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Amazon acquisisce Souq.com e parte alla conquista del Medio Oriente

Se ne parlava da giorni ma è ora arrivata la conferma da parte della compagnia di Jeff Bezos: Amazon acquisirà il 100% dell’operatore di e-commerce mediorientale Souq.com. L’accordo dovrebbe concludersi nel corso del 2017. Per lo stesso operatore nei giorni scorsi erano stati offerti 800 milioni di USD da Emaar Malls di Dubai, proprietario dei centri commerciali più lussuosi della regione.

Souq.com è nato 12 anni fa per iniziativa dell’imprenditore siriano Ronaldo Mouchawar, e secondo alcune fonti “varrebbe” oggi un miliardo di USD, per alcuni un valore eccessivo.

Come is legge nella nota che conferma l’acquisizione “L’entrata nella famiglia di Amazon permetterà a SOUQ.com di continuare  a crescere e a lavorare con noi per portare ancora più prodotti e offerte ai clienti in tutto il mondo”.

«Amazon e SOUQ.com hanno lo stesso DNA – entrambi siano spinti dai nostri clienti, dall’innovazione, e da un pensiero che guarda al lungo termine – ha detto Russ Grandinetti, Amazon Senior Vice President, International Consumer. “SOUQ.com è stato un pioniere dell’e-commerce nel Medio Oriente, ed è stato in grado di creare una grandiosa esperienza di acquisto per i suoi clienti. Non vediamo l’ora di imparare da loro e supportarli con la nostra tecnologia e le nostre risorse globali. Insieme  lavoreremo per assicurare la migliore esperienza a milioni di clienti nel Medio Oriente».

«Questa acquisizione segna un momento critico per lo sviluppo del nostro e-commerce nella regione – ha commentato il cofondatore e Ceo di SOUQ.com Ronaldo Mouchawar -. Entrando nella famiglia Amazon saremo in grado di ampliare di molto le nostre capacità di spedizione e la velocità delle operazioni di selezione dei clienti».

Nonostante l’offerta di Emaar Malls fosse più alta (secondo il Financial Times Amazon sarebbe disposta a pagare un prezzo tra i 650 e i 750 milioni di USD) esisteva un accordo di esclusività che l’operatore di e-commerce basato a Dubai avrebbe dovuto rompere.

Con questa acquisizione Amazon entra nella regione per la prima volta appoggiandosi a un operatore che offre già 4 milioni di prodotti e possiede infrastrutture e magazzini logistici sul posto.

 

Pixartprinting rende il packaging sempre più protagonista e lancia 3 nuove proposte

Pixartprinting, leader europeo dei servizi di stampa online, rende il packaging sempre più protagonista della comunicazione in-store rivoluzionando l’offerta di confezioni personalizzabili con nuovi prodotti, tra cui l’innovativa gamma di pack food contact.
“Il packaging è quell’elemento del product environment che entra più direttamente in contatto visivo e tattile con il consumatore potenziando la customer experience – commenta Paolo Roatta, Amministratore Delegato Pixartprinting – Se ben progettato e stampato a regola d’arte può diventare un media molto efficace impiegato all’interno di strategie promozionali evolute. Per questo abbiamo scelto di introdurre soluzioni a valore aggiunto acquistabili online con la semplicità e con i tempi di consegna che da sempre contraddistinguono l’approccio di Pixartprinting”.

Un pack ricercato può contribuire a evidenziare il suo contenuto all’interno dell’affollato e complesso macrocosmo degli spazi di vendita, attraverso lavorazioni speciali, cofanetti deluxe e iper personalizzazioni. Sono tre le nuove proposte by Pixartprinting pensate per soddisfare le esigenze di brand e retailer che desiderano rendere più appealing i loro prodotti. Oltre agli astucci in cartoncino di pura cellulosa da 360 g/m2 cordonati, fustellati e incollati, disponibili in piccole tirature, accrescono l’offerta i nuovi packaging food contact e tre opzioni di nobilitazione, come l’applicazione di lamine a freddo in oro e argento, a cui si aggiungono le vernici selettiva e 3D.

