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Food Court 4.0 nel Centro Commerciale Campo di Fiori di Gavirate

Food Court vista lago con una mission duplice: aumentare il tempo di permanenza medio presso la struttura e attrarre nuovi potenziali clienti alla ricerca di una location suggestiva per pranzare o cenare.

Questi gli obiettivi precipui della ristrutturazione del quinto piano del Centro commerciale Campo dei Fiori a Gavirate (Va) curata dallo studio HIT arcHITects.

La cifra stilistica

Lo spazio di 900 mq con trecento sedute accoglie la clientela senza trasmettere la marcata connotazione di tradizionale “area ristorazione”. Le aree comuni della food court sono infatti state “spogliate” degli elementi tipici (rivestimenti in piastrelle, comunicazione e menù, tavolate e vassoi)  e persino i cestini dei rifiuti sono mascherati e mimetizzati. Tutto è rigorosamente Made in Italy.

HIT arcHITects ha curato la riqualificazione giocando su continui cambi di prospettiva per scoprire la privilegiata vista sul lago. Per ottenere questo effetto lo studio ha implementato la nuova balconata panoramica che affaccia sulla hall del nuovo Multisala Electric, rendendola completamente in vetro e ha studiato l’area esterna per le stagioni estive. Diverse configurazioni di sedute e tavoli offrono la soluzione per ogni occasione e tempistica sia per il cliente solo e frettoloso, sia per gruppi di amici riuniti per la serata. L’utilizzo delle pedane rialzate è stato studiato per favorire punti di vista differenti, sia verso l’esterno sia verso l’interno.

La proposta gastronomica

La nuova court è animata dal ristorante-pizzeria Rossopomodoro, da ’A Puteca, il locale sempre a marchio Rossopomodoro dedicato al cibo da strada partenopeo, da Myke Fish & Burger, il brand milanese che ha fatto dello street-food cucinato in maniera sana la sua filosofia, e da La Piadineria, il marchio della piadina romagnola doc. L’elemento sfidante di questo tipo di progettazione è stato la capacità nell’individuare un equilibrio tra gli elementi di continuità dei diversi ristoranti e la personalizzazione degli spazi, ognuno secondo la propria immagine. HIT arcHITects ha individuato la soluzione per fondere le aree ristorazione in una iconica boiserie di quercia sormontata da un piano in corian color bianco artico che unisce e raccorda tutto lo spazio. Allo stesso tempo però ogni area mantiene la propria immagine e i propri elementi caratteristici: le singolarità di ognuna permettono ai clienti di orientarsi sentendosi dentro a un unico luogo omogeneo e curato e non come in una classica food court.

La scelta cromatica

Oltre alla boiserie di quercia, la progettazione si è focalizzata sull’uso dei colori e di scelte illuminotecniche. La cura nella selezione dei colori ha permesso di generare sfumature diverse nei toni del rosso, giallo e verde petrolio in ogni singolo punto ristoro. Le due aree comuni principali, rialzate e distinte rispetto al flusso di transito centrale, fungono da piazzette interne ricche di tavoli in marmo, sedute in ferro lavorato, panche in maiolica, grandi isole verdi e pareti di muschio che creano un’atmosfera accogliente che invita alla sosta, quasi come in un verdeggiante parco vista lago.

Sostenibilità ambientale

La food court si aggiunge ai punti vendita di un centro commerciale inaugurato nel 2001 e che fin dal principio si è distinto per soluzioni innovative e all’avanguardia. E’ infatti parzialmente alimentato da un impianto fotovoltaico automatizzato, un raffrescamento geotermico ed è uno dei pochi a disporre di un impianto di fluido refrigerato condiviso. La corte interna, inoltre, utilizza l’effetto camino unito al riscaldamento passivo della serra vetrata per controllare la temperatura nelle mezze stagioni. La food court si avvale di queste tecnologie che hanno permesso di contenere gli spazi dedicati agli impianti tecnici massimizzando gli ambienti aperti al pubblico, e di ottimizzare la disposizione delle cucine e degli spazi di sevizio. Le vetrate esposte a sud, realizzate con serramenti utilizzati in edilizia per le facciate continue dei grattacieli, sono state trattate con pellicole anti UV che hanno permesso di controllare l’apporto estivo del sole e quindi l’energia necessaria al raffrescamento.

