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e-commerce: sono gli smartphone il prodotto più ricercato, ma in Molise vincono gli sneakers

Regione che vai e-commerce che trovi. Secondo le rilevazioni di idealo* (portale internazionale di comparazione prezzi per gli acquisti online), infatti, la nostra Penisola non è proprio un fronte omogeneo quando si parla di shopping on line.

Partiamo dalle categorie più ricercate per ogni regione: se al primo posto vi sono sempre gli smartphone, c’è però un’eccezione, quella del Molise in cui al primo posto troviamo le sneakers.

Che però in Lazio, Campania, Emilia Romagna, Puglia, Marche, Sardegna e Basilicata si scendono al secondo posto, accaparrandosi invece il bronzo in Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Sicilia, Liguria, Abruzzo e Calabria.

Posizionamento ottimo (secondo posto) per i frigoriferi in Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Liguria e Umbria, a dimostrazione del fatto che l’e-commerce è la soluzione ideale quando si parla di grandi elettrodomestici o accessori ingombranti.

Ancora elettronica di consumo sul podio in Trentino, Umbria e Molise con i notebook, che sono  molto ricercati anche in Veneto, Marche, Abruzzo, Piemonte, Emilia Romagna, Sicilia, Toscana e Basilicata.

Buon posizionamento per i televisori, in Abruzzo, Toscana, Liguria, Campania, Puglia, Sardegna, Calabria, Friuli e Umbria, e per i tablet, al quinto posto delle ricerche nelle Marche, in Trentino-Alto Adige e in Valle d’Aosta.

Caschi, avvitatori e… Lamborghini

Ma le differenze aumentano con altri prodotti. Vediamo: se la Lombardia si dimostra terra di appassionati motociclisti, con un quinto posto dedicato ai caschi, i molisani dimostrano invece una passione per il fai da te, con un quinto posto dedicato agli avvitatori.

L’indagine di idealo rivela che è la Calabria ad essere la regione Italiana più appassionata di fotografia, con fotocamere digitali mirrorless e reflex che imperversano nelle ricerche.

In Basilicata, nelle ricerche più frequenti, compaiono caschi da sci e da snowboard; in Campania, Sicilia, Puglia, Lazio e Molise i videogiochi, con preferenza indiscussa per Fifa 18, uno dei più venduti di sempre.

Ma la regione Italiana che si discosta in particolar modo dalle altre in fatto di ricerche online è la Valle d’Aosta dove, oltre agli orologi sportivi, la maggior parte delle ricerche riguarda tagliaerba e lavastoviglie.

Veneto e Trentino, invece, le regioni più sportive d’Italia, nonché le uniche in cui tra le ricerche più frequenti vi è la categoria delle scarpe da corsa.

E infine qualche chicca: tra i cinque prodotti più cercati in Friuli-Venezia Giulia c’è un modellino di una Lamborghini Diablo in scala 1:18; tra i top 5 prodotti in Umbria ci sono i cerchi in alluminio per la macchina mentre in Molise, tra le ricerche d’acquisto più frequenti, ci sono i barbecue a carbonella.

Gli e-shopper. Un identikit

Se gli uomini che rappresentano il 60,4% degli acquirenti totali, ci sono però regioni in cui è il gentil sesso più attivo sul web. Tra le regioni più attive la Sardegna, seguita da Basilicata, Lazio, Lombardia e Sicilia; all’ultimo posto della classifica il Molise e la Valle d’Aosta.

Infine, anche se negli ultimi tempi l’utilizzo del mobile ha sorpassato quello di PC e notebook, ci sono ancora alcune regioni italiane fedeli alla navigazione da desktop, come Valle d’Aosta (65,1%), Trentino (59,3%), Friuli (58,9%) e Liguria (57,2%), territori dove è cospicua la presenza di consumatori digitali over 44, ovvero la fascia della popolazione che, probabilmente, predilige l’utilizzo dei computer e meno degli smartphone, come ci trovassimo di fronte ad un digital divide generazionale. Al contrario, idealo ha registrato una propensione ad usare il mobile nel Lazio (57%), in Lombardia (50,9% ) e in Campania (50,6%).

I consumatori digitali più giovani? Sono quelli che effettuano le proprie ricerche dall’Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia, Calabria e Basilicata: è in questi territori che gli under 44 costituiscono un’importante fetta dei consumatori digitali.

 

 

* idealo.it ha analizzato il numero delle intenzioni di acquisto registrate sul portale italiano www.idealo.it dal 1° Febbraio 2017 al 26 Giugno 2018.

