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Consumatori insoddisfatti, cresce l’interesse per lo shopping guidato dall’AI

Un recente studio dell’IBM rivela il crescente divario tra le richieste dei clienti e l’attuale offerta: a emergere è dunque un’insoddisfazione generale nelle proprie esperienze di acquisto. Appena il 9% dei consumatori intervistati afferma di essere soddisfatto dell’esperienza in negozio e il 14% degli acquisti online. I consumatori desiderano una maggiore varietà di prodotti disponibili (37%), maggiori informazioni sui prodotti (26%) e un processo di pagamento più rapido (26%).

Per quanto riguarda l’online, due terzi dei consumatori intervistati scoprono nuovi prodotti tramite il web ma molti hanno espresso insoddisfazione per il loro percorso di acquisto, citando difficoltà nel trovare i prodotti che desiderano (36%), informazioni insufficienti (33%) e un processo di reso complicato (33%). L’inflazione e l’incertezza economica continuano a far diminuire gli acquisti e il 62% dei consumatori ha anche affermato che il prezzo è una delle ragioni principali per cui cambierebbe negozio o addirittura marchio.

A migliorare l’intera esperienza di acquisto potrebbe essere l’intelligenza artificiale, rappresentata ad esempio da assistenti virtuali o applicazioni, capaci di creare customer experience intuitive, uniche, personalizzate ed efficienti. “Il settore del retail deve affrontare sfide continue, ma ha anche la possibilità di cogliere opportunità senza precedenti” ha dichiarato Luq Niazi, Global Managing Director IBM. “I consumatori di oggi, di fronte a un numero enorme di scelte e canali, prendono sempre più decisioni di acquisto basate sul costo e sulla qualità dell’esperienza che i rivenditori propongono”.

Customer Experience, i trend del 2022 secondo Medallia

Le tante e profonde trasformazioni a cui abbiamo assistito nel 2020 e nel 2021 ci hanno insegnato che il mondo è cambiato e che nulla sarà più come prima. Un futuro prossimo che per gli esperti di Medallia, azienda pioniera e leader globale nelle soluzioni software per l’experience management, vedrà l’affermazione nel 2022 di alcune tendenze che decreteranno la definitiva rilevanza dell’ascolto della voce dei clienti e di un reale approccio cliente centrico.

Ecco i 10 trend principali:

#1: La customer experience, anche attraverso la gestione dell’esperienza dei dipendenti, acquisirà un’influenza ancora maggiore nei processi decisionali delle aziende È prevedibile che i leader del futuro saranno quelli che capiranno come attingere ai dati dei clienti per risolvere e migliorare la loro esperienza in tempo reale, andando oltre al semplice utilizzo dei loro programmi di CX e di EX per misurazioni retrospettive e analisi.

#2: Si affermerà un’era basata sui valori Sempre di più, la scelta delle esperienze che una persona vorrà vivere seguirà la propria identità personale e sarà espressione dei suoi valori: esperienza e identità saranno dunque due facce della stessa medaglia. Ogni esperienza di un cliente o di un dipendente incorporerà e rifletterà i suoi valori individuali. Anche per un gelato si parlerà di trattamento degli animali, di aria pulita e di donazioni alla comunità.

#3: I segnali dei clienti saranno i nuovi sondaggi In futuro i marchi non dovranno chiedere ai clienti come si sentono perché saranno in grado di capirlo in tempo reale, captando i segnali e il comportamento dei clienti in ogni punto di contatto ed interazione.

#4: Le nuove tecnologie vocali e video potenzieranno i programmi di esperienza del cliente riducendone il tasso di abbandono. I video e la voce svolgeranno un ruolo enorme nei programmi di gestione dell’esperienza del cliente grazie alle enormi opportunità che offrono in una comunicazione bidirezionale. Senza contare che gli utenti preferiscono comunicare parlando, piuttosto che digitando su una tastiera.

#5: I marchi leader tratteranno i propri dipendenti come clienti Le aziende vincenti si distingueranno facendo della voce dei team una risorsa per progettare e gestire journey ottimali per i propri clienti e per migliorare e innovare continuamente.

#6: Grazie alla tecnologia assisteremo all’ascesa su larga scala delle esperienze personalizzate Con tecnologie come AI, IoT, 5G e 6G, l’informatica quantistica in rapida evoluzione, in un futuro non troppo lontano la stragrande maggioranza delle organizzazioni con cui interagiremo saprà conoscere veramente ognuno di noi, proponendoci esattamente ciò che stiamo cercando e in un modo praticamente perfetto, anche dal punto di vista emotivo. E questo avverrà ‘individualmente, ma su larga scala’. Le esperienze saranno infatti ‘realizzate’ per ogni individuo sulla base di diverse componenti esperienziali e ‘confezionate’ in tempo reale.