 

 

App e shopping su mobile: le evidenze del Global Commerce Review

App dipendenti? Decisamente sì. Oggi in fase di acquisto, gli acquirenti sono sempre più mobile e più confidenti nella funzionalità delle applicazioni.

Ergo, è prioritario ri-definire le strategia di marketing commerciale.

Ecco quanto emerge dalla Global Commerce Review, il report di Criteo che analizza le attività, i comportamenti e le preferenze degli acquirenti su tutti i dispositivi e gli ambienti di navigazione.

“Con l’aumento dell’utilizzo degli smartphone, l’adozione di app e la navigazione da mobile hanno portato a modelli di shopping omnicanale interessanti”, ha dichiarato Alberto Torre, Managing Director di Criteo Italia. “Il nostro ultimo report evidenzia il potere delle shopping app nel generare tassi di conversione e vendite significativamente più elevati su dispositivi mobili, e conferma che i clienti omnicanale offrono il più alto valore a lungo termine. I retailer e le aziende possono trarre vantaggio da queste tendenze per ottimizzare i loro investimenti di marketing, connettendosi in modo più efficace con gli acquirenti per ottenere i migliori risultati commerciali.”

I punti chiave della ricerca

La prima evidenza interessante riguarda le performance delle app, in rapporto al mobile web. Emerge infatti che:

  • In Europa, i retailer con una shopping app oggi generano il 50% delle loro vendite su dispositivi mobili, con il 54% di transazioni tramite app.
  • Il tasso di conversione per le shopping app è stato tre volte superiore al tasso di conversione standard del 4% registrato sul mobile web.
  • In Nord America, i retailer con una shopping app generano il 67% di tutte le vendite di eCommerce su dispositivi mobili. La modalità in-app rappresenta il 66% delle transazioni mobili per i retailer che generano vendite sia sul mobile web sia in-app.

Emerge inoltre una progressiva diffusione degli acquisti on the go, con effetti conseguenti sull’utilizzo dei vari dipositivi:

  • Nel quarto trimestre del 2017, in Italia le transazioni con smartphone e tablet (app escluse) sono state il 37%. Su base annua le vendite tramite smartphone sono aumentate del 43,5%, mentre quelle da tablet sono diminuite del 15,7%. L’utilizzo del desktop continua a dominare durante le ore di lavoro, ma ha registrato una flessione anno su anno con un calo delle transazioni dell’1,1%.
  • In Italia, le categorie di vendita al dettaglio con la più alta percentuale di vendite da dispositivi mobili sono salute/bellezza (47%), moda/lusso (40%), articoli sportivi (40%) e casa/giardinaggio (33%).
  • La stagionalità ha ridotto leggermente il numero delle transazioni desktop precedute da un clic su mobile, in quanto i consumatori sono più attivi sui dispositivi mobili durante l’estate. In Italia il 25% degli acquisti è preceduto da un clic su un altro dispositivo e il 15% di quelli su desktop viene preceduto da un clic su un dispositivo mobile.

Le strategie omnicanale aiutano a guidare gli acquirenti e oggi generano il 27% di tutte le vendite, nonostante i clienti omnicanale rappresentino solo il 7% del totale.

A ogni momento il suo shopping

Il passaggio da un device all’altro è strettamente correlato al momento della giornata: prevale il desktop durante le ore d’ufficio, decisamente in ascesa lo smartphone nel tempo libero.

Ne consegue che:

  • In Italia i retailer che desiderano rivolgersi agli utenti nelle ore di lavoro, non possono ignorare il dominio del desktop in questo arco di tempo, specialmente tra le 9:00 e le 12:00.
  • In alternativa, l’ottimizzazione del targeting per smartphone e tablet rimane determinante la sera e per tutto il weekend.

 

 

Le baite di Oulx (CRAI) lancia le colonnine di ricarica auto

Due colonnine per la ricarica delle auto elettriche; saranno installate tra marzo e aprile presso il Centro commerciale Le Baite di Oulx, al cui interno è presente un punto di vendita CRAI associato al Cedi Codè Crai, storico protagonista del mondo della distribuzione moderna. È solo ‘ultimo di una serie di iniziative improntate alla sostenibilità ambientale promosse nei vent’anni di esistenza della struttura, che ha voluto dimostrare come la passione per il lavoro possa coniugarsi con la responsabilità sociale, l’attenzione verso l’ambiente e le popolazioni locali.

