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Ultima settimana di marzo, in GdO vendite su ma più contenute: +2,7%

Durante la settimana tra lunedì 23 marzo e domenica 29 marzo continua la crescita rispetto allo stesso periodo del 2019 delle vendite della Grande Distribuzione Organizzata, anche se in maniera più contenuta: +2,7% a parità di negozi.

Come settimana scorsa, è il Nord Est a registrare gli incrementi più alti su base tendenziale: +7,0%, seguito subito dal Sud (+6,3%). Rallentano molto invece sia il Centro Italia (+0,4%) sia il Nord Ovest (+0,1%).

“La GDO si stabilizza su una crescita moderata durante la terza settimana di quarantena, ma il periodo Pasquale, durante il quale non potremo festeggiare come da tradizione, potrebbe causare una contrazione delle vendite – commenta Romolo de Camillis, Retailer Service Director di Nielsen Connect in Italia – Al contempo, si consolidano anche i fenomeni di consumo legati al nuovo stile di vita ‘domestico’ e alle restrizioni in termini di mobilità: da un lato continua l’ascesa di prodotti alimentari da dispensa e/o destinati alla preparazione di pietanze ‘homemade’, dall’altro si afferma anche la preferenza per modalità di approvvigionamento più comode, ovvero eCommerce e negozi di vicinato.” 

L’andamento dei formati

Il trend maggiore si registra nei Liberi Servizi (+41,6%), nei Supemercati (+15,4%) e nei Discount (+8,4%). Continua invece il calo delle vendite di Specialisti Drug (-32,9%) e Ipermercati (-17,7%).

Continua il calo dei format Cash & Carry, con un trend negativo del -50,3%, in linea con il calo della settimana scorsa.

Per quanto riguarda l’eCommerce, il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 23 a domenica 29 marzo è stato del +162,1% in rialzo di +20pp rispetto al trend della settimana precedente.

Da lunedì 23 a dome­nica 29 marzo: la cronaca

Le dinamiche di afflusso ai negozi sono rimaste le stesse della settimana precedente, con trend molto positivi durante i giorni lavorativi. Si accentua perà il calo registrato nel weekend: sabato 28 -28,5% vs stesso sabato del 2019 e domenica 29 -54,9% vs. stessa domenica del 2019, a parità di superficie distributiva. Il picco positivo si è registrato invece lunedì (+22,9%). A livello di peso sulla settimana, il giorno principale rimane comunque il venerdì, confermando una nuova tendenza iniziata con la quarantena. In condizioni di normalità, invece, il giorno principale in termini di peso sulla spesa settimanale degli italiani è sempre stato il sabato.

Le categorie

Le categorie di prodotti maggiormente impattate durante la settimana 13 del 2020 sono sempre legate ai tre “effetti” identificati da Nielsen:

  1. effetto “stock”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: caffè macinato (+21,4%), conserve rosse (+52,9%), conserve animali (+16,7%), pasta (+19,3%), biscotti (+14,6%); i comparti non alimentari iniziano a registrare trend di crescita più rallentati, invece, si segnalano solo carta casa (+40,5%) e carta igienica (18,6%);
  2. effetto “prevenzione e salute”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: guanti (+163,3%), detergenti superfici (+36,3%), sapone per le mani solido e liquido (+56,8%), candeggina (+52,9%), alcol denaturato (+100,4%), salviettine umidificate (+24,5%);
  3. effetto “resto a casa”, sempre in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato, suddiviso in Cuochi a casa, il paniere degli ingredienti base, quindi farine (+212,7%, fatturato triplicato rispetto al 2019), uova di gallina (+5,4%), burro (+85,9%), zucchero (+55,2%), mascarpone (+99,6%), lievito di birra (+226,4%) e margarina (+78%); e Comfort food, il paniere dell’indulgence, quindi creme spalmabili dolci (+72,5%), miele (+67,9%), patatine (+23,5%), pop-corn (+89,8%), olive (+13,6%), merendine (+13,3%), wafer (+9,3%). Continuano anche i trend positivi di vino (+18,5%) e birre alcoliche (+9%).

Emergenza Covid-19: Metro propone di aprire a tutti i consumatori

Fare la spesa ai tempi del Coronavirus, può diventare un’impresa ardua per molti: file, controlli, tempi contingentati, nonostante l’impegno e gli sforzi della GDO. Per questo METRO Italia, supporta ADM nel chiedere la possibilità di aprire temporaneamente e in via eccezionale i propri punti vendita, normalmente dedicati ai possessori di partita IVA, anche al consumatore finale. E vista la sua struttura, il canale del Cash and Carry, che conta circa 380 punti vendita in Italia, può certamente supportare il nostro Paese in questo momento di emergenza senza precedenti.

