CLOSE
Home Tags Gdo

Tag: Gdo

Le promo smart di Lidl: lanciata in Francia una serie web dedicata al Bbq

Lidl nel suo percorso da discount a innovatore, è impegnato – specie all’estero va detto – in una serie di campagne promozionali davvero originali. L’ultima viene dalla Francia ed è una serie web di cui è appena stata pubblicata la prima puntata. Il tema è “caldo”, per popolarità e stagionalità: la griglia o barbeque. I protagonisti sono cinque volti noti, cantanti e attori francesi. Le dinamiche sono quelle ormai onnipresenti del reality e del talent con contest finale: i web-spettatori sono invitati a votare chi ha realizzato la grigliata più riuscita tra Aude, Sinclair, Ophélie, Léa e Jhon Rachid, riuniti in una villa sul mare e impegnati ognuno a realizzare la grigliata perfetta con il proprio ingrediente preferito. Non manca lo chef (quello vero) che dà consigli e fa un po’ di scuola di cucina. Il vincitore si aggiudicherà lo “Spiedino d’oro”.

Un modo per pubblicizzare i propri prodotti, dagli ingredienti alle mille attrezzature per il Bbq certo, ma soprattutto per proporsi come insegna giovane, dinamica e innovatrice. Non solo: la serie web fa parte di un grosso investimento in pubblicità e promozione (che vede Lidl superato in Francia solo da Carrefour secondo il sito Linéaires): una strategia davvero insolita e un allontanamento dalle logiche di un discount, divenuto ormai concorrente temibile delle insegne più tradizionali.

Esselunga apre a Casale Monferrato. Previste altre aperture e 2500 assunzioni in due anni

Un nuovo supermercato di 2500 mq, ma anche il rinnovo della viabilità in tutta l’area e un parcheggio pubblico. Così Esselunga entra a Casale Monferrato (AL) con il suo 151° punto vendita, seconda apertura del 2015 dopo quella di via Adriano a Milano, nonché quarto negozio della provincia di Alessandria e 15° in Piemonte.

Situato in via Rita Levi-Montalcini, nelle vicinanze di piazza Castello il negozio, con 2500 metri quadri di superficie di vendita, è dotato di un ampio parcheggio a raso e interrato per 560 autoveicoli. Oltre al supermercato, che si trova nell’area ex Demar, Esselunga ha realizzato tre nuove strade, intitolate a Rita Levi-Montalcini, Andrea Monzeglio e Monsignor Luigi Novarese; inoltre ha completato la viabilità cittadina con altre tre rotatorie e costruito un parcheggio pubblico su due livelli con 130 posti auto. All’interno del nuovo negozio sono impegnati 100 dipendenti, di cui 57 neoassunti avviati al lavoro attraverso il programma di selezione e formazione interno; di questi, 27 sono di Casale Monferrato.

Oltre ai reparti “classici” frutta e verdura sfusa e confezionata con un’offerta di oltre 450 prodotti, pescheria con personale dedicato che offre pesce fresco già pulito, macelleria, gastronomia ed enoteca con 700 etichette anche piemontesi, il pdv di Casale Monferrato dispone di un forno con panettieri specializzati che offre 18 varietà di pane fresco sfornato di continuo durante l’intero arco della giornata., e un bar Atlantic, una realtà consolidata nel campo della ristorazione presente in 73 negozi Esselunga.

Non si arresta dunque il piano di sviluppo previsto che porterà, nel prossimo biennio, a ulteriori 2500 assunzioni.

La ripresa c’è: anche i panieri anti crisi di Nielsen rallentano

La domanda che gli uomini d’impresa si pongono, alla ricerca di una lettura degli andamenti futuri della propria attività, è se la ripresa ci sia, sia solida, oppure sia ancora in una zona rossa.

L’odierno intervento del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco sulle “Considerazioni finali” conferma che i miglioramenti dell’economia, anche se la crisi greca è sempre pronta a riattizzare tensioni e rischi di contagio. La notizia, sembra questa volta in via definitiva, è che “il 90% circa del bonus fiscale sarebbe stato speso e che, nei primi mesi del 2015, la quota delle famiglie che segnala di arrivare con difficoltà alla fine del mese si sarebbe lievemente ridotta rispetto a un anno prima”. Altro segnale positivo: ”nella media dell’anno scorso la spesa per consumi delle famiglie è aumentata per la prima volta dal 2010, ma rimane inferiore ai livelli del 2007 di circa l’8%”.

Insomma in prospettiva Bankitalia si attende un consolidamento della ripresa.

