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Manzo e Agnello inglesi, in Italia vanno forte. E Carrefour lancia una promozione

Tramite Eblex, l’Ente che si occupa di promuovere e sostenere l’industria inglese delle carni bovine e ovine, sono stati resi noti i dati di export di manzo e di agnello provenienti dalla Gran Bretagna nei primi due quadrimestri del 2014.

E l’Italia si è rivelata un mercato decisamente importante: stando al rapporto, infatti, il nostro Paese con 4.175 tonnellate di beef importato registra un + 17,79% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (allora erano 3.544 tonnellate). Grazie a questa performance il nostro Paese è fra i primi 5 importatori di carne bovina d’oltremanica, piazzandosi dopo i Paesi Bassi, l’Irlanda, la Francia e il Belgio. Altrettanto bene per le carni ovine: nei primi 8 mesi dell’anno verso l’Italia sono state esportate dalla Gran Bretagna 1.921 tonnellate di lamb, circa il 10% in più rispetto al 2013 (1.741 tonnellate).

«Eblex ha registrato un rafforzamento delle esportazioni in Italia, un dato che sicuramente si confermerà anche alla fine dell’anno – afferma Jeff Martin, responsabile Eblex in Italia. – Il nostro obiettivo per il 2015 sarà di continuare a consolidare la nostra presenza proprio nel mercato italiano, per questo motivo abbiamo in programma importanti attività». La prima riguarda una promozione con Carrefour: dal 19 dicembre fino alla fine dell’anno, infatti, l’agnello inglese sarà in vendita presso gli iper e supermercati della catena francese, nei banchi di carne fresca, in piccoli tagli adatti per i pranzi delle prossime festività. La promozione si avvale inoltre della collaborazione di Simone Rugiati, chef e noto volto TV, che per l’occasione ha ideato per Eblex 3 ricette a base di agnello. Collegandosi al portale italiano della società inglese interamente dedicato al mondo della carne, il consumatore troverà procedimenti e immagini dei 3 piatti che lo Chef ha creato appositamente per il Natale, tre idee facili e gustose per offrire ai propri ospiti una ricetta ‘firmata’.

Il segreto del successo

Un aspetto per cui beef e lamb hanno successo è la loro versatilità: gli inglesi, infatti, forti della loro lunga tradizione, hanno portato in Italia anche nuovi tagli, più moderni, più facili da cucinare e in molti casi anche meno costosi. Non più solo le classiche costolette d’agnello, deliziose ma costose e con poca resa. Ora dall’Inghilterra arrivano pure il cosciotto o la spalla: basta un solo taglio per preparare un pranzo per tutta la famiglia.

Chi è EBLEX

È una divisione di Agriculture and Horticulture Development Board (AHDB), ente britannico non governativo per il sostengo e lo sviluppo dell’industria agroalimentare. Il ruolo di EBLEX è di sostenere l’industria inglese delle carni bovine e ovine in tutta la filiera: dall’allevamento all’esportazione. I suoi obiettivi sono promuovere l’industria delle carni, contribuire in modo diretto al miglioramento dell’efficienza nei settori bovino e ovino e stimolare la domanda in Inghilterra e all’estero attraverso attività di comunicazione e marketing.

 

Conad chiude a +1,5% il 2014. A febbraio lo sbarco in Cina

Nel consueto incontro con la stampa di fine anno l’amministratore delegato di Conad  Francesco Pugliese ha presentato il preconsuntivo 2014 e i programmi di Conad per il 2015, non senza dare qualche stoccata all’industria di marca.
Cominciamo dai numeri.

Nel 2014 Conad registra una performance in controtendenza rispetto all’andamento del mercato, con il giro d’affari attestato a 11,73 miliardi di euro – 173 milioni in più del 2013 –, in crescita dell’1,5 per cento (fonte: Fatturato Rete Conad). Risultato ottenuto con la riqualificazione della rete di vendita e un piano strategico di sviluppo realizzato anche per linee esterne (Billa, Despar e Eurospar). La rete è cresciuta con 351 punti di vendita, 89 dei quali rappresentati da nuove aperture mentre il resto sono ristrutturazioni o cambi di insegna. L’investimento complessivo è stato di 350 milioni di euro e ha creato 1.890 nuovi posti di lavoro, portando il totale a 48.604.