“Il mondo dei consumi fuori casa, com’è noto, è sicuramente uno dei principali settori che dall’inizio dell’emergenza ha subito immediatamente conseguenze molto dure, seppur necessarie.” afferma Tanya Kopps CEO di METRO Italia “L’assortimento dei nostri punti vendita può soddisfare anche i bisogni dei consumatori che oggi sono costretti a lunghe code fuori dalle insegne della GDO. Anche per questa ragione, con l’Associazione Distribuzione Moderna, stiamo cercando di ottenere la possibilità di aprire temporaneamente i nostri punti vendita ai consumatori finali. Oltre all’ampiezza e la profondità del nostro assortimento alimentare, i nostri spazi, molto ampi, favoriscono la possibilità di mantenere le corrette distanze di sicurezza e i nostri colleghi dei punti vendita sono preparati a gestire eventuali nuovi flussi. Inoltre, nelle nostre strutture commerciali sono in vendita formati di prodotto professionali che consentirebbero di acquistare in un’unica soluzione più prodotto e ridurre quindi il numero di spostamenti dei cittadini per fare la spesa. Tanti cittadini ci hanno già chiesto a gran voce la possibilità di approvvigionarsi presso i nostri punti vendita e in questo momento di emergenza vogliamo e possiamo fare la nostra parte”.

La proposta italiana ha comunque dei precedenti che ne rivelano la plausibilità: in altri Paesi, come in Austria e Francia, è infatti già stata concessa al Cash and Carry o è in corso di concessione, come in Germania, una deroga specifica a tempo determinato, per consentire allo stesso di vendere anche al dettaglio e quindi di poter rappresentare un ulteriore presidio fondamentale di approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità per la popolazione.

 

Pensieri e parole (e anche qualche azione) al tempo del coronavirus

E’ arrivato all’improvviso, il SARS- Cov- 2. Portandosi un variegato bagaglio di conseguenze.

Dagli inevitabili provvedimenti sanitari alle reazioni isteriche (che hanno guidato i più fanatici all’arrembaggio tra le corsie dei supermercati e gli scaffali delle farmacie), fino ai risvolti più subdoli e surrettizi che si stanno incuneando nel sistema  economico. Una minaccia preoccupante che ha portato Confcommercio a dichiarare: “Il protrarsi dell’emergenza coronavirus oltre aprile-maggio potrebbe tradursi in una riduzione del Pil dello 0,3-0,4% con un pesantissimo impatto nel turismo – a rischio, tra marzo e maggio, 21 milioni 700 mila presenze con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi di euro – e nel settore dei pubblici esercizi che, con un rischio occupazionale già ora valutato in circa 100mila unità, chiede il riconoscimento, a livello nazionale, dello stato di crisi”.

La distribuzione

Sul fronte dell’accaparramento di generi alimentari, la distribuzione ha cercato di calmare gli animi come dimostrano per esempio, le parole di Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé:A nome di tutte le imprese di Gruppo VéGé, che rappresentano oltre 3.500 supermercati in tutta Italia, mi sento di poter rassicurare tutti i nostri clienti, ma più in generale tutti i cittadini italiani, che non sussistono assolutamente problemi di scarsità di beni. Tutta la distribuzione è preparata, i magazzini sono pieni ed il flusso logistico con i fornitori è nella norma. Il ripristino delle scorte, nonostante l’incremento delle vendite del 50%, è continuo e quindi occorre evitare scene di panico davanti agli scaffali nei supermercati.”

O quelle di Sami Kahale, CEO di Esselunga che ha dichiarato: “Esselunga ha affrontato un aumento significativo e inaspettato della domanda, a causa della diffusione del coronavirus. Negli ultimi due giorni, abbiamo gestito in modo efficiente questo incremento improvviso e siamo riusciti a soddisfare un livello di domanda pari a più del doppio del normale. Anche oggi abbiamo assistito allo stesso aumento di richieste che abbiamo soddisfatto. Non ci sono carenze di prodotti nei nostri magazzini e non prevediamo di averne.”  

Chiusi all’aperitivo

Quanto alla chiusura anticipata alle 18 di alcune tipolgie di esercizi, l’unanimità non esiste. Capita per esempio di sentire: “Io ho una yogurteria e apro alle 15,00, chiudere dopo tre 3 ore soltanto non è proprio il massimo…”; oppure: “Ma perché dopo le 18? E gli assembramenti per la colazione, non sono ugualmente rischiosi, allora?”

Ma c’è anche chi – molto giudiziosamente – sottolinea che gli aperitivi serali (ovviamente quelii a Milano, più degli altri) si caratterizzano proprio per una densità da paese asiatico. Dunque, questo benevolo “coprifuoco” ha decisamente un suo perché…

Prodotti: chi sale e chi scende

Di fatto, la paura fa 90 e – accanto ai beni alimentari di prima necessità – tra i prodotti più gettonati ecco apparire i gel igienizzanti per le mani. Come emerge dai dati Nielsen, infatti, i volumi di vendite di questo comparto sono schizzati alle stelle. Ed entro fine febbraio è previsto un milione di pezzi venduti, mentre solo nelle prime 6 settimane dell’anno (dunque anche prima che scattasse l’emergenza in Italia) il sellout è stato di 900mila confezioni, pari a un fatturato di 2,5 milioni di euro. Altro dato eclatante – che racconta molto  – è che rispetto allo scorso anno il giro d’affari del segmento è aumentato di 9 volte (+827%).

Tuttavia, per altri generi di prodotti le cose non vanno altrettanto bene. Stando ai dati di CheckBonus – strumento di drive to store e analitiche per il mondo del retailer – pare infatti che nei giorni 22-23-24 febbraio ci sia stato un crollo drastico degli acquisti legati a beni considerati non di prima necessità; l’oggettistica per la casa è infatti crollata del 39%, l’abbigliamento ha registrato un calo indicativo del 26%, mentre in salita il reparto del surgelato, che ha visto una crescita delle vendite di circa il 24%.

Analizzando lo sviluppo della pedonalità nazionale (ingressi nei punti vendita), CheckBonus  ha notato come il rischio percepito del Coronavirus sia cresciuto fortemente nel giro di poche ore, passando da un differenziale del -19% del giorno 22 rispetto alla settimana precedente, ad un -29% del giorno 23.

…E l’alta finanza?

Se nella vita di ogni giorno il sentimento ondivago dei consumatori evidenzia reazioni disparate (per lo più tendenti al brutto), cosa succede nel mondo della finanza?

Al netto delle perdite in borsa e di uno spread (italiano) nuovamente anabolizzato, non mancano voci più rassicuranti come quella Buffet (guru di Wal Street) che – nonostante l’emergenza coronavirus-  scrive agli azionisti Berkshire Hathaway, confermando la propensione ad acquistare azioni in ottica di lungo periodo: inutile comprare e vendere seguendo le news quotidiane.

Pessimisti e ottimisti, disfattisti e propositivi, apocalittici e integrati. E’ più che palese: come diceva Biaso Valentino, “ per troppo variar natura è bella”…

 

Qualcosa di buono: In’s Mercato avvia un restyling dei suoi negozi

Arriva “Qualcosa di buono”: il fitto programma di 50 riaperture orchestrato da In’s Mercato in tutta Italia, che vedrà un restyling completo dei punti vendita. I primi – il 26 febbraio – sono quelli di Padova, Roma, Mede (Pavia), Cremona e Castellanza (Varese). La novità più importante è l’introduzione all’interno dei punti vendita del nuovo reparto pane, in funzione tutto il giorno, per la preparazione di prodotti panificati sia dolci che salati. Un assortimento che comprende una gamma completa di referenze che va dai classici formati, al pane farcito fino ai multicereali e, per i dolci, diversi tipi di croissant, donut e muffin.

Queste riaperture si collocano all’interno di un progetto di forte cambiamento iniziato nel 2020 con la campagna “Qualcosa di buono ti aspetta” che vuole proporre ai consumatori sia il lancio di nuovi servizi – come appunto il reparto per pane e dolci – sia un approccio e un impegno molto forte sui temi della sostenibilità ambientale.

Impegno sostenibile

Per le riaperture, infatti, è stato ridotto al minimo il fabbisogno energetico all’interno delle proprie strutture. I frigoriferi dei latticini e le vasche dei surgelati, nei nuovi punti vendita e in quelli ristrutturati, sono dotati di porte che consentono un risparmio energetico del 30%. Nei nuovi negozi, inoltre, sono state installate delle valvole elettroniche per un utilizzo ottimale delle centrali frigorifere, consentendo un notevole risparmio di energia elettrica. Un risparmio ulteriormente garantito dalle lampade a LED utilizzate per gli impianti di illuminazione di tutti i nuovi punti vendita del 2020. Inoltre, In’s introdurrà le nuove shopper completamente riciclabili fatte per l’80%, di plastica riciclata. Previste due versioni, una termica e una non termica, entrambe certificate Climate Line, quindi CO2 neutral, ECOL e Blue Angel. Questa novità si aggiunge a una gamma di shopper già orientata alla sostenibilità e composta da due shopper biodegradabili e un modello in cotone bio certificato Fairtrade, il marchio del commercio equo e solidale.

Sempre in ottica di sostenibilità, l’insegna ha dato il via a una serie di nuove aperture per il 2020 con il programma Spazio Verde un’attività di riqualificazione urbana che si propone di migliorare lo spazio verde pubblico e la qualità di vita dei quartieri. Per quest’anno, infatti, in tante città dove è prevista l’apertura di un nuovo punto vendita, saranno donati alle amministrazioni alberi per creare aree verdi a disposizione della popolazione.

 

Lidl Italia è “Top Employer” per il quarto anno consecutivo

Lidl Italia ha ottenuto per il quarto anno consecutivo la certificazione di “Top Employer”,attribuita dal Top Employers Institute, ente internazionale di certificazione delle eccellenze HR, a seguito di un rigoroso iter di validazione, che ha visto l’inserimento dell’Azienda tra i “Top Employers Italia” e “Top Employers Europe” anche per il 2020.

Anche quest’anno la certificazione si è svolta mediante un’analisi dettagliata che prevede oltre 100 domande in 10 ambiti HR. Lidl Italia ha fornito i dati relativi a 600 best practice attuate nella gestione delle risorse umane. Tutte le informazioni sono state sottoposte ad un’attenta revisione del Top Employers Institute, che ha esaminato accuratamente tutti i passaggi della loro implementazione. Dallo studio sono quindi emerse le virtuose politiche di gestione del personale messe in atto dall’Azienda. Un risultato positivo che ha permesso a Lidl Italia di aggiudicarsi nuovamente l’autorevole riconoscimento sia a livello italiano sia europeo.

“In un contesto sempre più dinamico e in evoluzione come il mondo del lavoro di oggi, la capacità di attrarre e trattenere talenti è un fattore strategico per tutte le aziende. Proprio per questo motivo le realtà più lungimiranti sono perfettamente consapevoli dell’importanza di investire sui propri professionisti e creare un ambiente lavorativo in grado di valorizzarne il percorso e supportarne la crescita. Ecco perché siamo molto orgogliosi di ricevere per il quarto anno consecutivo il premio Top Employer, che testimonia il nostro impegno verso gli oltre 16.500 collaboratori che compongono la nostra grande squadra.” – Ha dichiarato Roberto Eretta, Amministratore Delegato Risorse Umane di Lidl Italia “Questa certificazione testimonia che siamo sulla strada giusta e ci sprona a migliorarci ancora per far sì che lavorare in una realtà importante come quella di Lidl Italia rappresenti un valore aggiunto per tutti.”

Viridea: e-commerce e Pl saranno le novità di primavera

Viridea chiude  il 2019 confermando il suo trend di crescita con un fatturato totale pari a 64,6 milioni di euro che segna un +3,7% rispetto all’anno precedente.
Dopo l’apertura del primo ristorante Erba Matta all’interno del punto vendita di Cusago (MI) nel luglio scorso, l’azienda si prepara ad introdurre altre due importanti novità nell’arco del 2020: l’apertura dell’e-commerce e l’introduzione di una linea di prodotti private label, entrambe previste per la primavera.
Dopo una prima fase di test che ha interessato alla fine del 2019 solo una selezione di articoli del reparto Natale, aprirà ufficialmente l’e-commerce Viridea attraverso cui sarà possibile acquistare online nei prossimi mesi prodotti per il giardinaggio, arredo outdoor e barbecue.
Altra importante novità per il 2020 è il lancio della nuova linea private label “Per Passione” Viridea: concimi, terricci e sementi prato ma anche piante come le orchidee phalaenopsis, selezionati direttamente dall’azienda per offrire alla clientela un prodotto di qualità testata, dedicato a chi ama prendersi cura del verde e dedicarsi alla propria passione.
“I tempi erano per noi maturi per affrontare questi nuovi temi – spiega Fabio Rappo titolare di Viridea – Da anni avevamo in animo di offrire ai nostri clienti dei prodotti selezionati e di qualità su cui apporre il nostro marchio, ma abbiamo preferito attendere che Viridea consolidasse il proprio brand. Anche l’e-commerce arriva in un momento in cui siamo pronti a varcare i confini territoriali dove siamo consolidati e farci conoscere presso un pubblico più vasto”.

Il confessionale? Oggi va di moda il distributore automatico

Nel Paese europeo con più vending machine installate – sono oltre 822 mila – il distributore automatico non ha solo una funzione di ristoro ma anche di pausa e di socialità. CONFIDA, l’associazione italiana della distribuzione automatica ha cercato di capire cosa fanno gli italiani quando si trovano davanti a un distributore con una ricerca commissionata a Nextp.

Del campione di 2100 soggetti intervistati, gli ultra 55enni parlano quasi esclusivamente dei loro hobbies e del tempo libero (58%), i più giovani (18-34 anni) prevalentemente di lavoro (28%) e relazioni amorose (13%) mentre quelli che chiacchierano di sport sono soprattutto gli uomini fra 35 e 54 anni (15%). Senza distinzione di età e aree geografiche, c’è anche un 11% a cui piace fare gossip sui colleghi.

Quasi 3 italiani su quattro (74%) hanno utilizzato nell’ultimo anno almeno una volta un distributore automatico e tra quelli che non l’hanno usato sono soprattutto gli over 55enni che non hanno avuto l’occasione di usufruirne o preferiscono consumare altrove.

I distributori automatici – afferma Massimo Trapletti, presidente di Confida – fanno ormai parte della quotidianità degli italiani che ne apprezzano la varietà nella scelta, i prezzi e la qualità. Hanno anche il pregio di essere a portata di mano e veloci nella fruizione e sono spesso luoghi di socializzazione”.

Quasi il 70% del campione utilizza le vending machine almeno una volta a settimana, il 27% anche tutti i giorni e il 30% fino 2-3 volte a settimana. Il luogo principale di utilizzo è il posto di lavoro (47% degli intervistati) e 3 volte su 10 (29%) i luoghi di attesa.

Le persone utilizzano i distributori automatici perché sono comodi, veloci e hanno tutto il necessario per fare una pausa veloce. E’ una comodità quando “non riesco a uscire dall’ufficio” (36%) o per fare uno spuntino “quando ho fame e non ho portato niente da casa” (14%) o semplicemente perché è veloce (14%) o per fare una pausa caffè (11%). Quasi 6 persone su 10 del campione sono soddisfatte dei prodotti offerti (58%): più del 70% degli intervistati ritiene che la qualità del caffè ai distributori automatici è migliorata negli ultimi tempi. Cresce l’offerta di prodotti biologici, salutari o per intolleranze.

I distributori automatici stanno diventando sempre più tecnologici con schermi touch, APP di pagamento: l’analisi CONFIDA / Nextp mostra che aumentano gli utenti che desiderano pagare con strumenti digitali (APP o carta di credito) anche se il 60% dei residenti al sud preferisce sempre il contante. E a quanti utilizzano le vending machine non dispiacerebbe avere altri servizi specialmente le ricariche telefoniche (36%) ma anche il pagamento delle bollette (24%) piuttosto che prelievi POS come al bancomat (23%).

Carrefor Italia: inizia il cambio d’insegna per gli ex Auchan in Lombardia

Carrefour Italia ha dato il via al cambio insegna dei punti vendita, ex Auchan, localizzati nella città di Milano e provincia e altre aree della regione lombarda, acquisiti da Conad lo scorso dicembre. Si rafforza, così, il presidio in un’area geografica dalle forti potenzialità di sviluppo e dove già Carrefour vanta un’importante presenza. Dei nuovi negozi ad insegna Carrefour, 22 sono localizzati a Milano e provincia, due nelle città di Sondrio, gli altri a Pero, Mantova e Baranzate.

I nuovi negozi, con una superficie compresa tra 150 e 600 metri quadrati, saranno ad insegna sia Carrefour Express – negozi di prossimità in grado di soddisfare le esigenze di spesa giornaliera – che Carrefour Market – ideali per rispondere ad una spesa frequente, da quotidiana a settimanale, con una proposta di prodotti convenienti, vicini al territorio ed alla tradizione.

Il cambio insegna dei punti vendita rientra nella strategia di Carrefour Italia annunciata in occasione del Piano di Trasformazione quadriennale 2019-2022 che si pone l’obiettivo di rispondere al cambiamento delle abitudini dei consumatori, focalizzando la propria offerta sullo sviluppo dei punti vendita di prossimità con superfici di medie e piccole dimensioni e su un maggior livello di servizio e di selezione di prodotti.

Innovativa la gamma di servizi disponibili, pensati per semplificare la spesa grazie a soluzioni come la possibilità di prenotare i prodotti e ritirarli in store, oppure la consegna a domicilio. Tra i servizi offerti in molti dei nuovi negozi, già attive iniziative commerciali dedicate a categorie di consumatori come gli studenti e gli over 60. Particolare risalto, in termine di proposta commerciale, verrà dato a tutti i prodotti a marchio Carrefour (Bio, Terre d’Italia, Selection, NO GLUTEN e INFORMA), dando così la possibilità ai nuovi clienti di conoscere concretamente i valori di Carrefour Italia.

Tra diretti e franchising, Carrefour Italia conta oggi in Lombardia oltre 300 punti vendita. 

In particolare, i nuovi negozi Carrefour Market ed Express nella città di Milano e provincia, sono localizzati nelle seguenti aree:

  • Milano, via Baiamonti
  • Milano, via Canonica
  • Milano, via Andrea doria
  • Milano, via Lambertenghi
  • Milano, via Murat
  • Milano, corso Monforte
  • Milano, via Noè
  • Milano, via Pisa
  • Milano, via Visconti di Vimodrone
  • Milano, via Amedeo d’Aosta
  • Milano, via Marcellino Ammiano
  • Milano, via Carlo Maria Maggi
  • Milano, via Lazzaretto
  • Milano, via Fumagalli
  • Milano, piazza VI Febbraio
  • Milano, viale Stelvio
  • Corsico (MI), via Cavour
  • Zelo Surrigone (MI), via Cavour
  • Cologno Monzese (MI), via Milano
  • Baranzate (MI), via Nazario Sauro
  • Pero (MI), strada del Sempione
  • Rozzano (MI), via XXV Aprile

Lidl inserisce nella sua flotta di Somaglia 5 TIR a biometano

Logistica sostenibile?

Si può. A piccoli passi, ma si può. Lo dimostra Lidl con l’inserimento nella sua flotta di 5 mezzi pesanti alimentati a biometano, novità assoluta nell’ambito del Retail e della GDO, realizzati grazie alla collaborazione con IVECO, LC3 Trasporti ed Edison. I mezzi opereranno nel centro distributivo di Somaglia, fiore all’occhiello di Lidl, per la cui riorganizzazione nel 2016 furono investiti 45 milioni di euro. Oggi si occupa del rifornimento di 70 pdv tra Lombardia e Emilia e da qui transitano quotidianamente tra i 130 e i 150 mezzi.

I 5 TIR abbinano all’innovativa alimentazione, anche una nuova tecnologia per la refrigerazione dei cassoni,realizzata con azoto.

L’adozione del biometano rappresenta un ulterio paso avanti sulla via delle rinnovabili, dopo l’inserimento nella flotta di 50 unità alimentate con LNG.Parlando di obiettivi  e prospettive, Pietro Rocchi, Amministratore Delegato Vendite e Logistica Lidl Italia ha commentato: “Come obiettivo di lungo periodo, vogliamo gradualmente passare da un trasporto principalmente basato su combustibili fossili, a combustibili alternativi ad emissioni ridotte di CO2, come il biometano e il gas naturale liquido (LNG), che già impieghiamo con una nutrita flotta di mezzi. Il percorso di Lidl per una logistica più sostenibile è cominciato nel 2015, quando abbiamo presentato i primi camion alimentati a LNG. Da quel momento abbiamo raggiunto risultati molto positivi: nonostante la crescita costante della nostra attività e l’apertura in media di circa 40 nuovi punti vendita all’anno, siamo riusciti a ridurre le emissioni di CO2 del 5,2%, parliamo di 620.000 tonnellate di emissioni evitate. Ringrazio i nostri partner in questa iniziativa: LC3, IVECO ed Edison. Grandi Aziende, ognuna leader nel proprio settore, con le quali condividiamo valori e impegno per la sostenibilità”.

In effetti il bio metano (ottenuto da residui domestici, commerciali e agrotecnici) oltre a consentire una maggiore autonomia in termini di approvviginomento (sfrutta infatti la rete di gas nazionale) offre pure il vantaggio di un abbattimaneto di emissioni elevatissimo: 95%, che crea un circolo virtuoso di autosussistenza economica ed ecologica

“Per arrivare a questo punto – ha spiegato Alessandro Oitana, Medium&Heavy Business Line Manager IVECO – abbiamo lavorato come IVECO da molti anni arrivando a garantire: sicurezza, infrastrutture e autonomia km. Il mondo cambia e cambia velocemente e sicuramente il futuro vedrà nuove tecnologie, tuttavia, per arrivare ad avere le stesse condizioni a livello di capacità di carico, autonomia, tempi di ricarica e infrastrutture, la strada da fare è ancora tanta, quindi ci sentiamo di affermare che l’unica soluzione immediatamente disponibile ed economicamente sostenibile oggi sia il Biometano in tutte le sue forme sia CNG che LNG. Il mercato dimostra di recepire con entusiasmo queste nuove proposte; non è un caso infatti che in un panorama flat, nel 2029 i truck alimentati con gas naturale hanno invece fatto registrare una crescita del 52% rispetto all’anno precedente. Quanto ad IVECO, posso dire con un certo orgolio, che in questo segmento detiene oggi una quota del 70%.”

Sulla stessa linea anche Mario Ambrogi, Direttore Generale Gruppo LC3 Trasporti: “LC3 sin dalla costituzione ha prestato massima attenzione a quelle innovazioni tecniche e tecnologiche nel settore della produzione di veicoli destinati al trasporto pesante su gomma che potevano rappresentare l’avvio di un “modo nuovo” di fare autotrasporto. Grazie ai primi veicoli introdotti nel 2013 da IVECO, innovativi in quanto alimentati a LNG, e alla sensibilità alle problematiche ambientali subito dimostrata da Lidl, si è potuta sviluppare la visione nuova del “fare trasporto” propria di LC3, fino a raggiungere, oggi, un altro importante risultato con l’adozione di trucks alimentati a biometano. Rimane ancora molto da fare in termini di impianti di produzione di biometano, in impianti di stoccaggio, di liquefazione e di distribuzione diffusa; LC3, comunque, conferma il proprio impegno e il proprio affidamento nel biometano così come confermato anche dai propri partner IVECO, Lidl, Edison”.

Infine, approfondento il dema della distribuizione e dell’approvvigionamento,  Davide Macor, Direttore Mercato Business Edison ha preisato:L’impiego di fonti rinnovabili e la decarbonizzazione dei trasporti sono tra gli obiettivi cardine di Edison, in linea con i target europei di sostenibilità. Edison attualmente fornisce metano a più di 200 stazioni di rifornimento in tutta Italia e, in quanto aggiudicatario del bando GSE per il biometano, è oggi il primo operatore abilitato al suo ritiro e distribuzione. Edison, inoltre, è impegnata nella realizzazione della prima catena logistica integrata di LNG per un ulteriore sviluppo della mobilità sostenibile nel trasporto pesante e marittimo. Grazie a questi sviluppi, il contributo di Edison alla diffusione della mobilità sostenibile si basa su una gamma completa di servizi che includono la mobilità elettrica, metano e biometano, LNG e prossimamente BioLNG”.

 

Marca: nasce la filiera responsabile, a sostegno di prodotti e distribuzione di qualità

La sostenibilità nella Distribuzione Moderna è un dato di fatto. A Bologna, nel corso di Marca 2020 il settore ha tuttavia voluto fare un passo ulteriore, prendendo precisi impegni, sostanziati in una proposta concreta che vede la Distribuzione Moderna unita e parte attiva nella creazione di una “filiera
responsabile”, assumendo un profilo etico capace non solo di incidere sulla filiera stessa ma anche di avere una ricaduta sul consumatore caratterizzata da trasparenza e responsabilità.
L’impegno assunto
“A partire dal 1° gennaio 2021 a tutti i fornitori agricoli diretti della distribuzione sarà richiesta l’iscrizione alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”. Non solo: anche i partner della MDD, lungo la loro filiera di approvvigionamento, saranno chiamati a far sì che i propri fornitori agricoli siano iscritti alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”.
Questi sono i punti essenziali emersi nel convegno inaugurale di MarcabyBolognaFiere tenutosi a Bologna, centrato sulla presentazione del rapporto “Il contributo della Marca del Distributore alla sfida dello sviluppo sostenibile e del Paese” curato da The European House- Ambrosetti, per il terzo anno in collaborazione con ADM (Associazione Distribuzione Italiana).

L’evento

Moderato da Andrea Bignami di Sky, l’incontro ha visto la partecipazione di Gianpiero Calzolari, Presidente BolognaFiere e Presidente Granarolo, intervenuti Giorgio Santambrogio, Presidente ADM e AD Gruppo VéGé, Alessia Morani, Sottosegretario di Stato allo Sviluppo Economico e Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, che ha presentato lo studio completo. Ne hanno discusso Enrico Giovannini, Professore di economia e statistica, Università di Roma “Tor Vergata”, portavoce Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, Marco Pedroni, Presidente Coop Italia, Francesco Pugliese, AD Conad e Maniele Tasca, Direttore Generale Selex Gruppo Commerciale. I lavori sono stati conclusi da Teresa Bellanova, Ministra delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, intervenuta in video-conference. 

La “Rete del lavoro agricolo di qualità”

L’organismo, promosso dal Mipaaf e istituito presso l’INPS, si concretizza in un elenco “certificato” di imprese agricole – a seguito di domanda presentata dalle stesse all’INPS – in regola con le disposizioni in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e valore aggiunto. Si tratta di un ulteriore impegno assunto dalla Distribuzione Moderna in ambito di Responsabilità Sociale, dopo la sottoscrizione nel 2017 di un protocollo di intesa con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per promuovere percorsi che favoriscano, nella filiera agricola e agroalimentare, trasparenza, equità, legalità e rispetto dei diritti dei lavoratori, a partire dal contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura e dal divieto delle aste online al doppio ribasso.

Hanno detto
Unanimi nelle dichiarazioni i rappresentanti della Distribuzione Moderna:
“La DM vuole essere un forte propulsore dello sviluppo sostenibile del Paese, anche attraverso ciò che viene fatto con la Marca del Distributore. Ci siamo quindi rivolti alla filiera per stimolare comportamenti etici e responsabili, in linea con la nostra visione e con le nuove esigenze dei consumatori. Il tema del lavoro in agricoltura è estremamente critico:
occorre prendere iniziative per garantire legalità e rispetto dei contratti. Per questo abbiamo assunto l’impegno di lavorare, a partire dal 2021, solo con fornitori agricoli che ci assicurino queste condizioni attraverso l’iscrizione alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”. Sarà necessario impegnarsi a fondo, da parte nostra e dei nostri fornitori ma anche da parte delle
istituzioni, che devono aiutarci rendendo semplice e veloce l’iscrizione delle imprese agricole alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”. Siamo convinti che lavorando insieme, imprese e istituzioni, si possano ottenere risultati importanti, per sconfiggere una piaga che affligge il nostro Paese”.
Il Prof. Giovannini: “La Distribuzione ha un ruolo cruciale per raggiungere l’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, cioè modificare i modelli di produzione e di consumo nella direzione di una maggiore qualità, ma anche del rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Spero che quest’anno sempre più produttori e distributori contribuiscano ai ‘Saturdays for future’, finalizzati proprio a stimolare tale cambiamento”.
Il Sottosegretario Morani: “In una fase congiunturale ancora complicata del nostro sistema produttivo, leggere di un comparto che contribuisce alla tenuta della nostra economia fa riflettere su come la volontà, la tenacia e il saper fare dei nostri imprenditori e dei nostri lavoratori anche in situazioni di difficoltà, siano stati in grado di portare avanti con competenza e con eccellenti risultati le nostre imprese. Un contributo fondamentale a questi risultati deriva dall’introduzione della Marca del Distributore divenuta sempre più un sistema di riconoscimento della qualità dei propri prodotti rispetto ai grandi brand internazionali. Abbiamo intrapreso un percorso virtuoso capace di generare ulteriori e significati sviluppi positivi nel futuro prossimo.”
La Ministra Bellanova: “Abbiamo bisogno di ripensare il modello di sviluppo e in questo contesto l’agricoltura, la produzione di cibo, l’alleanza con i consumatori consapevoli, hanno un’importanza fondamentale a tutte le latitudini. L’agricoltura, la buona agricoltura, deve essere parte della
soluzione. E così la buona produzione di cibo. Per questo dico: creiamo insieme filiere sostenibili e giuste. Lavoriamo insieme anche nella lotta alle pratiche sleali. Non è accettabile che sul banco degli imputati vadano a finire intere categorie, subendo campagne denigratorie. Non esistono filiere sporche, e non esiste una cattiva distribuzione. Esistono imprese che si pongono fuori dalla legge o che impongono meccanismi che rischiano di minare interi settori. Non possiamo consentirlo. Per questo è urgente recepire la direttiva europea contro le pratiche sleali ed estendere la sua portata a tutti i soggetti, anche a tutela degli acquirenti. E  impegnarci insieme per avere un lavoro agricolo e alimentare di qualità, con la giusta remunerazione. La tutela del reddito dei produttori di cibo è essenziale. E’ essenziale riequilibrare la catena del valore lungo l’intera filiera.La vostra decisione di promuovere l’adesione delle aziende agricole fornitrici alla Rete del lavoro agricolo di qualità può rappresentare un momento importante di rilancio di questo strumento”.
In una sua nota di saluto al convegno il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli: “La marca del distributore si dimostra determinante per la crescita dell’intera industria alimentare italiana. … un settore solido che continua ad affermarsi grazie soprattutto all’adozione di politiche orientate alle esigenze del consumatore: è lui il perno verso cui
operate le vostre scelte conciliando buone caratteristiche, prezzo e sostenibilità dei prodotti. …..Su un aspetto vorrei concentrare in modo particolare la mia riconoscenza: la vostra attenzione alla sostenibilità. ….. Un lavoro enorme che insegna molte cose, ma una su tutte: solo se etica e volontà si conciliano, possiamo insieme fare grandi cose costruendo un domani migliore di quanto possiamo immaginare”.

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