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Nelle transazioni in mobilità nel retail lo smartphone supera il tablet

Uno studio pubblicato da Criteo, società tecnologica specializzata in perfrormance advertising, rivela che più di un terzo delle transazioni di eCommerce a livello globale avviene oggi tramite dispositivi mobili.

Si tratta di un dato significativo che si affianca al crescente utilizzo degli smartphone, che stanno diventando i dispositivi mobile prevalenti, andando a sostituire l’utilizzo dei tablet.

Schermata 2015-06-04 alle 11.25.05«Il commercio da mobile sta crescendo a dismisura», ha affermato Jonathan Wolf, Chief Product Officer di Criteo. «Solo negli ultimi tre mesi si è verificato un incremento del 10% delle transazioni da mobile negli Stati Uniti. La maggioranza delle transazioni in mobilità avviene oggi tramite smartphone e l’aumento delle dimensioni dello schermo, così come la presenza di siti mobile ottimizzati, non possono che accelerare questa tendenza».

Schermata 2015-06-04 alle 11.26.25I risultati del report si basano sulle analisi realizzate da Criteo esaminando i dati sulle singole transazioni relativi a più di 160 miliardi di dollari di vendite a livello globale. Dal report emergono i seguenti punti chiave:

Le transazioni da mobile negli Stati Uniti sono cresciute del 10% negli ultimi tre mesi: la crescita è continua in tutte le categorie merceologiche, con il top quartile dei retailer che continua a performare meglio rispetto agli altri.

È tutta questione di smartphone. La maggior parte delle transazioni da mobile negli Stati Uniti e in altri paesi avviene ora tramite smartphone, con l’eccezione di Germania e Gran Bretagna. Le ragioni della crescita risiedono nel crescente livello di propensione all’acquisto e in schermi di dimensioni maggiori. In Italia, il 55% delle transazioni in mobilità nel settore retail avviene tramite smartphone (vs 45% da tablet) e la percentuale sale a quota 56% per il travel (vs 44% da tablet).

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Non ci sono limiti. Il mobile rappresenta ora la maggior parte delle transazioni eCommerce in Giappone e Corea del Sud. Entro la fine del 2015, la percentuale delle operazioni eCommerce mobile raggiungerà il 33% negli Stati Uniti e il 40% a livello globale. In Italia attualmente il 26% delle transazioni nel settore retail e il 21% nel settore travel avviene via mobile.

Il mobile conversion funnel. I consumatori oggi vedono la stessa quantità di prodotti su desktop e smartphone, ma con minore add-to-basket e percentuale di acquisto su smartphone. In Italia il tasso di conversione del mobile si attesta su una media dell’1.6%.

Scarica qui la presentazione completa

Kiwari con couponHub porta i Big Data nell’eCouponing

L’investimento in una campagna, pubblicitaria o promozionale, non può più prescindere dall’analisi dei Big Data, tramite strumenti di analisi, ROI e comunicazione integrata via email. Il principale problema incontrato dalle aziende nell’effettuare le campagne di couponing è infatti la mancanza di riscontri in tempi accettabili sulla performance ed il conseguente rischio di over-redemption. Il nuovo couponHub di Kiwari BuonMercato è una piattaforma a disposizione di chi fa campagne di eCouponing utile per pianificare la campagna, verificarne l’andamento in tempo reale, ottimizzare gli investimenti di comunicazione in funzione dei risultati effettivi e fare followup mirati sui consumatori-clienti, attraverso strumenti di email marketing integrati.

Copia di couponHubPer ogni campagna di eCouponing intrapresa, CouponHub segmenta i risultati in funzione delle località e dei profili dei consumatori coinvolti. Inoltre, grazie al cruscotto RoiMonitor, rende immediatamente disponibili al cliente anche i risultati effettivi delle campagne di comunicazione intraprese per fonte di traffico (es. sito, DEM, display, ecc.) in termini di click, landing, registrazioni, stampe e sellout da parte dei consumatori, per ottimizzare gli investimenti in comunicazione. Il couponHub permette inoltre alle aziende di sfruttare il patrimonio di contatti che la campagna di eCoupon ha generato attraverso la registrazione dei consumatori. Integrato all’interno del couponHub c’è anche lo strumento di eMail Marketing Email Marketing Tool.