Ad inizio 2015 la rete si amplierà con altri 40 punti di vendita Billa, frutto di acquisizioni per 38.581 mq e un fatturato stimato di 205 milioni di euro. Servirà a incrementare la quota di mercato, salita quest’anno all’11,4 per cento, e rafforzare la leadership nel canale supermercati, ora al 18,6 per cento (+0,4 punti percentuali rispetto al 2013), e nei punti di vendita di prossimità, al 14,3 per cento (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo).

La rete
SuperstoreNel complesso la rete di vendita cresce di 33.818 mq, pur essendo diminuita di 12 unità rispetto al 2013 a causa della riorganizzazione: i punti di vendita sono 3.007 (37 Conad Ipermercato, 192 Conad Superstore, 1.003 Conad, 970 Conad City, 560 Margherita Conad, 180 Todis e 65 altri canali) per 1.784.461 mq di superficie. Una rete che soddisfa ogni esigenza di acquisto e che è improntata all’impegno per l’italianità dei prodotti.  “Dopo la chiusura del rapporto con Leclerc abbiamo riportato gli ipermercati sotto l’insegna Conad. 22 li abbiamo trasformati in Superstore, altri li abbiamo ridimensionati nela superficie. Oggi tutti gli ipermercati viaggiano con una crescita dell’1%. Le operazioni di rebranding saranno terminate nel corso del 2015” ha detto Pugliese.

“Non abbiamo bisogni di metro quadrati in più, ma di punti vendita in line con le esigenze di oggi. Oggi abbiamo verificato che rimodernare il punto vendita genera da subito un aumento di vendite del 25-30%. Realizzarne uno nuovo ha dei tempi, anche da questo punto di vista, decisamente più lunghi”.

Promozioni=cocaina
Sull’industria di marca, rilevando come il 53% delle aziende del largo consumo ha ridotto gli investimenti in comunicazione nei primi 9 mesi del 2014, il 40% ha ridotto la comunicazione e aumentato le promozioni e solo il restante ha investito di più in comunicazione e ridotto le promozioni, Pugliese ha affermato: “La pressione promozionale è una droga che prima o poi ci travolgerà. Sono come la cocaina che dà dipendenza dopo averla assunta la prima volta. Come porvi rimedio? Noi abbiamo scelto due strade: la valorizzazione dell’insegna e la targettizzazione dei clienti. Perché il commercio deve passare dalla massificazione alla targettizzazione dell’offerta. Non parlo delle promozoni ad personam. Quelle sono nel libro dei sogni. Noi stiamo sviluppando un sistema di scavo nei big data dei comportamenti dei nostri clienti in tutti i touch point per individuare dei cluster su cui lavorare.
Già nel 2014 come Conad abbiamo ridotto la pressione promozionale di un punto percentuale. Occorre arrivare a un corretto posizionamento del prezzo dei prodotti”.

 Robin Hood e lo sceriffo di Nottingham
“Non siamo Robin Hood. Come distributori negli ultimi cinque anni abbiamo visto i nostri margini scendere sempre di un po’, i bilanci dell’industria crescono. Noi stiamo ridando alla gente ciò di cui ha bisogno, ma non possiamo durare a lungo”.

La Marca del distributore
Per il primo anno la MDD segna il passo. “Per gli altri. In Conad è cresciuta del 5,4% a valore e del 2,7% a volume. Mi piacerebbe sapere quante sono le industrie di marca che possono vantare questi dati. Se hanno volumi e valori in negativo, si chiedano perché.
Ma se poi analizziamo meglio, la quota della MDD sulle vendite totali è del 27,2% (contro il 19,1% del mercato), allineata con le performance europee e la differenza con la media italiana è del +8,1%, quasi raddoppiata rispetto al 2007 quando era del 4,8%. Ciò significa che Conad da un grande contributo alla crescita della MDD nel suo complesso”.