Per il food
Tra le new entry dedicate al settore alimentare, ordinabili su pixartprinting.it anche in pochi pezzi, vassoi, secchielli, cofanetti alimentari e bauletti con chiusura a maniglia e a fiocco, oltre ai praticissimi astucci per hot dog e sandwich. Tutti realizzati in cartoncino Delipac® e per questo resistenti all’olio e al grasso. Ognuna di queste soluzioni è completamente personalizzabile e, grazie alla stampa in quadricromia con inchiostri certificati per il contatto alimentare, consente di creare packaging limited edition per attività di in store marketing. Sampling nei punti vendita, corner per la degustazione di prodotti, happy hour tematici possono amplificare il loro impatto visivo con l’aggiunta di una linea di confezioni coordinate con il visual della singola ricorrenza o della campagna promozionale.

Votata all’innovazione per DNA, l’azienda veneziana ha coinvolto nel progetto di ampliamento della gamma di packaging tutte le sue divisioni dalla produzione al marketing, fino al customer care, che insieme a Cimpress – global company di cui Pixartprinting è parte – hanno implementato Catalyst. La nuova linea di produzione completamente dedicata alla realizzazione di imballaggi on-demand, è ingegnerizzata secondo standard di eccellenza e comprende sistemi di stampa e di finishing di ultima generazione organizzati per garantire elevata qualità e tempi di consegna estremamente rapidi.

Big data e realtà aumentata: le nuove frontiere dello store

Big data, realtà aumentata  e tecnologia indossabile: l’esperienza d’acquisto si fa sempre più personalizzata sia online sia in negozio. Morale? Ci sono tutti i presupposti perché il futuro della vendita al dettaglio venga rivoluzionato.

Ecco quanto emerge da un nuovo studio europeo condotto da Epson (il principale produttore di POS in Europa) al quale hanno preso parte 17 esperti di settore provenienti da tutto il mondo e oltre 7.000 dipendenti full-time europei. Il 72% degli europei (il 77% degli italiani) attualmente impiegati nel settore retail & hospitality intervistati ritiene che le vendite diventeranno sempre più personalizzate e che il personale contribuirà a migliorare l’esperienza di acquisto, confermando il ruolo dei negozi fisici nel ciclo d’acquisto.
Vediamo più nel dettaglio quanto emerge della ricerca.

Big Data
Se da un lato circa la metà degli intervistati (49% europei; il 52% degli italiani) è dell’idea che i big data avranno un impatto positivo sull’intero settore, il 42% degli europei (il 36% degli italiani) teme che i clienti non rinunceranno alla protezione dei loro dati a favore di un’esperienza di acquisto più personalizzata (percentuale che raggiunge il 64% tra gli over 50 e si attesta invece sul 50% per i Millennial). Ciò solleva importanti questioni circa la relazione tra rivenditori e clienti.
 
Questo aspetto è molto importante e deve essere valutato attentamente affinché i punti vendita possano sfruttare appieno le opportunità offerte dalla tecnologia. Dallo studio è emerso che il 73% (e ben il 79% degli italiani) dei dipendenti nel settore in oggetto ritiene che mediante l’uso dei dispositivi personali sarà possibile intensificare la relazione tra clienti e rivenditori.

Brick and mortar store

I negozi fisici continueranno ad avere un ruolo prioritario: secondo le stime, in media il 56% (il 57% italiani) delle decisioni di acquisto continuerà, almeno per i prossimi anni, ad essere presa in negozio.
 
Tuttavia, subiranno probabilmente profondi cambiamenti. Verranno introdotte nuove iniziative, ad esempio il riconoscimento automatico dei clienti, per fornire un’esperienza di acquisto ultra-personalizzata, come previsto dal 72% degli intervistati (e ben il 77% degli italiani). Secondo il 46% (il 50% degli italiani), inoltre, i negozi non terranno più merci a magazzino e sfrutteranno la realtà aumentata per fornire ai clienti suggerimenti e servizi personalizzati (63% vs il 66% degli italiani), creando on-demand prodotti su misura all’interno del punto vendita.

Gli ostacoli non mancheranno e tra questi i i costi associati all’implementazione delle nuove tecnologie (considerati una problematica dal 63% degli intervistati, il 62% degli italiani) e la formazione dei dipendenti (necessaria secondo il 40%; il 32% degli italiani).
 
