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Brio cresce a doppia cifra, grazie all’export e alla partnership con Alce Nero

I consumi di biologico in Italia sono stagnanti, ma non per tutti. Con un fatturato che raggiunge i 67,3 milioni di euro, in crescita del 21% rispetto all’anno precedente, Brio – azienda del Gruppo Alegra specializzata nell’ortofrutta biologica – archivia con soddisfazione l’esercizio 2024/2025. “In un mercato nazionale che cresce ben poco, il nostro +21% è un risultato di assoluto rilievo – commenta Gianni Amidei, Presidente di Brio –. Il dato principale non è solo la crescita, ma il fatto che questa indichi chiaramente un incremento delle nostre quote in un settore che oggi non fa registrare grandi slanci in termini di consumi, come invece era accaduto qualche anno fa. È il segno che il cammino intrapreso da Brio negli ultimi anni è stato vincente: un ampio paniere di prodotti bio, qualità e servizio al centro dell’offerta, e poi una riorganizzazione profonda che ha riguardato persone, strategie commerciali, scelte di partner e modalità di lavorazione”.

LA SPECIALIZZAZIONE PAGA
A trainare la crescita è stata in particolare la performance sui mercati esteri, che da soli rappresentano oltre la metà del volume d’affari dell’azienda di Zevio (VR), mentre sul panorama nazionale Brio sottolinea di aver raccolto i frutti del proprio impegno: “La stagnazione dei consumi interni – spiega Mauro Laghi, Responsabile Commerciale di Brio – paradossalmente ci ha premiato: diversi player che si erano lanciati nel comparto durante il boom del biologico oggi sono in difficoltà o sono tornati a puntare sul prodotto convenzionale. Mentre Brio, specializzata nel bio, anno dopo anno ha saputo costruire una reputazione di affidabilità, coerenza e solidità: oggi i clienti cercano proprio questo tipo di servizio”.
Strategica e di primaria importanza viene definita dall’azienda la collaborazione con Alce Nero, brand storico del biologico di cui Brio è partner per l’ortofrutta di prima gamma. “Oggi molte insegne della distribuzione organizzata, soprattutto quelle di dimensioni medio-piccole, che avevano avviato o pianificato progetti di Mdd biologica negli anni degli incrementi in doppia cifra, stanno facendo un passo indietro – prosegue Laghi – e scelgono, per la propria offerta, di affidarsi a un brand riconosciuto, affidabile e affermato come Alce Nero. È un marchio che porta valore e garantisce risultati in reparto, e questo sta contribuendo anche alla nostra crescita, registrando nell’arco di pochi anni un valore a bilancio più che raddoppiato”.

FOCUS SULLA RISTORAZIONE COLLETTIVA
Nel corso dell’anno Brio ha inoltre rafforzato la propria presenza nella ristorazione collettiva, segmento che comprende strutture pubbliche – in primis le scuole – e realtà private. “Il nostro obiettivo è quello di presidiare in maniera più efficace un canale in crescita, ma ancora poco valorizzato per il biologico – spiega Gianni Amidei (nella foto a sinistra) –. Oltre alle mense scolastiche, dove siamo già saldamente presenti ma che mostrano ancora margini di crescita, in particolare al nord Italia, penso a contesti come quelli degli ospedali, dei ristoranti e delle mense aziendali, dove il bio è quasi assente. La nostra filiera è cortissima, dal campo al piatto, e siamo in grado di fornire direttamente dalla produzione alla mensa: una garanzia importante, anche in termini di sicurezza e tracciabilità. Inoltre, questo canale permette di valorizzare davvero tutta la produzione, premiando la qualità autentica più che l’estetica”.
Il bilancio 2024/2025 di Brio è stato approvato all’unanimità dall’assemblea tenuta lo scorso 26 agosto, che ha anche rinnovato le cariche sociali: Gianni Amidei è stato confermato Presidente, mentre il nuovo Vicepresidente è Aristide Castellari (a sua volta Presidente della cooperativa Agrintesa) che subentra ad Albino Migliorini.

Margherita cresce a doppia cifra e investe in un nuovo polo produttivo

La soglia dei 100 milioni di euro è a un passo e, a giudicare dal trend di crescita dello scorso anno, non sarà difficile da raggiungere. Si è chiuso con un fatturato consolidato superiore ai 97 milioni di euro il 2024 di Margherita, azienda di Fregona (TV) attiva nella produzione di pizze per private label e con il proprio brand Re Pomodoro, commercializzate in Gdo e nel canale Horeca. L’incremento è stato di ben il 24% rispetto all’esercizio precedente e a contribuire in maniera significativa è stata l’acquisizione di ProPizza, realtà produttiva abruzzese specializzata in basi pizza e pinsa. Un’ulteriore operazione straordinaria c’è stata quest’anno, con l’acquisizione da parte della capogruppo Idak di una società nel Sud Italia che – in base a quanto comunicato da Margherita – oltre a rafforzare l’asset complessivo, amplia la gamma prodotti e consolida la presenza sul mercato. L’export rappresenta il 90% del fatturato, con una distribuzione in più di 30 Paesi.

