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Largo Consumo Confezionato: le previsioni di Iri per i prossimi mesi

Largo Consumo Confezionato, quale futuro?

Delineare uno scenario in cui inquadrare gli ultimi mesi del 2016 e quelli successivi del 2017 è un esercizio obbligato per gli operatori del settore. Di seguito proponiamo le previsioni elaborate da IRI, leader nelle informazioni di mercato per il Largo Consumo, il Retail e lo Shopper.

L’anno in corso, dicono le stime, non avrà una chiusura eclatante, ma poco al di sopra dei livelli del 2015. Dopo una crescita nel 2015 del 2,2%, sostenuta anche da un’estate particolarmente calda che ha aiutato le categorie stagionali come le bevande, il 2016 è infatti previsto attestarsi su un modesto +0.3.logo-iri-jpg

Iri dice di “guardare agli ultimi mesi del 2016 con un cauto ottimismo in parte confortato dall’atteso rimbalzo sull’ultimo quadrimestre «fiacco» del 2015”.

Si tratta comunque di un risultato buono, se si considera il brutto andamento della prima parte di quest’anno.

2016: le criticità

Due le cause principali di queste performances fiacche: la prima (di carattere socio-politico) è il crollo della fiducia della domanda (deteriorata da attentati, sfiducia sull’Europa, crisi delle banche…) che ha accentuato un atteggiamento volto alla cautela negli acquisti durante tutta la prima parte del 2016. La seconda causa è legata all’andamento meteorologico: il clima estivo più fresco, infatti, ha penalizzato i mercati legati alla stagionalità estiva, comportando una perdita di vendite di prodotti di Largo Consumo valutabile in circa 570 milioni di euro.

Secondo IRI, tale discontinuità è destinata ad assorbirsi gradualmente nel corso dell’anno corrente. Nell’ipotesi peggiore (ovvero di propagazione dell’effetto anche nel corso dei mesi restanti) si stima un contributo peggiorativo fino a circa 0.7 punti di mancata crescita che riporterebbe il comparto vicino alla crescita 0 già nell’anno corrente.

Il 2017

Moderatamente ottimisti, per quanto attiene al prossimo anno anche in virtù delle attese cautamente ottimistiche sul quadro economico generale. La speranza viene riposta anche nell’ipotesi che non ci siano altre forti discontinuità economiche e geo-politiche.

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Il Largo Consumo

In generale i canali fisici di vendita del Largo Consumo illustrano una tendenza all’aumento della quota parte dell’Alimentare, che incide sempre di più sulla spesa per beni primari degli italiani. Questa tendenza proseguirà anche durante l’anno prossimo.

Per le Bevande, ipotizzando un’estate 2017 più favorevole dal punto di vista climatico (“nella norma”) rispetto a quella appena trascorsa, si attende un rimbalzo positivo della domanda.

Per quanto concerne l’andamento delle vendite a valore lo scenario previsionale è supportato da una duplice ipotesi:

  1. Il clima economico resterà orientato alla deflazione, o comunque alla sostanziale stabilità dei prezzi.
  2. Il governo non ricorrerà alla clausola di salvaguardia, non intervenendo perciò sulle imposte indirette.

Secondo questo scenario l’evoluzione dei ricavi sarà solo di poco superiore a quella dei volumi, e comunque contenuta all’interno del punto percentuale di crescita.senza-titolo2

Carrefour e H48, cambiano i paradigmi dell’advertising. E vince l’ironia

Ironico, sfrontato, persino “su di giri”: è questo il nuovo stile del product placement pensato da Carrefour e da H48, la sua nuova agenzia di branded content.

Una scelta stilistica visibile ne #LaMarchetta, webserie scritta in collaborazione con i The Jackal.ciak

Adesso il prodotto non viene più proposto con sotterfugi più o meno velati all’interno della storia, ma ne è l’incontrastato deuteragonista.