Attraverso un unico strumento è dunque possibile monitorare e gestire con efficacia l’intero ciclo delle attività di eCouponing: dall’erogazione, al sell-out fino alle promozioni a seguire sui consumatori registrati. Tutto ciò per promuovere le vendite dei prodotti (industria e PAM della distribuzione), incrementare il traffico sul punto vendita (distribuzione) e rafforzare la conoscenza e il relazionamento con i propri consumatori-clienti.

Quest’ultima innovazione trasferisce sul mondo del couponing il grande potenziale insito nell’uso dei Big Data e trasforma la mole di dati complessi tracciabili attraverso l’eCoupon in informazioni facilmente fruibili su cui basare una strategia digitale di comunicazione con i consumatori.

A Roma l’8 giugno appuntamento con la Social Media Week

La Social Media Week  che si svolge a Roma dall’8 al 12 giugno (in contemporanea con altre 12 città in cinque continenti) è un evento globale che esplora l’impatto sociale, culturale ed economico dei social media, con l’obiettivo di aiutare le persone e le organizzazioni a connettersi attraverso la collaborazione e la condivisione di idee, esperienze e informazioni.

Ogni anno la SMW realizza diverse conferenze mondiali, in diversi momenti dell’anno (febbraio, aprile, giugno e settembre) e in diverse città di tutto il mondo, con migliaia di individui e organizzazioni che lavorano insieme per ospitare presentazioni, dibattiti, workshop ed eventi di networking.

L’edizione della SMW di Roma, con oltre 55 eventi e più di 200 speaker,  è organizzata da Business International-Fiera Milano Media e  si tiene in contemporanea con Los Angeles e Mexico City.

Nel tema di quest’anno (Mobile Connected Class) la Social Media Week esplorerà l’impatto della tecnologia “mobile”, potente strumento in grado di modificare il presente delle persone secondo tre grandi assi: la vita privata (salute, ambiente, cibo educazione, tempo libero, viaggi, relazioni, informazione); il lavoro (flussi, infrastrutture, sostenibilità, ritmi di lavoro, condivisione idee e conoscenze, pagamenti); la creatività (food, entertainment, tv, cinema, arte, cultura sport).

Tra i temi trattati: App Mobile Ecosystem, Over Meet Under, Expo Sprytelling, Food& App, Social Radio, Wine eCommerce, Content Conversation, Social and Music, Social Network & Cinema, Marketing Automation Content Marketing, Native ADV, App Engagement, Mobile Revolution.

Pam ha ridotto le scorte del 15% grazie alla tecnologia Jda

Ottimizzare i processi di previsione e rifornimento dei centri di distribuzione, razionalizzando la gestione delle scorte, e contribuendo a salvaguardare la propria redditività: è lo scopo della soluzione JDA Advanced Warehouse Replenishment, che assicura una buona gestione del magazzino, un servizio clienti reattivo ed elevati livelli di disponibilità dei prodotti. Adottata nei punti vendita Pam dal 2011, l’implementazione di JDA Advanced Warehouse Replenishment, rispetto al precedente inserimento manuale dei dati, ha consentito una riduzione del 15% delle scorte complessive, il miglioramento del servizio e la disponibilità dei prodotti. “Riduzione delle scorte equivale a riduzione dell’investimento finanziario, ciò ci permette di continuare a servire i nostri clienti al meglio, offrendo loro valore e convenienza” ha affermato Marco Benettin, Direttore Logistica, Acquisti Non Food e  Approvvigionamento del Gruppo PAM.