Era il 1998 quando il Centro commerciale assunse l’attuale aspetto ispirato all’architettura delle baite alpine. Legno e pietra sono stati utilizzati per inserire in modo armonioso una struttura altrimenti ingombrante in un contesto montano (e viene in mente la draconiana legge regionale del Trentino che ha detto stop agli spazi commerciali superiori a 10mila metri quadri).

Un primo significativo gesto che ha aperto la strada al percorso di attenzione che Le Baite hanno poi dimostrato dando seguito alle buone intenzioni con numerose attività concrete. Partendo dalle immancabili raccolte fondi che hanno interessato progetti legati al territorio come la cosiddetta operazione Chiesette ovvero il restauro della Cappella del GAD; ma anche progetti internazionali come quello nella Repubblica Centro Africa per costruire un nuovo nucleo abitativo per 20 bambini, in collaborazione con SOS Terzo Mondo.

Il centro commerciale Le Baite ha anche creato sinergie “responsabili” tra attività diverse: è stata installata una macchina per il riciclo delle bottiglie in PET che compensava i clienti con bollini della raccolta Crai. I clienti poi potevano scegliere di donare i bollini per la manutenzione dello storico Sentiero dei Franchi nel parco del Gran Bosco attraverso il quale i Franchi scesero le Alpi per affrontare i Longobardi (pari a 10mila euro).

Numerosi sono anche gli interventi strutturali per rendere l’edificio meno energivoro possibile. È datato 2010 il primo ampliamento della costruzione che ha previsto il recupero dell’acqua piovana per gli scarichi dei servizi igienici e per l’irrigazione, in contemporanea sono stati realizzati un impianto eolico e uno fotovoltaico per produrre energia da fonti rinnovabili.

Più di recente, nel 2015, in occasione di un’importante ristrutturazione, sono stati sostituiti i frigoriferi e la centrale frigorifera per adottare una nuova tecnologia che utilizza CO2 come gas refrigerante e quindi già in linea con le direttive europee che dal 2020 prevedono la progressiva eliminazione degli altri gas in uso. La nuova centrale garantisce sia un minor impatto ambientale sia un minor consumo energetico (-40%). Infine sempre nel 2015 è stata sostituita l’illuminazione tradizionale con apparati led.

Nel 2005 è stato installato il primo Ecopoint Crai per la vendita di prodotti sfusi per la riduzione dei rifiuti e successiva integrazione con detersivi alla spina Ecogoccia (un progetto Regione Piemonte).

Le proposte ecosostenibili non si limitano al Centro Commerciale: Le Baite cerca di sensibilizzare nel diminuire l’utilizzo delle autovetture. Per il periodo invernale è il principale sponsor dello Yety Bus, navetta gratuita per gli sciatori tra Oulx e Sauze d’Oulx e nei mesi estivi mette a disposizione dei clienti gratuitamente una navetta da Oulx al Centro Commerciale. E, per chi volesse arrivare con una non inquinante auto elettrica, tra poco ci saranno anche le colonnine di ricarica.

Gruppo VéGé si accorda con Grupo IFA e crea una piattaforma internazionale a tre

Nella foto: Giorgio Santambrogio Ad Gruppo VéGé, Roberto Tojeiro Rodríguez Presidente Grupo IFA, Nicola Mastromartino Presidente Gruppo VéGé e Juan Manuel Morales Direttore Generale Grupo IFA.

Accordo internazionale per Gruppo VéGé: il terzo operatore italiano per numero di punti di vendita ha infatti firmato un accordo con Grupo IFA, primo gruppo di distribuzione iberico per superficie commerciale, con oltre 6.784 punti vendita in Spagna e Portogallo.

 

Piattaforma internazionale

A seguito dell’accordo verrà creata una piattaforma internazionale all’avanguardia per il Sud dell’Europa. Gruppo VéGé entra a far parte del Comitato Acquisti Centralizzati Internazionali di Grupo IFA. L’accordo permetterà di ampliare la superficie commerciale di vendita a 5,6 milioni di metri quadri, distribuita sui quasi 9.500 punti di vendita in Spagna, Portogallo e Italia, con un fatturato complessivo di oltre 23 miliardi di euro.