Da una parte c’è Ciro, che combatte con tutto il suo essere l’invasione della pubblicità non solo nella vita quotidiana, ma (soprattutto) sul set della sit commedy di cui è la star.

Dall’altra parte c’è il brand (Carrefour) in tutta la sua declinazione di prodotti.tazzina

E la lotta è impari perché sembra che tutto il mondo stia congiurando contro Ciro, nel nome del trionfo dell’advertising estremo.

Il progetto

Carrefour con #LaMarchetta ha confermato la sua vena autoironica, già emersa in precedenti campagne, giocando con delicatezza tra le sfaccettature del mondo della comunicazione.

La webserie, creata da H48 con la collaborazione autorale dei The Jackal, nasce da una sfida che sintetizza la mission dell’agenzia: proporre soluzioni di branded content che massimizzino l’efficacia dei messaggi dei brand, restituendo un contenuto rilevante per gli utenti.

Il team

L’intero progetto è stato curato dal team di lavoro di H48:

Pasquale Ascione: Head of Branded Content

Federico Saccani: Executive Creative Director

Fabrizia Fratta: Social Media Specialist

Laura Brentegani: Digital Project Manager

e dal team di lavoro dei The Jackal:

Francesco Ebbasta: Chief creative officer

Alfredo Felco: Senior Art director

Vincenzo Piscopo: Head of Branded Content Ciaopeople Media Group

Ruzzo Simone: Produttore

Casa di produzione e co-autore – The Jackal

IRI e The Kroger Co.: una partnership a vantaggio dei consumatori

IRI, leader mondiale nella gestione di big data, e The Kroger Co. , uno dei principali distributori al mondo, hanno siglato un accordo di lungo periodo, destinato a ottimizzare il rapporto con la clientela.

L’obiettivo della partnership, infatti, è quello di supportare la strategia core di Kroger denominata Customer 1st e rafforzare l’offerta ed il servizio al mercato ed al consumatore offerti delle due aziende.

All’interno di questa strategia, IRI sarà il partner principale per i servizi riguardanti le informazioni di mercato, che forniranno al distributore e a tutti i produttori con cui collabora una visione univoca delle performance del business comparata al resto del mercato.

Operativamente, il punto di forza di questo approccio risiede nell’innovativa piattaforma tecnologica IRI Liquid Data™ e nelle informazioni sui prodotti e su dati provenienti da fonti terze (ad inclusione di meteo, costi dei carburanti e fattori macroeconomici) che faciliteranno la collaborazione di Kroger e dei suoi fornitori e la presa decisionale.

“IRI e Kroger sono in prima linea nell’evoluzione dello scenario del retail grazie a informazioni di mercato più puntuali e tecnologia all’avanguardia per la creazione di strategie di marketing centralizzate sul cliente che, in ultima analisi, consentono di generare crescita” – Ha commentato Andrew Appel, President and Chief Executive Officer di IRI.
“In tutto quello che facciamo e in ogni decisione che prendiamo mettiamo al primo posto i nostri clienti. La collaborazione con IRI rappresenta per noi un ulteriore passo in questa direzione” – ha commentato Mike Donnelly, Executive Vice President dell’area merchandising di Kroger. “Siamo fermamente convinti che IRI detenga gli strumenti migliori per consentire a Kroger e ai suoi fornitori di accedere a insights più rilevanti, che ci permettono di migliorare la shopping experience di tutti i clienti.”

Shopping on line: il busillis di costi e disservizi. E spunta il serial returner

Shopping on line sempre più sulla cresta dell’onda. Ma i clienti non sono sempre soddisfatti.

Per i disservizi in fase di consegna (a domicilio o sul pdv) ma anche per via dei costi o dei sistemi contorti con cui gestire i resi.

Ecco alcune delle evidenze emerse dalla nuova ricerca “JDA/Centiro Customer Pulse Report Europe 2016″, condotto da YouGov.