Più pragmaticamente e da un punto di vista di attenzione alle spese quotidiane, la rilevazione dei sei panieri del largo consumo elaborati da Nielsen, conferma questa evoluzione positiva.

In particolare l’andamento dei panieri che, nei periodi finanziariamente più difficili, salvavano il portafoglio dei consumatori dal collasso, a marzo mostra un significativo rallentament. Si tratta dei panieri Chef a casa, composto da materie prime e semilavorati per la cucina casalinga, e Basici, quest’ultimo composto da Ingredienti per la preparazione di primi piatti e Prodotti per la colazione.panieri nielsen marzo 2015

“Se Chef a casa continua a tenere un segno positivo – afferma Nielsen – sebbene non cresca più ai tassi degli anni passati, il paniere dei Basici risulta più in sofferenza, con un sotto paniere dei Primi piatti ancora in crescita e un sotto paniere Prima Colazione negativo sia a valore che a volume.  In particolare l’andamento del paniere Prima Colazione, e in generale la tendenza di tutti i restanti, ci lascia ben sperare di essere finalmente giunti ad un giro di boa: i numeri del primo trimestre di quest’anno ci dicono che i consumatori si stanno spostando su panieri più a valore aggiunto, che quindi comportano una maggiore spesa e che alcune abitudini si stanno di nuovo modificando, come quella della colazione a casa. Bisognerà sicuramente attendere il consolidarsi di queste tendenze prima di trarre la tanto sperata conclusione, di essere finalmente di fronte a un periodo di crescita e di ripresa dei consumi”.

Per quanto riguarda gli altri panieri considerati da Nielsen, sono tutti in crescita a marzo, tranne i fori pasto/gratificazione (forse non ce n’è più così bisogno?). Significativo l’incremento dei sottopanieri Secondi pronti (+17,7% a volume e +14,5% a valore) e l’area salutistica con +29,7% a volume e +27,2% a valore.

Paradosso ortofrutta: ne mangiamo meno di quanto pensiamo, ma il trend è in crescita

Tutti pazzi per frutta e verdura? Fa bene, lo dicono tutte le ricerche, protegge da tumori e malattie cardiovascolari. Gli chef stellati l’hanno ormai rivalutata e la propongono come il nuovo caviale. Eppure, ne consumiamo meno di 15 anni fa. Lo hanno rivelato a un convegno Sg Marketing a Fruit Innovation.

Eppure, secondo Claudio Scalise di Sg Marketing “se l’intento è quello di creare valore all’ortofrutta non dobbiamo pensare di rincorrere i volumi che si sviluppavano 10-15 anni fa. Negli ultimi anni i componenti delle famiglie sono calati, abbiamo assistito ad una destrutturazione dei pasti e un cambiamento di consumo con una progressiva razionalizzazione delle quantità e una riduzione degli sprechi, dovute principalmente alla crisi. Il cibo è tornato al centro delle relazioni attraverso programmi tv dedicati e al successo degli chef, a cui si aggiunge un numero crescente di community dedicate al food”. Senza dimenticare il boom del vegetarianesimo, che in Italia conta oggi 8 milioni di seguaci. Un panorama che consente di guardare al futuro dell’ortofrutta con ottimismo.

La conferma viene da un’analisi consumer condotta da Sg Marketing sul comportamento del consumatore nei confronti dell’ortofrutta nel punto vendita. Che rileva un ruolo dell’ortofrutta sempre più importante nel pasto del futuro. I numeri parlano di una progressiva riduzione del consumo di carne a favore dei legumi, e della sostituzione dei carboidrati con frutta e ortaggi. La percezione dei consumatori ad un aumento degli acquisti ortofrutticoli e ad un riavvicinamento alla categoria è dovuto, secondo lo studio, all’accresciuta attenzione a temi quali il salutismo e il benessere, al “fattore vegan” e alla consapevolezza che il consumo quotidiano di ortofrutta sia insufficiente. Prezioso il contributo fornito da un panel di insegne nazionali che hanno portato la loro testimonianza sul lavoro effettuato nella valorizzazione dell’ortofrutta nei loro punti vendita, una categoria strategica per la grande distribuzione, dove avviene il 66% degli acquisti di frutta e verdura.