Grupo IFA è costituita da 34 membri e 137 aziende partner, con un fatturato consolidato lordo superiore ai 16 miliardi di euro, oltre i 4,3 milioni di metri quadri, più di 95.000 dipendenti e 6.784 punti vendita. 

Grupo IFA e Gruppo VéGé collocano questo accordo, che sarà operativo nel mese di febbraio, all’interno del loro Piano Strategico 2020, basato sulla creazione di valore in primis per le proprie aziende associate e quindi per i propri fornitori. Entrambe le società condividono infatti una visione e un modello d’impresa basato sulla prossimità, sui prodotti freschi e su un vasto assortimento di prodotti di marca industriale.

«Siamo soddisfatti di questo accordo che ci permette di ampliare la nostra offerta rendendola internazionale – spiega Nicola Mastromartino, Presidente di Gruppo VéGé –. Il nostro Gruppo ha contribuito sin dai suoi inizi a far nascere il moderno sistema distributivo italiano, portando nelle case degli italiani la qualità e la varietà dei prodotti della nostra tradizione regionale. Adesso il nostro obiettivo è portare le eccellenze del made in Italy in tutto il mondo».

L’accordo con Gruppo VéGé permetterà a IFA di potenziare il proprio progetto di internazionalizzazione avviato nel 2016 con la partnership con Sonae MC, leader in Portogallo. Grazie alla gestione congiunta di questi tre mercati, oggi le società raggruppate nel Grupo IFA (IFA Retail, Sonae e Gruppo VéGé) aumenteranno la loro capacità di ottimizzare le proprie condizioni di acquisto, di migliorare la loro posizione competitiva e di assicurarsi un’offerta commerciale più vantaggiosa per il cliente finale.

Bio, online e sostenibilità fanno crescere la Coop svizzera

L’innovazione, il presidio delle (ex) nicchie come il bio e il fairtrade, la ricerca di nuovi formati, il canale online pagano: quanto meno in Svizzera, dove continua a crescere Coop Svizzera, che chiude il 2017 con un fatturato di 29,2 miliardi di franchi svizzeri (pari a 25,3 miliardi di euro) e un aumento del 3,1% per tutto il gruppo e dell’1,4% nel commercio al dettaglio. In crescita anche l’utile, che aumenta di 10 milioni di franchi arrivando a 485 milioni (pari a 421 milioni di euro). L’EBIT, ovvero il risultato ante oneri finanziari, è stato per tutto il gruppo di 806 milioni di franchi (700 milioni di euro), con una crescita del 5,7% rispetto all’anno precedente.

Il Gruppo Coop ha realizzato investimenti lordi pari a 1,6 miliardi di franchi (pari a 1,4 miliardi di euro) mentre il patrimonio netto inclusi gli interessi di minoranza ha raggiunto il 47,9% della somma di bilancio. A fine 2017, il Gruppo Coop, che è il secondo operatore nella grande distribuzione dopo Migros e che non ha alcun legame societario con Coop Italia pur avendo un logo molto simile, impiegava 86.318 collaboratori (+1317), dei quali 55.375 in Svizzera.

Coop Svizzera si conferma leader del mercato dei prodotti sostenibili, con 4,3 miliardi di franchi (3,7 miliardi di euro) di fatturato e una crescita in doppia cifra (+10,4%) Con i soli prodotti bio, Coop ha totalizzato 1,4 miliardi di franchi (+10,7%).

I supermercati Coop hanno incrementato la frequenza dei clienti del 5,7% superando, con 10,3 miliardi di franchi (8,9 miliardi di euro), il ricavo netto dell’anno precedente. I formati specializzati hanno visto una crescita del 2,8% raggiungendo i 7,1 miliardi di franchi (6,1 miliardi di euro). Interdiscount, Microspot, Fust e Nettoshop hanno messo a segno un fatturato di oltre 2 miliardi di franchi (1,7 miliardi di euro), con una crescita di 51 milioni di franchi (44 milioni di euro) e un rafforzamento della leadership nel mercato dell’elettronica di consumo. Il Gruppo Coop conta un totale di 2.295 punti di vendita, 41 in più rispetto all’anno precedente. Coop gestisce la rete di punti di vendita più numerosa della Svizzera.