La survey realizzata online – coinvolgendo 8.190 acquirenti in Regno Unito, Germania, Francia e Svezia –  ha infatti rivelato che, nonostante la propensione a spendere di più (specialmente perché superando l’importo minimo, si bypassano le spese di consegna), i clienti continuano a non tollerare un servizio scadente.

In caso di delusione, infatti, ha espresso l’intenzione di rivolgersi a un altro retailer, quasi due terzi (63%) degli intervistati, con punte del 74% nel Regno Unito.

Click & Collect

Parliamo di un servizio in crescita, come dimostra il fatto che quasi la metà degli intervistati (49%) ha dichiarato di avere acquistato in modalità “Click&Collect”, con un aumento del 17% rispetto al 2014. I mercati di Francia (59%) e Regno Unito (54%) hanno registrato il tasso di adozione maggiore. Tuttavia c’è ancora qualcosa che non va:  la survey ha rivelato che 1 consumatore su 2 ha riscontrato problemi con le consegne a domicilio degli ordini online  effettuati negli ultimi 12 mesi.

“[….] Come si evince dalla nostra ricerca – ha commentato Jason Shorrock, Vicepresidente, Retail strategy EMEA di JDA  – le problematiche associate al “last mile” delle consegne a domicilio continuano a influire in modo negativo sull’esperienza dei clienti, che sono più propensi a rivolgersi ad un altro retailer se le loro aspettative non vengono soddisfatte. La buona notizia è che i consumatori sembrano essere propensi a superare gli importi minimi degli ordini se questo assicura loro una consegna o un ritiro gratuito. Oggi più che mai è importante offrire un servizio clienti eccellente, se non si vogliono compromettere  le relazioni con i consumatori e il fatturato”.

Valori minimi degli ordini

Ma quali sono le reason why di acquisto più diffuse? Il costo continua a essere il fattore più rilevante per gli acquirenti che ordinano articoli online con consegna a domicilio (50%). Seguono praticità (26%) e velocità (18%). È interessante notare che la velocità è un fattore molto più importante soprattutto in Germania (21%) e Francia (21%) rispetto a Regno Unito (16%) e Svezia (12%).

Nel corso degli ultimi 12 mesi, molti retailer hanno introdotto diverse misure, tra cui valori e addebiti minimi per gli ordini Click & Collect, con l’obiettivo di aumentare la profittabilità delle proprie operazioni online.  Nonostante la maggioranza (79%) dei consumatori indichi di essere disposta a superare gli importi minimi degli ordini, la ricerca mostra chiaramente come, in questo senso, sia dirimente per i consumatori l’opzione di consegna:  il 25% è propenso a farlo per una delivery il giorno stesso e il 22% per una consegna il giorno dopo, ma questa percentuale scende al 15% per le consegne standard (3-5 giorni). Le risposte inoltre variano a seconda dell’area geografica, con un terzo (33%) degli intervistati nel Regno Unito disposto a superare i valori minimi degli ordini per beneficiare di una consegna entro il giorno successivo, rispetto al 16% degli intervistati francesi.
Per quanto riguarda la consegna gratuita, i consumatori del Regno Unito mostrano la maggiore aspettativa, con quasi il 72% che si aspetta una consegna standard gratuita (3-5 giorni), percentuale nettamente inferiore in Svezia (61%), Germania (55%) e Francia (55%).

I resi: alla caccia dei serial returner

La questione è spinosa: la ricerca mostra che il 30% dei consumatori europei restituisce articoli in media due volte l’anno, con un ulteriore 25% che li rende tre o più volte. Complessivamente, il 46% degli intervistati ha effettuato resi poiché non soddisfatto. Un ulteriore 16% ha dichiarato di avere comprato diversi prodotti con l’intenzione di restituirne alcuni. È significativo notare che questa percentuale è maggiore in Germania (23%) e Regno Unito (19%), a indicare una possibile tendenza verso i “serial returner”.
“L’elaborazione dei resi online continua a porre una sfida sia operativa che finanziaria per i retailer. Allo stesso tempo sta avendo un’influenza crescente sulla scelta dei retailer con cui i consumatori decidono di effettuare acquisti online”, ha dichiarato Niklas Hedin, CEO di Centiro. “[…] Per i retailer diventerà sempre più importante identificare i “serial returner”, così da personalizzare al meglio le condizioni offerte per i resi e utilizzarle come fonte di maggior coinvolgimento dei clienti”.