Le funzioni principali  

“Ora quando prendiamo decisioni riguardanti la gestione delle scorte, sappiamo di aver fatto la scelta giusta al momento giusto” spiega ancora Benettin. “Ad esempio, siamo in grado di sapere se, considerate le scorte disponibili in un dato momento, uno specifico fornitore è per noi più o meno redditizio. La soluzione ci aiuta a determinare se le condizioni di vendita o altre condizioni commerciali, come la quantità minima dell’ordine, siano le  migliore ottenibili”. La soluzione definisce i criteri della gestione delle scorte sulla base di fattori economici, bilanciati con gli obiettivi del servizio, permettendo all’azienda di utilizzare le proprie scorte in modo molto più strategico. Gruppo PAM può mantenere lo stock per promozioni e negozi specifici sulla base delle informazioni relative al punto vendita. Può anche attribuire priorità agli ordini in base a urgenza e redditività, un approccio che prima non era possibile.

Una delle migliori funzionalità di JDA Advanced Warehouse Replenishment è proprio l’alto livello di automazione. “La soluzione offre una serie di leve facili e veloci da utilizzare”, ha osservato Benettin. “Mantenendo la nostra attuale performance e gli obiettivi della società, possiamo riesaminare e ottimizzare costantemente queste leve, per pianificare meglio le nostre priorità di consegna in base all’urgenza dell’ordine”.

JDA Advanced Warehouse Replenishment offre un’automazione lineare, ma contrassegna anche le eccezioni, in modo che i responsabili dei processi possano rispondere molto rapidamente, secondo le esigenze. “I nostri processi di rifornimento ora sono molto fluidi – ha concluso Benettin -. La soluzione certifica e analizza costantemente i dati storici e verifica le eccezioni. Possiamo sapere esattamente cosa sta accadendo e a cosa dobbiamo prestare attenzione con un alto livello di precisione”.

Peek&Cloppenburg Hamburg gestisce l’assortimento con Txt Retail

È un mondo sempre più complicato quello dei retailer che trattano moda, specie se con diversi marchi, e in modo (è ormai un must) multicanale. In particolare risulta complesso pianificare gli assortimenti di tutti i prodotti, canali e geografie. Per fare questo Peek&Cloppenburg KG Group Hamburg, leader nel retail multimarca, ha recentemente adottato TXTPlanning di Txt Retail come piattaforma globale di pianificazione delle collezioni.

TXTPlanning supporta il processo in modo end-to-end consentendo una stretta integrazione della pianificazione delle collezioni con la pianificazione corporate. La soluzione consente la pianificazione avanzata e l’analisi dei dati su una moltitudine di dimensioni e attributi e di ottenere un unico piano sia per i negozi fisici sia per il canale online. Tutto il processo di pianificazione è gestito con TXTPlanning in un ambiente integrato, con riflessi positivi in termini di consistenza dei dati e visibilità globale.

“La pianificazione nel settore moda è senza dubbio una questione complessa” spiega Kai Schmidt, IT Director di Peek&Cloppenburg KG Hamburg. “Il mercato è così dinamico che chi pianifica non può limitarsi a raccogliere le informazioni del passato e a replicarle. È necessario saper intercettare le nuove tendenze e pianificare già nelle primissime fasi della collezione, così da bilanciare i lunghi lead-time del settore moda. In più, in un business multi-marca come il nostro, chi pianifica deve saper gestire i diversi cicli di pianificazione dei fornitori, molte dimensioni di pianificazione e una vasta quantità di possibili combinazioni di assortimento. Abbiamo trovato nelle soluzioni TXT Retail tutte le funzionalità necessarie a gestire assortimenti realmente ‘customer-driven’ e nel team TXT il giusto partner per supportare questa complessità”.

Il Gruppo Peek&Cloppenburg Hamburg è una realtà omnichannel che opera attraverso il canale retail Peek&Cloppenburg in Germania, il portale di shopping online VANGRAAF.COM e l’azienda VAN GRAAF, fashion retailer internazionale che rappresenta il Gruppo in Polonia, Austria, Ungheria, Svizzera e Repubblica Ceca. Con oltre 100 anni di storia, il Gruppo offre più di 300 brand, dalle linee classiche e di alta qualità, ai marchi giovani, di tendenza e di stilisti internazionali

Visita al Future Food District di Coop, prove di futuro nel supermercato di Expo

A due settimane dall’apertura e spenti i riflettori sulla “prima” del Future Food District, l’annunciatissimo padiglione che Coop ha dedicato, con la consulenza di Carlo Ratti del MIT, alle tecnologie del futuro nel retail, lo spazio da 2500 mq su tre livelli si sta sempre più comportando come un punto vendita vero e proprio.