Amazon creerà 1.700 nuovi posti di lavoro in Italia nel 2018

Dall’ingegnere allo sviluppatore di software all’operatore di magazzino: sono 1.700 i posti di lavoro a tempo indeterminato in Italia che Amazon creerà entro la fine dell’anno: lo ha annunciato oggi l’azienda, che in questo modo supererà i 5.200 dipendenti, dai 3.500 di fine 2017. 

Molti dei ruoli sono disponibili nei nuovi centri di distribuzione aperti nell’autunno 2017 a Passo Corese (RI) e a Vercelli così come nel centro di distribuzione Amazon già esistente a Castel San Giovanni (PC), nel Customer Service di Cagliari, nel Centro di Sviluppo di Torino e nella nuova sede direzionale a Milano. Dal 2010 la compagnia di Bezos ha investito oltre 1,6 miliardi di euro per sviluppare le sue attività in Italia.

“Siamo impegnati a investire in Italia per migliorare continuamente i servizi che offriamo ai nostri clienti e per portare innovazione, in tutta Europa e in Italia, attraverso la ricerca e lo sviluppo in particolare negli ambiti del Machine Learning e della Robotica. Nel 2018 – ha detto Mariangela Marseglia, Country Manager Amazon.it e Amazon.es – 1.700 nuovi dipendenti rafforzeranno i nostri team italiani per assicurare ai nostri clienti consegne più veloci, una selezione più ampia e maggiore convenienza”.

Ecco le “basi” da cui Amazon lavora in Italia:

Centro direzionale – Milano: la nuova sede di Milano ospiterà oltre 600 dipendenti a tempo indeterminato entro la fine dell’anno. Il nuovo edificio è composto da due strutture di 9 e 6 piani per un totale di 17.500 metri quadri nel distretto di Porta Nuova. Qui si ricerca un’ampia molteplicità di posizioni corporate e Amazon Web Services, dagli account manager retail, agli specialisti del cloud, fino agli account manager che aiutano le piccole e medie imprese (PMI) ad aumentare le loro vendite sulla dotcom; così come ingegneri, solution architect, tech evangelist e molti altri.

Centro di Sviluppo – Torino: il Centro di Sviluppo a Torino è focalizzato sulla ricerca sul riconoscimento vocale e la comprensione del linguaggio naturale che supporterà la tecnologia per l’assistente vocale Alexa, utilizzata per servizi e prodotti come Amazon Echo, Echo Dot, Amazon Fire TV e i tablet Amazon Fire.

Logistica: Dopo l’apertura di due nuovi centri di distribuzione a Passo Corese e Vercelli e di cinque depositi di smistamento in tutta Italia nel 2017, Amazon ha aperto quest’anno tre nuovi depositi di smistamento – a Buccinasco (Milano), Burago (Monza e Brianza) e Roma – e aprirà un nuovo centro di smistamento a Casirate (Bergamo). Oltre all’assunzione di responsabili operativi, ingegneri, specialisti nelle risorse umane, specialisti IT e di operatori che prelevano, imballano e spediscono gli ordini dei clienti, l’azienda sta assumendo anche ruoli altamente qualificati per il Tech Center di Vercelli focalizzati sul l’implementazione di processi tecnologici dei suoi centri di distribuzione.

“La continua creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato nei nostri centri di distribuzione e il nuovo Tech Hub a Vercelli sono una dimostrazione dell’impegno di Amazon in Italia – ha detto Fred Pattje, Amazon Operations Director per l’Italia e la Spagna -. Questa espansione ci consentirà di migliorare ulteriormente il nostro servizio ai clienti e alle piccole imprese italiane che utilizzano il nostro sito web per far crescere i loro ricavi in Europa. Allo stesso tempo, Amazon si impegna a garantire un ambiente di lavoro ottimale per i dipendenti, con opportunità di sviluppo professionale, retribuzioni competitive e benefit”.

 

Polemiche e opportunità

Sono dell’inizio dell’anno le polemiche sui braccialetti utilizzati dagli operatori della logistica, e soprattutto sull’alto livello di stress subito dai lavoratori della logistica. Su questo fronte, l’azienda spiega in una nota che “tutti i dipendenti Amazon che lavorano nei centri di distribuzione, nel customer service o negli uffici corporate ricevono una retribuzione competitiva e un pacchetto completo di benefit, compresa l’assicurazione medica privata dal primo giorno di lavoro, assicurazione sulla vita, uno sconto per acquisti su Amazon e un piano pensionistico aziendale. Amazon offre inoltre ai dipendenti dei centri di distribuzione un programma innovativo chiamato Career Choice che copre per quattro anni fino al 95% dei costi della retta e dei libri per corsi di formazione scelti dal personale, fino ad un massimo di 8.000 euro”.

Meno problemi, evidentemente, per quanto riguarda le posizioni a più alto valore aggiunto, dato l’alto livello di innovazione della compagnia di Jeff Bezos che, come sappiamo, una ne fa e 100 ne pensa, dai droni alle consegne nel frigo di casa e nel bagagliaio. Quest’anno Amazon è stata infatti indicata da Universum come uno dei “Datori di lavoro più attrattivi” in Italia. La classifica è stata stilata in base alle risposte di oltre 38.000 studenti in 44 diverse università italiane, e Amazon ha ottenuto il 4° posto tra tutte le aziende italiane secondo gli studenti del settore business, salendo di 6 posizioni rispetto allo scorso anno, e il 7° posto per gli studenti di ingegneria.

Per esplorare le opportunità di lavoro in Amazon, si può visitare il sito www.amazon.jobs.

Un double-decker per parlar di vino in città d’estate: lo mette Tannico a Milano

Vino d’estate, come promuoverlo in città? Ha pensato a un’iniziativa decisamente originale Tannico, l’e-commerce di vini italiani più grande al mondo, che ha deciso di “andare nel fisico” e ha installato al BASE di Milano (l’ex fabbrica Ansaldo in via Bergognone) uno speciale Double Decker. Si tratta del tradizionale bus inglese a due piani, riconvertito in Wine & Cocktail Bar d’eccellenza, con un déhor all’aperto e una terrazza di degustazione al piano superiore (praticamente un mini rooftop, trend assoluto dell’estate).

Non solo bar: fino al 9 settembre, il Double Decker di Tannico ospiterà un ricco programma di eventi serali, unendo una speciale selezione di vino e cocktail e qualche divertente proposta gastronomica con tanta musica, creando così il mood perfetto per brindare all’aria aperta in una serata cool e rinfrescarsi a fine giornata.
Il calendario del Double Decker di Tannico al BASE Milano prevede imperdibili appuntamenti settimanali:
Dal martedì alla domenica (ore 18.30 – 20.30): Tannico propone “Soup of the day: Champagne!”, happy hour a base di bollicine francesi a 5 €.
Lunedì (ore 18.30 – 20.30): per il Wine Monday, Tannico presenterà una cantina a settimana, con degustazioni guidate o aperitivi. I primi in programma sono Cantina Tommasi (lunedì 2/7), con i suoi intensi vini della Valpolicella; Cantina Bisol (lunedì 9/7), con il suo Prosecco Superiore Bisol, frutto di quasi cinque secoli di tradizione vinicola; Cantina Donnafugata (lunedì 16/7), con i suoi vini piacevolmente complessi e profondamente siciliani; Cantina Casa Rojo (lunedì 23/7), che porterà a Milano la Spagna e la sua enologia creativa e Cantina Antinori (lunedì 6/8), la tradizione toscana per eccellenza.
Le etichette di ogni cantina saranno riproposte a menù per un’intera settimana, fino alla presentazione della cantina successiva, anche se in drink list non mancheranno bollicine e cocktail.

Inoltre, Tannico stupirà gli ospiti con eventi speciali, come l’aperitivo di mercoledì 4 luglio in collaborazione con Monkey 47 e Fever Tree (ore 20.00-22-00), dove verrà presentato il Double Decker Signature Summer Drink, un fresco cocktail pensato per l’estate urbana.

Il calendario completo e in costante aggiornamento degli appuntamenti del Double Decker Summer Edition di Tannico può essere consultato a questo link.

Vino italiano sempre più online, ma si può fare di più: la ricerca FleishmanHillard

In cinque anni le prime 25 aziende italiane di vino hanno guadagnato 2,9 milioni di follower su Facebook, i Tweet settimanali sono diminuiti del 30%, le Chat sono in aumento. Però nel 2018 solo tre aziende avevano un e-commerce proprietario.

Dal 2014 a oggi la vitivinicoltura nazionale si è affacciata sul web. Sono migliorati i siti migliori e sono aumentati i canali social presidiati. Arrivano poi follower, con boom di Facebook e Instagram. L’ggiornamento contenuti è più frequente su Facebook, cala su Twitter ed è stabile su Youtube. L’e-commerce però viene quasi da tutti esternalizzato a beneficio dei portali specializzati e di quelli generalisti che aprono sezioni su vino e Made in Italy. Inglese e Tedesco sono le lingue straniere più utilizzate, vitigni autoctoni e sostenibilità i contenuti in ascesa. Chat, Wikipedia e SEO sono da migliorare, mentre da blockchain arrivano le opportunità per le certificazioni.

Questi in sintesi i risultati della quinta edizione della ricerca condotta da FleishmanHillard – Omnicom PR Group Italia, società di consulenza strategica in comunicazione con oltre 80 uffici in 30 Paesi, che ha analizzato la presenza e le attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato secondo l’indagine Mediobanca 2018, confrontando i risultati con i trend rilevati dal 2014.

 

2018 VS 2014, sempre più digital:

Quanto ai canali presidiati si è assistito a una rilevante crescita di Instagram: 15 aziende su 25 gestiscono un canale nel 2018, contro le sole 6 del 2014. In crescita, Facebook rimane il canale più amato (oggi 21 aziende contro le 17 del 2014), seguito da YouTube (18 vs le 15 del 2014) e Twitter (oggi 15 vs 11 del 2014). Come in passato, solo poche aziende (3) presentano una sezione dedicata all’e-commerce sul proprio sito: la maggioranza delle cantine preferisce affidare le vendite online a piattaforme esterne specializzate. Nove le aziende presenti su Wikipedia contro le 3 del 2014.

In crescita verticale il numero di follower e iscritti su tutte le piattaforme utilizzate dalle prime 25 aziende per fatturato, evidenziando come le cantine abbiano investito sui propri canali social negli ultimi 5 anni. I follower Facebook ammontano oggi in aggregato a 3.333.627, +657% rispetto ai 440.999 del 2014. Crescita importante soprattutto per Instagram, che assiste a un vero e proprio boom di follower, 63.064 nel 2018, contro i soli 746 del 2014 (+8.354%). Trend positivi anche per Twitter e YouTube, rispettivamente con oltre 27.000 e 4.000 follower in più.

L’analisi ha messo in luce anche una maggiore attenzione alla frequenza di aggiornamento sul canale Facebook: il 72% delle cantine propone oggi contenuti su base settimanale, rispetto al 65% del 2014. Stabile la situazione su YouTube: la maggioranza delle aziende (73%) preferisce concentrare i propri sforzi altrove, limitandosi alla pubblicazione su base mensile o sporadica. In calo la frequenza di aggiornamento su Twitter: nel 2014 il 91% delle aziende proponeva Tweet su base almeno settimanale, oggi solo il 60%.

Sul fronte dei contenuti, nel 2018 il 64% delle aziende parla di vitigni autoctoni (19% nel 2014), e il 40% suggerisce enoteche, percorsi e degustazioni, contro il 15% del 2014. Infine, il 76% presenta una sezione del proprio sito dedicata alla sostenibilità con focus su agricoltura sostenibile, efficienza energetica, certificazioni e attenta gestione delle risorse naturali.

La quasi totalità delle aziende (24 su 25) presenta nel 2018 siti in almeno due lingue, tipicamente italiano e inglese, mentre un’azienda su tre anche in tedesco, cinese a 1 su 25 (stabile). Ancora fermo l’e-commerce diretto: solo 3 aziende hanno adottato piattaforme di vendita sul proprio sito contro le 2 del 2014. Da segnalare un aumento di chat dedicate – quasi tutte su Messenger – che possono favorire il dialogo in tempo reale indirizzando gli utenti verso informazioni per loro rilevanti (come ricerca ed educazione su prodotti, eventi delle cantine, disponibilità di visite guidate, etc.). Nel 2018 ne fanno uso ben 16 aziende su 25.

“Negli ultimi 5 anni la digitalizzazione del settore vinicolo italiano si è contraddistinta per il presidio prima quantitativo e poi qualitativo dei principali canali social e con un ripensamento dei siti aziendali per migliorare l’esperienza degli utenti e facilitare visite alle cantine, al territorio e acquisti. Su questo punto abbiamo assistito all’esternalizzazione dell’e-commerce grazie al lavoro di qualità svolto dai principali portali, specializzati e generalisti, che hanno anche supportato in alcuni casi la promozione del vino Made in Italy all’estero. Tuttavia, in questo scenario pur positivo, spesso i brand hanno dovuto rinunciare al presidio del contatto diretto con il cliente lungo il processo di acquisto, che include anche la corretta condivisione dello storytelling sul prodotto” afferma Massimo Moriconi General Manager & Amministratore Delegato di Omnicom PR Group Italia.

“Oggi fare educazione circa valore e cultura del nostro vino, al fine di promuoverlo al meglio, passa anche dal saper cogliere nuove opportunità digitali come le certificazioni rese possibili da tecnologie come blockchain. Sarà interessante vedere lo sviluppo di quest’ambito – e quali investimenti verranno fatti in partnership pubblico-privato – che permetterà a gruppi selezionati di attori la possibilità di condividere e verificare tutta la filiera produttiva, fino all’approdo al consumatore. Uno strumento in più dunque, pensato con il coinvolgimento di partner specifici per i mercati più importanti, al fine di combattere il fenomeno degli “Italian Sounding Products” che continua ad arrecare grande danno alle nostre aziende. Relazioni business-to-business, relazioni istituzionali e comunicazione saranno i fattori chiave per il successo di queste nuove opportunità” conclude Moriconi.

Per l’edizione 2018 guida la classifica Frescobaldi, Mionetto segue al secondo posto, Masi Agricola e Antinori a pari merito al terzo, mentre in quarta posizione c’è la Casa Vinicola Zonin.

Supermercato24 raccoglie 13 milioni di euro di finanziamento e guarda all’estero

È il più grande round di finanziamento in Europa che vede protagonista un attore del settore della spesa on-line on-demand: stiamo parlando dei 13 milioni di euro ottenuti da Supermercato24

Negli ultimi due anni Supermercato24 ha triplicato il fatturato chiudendo il 2017 a quota 7 milioni di euro. L’aumento di capitale, pari a quasi il doppio del suo fatturato, è finalizzato a supportare la crescita della società che potrà espandersi ulteriormente in Italia e avviare una prima fase di espansione all’estero. Non solo, sono in programma anche l’ampliamento dell’offerta di servizi ai clienti e il raddoppio dell’attuale team di 60 professionisti entro il 2019, con l’inserimento di figure professionali come sviluppatori, data scientist, product manager, esperti di marketing, vendite e logistica.

All’operazione, realizzata sotto forma di aumento di capitale riservato, hanno partecipato i fondi FII Tech Growth in qualità di lead investor e Endeavor Catalyst. Hanno inoltre aderito 360 Capital Partners e Innogest, dando seguito agli investimenti già effettuati nei precedenti round del 2015 e del 2016.

Nata a Verona nel 2014, Supermercato24 è stata la prima realtà ad applicare un modello innovativo che permette al cliente di scegliere il supermercato di fiducia, ordinare la spesa on-line e affidarsi ad un personal shopper che la consegnerà all’indirizzo desiderato entro un’ora o nella fascia oraria richiesta.

Dal 2016 la società è guidata da Federico Sargenti, ex manager Amazon che ha lanciato il business del largo consumo in Italia e Spagna, e da un team di manager con esperienze internazionali in realtà come Google, Vodafone, EY e EDF. Negli ultimi due anni Supermercato24 ha siglato più di 15 partnership con i principali attori della Gdo e offrendo il più ampio assortimento di prodotti sul mercato (con oltre 65.000 referenze), con gli stessi prezzi dei punti vendita. Attualmente il servizio è attivo in 23 province italiane e oltre 400 comuni al Nord, Centro e Sud Italia.

Questo importante round di finanziamento ci aiuterà a supportare gli obiettivi ambiziosi di crescita, a fornire alla grande distribuzione una soluzione e-commerce competitiva, veloce e senza rischi e a rafforzare il nostro ruolo di innovatore del settore – ha dichiarato Federico Sargenti, AD di Supermercato24 -. La crescita del grocery on-line in Europa sta accelerando, ci troviamo di fronte ad un’offerta in forte evoluzione e a consumatori sempre più esigenti e digitali. II nostro modello on-demand, grazie alla tecnologia sviluppata, alla shopper community e alla competenza dei nostri partner retailer è in grado di coprire sia le grandi che le piccole città, e di venire quindi incontro all’esigenza di tutti questi consumatori”

“Con l’investimento in Supermercato24 prosegue l’attività di Fondo Italiano d’Investimento a supporto delle aziende italiane ad alto contenuto tecnologico ed elevato potenziale di crescita.  Supermercato24 è il servizio leader in Italia che i consumatori possono utilizzare per effettuare la spesa on-line presso il loro supermercato di fiducia e come tale riteniamo sia un’azienda strategica per l’innovazione della grande distribuzione a livello nazionale ed internazionale. Per questo motivo Fondo Italiano d’Investimento intende impegnarsi fattivamente per il suo sviluppo con supporto operativo e non solo finanziario – ha dichiarato Mauro Pretolani, Senior Partner di Fondo Italiano d’Investimento SGR – che fa parte del team di gestione del fondo FII Tech Growth.

Per il round, Supermercato24 si è avvalsa dell’assistenza legale dell’Avvocato Attilio Mazzilli, partner di Orrick, studio legale internazionale con una forte specializzazione nel settore technology e del venture capital.

