CLOSE
Home Tags Consumi

Tag: Consumi

Dolce Buongiorno Findus al debutto nella prima colazione

Continua la strategia di Findus (Compagnia Surgelati italiani) di innovazione e di presidio di nuove occasioni di consumo con i prodotti surgelati. Questa volta è la prima colazione. Dolce Buongiorno si chiama infatti la linea di prodotti per accompagnare il risveglio degli italiani e per fare della prima colazione anche qualcosa di diverso: oltre ai croissant alla confettura di albicocche e cacao e cioccolato, che ci si poteva aspettare, vi sono waffles in due varianti classici o al cioccolato, crêpes al cioccolato o alla crema pasticcera.

Tutti i prodotti della linea Dolce Buongiorno Findus sono già pronti ed è sufficiente farli rinvenire in forno o al microonde per qualche minuto (le crêpes anche in padella e i waffles anche nel tostapane).

A sostenere il lancio dei nuovi prodotti una campagna televisiva, on air dal 19 aprile

Con Kiki Lab una preview del prossimo World Retail Congress

La trasformazione del retail oggi, domani e oltre è il tema scelto per la prossima edizione del World Retail Congress, in programma a Roma dall’8 al 10 settembre. È la prima volta che il Congresso, che attira ogni anno un migliaio di retailer provenienti da tutto il mondo, si svolge in Italia (al Waldorf Astoria Rome Cavalieri) e costituisce un’occasione importante per misurarsi con le realtà più avanzate del retail a livello mondiale.

Tra i key note speaker hanno già dato la loro adesione Andy Clarke, Ceo di Asda Walmart, Kip Tindell, Ceo di The Container Store e Oscar Farinetti, fondatore e Ceo di Eataly (che per due volte si è aggiudicato il World Retail Award, che anche quest’anno verrà assegnato ai migliori esempi su scala internazionale.

Nei tre giorni di convegno, intervallati da seminari e dal networking nel maketplace, saranno affrontati i diversi aspetti che stanno trasformando il retail, a partire dalle sfide per arrivare alle risposte e alle strategie messe in atto, alle riflessioni sul futuro.

Per offrire una preview del World Retail Congress, Kiki Lab (membro di Ebeltoft Group), nel ruolo di Advisory partner ufficiale del Congresso organizza un incontro mercoledì 13 maggio con la partecipazione di Ian McGarrigle, direttore del Wrc, e Annie Smith, responsabile dei contenuti del Wrc che presenteranno il congresso, Fabrizio Valente che illustrerà gli highlits del Wrc 2014 e le testimonianze di Oscar Farsetti, e di alcuni speaker italiani al prossimo congresso. Qui il programma.

Per richiedere l’iscrizione all’incontro: kiki@kikilab.it – 030 22 16 81

In sette anni raddoppiati i consumatori di pasta tra gli immigrati

Sempre più immigrati apprezzano la pasta: negli ultimi sette anni sono raddoppiati i consumatori del piatto nazionale, passando a 4 milioni e mezzo.

Lo afferma a V edizione dell’Osservatorio Immigrati realizzato da Doxa per Etnocomche attribuisce proprio all’apprezzamento di una fetta della popolazione pari al 10% del totale la tenuta dei consumi pro capite di pasta, che negli ultimi venti anni registra una curva di consumo costante (all’interno di un range compreso tra 25,5 e 28[ii] kg pro capite annuo).

“Scoprire che la pasta è riuscita a conquistare così tante persone, provenienti anche da Paesi con culture alimentari diverse e distanti dalla nostra – spiega Riccardo Felicetti, Presidente della Sezione pasta di AIDEPI (Associazione Industriali del Dolce e della Pasta Italiani) – è una ulteriore conferma della effettiva e naturale natura globale di questo prodotto. La crescita dell’export  – arrivato a quota 2 miliardi di euro nel 2013, registrando un +25% negli ultimi 10 anni – è la faccia più nota della medaglia. Adesso, grazie ai dati messi a disposizione da Etnocom, scopriamo che la pasta italiana sta conquistando il mondo interro anche all’interno dei suoi confini nazionali. Il segreto di questo successo riscosso dalla pasta presso gli immigrati? Ha un gusto che conquista, fa bene ed è alleata del benessere , è un alimento completo e saziante, essendo anche apportatore di proteine. E, soprattutto, è accessibile a tutti”.