Attira per le sue dotazioni tecnologiche e il layout attraente scolaresche e curiosi, che poi spesso si fermano a comprare: ad esempio gli ingredienti per costruirsi un panino, magari con salame di cinta senese per sentirsi un po’ gourmet senza spendere un patrimonio. Ma è utilizzato anche, assicura chi ci lavora, per fare la spesa a fine turno dai lavoratori di Expo o dai turisti stranieri per spedire presenti Italian Style a casa, grazie alla postazione DHL. Un’area di gourmandise fai-da-te e low cost (ma ce ne sono altre, nei padiglioni meno spaparazzati e tra lo street food, basta cercare) proprio nel centro della grande kermesse dell’Esposizione universale milanese.

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Tutto è digitale, dal prezzo alle informazioni di prodotto. I prodotti sono quelli di Coop ma non solo, ci sono vari partner con i loro corner, da Barilla e Ferrari. Poi c’è una sezione dedicata al cibo del futuro, dalla pasta stampata in 3D agli insetti ai nuovi packaging per il fresco. Ma c’è anche il libro di ricette che si costruisce a partire dagli ingredienti. Nel segno della tecnologia e della personalizzazione dell’esperienza culinaria.

 

Tante le suggestioni e le idee, alcune già presenti in alcuni retailer specie all’estero, altre più futuribili.
Tra le prime ci sono gli ologrammi utilizzati con finalità promozionali.

 

Lo shop del futuro a Tuttofood: le tecnologie

Quest’anno uno spazio di Tuttofood, la fiera in corso a Milano fino a domani, è dedicato ai rapporti tra cibo e tecnologia. Sullo sfondo una domanda: come sarà il punto vendita del futuro?, alla quale si cerca di rispondere con convegni ma anche dimostrazioni pratiche di tecnologie già “rodate” ma molto poco utilizzate dai retailer di casa nostra.

Dal face tracking al camerino, al gaming tutto in un display: Li vedremo sempre più spesso i display all’interno del pdv. Touchscreen e interattivi, hanno funzioni avanzate. Sono già entrati nei camerini (dove la visualizzazione ritardata delle immagini di qualche secondo permette di vedersi a 360°). Oppure sono impostati per visualizzare informazioni personalizzate sui prodotti, il che si può fare “volontariamente”, inserendo i propri dati (genere ed età), ma anche automaticamente grazie a una telecamera e a un software in grado di individuare sesso, età e stato d’animo di chi gli sta davanti, e mandare informazioni pubblicitarie o di prodotto conseguenti. Utile anche per profilare la clientela e per valutare l’efficacia dell’esposizione pubblicitaria. Infine, gli schermi/totem possono contenere giochi promozionali o couponing, utili per creare engagement e per “riscaldare” le aree “fredde” e meno frequentate del pdv.

Ologrammi: sarà la “next big thing” in fatto di promozione? Sappiamo come la presentazione degli alimenti sia sempre più importante, specie per attrarre le nuove generazioni (i Millennials). I quali, manco a dirlo, vanno pazzi per la tecnologia. Un prodotto presentato in 3D intangibilmente, attrae sicuramente l’attenzione, e, con le nuove tecnologie, è anche facile da impostare (Touch Revolution).

 

Punto cassa con software di riconoscimento codici GS1 ed erogazione di funzioni associate, uakari.
Punto cassa con software di riconoscimento codici GS1 ed erogazione di funzioni associate, Uakari.