Margherita conta 5 stabilimenti e produce circa 200.000 pizze e prodotti a base pizza al giorno. A ciò si aggiunge la prossima apertura di un nuovo polo produttivo a San Donà di Piave (VE), il più grande del gruppo, destinato a lavorare in sinergia con lo stabilimento di Fregona (TV). La crescita si riflette anche sul piano occupazionale: i dipendenti, tra diretti e indiretti, sono passati da 427 a 491 in un anno, con il 60% di personale femminile. L’azienda fa sapere che ulteriori assunzioni sono previste per l’avvio del nuovo stabilimento e che nel 2024 ogni collaboratore ha ricevuto un premio produzione medio di 1.440 euro netti.

L’ATTENZIONE ALL’AMBIENTE
Quanto alla sostenibilità ambientale, di recente è stata ottenuta la valutazione “silver medal” Ecovadis, che sancisce lo standard globale per catene di fornitura sostenibili e resilienti. L’azienda è anche attivamente impegnata nella riduzione della plastica, nell’uso di imballaggi in carta riciclata e nel recupero degli oli di conservazione per la produzione di biocarburanti in collaborazione con Hera. “La filosofia di Margherita non si limita a produrre pizza e prodotti a base pizza di qualità superiore – dichiara Andrea Ghia, Amministratore Delegato di Margherita (nella foto in alto) –. Il nostro impegno è anche sociale e territoriale: puntiamo a inclusione, sostenibilità e trasparenza, condividendo obiettivi e risultati con tutti i dipendenti. Crediamo infatti che un’azienda con questo tipo di approccio verso le persone possa ottenere miglioramenti non solo in termini produttivi ma anche di qualità della vita lavorativa”.

Piano industriale da 180 milioni di euro per Gruppo Megamark

Aperture, ristrutturazioni e anche acquisizioni per accelerare la crescita in Puglia e Campania. Vale 180 milioni di euro il piano industriale 2025/2026 del Gruppo Megamark di Trani, attivo nel Sud Italia con circa 600 punti vendita ad insegna A&O, Dok, Famila, Sole365 e Ottimo. A sostenere l’investimento, 45 milioni di euro di risorse proprie e un finanziamento di 135 milioni di un pool di banche costituito da Intesa Sanpaolo – Divisione IMI CIB (Global Coordinator e Banca Agente), BNL BNP PARIBAS e BPER CIB.
Il piano prevede un’attività di sviluppo e ammodernamento della rete commerciale nelle due regioni in cui Megamark è più presente: Puglia (in cui il gruppo detiene il 22,6% del mercato) e Campania (18,9%). In Puglia, dove il gruppo è nato oltre cinquant’anni fa, sono previste dieci nuove aperture e undici ristrutturazioni, oltre alla realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra per autoconsumo, per un investimento complessivo di 128 milioni di euro. In Campania, Megamark investirà 52 milioni di euro destinati all’acquisizione di tredici punti vendita nelle province di Benevento e Avellino, all’apertura di otto nuovi negozi, alla ristrutturazione di cinque punti vendita di proprietà e all’acquisto di due nuovi marchi. Tutte le aperture e le ristrutturazioni dei punti vendita saranno realizzate nell’ottica della sostenibilità ambientale e dell’efficientamento energetico.
Megamark – che oggi conta oltre 4.500 collaboratori a gestione diretta e circa 4.800 delle società compartecipate operative anche in Campania e Molise – al termine del piano industriale avrà circa 1.200 collaboratori diretti in più, essendo previste tra 800 e 1.000 assunzioni in Puglia e 300 in Campania.

CRESCITA A DUE CIFRE NEL PRIMO SEMESTRE 2025
Il gruppo ha chiuso il 2024 con vendite al pubblico pari a 3,2 miliardi di euro, segnando un +11,1% a rete corrente e +4,5% a rete costante, crescita quasi doppia rispetto a quella media registrata dal mercato (2,3%, dati Like for Like, fonte Nielsen). Il trend positivo è stato confermato nel primo semestre del 2025, con ricavi in aumento del 13,8% a rete corrente rispetto allo stesso periodo del 2024.
Siamo orgogliosi del sostegno finanziario delle banche concesso sulla base della nostra situazione patrimoniale e finanziaria – dichiara Giovanni Pomarico, fondatore e Presidente del Gruppo Megamark –; riconosciamo ai tre finanziatori il merito di aver riposto in noi quella fiducia e stima che, nel corso degli anni, abbiamo conquistato presso il sistema bancario. È un finanziamento che rappresenta un riconoscimento della solidità del gruppo, oltre che un’opportunità per accelerare il nostro percorso di crescita”.
L’intera operazione di finanziamento è stata condotta con la consulenza dello Studio Legale Advant Nctm di Milano che ha assistito il pool di banche e, per Megamark, dello Studio Associato Poliseno di Bari.

Gruppo Amadori archivia l’esercizio 2024 con 1,7 miliardi di ricavi

È in linea con gli obiettivi prefissati nel Piano Strategico 2024-2028 il bilancio consolidato dell’ultimo esercizio del Gruppo Amadori. Il 2024 va in archivio con ricavi per 1.721 milioni di euro, Ebitda di 148,5 milioni di euro e un risultato netto pari a 37,6 milioni di euro, per il 70% reimpiegato a sostegno del piano di sviluppo e di crescita, con gli investimenti che hanno raggiunto i 65 milioni di euro. Amadori sottolinea che questi dati, conseguiti in un contesto segnato da eventi di grande rilevanza e incertezza globale che hanno avuto un impatto diretto sui mercati di riferimento, confermano la capacità di adattarsi e reagire a scenari macro-economici in evoluzione, per effetto della diversificazione delle fonti di approvvigionamento e a una cultura di filiera solida, integrata e italiana. Grazie all’attività di oltre 9.000 persone, questa filiera vede attivi 18 tra stabilimenti e siti produttivi e circa 800 allevamenti, sia a gestione diretta che in convenzione, per la produzione di più di 3.100 referenze da fonti sia animali che vegetali: proteine “bianche” (carni avicole), “gialle” (uova e ovoprodotti), “rosa” (carni di suino) e “verdi” (a base di legumi).

NELL’AVICOLO BENE IL SEGMENTO PREMIUM
Con una quota di mercato di circa il 30% nel settore di riferimento, Amadori segnala di aver ottenuto risultati particolarmente positivi nel segmento alta qualità e premium della category pollo, ad esempio con un +5,3% per “Il Campese”, la prima filiera italiana del pollo allevato all’aperto e la seconda in Europa. Le realtà entrate a far parte del gruppo, prosciuttificio Lenti e Forno d’Oro, hanno registrato tassi di crescita in doppia cifra.
Il raggiungimento nel 2024 degli obiettivi del Piano Strategico rappresenta una tappa fondamentale, a conferma della solidità del percorso intrapreso – dichiara Denis Amadori, Amministratore Delegato del Gruppo –. Soprattutto è la testimonianza di un impegno collettivo fatto di idee e innovazione, così come di attenzione all’ambiente e cura per le comunità in cui operiamo. Questo risultato ci mette nelle condizioni di pianificare il nostro futuro con ambizione e ottimismo, rafforzando la volontà di continuare ad investire perseguendo una strategia volta a creare valore con responsabilità, investendo su ciò che conta: persone, innovazione e sostenibilità a 360°”.

Gruppo Olitalia supera i 311 milioni di euro di fatturato

Il Gruppo Olitalia accelera sullo sviluppo e annuncia 45 milioni di euro di investimenti negli stabilimenti delle due sue realtà produttive: Olitalia a Forlì e Acetaia Giuseppe Cremonini a Spilamberto, in provincia di Modena. L’obiettivo è rafforzare la competitività a livello nazionale e nei mercati globali, dopo l’andamento positivo registrato nel 2024: il gruppo nel suo insieme – sommando quindi i risultati di Olitalia e Acetaia Giuseppe Cremonini – ha archiviato l’anno con un fatturato consolidato di oltre 311 milioni di euro (+10,5% rispetto al 2023), per il 41% derivato dall’export. Sono stati più di 102 milioni i litri di olio e aceto venduti (+4,2% sul 2023) e 170 i dipendenti occupati. Focalizzato su selezione, confezionamento e commercializzazione di oli extravergine d’oliva, oli di semi e da frittura e aceti, il gruppo è presente in circa 120 Paesi nei 5 continenti ed è guidato dai fratelli Angelo, Camillo ed Elisabetta Cremonini.
A FORLÌ UNA NUOVA PIATTAFORMA LOGISTICA
Per il sito produttivo di Olitalia di Forlì, dove si producono oltre 96 milioni di litri di olio, l’azienda investirà 30 milioni di euro per interventi infrastrutturali nella logistica e nell’approvvigionamento energetico e per aumentare la capacità produttiva del 20%. Tra le opere principali si evidenziano la costruzione della nuova piattaforma logistica da 7.500 metri contigua al sito produttivo, destinata allo stoccaggio dei prodotti alimentari e alla movimentazione automatizzata; l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico, 6 volte più potente dell’attuale, che consentirà una significativa riduzione dell’impatto ambientale; nuove linee di produzione ad alta efficienza e un innovativo sistema di filtrazione e stoccaggio, 34 nuovi serbatoi che aumenteranno la capacità di stoccaggio del prodotto sfuso di 2 milioni di litri, a temperatura controllata (16-18°C) per una migliore conservazione dell’olio.
SPILAMBERTO AUMENTA LA CAPACITÀ PRODUTTIVA
Anche per il sito produttivo di Spilamberto (MO) di Acetaia Giuseppe Cremonini è previsto un investimento complessivo di 15 milioni di euro, finalizzato al potenziamento della capacità produttiva, all’ampliamento della superficie di stoccaggio e al miglioramento dell’autonomia energetica dello stabilimento. La fase 1, già completata, ha comportato un investimento di 9 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo fabbricato di 4.000 metri quadrati destinato alla produzione e al magazzino e per l’installazione di macchinari e tecnologie produttive di ultima generazione. La fase 2, che prevede ulteriori 6 milioni di euro di investimento, comprenderà la realizzazione di una linea dedicata al confezionamento del prodotto in vetro, un nuovo magazzino compattabile e una linea specifica per gli aceti speciali. A regime, lo stabilimento, nel suo complesso, passerà da 3.000 a 7.000 metri quadrati di superficie utile, raddoppierà la sua capacità produttiva da 20 a 35 milioni di bottiglie annue con un assetto logistico interno più efficiente, con oltre 4.000 posti pallet, e grazie ad un nuovo impianto fotovoltaico aumenterà sensibilmente l’autonomia energetica.
L’ANDAMENTO DELLE VENDITE IN ITALIA E ALL’ESTERO
Olitalia, la società che si occupa di confezionamento e commercializzazione di oli, ha chiuso il 2024 con un fatturato di 293,9 milioni di euro, in crescita del 12,4% rispetto al 2023, e volumi venduti di 96,5 milioni di litri di olio (+4% sul 2023). I canali principali per Olitalia sono la Gdo, che ha superato i 91 milioni di euro di ricavi (+4,5% sul 2023) e il food service, con 34,8 milioni di litri venduti e un fatturato di 85 milioni di euro (+11,3% sul 2023).
Ottima anche la performance all’estero, dove le vendite hanno raggiunto i 19,7 milioni di litri, generando un fatturato di 115 milioni di euro, pari a oltre il 40% del totale, con una particolare attenzione ai mercati asiatici come Taiwan, Sud Corea e Hong Kong. In questi Paesi, Olitalia ha conquistato una solida quota di mercato nel canale retail. Allo stesso tempo, la strategia prevede anche il rafforzamento della presenza in nazioni con alto potenziale, come Stati Uniti e America del Sud, dove la domanda di oli di qualità continua a crescere.
Quanto ad Acetaia Giuseppe Cremonini, la società che si occupa di produzione di aceti, nel 2024 il fatturato ha toccato i 23,3 milioni di euro (+2% sul 2023) a fronte di 7,5 milioni di litri venduti. Tra i driver di crescita spiccano le glasse, che hanno visto un incremento del 10% nei volumi e del 21% nel fatturato, arrivando a rappresentare il 28% del totale ricavi. L’estero rappresenta il canale principale, con oltre il 70% delle vendite complessive. Ai primi posti troviamo la Francia (16% delle vendite totali) e gli Stati Uniti (12% delle vendite), ma si segnala il buon andamento del mercato canadese che cresce del 27%. La marginalità è sensibilmente migliorata: l’Ebitda è salito dal 7,6% al 9,67% del fatturato e ammonta a 2,3 milioni di euro.
I risultati positivi raggiunti nel 2024 sono il frutto di una strategia chiara, che ha puntato sullo sviluppo di nuove linee di prodotto e su una presenza sempre più importante nei mercati esteri – dichiara Angelo Cremonini, Presidente di Olitalia –. Gli investimenti di circa 45 milioni di euro previsti nei nostri due stabilimenti di Forlì e Spilamberto hanno un obiettivo preciso: aumentare la capacità produttiva, migliorare l’efficienza logistica e rendere i nostri processi sempre più innovativi e automatizzati. Abbiamo scelto di intervenire in modo strutturale, con soluzioni che ci permetteranno di essere più reattivi alle richieste del mercato, migliorare la qualità del lavoro e aumentare la competitività, in Italia e all’estero”.

Grupo Consorcio, il fatturato sale a 78 milioni di euro (+12%)

Si è chiuso con un fatturato di 78 milioni di euro il 2024 di Grupo Consorcio, azienda spagnola attiva nel segmento premium delle conserve ittiche. La crescita sull’esercizio precedente è superiore agli 8,4 milioni di euro (+12,2%). Vola l’utile netto, che aumenta del 356% raggiungendo 1.590.741 euro, rispetto ai 348.347 euro del 2023. Il risultato operativo è salito del 650%, passando da 418.365 euro nel 2023 a 3.139.999 euro nel 2024. L’azienda sottolinea che questo significativo incremento arriva dopo aver superato le notevoli difficoltà di approvvigionamento di materie prime che, a causa di fattori naturali, hanno caratterizzato il 2023. I risultati sono anche il frutto di una strategia di miglioramento della redditività che sta funzionando e si riflette già chiaramente nei principali indicatori finanziari.

In totale, l’azienda ha operato in 42 Paesi, con una presenza nei cinque continenti: il 59% del suo fatturato proviene infatti dalle attività di esportazione, rispetto al 55% dell’anno precedente. Gli stabilimenti produttivi di Santoña (Spagna) e Pisco (Perù) e l’apertura del primo ufficio vendite indipendente a Milano, a gennaio 2024, sono stati fondamentali per il raggiungimento di questo traguardo. “Il 2024 è stato un anno positivo per l’azienda – dichiara Jesús Gómez, Ceo di Grupo Consorcio (nella foto in alto) – poiché ci ha permesso di continuare a consolidare la nostra posizione di leadership e di sviluppare ulteriormente il nostro modello di business. La nostra presenza in più di 40 Paesi, i nostri oltre 900 professionisti e l’apertura della nostra filiale indipendente a Milano sono pietre miliari importanti che riflettono la nostra ambizione di crescita globale. Questi risultati, insieme a quelli finanziari, ci spingono a continuare a espandere il nostro marchio mantenendo i valori di tradizione ed eccellenza che ci caratterizzano”.

“Nel mercato italiano, Grupo Consorcio ha chiuso il suo primo anno di gestione autonoma del business con un bilancio positivo – commenta Dario De Stefano, General Sales Manager per l’Italia –. Il volume di prodotto finito venduto è passato da 863.000 chili nel 2023, quando ancora operava attraverso un distributore esterno, a 1.185.000 chili nel 2024, con un incremento del 37%. Questa crescita dimostra la buona ricezione del marchio nel Paese e il successo della strategia commerciale attuata in questo mercato”.

In base ai dati NielsenIQ relativi all’anno terminante a giugno 2025, il mercato del tonno continua a crescere leggermente a valore nel 2025 (+1,9%), anche se registra un calo del -2,0% a volume. Il segmento premium, quello a cui appartiene Consorcio, mostra un incremento intorno al 3,8% (+133,5 Tn) a volume e del 4,5% a valore. Consorcio sottolinea di essere uno dei brand che sta performando meglio quest’anno, con un aumento nelle vendite dell’8,2% (+29 Tn), riuscendo così a guadagnare 0,5 punti di quota di mercato e a rafforzare la sua posizione come secondo marchio del segmento premium con una quota a valore del 12,1%. Il mercato delle acciughe evolve positivamente, con incrementi intorno al 4% (+4,1% a valore e +3,4% a volume). Le acciughe del Cantabrico (157,5 Tn) vedono salire le vendite al di sopra della media di mercato: +9,2% a volume e +9,3% a valore. Consorcio, che opera nel segmento premium delle acciughe cantabriche, migliora sensibilmente, con +27% a volume e +36% a valore, e porta la sua quota a valore al 12,8% (+2,5 punti rispetto all’anno precedente).

Conad investirà 2,1 miliardi entro il 2027

Nuove aperture, ovviamente, ma anche ammodernamento della rete ed efficientamento della supply chain, capitoli di spesa di certo altrettanto importanti in un mercato maturo e competitivo come quello italiano. Sono noti solo a grandi linee i contenuti del piano triennale di investimenti per il periodo 2025-2027 di Conad, ma il dato fondamentale – quello delle risorse – si conosce: 2,169 miliardi di euro. A comunicarlo è stato lo stesso Consorzio nell’incontro tenuto oggi, 10 luglio, a Milano con oltre un centinaio di rappresentanti delle banche e delle istituzioni finanziarie, a cui sono stati presentati anche i dati dell’ultimo esercizio. Conad ha chiuso il 2024 con un fatturato di 20,9 miliardi di euro, in crescita del 4,5% sul 2023, consolidando la propria quota di mercato a livello nazionale, pari al 14,86% nei canali Iper + Super + Discount (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo). Rilevante il contributo dei prodotti Mdd, che costituiscono il 33,3% delle vendite, e hanno generato un fatturato di 6,3 miliardi di euro (+5%). Cresce anche il patrimonio netto consolidato del sistema Conad, pari a 3,757 miliardi di euro (+7,7%).

Conad si conferma chiaramente prima insegna italiana della grande distribuzione – sostiene Mauro Lusetti, Presidente di Conad – con tutte le nostre cooperative che hanno continuato a crescere più del mercato, in un anno particolarmente complesso per l’economia italiana e i consumi. Ora è tempo di guardare al futuro, senza escludere nessuna opportunità. Lo faremo con una governance stabile e unita, che rappresenta tutte le componenti del sistema e che ha definito un piano di investimenti molto rilevante, che renderà il nostro sistema più innovativo ed efficiente”.

Il piano triennale di investimenti per il periodo 2025-2027 presentato oggi vale 2,169 miliardi di euro – ribadisce Matteo Capelli, Direttore Amministrazione Finanza e Controllo di Conad –. Tutte le cinque Cooperative associate a Conad e cioè PAC2000A, Conad Nord Ovest, CIA-Commercianti Indipendenti Associati, Conad Centro Nord e Conad Adriatico, hanno definito piani di investimento per aumentare l’efficienza della logistica, ristrutturare la rete di vendita e aprire nuovi punti vendita. Un piano ambizioso, che il sistema Conad ha elaborato per competere sempre meglio, e con crescente impegno, in un mercato caratterizzato da ‘permacrisi’, sempre più complesso e imprevedibile, che impone nuove sfide che escono dai paradigmi del passato e che andranno affrontate con coraggio e approcci innovativi”.

La rete di vendita Conad conta ad ora 3.315 punti di vendita e 425 concept store, servendo grandi città, quartieri e piccoli borghi in 107 province italiane. “Siamo passati dai 18,5 miliardi del 2022 ai 20,9 miliardi del 2024: quasi due miliardi e mezzo in 3 anni – dichiara Francesco Avanzini, Direttore Generale Conad –. Siamo leader in 7 regioni italiane. Buoni risultati, che ci incoraggiano a continuare sulla strada della crescita, coscienti di muoverci in nuovi territori, con clienti sempre più attenti alla convenienza ma desiderosi di qualità. In un mercato a bassi tassi di crescita e con una clientela in evoluzione, Conad è l’insegna retail italiana con le maggiori opportunità di crescita. Grazie al suo brand unico e alla strategia condivisa con soci e cooperative, punta a consolidare la leadership nel largo consumo e tra i consumatori italiani. Rafforziamo il nostro core business con lo sviluppo e la specializzazione della rete di vendita, l’efficientamento della supply chain, la crescita delle competenze interne. Prosegue anche l’accelerazione progettuale e gestionale sui due principali fattori distintivi del business: digitalizzazione dei processi e sostenibilità delle nostre attività, promuovendo la cultura del rispetto degli obiettivi Esg lungo tutta la filiera”.

Gruppo VéGé punta ai 16 miliardi di fatturato nel 2025

Fatturato al consumo pari a 15,3 miliardi di euro, in crescita del 4,6% rispetto al 2023, e una quota di mercato nazionale attestata all’8,3%: Gruppo VéGé archivia in maniera positiva il 2024 e stima di replicare lo stesso incremento quest’anno – l’obiettivo è fissato al +4,5% – tagliando il traguardo dei 16 miliardi di euro. Riunite a Napoli, le 32 imprese associate hanno approvato il bilancio 2024, undicesimo anno di crescita consecutiva. Fondamentale è ovviamente il rapporto con l’industria di marca, che ora passa anche da VéGé Data Sharing 3.0, la piattaforma digitale realizzata in collaborazione con NielsenIQ e arrivata alla sua terza versione, in grado di rendere fruibile l’analisi dei dati scanner di oltre 2.230 punti di vendita del gruppo sui 3.853 totali.
Rappresentando statisticamente più del 60% del mercato italiano del largo consumo, attraverso il VéGé Data Sharing 3.0, Gruppo VéGé può erogare ai fornitori in un’unica soluzione web based qualsiasi informazione in merito alle vendite, all’assortimento e alle promozioni, coinvolgendo l’83% dei soci con punti vendita al dettaglio e 438 fornitori che rappresentano il 93% dei 6 miliardi di sell-in contrattualizzati con l’industria di marca.

GLI INVESTIMENTI SULLA RETE DI VENDITA
Dal bilancio emerge la crescita anche in termini di rete di vendita con oltre 265 milioni di euro investiti per il suo ampliamento. Oltre a 29 ristrutturazioni, sono pianificate per l’anno in corso 98 aperture (6 ipermercati, 44 supermercati, 1 C&C e 47 nuove unità negli specializzati e nel libero servizio) con investimenti pari a 265 milioni di euro.
Completa il quadro lo sviluppo dei servizi legati allo shop online e alla home delivery: i punti di ritiro “click & collect” attivi hanno raggiunto quota 319 e sono 13 le regioni coperte dalla home delivery anche attraverso gli accordi di Quick Commerce già siglati con Glovo, Everli, Just Eat e Alfonsino. È in via di definizione, inoltre, un’ulteriore partnership con Deliveroo.

QUOTA 20 MILIARDI ENTRO IL 2030
“La crescita registrata anche quest’anno non può che essere accolta con soddisfazione – commenta Giovanni Arena, Presidente di Gruppo VéGé (al centro nella foto a fianco) – attestando di fatto la bontà delle scelte strategiche di VéGé. L’Assemblea dei Soci ha dato grande plauso anche al proficuo lavoro di riorganizzazione societaria interna, da me fortemente voluto, che ci permetterà di proiettarci nel futuro con ancor più efficacia ed efficienza. Un risultato raggiunto grazie alla visione e al grande operato di tutti i nostri soci imprenditori con cui portiamo avanti un gioco di squadra vincente. Anche in termini di risultati netti cumulati, Gruppo VéGé è leader tanto è vero che l’ultima ricerca Mediobanca sulla Gdo in Italia, sottolinea che il nostro gruppo è secondo in Italia solo dopo Eurospin. Per il futuro il nostro impegno si muoverà ancora una volta all’insegna dell’espansione e della crescita puntando all’obiettivo di un fatturato da 20 miliardi di euro entro il 2030”.

“Gli ottimi risultati approvati dall’Assemblea dei Soci riflettono lo spirito di coesione che unisce tutta la business community che ruota attorno al gruppo – dichiara Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé (a sinistra nella foto in alto) –. Un’unione di intenti e obiettivi a cui abbiamo dato una spinta tecnologica attraverso progetti come il VéGé Data Sharing con cui vogliamo rafforzare le sinergie di tutti gli attori di filiera con cui veniamo in contatto, dai nostri imprenditori ai nostri fornitori. Sono inoltre estremamente orgoglioso nel constatare che, sebbene il mercato non sia così facile, i miei imprenditori aumentino ogni anno il loro impegno in concreti progetti di responsabilità sociale a favore delle comunità locali, siano esse scuole, associazioni sportive dilettantistiche o altri istituti del terzo settore”.

“Nonostante la fase di continue tensioni, fra i recenti timori di future applicazioni di dazi ed incertezze in merito all’andamento dei costi di talune materie prime, Gruppo VéGé ha condotto una stagione negoziale raggiungendo ambiziosi obiettivi che hanno permesso alle imprese di trasferire ulteriori vantaggi ai nostri consumatori, attraverso adeguate politiche promozionali che hanno distribuito risparmi per circa 950 milioni di euro – afferma Edoardo Gamboni, Direttore Commerciale di Gruppo VéGé (a destra nella foto in alto) –. I conseguiti piani di sviluppo della rete vendita consolidano quota e crescita decisamente superiore ai ritmi del resto del mercato, la stabilità e la solidità dei nostri conti economici ci consentono di guardare al futuro con fiducia”.

Gruppo Selex cresce del 7,9% nei primi 5 mesi del 2025

Si è chiuso con un incremento del +4,5% del fatturato al consumo complessivo il 2024 di Selex, che raggiunge così i 21,1 miliardi di euro. Ancora superiore la crescita nei primi 5 mesi del 2025, comprensiva delle nuove aperture: +7,9%, rispetto al +4,4% del comparto nazionale (fonte NiQ, Lcc Iper+Super), mentre la quota di mercato sale al 15,6% (fonte: Nielsen GNLC), rafforzando la posizione di vertice nella grande distribuzione italiana. “Il 2024 e questi primi mesi del 2025 evidenziano un mercato dinamico nonostante le incertezze della situazione internazionale ed un’economia che cresce molto lentamente – dichiara Alessandro Revello, Presidente Gruppo Selex –. La nostra priorità è migliorare costantemente la rete dei punti di vendita, i prodotti ed i servizi ai nostri clienti attraverso investimenti in ristrutturazioni, nuove aperture, competenze e tecnologia. Stiamo inoltre investendo sull’innovazione a più livelli, in queste settimane ad esempio lanciamo la nostra piattaforma Selex Media, il primo progetto di retail media integrato ed omnicanale del nostro settore”.

GLI INVESTIMENTI SULLA RETE
Per sostenere gli obiettivi di sviluppo, il gruppo ha avviato un programma di investimenti da 480 milioni di euro finalizzato all’inaugurazione di 67 nuovi punti vendita e al rinnovamento di 114 strutture esistenti. La rete distributiva delle 18 imprese socie conta 3.331 punti vendita con formati diversi, dai superstore ai discount. Le insegne con diffusione nazionale sono Famila, A&O e C+C, cui si affiancano brand regionali. L’organico è di oltre 42.600 addetti.
Durante il 2024, le 8.000 referenze Mdd dei differenti brand del gruppo hanno ottenuto una crescita del +6,4%, dato che Selex interpreta come una conferma dell’efficacia di un approccio che mira a diversificare e ampliare le private label, dalle linee premium e salutistiche a quelle orientate al risparmio. Il segmento cash & carry evidenzia, invece, un andamento del +1,0% in uno scenario di mercato caratterizzato da una flessione del -5,6% (fonte Circana).
Sul fronte della strategia omnicanale, il Gruppo prosegue nello sviluppo dell’e-commerce attraverso la piattaforma proprietaria CosìComodo.it, che nel 2024 ha fatto registrare un incremento del +8% a livello di fatturato e si conferma nel 2025 con un +5% nei primi 5 mesi dell’anno. L’insegna rappresenta il canale e-commerce per 10 insegne del gruppo e copre con i servizi di consegna a domicilio e click&collect oltre 1.200 CAP in tutta Italia.

LE PREVISIONI PER IL 2025
Le proiezioni di fatturato per il 2025 vengono confermate, con un target di 22 miliardi di euro. “Il gruppo registra buoni risultati anche in questi primi mesi del 2025, ma rimane una preoccupazione di fondo sulla tenuta dei consumi per la seconda parte dell’anno – afferma Maniele Tasca, Direttore Generale del Gruppo Selex (nella foto a sinistra) –. Dobbiamo proseguire il contrasto all’inflazione ed adeguare gli assortimenti per offrire in modo continuativo convenienza sugli scaffali e cogliere le opportunità offerte dai cambiamenti nelle abitudini di consumo. Con l’iniziativa Selex Media, in fase di lancio, ci proponiamo di innovare e migliorare la relazione con i nostri clienti e con i partner fornitori”.

MD, ricavi stabili a 3,7 miliardi di euro nel 2024

Il 2024 è stato un anno di consolidamento per MD. L’esercizio si è chiuso con 3,7 miliardi di euro di fatturato e una crescita dei ricavi netti dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Il patrimonio netto supera i 619 milioni di euro e la marginalità si è mantenuta stabile, attestandosi al 6,09% nel 2024, in linea con il 6,11% registrato nel 2023. L’utile netto è stato di 81,2 milioni.
Nel Bilancio di Sostenibilità relativo al 2024 si legge che l’insegna conta 782 punti vendita (a fronte dei 785 indicati nel Bilancio di Sostenibilità 2023), per un totale di 9.172 dipendenti di cui il 64,9% donne con un incremento di 97 nuove risorse nell’ultimo anno. Riposizionamenti e aperture in location più strategiche, accompagnate dall’introduzione di format di negozio più evoluti, confermano la volontà di MD di rafforzare la propria presenza sul territorio non tanto attraverso l’espansione numerica, ma migliorando l’efficienza della rete esistente.
Dal punto di vista ambientale, MD ha registrato una riduzione del 20% delle emissioni di CO₂ rapportata alle superfici immobiliari e una riduzione dell’1,8% dei consumi energetici. Sono 308 i punti vendita che hanno consumi inferiori alla media aziendale e 65 impianti fotovoltaici sono stati installati, anche nei nuovi negozi, dove è stato introdotto il controllo da remoto degli impianti di raffrescamento e refrigerazione.

CRESCIUTA L’OFFERTA DI PRODOTTI A MARCHIO
Oggi MD conta circa 2.384 referenze private label (+6% rispetto al 2023) e 81 marchi food e non food. L’insegna sottolinea l’attenzione alla qualità, con il 100% dei prodotti a marchio costantemente valutati per impatti su salute e sicurezza. Nel 2024 sono stati condotti 211 audit sui fornitori e 189 audit nei punti vendita, con il 90% di conformità.

DONAZIONI E PROGETTI SOCIALI
L’insegna ha devoluto oltre 917.000 euro tra donazioni e progetti sociali: 543.289 euro attraverso la piattaforma Goodify e 40.000 euro alla Fondazione Veronesi. Con il programma di contrasto allo spreco alimentare, 240 tonnellate di prodotti sono state donate al Banco Alimentare, equivalenti a più di 479.000 pasti. “Da oltre 30 anni – dichiara Patrizio Podini, fondatore e presidente di MD – lavoriamo con una visione di lungo periodo. Nel 2024 abbiamo continuato a crescere integrandoci nel tessuto economico e sociale dei territori in cui operiamo. La forza di MD risiede nella sua capacità di evolversi restando fedele ai propri valori fondanti: rispetto, qualità, sostenibilità e inclusione. Guardiamo al futuro con determinazione, certi che insieme ai nostri clienti, collaboratori e partner continueremo a costruire un modello virtuoso di sviluppo”.
Investire nella sostenibilità – aggiunge Maria Luisa Podini, Amministratore Delegato di MD – significa proiettarsi nel futuro: un’impresa solida deve creare valore condiviso e duraturo, non solo economico, ma anche sociale e ambientale. Per questo, la sostenibilità è ormai parte integrante del nostro modello di business, consapevoli che solo così possiamo generare fiducia, innovazione e resilienza per affrontare le sfide che ci attendono”.

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