La pasta si conferma dunque saldamente al primo posto tra i generi alimentari più consumati: prima del riso e, new entry, delle verdure e dei legumi surgelati. In termini di frequenza la pasta – con le sue 14,5 porzioni al mese – batte decisamente il riso (9,5) ma anche il cous cous (6,6). Viene acquistata – 8 volte su 10 – al supermercato, scegliendo, nel 70% dei casi, prodotti di marca.

Il 45% degli immigrati mangia la pasta 4 o più volte a settimana.  Il 51% da 1 a 3 volte e solo il 5% meno di 1 volta la settimana. Uno su 5 la mangia addirittura tutti i giorni.

Le etnie più amanti della pasta sono, oggi, quelle che provengono dall’Est Europa (passate, in termini di peso sul totale immigrati, dal 40% del 2010 al 54% di oggi), dove i consumatori della pasta arrivano all’89%.

Segue l’America Latina (86% di gradimento e circa 7% del totale), l’Africa, (80% di consumatori e 22% totale immigrati) e l’Asia (20% totale immigrati), che con il 69% di gradimento nei confronti della pasta mette oggi a segno un bel salto in avanti rispetto al 58% del 2007.

Oltre alla pasta secca gli immigrati dimostrano di apprezzare anche la pasta fresca ripiena (consumata dal 38% del campione, con punte del 45-49% per le provenienze dall’Est Europa e dall’America Latina, in media 1 volta la settimana) e, novità di questi ultimi tempi, i sughi pronti, scelti dal 31% dei nuovi italiani (40% per chi arriva dall’America Latina)Infografica-Pasta_Nuovi-Italiani

 

Ref Ricerche: l’Italia alla prova della deflazione buona

Nell’articolo pubblicato sull’ultimo numero di inStore, Fulvio Bersanetti , economista di Ref. Ricerche scrive: “Le prime settimane del 2015 hanno certificato il passaggio dell’inflazione in campo negativo, in una misura compresa tra il -0,6% rilevato a gennaio ed il -0,2% di febbraio (v. grafico). L’Italia è dunque tornata in deflazione, come nello scorso mese di settembre: ciò significa che i prezzi al consumo dei beni e dei servizi acquistati dalle famiglie risultano più convenienti se messi a confronto con quelli praticati a gennaio e febbraio 2014.

Si è a lungo dibattuto sugli effetti nocivi che una discesa prolungata dei prezzi finirebbe per produrre sul sistema economico, come insegna l’esperienza giapponese a partire dalla metà degli anni Novanta: in prima battuta un trend deflattivo spinge i consumatori a rimandare gli acquisti, in quanto ad ogni rinvio corrisponde un risparmio crescente. Nel medio termine questi comportamenti contribuiscono a deprimere i consumi delle famiglie ed a ridurre i margini delle imprese produttive, innescando una spirale deflazione-recessione economica dalla quale è assai difficile risollevarsi”.

Proseguendo nell’articolo, Bersanetti afferma che in realtà si tratta di una deflazione ‘buona’ per le implicazioni sul potere d’acquisto delle famiglie, “riconducibile in larga parte a uno shock esterno quale la caduta delle quotazioni petrolifere”  con possibili effetti sulla ripresa anche alla luce dell’avvio, qualche settimana fa, del Quantitative Easing della Bce.

Potetee leggere l’articolo integrale, dal titolo Whatever it takes: l’Italia alla prova deflazione,  nella versione sfogliabile di inStore

Prodotti per l’infanzia: Gdo in difficoltà, gli specialisti crescono

Nel corso della conferenza di presentazione della nascita di G.I.P.I, il nuovo gruppo distributivo specializzato nei prodotti per l’infanzia, Alessandro Negrello, responsabile del panel Baby Care di Gfk ha tracciato un quadro dell’andamento di questo mercato nel corso del 2014.

Lo scorso anno il mondo Baby Care ha sviluppato un giro di affari di 264,5 mio euro, in contrazione del 3,5%, e un controvalore a pezzi in lieve crescita (+1,5%) pari a 6,9 mio.