#7: Le promesse di inclusione non saranno più sufficienti: dipendenti, investitori e consumatori chiederanno e si aspetteranno progressi significativi L’aumento degli investimenti nel percorso di inclusione che abbiamo visto negli ultimi due anni rappresenterà una grande opportunità di engagement per le aziende in grado di farsi promotrici di sostanziali programmi di cambiamento culturale.

#8: La voce del cliente guiderà anche la roadmap del prodotto permettendo alle aziende di uscire dalla competizione basata solo sul prezzo Le aziende che saranno in grado di seguire il volere del cliente potranno realmente differenziarsi, rafforzando la fedeltà al marchio e aumentando i volumi di acquisto. Quelli che non lo faranno, avranno difficoltà a mantenere la loro rilevanza e profittabilità.

#9: Di fronte alle mutevoli esigenze dei clienti, i marchi che otterranno il maggior vantaggio sono quelli che daranno priorità all’empatia I leader dovranno imparare ad ascoltare profondamente la propria clientela usando la tecnologia, ma anche l’umanità per ascoltare, comprendere, decidere e agire più di quanto abbiano mai fatto prima.

#10: I marchi dovranno investire nell’analisi e nell’ottimizzazione dell’esperienza digitale basate sull’intelligenza artificiale Continueremo ad assistere a un forte aumento nell’adozione dell’analisi dell’esperienza e dei feedback digitali, necessaria alle organizzazioni per determinare dove concentrare le proprie energie. Ben il 16% delle aziende è già passato a tecniche di ottimizzazione completamente automatizzate basate sull’apprendimento automatico. Una chiara dimostrazione che sempre più aziende riconoscono la correlazione tra la qualità dell’esperienza digitale e i risultati aziendali.

“Il 2020 e il 2021, ci hanno insegnato che il mondo è cambiato e non torneremo indietro” commenta Giancarlo Rocco, country manager e VP di Medallia Italia. “L’adozione di software per la gestione dell’esperienza è il primo passo verso una rivoluzione, che porterà le aziende a capire chi sono i loro clienti – grazie anche all’ascolto dell’opinione dei loro dipendenti – quali esperienze vivono nei loro journey e in tutti i punti di contatto con l’obiettivo di adattarsi alle loro singole esigenze per renderle sempre più uniche e distintive. Solo così le aziende potranno costruire un futuro di successo.”

Customer experience: semplicità e fiducia sono gli ingredienti fondamentali

Personalizzione, semplicità e fiducia sono questi alcuni degli ingredienti fondamentali della Customer experience. Lo rivela un’indagine condotta da Longitude – società del Financial Times – su 6.000 consumatori in 15 paesi, e commissionata da Verizon.

“Se un brand vuole avere successo, il cliente deve sempre essere al primo posto”, commenta Gordon Littley, Managing Director di Verizon Global CX Practice. “Oggi, la tecnologia legata alla CX ha il potere di proteggere, migliorare e stimolare la relazione tra il brand ed il consumatore ma non dovrebbe mai definirla né limitarla. Spesso le promesse fatte dalle nuove tecnologie di CX assumono un ruolo prioritario rispetto alle preferenze e desideri dei singoli consumatori e non dovrebbe essere così. Dovremmo sempre ricordare che ogni cliente è prima di tutto un individuo e vuole essere trattato come tale. L’innovazione tecnologica può aiutare i marchi a distinguersi ma le basi del servizio clienti restano di vitale importanza. La migliore relazione è quella che si fonda su trasparenza e fiducia reciproca”.

Efficienza e personalizzazione sono tra i requisiti più importanti. I consumatori, infatti, sono sempre più attenti al tipo di servizio desiderato. Vediamo nel dettaglio.

  • Il 63% degli intervistati non tiene conto di quale canale di comunicazione utilizzano le aziende, l’importante è che possa fruire delle informazioni in modo semplice e veloce. Il 35% ha dichiarato che abbandonerebbe un’azienda con un’app troppo lenta, mentre il 59% ha dichiarato di aver spesso abbandonato transazioni online eccessivamente lunghe. Ancor più rilevante è il dato che emerge dal 41% degli intervistati, i quali lascerebbero subito un’azienda non in grado di soddisfare la loro richiesta al primo tentativo.
  • Tuttavia, il 47% delle persone intervistate ha dichiarato di preferire comunque un brand in grado di offrire una CX personalizzata ed intuitiva, rispetto ad un competitor più economico. E se devono iscriversi ad un nuovo brand, il 37% è più propenso a farlo se il proprio profilo online può essere sfruttato anche per altre finalità.