Le potenzialità del GS1 Databar, il nuovo codice internazionale: tracciabilità è una parola che sarà in futuro sempre più cruciale. Il nuovo codice contiene può informazioni del precedente quali peso, data di scadenza, numero di lotto, codice seriale, e risulta utile specie per i prodotti “a peso”, dalla gastronomia ai freschi. A Shop 2015 la dimostrazione riguardava la preparazione di pasta fresca a partire dalla ricetta e dalle materie prime, rigidamente codificate in modo da poter essere realizzate anche da un operatore meno esperto, al peso e realizzazione del codice in store, al passaggio in cassa con blocco automatico di eventuali prodotti scaduti, individuazione di prodotti prossimi alla scadenza ed erogazione di promozione apposita o stampa di ricetta e “consigli dello chef” sullo scontrino per determinati prodotti “gourmet”. (Uakari Software)

Gestione casse automatizzata tramite telecamere, SmartQueue Microlog.
Gestione casse automatizzata tramite telecamere, SmartQueue Microlog.

Gestione cassa automatica con le telecamere: alcune telecamere posizionate nella zona casse consentono di tracciare i flussi e aprire e chiudere le casse di conseguenza, evitando spreco di risorse da un lato o clienti insoddisfatti per l’eccessiva attesa dall’altro. La soluzione consente anche di monitorare il livello di servizio e analizzare le performance di cassa (Microlog).

 

Il popolo del web su Expo: occorre fare di più per farlo conoscere all’estero

Expo Milano si è aperta nel segno di uno spirito positivo, macchiato da qualche centinaio di antagonisti che mai come in questa occasione hanno dimostrato tutta la pochezza culturale, laridità di sentimenti, la mancanza di ideali e di progetti che vengono trasformate in un cupio dissolvi che accomuna l’odio contro le multinazionali, contro le auto parcheggiate, contro le banche e contro un progetto, criticabile per taluni versi fin che si vuole, ma che alla prova dei fatti potrà contribuire in maniera decisiva a dare una visione di futuro a questo paese, che ne ha molto bisogno. 

Tornando a Expo, l’apertura – con gli aerei sfreccianti delle Frecce tricolori e le massime autorità strette intorno a un progetto sul quale , questo sì bisogna dirlo, l’Italia si gioca gran parte della faccia –  è solo il primo passo di un cammino lungo sei mesi su cui occorre fare ancora molto. Se i venti milioni di visitatori sono l’obiettivo dichiarato, occorre fare ancora molto per difendere la conoscenza di Expo anche all’estero, come testimonia l’indagine svolta da Gian Marco Sefatni di Web Research ascoltando le conversazioni in rete nei blog e nei social network sull’Expo. Ecco che cosa ha scoperto.

Dopo avere analizzato, come riassunto nell’articolo precedente, i pareri lasciati in rete in lingua italiana riguardanti EXPO 2015, abbiamo indagato il sentiment del popolo del web intercettando i commenti in inglese, francese, tedesco e spagnolo, sempre inerenti ad EXPO 2015, in Social Media, Blog e Forum, (ovviamente stranieri). Anche in questo secondo rilevamento abbiamo escluso, per scelta metodologica, news e siti di addetti ai lavori, con l’obiettivo di esaminare solamente i mood espressi liberamente dagli internauti.

Considerando di ripartire in base alla lingua i pareri rinvenuti in rete su EXPO 2015, si ottiene una distribuzione di questo tipo: Inglese 32%, Spagnolo 30%, Tedesco 26%, Francese 12%.

Analizzando i contenuti dei commenti si scopre che è l’esperienza personale più che l’informazione o la comunicazione a determinare un minimo di conoscenza/attenzione/curiosità su EXPO 2015: in Spagna si è tenuta l’EXPO a Saragozza nel 2008, in Germania ad Hannover nel 2000, nella Svizzera Francese nel 2002 (non dimentichiamo inoltre che il Bureau International des Expositions ha sede a Parigi).

Per trovare un’edizione di EXPO in un Paese anglofono dobbiamo risalire al 1988 ma soprattutto andare dall’altra parte del Mondo: Brisbane. Sembrerebbe che l’Esposizione Universale abbia un’eco soprattutto nazionale.