La dinamica a valore è certamente condizionata da alcuni fattori esogeni, come il calo delle nascite (5.000 nati in meno nel 2014, per la prima volta il calo ha coinvolto anche le mamme straniere -19% nascite totali-, 94.000 giovani emigrati all’estero negli ultimi 5 anni) e il difficile contesto economico, che ha pervaso anche questo settore e contribuito allo sviluppo di abitudini alternative tra i consumatori, come l’accesso al canale dell’usato, la crescita del fenomeno del riuso/prestito, una maggiore sensibilità al prezzo.

Per capire meglio le dinamiche in atto nel comparto  Negrello ha evidenziato il ruolo dei diversi canali – Gdo e specializzati – e fare alcuni cenni alle famiglie di prodotto.

Andamento contrastante
Nel 2014 il canale generalista e quello specializzato hanno evidenziato trend contrastanti.

Il canale specialista vale oggi circa il 67% dei volumi totali generati dal comparto ed evidenzia un trend positivo del 4% rispetto al 2013, in controtendenza la GDO, in contrazione del 4%.

Come spiegare questo fenomeno? Lo specialista ha colto le potenzialità offerte dal complesso e variegato mondo del feeding, che necessita di un format capace di rappresentarlo in modo compiuto; dall’altro ha il potere di accrescere la pedonabilità sul punto vendita, accreditandolo come riferimento chiave anche per gli acquisti del quotidiano (dai ricambi delle tettarelle, all’acquisto delle pappe, del pannolino…) e mettendolo in diretta competizione con la GDO, che sta soffrendo.

Specializzati verso la modernizzazione
In questa logica, la distribuzione specializzata appare oggi interessata da un processo di modernizzazione, che la porta, sia pure con un certo ritardo rispetto ad altri settori e in modo circoscritto alle realtà più aperte al cambiamento, a far proprie le logiche della grande distribuzione, quindi a puntare su una politica sempre più aggressiva, che ripone molta enfasi non solo sulla comunicazione (anche attraverso i volantini) ma anche sulla competenza, sottolineando una nuova competitività.

D’altro canto, lo specializzato, che vale ben l’89% a valore del mercato Baby Care, ha visto nel 2014 il proprio giro di affari contrarsi del -5%; questo risultato è riconducibile al diminuito apporto della puericultura pesante, più colpita dalla contrazione dei consumi e interessata da una forte pressione sul prezzo e sui margini.

Nel 2014 il segmento trasporto e seduta -“cassaforte” del negozio specializzato- è calato del -6% a valore e del -3% a volume; all’interno di questo mix il prodotto che ha evidenziato le maggiori difficoltà è stato il seggiolone e, a seguire, i passeggini, con il trio in sofferenza. Qualche difficoltà anche per il seggiolino auto, che ha evidenziato una tenuta sostanziale a quantità (+1% vs 2013), ma anche una flessione del 4% a valore. A sostenere la crescita sono stati soprattutto i gruppi 1/2/3 e 2-3. E questo evidenzia un tentativo del consumatore di razionalizzare l’acquisto privilegiando una soluzione che non lo costringa a ripetere l’acquisto nel giro di poco tempo.

Il panel Baby Care rappresenta oggi 10 categorie merceologiche, che si estendono dal mondo feeding (succhietti, biberon, etc.), passando per gli articoli elettronici (sterilizzatori, baby monitors, etc.) fino al mondo transportation & seat (ruote, seggiolini auto, seggioloni).

GfK ha attivato un panel retail che, a partire dal 2013, rappresenta il multimarca specializzato in puericultura, nelle sue varie declinazioni: non solo indipendenti ma anche catene e gruppi d’acquisto. Il panel GfK al tempo stesso è attivo sulla distribuzione “generalista” e veicola informazioni sul mondo degli ipermercati, supermercati e, non per ultimo, il canale online generalista, oggi in forte espansione.

 

 

Dall’Osservatorio Economico GS1 Italy aspettative di crescita e focus sulla filiera agroalimentare

La XX edizione dell’Osservatorio economico di GS1 Italy | Indicod-Ecr, che ogni sei mesi dal 2005 rileva il sentiment delle imprese del largo consumo associate, registra un significativo orientamento positivo nelle aspettative sul futuro, che vale per tutti i principali indici economici:ž dalla situazione economica generale del paese, che da 49 passa a 88, all’occupazione, che da 61 arriva a 85, agli investimenti, 87 contro 65 della scorsa edizione.