L’innovazione è importante, ma i consumatori vogliono poter scegliere se usare o meno le nuove tecnologie.

  • Il 42% degli utenti dichiara di essere ben disposto nei confronti di aziende che trovano nuovi strumenti per comunicare con loro, ad esempio dispositivi che si possono indossare o assistenti personali attivati con la voce.
  • Il 55% degli intervistati di età compresa tra i 18-24 anni sono maggiormente attratti da aziende che forniscono una CX utilizzando le più moderne tecnologie digitali, rispetto al 47% della fascia di età 25-65.
  • Inoltre, il 60% desidera poter passare facilmente da un canale di comunicazione all’altro e, allo stesso modo, dichiara che una buona app migliorerebbe la percezione del brand.

Un altro aspetto importante, per la sua capacità di attrarre il consumatore, è la possibilità di parlare con qualcuno. Infatti:

 Il 34% degli utenti finali sarebbe disposto a cambiare brand se non fosse in grado di poter parlare con una persona reale; il 21% farebbe la stessa cosa se non riuscisse a trovare il numero di telefono del servizio clienti.

  • Il 54% degli intervistati ha dichiarato che le conversazioni telefoniche sono il canale di comunicazione preferito. Questo dato è emerso da tutte le persone intervistate, a prescindere dalla fascia d’età di appartenenza: il 38% tra i 18-24 anni, arrivando fino al 46% tra i 25-34 anni.

I big data sono ritenuti utili, ma nel loro utilizzo non si può prescindere da un approccio etico:

  • Il 69% degli intervistati ritiene che le aziende chiedono dati per i propri interessi, più che per migliorare la CX (62% degli intervistati in APAC; 71% negli Stati Uniti e 74% in Europa).
  • Il 67% ha elencato sconti e promozioni tra le prime tre ricompense desiderate in cambio dei propri dati, seguito dal 40% che cita gli strumenti di accesso e transazione mediante un solo clic e dal 39% che auspica di ottenere esperienze più esclusive.
  • Il 45% degli intervistati nella fascia di età 18-24 anni sarebbe disposto a condividere i propri dati se il risultato comportasse un’esperienza utente più intuitiva e personalizzata. Infatti, il 31% del campione permetterebbe a un rivenditore di accedere ai propri account sui social media per ottenere consigli su prodotti e servizi; il 39% degli intervistati permetterebbe a un ristorante o a un rivenditore di tracciare la propria posizione per offrire loro offerte migliori quando sono vicini; il 28% inoltre non si preoccupa di essere tracciato da applicazioni fitness per ricevere in cambio dei consigli sul proprio allenamento.

I consumatori apprezzano fattori come facilità d’uso e customizzazione, ma non sono disposti a rinunciare a sicurezza e privacy per ottenerli.

  • Il 32% degli intervistati ritiene che la comunicazione in modo trasparente dei vantaggi offerti in cambio dei dati sia cruciale per conquistare la fiducia.
  • Nonostante la facilità d’uso sia vista come uno dei principali vantaggi della CX, il 62% degli intervistati ha dichiarato di aver salvato di rado i propri dati bancari quando si trattava di aziende online, anche a fronte di un accesso più veloce alla visita successiva.
  • Il 63% si lamenta della gestione sempre più complessa delle password; questa può essere considerata un’opportunità per le aziende in grado di offrire processi di sicurezza affidabili, rapidi e intuitivi.

Una volta ottenuta, la fiducia deve essere mantenuta: se un’azienda subisce una violazione della sicurezza, può perdere clienti in maniera inevitabile.

  • Il 61% degli intervistati ha dichiarato che nell’ultimo anno è aumentata la propria consapevolezza sui temi legati alla sicurezza dei dati.
  • Il 69% ha indicato “onestà e trasparenza” come fattori cruciali per la costruzione della fiducia in fatto di dati personali e un ulteriore 42% ha sottolineato la necessità di comunicare chiaramente la conformità alla normativa sui dati, mentre il 39% si rivolgerebbe a un competitor nel caso in cui un’azienda non si attenesse alle proprie preferenze in materia di dati e impostazioni sulla privacy.
  • Il 69% tende a evitare le aziende che hanno subito una violazione dei dati, anche se offrono un’offerta migliore rispetto ai concorrenti.
  • Più della metà (52%) dei consumatori intervistati ha dichiarato l’intenzione di allontanarsi da un’azienda in caso di violazione personale di dati, per un periodo di 4 o 6 mesi; quasi un terzo (29%) ha dichiarato che non si rivolgerebbe più a quel brand. Anche i clienti le cui informazioni non sono state violate sono portate a boicottare l’azienda in questione – quasi il 20% ha mostrato un rifiuto netto nei confronti dell’azienda.