Che l’esperienza di un’Expo recente a casa propria sia alla base della talkability spiega anche una distribuzione tra i pareri nelle differenti lingue che non rispecchia la diffusione delle lingue stesse.

Quando si parla di EXPO 2015 nel web straniero, dopo Milano ed eventualmente l’edizione tenutasi “a casa propria”, la più citata è Shangai 2010.

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A proposito di Shanghai
Gli argomenti maggiormente citati riguardo Shangai 2010  e riguardano nel 36% dei casi i risvolti economici, con il 32% delle citazioni le opportunità di penetrazione in un mercato dalle elevatissime potenzialità, nel 18% dei pareri il significato politico e nel 14% delle menzioni l’impatto sociale dell’ulteriore apertura da parte della Cina verso il resto del Mondo.

 

Ma quali argomenti trattano i naviganti stranieri quando scrivono in rete di EXPO 2015?

Gli argomenti più trattati sono (pareri multipli) l’occasione di un viaggio in Italia, soprattutto per chi parla tedesco e inglese), il richiamo del Made in Italy (un po’ meno per i francofoni). Milano come città della moda, poi è motivo di conversazione per tutti abbinata a Expo, mentre la città meneghina è meno presa in considerazione quando si parla di Expo e delle città d’arte italiane. Il mare esercita sempre il suo fascino tra gli anglofoni e chi parla tedesco.

Molto poco frequentata è invece la conversazione sul tema dell’Expo e della storia dell’Expo.

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EXPO 2015 quindi è sentita come vetrina per l’Italia, il Made in Italy, la moda, le città d’arte, il “mare nostrum”  (quest’ultimo anche per la stagione in cui si svolge EXPO 2015)?

Sicuramente i netsurfer stranieri associano questi driver del turismo incoming nazionale ad EXPO 2015, ma purtroppo queste sono le intenzioni di visita:

• nel 58 % dei casi si parla genericamente di Italia, parlando di EXPO 2015,
• nel 34 % dei pareri intercettati ci si dice intenzionati a visitare EXPO 2015 all’interno di un viaggio o vacanza già previsto nel Bel Paese
• nell’8% delle rimanenti opinioni si valuta di/se venire in Italia appositamente per visitare l’EXPO 2015.

Passiamo a considerare quanto sono stati trattati nelle altre lingue i temi dibattuti in rete in lingua italiana (parei multipli).

Paragoniamo ora la conoscenza del tema di EXPO 2015 di chi si è espresso in rete nella lingua di Dante con quella di chi lo ha fatto nelle altre quattro lingue considerate (tra coloro che hanno lasciato opinioni su EXPO 2015).

Dalle ultime due tabelle dell’infografica si evince che se tra i naviganti italiani che ne scrivono in rete la disinformazione su EXPO 2015 è elevata, tra coloro che ne digitano in inglese, francese, tedesco è spagnolo, la disinformazione è decisamente superiore.

Globalmente i meno disinformati risultano essere i netsurfer di lingua tedesca, seguiti da coloro che scrivono i propri pareri in spagnolo, quindi dai francesi ed infine, ultimi, gli anglofoni (che sono però i più numerosi).

Abbiamo visto, nel precedente articolo, che gli italiani sono particolarmente negativi nei confronti di Expo 2015; e gli stranieri ? Abbiamo riclassificato i pareri intercettati in rete in giudizi positivi, negativi, neutrali.

Se ne deduce che l’eco di ritardi, possibili disservizi, appalti truccati, tangenti, infiltrazioni mafiose non sia giunto all’estero o che, comunque, non cambi l’immagine dell’Italia e le aspettative degli stranieri su EXPO 2015.

Conclusioni

La comunicazione su EXPO 2015 è giunta solo in parte all’estero.
La notizia ha colpito soprattutto chi ha avuto nella propria nazione recenti esperienze di Esposizione Universale. La conoscenza del tema di EXPO 2015 all’estero è ancora più bassa che in Italia. Ma mentre Shangai 2010 ebbe risonanza mondiale per i contenuti economici e socio-politici, per ora l’interesse riservato dagli stranieri ad EXPO 2015 è quasi esclusivamente turistico.