 

Promozioni: è il martedì il giorno d’oro per i cataloghi digitali, alle prime luci dell’alba

L’effetto promo non muore mai. Tutto sta a capitre come esse agiscano e riescano a guidare le scelte dei consumatori. Una ricerca firmata da Tiendeo.it fornisce qualche coordinata in merito.

Partiamo dal “quando”. Qual è il giorno più gettonato dai potenziali acquirenti? Le evidenze puntano il dito sul martedì, giorno in cui si registra la più alta percentuale di visualizzazioni dei cataloghi digitali (14,94%), seguito molto da vicino dal giovedì (14,90%).

E qual è il mese preferito?

Con un buono stacco rispetto agli alri 11 è novembre, un po’ per tutti i principali segmenti del retail: alimentari e beni di consumo (13%), casa (12%), moda (11%) e fai da te (11 %). Unica eccezione l’elettronica ipoiché una percentuale più alta di consultazioni ha luogo nei mesi di giugno (14%) e settembre (9%).

Se poi guardiamo l’orario, vediamo che tra  le 9:00 e le 18:00 viene visualizzata una percentuale più alta di cataloghi digitali, ma la durata della lettura è più lunga tra le 2 e le 6 del mattino.

Vince lo smartphone, ma “dura di meno”

SecondoTiendeo.it, il 72% delle interrogazioni sulla sua piattaforma vengono effettuate tramite smartphone. Ciò non toglie, però, che anche gli altri device continuino a giocare un ruolo.

Il 21% degli utenti di Tiendeo.it, infatti, accede ai cataloghi tramite il proprio computer. E non basta: le visite effettuate tramite pc sono decisamente più lunghe del 30% rispetto a quelle tramite telefonino (quindi – viene da pensare – anche più accurate). Infatti tramite smartphone l’attenzione dell’utente viene catturata per 1 minuto e 25 secondi, tramite computer il tempo di consultazione supera i due minuti.

 

Le tecnologie che abilitano lo store del futuro

In che direzione va il punto vendita, oggi, e quali sono le tecnologie indispensabili per renderlo un punto fermo importante nel processo di acquisto multicanale? Conta ancora il fattore umano, ovvero il personale di vendita, e come può inserirsi nel viaggio che del cliente verso la finalizzazione della vendita, on e offline che sia? E come utilizzare la crescente mole di dati dei clienti che le aziende hanno a disposizione per rendere la proposta sempre più personale?

A questa e ad altre domande risponde Micaela Raimondi, direttore marketing e comunicazione di Contactlab. Che di Cambridge Analytica dice: “In fondo, nel marketing sono convinta che nessuno inventi mai nulla: si tratta di vecchi schemi che vengono ripresi e amplificati dalle nuove tecnologie. E il primo ad usare le logiche social in campagna elettorale è stato Obama. Il prodotto in fondo, che sia una borsa o un esponente politico, è uno: il compito del marketing è quello di renderlo attraente a tipi di clienti anche diversi, spiegare i lati che possono attirarlo”.

Resta il fatto che, tra multicanalità, fattore umano e analisi dei dati del cliente, il punto vendita cambia, ma non tramonta. Tutt’altro.

Dell’analisi di Contactlab sull’e-commerce nel lusso ne abbiamo parlato qui

IRI lancia la misurazione continuativa delle vendite on-line

IRI, leader mondiale nella gestione di big data, soluzioni analitiche predittive e
generazione di insight, annuncia il lancio della prima soluzione di misurazione continuativa delle vendite on-line per i mercati del Largo Consumo.
L’esclusivo panel IRI integra le informazioni di sell-out provenienti da distributori tradizionali attivi anche nel canale del commercio digitale, retailer specializzati con estensione on-line della rete e pure player dell’e-commerce, sia di dimensioni locali sia di portata internazionale.
Per la prima volta in Italia sarà quindi possibile dimensionare il canale on-line e i suoi trend, valutare le performance delle categorie più importanti, leggere le quote dei produttori, delle marche fino alla singola referenza confrontandoli con il mondo dei punti di vendita fisici con dettaglio settimanale, andando oltre stime o dichiarazioni ed utilizzando dati reali di vendita.

“In un contesto di crescita contenuta dei mercati, uno spazio importante di sviluppo è da ricercarsi nel Digitale: un’opportunità per le aziende sia di produzione che di distribuzione che vogliono competere con successo nei prossimi anni-  ha commentato Marco Colombo, Solutions and Innovation Director di IRI. ” L’On-Line non è uno scenario prospettico ma un fenomeno che sta già
cambiando profondamente i consumatori, il contesto competitivo e il modo di fare impresa”.

La crescita dell’on-line
Nel prossimo futuro sarà l’on-line a condizionare la crescita del mercato e i risultati di retailer e produttori. E non solo per il suo ruolo di canale di vendita, ma anche difacilitatore ed ispiratore del processo di acquisto. Monitorare e studiare questo canale è essenziale per non perdere terreno rispetto ai competitors.
Secondo le stime Netcomm, infatti, il valore degli acquisti online in Italia supera il 23 Miliardi, con oltre 20 milioni di acquirenti su base trimestrale; di questo totale i prodotti di Largo Consumo occupano una quota ancora ridotta che comunque dai primi numeri analizzati mostra tassi di crescita esponenziali, destinati a rendere il canale digitale sempre più rilevante per il mondo del grocery.

E-commerce 2018, previsioni a 27 miliardi, +15% sul 2017: +34% per Food&Grocery

A un affollatissimo Netcomm Forum, la cui XIII edizione si è tenuta stamattina, come da tradizione, sono stati date le previsioni dell’e-commerce per il 2018: che in Italia continuano a crescere. Secondo il rapporto di Netcomm nel 2018 il valore degli acquisti online toccherà quota 27 miliardi, con un aumento del 15% e oltre 3,6 miliardi di euro in più rispetto al 2017. Ormai il 6,5% della merce è acquistata online (nel 2017 l’incidenza era del 5,6%). A trainare la domanda, tra le merci, l’informatica e l’elettronica (4,6 miliardi di euro, +18%), l’abbigliamento (3 miliardi, +21%), l’editoria (1 miliardo, +25%). Ma le crescite maggiori, pur con fatturati inferiori, sono quelle dei giocattoli (+48%), food&grocery (+34%), del beauty (+29%), dell’arredamento e dell’home living (+44%), delle auto e dei ricambi (+26%).

Tra i servizi, il turismo e i trasporti crescono poco (+5%) ma sono il settore più maturo, con un fatturato di 9,7 miliardi con e-commerce. Identica crescita per le assicurazioni, che superano di poco il miliardo e 300 milioni.

 

Prezzo non più unico motivo, la logistica conta

In Italia chi sceglie il canale online per acquistare lo fa soprattutto perché convinto di trovare prezzi più convenienti (ragione indicata dal 49% del campione). Ma ora anche la logistica gioca un ruolo fondamentale: per tre quarti dei consumatori qualità e ampiezza dei servizi di consegna e di gestione del reso sono cruciali nelle scelte di acquisto. I servizi attuali soddisfano la quasi totalità (98,2%) degli utenti, ma le sfide del futuro riguardano lo sviluppo dei servizi di prossimità, l’accrescimento della velocità di consegna, i servizi di gestione del “last mile” e il recapito attraverso droni e robot. Anche le fonti di ispirazione per gli acquisti online stanno cambiando e gli anticipatori di questa trasformazione in Italia sono i Millennials: un pubblico caratterizzato da una forte familiarità con la tecnologia e che utilizza dispositivi mobili, trovando ispirazione sui social network, webzine e app.

 

E-shopper: saranno 2,5 miliardi nel 2022

La crescita italiana segue quella del resto del mondo. Gli e-shopper sono ormai quasi 2 miliardi rispetto a 1,66 miliardi del 2017. Entro il 2022 si toccheranno i 2,5 miliardi di e-consumatori. Crescono ovviamente anche le vendite, che nel 2017 hanno superato i 2300 miliardi di dollari e nel 2018 dovrebbero toccare i 2800 miliardi (+23%). Nel 2002 si calcola che il fatturato mondiale dell’e-commerce sarà di 4878 miliardi. Il primo Paese per acquisti digitali è la Cina (quasi 700 miliardi di dollari nel 2017) seguita da Stati Uniti (438 miliardi) e Regno Unito (196,3). Anche i tassi delle vendite online sono sorprendenti: nel 2021 il loro valore globale sarà di oltre 4.800 miliardi di dollari e la percentuale delle vendite online il 18% del totale”

Cresce anche l’importanza dei dispositivi mobili come supporti dell’acquisto online. Il mobile con la sua disponibilità continua e la tendenza alla condivisione dell’esperienza è ormai uno strumento fondamentale nello sviluppo dell’omnicanalità. Da non trascurare la capacità al superamento della tradizionale dicotomia tra negozio fisico e negozio virtuale. 

 

La relazione (fisica-virtuale) porta il cliente in negozio

Il negozio rimane essenziale nel processo d’acquisto e il personale dovrà impegnarsi nel fare da ponte tra il mondo digitale e quello fisico, mettendo al centro le informazioni sul prodotto e sulle sue disponibilità. L’acquisto sempre di più rappresenterà soltanto una parte di un processo relazionale più ampio con il brand e il venditore, sarà reso ancora più personale dai big data e da algoritmi intelligenti che riconoscono i comportamenti e permettono di creare offerte coerenti a essi, soddisfacendo appieno le crescenti aspettative dell’utente.

“C’è uno spazio eccezionale per le imprese che saranno in grado di distinguersi – dice Roberto Liscia, presidente Netcomm -. La differenziazione è l’anima di questa digital revolution e i nuovi modelli emergenti stanno portano sul mercato prodotti e servizi che si caratterizzano per un’elevata personalizzazione. Si tratta di una grandissima opportunità anche per le imprese italiane, ricche di creatività, capaci di raccontare il prodotto e renderlo emozionale. Il mercato sta andando proprio in questa direzione, premiando la creazione di esperienze uniche e a misura di ogni singolo consumatore”. Liscia identifica una nuova specie di consumatore, sempre connesso: l’online consumer. “I dati 2018 ci rivelano che il digitale è entrato nella sua fase di rivoluzione, con impatti importanti sullo scenario di mercato e sugli assetti competitivi”. 

Consegne al cuore dell’eCommerce, il 41,4% disposto a pagare per servizio “sartoriale”

Il commercio elettronico corre veloce, ma gli spedizionieri spesso non tengono il passo. Così il 41,4% dei clienti dei negozi digitali sarebbero disposti anche a pagare di più pur di ricevere la propria merce il giorno stesso dell’ordine. Non solo, una percentuale più o meno simile, il 41,6%, pagherebbe due o tre euro in più pur di poter scegliere l’orario di consegna e il 43% per cento vorrebbe potere ricevere l’oggetto del proprio desiderio anche la sera o nei week-end.

Dati che emergono da una ricerca condotta da Milkman, sistema di consegna a domicilio di e-commerce che punta proprio sul servizio “sartoriale” e che segnala l’esigenza crescente da parte del mercato che i corrieri tradizionali agiscano con maggiore tempestività e trasparenza. Una richiesta sulla quale per una volta siamo perfettamente allineati agli Stati Uniti, dove un’analoga ricerca condotta da Dropoff registra che il 43% degli americani si aspetta una consegna same-day (e tra i Millennials la percentuale sale al 50). Il 54% dei consumatori digitali di Oltreoceano vorrebbe inoltre selezionare la finestra di consegna.

Insomma, la consegna sembra essere una delle nuove frontiere dell’e-commerce. Del resto diciamoci la verità: uno dei punti deboli dell’acquisto online – soprattutto nel caso di acquisti d’impulso – è proprio l’impossibilità di disporre immediatamente della merce. Comperare un paio di scarpe e poi dover aspettare due giorni – se non di più in caso di consegna mancata – per indossarle è un’esperienza piuttosto frustrante, che spesso frena i nostri entusiasmi al momento di usare la tastiera come un portafogli. E il cahier de doléance dei consumatori online è lungo: il 37% dei clienti denunciano problemi di comodità nella consegna, con corrieri che passano sempre quando in casa non c’è nessuno, oppure lavorano solo in orario d’ufficio, che però vale anche per chi deve ricevere la merce; il 29% del campione inoltre non ha fiducia nello spedizioniere e sospetta che egli sostenga di essere passato anche quando non è vero; il 19% invece lamenta ritardi rispetto all’orario programmato e il 15% danni nella merce o addirittura lo smarrimento del collo.

Il fatto è che una consegna inefficiente rappresenta anche un danno per il brand e per il retail. A che serve implementare l’omnichannel se poi l’ultimo miglio – quello che non dipende più dal venditore – rischia di rovinare l’esperienza dell’acquisto?

“Il piacere dell’acquisto – sottolinea Antonio Perini, CEO di Milkman – inizia sul check-out, ma spesso non si protrae o addirittura si interrompe, nel dominio fisico”. Per questo è spesso vincente la strategia di chi come Milkman punta proprio sulla flessibilità della consegna. “Il 60% dei nostri clienti – spiega Perini – decide di programmare la consegna invece di accettare il giorno e la fascia che gli vengono proposti in modo automatizzato. Considerando gli ultimi tre mesi, il 33% degli utenti Milkman ha scelto la fascia di consegna sotto le tre ore, il 20% ha scelto di ricevere il proprio pacco tra le 19 e le 22 (servizio serale) e il 20% ha richiesto una consegna in same-day”.

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