Littley continua: “Bisogna rispettare completamente la privacy del consumatore come prima cosa e sopra ogni cosa. A meno che non abbiano scelto di dare il proprio consenso, nulla deve essere utilizzato. Non si può tradire la fiducia che il consumatore ha riposto nell’azienda relativamente alla gestione e sicurezza dei dati – così facendo si rischia di distruggere tutto”.

Migliorando i canali di CX collaudati, accogliendo le nuove tecnologie digitali e premiando i consumatori più fedeli, le aziende hanno l’opportunità di incrementare la propria quota di mercato e ottenere una crescita finanziaria. Garantire un sincero scambio di valore tra l’azienda e i suoi consumatori è essenziale, e la trasparenza, la fiducia e la sicurezza sono fattori di importanza vitale.

 

Roadhouse Restaurant primo brand in Italia per la qualità della sua Customer Experience

Roadhouse Restaurant (Gruppo Cremonini) si aggiudica il titolo di primo brand in Italia nella categoria “Ristoranti” – per la qualità della Customer Experience offerta ai propri clienti –  e il 35° assoluto tra i marchi Top nazionali e internazionali. Questi i risultati della ricerca “L’era della Customer Experience”,  realizzata dalla società di consulenza KPMG Numwood*.
I ricercatori, che hanno voluto far emergere le best practice delle aziende leader in termini di qualità della Customer Experience, hanno inoltre riscontrato una correlazione positiva tra quest’ultima e i risultati economici ottenuti dalle varie società.
“Siamo particolarmente soddisfatti di questo brillante risultato emerso da una prestigiosa ricerca indipendente” – ha commentato Nicolas Bigard, AD di Roadhouse Restaurant-. “Questo riconoscimento conferma i nostri sforzi da sempre orientati alla soddisfazione del cliente ed è una vera vittoria di squadra.  Infatti, la customer experience è l’insieme di tanti aspetti che coinvolgono tutte le funzioni aziendali: controllo della filiera, qualità e innovazione dell’offerta, cultura del servizio, facilities tecnologiche, cura della funzionalità e del design. Guardando al futuro sono certo che sapremo migliorare ancora, rendendo sempre più unica e speciale la nostra Roadhouse Experience”.

Il Ristorante di Modena
L’apertura più recente è stata fatta a Modena (il 2° locale dopo quello storico situato vicino al casello di Modena Sud), ha 160 posti a sedere ed è dotato di un parcheggio privato con 40 posti auto, oltre a numero elevato di parcheggi pubblici nelle vicinanze.  I dipendenti sono circa 30, tutti giovani selezionati nella zona di Modena. Al suo interno sono disponibili le facilities tecnologiche che contribuiscono decisamente alla Customer Experience: tra queste, il WIFI gratuito e l’APP Roadhouse, che permette di utilizzare la fidelity per ottenere sconti e promozioni esclusive e di pagare tramite smartphone evitando la fila in cassa. Inoltre per tutti i bambini è a disposizione l’innovativa area kids con giochi interattivi dove possono divertirsi in tutta sicurezza.

I numeri di Roadhouse Restaurant
Oltre otto milioni di clienti l’anno, 103 locali, 2.600 dipendenti, oltre 1.000.000 di soci del Club Fedeltà.  Entro il 2017 sono previste altre 10 aperture. Le prossime saranno a Lentate sul Seveso (MB), Torino Vinovo e Conegliano Veneto (TV).

*La survey è stata condotta tra i mesi di dicembre 2016 e gennaio 2017, su oltre 140 brand nazionali e internazionali attraverso un campione di oltre 2.500 consumatori.

Infografica. A proposito di customer experience

Quale atteggiamento dovrebbe avere il personale nel punto vendita per migliorare la customer experience dei clienti? Ce lo dice questa inforgafica che individua sette punti, tutti relativi a stabilire una relazione basata sull’empatia e sull’ascolto. Non a caso i consigli riguardano tutti l’area del “saper essere” più che il “saper fare”, a riprova del fatto che nel punto vendita è la relazione con le persone la vera chiave di volta pr il successo e la fidelizzazione.

