipicità come i Pomodori Secchi di Calabria, i Carciofi di Sardegna e le Olive Taggiasche, selezionando materie prime certificate Igp come la Cipolla di Tropea e il Cappero di Pantelleria. Abbiamo inoltre realizzato ricette sfiziose utilizzando ingredienti di alta qualità come l’Aceto Balsamico di Modena IGP e l’Olio Extra Vergine di Oliva. In alcuni casi abbiamo affinato l’attività di packaging realizzando etichette con Qr Code».

Il lavoro di ricerca e sviluppo e gli investimenti destinati ai marchi dei distributori spiegano il motivo per cui Valbona si è via via affermata nel panorama nazionale e internazionale come co-packer dei marchi più conosciuti e prestigiosi, sia grazie agli stadard qualitativi validati dalle certificazioni, sia per un servizio di supporto e assistenza alla clientela.

Aspetti riconosciuti anche all’estero, dove Valbona sviluppa circa il 205 delle vendite totali.

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