Le principali tendenze
Ecco le principali tendenze emerse dallo studio:
Nascita degli Augmented Shopper:  il 69% (77% degli italiani) sostiene che, attraverso la simulazione in qualsiasi ambiente (a casa, al lavoro o in negozio), i clienti potranno immaginare l’utilizzo di un determinato prodotto. Di conseguenza, la realtà aumentata fornirà loro un’esperienza sensoriale unica. Nello stesso tempo, il 57% (67% per gli italiani) ritiene che la realtà aumentata offrirà un’esperienza di acquisto sociale e divertente, creando un senso di comunità attorno al marchio. Inoltre, con l’evoluzione del POS, i tempi di attesa nei negozi verranno eliminati. Questo è ciò che afferma il 45% degli intervistati europei (il 42% degli italiani). Il riconoscimento automatico dei clienti nei punti vendita consentirà un’esperienza ultra-personalizzata con un servizio velocissimo: il 53% (60% degli italiani) ritiene, infatti, che le transazioni verranno effettuate automaticamente grazie ad appositi sensori.
 
Maggiore afflusso di clienti grazie alle driverless car: quasi la metà degli intervistati (46% e il 55% degli italiani) ritiene che l’utilizzo delle auto senza conducente potrebbe essere un fattore determinante, in quanto comporterebbe la riduzione del traffico nelle principali aree commerciali.
 
Consulenti di fiducia all’interno dei punti vendita: il 60% degli intervistati europei (58% degli italiani) ritiene che in futuro non ci saranno più responsabilità a livello di transazioni e di cassa, mentre il 74% (e ben l’81% dei rispondenti italiani) sostiene che i dipendenti diventeranno veri e propri esperti e “consulenti di fiducia” nel loro settore, capaci di fornire immediatamente informazioni aggiornate ai clienti per soddisfare le loro esigenze. Affinché il personale possa fornire valore aggiunto dove la tecnologia non arriva, è necessario acquisire nuove conoscenze seguendo più corsi di formazione.
 “Gli ambienti di lavoro e gli spazi in cui viviamo diventeranno sempre più interconnessi – ha commentato  Minoru Usui, Presidente di Epson -. La tecnologia, inoltre, sta trasformando negozi, fabbriche, uffici, case, ospedali e scuole, ovvero i luoghi che determinano il corso della nostra vita. Come azienda, Epson promuove il cambiamento tecnologico sviluppando soluzioni in grado di aumentare l’efficienza e la produttività di collaboratori e dipendenti. Le tecnologie Epson, tra cui i dispositivi indossabili, i robot, le stampanti e le soluzioni di visual imaging, sono progettate per offrire nuove opportunità nel settore retail secondo una prospettiva futura”.

Smartphone batte pc 1 a 0. E il ROPO ci mette lo zampino

Smartphone, grande passione degli italiani. Anche e soprattutto nello shopping. A dirlo L’Osservatorio Tikato che ne ha misurato le performances su Piucodicisconto,  piattaforma leader in Italia nel settore della scontistica online.

L’esito dell’indagine? I numeri parlano chiaro: nel 2016 si è avuto il punto di svolta si è avuto. Se durante il 2015, infatti, gli accessi al sito erano ancora dominati dal personal computer (il 57,24% delle sessioni erano provenienti da desktop, solo il 33,75% da mobile e una quota del 9,01% da tablet), lo scorso anno le cose sono radicalmente cambiae.

In cima al podio, infatti, troviamo nel 2016 i dispositivi mobile, attraverso i quali viene effettuato il 46,55% delle sessioni; la visione via desktop è invece misurata nel 46,37% delle sessioni annuali; infine la quota tablet viene ancora più compressa, e totalizza solo il 7,08% delle sessioni.