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iBeacon anche in Mondadori Store con Checkbonus

Mondadori Store, il più esteso network di librerie italiano presente sul territorio con oltre 600 punti vendita, innova la shopping experience offerta ai propri clienti con un nuovo servizio che permette ai visitatori del megastore di piazza Duomo a Milano di usufruire di vantaggi sugli acquisti attraverso l’app CheckBonus

CheckBonus è l’applicazione per smartphone (disponibile su dispositivi iOS e dal 19 novembre anche su Android) che informa in tempo reale sulle promozioni in corso nello store, consentendo di raccogliere punti e ottenere sconti fin dall’ingresso nel negozio. Fino ad oggi Checkbonus è presente negli store Coin, Hoepli, Brico Sport, Marco Polo Expert, Strobili e Parashop.

Grazie alla tecnologia iBeacon – attiva per la prima volta in Italia in modalità multipiano – sarà possibile ottenere vantaggi anche spostandosi da un piano all’altro del punto vendita. CheckBonus utilizza la tecnologia Bluetooth low Energy, in sperimentazione fino a gennaio 2015 nello store Mondadori, per poter fornire ai clienti che avranno scaricato l’app messaggi mirati a seconda del piano. 

In questo modo l’esperienza di acquisto diventa ancora più interattiva e premiante. È sufficiente infatti entrare nel negozio con l’applicazione CheckBonus accesa e il Bluetooth attivo (fare walkin) per guadagnare i primi 100 punti utili a conquistare i premi presenti sul catalogo Checkbonus. 

In più, spostandosi all’interno dello store sarà possibile sbloccare promozioni esclusive riservate ai visitatori ad ogni piano del Mondadori Megastore e ottenere immediatamente uno sconto sui propri acquisti esibendo la schermata dello smartphone al personale di vendita.  

Alla Rinascente il food incontra la moda

Gli chef che saranno presenti all'edizione 2014 di When Foods Meets Fashion in Rinascente Milano Duomo

Dal 23 al 25 ottobre tornano alla Rinascente di Piazza Duomo a Milano gli chef stellati e gli eventi di When Food Meets Fashion. La tre giorni propone un incontro tra due grandi eccellenze italiane, la moda e il cibo, tramite una ricca serie di appuntamenti: miniconferenze e presentazioni di prodotti d’eccellenza agroalimentare, degustazioni, corsi di cucina, show-cooking ma anche session di make-up e creazione di gioielli di pasta.

Fondamentale ancora una volta, come nell’edizione 2013, la partnership con Jeunes Restaurateurs d’Europe, l’associazione che riunisce i migliori giovani chef dell’alta gastronomia europea e che per l’occasione metterà a disposizione cinque grandi talenti: Silvio Battistoni, Pietro D’Agostino, Nicola Fossaceca, Cristiano Tomei e Leonardo Vescera.

 

Lo store diventa palco e cucina

Un momento dell'edizione dell'anno scorso
Un momento dell’edizione dell’anno scorso

Tutti gli eventi sono realizzati negli spazi del grande magazzino più antico e famoso d’Italia, in tutti i piani dello store, grazie al coinvolgimento di brand presenti in Rinascente, non solo dell’alimentare ma anche della cosmesi e della moda, e del partner Moët&Chandon. Il food viene raccontato in varie vesti, con un focus sulla qualità delle materie prime e l’importanza delle scelte alimentari (è evidente il riferimento a Expo 2015). Alcune aree saranno adattate per fare posto alle esigenze di lavoro dei cinque chef stellati. Il design supermarket sarà trasformato in una scuola di cucina, con piastre di cottura a induzione, pentole e utensili, grazie ai partner dell’evento AEG e Alessi. I corsi con gli “stellati” (due dedicati ai bambini), gratuiti, sono riservati ai titolari di carta fedeltà Rinascentecard e Friendscard e prenotabili dal sito. Per accogliere gli show cooking l’area centrale del sesto piano sarà riorganizzata per consentire al pubblico di ammirare lo chef al lavoro.

A tema food anche l’iniziativa benefica collegata: Rinascente farà una donazione a il Pane Quotidiano, l’associazione che a Milano si occupa di distribuire cibo ai bisognosi.

Un format innovativo che sfrutta il richiamo delle “rockstar del terzo millennio,” gli chef stellati, per valorizzare l’ampia offerta e i marchi presenti in Rinascente e che sicuramente attirerà nel punto vendita grandi folle, di curiosi sì ma anche di potenziali clienti. La prima edizione ha visto la partecipazione di 61.000 visitatori.

Anna Muzio

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