Il testa a testa tra Iper ed Esselunga per la migliore performance online tra le società della grande distribuzione con un sito Internet in lingua italiana ad agosto si risolve a favore di Iper, che ritorna in vetta alla classifica stilata ogni mese da Bem Research. Cambiano le posizioni, ma restano sempre quelle le insegne che detengono la Top 5, quattro delle quali sono italiane.
Ipermercati Iper migliora di una casella rispetto a luglio 2016 dunque, e scalza dal primo posto Esselunga. Terza è la francese Decathlon e migliora, rispetto a trenta giorni fa, anche Bricocenter, oggi quarta. In calo è Coop: perde due posti e deve ora accontentarsi di chiudere la top-five.
Nel complesso, l’andamento online dei 30 brand del settore si attesta a 36,1 punti-indice e segna un +1,1% mensile di performance sul web. L’andamento delle ricerche per parole-chiave su Google, però, è piatto rispetto alle rilevazioni di un anno fa, e presenta differenze regionali: sette regioni sono in crescita e dieci in forte calo. Un sensibile miglioramento di ricerche si registra in Calabria, Basilicata e Friuli-Venezia Giulia (+33%, +21% e +17%), mentre dati negativi si evidenziano per Molise, Valle d’Aosta e Sardegna ( -27%, -12% e -10%).
«Anche questo mese si conferma la buona posizione dei brand italiani che resistono tutti nella top- five – dice Carlo Milani, direttore di BEM Research -. Ipermercati Iper ed Esselunga si scambiano la vetta; la sola presenza straniera è rappresentata dal marchio francese Decathlon. È un dato positivo per tutto il made in Italy, soprattutto per quanto riguarda i prodotti agroalimentari commercializzati su Internet. Per i brand del settore è molto importante farsi conoscere sul web: Carrefour, che da alcuni mesi non rientra nel gruppo dei migliori cinque, ha lanciato un’iniziativa rivolta ai cacciatori di Pokemon, in modo da attirare un numero sempre maggiore di clienti. Il legame tra il mondo virtuale di Internet e la promozione di un brand per incentivare l’acquisto di prodotti è sempre più stretto».
È già il terzo mercato del gruppo di fast fashion francese, dopo Francia e Spagna, e prosegue a ritmi serrati il piano di espansione di Kiabi in Italia. Tre le aperture previste nei prossimi due mesi: la prima ai primi di settembre a Torino, dove il brand è già presente con quattro punti vendita, presso la galleria commerciale del centro “Parco Dora”: 1.700 mq. di negozio, 29 dipendenti e nuove collezioni per soddisfare tutte le esigenze. L’1 e il 2 ottobre sarà la volta di Napoli, presso il centro commerciale “Campania” di Marcianise (CE) e l’8 e 9 ottobre di Verona, dove aprirà uno store nel rinnovato Auchan di Bussolengo (VR). I nuovi store vedranno impiegate rispettivamente 24 risorse facendo salire a quota 29 gli store Kiabi presenti in Italia. Ad oggi la rete distributiva conta 26 negozi diretti ed oltre 550 dipendenti.
«Quello di Marcianise è il nostro primo punto vendita, di circa 2.000 mq., nell’area di Napoli -sottolinea Massimo Pozzi, Direzione Sviluppo e Servizi tecnici KIABI Italia -. Nutriamo molte aspettative per questo negozio, forti anche del gran numero di sollecitazioni ad aprire un negozio “fisico” che da sempre riceviamo dai nostri clienti sul web della zona. È importante sapere che il bacino Napoletano rappresenta per noi il quarto mercato dietro Roma, Milano, e Torino, ed è un dato abbastanza sorprendente se si considera che questi ultimi godono da molti anni del traino offerto dai numerosi negozi esistenti».
Il nuovo Concept Store Kiabi Free, inaugurato per la prima volta lo scorso aprile presso il “Centro” di Arese (vedi la nostra fotogallery) è un’evoluzione del concetto di shopping experience dove il prodotto è valorizzato e le soluzioni espositive uniscono il volume all’attrattività. Si contraddistingue non solo per il rinnovo dei locali e della zona camerini, dove a predominare è il colore bianco, ma anche per nuoviservizi rivolti alla clientela: aree giochi dedicate ai bambini grazie alle quali i genitori possono fare shopping in tranquillità, personal shopper per chi lo desidera, personale totalmente a disposizione della clientela e molta tecnologia digitale, grandi schermi che proiettano le immagini delle collezioni e offrono la possibilità di effettuare ordini. L’obiettivo è quello di creare una relazione tra store digitale e fisico confermando la strategia cross channel per riuscire a soddisfare le esigenze di tutti. Il cliente potrà quindi effettuare gli ordini da casa e ritirarli in negozio; qualora non trovasse nel punto vendita i capi desiderati potrà connettersi allo store virtuale (tramite gli schermi o il proprio device mobile) e verificare la disponibilità in altri punti vendita.