«Il sorpasso dei dispositivi mobili è ormai un dato appurato – afferma Alberto Reghelin dell’Osservatorio Tikato, che analizza le tendenze degli acquisti sul web –. Dal punto di vista dei comportamenti diffusi, si può spiegare con il cosiddetto ROPO, acronimo inglese che sta per “Research offline, purchase online”. Il consumatore frequenta ancora il negozio fisico, vuole toccare con mano prodotti di elettronica e capi di abbigliamento, elementi spesso imprescindibili per la scelta. Ma poi, al momento di fare il passo successivo, l’acquisto, tende a rivolgersi al mercato online, dove va alla caccia dei prezzi più convenienti. Complice di questo comportamento è ovviamente lo smartphone, che consente di effettuare ricerche “in diretta”: mentre si osserva l’oggetto dal vivo del negozio, con gli occhi sul piccolo schermo digitale si scandaglia il web alla ricerca dell’offerta imperdibile».

Milano la città più “mobile” fin dal 2015

L’analisi degli accessi svela un dato interessante: Milano era una città “mobile” già nel 2015. Nella metropoli lombarda infatti le sessioni da smartphone superano in quell’anno quelle da desktop (l’8,86% degli accessi totali al sito contro il 6,92%), contrariamente a quanto accade a Roma (accessi desktop al 7,80% del totale, accessi da mobile al 6,93%) e a Napoli (2,85% da desktop, 1,87% da mobile). Il 2016 vede invece gli acquisti da smartphone affermarsi in tutte le tre città sul podio dello shopping online: Milano (mobile 9,32%, desktop 5,09%), Roma (mobile 9,15%, desktop 6,31%) e Napoli (mobile 2,50%, desktop 2,04%).

 

Esselunga lancia il click and collect Clicca e Vai, e parte da Varedo

Dopo anni di consegne a domicilio, Esselunga lancia una nuova modalità di spesa online, il click and collect: il primo centro di raccolta è a Varedo.

Clicca e Vai è il nuovo canale di vendita attraverso il quale il cliente effettua la spesa on line e la ritira in giornata con l’automobile, per ora presso un unico centro, quello di Varedo, situato sulla superstrada che collega Milano con la Brianza. Un’offerta che si somma all’altra tipologia di e-commerce, il servizio Esselunga a Casa, nato nel 2001 e cresciuto a tal punto che nel 2016 ha consegnato 1.350.000 spese ai propri clienti ed ha fatturato 158 milioni di euro. Il servizio oggi copre 1.115 comuni in 5 regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte), utilizza due magazzini dedicati (uno a Milano e l’altro a Firenze), e si appoggia a diversi Superstore nelle zone in cui è presente. Vastissimo l’assortimento, composto da circa 13mila articoli che spaziano dagli oltre 2.500 superfreschi (frutta, verdura, carne, pesce, latticini e prodotti gastronomici), ai prodotti surgelati fino ad articoli di grocery tradizionale (pane, pasta, pelati, detersivi, eccetera). Ogni prodotto in assortimento è accompagnato da una scheda informativa che contiene varie indicazioni: caratteristiche, ingredienti, valori nutrizionali, origine per la frutta e verdura, tracciabilità per la carne e il pesce e presenza di eventuali allergeni. Il cliente e-commerce, prima di acquistare il prodotto, ha a disposizione tutte le informazioni presenti in etichetta.

Ma quali sono le differenza tra i due servizi? Con Esselunga a Casa i clienti, previa registrazione sul sito Esselungaacasa.it, effettuano la spesa navigando nel negozio virtuale oppure sfruttando il motore di ricerca e scelgono il giorno e l’orario più comodo per ricevere la spesa direttamente a casa a partire dal giorno successivo all’ordine e fino a 20 giorni dopo l’inoltro dello stesso. La consegna è a pagamento e l’ordine minimo di 40 euro. Attraverso il sito dedicato Cliccaevai.esselunga.it, invece, il cliente effettua la spesa e la ritira a Varedo, presso il centro di Via Terni 20 – sulla superstrada Milano/Meda – già in giornata dopo sole 2 ore dall’invio dell’ordine e fino ai due giorni successivi. Il servizio è completamente gratuito, non sono previsti costi aggiuntivi né limiti minimi di spesa. Entrambi i servizi beneficiano delle stesse promozioni dei supermercati Esselunga.