Questo orientamento ottimistico al futuro spinge verso l’alto il clima di fiducia generale, il cui indicatore da 64 arriva a 74. Anche le percezioni e le attese del giro d’affari nel proprio settore registrano un aumento:da 46 a 71 le percezioni  e da 73 a 90 le attese.

Schermata 2015-03-26 a 12.22.39

A commento delle percezioni sull’andamento economico, Marco Cuppini, direttore del Centro Studi di GS1 Italy | Indicod-Ecr, rileva che «le aziende del largo consumo manifestano primi, deboli segnali positivi, e si rivelano più caute sulla percezione del presente, ma maggiormente ottimiste rispetto alle aspettative: la fiducia prosegue nel suo andamento altalenante».

Nel dettaglio delle percezioni relative al secondo semestre del 2014, le imprese del largo consumo sono maggiormente ottimiste rispetto alla situazione economica generale del paese (che da 39 passa a 55) e un po’ più caute su occupazione (da 50 a 51) e investimenti (da 65 a 61).

La filiera alimentare: un bene da valorizzare
In questa edizione l’Osservatorio ha dedicato un focus speciale al tema della “filiera agroalimentare”: per il 71,6% delle aziende rispondenti (che arriva all’81,8% nella GDO) l’Italia ha una forte vocazione al “mangiar bene” riconosciuta anche oltre confine, che si collega al principio secondo cui “mangiar bene vuol dire vivere meglio”, condiviso dal 68,8% delle imprese manifatturiere rispondenti.

«Di fronte a fattori di eccellenza come la filiera agroalimentare» spiega Marco Cuppini «le aziende sono pronte a riconoscerne il valore e auspicano interventi mirati a rilanciare opportunità di crescita sia in Italia sia all’estero».

Schermata 2015-03-26 a 12.23.51

Sarebbe utile per il 60% delle imprese manifatturiere e GDO valorizzare un “modello italiano” basato su tradizione-cultura-modernizzazione che possa essere riconosciuto anche all’estero, oltre a predisporre interventi mirati ad attrarre investimenti, a sostenere l’export (62% dei rispondenti) e a consolidare la collaborazione tra gli operatori della filiera, come sottolinea il 73% circa della GDO rispondente.

La sintesi e tutti i risultati dell’Osservatorio Economico suddivisi per Tipologia di impreseMisure e Indicatori possono essere consultati qui

Migliorgatto Sterilized eletto Prodotto dell’Anno 2015 nella sua categoria

Migliorgatto Sterlized – la prima gamma di prodotti umidi monoporzione completa e bilanciata per gatti sterilizzati che non rinunciano al gusto – è stato eletto prodotto dell’Anno 2015. A decretare la vittoria una giuria di oltre 12.000 consumatori. Gusti raffinati, textures appetitose e ricette formulate secondo le specifiche esigenze nutrizionali conseguenti la sterilizzazione sono le caratteristiche che hanno portato alla conquista del premio.

I gatti sterilizzati oggi sono veramente tanti. Euromonitor stima infatti che il 70% della popolazione felina in Italia lo sia. Il gatto sterilizzato necessita di una dieta equilibrata e specifica per prevenire il rischio di obesità e di problematiche alle basse vie urinarie. La sua è una condizione permanente e, non per questo, deve rinunciare a godere pienamente di un cibo gustoso e vario. Proprio per soddisfare questa esigenza è nato Migliorgatto Sterilized: cinque vaschette monoporzione da 100g, tre al gusto di carne e due al pesce, formulate con il corretto apporto calorico ed un PH bilanciato che riduce la probabilità di formazione di calcoli.

I prodotti Migliorgatto Sterilized racchiudono in se tutti i valori di Morando S.p.A.: sono prodotti in Italia con ingredienti selezionati, non contengono coloranti e conservanti, vengono studiati da veterinari e non sono sperimentati su animali.

 

Continua la rinascita del vino nella Gdo nel 2015: tavola rotonda a Vinitaly

Crescono ancora le vendite di vino nella GDO nei primi due mesi del 2015. Con 78 milioni di litri segnano un aumento dell’1,3% in volume e dell’1,9% in valore rispetto allo stesso periodo del 2014. Analizzando poi il solo vino in confezione da 75 cl, la crescita è addirittura del 4,4% in volume e del 5,2% in valore. Sono le anticipazioni della ricerca IRI per Vinitaly. Proprio in occasione della fiera di Verona dal 22 al 25 marzo prossimi cantine e distributori discuteranno su come fare perché questa crescita non sia un fuoco di paglia, ma il punto di partenza per attuare nuove strategie e aumentare presenza e valore, controllando le promozioni e riqualificando gli scaffali e la comunicazione al consumatore.