Due amici, tanta voglia di mettersi in gioco e un’idea geniale che dà il via all’avventura di Dove Conviene, app di successo, oggi utilizzata da 15 milioni di utenti nel mondo.
Alessandro Palmieri e Stefano Portu
È Stefano Portu, uno dei due protagonisti, a raccontarci questa sfida.
“Io e Alessandro Palmieri ci siamo conosciuti e siamo diventati amici lavorando alla start-up di Buongiorno, uno dei pochi unicorni italiani, a fine anni novanta. Un’esperienza straordinaria in cui siamo entrati in un ufficio con 4-5 persone e abbiamo contribuito a creare un’azienda da oltre mille in decine di paesi. Dopo quindici anni di digitale, percorsi su strade diverse (manager io e imprenditore Alessandro), volevamo fare, di nuovo insieme, qualcosa di grande e internazionale partendo dall’Italia. Abbiamo deciso di concentrarci – attraverso un servizio digitale – sulla semplificazione il modo in cui si fa la spesa nei negozi fisici.
È così nata DoveConviene, servizio utilizzato oggi da oltre 8 milioni di italiani, che trovano su di noi tutte le informazioni per fare smart shopping in modo geolocalizzato nei negozi vicino casa: orari, store, volantini e promozioni disponibili, così da risparmiare tempo e denaro, trovando sempre i propri brand preferiti.
Qual è lo scenario competitivo in cui si inquadra DoveConviene?
Leggere il volantino per decidere in che negozio andare e cosa comprare è la più importante abitudine di shopping in almeno una trentina di grandi paesi nel mondo, coinvolge miliardi di persone di tutte le età e decine di migliaia di retailer.
DoveConviene, traslando su digitale una abitudine di massa come questa, gode quindi di una diffusione ormai molto importante in diversi paesi, dove è entrata nell’elite di quello 0,01% delle app mobile che fanno il 90% dell’utilizzo reale dei consumatori. Siamo già tra le prime 5 app di shopping in Italia, Brasile e Messico, disponibili anche in Usa, Spagna e Indonesia e veniamo utilizzati già da 15 milioni di utenti, il doppio rispetto a un anno fa.
In Italia, dove lo sviluppo è iniziato prima, è l’app più utilizzata su base mensile nel settore retail e la seconda italiana più utilizzata in assoluto (escludendo gli operatori telefonici). Numeri impressionanti e che continuano a crescere in doppia cifra ogni trimestre.
Come è cresciuta fino a raggiungere ben 8 milioni di utenti e il 90% dei responsabili acquisto?
Grazie alla combinazione di tre aspetti: la penetrazione del mobile in tutti gli strati della popolazione, la forza della value proposition – che abbina il contenuto del volantino geolocalizzato a tutte le info su orari e contatti dei negozi e alle novità di prodotto – e infine l’estrema semplicità d’uso.
Quanto si è evoluto l’atteggiamento degli utenti/consumatori dal vostro esordio a oggi?
L’audience è cresciuta di 8 volte in 3 anni e prevediamo triplichi ancora nei prossimi 3 fino a oltre 20 milioni di utenti. L’intensità di utilizzo cresce nel tempo: i nostri utenti storici aumentano i volantini letti anno su anno, a testimonianza di uno spostamento progressivo dell’abitudine sul digitale.
Quali strategie state implementando per incrementarne la diffusione a livello globale?
Il volantino è il media più importante per portare i consumatori in negozio in almeno 25 paesi, nei quali rappresenta in media il 70% degli investimenti dei retailer. Un’abitudine per miliardi di consumatori su cui, solo per stampa e distribuzione vengono investiti circa 30 miliardi di dollari ogni anno.
Per cogliere appieno le opportunità offerte da questo mercato abbiamo creato un team internazionale con colleghi di 10 nazionalità, centri di eccellenza in diversi uffici sulle aree chiave del business e presenza commerciale locale nei diversi mercati.
Attualmente siamo presenti in sei paesi – Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Messico e Indonesia – con uffici attivi in Italia, Messico e Brasile e puntiamo ad arrivare ad un totale di 10 Paesi entro la conclusione del 2016.
Quali vantaggi offre DoveConviene ai retailer e ai top brand?
Permette di raggiungere un numero di consumatori già molto grande e incontinua crescita, nel momento tra pianificazione e acquisto, influenzando drive to store e intention to buy. Per i retailer è un modo per distribuire il volantino su un 20-30% di consumatori altospendenti sempre meno raggiungibili attraverso la carta, in modo più efficiente e ottenendo anche fondamentali customer insights attraverso cui riorientare e ottimizzare la propria strategia di marketing e promozionale.
Sono misurabili i benefici che apporta in termini di visibilità?
Uno dei punti di forza del volantino digitale – assieme alla copertura di un ricco target aggiuntivo e all’efficienza – è proprio la sua misurabilità. Noi forniamo un reporting puntuale su quantità, qualità e geolocalizzazione delle letture, abbinato a importanti insights di marketing su quanti e quali contenuti del volantino hanno maggiore impatto sul consumatore.
Per DoveConviene ci sono ancora margini di crescita o si sta raggiungendo la fase di maturità?
La penetrazione del mobile internet è in piena esplosione e raggiungerà il 90% della popolazione nel 2019. In questo scenario, noi siamo come dicevo la seconda app italiana più utilizzata e rappresentiamo la digitalizzazione di una delle più importanti abitudini degli italiani, quella di prepararsi agli acquisti in negozio scoprendo promozioni ed offerte. Nonostante la crescita esplosiva degli ultimi anni, quindi, abbiamo chiari indicatori di essere lontani dalla maturità di questo mercato e potere triplicare la nostra audience nei prossimi anni, rimanendo il player digitale con più forte impatto sul drive to store in negozio.
DoveConviene e il mercato del lavoro: quali le prospettive? Quali profili ricercate e con quali requisiti?
Oggi DoveConviene è composta da un team di oltre 120 professionisti di 10 nazionalità diverse, ma punta ad ampliare il proprio organico fino a 200 unità entro la fine del 2016. Siamo alla costante ricerca di nuovi talenti, persone curiose e intraprendenti che abbiano un solido know-how in campo digitale e che vogliano entrare in un contesto internazionale in forte evoluzione.
Cambiare il modo in cui mangiano gli Americani non è certo una missione né facile, né modesta, ma da sempre sono gli entusiasti, per non dire i fanatici, che, nel bene e nel male, trasformano il mondo. E un pizzico di fanatismo Kurt Beecher Dammeier deve coltivarlo se, nel giugno del 2011, dopo tre anni di riflessioni, ricerche e calcoli economici decise di aprire uno dei più strani e affascinanti negozi alimentari della città; proprio nel cuore di Manhattan, nel Flatiron District, e precisamente al9 00 della Broadway, all’angolo della 20° St.
La prima volta che un turista Italiano lo scopre (ma anche molti scafati consumatori Americani) la sorpresa è certa. Anche noi non avremmo mai immaginato di trovare un piccolo caseificio nel cuore della Grande Mela, … un caseificio combinato con la vendita al dettaglio di formaggi e un’area di ristorazione. Ma tutto ciò che riguarda Kurt è curioso e singolare.
Prima di tutto il fatto che questo gourmet (con la passione del formaggio sin dai tempi dell’infanzia) la cui educazione culinaria è frutto dell’auto-apprendimento, è cresciuto a Seattle (WA) sull’altra sponda degli USA. Quella città, peraltro è da sempre una fucina di idee per il retail; infatti, vi hanno preso l’avvio o messo la loro sede Cinnabon, Starbucks, Amazon, Costco, … Beecher’s vi ha aperto, nel 2003, la sua prima location, all’interno del Pike Place Market (lo storico mercato della città) subentrando alla vecchia gestione di un punto di vendita obsoleto.