Ortofrutta in Gdo tra mercato, comunicazione e territorio

Come gestisce la Gdo il reparto ortofrutta? Nadia Caraffi, category ortofrutta di Coop Centrale Adriatica, parla delle politiche adottate dalla catena incentrate su territorio, tradizione, lavoro e gusto per dare valore al comparto ortofrutticolo, anche attraverso la formazione ad hoc di addetti al reparto. A livello commerciale Caraffi sottolinea l’assenza di offerte a volantino per l’ortofrutta (a parte IV gamma e prodotti trasformati) mentre si preferisce puntare su prezzi convenienti tutti i giorni. Massimo Silvestrini, direttore sviluppo vendite e formazione PFT Market di Carrefour, ha presentato il format studiato per valorizzare l’ortofrutta, “reparto di benvenuto” all’interno dei punti vendita del retailer, puntando su differenziazione dalla concorrenza (con fornitori locali, servizio ad hoc per le eccellenze, qualità, ricerca delle eccellenze ortofrutticole, esposizione valorizzante) e la modernità (strutture innovative). Gian Marco Guernelli, category manager ortofrutta di Conad, ha parlato delle linea Sapori&Dintorni che, attraverso il legame con la territorialità e l’attenzione alla qualità, punta a rappresentare sul punto vendita la regione, il territorio e la tradizione. Gabriele Nicotra, direttore acquisti di Unes Supermercati, ha raccontato come la catena distributiva organizza nei punti vendita gli spazi del reparto ortofrutta, luogo di commercio e comunicazione di progetto e allestito come un mercato con l’obiettivo di soddisfare le esigenze del cliente.

A Cittaducale (Ri) un nuovo Cash & Carry C+C di GMF (Selex)

Ha aperto a Cittaducale, cittadina a pochi chilometri da Rieti, il nuovo Cash & Carry C+C di GMF Spa, realtà distributiva di Ponte San Giovanni (Pg), che fa capo al Gruppo Unicomm di Vicenza (associato a Selex Gruppo Commerciale). La nuova struttura ha una superficie di 3.000 mq di cui 2.500 di vendita, ed è dotata di un parcheggio di 100 posti auto di cui 30 coperti. Ha un organico di 20 addetti e dispone di 4 casse.

Riservato a una clientela di professionisti dei settori alimentare e ristorazione, ha in assortimento oltre 10.000 referenze alimentari, grocery e non food, che va dai freschissimi all’attrezzatura professionale. Particolare attenzione è dedicata ai reparti dei freschi, con proposte sempre attente e mirate alle esigenze dei clienti e un’ampia offerta di tipicità regionali: ortofrutta, salumi e formaggi, macelleria, pescheria. La cantina presenta un’accurata selezione di vini di qualità, pensata per ogni esigenza della piccola e grande ristorazione.

Non mancano le due linee a marca commerciale rivolti alla clientela professionale: Sù per gli alimentari, e Vanto per la detergenza professionale.

Si può vendere frutta rovinata dal maltempo? Waitrose pensa di sì

Coniuga spreco zero e solidarietà nei confronti degli agricoltori, dunque sostenibilità sociale e ambientale, l’iniziativa della catena inglese Waitrose di vendere mele (dichiaratamente) rovinate dal maltempo, in 263 pdv del Regno Unito. Questa volta la causa è l’ondata di grandine che ha colpito il Sudafrica, ma la proposta non è nuova: quest’anno erano già state messe in vendita mele inglesi che presentavano buccia scolorita o leggermente butterata a causa del maltempo, ma il primo progetto di questo tipo risale al 2011.
Commenta Greg Sehringer, buyer mele di Waitrose: “Sono ormai otto anni che teniamo in magazzino mele rovinate dal maltempo, e ora siamo orgogliosi di sostenere non solo i nostri agricoltori nel Regno Unito ma anche quelli all’estero che sono stati colpiti da eventi atmosferici inaspettati. È una testimonianza del fatto che riteniamo i nostri clienti abbastanza svegli da capire che questa frutta sarà deliziosa come sempre, anche se l’aspetto di queste mele non è perfetto come al solito”. Il prezzo del sacchetto da sette mele “rovinate” è di 2 sterline.

L’iniziativa non è nuova: ha fatto storia la campagna sui “brutti ma buoni”, i “Légumes moches” dell’insegna francese Intermaché e il consorzio Melinda vende mele “non perfette” nell’aspetto con il marchio “MelaSì”. Ma sono gocce nell’Oceano. Coldiretti in questi giorni lancia l’allarme: la grandine, provocata dal brusco cambiamento di stagione, sta danneggiando irrimediabilmente le verdure e la frutta sugli alberi, come ciliegie, albicocche e fragole, provocando milioni di euro di danni nelle nostre campagne. Perché non replicare anche da noI? Il cliente è pronto, magari anche stimolato dalla popolarizzazione delle tematiche di Expo? O forse “Energie per la vita nutrire il pianeta” è solo un vuoto slogan, come sostengono i critici della kermesse milanese?

Pam ha ridotto le scorte del 15% grazie alla tecnologia Jda

Ottimizzare i processi di previsione e rifornimento dei centri di distribuzione, razionalizzando la gestione delle scorte, e contribuendo a salvaguardare la propria redditività: è lo scopo della soluzione JDA Advanced Warehouse Replenishment, che assicura una buona gestione del magazzino, un servizio clienti reattivo ed elevati livelli di disponibilità dei prodotti. Adottata nei punti vendita Pam dal 2011, l’implementazione di JDA Advanced Warehouse Replenishment, rispetto al precedente inserimento manuale dei dati, ha consentito una riduzione del 15% delle scorte complessive, il miglioramento del servizio e la disponibilità dei prodotti. “Riduzione delle scorte equivale a riduzione dell’investimento finanziario, ciò ci permette di continuare a servire i nostri clienti al meglio, offrendo loro valore e convenienza” ha affermato Marco Benettin, Direttore Logistica, Acquisti Non Food e  Approvvigionamento del Gruppo PAM.

Le funzioni principali  

“Ora quando prendiamo decisioni riguardanti la gestione delle scorte, sappiamo di aver fatto la scelta giusta al momento giusto” spiega ancora Benettin. “Ad esempio, siamo in grado di sapere se, considerate le scorte disponibili in un dato momento, uno specifico fornitore è per noi più o meno redditizio. La soluzione ci aiuta a determinare se le condizioni di vendita o altre condizioni commerciali, come la quantità minima dell’ordine, siano le  migliore ottenibili”. La soluzione definisce i criteri della gestione delle scorte sulla base di fattori economici, bilanciati con gli obiettivi del servizio, permettendo all’azienda di utilizzare le proprie scorte in modo molto più strategico. Gruppo PAM può mantenere lo stock per promozioni e negozi specifici sulla base delle informazioni relative al punto vendita. Può anche attribuire priorità agli ordini in base a urgenza e redditività, un approccio che prima non era possibile.

Una delle migliori funzionalità di JDA Advanced Warehouse Replenishment è proprio l’alto livello di automazione. “La soluzione offre una serie di leve facili e veloci da utilizzare”, ha osservato Benettin. “Mantenendo la nostra attuale performance e gli obiettivi della società, possiamo riesaminare e ottimizzare costantemente queste leve, per pianificare meglio le nostre priorità di consegna in base all’urgenza dell’ordine”.

JDA Advanced Warehouse Replenishment offre un’automazione lineare, ma contrassegna anche le eccezioni, in modo che i responsabili dei processi possano rispondere molto rapidamente, secondo le esigenze. “I nostri processi di rifornimento ora sono molto fluidi – ha concluso Benettin -. La soluzione certifica e analizza costantemente i dati storici e verifica le eccezioni. Possiamo sapere esattamente cosa sta accadendo e a cosa dobbiamo prestare attenzione con un alto livello di precisione”.

NaturaSì protegge il bio con soluzioni Checkpoint Systems

Individuare una soluzione per abbattere le perdite sul punto vendita, garantendo una maggiore disponibilità dei prodotti a scaffale e migliorando così l’esperienza d’acquisto del cliente: è questo il motivo per cui NaturaSì, catena specializzata nel biologico, ha deciso di dare il via ad un programma di protezione delle referenze sul punto vendita con il supporto di Checkpoint Systems.

La crescente domanda per il bio si è tradotta nell’esigenza di dotarsi di strumenti di protezione del prodotto e di gestione dell’inventario adeguati, senza i quali cresce il rischio di continue rotture di stock e di clienti insoddisfatti.
Partendo dai dati sulle differenze inventariali di NaturaSì, Checkpoint Systems ha potuto pianificare e lanciare una serie di test tra giugno e dicembre 2014, su un punto vendita campione.
NaturaSì ha installato antenne antitaccheggio e applicato etichette antitaccheggio per la protezione di piccoli prodotti e dei freschi. “Come risultato dell’implementazione del programma di prevenzione, è stato registrato un calo delle differenze inventariali pari al 50% (dato riferito a gennaio 2015) – spiega Domenico Mosca, Responsabile Acquisti No Trade – . Le categorie che hanno beneficiato maggiormente del programma sono stati i prodotti food freschi e l’erboristeria”.

“Siamo orgogliosi che NaturaSì abbia ottenuto ottimi risultati in termini di riduzione delle differenze inventariali grazie alla collaborazione con Checkpoint Systems. Siamo accanto al Retailer per supportarlo nelle sfide quotidiane che la gestione dei punti vendita comporta in termini di sicurezza, ma anche di visibilità della merce. Un prodotto sempre disponibile a scaffale migliora l’esperienza d’acquisto del cliente, aumentando le vendite del Retailer”  ha commentato Alberto Corradini, Sales Director di Checkpoint Systems.
NaturaSì ha scelto Checkpoint Systems per la realizzazione del Bio Store all’interno del Biodiversity Park di EXPO 2015. In particolare, NaturaSì sarà presente nel padiglione del Biologico e del Naturale che rappresenta il cuore del Biodiversity Park, un luogo per conoscere la produzione biologica attraverso il racconto della filiera di un’agricoltura eco, sicura e sostenibile.

Cuorebio apre a Roma un nuovo supermercato

Cuorebio, insegna del gruppo EcornaturaSi destinata ai negozi indipendenti associati (sono circa 300 dislocati soprattutto in centri di medie e piccole dimensioni) ha aperto ieri un nuovo punto vendita nella capitale a insegna Più Bio-Cuorebio.

A fondare il nuovo supermercato Cuorebio è Rodolfo Foglietti, da 14 anni impegnato nel biologico. Il punto vendita è caratterizato da uno spazio ampio con vasto assortimento  di prodotti bio di qualtià rispondente anche a criteri di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale.

Tra le referenze presenti: pane preparato con farine biologiche ai formaggi, ortofrutta fresca, prodotti per chi soffre di intolleranze alimentari, referenze per vegani e vegetariani, bevande vegetali, succhi, vini e birre rigorosamente bio, pasta e biscotti, detergenti per la pulizia della casa, prodotti per l’infanzia, prodotti cosmetici e libri

Il nuovo Cuorebio si trova in zona Casilina,  in via dei Ruderi di Torrenova ed è dotato di parcheggio

Arriva Viviana l’uva italiana, un progetto di valorizzazione che fa cultura di prodotto

È finanziato dall’Unione Europea e promosso da Italia Ortofrutta – Unione Nazionale il progetto di valorizzazione dell’uva da tavola ‘Viviana, l’uva italiana’, presentato a Fruit Innovation, in corso di svolgimento a Fieramilano Rho.

Sono 12 le Organizzazioni di Produttori (OP) che hanno deciso di aderire al progetto, pronte a riconoscersi e farsi conoscere dal mercato tramite un marchio comune, tutte provenienti da territori (Puglia, Sicilia e Basilicata) vocati alla coltivazione di questo prodotto. Le Op aderenti sono. A. Bio.Med, Agricola Hortoitalia, Agritalia, Apoc Salerno, Assofruit Italia, Eredi Pietro Di Donna, Frutta più, Pugliaviva, Ecofarm, Consorzio fonteverde, Opi Sicula, Tarulli.

Insieme hanno fatto una scelta precisa di valorizzazione del settore, che cerca di opporsi con una strategia di inclusività alla forte crisi che da qualche anno lo attraversa. I consumi infatti sono calati senza sosta: solo nel 2010 le famiglie italiane acquistavano annualmente 8.254.164 tonnellate di ortofrutta l’anno, scese a 8.187.742 nel 2011, a 8.023.756 nel 2012 per arrivare alle 7.843.229 tonnellate del 2013 (fonte Ismea). Riassumendo, nell’arco di 13 anni (dal 2000 al 2013) il consumo medio di ortofrutta è calato di 138 chili a famiglia, e gli acquisti sono passati da 461 chili a 323 chili.

«Attraverso un marchio unico in grado di comunicare al consumatore informazioni utili ad accrescere il valore dell’uva da tavola – spiega Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta – i produttori che hanno deciso di partecipare al progetto ‘Viviana’ immettono sul mercato uva di prima scelta, superando così la criticità legata alla frammentazione dell’offerta. Questo è il modo migliore per uscire dalla crisi che ha colpito tutti: produttori, consumatori e grande distribuzione».

Il marchio Viviana riunisce quindi alcune delle migliori organizzazioni italiane di produttori per sviluppare nuove relazioni con la Gdo in un’ottica di partnership. Le OP coinvolte infatti sono in grado di fornire un approvvigionamento costante sia dal punto di vista temporale che di qualità, valori che certamente possono contribuire alla fidelizzazione del cliente. Ed è proprio questo uno dei punti di forza di ‘Viviana’: portare nei supermercati un prodotto 100% made in Italy e mettere a sistema una serie di plus che le organizzazioni dei produttori coinvolte potevano già vantare, ma che vedranno potenziate grazie al marchio Viviana.

Grazie alle forze in campo – 351 produttori, per 4.656 ettari e 120 mila tonnellate di uva prodotta – il progetto Viviana mette a disposizione della Gdo le principali varietà di uve da tavola italiane con e senza semi per un periodo che va da luglio a dicembre, tutte da filiera controllata e tracciabile.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare