Shopping in store? Piuttosto lavo i piatti!
La sintesi è tranchant, ma non si discosta molto dalla realtà emersa dal report pubblicato dal Digital Transformation Institute di Capgemini con il titolo ‘Making the Digital Connection: Why Physical Retail Stores Need a Reboot’ e realizzato intervistando 6.000 consumatori e 500 executive del settore retail in nove Paesi (Stati Uniti, Cina, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna, Paesi Bassi e Svezia)
Pare infatti che nonostante l’81% dei retailer riponga ancora molta fiducia nelle potenzialità fidelizzanti degli store brick & mortar, tra i consumatori – invece – la percentuale degli ottimista sia molto minore: 45%. Gli altri sono alquanto sfiduciati.
Lo store fisico- dicono- è noioso (40% degli intervistati) tanto che un terzo si dichiara più propenso a rigovernare le stoviglie.
L’insoddisfazione è maggiore in Svezia e Spagna (dove rispettivamente il 54% e il 49% affermano che fare acquisti nei negozi fisici è un’attività noiosa) e minore in Cina e negli Stati Uniti (29% e 31% rispettivamente), mentre in Italia questo dato si attesta al 42%.
Tra le critiche principali:
- lunghe code alle casse (lamentela precipua dei clienti grocery)
- assenza di promozioni personalizzate realmente interessanti (recriminazione più diffusa per i settori del fashion e dell’elettronica
- difficoltà nella comparazione dei prodotti (nel settore del bricolage).
Tra le aspirazioni più diffuse emergono:
- la possibilità raffrontare prodotti,
- di avere consegne in giornata per i propri ordini,
- scaffali digitali in grado di informare i clienti,
- opzioni di pagamento di nuova generazione,
- strumenti come chioschi e tablet per effettuare gli ordini.
Emiliano Rantucci, Vice President e Responsabile Consumer Products & Retail di Capgemini Italia, ha dichiarato: “Gli acquirenti sono sempre più lontani dall’esperienza in-store, ed è facile capire perché. La maggior parte dei negozi fisici rimane testardamente ‘offline’, incapace di offrire la velocità, la flessibilità e la facilità d’uso che i consumatori si aspettano dai siti web. Le voci diffuse circa il rapido declino del negozio fisico possono essere esagerate, ma si avvicinano comunque alla realtà. Molti retailer con cui abbiamo parlato ammettono di avere difficoltà nella rapida digitalizzazione dei punti vendita a causa della difficoltà nella definizione di business case per i relativi investimenti. Questo report chiarisce che la vera domanda che i retailer debbono porsi non è tanto se possano permettersi di trasformare l’esperienza in-store, quanto piuttosto se possano permettersi di non farlo”.
Allora – la conseguenza è lapalissiana- non resta che puntare sulla digitalizzazione all’interno dei negozi.
Certo e i retailer lo sanno. Peccato, però, che alcune difficoltà si frappongano alla realizzazione dell’obiettivo.
La prima riguarda la scarsità di investimenti: il 40% degli executive afferma di essere ancora impegnato a implementare le basi tecnologiche, come il WiFi in-store.
Il secondo problema è relativo alle capacità del personale in negozio: ancche in questo caso il 40% lamenta il fatto che i responsabili di negozio non promuovano le iniziative digitali presenti nei punti vendita.
Il risultato?
Solo il 18% degli executive interpellati ha implementato iniziative digitali su scala da cui sta ottenendo vantaggi importanti.