Ciononostante solo un terzo di chi ha già in previsione un viaggio in Italia per altri motivi, e meno di un decimo di chi scrive di EXPO 2015 in rete senza avere già in programma una visita al Bel Paese, sembra intenzionato a valutare l’opportunità di visitarla.

Detto ciò le buone notizie sono le seguenti:

• i driver storici del Made in Italy e del turismo in Italia sono ben presenti in  coloro che scrivono nel web riguardo l’EXPO 2015;
• è l’immagine positiva di cui gode l’Italia nel Mondo a veicolare EXPO 2015 all’estero e non viceversa;

• i giudizi positivi su EXPO 2015 sono in ogni lingua superiori al 50% e quelli negativi tutti inferiori al 7%(al contrario di quanto avviene per i pareri espressi in italiano).

WWW.WEB-RESEARCH.IT Srl
È un istituto di ricerche di mercato e consulenze di marketing che offre servizi rivolti ad aziende e multinazionali presenti nel mercato domestico. Ha portato tra i primi in Italia una nuova metodologia di ricerche ed analisi di mercato: Web listening – Web research – Web monitoring. Utilizzando software di intelligenza artificiale che emulano il funzionamento delle reti neurali effettua un’analisi semantica e psicometrica dei testi presenti nel Web attribuendo loro personalità e punteggi. www.web-research.it ascolta il Web per scoprire, analizzare, razionalizzare cosa i clienti reali e potenziali pensano e dicono oggi e indietro nel tempo fino agli ultimi tre anni. È il partner ideale di aziende, marchi, prodotti, servizi e personaggi pubblici con esposizione mediatica significativa.

info@web-research.it – gianmarco.stefanini@web-research.it

Survey Nielsen: fisico e digitale, gdo e retail tradizionale gli italiani li frequentano tutti

Via Flickr, M. Montanari

Andare al supermercato può essere anche un’occasione di svago per il 47% degli italiani, ma l’80% frequenta anche i mercati rionali e i negozi tradizionali e il il 22% va più spesso al discount per gli acquisti food&grocery rispetto a un anno fa.

I dati emergono dall’indagine Nielsen Retail Store Format Preferences, svolta online su più di 30.000 consumatori in 60 Paesi.

Le casse self service dei supermercati vengono utilizzate dal 33% dei consumatori (23% la media UE) e solo il 17% dichiara di non volerne ancora fare uso.

Il 50% dei consumatori, emerge ancora dalla ricerca, acquista online. Ma l’esperienza del virtuale sta prendendo piede anche all’interno del canale fisico.

Inoltre, il 42% degli intervistati si dichiara favorevole a fare uso dei buoni sconto promozionali online o mobile, con un gradimento significativamente superiore rispetto agli europei (30%).

“I consumatori italiani sono più propensi rispetto agli europei a rivolgersi a diverse tipologie di punti di vendita coniungando la frequentazione delle grandi superfici a quella di superette e negozi tradizionali – commenta l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – ma contemporaneamente  il canale fisico e il digitale stanno avendo sempre più punti di intersezione e si configurano come uno complementare all’altro”.

Un percorso della spesa da intercettare sia con il canale digitale sia con quello fisico, quindi. E sono gli stessi intervistati a indicare la strada: il 45% desidera collegarsi alla rete WIFI del distributore per rendere l’esperienza d’acquisto più personalizzata, il 41% vorrebbe poter esporre le proprie esigenze personali al retailer per avere offerte più personalizzate.

 

Le App più pazze del food: è qui il futuro?

Alle porte di Expo, archiviata la Design Week, in attesa della prossima stagione di Master Chef et similia, i riflettori su alimentazione e cibo sono tutt’altro che spenti. Non c’è ormai rivista, discussione, trasmissione tv o analisi antropologica che prescinda dal parlare di cibo. Non fanno eccezione le start-up, quegli incubatori di innovazione e tecnologia che cercano, con più o meno successo, di aprirci le porte del futuro. Moltissime si stanno occupando di food in tutte le sue forme e sfaccettature, dalla GDO alla ristorazione, alla cucina di casa. Ve ne proponiamo alcune, senza alcuna pretesa di esaustività. Certe sembreranno assurde o ingestibili, ma in questo campo, si sa, ciò che oggi sembra impraticabile domani può diventare abitudine quotidiana.