La produttività
produttivita gdo«Rispetto alla produttività media italiana di 5.350 euro al metro quadrato, Conad registra 6.160 euro/mq. Ma con una superficie media per punto vendita di 600 metri quadrati, molto inferiore rispetto  a Coop, Iper, Eurospin che la precedono. Non considero Esselunga perché è un fuoriclasse: con i suoi 18.020 euro al metro quadrato si confronta con i migliori europei. Ma anche Conad in area 1 e 2 ha già varcato le Alpi, con oltre 11.000 euro al metro quadrato e i punti vendita Sapori & Dintorni raggiungono la punta d’eccellenza di 21 mila euro al mq”.

Le minacce
C’è una spada di Damocle che pende sulla distribuzione italiana, già provata da due anni di calo dei consumi: si chiama reverse charge dell’Iva. «Se sarà definitivamente approvata nella legge di stabilità, la reverse charge sarà un’altra bella botta per la liquidità dei distributori, pari a tre volte l’effetto dell’articolo 62.

La Cina è vicina
Finalmente qualcuno dei (pochi) grandi retailer tricolori ci ha pensato ad andare in Cina per veicolare l’italian food, uno dei pochi valori italiani a mettere d’accordo tutti. E così lo fa Conad, che si è accordato con un imprenditore cinese e con un’azienda statale che apriranno a febbraio cinque punti vendita a Shanghai e in due province con un assortimento di250 prodotti Sapori e Dintorni (che si chiameranno Creazioni d’Italia) e Conad tra fresco, secco, surgelati e vini. “L’obiettivo è di aprire 1000 punti vendita e di espandere il modello cooperativo di Conad in Cina, puntando sul nostro dna di imprese di persone”.
Oltre a ciò saranno installate 400 vending machines in tutta la Cina contenenti prodotti monoporzione in assaggio. Chi li acquista, li prova e se gli piacciono può ordinare via internet con consegna in tutto il Paese in 24 ore.
Nel 2014 l’export di Conad ha superato i 60 milioni di euro alla vendita. Dalla Cina arriverà un deciso incremento.

L’alleanza con Finiper
“Per scelta condivisa non faremo acquisti insieme a Finiper nelle piccole e medie imprese. L’accordo è decennale ed è un’alleancza che vuole essere di più di quello che si vede oggi. Sono tante le aree di scambio e gli effetti si vedranno con il tempo”.

Il Natale alle porte
“Secondo le nostre stime, dall’avvio della campagna di vendita per le feste, non siamo molto ottimisti. Se le cose vanno bene il Natale si potrà chiudere con un -1,5/1,8% rispetto al 2013. Nellìipotesi peggiore registreremo -2,5/2,8% sull’anno scorso”. In assoluto vale a dire 200-300 milioni di euro, passando dai 10,8 miliardi spesi nel 2013 ai 10,5-10,6 stimati nel 2014

 

Fabrizio Gomarasca

Francesco Pugliese è il nuovo presidente di Core

Francesco Pugliese, Ceo ofConad and Chaiman of Core

Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, è stato eletto presidente di Core, la nuova alleanza strategica in cui sono presenti Colruyt (Belgio), Conad, Coop (Svizzera) e Rewe Group (Germania). Un’alleanza capace di dare risposta alle crescenti sfide competitive della concorrenza in Europa e al processo di internazionalizzazione del commercio di prodotti agroalimentari.
La sede è a Bruxelles e la forma giuridica è quella di una società cooperativa belga.
Nel 2013 i quattro gruppi hanno registrato un giro d’affari di circa 90 miliardi di euro – il 6,7 per cento circa del valore dell’intero mercato europeo – con una rete di 20 mila punti di vendita presenti in 18 Paesi dell’Europa.
Nel consiglio di amministrazione sono presenti Frans Colruyt e Christophe Dehandschutter (Colruyt), Joos Sutter e Philipp Wyss (Coop Suisse), Alain Caparros e Manfred Esser (Rewe Group) e Francesco Avanzini (Conad).

Farinata di ceci Tantì, una novità che si ispira alla tradizione

È una miscela pronta, alla portata di tutti e di facile preparazione: parliamo della Farinata di Ceci Tantì, tipicità molto conosciuta soprattutto in Liguria, Piemonte e Toscana, ma che oggi, grazie all’iniziativa di due imprenditori di Nizza Monferrato, sarà presente nelle principali insegne della distribuzione italiana. Con acqua e olio extra vergine d’oliva in soli quindici minuti è facilissima da preparare. Non è facile in un comparto agro-alimentare ormai saturo di offerte riuscire ad inventare qualcosa di nuovo per risvegliare l’interesse dei consumatori. Ma grazie all’idea di Silvia Bisoglio e Bruno Ghignone di far rivivere un piatto della tradizione italiana, la farinata sta ottenendo consensi crescenti a dimostrazione della bontà e della praticità del prodotto.

Quello che mancava, infatti, era renderla alla portata di tutti con una miscela già bilanciata, risultato sicuro anche per i profani. Cosa, da oggi, possibile.

«È iniziato tutto per hobby – spiegano Bruno Ghignone e Silvia Bisoglio, titolari del ristorante Tantì a Nizza Monferrato-. I nostri clienti ci chiedevano di gustare la “belecuada” (così si chiama da noi la farinata), di conoscerne gli ingredienti, le dosi e le modalità di cottura. Da lì in poi il passo è stato breve, ed è nata la miscela “Tanti” nel tipico sacchettino di stoffa legato con un cordino e dal modico prezzo e che oggi presentiamo con un packaging accattivante adatto allo scaffale del supermercato”.

Per rendere ancora più stuzzicante questo piatto storico della tradizione italiana, all’interno della confezione lo chef Andrea Mainardi ha creato ricette e suggerimenti facili e appetitosi.

«È multifunzionale, è versatile, pratica, naturale e di veloce utilizzo – è il pensiero di Andrea Mainardi – È un prodotto sano, italiano e senza glutine e può essere lavorato

 

in mille ricette con creatività e fantasia. Credo sia un prodotto della tradizione, ma attento anche al gusto dei più giovani. Nella variante “Gusto Pizza” può essere l’alternativa al solito aperitivo con patatine e stuzzichini..».

Un altro plus di Tantì è il fatto che non contiene glutine; da anni infatti è presente sul prontuario AIC insieme alla gamma dei preparati per dolci ed è l’ ideale anche per chi deve seguire regimi alimentari particolari.

I punti vendita ove trovare Tantì sono in continuo aumento. Al momento è distribuita nei Bennet, Crai, Gulliver, Punto Sma, Dimar, Auchan, Billa, Il Gigante, Agorà, Coop, Carrefour, Eataly, Unes, Basko, Billa di tutto il nord d’Italia.

 

Ancc e Coop Italia sostengono il Protocollo di Milano promosso da Barilla Center F&N

Nel corso del sesto Forum internazionale su Cibo e Nutrizione in svolgimento a Milano, il Protocollo di Milano, promosso dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition,  viene consegnato alle istituzioni e ANCC-Coop e Coop Italia diventano ufficialmente sostenitori dell’accordo mondiale su alimentazione e nutrizione in vista di Expo 2015. Una proposta di patto globale sul cibo già sostenuta da numerose organizzazioni internazionali tra cui la Jamie Oliver Foundation, Eataly, Slow Food, Coldiretti, WWF e Save The Children.

In pieno accordo con le linee guida del documento, Coop è da sempre impegnata in iniziative concrete per la sostenibilità alimentare e ambientale attraverso azioni a favore dei consumatori, attività di informazione e formazione sul consumo consapevole che in oltre trent’anni hanno coinvolto migliaia di scuole, studenti, insegnanti e famiglie. E Coop è peraltro parte attiva di Expo 2015 coinvolta nella progettazione del “supermercato del futuro”.

«La sostenibilità dello sviluppo economico, cioè di una crescita equilibrata tra produzione alimentare e sfruttamento delle risorse del pianeta, è uno dei criteri fondamentali che guidano le strategie di Coop. Riteniamo importante il ruolo di modelli produttivi e di imprese a larga partecipazione e gestione democratica, nell’assicurare un cibo buono e sicuro per tutti e creare così consapevolezza sul futuro del Pianeta» ha spiegato Marco Pedroni presidente Coop Italia.

«Aderiamo volentieri al protocollo di Milano perché è coerente con i valori che la cooperazione promuove. Dibattere con istituzioni, imprese, cittadini e attori della società civile sull’insostenibilità dell’attuale ritmo di consumo delle risorse come fa il Protocollo di Milano è infatti un modo di attivare un processo di costruzione partecipata e cooperativa che aiuta a fare comunità» ha a sua volta commentato Enrico Migliavacca vicepresidente vicario Ancc-Coop.

Il Protocollo si pone come obiettivi la lotta allo spreco alimentare, con l’abbattimento del 50% entro il 2020 dell’impressionante cifra di 1.3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato nel mondo, attraverso campagne mirate ad accrescere la consapevolezza del fenomeno e accordi di lungo termine che coinvolgano l’intera catena alimentare a partire dalla filiera agricola; l’attuazione di riforme agrarie e lotta alla speculazione finanziaria, promuovendo un’agricoltura più sostenibile, e la lotta alla fame e all’obesità, con il richiamo all’importanza dell’educazione alimentare e di uno stile di vita sano.

 

Le Naturelle augurano Buon Natale dal piccolo schermo

Le Naturelle, il marchio di uova e ovoprodotti del Gruppo Eurovo, conferma la propria presenza televisiva dopo la positiva esperienza autunnale sul piccolo schermo. L’attenzione ricevuta durante le trasmissioni del palinsesto Mediaset (Avanti un altro) e La7 (Cuochi e Fiamme) hanno portato a credere ancora in questa forma di comunicazione.

Le Naturelle scelgono Striscia la Notizia e Avanti un altro, con telepromozioni da 70” in onda dal 14 al 20 dicembre p.v., per fare gli auguri di Natale a tutti i consumatori. Il 21, 22,23 e 27 dicembre un’ulteriore telepromozione flash di 40” andrà in onda durante Avanti un altro.

Dall’8 dicembre fino all’Epifania, Le Naturelle saranno ancora protagoniste della cucina di Cuochi e Fiamme su La7 alle 19.00 e poi dalle 20.00 alle 21.00 su LA7D.

Gli spazi promozionali rappresentano l’occasione per suggerire le uova come alimento adatto anche alla prima colazione, soprattutto in tempi in cui la frenesia del lavoro spesso ci porta a dare poco spazio al pranzo. Le telepromozioni sottolineeranno l’importanza del consumo delle uova in età infantile ed adolescenziale: l’uovo infatti è un alimento altamente proteico ma poco grasso. In particolare l’albume, che Le Naturelle propone in un brick da 500 g, è adatto a un’alimentazione ricca di proteine ma povera di grassi.

Oltre al Brik Albume da 500 g, i prodotti Le Naturelle promossi saranno: la confezione da 6 uova medie e sei uova grandi extrafresche provenienti da allevamenti a terra; e le confezioni da 6 e 4 uova biologiche.

Le Naturelle approfitteranno dell’occasione della loro presenza televisiva per augurare buone Feste al pubblico di Mediaset e La7e ai propri consumatori.

 

Confettura alle bacche di goji, concentrato di antiossidanti

Confettura alle bacche di Goji: ecco la novità firmata Vis. Non più solo lamponi, mirtilli e frutti di bosco, oggi la confettura è anche al goji, un concentrato di bontà e antiossidanti in un prodotto unico, ideale per una prima colazione – o un sanissimo break – a base di benessere, energia e tanta dolcezza.

Realizzata dalla Vis, azienda che da oltre 30 anni produce nel cuore della Valtellina, ai piedi delle alpi lombarde, alcune tra le migliori confetture e marmellate presenti oggi sul mercato, Più Frutta Goji è realizzata con bacche di Goji di prima scelta, in un quantitativo pari addirittura al 60% del totale.

Come molti sanno, le bacche di Goji sono note in particolare per le proprietà antiossidanti dovute al loro grande contenuto di vitamine C ed E. Conosciute e apprezzate da millenni in Oriente questi piccoli frutti rossi, che da qualche tempo si trovano facilmente in commercio anche da noi, sono originari dell’Himalaya, del Nepal e della Mongolia, e anche il nome, Goji, deriva dal termine cinese bacche.

Noti in Cina e in Mongolia come frutti della longevità, rappresentano un vero concentrato di vitamine e minerali, in particolare ferro, fosforo e manganese – che aiutano nella regolazione del metabolismo energetico – potassio e magnesio – che aumentano la resistenza muscolare – zinco e cromo – che offrono un valido supporto nelle diete ipocaloriche – e infine il germanio, un potente antiossidante utile come coadiuvante per artrite reumatoide, ipertensione e allergie.

Non solo. Nelle bacche di Goji si trova una quantità di vitamina C tre volte superiore a quella dell’arancia, la più elevata percentuale di vitamina B fra tutti i frutti e più betacarotene che nella stessa carota.

 

Dispens@gusto: la cultura a braccetto dell’eccellenza alimentare sul web

Da sinistra: Stefano Trentini, Responsabile Marketing Sigma; Lorenzo Luciani, Responsabile Commerciale Area Food di San Patrignano; Luca Ruffini, CEO Delverde Industrie Alimentari; Davide Cozzarolo, Direttore Commerciale e Marketing Sigma

Una nuova piattaforma web di e-commerce frutto di un’inedita collaborazione tra retail, industria di marca e impresa sociale: nasce Dispens@gusto, negozio virtuale in cui collaborano la catena distributiva Sigma, il pastificio abruzzese Delverde e la storica comunità di recupero per tossicodipendenti San Patrignano, nata nel 1978 e già da qualche anno attiva nell’enogastronomia come produttrice di eccellenze agroalimentari. Un trittico di expertise diverse, messe in condivisione sotto l’ombrello valoriale della passione per l’alta qualità e del made in italy a tavola e divulgate via web a tutti gli internauti desiderosi di acquistare prodotti alimentari scelti tra un catalogo di 70 referenze in ampliamento.

“Dispens@gusto – dichiara Stefano Trentini, responsabile marketing Sigma – non rappresenta in questa fase solo un canale di vendita alternativo al punto di vendita fisico, che per noi rimane assolutamente al centro della nostra attività ma un approccio innovativo e aperto a una progettualità tra attori di natura differente che ha trovato un primo approdo nell’e-commerce e che ha anche la valenza di raggiungere un target di consumatori che oggi non conoscono l’eccellenza dei nostri prodotti premium”.

Inoltre, ad accomunare ulteriormente realtà in apparenza così diverse, è l’attenzione che le tre aziende hanno da tempo verso i nuovi canali di comunicazione web e social, nella consapevolezza che la multicanalità si imporrà sempre più nei prossimi anni come key factor delle strategie commerciali e di marketing. Per questo la nuova piattaforma internet è vissuta come uno strumento che permette ai consumatori di conoscere meglio le realtà aziendali con un dialogo diretto e un immediato riscontro del gradimento dei consumatori. Grandi le potenzialità: secondo dati dell’Osservatorio eCommerce B2C della School of Management del Politecnico di Milano nel 2013 in Italia l’e-commerce ha raggiunto un valore pari a 13,2 miliardi di euro, con una crescita che a fine 2014 dovrebbe toccare il +17%.

 

di Pietro Cinti

Panieri Nielsen: a ottobre i basici stabili, bene gli altri

Nella particolare analisi dei consumi, i Sei panieri del largo consumo elaborati da Nielsen offrono una lettura originale dell’economia reale. Ogni paniere, infatti è in grado di raccontare una storia: dalla lettura dei trend delle vendite nella grande distribuzione, dei prodotti individuati e inseriti nei diversi panieri, si può capire l’evoluzione dei comportamenti di acquisto e di consumo degli italiani.

A ottobre, questi indicatori volgono al bello, con cresce anche modeste, ma crescite, di alcuni comparti, anche se all’interno dei sub-insiemi che li compongono vi sono scostamenti anche rilevanti.

L’andamento dei Panieri Nielsen a ottobre panieri nielsen

L’unico a rimanere stabile è quello dei Basici, che include tutti gli alimenti necessari alla preparazione del primo piatto “classico”, tipico prodotto della tradizione italiana e pilastro della dieta mediterranea. Accanto alla pasta e al riso sono presenti tutti i condimenti, salse, sughi pronti, ma anche pesto, panna, besciamella. Sempre nei primi piatti sono presi in considerazione i legumi, anche loro prodotti tipici della dieta mediterranea. Se questi ‘tengono’, in calo sono invece i prodotti della prima colazione.

Nielsen propone un piccolo approfondimento riguardo la categoria dei Pronti da mangiare, categoria molto amp che va dallo snack a pasti principali. Ebbene, sottolinea Nielsen, la crescente esigenza di “risparmio di tempo” ha creato nel corso degli anni una maggiore apertura dei consumatori verso prodotti che offrono un risparmio, non tanto in termini economici, considerando i prezzi sempre più alti rispetto ai prodotti basici, ma in termini di tempo, risorsa che con l’attuale ritmo di vita è sempre meno disponibile.

Porte aperte dunque ai prodotti che offrono piatti pronti da utilizzare nei pasti principali: primi piatti e soprattutto secondi piatti freschi o surgelati che nel mese di ottobre trainano il mercato. Tra l’offerta dei secondi piatti spiccano per performance positive i prodotti freschi pronti a base di carne bianca e il pesce surgelato panato.

Un’altra anima del pronto è invece quella più dolce, che riempie i momenti “fuori pasto” e di autogratificazione. Nei punti vendita spopolano sempre di più proposte di pasticceria, torte pronte, gelati, snack e dessert dolci, prodotti a base di cioccolato e di acquisto d’impulso come le caramelle e le gomme da masticare.

Tuttavia dal punto di vista delle vendite è il comparto a maggiore sofferenza sia a volume sia in termini di fatturato. A trainare la performance negativa di questa area è il mondo del fuori pasto dolce trainata dalle gomme da masticare e dagli snack dolci. Tutta un’altra storia invece se parliamo del mondo dolce da forno che include i prodotti di pasticceria che vedono per il secondo anno una crescita di oltre il 5%.

 

Amica Chips è on air sulle note di Venditti

Nuova campagna pubblicitaria per Amica Chips in linea con la comunicazione friendly che l’ha sempre contraddistinta. Questa volta tutto ruota attorno alla canzone di Venditti dove il refrain “Ci vorrebbe un amico” è sostituito, va da sé, con “Ci vorrebbe un’amica”. E l’amica in questione è un sacchettone di patatine animato.

La campagna, in onda sulle principali reti TV, in radio, e sul web intende rafforzare il positioning della patatina classica nel sacchetto trasparente, dopo due flight a maggio e a settembre con i quali l’azienda aveva lanciato “Eldorada”, la patatina “hand coocked” che si colloca in fascia “premium” per le sue caratteristiche di doratura e croccantezza e per il suo packaging che ne esalta la genuinità e la qualità del contenuto.

Il segmento delle patatine è in forte fermento da qualche mese, dopo l’ingresso sul mercato italiano di Pepsico con Lay’s che ha affidato la distribuzione a un altro colosso come Ferrero. I player nazionali San Carlo della famiglia milanese Vitaloni (300 milioni di euro di fatturato) e Amica Chips della famiglia mantovana Moratti (83 milioni) si sono trovati sullo stesso fronte a polemizzare con l’azienda di Alba per l’accordo con il gigante americano, in nome della salvaguardia delle imprese italiane.

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