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Lo scaffale interattivo incrementa le vendite di bevande all’aeroporto di San Francisco

Attract, Engage, Covert: ovvero attira, coinvolgi e converti in vendita. A questo scopo Pacific Gateway Concessions in partnership con la società di soluzioni hi-tech Float Hybrid ha installato al terminal 4 dell’aeroporto di San Francisco due scaffalature interattive: una per delle cuffie e l’altra per bevande ed energy drinks. Risultato: un aumento delle vendite del 205% per le bevande e del 120% per le cuffie (entrambi marchi del pdv Where Traveller) dichiarati dal PGC.

Quando un cliente si avvicina, si accendono delle luci e appare uno schermo con un messaggio di benvenuto, che incoraggiano ad interagire con il prodotto e ottenere più informazioni, informazioni che compaiono sullo stesso schermo nel momento in cui la persona tocca o prende in mano un prodotto. Oltre alle informazioni di prodotto c’è la possibilità di aggiungere altri contenuti rilevanti come le informazioni sui voli o le previsioni del tempo. La tecnologia, che si chiama Anything Interactive, controllata da una sola telecamera, fornisce però anche al retailer informazioni approfondite (e anonime) sul numero e il comportamento d’acquisto dei visitatori. 

Spesso negli aeroporti, luoghi di passaggio che negli ultimi anni sono diventati sempre più anche luoghi di commercio e interazione con il viaggiatore, ci si trova a sperimentare nuove soluzioni anche perché qui il consumatore è più distratto e di fretta che mai. In realtà una tecnologia simile da noi può esserne sperimentata al Future Food District, il supermercato del futuro di Coop ad Expo. Nel caso di San Francisco però è utilizzata per spingere la vendita di due categorie di prodotti d’impulso, ed è facile prevederne l’uso in un supermercato del futuro per mettere in evidenza promozioni o in partnership con l’industria.

SFO ushers in a new era of retail from Anything Interactive on Vimeo.

Visita con gli smartglass al cluster caffè di Expo con illycaffè

Doveva essere la Next Big Thing, la wearable tecnhology: dispositivi indossabili che consentono di ampliare la realtà offrendo contenuti digitali aggiuntivi a ciò che si vede o sperimenta. Gli smart watch, in particolare sembravano pronti ad invadere il mondo. Poi, la battuta d’arresto dei Google Glass. Ma c’è chi continua a sperimentare, come ha scelto di fare al Cluster Caffè di Expo Milano 2015 illycaffè, Official Coffee Partner della manifestazione e curatore dei contenuti e delle attività del padiglione. Grazie agli occhiali intelligenti Moverio di Epson al pubblico, guidato da un animatore scientifico e dopo aver indossato gli smartglass, viene proposto un viaggio nel mondo del caffè, attraverso contenuti audio e video e illustrazioni animate che permettono un continuo passaggio fra l’ambiente del Cluster, in cui si possono sperimentare in concreto alcuni dei passaggi fondamentali della storia del caffè (dalla pianta alla tostatura fino alla tazzina), alle storie delle persone che, dalle piantagioni ai laboratori, fanno in modo che arrivi sino a noi la bevanda che conosciamo. Non solo: il visitatore può registrare la visita realizzando dei video per rivivere la propria “Coffee Experience” una volta tornato a casa.

Epson Moverio al Cluster Caffè Expo 2015 300dpi 8cm“Abbiamo voluto fortemente lavorare alla versione digitale del Cluster del Caffè per offrire a un pubblico sempre più vasto la possibilità di prendere parte alla più grande celebrazione del caffè nella storia”, dichiara Roberto Morelli, Direttore del Cluster Caffè. “Continueremo ad arricchire e a far vivere con contenuti innovativi il Digital Coffee Cluster per trasformarlo in un vero e proprio lascito sul mondo del caffè al termine dell’Esposizione Universale”.

Le visite con i Moverio si tengono ogni giorno alle 12.30, alle 15.00 e alle 17.30. È necessario prenotare presso la reception del Cluster Caffè di Expo 2015 oppure collegandosi al link http://www.expo2015.illy.com/

Gli smartglass Moverio di Epson sono un dispositivo indossabile che pesa 88 grammi dotato di fotocamera frontale, giroscopio, GPS, bussola e accelerometro, per permettere di rilevare con precisione i movimenti di chi li indossa; di conseguenza, le persone hanno sempre la piena consapevolezza di ciò che le circonda e possono spostarsi liberamente e con sicurezza nello spazio. Basati su tecnologia Android, sono usati in diversi settori: entertainment, business, lifestyle ma anche nell’industria e nella logistica.

Visa: superano il miliardo i pagamenti contactless in Europa nell’ultimo anno

Oltre un miliardo, per la precisione 1,1 miliardi: sono i pagamento contactless effettuata in Europa negli ultimi 12 mesi su prodotti Visa. A riprova della crescente diffusione di questo mezzo di pagamento, ormai diffuso – come opportunità più che come utilizzo invero – anche in molti punti vendita della grande distribuzione.

I dati più recenti di Visa Europe confermano questa tendenza, evidenziando come ad esempio i volumi di spesa con pagamenti contactless abbiano raggiunto un totale di 1,6 miliardi di Euro nel solo mese di marzo 2015, un incremento a tripla cifra rispetto allo stesso periodo nel 2014.

Il Regno Unito è il paese leader in Europa per numero di carte contactless Visa, ve ne sono 49,6 milioni in circolazione, seguito dalla Francia, con un bacino di 20,3 milioni di carte; mentre la Spagna è leader nel continente per numero di terminali di accettazione di pagamenti contactless con un totale di 593mila dispositivi. Indietro l’Italia, che soffre un grave ritardo quanto a diffusione di pagamenti digitali rispetto al resto del Continente, ma che comunque ha in circolazione oltre 4 milioni di carte contactless Visa, con un network di accettazione di pagamenti contactless di oltre 300mila terminali abilitati, che portano il nostro Paese (potenzialmente quanto meno) al livello di un mercato maturo come quello polacco che comprende 354mila terminali e 14,5 milioni di carte contactless.

In tutto il continente sono ora in circolazione 131 milioni di carte Visa contactless che vengono utilizzate regolarmente in oltre 2,6 milioni di punti di accettazione, ed entro il 2020 la totalità dei terminali POS Visa in Europa accetteranno pagamenti in modalità contactless. Attualmente sono 240 le banche che in tutta Europa già emettono carte Visa contactless e la stragrande maggioranza dei titolari di un prodotto Visa avranno accesso a un dispositivo di pagamento contactless entro il 2020.

I dati di Visa Europe mostrano che i consumatori europei pagano contactless le spese quotidiane presso i negozi di alimentari e le drogherie, e per i pasti al ristorante. La modalità di pagamento contactless viene invece usata per pagare acquisti di importo superiore, quale per esempio la spesa alimentare settimanale, in paesi come la Repubblica Ceca, la Polonia e la Spagna, dove i titolari possono effettuare il pagamento avvicinando la carta al terminale e digitando il PIN sul display.

“I dati confermano che i consumatori europei sono sempre più consapevoli della comodità e della rapidità di questa tecnologia per pagare le spese di ogni giorno, e ne sono sempre più conquistati avendo effettuato ben oltre un miliardo di transazioni contactless nei soli ultimi 12 mesi. La popolarità di questo tipo di pagamenti sarà destinata a crescere ulteriormente con l’arrivo deila nuova generazione di pagamenti digitali, dove la comodità e la rapidità dei pagamenti contactless è estesa a soluzioni NFC mobile e wearable” ha commentato Sandra Alzetta, Executive Director Core Products di Visa Europe.

Amazon inventa il Prime Day, le promozioni in un giorno su scala globale

La macchina promozionale di Amazon non si ferma e così, in occasione del suo ventesimo compleanno, il 15 luglio sarà Prime Day, una giornata globale di sconti che, scrive Amazon in una nota, offrirà un numero di offerte ancora maggiore rispetto al Black Friday, in esclusiva per i clienti Prime.

Mercoledì 15 luglio, infatti i nuovi iscritti e i già clienti Prime potranno ordinare centinaia di prodotti scontati, grazie a offerte lampo e offerte del giorno a loro riservate, e di ricevere il tutto con spedizioni veloci e gratuite.

Oltre all’Italia, le offerte sono disponibili in Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna, Giappone, Germania, Francia, Canada e Austria.

Il servizio Prime è stato lanciato in Italia  nel 2010 e offre agli iscritti consegne in 2-3 giorni su milioni di prodotti e consegne in un giorno su più di un milione di prodotti in più di 6000 comuni. I clienti Prime possono inoltre beneficiare delle Offerte in Anteprima su Amazon BuyVIP dalle 22:00 della sera precedente il loro inizio.

I tempi di consegna sempre più ridotti sono un terreno di competizione molto forte nel canale online e, tra delivery e pick-up, nell’alimentare la partita si gioca sul filo delle ore. Anche Amazon non è da meno e così recentemente è stata introdotta per gli iscritti a Prime la consegna gratuita in un giorno lavorativo su più di un milione di prodotti in catalogo. I clienti Prime possono inoltre usufruire dello sconto fino al 50% sul servizio “Spedizione Sera” disponibile nell’area milanese, che consente di ordinare i prodotti fino alle 12:00 e di riceverli la sera stessa entro le 21:00.

The Mad Box esplora le potenzialità del digital signage nella Milano di Expo

Effetti sempre più stupefacenti e d’impatto, grazie alle grandi superfici e alla tecnologia LEd: questo offre il digital signage oggi, grazie a installazioni sempre più d’impatto volte a stupire e attirare un’attenzione sempre più difficile da ottenere da parte del consumatore del Terzo Millennio. Ci si cimenta dunque The Mad Box, società con una consolidata esperienza nel campo del digital signage e focalizzata sui mercati del digital out of home, retail media e delle web platform, scegliendo la Milano in gran fermento per l’Expo per ampliare il suo portfolio di spazi in città.

Il progetto “Road to Expo” è un viaggio ideale verso la fiera che comprende tre installazioni principali: DIGIMAXI VISION DUOMO, oltre 180 mq espositivi che interessano l’intera superficie del palazzo storico situato tra via Torino e via Mazzini, che affaccia direttamente su Piazza Duomo, THE CUBE, un cubo galleggiante di 8m di lato posizionato nella Darsena fresca di restyling che ospita le creatività di diversi brand e WELCOME TO EXPO, un impianto di 100 mq che amplifica il circuito di Digital Signage in partnership con Fiera Milano e che, grazie alla sua posizione strategica, garantirà una copertura mediatica straordinaria dei visitatori diretti verso Expo.

“Nell’era della digitalizzazione i ledwall stanno conquistando sempre nuovi spazi nelle nostre città e The Mad Box è in prima linea con la sua tecnologia per offrire ai propri clienti la massima visibilità e agli utenti innovative soluzioni di mobile infotainment”, ha commentato Alessio Abbateianni, CEO di The Mad Box.
TMB non è solo concessionaria media ma anche digital service per l’ideazione e lo sviluppo di piattaforme tecnologiche integrate di entertainment marketing e interazione mobile. I suoi oltre 2000 mq di impianti DOOH e le 3500 installazioni Led nel mondo lo rendono il gruppo leader di mercato in Italia nella raccolta di digital e media retail.

L’Osservatorio non Food GS1 individua i nuovi paradigmi dell’omnicanaliità

Sono stati presentati i risultati della tredicesima edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy | Indicod-Ecr, lo studio realizzato in collaborazione con TradeLab giunto alla tredixesima edizione.

«L’edizione 2015 si è concentrata sui numeri ma anche sulle tendenze che sono emerse e si sono consolidate negli ultimi anni e che vedono il consumatore sempre più protagonista: diventa fondamentale cogliere le opportunità offerte da un nuovo paradigma di relazione con il consumatore dove fisico e digitale possono convivere idealmente in armonia nella stessa esperienza di acquisto» commenta Marco Cuppini, Research and Communication Director di GS1 Italy | Indicod-Ecr.

I consumi delle famiglie: segnali confortanti

La fase di contrazione dell’economia italiana è proseguita anche nel 2014, anche se con intensità inferiore.