Lunedì 23 marzo alle 10,30 è prevista l’11° edizione della tavola rotonda sul mercato del vino nella Grande Distribuzione in cui sarà presentata la ricerca completa elaborata da IRI per Vinitaly. Quest’anno saranno 12 catene le catene presenti al GDO Buyers’ Club, per gli incontri B2B con le cantine espositrici: Coop, Conad, Selex, Carrefour, Despar, Sigma, Gruppo VéGé, Agorà, EcorNaturaSì, Gruppo Gabrielli, Sisa e Italy-Discount.

 

Parlano le insegne

Circa l’andamento del mercato e i programmi per il 2015 si sono espresse alcune delle catene distributive presenti a Vinitaly, individuando alcuni temi centrali per lo sviluppo futuro.

La cantinetta comunica valore: “In Conad nel 2014 abbiamo registrato buone performance dei vini Doc/Docg (+5%) – osserva Valerio Frascaroli di Conad –, il che ci fa capire come una miglior selezione della proposta a scaffale sta portando nei punti vendita sempre più clienti che in passato rivolgevano gli acquisti di vino di qualità al di fuori dalla Gdo. Bisogna però migliorare l’ambientazione del comparto, presentando l’area dei vini e liquori come una vera cantinetta, cercando di migliorarne anche la ‘lettura’ da parte del consumatore. Nei negozi più grandi stiamo sperimentando anche la vendita assistita, con un addetto esperto in grado di indirizzare le esigenze del consumatore”.

Meno promozioni più scelta: Ristrutturazione dello scaffale e riduzione delle promozioni sono gli obiettivi di Coop, come spiega Francesco Scarcelli: “Lo scaffale dovrà essere più leggibile, e questo può significare anche più selezione a monte da parte del distributore. La promozione non dovrà essere la leva principale con cui fare le vendite, ma quella per sviluppare la conoscenza del prodotto e della varietà di abbinamenti al cibo”. Anche secondo Luigi Riva di Carrefour la spinta promozionale va rivista : “Nel 2014 abbiamo assistito a una sorta di polarizzazione dei consumi, con una forte crescita per i vini sotto i 3 euro e per quelli sopra i 6/8 euro. Pertanto nel 2015 manterremo alta l’attenzione sulle promozioni sulla fascia prezzo più bassa, ma lavoreremo anche sull’assortimento di fascia medio-alta. A livello di comunicazione, prosegue l’investimento sulle ‘etichette parlanti’ che forniscono al cliente maggiori informazioni nella scelta”.

Crescono le Private label: Nonostante una flessione complessiva nelle vendite di vino con marchio del distributore, il Gruppo Selex evidenzia il successo della sua linea, come ricorda Dario Triarico: “La nostra marca del distributore, ‘Le Vie dell’Uva’, ha fatto registrare una crescita di oltre il 20% a volume, grazie al suo riconosciuto ottimo rapporto qualità/prezzo”. Sul marchio del distributore ha puntato anche Sigma: “Da una parte abbiamo lanciato nel 2014 la linea di vini a marchio fantasia ottenendo da subito grande successo di vendite – racconta Alessandro Pritoni – Dall’altra abbiamo perseguito l’obiettivo della difesa del valore del vino, razionalizzando gli assortimenti per consentire una più facile lettura dello scaffale al consumatore, e cercando di avere un minore impatto della promozionalità”. Anche il Gruppo VéGé punta su una nuova linea di prodotti, come illustra Fabio Bocchini: “Nel 2014 abbiamo realizzato un trend a valore del +7,3% grazie soprattutto alla crescita dei vini Doc, Docg e degli spumanti. Nel 2015 è in fase di avvio un progetto incentrato sul lancio di una linea di vini realizzata in esclusiva per i supermercati del Gruppo VéGé. L’iniziativa nasce dalla volontà di esaltare le principali produzioni vinicole regionali”.