Sembra dunque che dopo l’arrivo di Amazon la situazione dell’e-commerce nel grocery si stia finalmente sbloccando, tanto che si moltiplicano le iniziative, da Coop a Iper a Auchan e Carrefour, “tutti lo fanno”.  Ma addirittura un “veterano” come Esselunga, che per anni è stato di fatto monopolista sul canale online,  deve aver pensato che ormai una modalità di ritiro al cliente ormai evoluto non basta più, ed è necessario diversificare.

 

Vedi anche le nostre interviste sull’e-commerce grocery a due esperti.

Il lungo viaggio della Gdo verso l’esperienza mobile intervista a Marta Valsecchi dell’Osservayorio Mobile B2C Strategy del  Politecnico di Milano.

Food & Grocery, la rivoluzione passa per l’e-commerce intervista a Roberto Liscia di Netcomm.

Vino e Millennial: scelte d’acquisto e modelli di consumo

Vino e Millennials: si profilano nuove scelte d’acquisto e modelli di consumo.

È quanto emerge dalla ricerca di PwC “Il settore del vino in Italia e la generazione Y”, condotta tra 450 consumatori online italiani tra i 18 e i 34 anni.
 
“Per le aziende del settore – precisa Erika Andreetta, Retail Consulting Leader di PwC –  è oggi fondamentale capire chi sono i Millennial, come si muovono nelle diverse fasi del processo di acquisto, online e offline, come influenzarli e ingaggiarli utilizzando i loro codici comunicativi per proporre l’esperienza del vino in nuove forme e cosi fidelizzarli al brand”.
 
I numeri dei Millennial
In Italia il 32% delle clienti donna che consuma vino è della generazione Millennial, il 25% tra i consumatori uomini.  Il dato di consumo 2016 registra, rispetto al 2014, una crescita del +12% tra le Millennial donna e del +13% tra gli uomini.
 
In generale, i Millennial si rivelano poco fedeli ad un solo brand o uno specifico gusto; a guidarli nella scelta è  – in primis – il prezzo –  seguito da caratteristiche del prodotto come uvaggio (3°), annata (4°) e provenienza (5°), e fattori più “sociali” come l’occasione (2°) di consumo ed il packaging (6°).
 
Il canale e-commerce
La vendita di vino online registra su scala globale una forte crescita, sia in mercati già più avanzati nell’e-commerce come USA e Cina, sia in paesi meno maturi sotto tale profilo come l’Area Euro. I Millennial rappresentano il vero motore di questo trend: da un lato perché i loro consumi di vino sono maggiori rispetto alla Generazione X, dall’altro perché si avvalgono con più facilità dell’offerta online.
 
Sono significativi i dati della generazione Millennial in Cina, fortemente “wine-lover”. Il 26% dei Millennial cinesi comprano vino da consumare a casa attraverso il canale online e WeChat è la piattaforma più utilizzata del settore. Inoltre il 40% preferiscono scoprire le caratteristiche del prodotto consultando siti e blog.
 
A livello di scelte, il vino italiano è al 5°posto tra i paesi fornitori, con il 5% di quota di mercato contro il 44% della Francia. Il dato è tuttavia in crescita, confermato dal +32% a valore (+15% a volume) registrato nel 2016 dall’export di vini italiani in Cina rispetto al 2015. A questo contribuiscono i Millennial cinesi, che gradiscono il vino italiano, con il 14% dei consumi dietro soltanto ai francesi (30%). Inoltre, l’89% dei winelover cinesi frequenterebbe un corso per conoscere meglio i vini italiani.
 

Al centro dell’attenzione il cliente: dall’e-commerce al punto vendita, con Radionovelli Conviene

Radionovelli lancia la campagna “2017 Radionovelli Conviene” e si concentra sul punto vendita al fine di farlo diventare il migliore negozio di elettronica della capitale.

Radionovelli è da 60 anni punto di riferimento della Capitale per gli appassionati di elettronica, di audio ad alta fedeltà e, più in generale, di ogni tipo di novità tecnologica. Vanta un’offerta di oltre 80 mila prodotti in vendita online sul sito www.radionovelli.it, consegnando il prodotto dove il cliente desidera. Su Roma poi è attivo l’esclusivo servizio Roma1Hour, che garantisce la consegna in un’ora.

All’interno del punto vendita (due piani di allestimento, 8 vetrine su strada, con l’esposizione di prodotti esclusivi di alta qualità da poter provare con l’ausilio di personale specializzato) è disponibile l’attrezzato spazio cucina dove settimanalmente si tengono i corsi di cucina e una sala d’ascolto per gli appassionati dell’alta fedeltà.

In questo modo l’azienda rende unico il rapporto con i consumatori, mettendo a disposizione tutta la professionalità e la garanzia di chi da sempre è leader nel settore dell’elettronica di consumo, sia per coloro che vivono direttamente l’esperienza all’interno del punto vendita sia per chi naviga sul web.

Il commercio elettronico in Italia sta crescendo a ritmi sostenuti e nel 2016 ha visto una crescita del 18% per un valore complessivo di circa 20 miliardi di euro (fonte Osservatori Politecnico Milano), con un significativo +28% per l’informatica e l’elettronica di consumo.

“Rappresentiamo oltre 90 brand internazionali e stiamo definendo altre rappresentanze per ampliare la nostra offerta con l’obiettivo di arrivare a 100 mila prodotti entro il primo semestre di quest’anno – afferma Paolo Novelli, titolare dello storico store – Crediamo che l’e-commerce sia indispensabile per competere oggi sul mercato, ma sosteniamo fortemente la presenza sul territorio, con i tanti servizi ed iniziative messe in campo per il pubblico.”

 

Easycoop, l’e-commerce con magazzino di Coop Alleanza 3.0 parte da Roma

EASYCOOP SPESA ON LINE

Coop Alleanza 3.0 sbarca nell’e-commerce con EasyCoop, a Roma, e lo fa in modo evoluto: con un magazzino dedicato, un assortimento poderoso, con oltre 10mila referenze di cui tremila nel fresco, la consegna gratuita nell’arco dell’ora prescelta, con ordinazioni un giorno prima. E gli stessi prezzi degli ipermercati.

Caratteristiche peculiari per l’Italia su una piazza ricca, perché siamo nella capitale con un bacino d’utenza imponente (le consegne avvengono ovunque all’interno del Grande Raccordo Anulare) ma non semplice per le note problematiche di traffico e movimentazione. Un bel banco di prova insomma per la cooperativa, presente in 12 regioni in tutta Italia, che ha investito nel progetto 50 milioni di euro da qui a tre anni. E che naturalmente ha tutta l’intenzione di replicare a livello nazionale.

 

Consegna gratuita e funzioni avanzate

Il sito è facile da usare, intuitivo, personalizzabile e accessibile da qualunque apparecchio (PC, tablet e smartphone). I clienti possono creare più liste della spesa, anche per altre persone (ad esempio i genitori anziani, che hanno difficoltà ad uscire a fare la spesa), salvandole e modificandole anche successivamente. A questo proposito una delle funzioni più avanzate riguarda l’avviso non solo dell’orario preciso di consegna (via sms) con circa una mezz’ora di anticipo, ma anche l’indicazione del codice identificativo dell’addetto incaricato di portare la spesa, e, in futuro, l’invio di una sua foto che consenta di identificarlo al primo sguardo.

Gli ordini si possono effettuare in qualunque momento, per un importo minimo di 50 euro. Il servizio di consegna è disponibile dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato l’ordine, dal lunedì al sabato dalle 8 alle 22, con fasce e costi personalizzabili e flessibili: da tutta la giornata fino a un minimo di un’ora (per esempio 19.15-20.15), a partire da un contributo per la consegna di soli 2,90 euro. Il pagamento può essere effettuato in totale sicurezza online, oppure alla consegna con carta di credito, prepagata o bancomat.

La presenza di un magazzino interamente dedicato all’e-commerce permette di garantire la massima efficienza ed efficacia nelle consegne, che avvengono sempre in ambienti controllati e alla temperatura ideale.

EASYCOOPDigitail, partecipata ad hoc

Per il suo sviluppo e la sua gestione, Coop Alleanza 3.0 ha dato vita, con alcuni partner di consolidata esperienza, alla società partecipata Digitail, specializzata in soluzioni digitali per la vendita al dettaglio.