SmartQsine spesa per smemorati – un sistema per monitorare da remoto i quantitativi degli ingredienti più usati, e che ci avvisa, quando siamo in strada, che qualcosa sta per finire. È form
ato da un tappetino con sensore collegato a un’App sullo smartphone che avvisa ed eventualmente inserisce nella lista della spesa il prodotto in esaurimento (dalla pasta al latte, all’olio). Può anche essere usato al bar per monitorare le bottiglie di superalcolici. La campagna di crowdfunding è partita all’indirizzo http://igg.me/at/smartqsine

Food Sniffer : mangio o butto? – un sensore in grado di valutare, e mandare informazioni all’App, se un alimento (carne o pesce) è fresco o se non può più essere consumato. Analizza i componenti volatili emanati dall’alimento.

Cucina mancina, consulenza free from – “la prima food community per chi mangia differente”, da Bari, opera consulenze (editoriali, per eventi, corsi, comunicazione ecc) per chi vuole rivolge a quelle fasce crescenti di mercato che richiedono un’alimentazione particolare (vegana, vegerariana, senza glutine, con pochi grassi, pochi sali o pochi zuccheri): aziende ristoranti, bar, punti vendita.

itforitaly, anticontraffazione – l’Italian Sounding specie all’estero ma anche qui da noi è una piaga sempre più diffusa, di cui non andrà esente (anzi) l’ondata di alimenti, che si dichiareranno tipici e del territorio, che invaderà le piazze durante l’Expo. Questa App molto semplice pensa di superare il problema dei “falsi” alimentari grazie a un database di vere aziende agroalimentari italiane che forniscono i loro bar code: inquadrandolo sulla confezione, al supermercato, si ottiene la certificazione di provenienza e altre informazioni.

Scanning cheeseScio: Cosa c’è nel piatto? – È ciò che vogliono sapere i consumatori, sempre più informati e interessati ai legami tra alimentazione e salute. Scio è un sensore, collegato all’apposita App, che analizza l”impronta digitale molecolare” di un alimento (o di qualsiasi materiale) tramite uno spettrometro, rilevandone il contenuto in carboidrati, grassi e zuccheri ad esempio. Al supermercato, individua all’istante il melone più dolce o il pomodoro più maturo, ma anche le calorie di un succo o di uno yogurt.

Paisan: eccellenze in scatola – come diffondere in tutto il globo le vere eccellenze e la cucina italiana, al riparo da frodi e contraffazioni? Con una scatola che arriva a casa completa di ingredienti originali, ricetta/corso di cucina che spiega come preparare un vero pranzo italiano. Le ricette spaziano dalla pizza alla cena mediterranea bio, a quella a base di tartufo.

Il test della GDO

Eataly.net testa le vendite “da poster”: le vedremo presto in stazioni ed aeroporti?

Tante idee geniali che vedremo se avranno un seguito. Intanto la GDO che fa, dorme? Non proprio, piuttosto testa nuovi modi di vendita fuori dal punto vendita, ma vicino ai percorsi della clientela. Qui, presso il posti di lavoro dove si concentrano gli uffici di grandi aziende, meglio se “smart”, vengono provati sul campo alcune nuove tipologie di acquisto. Due esempi su tutti: la Wib machine, una vending machine con contiene le referenze base del supermercato. La sta testando Coop a Catania e sarà anche nell’area Expo della catena, ma potrebbe presto essere installata alla stazione di Trieste sotto un’altra insegna della GDO. Poi ci sono i sei “smartposter” con i prodotti gourmet di eataly.net acquistabili via smartphone tramite NFC, QR Code o riconoscimento ottico, che il brand di Farinetti ha piazzato nel Vodafone Village di Milano.

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