Il Prodotto interno lordo (Pil) nazionale si è ridotto dello 0,4% in termini reali, diminuendo in modo significativo la caduta rilevata nel 2013, grazie soprattutto ai segnali di rafforzamento del ciclo economico che si sono manifestati nella seconda metà dell’anno.

Dopo la pesante contrazione mostrata durante la crisi del debito sovrano, i consumi complessivi delle famiglie nel 2014 sono nuovamente aumentati (+0,5%).

I consumi non alimentari Istat registrano un incoraggiante +0,6% e arrivano a pesare sui consumi complessivi un 14,8% nel 2014 ( 16,5% solo nel 2010).

I mercati: alcuni comparti riprendono a crescere

Il settore Non Food monitorato dall’Osservatorio(*) ha raggiunto nel 2014 un valore complessivo che supera i 98 miliardi euro, segnando una flessione del -1,2% (dato aggiornato a luglio 2015 che modifica leggermente la stima di giugno 2015 pari a -1,4%), con una netta contrazione della caduta, che nel 2013 era stata del -3,6%.

Alcuni comparti Non Food hanno registrato, dopo oltre due anni consecutivi di caduta, una ripresa nelle vendite: Mobili e Arredamento (+1,6%), Giocattoli (+0,9%) e Prodotti da automedicazione (+3,5%). Per la maggior parte dei restanti comparti si legge, se non ancora un segnale positivo, una frenata nella caduta dei consumi.

I canali: un po’meno ipermercati e specializzati

La flessione delle vendite Non Food nel 2014 ha avuto un impatto diverso sui canali:

  • Lo sviluppo di ipermercati e supermercati continua a trovare forti difficoltà; meno 1 per gli Ipermercati e aumenta solo la rete relativa ai discount. In generale le GSA vedono contrarsi ulteriormente la loro quota di mercato in comparti storicamente difficili come Bricolage ed Elettronica di consumo mentre recuperano un po’ di spazio nei comparti Casalinghi, Cartoleria e Tessile.
  • La rete moderna specializzata, continua a contrarsi, ma in modo meno sostenuto: nel complesso l’Istat rileva un -1,6% di esercizi nel commercio specializzato al dettaglio non food che per l’Osservatorio si traduce in un -2,2% per i comparti coperti dall’Osservatorio, dove risultano particolarmente penalizzati i punti vendita del settore Tessile e viceversa cresce la presenza sul territorio di punti vendita del comparto Casalinghi, Elettronica di consumo e Articoli sportivi

Nuovi trend, nuove risposte

L’edizione 2015 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy | Indicod-Ecr ha rilevato anche una serie di tendenze che si sono consolidate nel tempo e che vedono il consumatore sempre più protagonista. Le logiche di fondo del nuovo retailer: “razionalizzazione”, “vicinanza”, “valore”, “esperienza” generano un’offerta che dal tradizionale “procurement” ridisegna una nuova esperienza di shopping in nuovi luoghi di incontro; che siano poi digitali o fisici, non è rilevante per il consumatore di oggi.

Barilla e Whirlpool, una partnership per sperimentare la cucina del futuro

Un forno intelligente che “sa” cosa deve fare e limita al minimo i gesti e il tempo di chi a casa cucina, e che di tempo ne ha sempre meno, coadiuvato da “kit” per preparare piatti di tutti i giorni, come pasta, pane e focaccia: è questa la cucina del futuro, fatta di domotica e semplificazione, senza abdicare alla qualità e al controllo sugli ingredienti base? Così sembrano pensare Barilla e Whirlpool, che hanno unito le proprie competenze per dare vita a CucinaBarilla: un sistema composto da un forno tecnologicamente avanzato realizzato da Whirlpool e da una gamma di kit studiati e prodotti da Barilla contenenti gli ingredienti per cucinare piatti come pasta, risotti, pane, pizza, focacce e torte.

Ogni confezione, con due porzioni, presenta un codice RFID: avvicinando l’etichetta all’apposito lettore del forno, quest’ultimo riconoscerà il kit e imposterà automaticamente modalità, tempi di preparazione e di cottura.

I kit, utilizzabili solo nel forno CucinaBarilla, saranno in vendita su www.cucinabarilla.it con prezzi compresi tra i 2 e i 4 euro a partire dalla fine di luglio, in concomitanza con l’inizio delle vendite del forno, che sarà acquistabile nei negozi di elettronica ad un prezzo compreso tra i 600 e i 700 euro. Oltre a pizza, focaccia, pane, torte, pasta e risotti, sono già allo studio altri kit per arricchire la gamma di ricette firmate CucinaBarilla.

I piatti sono cucinati al momento e preparati con ingredienti semplici, senza conservanti, e di qualità, con un minimo sforzo da parte delle persone ma seguendo i tempi della cucina tradizionale per un risultato finale del tutto “casalingo”: per preparare un primo piatto occorrono circa 20 minuti, la preparazione del pane (tra impasto, lievitazione e cottura) richiede circa 3 ore. Grazie alla funzione “Delay”, sarà però possibile programmare la cottura ed avere il piatto pronto ad un orario predefinito: il che consente di svegliarsi la mattina con il profumo del pane fresco o rientrare a casa dopo il lavoro e trovare la cena pronta.

“Con CucinaBarilla inauguriamo un nuovo modo di vivere la cucina che unisce la tradizione della buona tavola, di cui Barilla è un importante rappresentante, con la più moderna tecnologia per rispondere davvero alle esigenze delle persone. Siamo molto soddisfatti di questo progetto: è davvero un modo per portare il futuro nelle nostre cucine”, afferma Matteo Gori, Managing Director di CucinaBarilla.

“Con CucinaBarilla diamo vita ad una nuova categoria di elettrodomestico che rappresenta la risposta innovativa alle esigenze del consumatore moderno sempre in cerca di soluzioni che concilino la scarsa disponibilità di tempo con il desiderio di mangiare bene ma anche di tutti coloro che sono poco esperti in cucina ma amano gustare ricette sempre nuove. Siamo certi che questo progetto stupirà ed affascinerà i consumatori”, dichiara Andrea Riggio, Direttore Marketing Italia Whirlpool Group & Indesit Group.

Per il Pwc Total Retail Survey il punto vendita è centrale nel processo d’acquisto

Parlando di multicanalità , seamless è il nuovo termine al quale dovremo fare l’abitudine, vale a dire “senza soluzione di continuità“. Nel mondo multicanale è seamless l’esperienza che si propone al consumatore che naviga tra online e offline, che, proprio per questo motivo tendono a integrarsi. Lo conferma anche la ricerca Total Retal di Pwc, che si basa su due assunti fondamentali: – il consumatore deve essere posizionato al centro del modello di business degli operatori affinché l’offerta che ne consegue copra le nuove esigenze dei clienti e garantisca un’esperienza  continuativa e coerente su tutti i canali di comunicazione aziendali, lungo tutti i touch-point del customer journey; – il modello organizzativo e di gestione del back office deve seguire lo stesso principio di customer-centricity affinché, supportato da un investimento in tecnologie flessibili e innovative, riesca a soddisfare le nuove esigenze degli utenti. La ricerca,  che ha analizzato i comportamenti di consumo online e l’attitudine alla multicanalità di 19.000 consumatori in 19 paesi, tra cui oltre 1000 italiani, conferma infatti che  negozio fisico e e-commerce coesistono e sempre più spesso rappresentano fasi complementari del processo di acquisto. Tra i dati più significativi:

  • il 60% degli italiani si può definire digitale
  • il 75% degli italiani fa showrooming, cioè ricerca in negozio e acquista online, ma il 38% non rinuncia alla visita settimanale sul punto vendita;
  • il 50% usa lo smartphone per confrontare i prezzi o cercare un prodotto;
  • Il 63% dichiara che i social media influiscono nel processo d’acquisto;
  • Wealth effect: i convertiti digitali hanno più potere di spesa dei nativi digitali, ancora troppo giovani.

Ma è interessante, estrapolando dalla ricerca (che può essere scaricata qui), concentrarci sul punto vendita nella multicanalità. Il negozio fisico – afferma la ricerca – resta centrale nel processo d’acquisto, soprattutto per gli italiani: il 38% (36% a livello globale) si reca settimanalmente in negozio, contro il 25% che utilizza il PC, il 13% il tablet e il 12% lo smartphone. Pur rimanendo determinante nel processo di acquisto, il negozio fisico conquista un nuovo ruolo poiché i consumatori sono sempre più propensi ad utilizzarlo come vetrina per poi comprare online, spinti dalla convenienza di prezzo. Chi preferisce il negozio rispetto ai canali digitali, mette ai primi tre posti la possibilità di provare e testare il prodotto (65% Italia, 60% globale), la gratificazione istantanea dell’acquisto in negozio (52% Italia, 53% globale) e la maggior sicurezza sull’adeguatezza del prodotto nel soddisfare le proprie esigenze (33% Italia e campione globale).

Fonte: Total Retail 2015, pwc
Fonte: Total Retail 2015, pwc

Viceversa, riguardo all’acquisto online, per il consumatore italiano la possibilità di ottenere prezzi inferiori sui canali digitali rispetto al negozio è un incentivo molto forte, importante per il 67% dei consumatori, rispetto ad una media del 56% a livello globale (e solo 48% per il consumatore tedesco). In quest’ottica il consumatore italiano esprime una preferenza maggiore anche nella ricezione di offerte promozionali via email o SMS, testimoniando l’importanza degli strumenti di digital marketing. Rispetto al campione globale, il consumatore italiano vede meno “valore” nel fatto che i canali digitali possano sopperire la necessità di recarsi in un punto vendita (28% Italia vs 40% globale); ciò riflette la capillarità del  tessuto distributivo italiano.

Fonte: Total retail 2015, pwc
Fonte: Total Retail 2015, pwc

Tuttavia I negozi devono diventare, anche grazie all’innovazione tecnologica, luoghi dove non soltanto si ottengono risultati di vendita, ma si costruisce una relazione con un cliente fidelizzato. I consumatori però richiedono una digitalizzazione sempre più forte del punto vendita per facilitare il processo di acquisto, pagamento e anche condivisione con i social media. E si rivelano sempre più interessati ad un’esperienza in punto vendita arricchita di innovazioni tecnologiche e digitali. Le aree di maggior interesse sono la possibilità di controllare la disponibilità di prodotto (38% per il campione globale), la presenza di casse self-service e la possibilità di ricevere offerte personalizzate e in tempo reale. Il consumatore italiano è particolarmente aperto e sensibile a innovazioni in quest’ambito, con il 45% degli intervistati che dichiara il proprio interesse. Sempre più richiesto è anche il Wi-Fi nel punto vendita, interessante per il 24% dei consumatori globali e per il 23% di quelli italiani. Il Wi-Fi è ormai un servizio non più negoziabile nel campo dell’ospitalità, e ci si attende che diventi uno standard universale anche nel retail.

tecnologie nel pdv
Fonte: Total Retail 2015, pwc

La suite OmniChannel di NextBi ridefinisce l’esperienza multicanale

Una visione a 360° del cliente, che integri le informazioni provenienti da tutti i differenti device, identifichi i segmenti di clientela prioritari su cui agire e adegui costantemente la propria offerta per migliorare la fidelizzazione grazie ad offerte rilevanti e mirate. In una parola: Omnicanalità.

È questo il tema al centro dell’evento residenziale che si svolgerà l’11 e 12 giugno a Scarperia, presso Una Hotel Golf & Resort.
Il convegno è organizzato da NextBi, la business unit di Sanmarco Informatica, società nata negli anni Ottanta come software house e oggi, con oltre 2 mila clienti è uno dei maggiori system integrator italiani.

Una due giorni che accanto a intermezzi ludici si occuperà di customer intelligence e di supply chain (qui il programma) nel contesto dell’omnicanalità, per il quale NextBi ha sviluppato una specifica suite OmniChannel.

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«Il percorso di conoscenza del consumatore è diventato ormai dinamico, accessibile e continuo», spiega Michele Romano,  marketing manager di NextBi. «L’attenzione infatti non è più rivolta esclusivamente all’acquisto ma alla valutazione dei prodotti e dei servizi offerti. Immaginiamo solamente quanto possano influire le recensioni sui vari social, sulla precisione delle promozioni inviate. In questo contesto il nostro progetto definisce la creazione di un’esperienza multicanale con l’adozione di una soluzione integrata per un nuovo approccio che trasforma l’organizzazione tradizionale in un ecosistema armonico».

Con il moltiplicarsi dei device e dei touch point aumenta infatti la complessità gestionale per i retailer in termini di allineamento di prezzi nei diversi canali, di gestione delle promozioni, di reperibilità dei prodotti online e off line, che comporta una gestione della supply chain integrata, per reagire in tempo reale alle azioni e alle esigenze dei clienti.

«Omnichannel significa fornire al cliente una esperienza unica attraverso una strategia coordinata», puntualizza Romano «anche perché ciascun cliente reagisce in maniera diversa alle sollecitazioni dei diversi canali: se i millennials sono digital addicted, gli anziani ricercano rassicurazione, le donne sono più predisposte alla multicanalità e i giovani adulti hanno un approccio pionieristico alle diverse modalità di ingaggio».

In concreto che cosa consente la soluzione OmniChannel? «Le aree di intervento sono molteplici sia sul piano del modello di interazione con il cliente (segmentazione, definizione di una strategia di contatto multicanale, introduzione di nuove modalità di loyalty) sia su quello dello sviluppo di competenze multicanale. L’obiettivo è aumentare la conoscenza del cliente per gestire delle campagne multicanale».


Lotta allo spreco: Tesco parte in Uk e si fa aiutare da un’App

Anche Tesco si impegna per lottare contro lo spreco alimentare: è partito in dieci pdv del Regno Unito il programma FareShare FoodCloud per recuperare il cibo scaduto o prossimo alla scadenza che non può più essere venduto, ma è ancora buono e può essere utilizzato da persone in difficoltà. L’accordo è stato messo in atto con le associazioni di volontariato FareShare e FoodCloud che si occupano di povertà e indigenza. Grazie a un’apposita App, i manager dei negozi avvisano gli enti benefici indicando precisamente il tipo e la quantità di alimenti disponibili, così da poterne organizzare facilmente ritiro e ridistribuzione.

Sebbene Tesco “elimini” solo l’1% di alimenti, stiamo comunque parlando di cifre importanti: nei pdv Tesco britannici l’anno scorso sono stati eliminati 55.400 tonnellate di cibo, 35mila tonnellate delle quali erano ancora commestibili. Il reparto più interessato è la panetteria, seguito da frutta e verdura e alimenti pronti quali sandwich e insalate.

Dopo la legge passata in Francia (vedi In Francia una legge contro lo spreco alimentare nel retail), anche il parlamento britannico sta pensando di introdurre norme che obblighino la Grande distribuzione a prendere misure concrete per arginare il problema. I numeri sono sconfortanti: 1,3 miliardi di tonnellate di cibo buttato ogni anno, sufficiente per sfamare quattro volte gli oltre 800 milioni di persone che muoiono di fame ogni anno.

La GDO è responsabile dell’1% dello spreco alimentare totale, che avviene in gran parte alla fonte (agricoltura e distribuzione) e presso l’utente finale. Per questo Tesco già in passato ha deciso di eliminare le promozioni “2 per uno” e ha inserito nei packaging della propria private label informazioni e consigli su come sprecare di meno in modo da sensibilizzare il consumatore. In Italia Coop, firmataria del Protocollo di Milano che ha tra i suoi obiettivi proprio la riduzione dello spreco (con l’abbattimento del 50% entro il 2020), segue il programma “Buon fine” e “Brutti ma buoni” in 544 punti vendita che ha donato ad enti benefici 4.604 tonnellate di alimenti (dati 2012). Ma chi più chi meno, tutte le grandi catene hanno programmi di riutilizzo, che spesso passando per associazioni quali Banco Alimentare, Croce Rossa o anche la parrocchia più vicina: mancano per lo più dei programmi centralizzati e monitorati. Ultimamente poi molte insegne hanno deciso di mettere in vendita a prezzo fortemente scontato i prodotti prossimi alla scadenza, e a livello europeo si sta ragionando su come eliminare o prolungare la dicitura Termine minimo di conservazione (TMC) dagli alimenti a lunga conservazione.

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