In crescita nel 2017 anche il settore del commercio online. Il ricavo netto è ammontato a 1,7 miliardi di franchi (1,47 miliardi di euro), con una crescita di 267 milioni di franchi (232 milioni di euro) rispetto all’anno precedente. Il supermercato online Coop@home ha fatto registrare una crescita superiore alla media e pari al 10,5%; il ricavo netto è ammontato a 142 milioni di franchi (123 milioni di euro).

Nel settore Commercio all’ingrosso/produzione, Coop ha realizzato un ricavo netto di 13 miliardi di franchi (11,3 milioni di euro), che corrisponde a un aumento del 6,2%. Al netto delle acquisizioni, il settore è cresciuto del 4,9%. Il gruppo Transgourmet ha registrato un ricavo netto di 9,1 miliardi di franchi (7,9 miliardi di euro) con un aumento del 6,3% e la conferma del secondo posto tra le aziende europee che operano nel Cash&Carry e del rifornimento all’ingrosso.

 

Libri universitari è boom in GDO. I dati di TXT

Vanno a gonfie vele per TXT le vendite di libri universitari in GDO, che nel 2017 segnano un +32% dei ricavi . La notizia arriva direttamente dal gruppo leader nel settore Educational che da oltre 20 anni rifornisce con un’ampia offerta di libri scolastici le più rappresentative insegne della Grande Distribuzione Organizzata e che propone a scuole e aziende innovative soluzioni per il marketing, la formazione e la CSR.

Dopo l’exploit della stagione scolastica 2016, che ha visto un incremento del fatturato relativo alla distribuzione universitaria del 102%, si conferma dunque il trend positivo in un segmento che oggi rappresenta una parte sempre più consistente del business di TXT. In soli due anni (2015-2017), infatti, l’offerta studiata appositamente per consentire anche agli studenti universitari di prenotare i libri presso il loro supermercato di fiducia e di ritirarli direttamente in loco ha ottenuto una crescita complessiva del 134%.

“Questi straordinari risultati ci fanno capire quanto il target degli studenti universitari possa essere interessato al nostro servizio e al tempo stesso ci spingono a fornire a tutte le nostre insegne clienti un’offerta sempre più ricca e completa, anche tenendo conto del fatto che questa tipologia di libri ha una ‘vita’ molto più lunga rispetto ai corrispettivi della scuola primaria e secondaria – sottolinea Mauro Padovani, Presidente di TXT Group- il nostro obiettivo è proseguire in questo importante processo di crescita e siamo convinti che questo particolare segmento possa regalarci grandi soddisfazioni anche negli anni a venire”.

Chi è TXT

L’azienda ha al suo attivo una quota di mercato superiore al 50% ed una forte capillarità su tutto il territorio nazionale (Esselunga, Carrefour, Coop, Despar ecc.). Con sede a Occhiobello (RO), la società ogni anno movimenta circa 3,6 milioni di volumi (scolastici, universitari e di editoria varia), gestendo un servizio End-2-End e operando con centinaia di fornitori, in modo da raggiungere oltre 1.500 punti vendita e soddisfare le esigenze di più di 500.000 famiglie italiane.

Le “Arance rosse per la Ricerca” di Airc in 2400 punti vendita della Gdo

Bennet, le insegne del Gruppo Selex e del Gruppo VéGé, Carrefour, CRAI e Consorzio Coralis: sono le catene della Gdo che,  in collaborazione con FDAI (Firmato dagli Agricoltori Italiani), hanno scelto di sostenere l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro con l’iniziativa ‘Arance rosse per la Ricerca‘.

Da giovedì 15 febbraio per tutto il fine settimana e fino a esaurimento scorte, in oltre 2400 punti vendita su tutto il territorio, sarà possibile acquistare una o più reticelle di arance rosse italiane. Per ogni confezione venduta i marchi della Gdo garantiranno una donazione di 50 centesimi a favore di AIRC, grazie a cui le arance rosse italiane sono diventate il simbolo della sana alimentazione e della prevenzione del cancro. Era infatti il 1990 il primo hanno in cui furono scelte come protagoniste della campagna ‘Le Arance della Salute’ per le loro straordinarie proprietà. Contengono infatti gli antociani, pigmenti naturali dagli eccezionali poteri antiossidanti, e circa il quaranta per cento in più di vitamina C rispetto agli altri agrumi.

Coralis con circa 100 punti vendita e CRAI con circa 350 sposano la filosofia di FDAI, certificando dalla semina alla raccolta la provenienza italiana delle arance. Le arance destinate all’iniziativa provengono dalla Sicilia e in particolare dalla zona vocata dell’Etna. La caratteristica è la polpa rossa che contraddistingue la varietà più pregiata: il Tarocco Siciliano. Le arance sono coltivate, raccolte e confezionate direttamente dalle aziende agricole coinvolte e vengono proposte in retine da 2 kg caratterizzate dal marchio FDAI a garanzia dei valori agricoli di tracciabilità di filiera agricola italiana, di rispetto della vocazione produttiva dei territori e di identità agricola del produttore.

I ricercatori confermano che la battaglia contro il cancro acquisisce ogni giorno nuovi strumenti per la diagnosi e la cura, ma è sempre più riconosciuta l’importanza dei corretti stili di vita. Il cibo che consumiamo può diventare un alleato per la prevenzione. Un tumore su tre potrebbe non svilupparsi per nulla se tutti seguissimo stili di vita salutari, tra cui l’alimentazione risulta uno dei fattori chiave.

«Siamo orgogliosi di partecipare con circa 100 nostri punti vendita a questa campagna che è allo stesso tempo informativa e di sostegno per la ricerca, motore fondamentale per vincere la battaglia contro il cancro – commenta Eleonora Graffione, presidente del Consorzio Coralis -. A questo va aggiunto il valore etico delle arance che offriamo ai nostri clienti: la filiera certa, il rispetto per il lavoro degli agricoltori e il giusto riconoscimento sono elementi che appartengono al DNA di Coralis e siamo felici di poterli, ancora una volta, esprimere in un contesto tanto importante».

Il progetto delle arance rosse della ricerca è un esempio di come il mondo della produzione agricola e la Moderna Distribuzione, assieme, possano contribuire in maniera significativa e concreta alla sensibilizzazione del grande pubblico che, acquistando le arance “solidali”, potrà sostenere la ricerca oncologica e la produzione italiana.

Gli italiani e la spesa alimentare: i cinque nuovi profili Nielsen

Addio vecchi schemi basati su rilevazioni socio demografiche, la società, spinta dalla rivoluzione tecnologica e dall’invecchiamento della popolazione, cambia e così Nielsen identifica cinque nuovi profili di acquisto per gli italiani. Basati sugli acquisti reali delle novemila famiglie campione. Christian Centonze, Leader Soluzioni per il Largo Consumo di Nielsen, presenta i nuovi profili di acquisto degli italiani e considera come stanno impattando, e come influiranno in futuro, sui vari canali di acquisto, dall’iper all’eCommerce.

Frammentati oggi, polarizzati sempre più in futuro

Se stupisce la presenza ancora importante (4 milioni di famiglie) del segmento traditional, sicuramente, all’interno di questa ampia frammentazione che non ragione più per fasce di età ma piuttosto per disponibilità di spesa e aspirazioni, due sono le categorie verso cui nei prossimi anni tenderanno a convergere i consumi: la premium (golden shopper), definita “il sacro Graal del largo consumo” che detta tendenze e privilegia prodotti ad alto valore aggiunto (free from, bio, nutraceutici, con un focus sul benessere) e i low cost, che puntano alla convenienza e acquistano per la metà nel canale discount.

Insomma, nonostante le differenze, gli stili individuati da Nielsen non devono essere considerati compartimenti stagni, bensì “vasi comunicanti”, che fanno registrare migrazioni da un approccio alla spesa all’altro. E del resto sono 2 milioni le famiglie che negli ultimi due anni hanno già cambiato approccio alla spesa alimentare.

D’Osa, la nuova linea Coop che aiuta a cucinare facile e sano

Coop lancia una nuova private label: si chiama D’Osa ed è fatta di 37 referenze per cucinare in casa, materie prime e semilavorati con un percorso, per così dire, “facilitato”. Unendo due esigenze della nostra epoca: la passione per la cucina e l’esigenza di alimentarsi con cibi realizzati con ingredienti di qualità, buoni, sani e attenti agli aspetti etici e di sostenibilità.

È un po’ schizofrenico il consumatore d’oggi, ha poco tempo per cucinare ma ama fare da sé e avere il controllo della realizzazione, arriva a casa tardi dal lavoro ma non disegna di mettere le mani in pasta e infornare. Dunque largo alla IV gamma, ai prodotti semipronti, alle referenze gourmet.

 

Si parte con 37, a regime 55 referenze

In catalogo proposte che, in tantissimi casi, con l’aggiunta di pochi prodotti freschi, permettono di realizzare ricette che in genere richiedono una preparazione impegnativa: semilavorati e preparati per dolci, panificati dolci e salati, lieviti di vari tipi e decorazioni (come granelle di zucchero e altro). A regime la gamma completa sarà costituita da 55 referenze distribuite tra due grandi aree: i preparati per dolci (13 referenze di preparati, 19 referenze di ingredienti e 14 di guarnizioni) e le miscele di farine (con 9 referenze tra miscele per panificati pizze e focacce).

Sul fronte delle sempre più pressanti richieste per un’alimentazione salutare, le referenze D’Osa sono prove di coloranti, dolcificanti quali aspartame e saccarina, addensanti come la carragenina; si fa un limitato uso di additivi mentre soia e mais (e loro derivati) sono Ogm free. Non solo: nei preparati per dolci, ove possibile, sono utilizzati ingredienti Fair trade-Solidal (come nel caso del cioccolato), biologici, farine meno raffinate (tipo 1 e 2) e integrali. La maggior parte delle miscele di farine contengono inoltre materie prime 100% italiane e le miscele sono a basso contenuto di sale, di tipo funzionale e altamente proteiche.

Disponibile sul sito, il ricettario d’Osa Coop offre idee, consigli e spunti da realizzare con l’aiuto dei tantissimi prodotti di questa nuova linea. Disponibile in tutti i punti vendita Coop dall’8 febbraio, e rappresenta l’avvio dei festeggiamenti per il 70esimo anniversario de primo prodotto a marchio Coop, apparso nel maggio 1948.

 

 

Consilia cresce ancora, l’MDD di SUN registra un +20,6% nel 2017

Un incremento costante: è quello delle vendite dei prodotti a marchio del distributore in Italia, e una conferma viene dai prodotti a marchio Consilia che nei primi dieci mesi del 2017 hanno fatto registrare +20,6% (contro una media nazionale del +3,8%). 

I dati emergono dall’analisi periodica condotta dalla Business Intelligence istituita all’interno del Consorzio SUN – Supermercati Uniti Nazionali che associa Italbrix, Gruppo Gabrielli, Alfi (Gulliver), Cadoro e Gros Gruppo Romano Supermercati, il quale ha analizzato l’andamento del trend delle vendite sulla base dei dati di Iri.

 

Bevande, freddo e drogheria alimentare categorie al top

Considerando le diverse categorie emerge che le vendite delle bevande a marchio sono aumentate del 29,3% (1,4%); il Freddo ha fatto registrare un +24,5 % (3,9% dato nazionale private label); il Fresco il +16,3% (+7,5%); la Drogheria Alimentare +25,5% (2,9%); l’Ortofrutta +12,8% (7,6%); la Cura Persona +23,2% (-1,5%); la Cura Casa +17,1% (-2,2%) e il Pet Care -6,9% (0,8%).

Nel solo mese di ottobre il trend delle vendite dei prodotti a marchio è stato pari a 16,9% contro il 3,5% registrato a livello complessivo. Lo scenario dei consumi a ottobre, secondo le rilevazioni Nielsen, conferma la performance di crescita “seppur rallentando rispetto ai mesi precedenti, con un aumento dei fatturati di iper+super del +2,1% rispetto al 2016 (+2,8% a progressivo). La crescita della Marca del Distributore continua anche ad ottobre (+3,8% sul mese), con una quota che passa dal 18,6% di un anno fa al 19% di ottobre 2017”.

«La nostra marca del distributore Consilia continua a crescere e i dati lo dimostrano ampiamente. Una crescita che continua ad essere di gran lunga superiore anche alla media nazionale, segno evidente della validità delle scelte strategiche che stiamo attuando. Da parte nostra continuiamo ad ampliare la gamma delle referenze andando incontro anche alle mutate esigenze della nostra clientela. Il dato di ottobre, comunque, risente anche dell’impegno dell’azienda nella comunicazione. Infatti la “vetrina” garantita ai prodotti Consilia dal Grande Fratello Vip, indiscusso leader negli ascolti, ha influito nelle vendite dei prodotti a marchio del distributore» ha commentato il direttore generale del consorzio SUN Stefano Rango.

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