Punti vendita, quale futuro?
Naturalmente in Europa la situazione nn è omogenea: molto dipende dal grado di maturità dei mercati. “Per i retailer internazionali – ha infatti commentato Jason Shorrock –  è importante comprendere queste differenze a livello regionale, in modo da personalizzare il proprio approccio per soddisfare specifiche esigenze locali”.

Comunque un dato è certo: nonostante gli ordini online con consegna a domicilio rappresentano la modalità più popolare negli ultimi cinque anni (61%), ancora un numero significativo di clienti dichiara di utilizzare il servizio Click & Collect (28%) o di utilizzare il punto vendita per fare acquisti e ritirare in negozio (35%) o per fare acquisti e optare per una consegna a domicilio (21%). Se ne deduce, quindi, che il punto vendita continuerà a svolgere un ruolo significativo nel settore retail in futuro.
Infine, un accenno a una recente tendenza che comincia, però, a delinearsi bene: quella dell’utilizzo dei servizi di fulfillment di terze parti, per consentire  il ritiro degli articoli presso luoghi quali stazioni ferroviarie e supermercati. Oltre un quarto (27%) dei consumatori ha dichiarato di essere propenso a utilizzare questi servizi in futuro, particolarmente popolari in Svezia (37%) e Francia (36%).

Veneto e Sardegna: amichevole disfida nel nome di CRAI

Veneto e la Sardegna sono i protagonisti del quarto episodio della campagna di comunicazione, curata dall’agenzia Mosquito, a sostegno del posizionamento di CRAI “Nel cuore dell’Italia” . Un’iniziativa – commenta Mario La Viola, Direttore marketing, format, rete e sviluppo di CRAI Secom – “che porta avanti i valori di tradizione, eccellenza, passione, personalità, italianità”.
Viene messa in scena una divertente sfida con ironici campanilismi tra sole, mare e “specialità” della Sardegna, tra cui anche il famoso calciatore sardo Antonello Cuccureddu, e i tesori del Veneto con il balcone di Giulietta, l’Amarone, l’Adige fino a citare il poeta William Shakespeare proprio perché ambienta a Verona la storia d’amore più famosa di tutti i tempi.crai_spotveneto-sardegna
Come nei precedenti episodi (Campania/Valle d’Aosta; Lazio/Liguria; Sicilia/Piemonte) le due regioni troveranno un punto in comune in CRAI, presente con i suoi punti vendita in ogni angolo d’Italia.
“Visto il successo con il quale gli italiani hanno accolto la nostra campagna, siamo più che fieri di presentare il nuovo episodio che esalta le diverse qualità delle regioni, accomunate sempre dalla presenza capillare di negozi CRAI. L’importanza delle radici e il legame con il territorio rendono ogni regione d’Italia unica, così come la vocazione alla familiarità, che contraddistingue il nostro marchio, rende unica e nello stesso tempo diversa la vicinanza al cliente, ovunque esso risieda”, aggiunge Mario La Viola.
Lo spot TV, in due formati da 30” e 15”  è in onda dal 28 settembre sulle reti Mediaset, Rai, Cairo e Sky.

Verso Natura Bio: Conad lancia la nuova linea Bio, Veg, Equo, Eco

Consumo responsabile? Sì, grazie.

Sono sempre più numerosi i consumatori convinti dell’importanza di scelte alimentari rispettose dell’ambiente e del proprio benessere. Per dare una risposta univoca, chiara e immediata, Conad  lancia il marchio  “ombrello” Verso Natura Bio, Veg, Equo, Eco, rafforzando questo progetto con una campagna stampa sia sui principali media nazionali, che su web e social.

Quattro aree di bisogno, contrassegnate da un codice cromatico specifico (due diverse tonalità di verde per bio e eco; due distinte nuances di rosso per equo e veg). Saranno in totale circa 200 le referenze disponibili nei negozi Conad, dal prossimo anno: oltre al rilancio delle 60 referenze da agricoltura biologica già in assortimento, Conad ha infatti pianificato il lancio di un’ampia gamma di nuovi prodotti: 94 nella linea Bio – dall’ortofrutta ai legumi secchi, dalle carni avicole e bovine ai surgelati, dai biscotti al latte e agli infusi –, 27 in quella Veg – dai gelati ai sostitutivi di latte e yogurt a base soia, dai piatti pronti freschi vegetali ai sostitutivi di carne surgelata e alle zuppe fresche –, 9 in quella Eco – carta, detergenti casa e detergenti bucato – e 6 in quella Equo – cacao, caffè, cioccolato e te.
«Ai tradizionali brand Conad si affianca ora Verso Natura, un marchio che è testimone di una nuova cultura di Conad, ancora più sensibile, più attenta ai nuovi trend di consumo, più consapevole della necessità di soddisfare meglio i bisogni di quanti fanno la spesa», sottolinea il direttore commerciale di Conad Francesco Avanzini. «È sicuramente un marchio ben articolato per rispondere a stili di vita emergenti legati a scelte consapevoli, alla crescente attenzione al benessere e alla salute, alla qualità di ciò che si porta in tavola, al rispetto dell’ambiente e al rispetto dei diritti dei lavoratori. In linea con i valori della nostra impresa e nella consapevolezza che l’evoluzione dei consumi è un’opportunità per far crescere e sviluppare la nostra marca».

Il lancio di Verso Natura è sostenuto con una campagna stampa sui principali media nazionali e con un’innovativa campagna di comunicazione web e social.

Carrefour innova ancora la sua piattaforma di e-commerce

Carrefour, inarrestabile, continua a migliorare il proprio canale e-commerce, che oggi (ecco l’ultimo step) vede una sempre maggiore integrazione tra i contenuti on line del sito carrefour.it e il servizio di e-commerce.

L’obiettivo lo spiega  Enrico Fantini, Responsabile e-commerce Carrefour Italia “Miriamo a garantire ai nostri clienti un’esperienza di navigazione e di acquisto sempre più facile ed ingaggiante. Con un solo click, ad esempio, è possibile ordinare tutti gli ingredienti necessari per realizzare la ricetta che si sta consultando sul magazine on line di carrefour.it. Prestiamo ovviamente particolare attenzione alle tendenze di mercato più vicine al target dei nostri clienti e-commerce ed è per questo che stiamo sperimentando alcune interessanti innovazioni dell’offerta. Ad esempio la possibilità di ordinare on line il sushi fresco preparato direttamente in punto di vendita, e riceverlo a casa con il resto della spesa. Per noi di Carrefour, comodità, flessibilità e qualità sono le parole d’ordine”.

Guerilla urbana

as3y8429-2-bisE per dare a questa novità l’onore della ribalta, Carrefour ha organizzato – insieme all’agenzia Essense un’installazione ad hoc sia lungo i Navigli a Milano che in Piazza Gnoli a Roma. Protagonisti di questo evento un centinaio di delivery boy, intenti ad arrampicarsi sugli edifici delle vie per consegnare la spesa direttamente a casa delle persone, portando con sé un sacchetto della spesa Carrefour. Niente paura, però: nessun rischio si tratta infatti di  omini realizzati attraverso una stampa 3D, p e indossano vestiti reali.as3y8450-2-bis

Sulle pettorine “Ghe pensi mi” per i milanesi e “Nun te scomodà” per i romani, veicolano un unico messaggio: “Goditi il tempo risparmiato, alla spesa ci pensa Carrefour”.

Hobby, tempo e relax

Sul concetto  di tempo risparmiato da poter dedicare ai propri hobby, l’insegna punta molto e vuole trasmetterlo ai propri clienti grazie anche alla campagna #OreSpeseBene. as3y7839-2-bisPer chi farà la spesa online su carrefour.it, ci sarà infatti un contest on line con cui è possibile vincere una tra numerose esperienze pensate da Carrefour, dal viaggio in elicottero all’attività total wellness, proprio per rimarcare il concetto per il quale, grazie alla spesa on line, le persone possono risparmiare del tempo che possono dedicare anche a se stesse.

 

Conad e Cattolica Assicurazioni costituiscono il fondo immobiliare Mercury

Conad e Cattolica Assicurazione insieme per la costituzione del fondo immobiliare Mercury a matrice tutta italiana e dalla peculiare connotazione cooperativistica. “Segno indubbio- è il commento di Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad – che  fra italiani possiamo fare molto anche senza attendere aiuti dall’estero”.

Proprio in virtù di questa identità cooperativistica, l’affinità elettiva tra Conad e Cattolica Assicurazione ha portato a siglare la partnership e – come ha ventilato lo stesso Giovan Battista Mazzucchelli, ad del gruppo assicurativo – potrebbe costituire un buon trampolino di lancio per successive e ulteriori joint venture che troverebbero negli 8 milioni di clienti Conad e nel 3,5 milioni di clienti Cattolica un inestimabile patrimonio.

Milano, 27 settembre 2016 Conferenza stama di Conad e Cattolica Assicurazioni per lanciare il fondo di investimento immobiliare Maercury GIOVAN BATTISTA MAZZUCHELLI, amministratore delegato Cattolica Assicurazion con FRANCESCO PUGLIESE, amministratore delegato Conad
Francesco Pugliese e Giovan Battista Mazzuchelli

“Ad oggi- ha poi precisato Mazzucchelli – la costituzione del fondo immobiliare Mercury va nella precisa direzione da anni perguita da Cattolica: quella di rafforzare, potenziare e differenziare il nostro patrimonio immobiliare, che oggi vale 900 mld di euro”.

“Obiettivo di Mercury – ha sottolineato Pugliese- è quello di liberare risorse e aumentare la liquidità delle cooperative che vi hanno aderito (e non escludiamo che in futuro possano aggiungersene altre).

Il fondo Mercury

Tre le cooperative coinvolte, ad oggi, nell’accordo: Conad del Tirreno, Conad Centro Nord e Conad Adriatico, che hanno conferito nel fondo immobili per un valore di 300 milioni di euro e che nel prossimo triennio prevedono investimenti pari a 293 milioni, così ripartiti: 122 milioni Conad Centro Nord, 37 milioni Conad Adriatico, 134 milioni Conad del Tirreno.

Le tre cooperative avranno comunque la disponibilità degli immobili tramite contratti d’affitto di lunga durata.

Il fondo Mercury (gestito per legge da un soggetto terzo, Savills Investment Management) è finanziato al 55 per cento (165 milioni di euro) con debito bancario ipotecario a 10 anni, diviso al 50 per cento tra Banca Imi (Gruppo Intesa) e Unicredit. Il restante 45 per cento (135 milioni di euro) costituisce il capitale sociale versato dai due azionisti, il 51 per cento da Cattolica Assicurazioni (69 milioni di euro) e il 49 per cento (66 milioni di euro) dalle tre cooperative Conad, che in tal modo potranno contare su risorse pari a 234 milioni di euro. Tale valore è parte dell’investimento complessivo del piano presentato a giugno alle banche e alleggerisce il peso dell’impegno economico delle cooperative per finanziare lo sviluppo.

Crollo dei consumi: Cobolli Gigli auspica un piano industriale

I dati Istat relativi ai consumi del mese di luglio, non passano inosservati (-0,2% rispetto a  luglio 2015 nelle vendite a valore, con l’alimentare a +0,5% e il non alimentare a -0,6%). Tanto che in merito si rivela seriamente preoccupato Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione: “Anche a schermata-2016-09-26-a-15-31-24luglio le vendite al dettaglio presentano un segno meno, sia a valore (-0,2%) che a volume (-0,8%) e neanche i saldi sono serviti per crescere. Preoccupante soprattutto il dato a volume, che viene confermato anche nella cifra complessiva dell’anno: -0,2% da gennaio a luglio 2016, che fotografa una situazione nella quale, anche a fronte di prezzi sostanzialmente fermi e di retribuzioni reali in crescita, le quantità acquistate dalle famiglie diminuiscono. Manca la voglia di comprare, prevale la preoccupazione e l’attendismo, si aspettano segnali più convincenti e un quadro di prospettive migliori, proprie e del Paese. Una cornice che ricrei stimolo al consumo”.

“Occorre fare tutto il possibile per invertire questa tendenza – auspica Cobolli Gigli – Dal 2007 ad ora le vendite al dettaglio Istat sono diminuite del 6,5% a valore, miliardi di fatturato perso dall’inizio della crisi che hanno avuto un impatto violentissimo sul mondo del commercio e su tutta l’economia nazionale”.
Incentivare l’offerta, ma non dimenticare la domanda
“La prossima Legge di Bilancio sarà prevalentemente centrata sugli incentivi all’offerta, puntando sulla ripresa degli investimenti pubblici e privati, per ritrovare efficienza, produttività e competitività del nostro sistema industriale. Il lato della domanda non deve tuttavia essere trascurato. I consumi delle famiglie sono responsabili del 60% del PIL e se non si trovano le leve giuste per rimetterli velocemente in moto, saremo condannati a una crescita lenta e faticosa. Serve un “piano industriale per il rilancio dei consumi”, articolato con interventi che agiscano sulle sacche di povertà presenti nel Paese, aiutino la ripresa della natalità e ridiano certezze e fiducia al ceto medio, la popolazione in grado di riportare in alto i consumi” conclude Il Presidente di Federdistribuzione.

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Orogel premiata da Carrefour Italia per la sua lotta contro lo spreco

Tra oltre 650 fornitori, Orogel è stata premiata da Carrefour Italia nell’ambito del progetto “La Grande Sfida dei Fornitori contro lo spreco alimentare”. Due, essenzialmente, i requisiti più apprezzati:

  • le sue efficaci politiche aziendali
  • le iniziative messe in atto per la prevenzione, il riutilizzo, il recupero e la ridistribuzione dei prodotti alimentari.

Nella motivazione del riconoscimento si legge: “Tra le pratiche implementate per la riduzione degli sprechi, l’azienda si è concentrata sulla riduzione dei sottoprodotti della lavorazione di vegetali grazie all’innovazione tecnologica nelle fasi di cernita del prodotto. La selezione è infatti diventata più mirata grazie allo sviluppo di cernitrici a telecamere e a raggi laser; tecnologie che hanno portato ad una maggior capacità di individuare e scartare i corpi estranei riducendo la precedente perdita di prodotto conforme per errato scarto. Le prime sperimentazioni su macchine cernitrici automatiche sono iniziate nel 2009 testando diversi modelli e fornitori: oggi, a 7 anni dal primo progetto pilota, questa tecnologia è utilizzata su tutti i vegetali tal quali lavorati in azienda, sino ad arrivare a prodotti miscelati, come il minestrone”.

“Siamo convinti che questo premio sia il riconoscimento all’impegno che stiamo mettendo da anni a combattere lo spreco a favore della sostenibilità vera – dichiara Silver Giorgini, direttore Qualità e Innovazione prodotti Orogel. Ciò che ci rende particolarmente fieri di averlo meritato è che non ci è stato dato sulla base di una dichiarazione nostra, ma a seguito di indagini serie: qui da noi in azienda è venuta una società specializzata che, per conto di Carrefour, ha verificato i nostri processi produttivi e, in seguito, siamo stati giudicati e infine premiati da un comitato di esperti nominato sempre da Carrefour”.

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