Il primo store
La novità consistette nel materializzare un concetto semplice, ma difficile: A) proporre un’offerta di formaggi assolutamente genuini e della massima qualità sia come lavorazione, sia come materia prima: soluzione resa possibile accordandosi con un agricoltore-allevatore locale che fornì a Kurt le partite di latte prive di additivi e di residui chimici tipici degli allevamenti intensivi, necessarie a qualificare la sua missione. B) unire gli aspetti dell’esperienza che nasce dall’informazione e dalla degustazione del prodotto, a quelli più specifici della scelta e dell’acquisto dello stesso. Dunque, adottando la moda dei lunghi tavoli conviviali che caratterizzano molti odierni casual restaurant e proponendo un insieme di ricette che si possono trovare anche nel libro di Kurt: “Pure Flavor: 125 Fresh All-American Recipes from the Pacific Northwest”, il nuovissimo Beecher’s conquistò i primi clienti con snack, lunch e dinner a base di formaggio, arricchiti dai giusti accoppiamenti con frutta, mieli e salse e vino e birra. Certamente aprire un secondo punto di vendita di così complessa e difficile gestione, a Manhattan, dove templi della gastronomia come Dean & DeLuca, Balducci, Di Palo, Citarella, Zabar, … vantavano da lungo tempo la propria fama di qualità e varietà eccelse, sembrava nel 2011 un’idea bislacca, per non dire folle. La New York dell’euforia finanziaria evaporata nel nulla, che ancora tremava al ricordo dei rischi paurosi corsi con il crollo del 2008, non sembrava proprio il luogo in cui proporre soluzioni così curiose, insolite e non proprio competitive in fatto di prezzi. Un sandwich Big Deal nello store di New York costa 10$, il formaggio Flagship 22 $ alla libbra, tanto per dare un’idea. Noi stessi visitando questo Beecher’s, poco dopo la sua apertura, pensammo quindi che sarebbe stato un tentativo effimero, che non avrebbe avuto futuro, L’ennesimo progetto tra i tanti ispirati dalle follie della Grande Mela e … ci sbagliammo.
I casari
Infatti, oggi, l’azienda necessita di una produzione supplementare per tenere il passo con le vendite e questa produzione dove potrebbe aver luogo se non nel Wisconsin? In questo stato, i cui cittadini vanno fieri del nome affibbiato loro di Cheeseheads, stanno accadendo cose interessanti. I suoi formaggi stanno seguendo il percorso dei vini della California (un tempo ridicolizzati, oggi apprezzati e rispettati nei più reputati concorsi enologici). Nel Wisconsin stanno imparando a produrre ottimi formaggi, che hanno il solo difetto: imitare, nel nome, quelli Italiani e Francesi. Dunque Beecher’s attualmente integra la sua offerta con una produzione del Wisconsin, rendendola complementare a quella realizzata in loco nei suoi due store. Tuttavia, non commette l’errore menzionato, di adottare l’“Italian o il French sounding”. Offre propri formaggi dai nomi fantasiosi: No Woman, Just Jack, Marco Polo, Flagship, ecc. unici, nel bene e nel male.
Ma cerchiamo di descrivere l’ambiente alla luce della (da noi tanto citata) “consumer experience”, peraltro (da noi) assai poco praticata. Innanzitutto si enfatizza il fattore “vista”. Transitando dalla 20° strada, il passante può gettare lo sguardo all’interno e osservare i cheesemonger (o casari) che raccolgono o rompono la cagliata prima di darle una forma. Ancor meglio si può osservare il tutto dal salotto ricavato dal sovrastante mezzanino, magari concedendosi una bella porzione di Mac&Cheese (the Best of the World! È il claim dell’insegna). In effetti i maccheroni non sono così scotti come in tanti altri luoghi e le due varietà di formaggi stagionati Flagship e Just Jack convergono nel produrre una mantecatura molto più godereccia nei nostri (più dietetici) 4 formaggi. Ovviamente le varianti smoked o tex-mex, che sono parte di un menu piacevole pur nella sua sinteticità, consentono anche qualche deviazione moderatamente esotica.
Gli spazi interni
Una seconda caratteristica è il visual merchandising del luogo. Grazie alle “diaboliche” arti dello store design di impronta Americana, il luogo ha comunicato da subito l’idea del vissuto, pur senza calcare quel falso shabby chic che è dilagato ovunque in America e che oggi sembra mostrare segni di stanchezza, puntando su una palesemente falsa, esagerata e ostentata vecchiezza artificiosa. I materiali utilizzati da Beecher’s, ovvero legni e metalli industriali sono combinati così da creare un ambiente caldo e pulito (nel senso delle geometrie, ma anche in quello igienico, spesso discutibile nei locali della Grande Mela, che pur è adusa ad atmosfere hard-boiled!). Le esposizioni sono essenziali e leggibili. D’altronde essendo un negozio monomarca la logica dell’assortimento poco profondo è del tutto compatibile con la promessa fatta al cliente.
Non va dimenticata poi la notevole importanza assunta dal servizio di catering e di gift, anche in questo caso a prezzi non esattamente bassi: 8 pezzi da 200 gr costano 89$!
Molto interessante è poi lo spazio ricavato nell’interrato e chiamato The Cellar. Lo stile archeo-industriale dei suoi interior è riuscito a trasformare la cantina di un edificio di 135 anni in un casual restaurant d’atmosfera. Infatti, nell’ambiente raccolto dello scantinato è possibile gustare un menu che prevede una bella serie di piatti semplici, tra cui ovviamente assaggi di charcuterie e formaggi in vari abbinamenti. Nello stesso luogo si svolge poi con grande successo l’attività di education al pairing con vini, birre, whisky. In conclusione, vige ancora una volta, come sempre il sacro principio del retail specializzato americano: eccellere indiscutibilmente in UNA cosa, distintiva, memorabile, inimitabile, da completare poi con i necessari servizi aggiuntivi. E, da questo punto di vista, l’intuizione imprenditoriale di Kurt Beecher’s può dirsi certamente riuscita.
Coralis continua la sua strategia di espansione con nuove aperture che mettono in assortimento prodotti Etichètto e “conquistano” Puglia e Calabria.
Sono tre gli ultimi nati: Pascar, Zumbo srl e Gruppo TRE P. È di sabato 23 luglio l’apertura del nuovo punto vendita di Pascar a San Giorgio Jonico. 1.000 mq. di spazio sapientemente suddiviso per dare il miglior servizio possibile al cliente e la massima visibilità ai prodotti. All’interno del punto vendita è stata data particolare attenzione ai reparti del fresco e alla selezione di prodotti Etichètto, vero protagonista di questo nuovo mercato. “ Ho scelto di inserire i prodotti Etichètto perché ho potuto constatare, vivendo all’interno dei nostri punti vendita, quanto l’attenzione delle persone sia sempre più rivolta alla qualità, alla trasparenza” commenta Carmine Passarelli, titolare di Pascar, “ I clienti leggono le etichette e vogliono sapere cosa mangiano, ecco perché scelgono i prodotti Etichètto.” Sotto l’insegna Pascar, oltre a questo punto vendita, ce ne sono altri 13 più un Cash&Carry tutti nella provincia di Taranto. Sempre affacciato sul mare Jonio, ma in Calabria questa volta, a Lazzaro di Motta San Giovanni, si è aperto il 30 luglio, un nuovo punto vendita sotto l’insegna Verdeblu di Zumbo srl. : il settimo nella provincia di Reggio Calabria. Il punto vendita ha una superficie di 800 mq. suddivisi tra i reparti di ortofrutta, macelleria, salumeria, gastronomia e pescheria. Anche la famiglia Zumbo, per il suo nuovo punto vendita, ha scelto una vasta selezione di prodotti Etichètto. “È diventato importante per le persone sapere cosa mangiano. Sono attenti compratori i più giovani che amano anche scoprire nuovi marchi” dichiara Giovanni Zumbo, “ Per noi mettere in assortimento i prodotti Etichètto significa dare un servizio in più ai nostri clienti in tema di qualità, salubrità e provenienza di ciò che vendiamo. E siamo sicuri che questo sarà apprezzato.” Ed infine, il Gruppo TRE P ha riaperto, dopo una completa ristrutturazione, il punto vendita a Montalbano Jonico e aprirà alla fine di agosto un nuovo negozio a Laterza in provincia di Taranto. Entrambi hanno una superficie di circa 400 mq. in cui sono inseriti 80 metri lineari di scaffali e i tre reparti di macelleria, ortofrutta e, per la prima volta, gastronomia che offre un assortimento di “solo prodotti Etichetto” integrato da alcune “eccellenze territoriali” selezionate con criteri analoghi. All’interno è possibile trovare anche un forno in cui vengono cotti prodotti panificati freschi come focacce e pizze. “ Per noi la presenza del reparto gastronomia è una novità assoluta e un traguardo raggiunto” dichiara Onofrio Petruzzi titolare del Gruppo TRE P, “ Poter offrire ai nostri clienti un assortimento di prodotti di così alta qualità e con la garanzia del marchio Etichètto ci mette nella condizione di poter soddisfare le esigenze di tutte quelle persone, che sono in continuo aumento, che prestano attenzione a ciò che comprano e a ciò che mangiano. Inoltre, il nuovo layout dei punti vendita crea un’atmosfera di maggiore accoglienza e si distingue dal format classico dei supermercati”. Grande soddisfazione è stata manifestata anche da Eleonora Graffione, Presidente del Gruppo Coralis: “È davvero bello vedere che i progetti messi in campo dal consorzio prendono sempre più forma e si realizzano in punti vendita che tendono a cambiare le abitudini di acquisto degli italiani in un’ottica di maggiore sicurezza alimentare. Un grande in bocca al lupo ai nostri due soci!”
Anche Carrefour esprime il suo plauso per la legge contro lo spreco alimenatre, giudica grande alto di civiltrà e valido contributo in un percorso virtuoso che l’insegna ha da tempo intrapreso. “Accogliamo con favore e soddisfazione – puntualizza infatti Flavia Marè, Responsabile Assicurazione qualità e coordinatrice CSR Carrefour Italia – l’approvazione della legge sugli sprechi alimentari che regolamenta e incentiva le buone pratiche relative alla gestione delle eccedenze. Riteniamo infatti la legge, così come strutturata in Italia, sia ad oggi il migliore esempio a livello europeo. Quella italiana infatti, rispetto a quella francese, è una legge basata sugli incentivi e sulla valorizzazione delle buone pratiche, sulla capacità di creare relazioni durature tra i soggetti coinvolti che tengono conto delle esigenze e capacità reciproche. In questo modo sarà sempre più possibile sviluppare reti virtuose di raccolta ed utilizzo delle eccedenze evitando obblighi e costrizioni formali che rischiano di creare flussi totali di difficile gestione di eccedenze alimentari verso le Onlus. Un tema, quello al centro della nuova legge, che da sempre coinvolge attivamente il Gruppo Carrefour nella continua ricerca di ridurre tutte le forme di spreco di risorse al fine di ottenere la massima efficienza con la minor influenza sull’ambiente. Carrefour Italia, in particolare, è proattivamente coinvolta in iniziative per combattere lo spreco del cibo attraverso attività di prevenzione alla creazione di eccedenze, attraverso un gruppo di lavoro espressamente dedicato alla revisione e miglioramento dei flussi aziendali, e di valorizzazione dei prodotti a rischio con attività quali il taglio prezzo dei prodotti prossimi alla scadenza o la la vendita della frutta matura per macedonie. Inoltre, già da diversi anni ha attivato importanti partnership, prima tra tutte quelle con il Banco Alimentare, per consentire la raccolta delle eccedenze e la loro distribuzione alle persone in difficoltà economiche tramite enti presenti sul territorio dei punti di vendita”. Il Gruppo Carrefour ha deciso di dedicare al tema della lotta allo spreco alimentare l’annuale iniziativa “La Grande Sfida dei Fornitori” che coinvolge i 650 fornitori di prodotti a marchio aziendale valorizzand le loro iniziative e buone pratiche su questo importante aspetto.
Lavazza, dopo i successi dei negozi aperti nei flagship store di Eataly a New York (Flatiron) e Chicago, apre un nuovo punto vendita anche nel terzo Eataly statunitense, il NYC Downtown. Sito nella Torre 4 del World Trade Center, con ampie vedute su New York e 5.000 m2 di spazio interamente dedicato alla gastronomia italiana, Eataly NYC Downtown è la location perfetta per Lavazza, un luogo ideale dove diffondere la passione per la qualità e l’autenticità, e sostenere i valori della cultura italiana legati al cibo e alle sue origini.
La popolarità delle caffetterie Lavazza all’interno degli store Eataly a San Paolo in Brasile, a Milano, New York e Chicago, ha portato alla decisione di aprirne un’ulteriore a Eataly NYC Downtown, che proporrà un’offerta completa di bevande a base espresso e caffè di alta qualità, incluso un ampio assortimento di ricette originali e innovative, preparate da uno staff competente formato presso il Training Center dell’azienda. All’interno di questa nuova caffetteria sarà inoltre possibile acquistare i prodotti Lavazza per il consumo domestico, incluse le Single Origin per il mercato statunitense Santa Marta e Kilimanjaro.
Giuseppe Lavazza, Vice Presidente del Gruppo, ha dichiarato: “La nostra presenza a Eataly NYC Downtown segna l’inizio di un nuovo capitolo della partnership consolidata tra Lavazza e Eataly: due aziende piemontesi che perseguono una visione condivisa, consapevoli del fatto che una parte rilevante del futuro economico dell’Italia ruota attorno alla produzione di cibo di alta qualità”.
Giuseppe Lavazza ha aggiunto: “La nuova location di Eataly NYC Downtown è unica: è stato luogo di uno degli avvenimenti più tragici degli ultimi decenni, ma è anche simbolo di speranza e ottimismo verso un futuro che presenta grande potenziale di crescita sociale ed economica, supportato dall’impegno a favore della sostenibilità e della protezione ambientale, che sono anche valori fondamentali per Lavazza. Siamo molto orgogliosi della nostra lunga partnership con Eataly e di esserne il caffè ufficiale negli Stati Uniti. Questo Paese è senza dubbio uno dei mercati internazionali strategici per Lavazza, dove intendiamo continuare ad investire e crescere sensibilmente nei prossimi anni”.
Il design della caffetteria Lavazza rispecchia i valori condivisi dalle due aziende, con un’atmosfera confortevole e accogliente, colori caldi e naturali. Le fotografie dietro al bancone principale sono dedicate al progetto di sostenibilità Lavazza ¡Tierra! con gli scatti del celebre fotografo Steve McCurry. Saranno inoltre proposte le pregiate miscele per il settore fuori casa ¡Tierra! Origins, certificate Rainforest Alliance, in diverse preparazioni.
L’anno scorso 5 milioni di persone hanno visitato la sede newyorkese di Eataly a Flatiron, all’interno della quale Lavazza ha servito circa 1.2 milioni di tazze di caffè. Per il secondo store di New York è previsto un incremento in termini di traffico e coinvolgimento dei consumatori.
Ulteriori caffetterie Lavazza, all’interno dei punti vendita Eataly, verranno inaugurate prossimamente a Boston, Mosca, Los Angeles e Bologna.
Anche il senato l’ha approvata: 181 sì, 2 no e 16 astenuti.
E la lotta allo spreco, con la nuova legge – promossa dall’onorevole Maria Chiara Gadda e già approvata alla Camera il 17 marzo scorso- fa un ulteriore passo avanti.
L’Italia non è sola in questa battaglia, all’inizio dell’anno anche la Francia si era mossa in questa direzione, ma con un profilo più sanzionatorio. Il Bel Paese ha invece preferito la via degli incentivi.
Il nuovo testo, infatti, si propone di contrastare lo spreco delle eccedenze tramite recupero (si incentiva infatti il ricorso alla family bag nei ristoranti), riutilizzo o valorizzazione (con il compost, ad esempio), prevedendo anche delle agevolazioni fiscali per produttori e distributori.
Opinione pubblica e addetti ai lavori plaudono l’iniziativa parlamentare.
A tal proposito riportiamo l’opinione di Stefano Bassi presidente di Ancc-Coop: “Una buona legge che favorisce ed incentiva l’impegno delle imprese volto a ridurre lo spreco di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili, ma non più vendibili”. Buona “perché assicura – in un contesto di trasparenza e rigore amministrativo – la donazione di ingenti quantità di alimenti a fini di solidarietà sociale e per il contrasto della povertà, attraverso una forte semplificazione ed un’importante estensione delle merceologie e della platea dei soggetti del Terzo Settore destinatari. Si tratta di una legge, destinata ad essere d’esempio nell’Unione Europea, che proprio in questo periodo sta definendo le Linee-guida sulla donazione di cibo: non è un caso, infatti, che la bozza avviata alla consultazione dall’UE in queste settimane riprenda buona parte del contenuto della Legge italiana”.
Gruppo MD inaugura in Campania il suo 80° punto vendita, il 13° nel napoletano, nel cuore di Fuorigrotta, a pochi passi dallo Stadio San Paolo.
Salgono così a 730 i negozi sul territorio nazionale.
“La Campania e Napoli in particolare – commenta il patron Patrizio Podini – rimangono centrali nelle strategie di crescita del Gruppo. MD è un marchio che ha saputo diventare famigliare al Sud dove conta schiere di fedelissimi. Non potevamo “non premiare” i nostri clienti con un punto vendita particolarmente bello e funzionale.”
Il punto vendita di via Diocleziano, infatti, esprime il nuovo format di vendita adottato di recente dal Gruppo, basato su grandi superfici, di grande luminosità e caratterizzate da reparti “serviti” che non hanno nulla da invidiare a negozi di vicinato della migliore qualità: il fresco è infatti il tratto identitario dell’azienda.
Il nuovo format MD si presenta con il reparto ortofrutta di 100 mq, che introduce i clienti verso qualcosa di unico nel panorama del discount: il laboratorio del pane in doratura, al quale si affiancano i curatissimi reparti gastronomia e macelleria assistiti, oltre a un corner per la vendita di pesce fresco confezionato di nuova concezione.
Il tutto esposto in modo chiaro e lineare, tra ampi corridoi dove lo sguardo spazia da un versante all’altro su corsie simmetriche e perfettamente illuminate da impianti LED di ultima generazione e a basso impatto ambientale. Il punto vendita inoltre è dotato di un impianto fotovoltaico che fornisce energia pulita e sostenibile a tutto lo store.
Anche il “non food” riveste un ruolo importante nel punto vendita di Napoli via Diocleziano dove sono esposte tipologie di elettrodomestici che abitualmente si trovano solo dagli specialisti di settore e tecnologia innovativa con un prezzo competitivo.
Pam Panorama prosegue il suo impegno nel campo dell’educazione alimentare, con le “Olimpiadi della sana alimentazione”, un progetto didattico rivolto ai centri estivi, con l’obiettivo di condurre i più piccoli alla scoperta dei segreti del cibo e dei prodotti freschi, anche a scuola conclusa.
25 gli appuntamenti in programma che, durante i mesi di luglio e agosto, stanno coinvolgendo i centri estivi sparsi sul territorio nazionale, con l’obiettivo di trasmettere l’importanza di un’alimentazione sana ed equilibrata.
Per raggiungere l’obiettivo, Pam Panorama si affida all’ormai consolidato metodo del progetto “Nutri il sapere”, di cui le “Olimpiadi della sana alimentazione” rappresentano il naturale proseguimento estivo: il gioco, la pratica, l’interattività e la manipolazione sono gli ingredienti fondamentali per veicolare concetti talvolta difficili, ma che diventano di immediata e concreta comprensione anche per i più piccoli, se trasmessi in modo pratico e sperimentale.
Le sfide
Le attività, distinte per fascia d’età, consistono in un insieme di gare e sfide che mettono a confronto le squadre di bambini, coordinate da operatori specializzati.
Come si fa la spesa perfetta? Per saperlo bisogna conoscere i principali pasti della giornata e gli alimenti più sani di cui riempire la nostra dispensa.
Cosa sappiamo della piramide alimentare? I bambini si sfidano per costruire la propria piramide conquistandone i pezzi in un gioco a “rubabandiera”.
Non manca poi lo spazio dedicato all’agricoltura biologica, i cui prodotti sono sempre più diffusi tra gli scaffali del supermercato: con materiali semplici e di recupero, i ragazzi sono chiamati a difendere il proprio orto biologico dagli sfidanti in modo del tutto naturale, costruendo il miglior spaventapasseri.
Al termine delle gare, come in ogni Olimpiade che si rispetti, si svolge la cerimonia di premiazione: i partecipanti ricevono l’attestato di partecipazione personalizzato ma, soprattutto, le squadre vincitrici ricevono la medaglia delle “Olimpiadi della sana alimentazione”!
L’esperienza si chiude infine con la consegna di un piccolo sussidiario educativo sulla Matematica e del nuovo fumetto “Pam Up, sulle tracce dello Yeti”, a ricordo dell’esperienza.
I primi appuntamenti si sono tenuti a Pontedera, Pistoia, Parma, Sassuolo, Cassino e Latina, con grande entusiasmo dei partecipanti e degli operatori locali. Le prossime tappe coinvolgeranno Roma e tante altre città di Toscana, Piemonte, Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
Le attività delle Olimpiadi della sana alimentazione sono curate per Pam Panorama da Pleiadi, società di divulgazione scientifica attiva con la sua rete sul territorio nazionale.
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