«EasyCoop rappresenta una novità significativa nel panorama della grande distribuzione in Italia e, più in generale, in quello dell’e-commerce, di cui recepisce le migliori pratiche in termini di servizio, scelta, flessibilità, consegna – ha detto Andrea Zocchi, amministratore delegato di Digitail – E per partire abbiamo scelto, non a caso, la Capitale: una città con un grande potenziale di sviluppo per un mercato, quello dell’online, ancora giovane e in rapida evoluzione. Siamo il primo e-commerce nel Paese per ampiezza dell’assortimento per la spesa quotidiana, e puntiamo ad arrivare ad offrire oltre 12mila prodotti. I prezzi sono bassi sempre e le promozioni quelle di un ipermercato a cui si vanno ad aggiungere quelle specifiche del canale online. La spesa è quindi particolarmente conveniente rispetto alla concorrenza: è come avere un grande supermercato sul pianerottolo di casa».

Coop Alleanza 3.0 conta oltre 2,5 milioni di soci, 22 mila lavoratori e più di 400 negozi, tra ipercoop e supermercati

 

Il Food & Grocery online decolla a Natale, i dati Netcomm

Che il Food & Grocery abbia finalmente virato verso il web, si sapeva. Che quello passato fosse un Natale digitale anche, con un numero sempre maggiore di consumatore che si sono rivolti al web per gli acquisti. Non sorprende dunque che il settore abbia registrato una incremento generalizzato, con tutte le aziende coinvolte che hanno registrato incassi in ascesa rispetto all’anno precedente: lo rileva Netcomm che ha comunicato i risultati dell’-e.commerce natalizio.

Il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano ha monitorato l’andamento delle vendite online dei propri soci nel periodo compreso tra metà novembre e fine dicembre 2016, evidenziando una crescita significativa delle transazioni. La ricerca ha coinvolto i soci del Consorzio e i siti di e-commerce in possesso del Sigillo Netcomm, che ne certifica la qualità, l’adempimento degli obblighi di legge e l’attenzione verso le esigenze del consumatore. Il risultato è la voce di aziende sia di grandi sia di medio-piccole dimensioni, appartenenti a diversi settori.

Rispetto al Natale 2015 l’80% delle aziende intervistate dichiara di avere riscontrato un aumento delle vendite online. Aumento che, per circa un sito di e-commerce su quattro, ha preso le sembianze di una vera e propria impennata: il 23% dichiara infatti di aver registrato un incremento superiore al 50%. La tendenza positiva ha riguardato sia le aziende di piccole dimensioni sia le grandi organizzazioni (con oltre 250 dipendenti). Tra i settori merceologici più performanti tra i soci di Netcomm l’Informatica ed Elettronica e il Food & Grocery, appunto, dove la totalità delle aziende rispondenti ha dichiarato una crescita rispetto al periodo natalizio dello scorso anno. Trend molto positivi si riscontrano anche per i Servizi Business (crescita per il 79% delle aziende rispondenti), Arredamento e Servizi per la Casa (70%) e Abbigliamento (67%).

 

L’e-commerce cresce a Natale

Il Natale si conferma un momento cruciale per gli operatori di e-commerce: per quasi il 20% delle aziende rispondenti il valore delle vendite natalizie costituisce tra il 20% e il 40% dei ricavi annui e per il 4% oltre il 40%. È quindi ovvia l’importanza di attirare l’attenzione dei consumatori in tale periodo dell’anno; per questa ragione il 73% degli intervistati dichiara di avere sviluppato iniziative ad hoc per stimolare le vendite sotto Natale, utilizzando un mix di strumenti promozionali: in testa ci sono gli sconti sui prodotti/servizi e le attività di comunicazione (adottati rispettivamente dal 56% e dal 45% dei rispondenti). Anche le promozioni sulle modalità di consegna e ritiro sono state piuttosto utilizzate (21%); però il 27% dei rispondenti non ha sviluppato particolari attività rispetto a quelle che svolge durante l’anno, segno che anche la stagionalità costituisce di per sé un interessante stimolo alla domanda.

Cresce anche la percentuale di acquisti effettuati tramite dispositivi mobili che hanno rappresentato un flusso di traffico e di acquirenti per l’80% dei rispondenti; da notare come la percentuale di vendite concluse attraverso questo device nel periodo natalizio sia stata superiore rispetto alla media della percentuale di vendite via smartphone registrata durante tutto l’anno. Il 44% dei rispondenti ha registrato tra l’1% e il 10% di incremento di vendite via smartphone, il 25% tra il +11% e il +30% e l’11% oltre il +30%.

«Da questi dati si comprende come oggi sia fondamentale rendere l’esperienza mobile sempre più attraente e soddisfacente per gli utenti, dichiara Roberto Liscia, Presidente del Consorzio Netcomm. Per chi ha un sito di e-commerce è importante guadagnare la fiducia del cliente non solo ottimizzando la user experience di navigazione ma garantendo anche sicurezza delle transazioni, contenuti puntuali e mantenendo continuità tra l’esperienza web e mobile».

 

Sfondano i pagamenti digital, ma resiste il contrassegno

Gli strumenti di pagamento preferiti dai compratori online sono risultati essere le carte di credito (73%) e il sistema PayPal (64%). Il contrassegno si dimostra ancora una forma di pagamento importante per il mercato italiano, con il 35% dei rispondenti che lo ha indicato come uno degli strumenti maggiormente utilizzati dai propri clienti; una modalità di pagamento che risulta più vicina all’esperienza di fare acquisti in un negozio fisico.

Anche i soci di Netcomm sembrano seguire il trend generale dell’e-commerce italiano, che fatica ad affermarsi sull’export: il 50% dei rispondenti non ha realizzato vendite verso consumatori stranieri durante il periodo natalizio e il 33% ha registrato vendite cross-border tra l’1 e il 10%, mentre solo il 12% degli operatori riesce attualmente ad attirare flussi consistenti dall’estero.

 

Il lungo viaggio della Gdo verso l’esperienza mobile

Il 60% degli utenti naviga da smartphone, il mobile advertising aumenta del 53% in un anno, le applicazioni si moltiplicano, dalle app che monitorano la salute all’auto connessa al supermercato senza cassa di Amazon, sono oltre 830 le start-up finanziate in questo ambito a livello internazionale negli ultimi due anni ma solo il 14% delle aziende italiane ha una visione strategica sul canale mobile. Gli ostacoli sono sia tecnologici sia di ordine culturale e organizzativo secondo Marta Valsecchi che presenta le evidenze emerse dal nuovo Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano
L’80% dei navigatori internet Mobile utilizza lo Smartphone per prendere decisioni d’acquisto o relazionarsi con i propri marchi preferiti. Il 34% lo usa anche per finalizzare la transazione. È alta la percentuale dei Mobile Surfer che non disattivano mai la connettività dei propri Smartphone: oltre due terzi (68%) ha il wi-fi sempre attivo, mentre la percentuale scende a poco più di un terzo (37%) per la geo-localizzazione e al 19% per il bluetooth.
Per quanto riguarda la tipologia di App di brand scaricate sugli Smartphone: il 72% ha installato almeno un’App di un gestore di telefonia, il 61% di una banca (valutate come le qualitativamente migliori), il 39% di un’insegna della Gdo, il 29% di un gestore utility e il 23% di un brand dell’abbigliamento. Rispetto ad altri settori è leggermente più basso il voto che gli utenti danno alle app della grande distribuzione, che sono usata in media 1,8 volte al mese: il 31% le giudica molto negativamente e il 36% pensa sia inutile. Fondamentale dunque è trovare i servizi e i contenuti che possano risultare utili ai consumatori.
Infatti, ben il 57% dei Mobile Surfer negli ultimi tre mesi ha abbandonato un sito/App perché non funzionava o non era sufficientemente veloce. Oltre all’usabilità, un tema caldo è quello della privacy: la sensazione che le aziende monitorino le ricerche personali è molto forte per tutte le fasce di età, mentre il consenso al tracciamento per ottenere offerte e messaggi mirati genera sensazioni ambivalenti, a metà tra il fastidio per l’intrusione e l’utilità percepita per possibili vantaggi che ne deriverebbero.

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