Vini del territorio. I vini regionali sono la chiave del successo del Gruppo Gabrielli nel Centro-Sud: “Lo scorso anno abbiamo chiuso con un + 4% a valore soprattutto grazie ai vini del nostro territorio (Marche e Abruzzo) – spiega Guido Fioravanti – Nel 2015 intendiamo valorizzare sempre più le aziende del territorio (politica del km 0) e migliorare la comunicazione: far conoscere i vini attraverso l’assaggio con l’ausilio del sommelier e guidare, attraverso l’uso di banner verticali, il consumatore all’acquisto con l’uso di ticket “parlanti” che aiutano l’abbinamento cibo-vino.” Anche Sisa punta a ristrutturare lo scaffale comunicando l’assortimento su base territoriale come spiega Germano Ottone: “Nel 2015 si rivedranno i display a scaffale, cercando di ridurre la fascia media, da qualche anno non più performante, incrementando la fascia medio-alta, inserendo vini di aziende importanti, suddivise per Regione. Stiamo anche ragionando sulla possibilità di creare un’etichetta esclusiva con vini importanti per regione, generando promozioni ad hoc e dando valore aggiunto agli scaffali”.

Comunicazione per ogni target. Revisione della spinta promozionale e comunicazione migliore sono nei programmi di Despar, come illustra Simone Pambianco: “La promozione nel 2015 non sarà solo pricing di breve ma anche e soprattutto di attività above the line come ad esempio le pagine istituzionali a volantino delle cantine selezionate e brochure a tema. Ci concentreremo sull’attività di revisione delle etichette in esclusiva continuando il focus sulla marca del distributore. Altro filone importante di sviluppo, sia pure in un contesto di nicchia, è rappresentato dall’ampliamento dei vini super-speciali di battuta alta che sono in continua crescita”.

Ismea: in crescita l’export del vino italiano. Bene soprattutto gli spumanti (+14%) grazie al boom del Prosecco

Foto Ennevi-Veronafiere

Buone notizie per l’export di vino italiano alla vigilia del Vinitaly.

Con un fatturato di 5,1 miliardi di euro in crescita dell’1,4% sul 2013, il vino italiano continua ad avanzare sui mercati esteri. È boom in particolare per la spumantistica che chiude l’anno con un incremento di oltre il 14% degli introiti realizzati oltre frontiera.

È quanto emerge in sintesi dalle elaborazioni Ismea sui dati Istat relativi all’intero 2014, da cui si evince anche un avvicendamento al vertice della classifica dei maggiori esportatori mondiali di vino.

Dopo essere stata infatti a lungo il primo fornitore mondiale, l’Italia con 20,4 milioni di ettolitri esportati l’anno scorso (+1% circa sul 2013) è scesa infatti al secondo posto dietro alla Spagna. Il record delle spedizioni iberiche (22,6 milioni di ettolitri, il 22% in più sul 2013), sulla scia di una vendemmia abbondante, è stato accompagnato però da una significativa riduzione dei listini, che hanno determinato una contrazione degli incassi del 5%.

Anche la Francia, sempre prima in termini di fatturato legato all’export vinicolo (7,7 miliardi di euro) ha subito, sottolinea l’Ismea, una battuta d’arresto dei flussi in valore, lasciando l’Italia unica tra i tre big player ad avere incrementato, anche se di poco, il giro d’affari nel 2014.

Una performance, quella dell’Italia, meno brillante rispetto all’incremento del 7% degli introiti evidenziato nel 2013, ma su cui ha pesato il calo dei prezzi all’origine dei vini, scesi di ben 14 punti percentuali sui valori molto alti del 2013.

La crescita seppure limitata dell’export in valore è sintesi di dinamiche divergenti, con lo sfuso in flessione di quasi il 18% e i vini confezionati in crescita del 2%. Sono soprattutto gli spumanti a trainare la crescita degli introiti e, all’interno di questi, il segmento che comprende il Prosecco (+28%). Volendo fare una suddivisione secondo la piramide della qualità si evidenzia come i vini Dop fermi, esclusi quindi spumanti e frizzanti, abbiano sostanzialmente confermato i 4,7 milioni di ettolitri del 2013 con un +1% dei corrispettivi monetari giunti quasi ai 2 miliardi di euro. Bene i vini Igp con un più 4% in valore e male i vini comuni, che cedono il 23% sul valore del 2013. E’ su questo ultimo segmento che la Spagna ha agito in maniera fortemente concorrenziale.

Schermata 2015-03-13 alle 18.04.11

Analizzando le principali destinazioni, risultano in crescita gli invii verso il mercato statunitense (+4,4% in valore), che da solo copre una quota di oltre il 20% del fatturato oltre frontiera. Una flessione di pari entità ha riguardato invece l’export verso la Germania, principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane in termini quantitativi. In aumento del 6% gli incassi nel Regno Unito, terzo nella graduatoria dei principali clienti italiani con un quantitativo molto vicino a quello degli Usa. Scendendo lungo l’elenco delle destinazioni si evidenzia un andamento positivo in Svizzera (+1,8%) e nei Paesi Bassi (+3,4) a fronte di una flessione in Canada (-1,5%), Giappone (-1%), Francia (-5,3%) e Russia (-10,4%).

Schermata 2015-03-13 alle 18.07.15

 

Prezzi: aumenta a febbraio il carrello della spesa, la deflazione si raffredda

Carrefour Gourmet, Roma

Nel mese di febbraio 2015, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,4% su base mensile e segna un calo su base annua dello 0,1% (la stima preliminare era -0,2%), meno ampio rispetto a gennaio (-0,6%).

Lo rileva l’Istat che ha diffuso oggi i dati sull’andamento dei prezzi al consumo per il mese di febbraio, che portano a un tasso di inflazione acquisita per il 2015 pari a -0,2% (da -0,6% di gennaio).

Schermata 2015-03-13 alle 12.38.16

 

Schermata 2015-03-13 alle 12.38.45

Più in dettaglio nel mese di febbraio 2015 si registra un aumento congiunturale marcato dei prezzi delle Bevande alcoliche e tabacchi (+2,8%), che riflette principalmente i rialzi dei prezzi dei prodotti a base di tabacco, registrati a partire dalla seconda metà del mese di gennaio. Aumenti su base mensile più contenuti si rilevano per i prezzi di Trasporti (+0,7%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,6%) e Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,4%). Rialzi congiunturali modesti, pari a +0,1%, interessano inoltre i prezzi di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Servizi sanitari e spese per la salute e Servizi ricettivi e di ristorazione.

Per quanto riguarda i beni alimentari, il rialzo su base mensile dei prezzi degli Alimentari non lavorati è principalmente dovuto all’aumento – su cui incidono fattori di natura stagionale – dei prezzi dei Vegetali freschi (+7,8%), che, di conseguenza, registrano una netta inversione della tendenza su base annua (+10,8% da -1,7% di gennaio). Un rialzo congiunturale, per quanto più contenuto, si rileva anche per i prezzi della Frutta fresca (+0,5%), la cui crescita tendenziale accelera (+1,2%, da +0,1% del mese precedente). Aumenti su base mensile modesti si registrano poi per i prezzi del Pesce fresco di mare di allevamento (+0,3%, +1,7% su base annua) e di pescata (+0,1%, +0,2% rispetto a febbraio 2014) e per quelli della Carne bovina (+0,1%; il tasso tendenziale è nullo). Per tutte le rimanenti aggregazioni di prodotti non lavorati i prezzi sono in diminuzione rispetto a gennaio 2015.

Con riferimento agli Alimentari lavorati, le variazioni congiunturali sono per lo più di lieve entità. Da segnalare il rialzo del prezzo dell’Olio d’oliva (+1,0% e +2,2%, rispettivamente, in termini congiunturali e tendenziali).

Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi dei prodotti per frequenza d’acquisto, l’Istat rileva che i prezzi di quelli acquistati con maggiore frequenza aumentano dello 0,6% su base mensile – per effetto principalmente dei forti rialzi dei vegetali freschi, dei tabacchi e della ripresa dei prezzi di benzina e gasolio per autotrazione – e registrano un deciso ridimensionamento della flessione su base annua (-0,5%, da -1,4% di gennaio)

Schermata 2015-03-13 alle 12.40.32

Anche i prezzi dei prodotti a media frequenza di acquisto aumentano su base mensile (+0,3%) e fanno registrare una lieve ripresa su base tendenziale (+0,1%, da -0,2% del mese precedente); a questa dinamica contribuiscono in particolare i rialzi dei prezzi dei servizi di trasporto aereo, ferroviario e marittimo passeggeri e di alcuni servizi ricreativi. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza di acquisto non variano in termini congiunturali e segnano una lieve flessione in termini tendenziali (-0,1%; a gennaio il tasso annuo era pari a zero).

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare