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Marca del Distributore, un business in crescita che vale 10 miliardi

La Marca del Distributore, ce l’ha fatta: oggi si conferma infatti un brand a tutti gli effetti con 10 milioni di ricavi al suo attivo e una quota di mercato del 18,7%.

Questi alcuni dei dati essenziali emersi nel Convegno inaugurale di Marca 2018.

La MDD continua a fare leva sull’innovazione e a crescere perché è riuscita a soddisfare le esigenze e la sensibilità degli italiani, sempre più attenti ad abitudini alimentari orientate a principi di salute e benessere. Oggi, infatti, fanno la differenza tutti quei prodotti che fanno parte del biologico e della IV gamma. Inoltre la MDD rappresenta il made in Italy, poiché la gdo alimentare si avvale di copacker al 91,5% italiani, in particolar modo Pmi.

“Quella del 2018 è un’edizione che ci dà forti conferme – dichiara Gianpiero Calzolari, Presidente BolognaFiere. Marca consolida con determinazione il suo posizionamento al secondo posto in Europa e la sua unicità a livello nazionale. Abbiamo intrapreso un percorso, quattordici anni fa, che si è dimostrato di successo e di supporto ai produttori italiani, anche in termini di internazionalizzazione. In questi anni abbiamo assistito a un profondo mutamento dei prodotti a marchio del distributore che, oggi, si esprimono in tipologie estremamente articolate, rispondendo alle esigenze di consumatori sempre più informati e attenti. Il biologico, le linee funzionali, le eccellenze territoriali enogastronomiche, l’attenzione alla qualità, sono alcune delle caratteristiche che determinano il successo del made in Italy nel mondo”.
La 14esima edizione dell’evento si è aperta con il convegno ADM sul tema “La Marca del Distributore: Il valore e il ruolo per il sistema-Paese”, quest’anno con una veste tutta nuova grazie alla collaborazione con il The European House – Ambrosetti.
“La Marca del Distributore ha dimostrato negli ultimi anni grande vitalità e notevole resilienza. Applicando il nostro modello proprietario dei “Quattro Capitali” abbiamo analizzato il contributo economico, sociale, cognitivo e ambientale generato dalla Marca del Distributore per il sistema- Paese. Il moltiplicatore economico che abbiamo calcolato è pari a 2,6, vale a dire che per ogni 100 Euro di valore aggiunto generato dalla Marca del Distributore se ne attivano 260 nell’economia. Anche in termini di occupazione, si tratta di un settore rilevante, con oltre 200.000 occupati lungo la filiera, un moltiplicatore pari a 1,9 e il 18% di occupati con meno di 30 anni (+50% rispetto alla percentuale media italiana) e il 62% di sesso femminile (+48% rispetto alla percentuale media italiana). Il successo della Marca del Distributore registrato negli ultimi anni è collegabile alla svolta strategica del settore, con il passaggio da una produzione “me too” (“tattica”) ad una diversificazione dalla marca industriale, con tipologie di prodotto innovative e a maggiore valore aggiunto” – spiega Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.

Nel corso del tempo -ha confermato Giorgio Santambrogio, Presidente di ADM –  la MDD ha modificato la sua essenza, passando da outsider a supporto della marginalità delle insegne a vero e proprio brand, che va incontro alle nuove esigenze dei clienti e fa leva sull’innovazione. Le insegne negli ultimi anni hanno non solo inserito sempre più prodotti bio, salutistici e funzionali, ma anche saputo valorizzare le tipicità dei territori e delle piccole realtà semi-artigianali molto apprezzate. La Marca del Distributore è, inoltre, un ottimo strumento per portare all’estero il prodotto italiano, sempre più performante. Da “Distribuzione” siamo diventati una vera e propria “industria del Commercio” e, parallelamente, quella che prima era definita private label è diventata Marca del Distributore: non più private, perché è venduta all’estero e on line, e si sta affermando sempre più come un prodotto pari all’industria di marca.

Un anno di Gdo sul web, la top 10 di Bem Research per il 2017

La classifica delle migliori performance online della Gdo nel 2017 stilata da BEM Research è piena di conferme, specie sul podio: primo posto di Ipermercati Iper per il secondo anno consecutivo, seguito da Esselunga, Decathlon, Coop, Bricocenter e Carrefour in sesta posizione. Migliora invece di quattro posizioni rispetto alla classifica del 2016 Gamestop, e guadagnano un gradino della graduatoria Unieuro, Auchan ed Euronics.

La cattiva notizia è che tutti i brand della Top10 hanno subito una flessione su base annua dell’indice BEM Rank, con Ipermercati Iper che è riuscito a contenere di più la perdita, fermandosi ad appena il -0,9%, e Auchan in caduta libera al -15,9%. La media del BEM Rank nel 2017 per i circa 30 brand della Gdo considerati è pari a 26,8 punti, contro i 35,2 punti registrati nel 2016 (variazione del -24%).

Ha inciso su queste dinamiche anche l’aumentata concorrenza da parte di altri brand della Gdo entrati nella classifica generale del BEM Rank durante il 2017. Tra questi si possono citare Supermercati Dem, Tigre Supermercati, CTS Supermercati, Doro Supermercati ed Emi Supermercati.
Considerando i due macro-aggregati che compongono il BEM Rank, si osserva che Ipermercati Iper sembra eccellere per la capacità di essere rintracciata sul web (visibilità online) o perché gli utenti cercano direttamente il suo brand o perché appare nelle prime posizioni di Google Italia per ricerche relative a parole chiave generiche ad alto traffico. Tra i brand più visibili online rientrano anche Coop e Decathlon.

Relativamente alle prestazioni dell’homepage, ovvero alla velocità di caricamento e all’usabilità, conquista la posizione più alta Bricocenter. Buone anche le prestazioni di Todis, Bennet e Gros.

Retailers mondiali a rapporto: i primi 250 valgono 4.400 miliardi di dollari

Retailers mondiali a rapporto nella 21ma edizione dello studio Global Powers of Retailing presentata da Deloitte National Retail Federation di New York.

E i dati emersi sono di peso più che rilevante come dimostra il fatto che il fatturato globale dei 250 più grandi retailer mondiali ha raggiunto nel  2016 i 4.400 miliardi di $, valore in crescita composita del 4,1% rispetto al precedente anno fiscale.

L’economia mondiale sta attualmente attraversando un periodo di crescita relativamente stabile. La crescita è accelerata in Europa e Giappone, si è stabilizzata in Cina e Stati Uniti, mentre risulta particolarmente vivace nei paesi emergenti.” commenta Dario Righetti, Partner Deloitte e responsabile Consumer & Industrial Products. “Per i retailer è stato un anno positivo con una crescita del 4,1%. Tuttavia, nell’immediato futuro, dovranno continuare a confrontarsi con le conseguenze negative rappresentate dalle crescenti disuguaglianze sociali, delle iniziative protezioniste e dell’impatto potenziale delle misure monetarie restrittive.” 

 La Classifica dei Top 10

I primi 5 retailer a livello globale mantengono la propria posizione di leader nella Top 10 e la statunitense Wal-Mart conferma la sua leadership indiscussa grazie ad un aumento delle vendite sia negli store fisici che tramite le sempre più numerose iniziative digitali. Mantiene la seconda posizione Costco, che continua il percorso di crescita dei precedenti anni fiscali. Chiude il podio Kroger, stabile in terza posizione per il terzo anno di fila. A metà classifica troviamo invece Walgreens Boots Alliance Inc. che incrementa le sue vendite dell’8.3%.

Tra i colossi europei, Schwarz Group si conferma al quarto posto con una crescita del 5.3% rispetto al FY15. Carrefour, oltre a perdere due posizioni in classifica, è anche l’unica che segna una diminuzione dello -0.4%, mentre Aidi Einkauf mantiene stabilmente l’ottava posizione con un aumento del 4.8%.

Anche quest’anno Amazon rappresenta la rivelazione di una classifica piuttosto stabile, guadagnando ben quattro posizioni rispetto al FY15, registrando una crescita a doppia cifra pari al 19.4%. Questa crescita è alimentata da un costante flusso di innovazioni di prodotto e di servizio per i consumatori, oltre che dalla continua espansione nel mondo del grocery avvenuta nel 2017 grazie all’acquisizione di Whole Foods.

Entra in classifica anche un’altra catena di retail pharmacy e health clinic, CVS Health Corporation (competitor di Walgreens Boots Alliance Inc), con un notevole incremento dei ricavi (+12.6%), dovuto alle recenti acquisizioni.

In Europa

Nel 2016 diminuisce nuovamente il numero delle aziende con sede in Europa, che passano da 93 nel 2014 14 a 85 nel 2015 fino ad arrivare ad 82 nel 2016 aumentando il gap con il Nord America.

“L’Europa sta vivendo un momento di forte incertezza legata alla situazione economica e politica. Il fenomeno della Brexit, in particolare, ha dato il via a un periodo di instabilità e cambiamento negli equilibri commerciali. I mercati maturi stanno soffrendo la concorrenza di nuovi Paesi emergenti e di nuovi competitor digitali.”, commenta Ernesto Lanzillo, Partner Deloitte e responsabile per il settore Retail. “Se analizziamo i dati, si evidenzia come l’andamento dei Top 10, inclusi quelli europei, sia sostanzialmente positivo con buoni segnali di crescita”.

A dispetto di questa perdita di quote, i retailer europei rimangono i più attivi a livello mondiale, continuando a cercare crescita al di fuori dei loro ormai maturi mercati domestici. Circa il 41% del loro fatturato è stato generato da operazioni straniere – circa il doppio di quello registrato dal gruppo dei Top 250 al completo.

In Italia

“La GDO italiana” commenta Dario Righetti “si conferma in crescita nel 2016 (+0,9%, in linea con la crescita del settore a livello globale), ma con un ritmo decisamente inferiore rispetto al 2015 (+3,4%) dove l’effetto Expo e l’inflazione positiva avevano trainato la crescita del fatturato. L’incremento nel 2016 è trainato principalmente dai volumi dato che l’inflazione nel settore è stata sostanzialmente nulla”. Per i retailer italiani si registra dunque, nell’anno chiuso entro il 30 giugno 2017, un andamento nel complesso positivo, visto che solo 2 dei 4 player nazionali registrano un calo nel posizionamento globale. Al contrario dello scorso anno, Coop recupera quattro posizioni, collocandosi al 72esimo posto. Sia Conad che Esselunga perdono delle posizioni nella classifica delle Top 250, collocandosi rispettivamente al 78° e 131° posto. Eurospin migliora anche quest’anno i propri risultati guadagnando una posizione (dal 188° posto al 187°). “In termini di redditività (vedasi tabella sottostante), da analisi comparative effettuate da Deloitte – prosegue Righetti – si conferma una sostanziale tenuta, per la GDO Italia, del margine commerciale, peraltro superiore a quello registrato da un campione internazionale. Nonostante questo positivo risultato, la GDO italiana registra un margine operativo quasi dimezzato rispetto al campione internazionale, per effetto di minori sinergie e maggiori costi di trasporti ed energia rispetto al campione internazionale”.

 I settori merceologici

Hardline & leisure è il settore con il tasso di crescita più elevato grazie ad una serie di imporanti operazioni di acquisizione (Lowe’s e Steinhoff International), fusione (Group FNAC e Darty plc) e cessione (Staples) avvenute durante il FY16.

Ciò significa che per la prima volta in quattro anni i retailer di abbigliamento ed accessori non hanno trainato la crescita, ma rimangono comunque il settore più profittevole.

I retailer di fast-moving consumer goods¹ (FMCG) sono attualmente le aziende più grandi (con un fatturato medio di circa 21.7 miliardi di dollari) così come le più numerose (135 aziende che costituiscono il 54 percento di tutte le Top 250 e rappresentano due terzi del fatturato delle Top 250).  

 

I quattro trend del retailing

Global Powers of Retailing 2018 mostra chiaramente come le regole del retailing stiano cambiando. Ma in quale direzione? Quali sono i trend che oggi vanno per la maggiore?

Quattro le tendenze evidenziate dal report:

 

  • Costruire competenze digitali di prim’ordine. Ormai, infatti, è chiaro: lo shopping non è solo questione di acquisiti in un negozio fisico o e-commerce perché i consumatori sono channel-agnostic, e non ritengono dirimente il canale di vendita.
  • Combinare negozio fisico e digitale permette di recuperare il tempo perduto. 
  • Creare esperienze in-store uniche e coinvolgenti. I negozi fisici non scompariranno, ma per competere con la convenienza e l’assortimento ineasuribile offerto online, creare esperienze di valore ed aumentare il brand engagement sono due attività cruciali. 
  • Reinventare il retail grazie alle ultime tecnologie. L’Internet of Things, l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e virtuale ed i robot dovrebbero essere sull’agenda di ogni retailer.

I Gigli di Firenze implementano il ledwall circolare più grande d’Italia

Comunicare è importante, e riuscire a raccontare la propria storia ricorrendo alle immagini e coinvolgendo il pubblico è un atout da non sottovalutare.

Lo sa bene il Centro Commerciale I Gigli di Firenze che ha recentemente implementato il
ledwall circolare più grande d’Italia, progettato e installato da 3P TECHNOLOGIES, in una modernissima piazza multimediale.

[Not a valid template]Per corroborare e potenziare l’effetto visivo del ledwall sono state previste anche  8 colonne curve di forte impatto scenografico.
Il led, con una circonferenza di 66,2mt x 1,58 mt di altezza, è composto da oltre 2.000 tiles, per un totale di circa 2.400.000 pixel, e da 8 alberi, colonne curve di mattonelle led, su cui vengono distribuiti contenuti grafici sempre differenti grazie al sistema di digital signage, che con video ed immagini in modalità multivision guidano i clienti , li coinvolgono e li stimolano.
L’agorà permette di sfruttare l’area del centro commerciale per spettacoli, ospitate e road show.
3P Technologies si è occupata della progettazione e dell’installazione del sistema lavorando a stretto contatto con gli architetti della committenza ( Eurocommercial ) ed i tecnici di DIGILED. L’installazione è stata fatta interamente in notturna, ed è durata due mesi circa.


L’ancoraggio delle tiles ha richiesto la realizzazione di strutture custom made. Il sistema di controllo è gestito da 5 processori digitali navigator per la distribuzione del segnale video, 1 processore navigator di back up attivo ed 1 sistema di distribuzione fibra ottica ad altre prestazioni.

Attualmente l’installazione è candidata tra i cinque progetti finalisti per il settore retail del premio InVation Award ( www.inavationawards.com ) che si terrà il prossimo 6 febbraio ad Amsterdam in occasione di ISE 2018 , fiera mondiale per il mondo degli integratori di sistemi e del ondo delle tecnologie audio video.

Theresa May ha un piano per ridurre la plastica: ai supermercati propone “corsie free from”

Il Governo britannico lavorerà con le insegne della Gdo per “introdurre corsie senza plastica dove i prodotti sono venduti sfusi o imballati con materiale riciclabile o biodegradabile”. Lo ha dichiarato il primo ministro Theresa May in una sorta di discorso alla nazione sui temi dell’ambientalismo, in cui la riduzione della plastica ha avuto un forte peso. Anzi, la premier ha dichiarato di voler rendere il Regno Unito una sorta di “avamposto” della lotta alla eliminazione della plastica “evitabile” assumendo la “leadership globale” sul tema.

Tra le proposte del “25 Year Environment Plan”, il piano per ridurre spreco e inquinamento, anche l’estensione della tassa da 5 penny sui sacchetti introdotta nei supermercati (che nel Regno Unito viene reinvestita in progetti per la tutela dell’ambiente) ai piccoli negozi e ai retail in genere, ma anche alle scatole di plastica usate per l’asporto.

Non si è fatta attendere la replica del British Retail Consortium l’associazione dei distributori: “I retailer stanno costantemente riducendo il peso degli imballaggi e assicurandosi che gli imballaggi che usano siano riciclabili – ha detto il direttore delle politiche alimentari Andrew Opie –. Anche se ci sono aree libere da plastica in un supermercato, come quelle dei prodotti sfusi e freschi, l’imballo gioca ancora un ruolo importante nel ridurre lo spreco di cibo e deve essere visto nel contesto più ampio dell’impatto totale sull’ambiente e della nostra filira di distribuzione. Per esempio, i cetrioli avvolti nella plastica durano cinque volte quelli non avvolti.” In ogni caso l’industria “apprezza queso approccio strategico e a lungo termine. La distribuzione vuoel vedere un approccio olistico all’ambiente e alle risorse piuttosto che lo spostamento da un singolo problema all’altro”.

Sequestro Gm Catania, le agromafie, business in crescita da 21,8 miliardi, anche nella Gdo

Un business in crescita addirittura del 30% nel 2017, e che va ormai dal controllo dei supermercati a quello della distribuzione dei prodotti agroalimentari: è quello delle agromafie, che ormai secondo Coldiretti gestisce un volume d’affari di 21,8 miliardi di euro, con attività che riguardano l’intera filiera agroalimentare. Lo conferma l’ultimo fatto di cronaca che ha visto il maxi-sequestro a Catania di beni per 41 milioni di euro a Michele Guglielmino, di 48 anni, personaggio vicino al clan Cappello-Bonaccorsi., tra cui l’intero patrimonio aziendale della catena di supermercati Gm con 13 supermercati “G.M.” tra  Catania provincia.

Secondo Coldiretti le mafie condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. “In questo modo la malavita si appropria di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy”.

Sarebbe proprio l’agroalimentare una delle aree prioritarie di investimento della malavita, settore strategico “perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone”. All’interno di questa logica i supermercati sono ideali coperture, con una facciata di legalità dietro la quale non è sempre facile risalire ai veri proprietari e all’origine dei capitali. 

«Le agromafie vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -, ma anche con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto».

 

Mani anche sulla ristorazione

Anche la ristorazione è bersaglio della criminalità organizzata, e sarebbero cinquemila i locali nelle mani della criminalità. Secondo il presidente Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi Lino Enrico Stoppani «La Ristorazione è vittima di un sistema malavitoso che impone ricatti ed estorsioni e che acquisisce locali, completando la sua filiera criminale, inquinando il settore e distorcendo le dinamiche concorrenziali, producendo danni aggiuntivi, anche di natura reputazionale per tutto il comparto, fatto per la stragrande maggioranza di operatori perbene, che lavorano e faticano valorizzando la filiera agro-alimentare».

Sempre secondo Fipe “va ripreso e rafforzato il controllo del territorio, tenuto monitorato lo sviluppo delle imprese, individuando indici di allerta (socio effettivo, importo degli avviamenti pagati, corrispettivi incassati, concentrazione di attività) che evidenzino anomalie sulle quali intervenire, proteggendo i veri imprenditori del settore che devono poter svolgere il loro lavoro liberamente, senza ricatti o distorsioni”.

 

 

Due nuove linee e nuove referenze per le private label Pam Panorama nel 2018

Nuove referenze e soprattutto due nuove linee ai nastri di partenza, nella prima parte del 2018: lo annuncia Pam Panorama facendo il punto sulla propria proposta MDD.

Pam Panorama negli ultimi anni ha incrementato sensibilmente gli investimenti nelle linee a marchio, in particolare nel biologico, nel benessere e nei prodotti premium. Al momento sono cinque:

  • La linea mainstream Pam Panorama, la prima linea di prodotti a marchio del Gruppo Pam. Nata nel 2006 con l’obiettivo di offrire i prodotti essenziali per tutti giorni, caratterizzati da un ottimo rapporto qualità – prezzo;
  • La linea i Tesori è arrivata sugli scaffali nel 2010 e oggi conta oltre 170 referenze. È composta da prodotti gastronomici di alta qualità, in particolare specialità regionali certificate DOP e IGP, prodotti da materie prime d’eccellenza con lavorazioni artigianali;
  • La linea Bio Pam Panorama è presente sul mercato dal 2015 e conta più di 150 referenze, tutte da agricoltura biologica. Ogni prodotto è realizzato nel rispetto dell’ambiente;
  • La linea Arkalia è stata introdotta nel 2015 e comprende oltre 70 referenze dedicate alla cura e all’igiene del corpo. A luglio 2017, la linea si è arricchita con i 20 prodotti di Arkalia Bio rivolti sia agli adulti sia ai bambini e caratterizzata dal 97% di ingredienti di origine naturale, certificati BIOS Nature Cosmetics, con oli ed estratti di origine biologica e dermatologicamente testati;
  • La linea Semplici e Buoni, ultima arrivata nel 2016, conta già più di 80 referenze ed è pensata per chi soffre di intolleranze alimentari o è attento alla linea, senza rinunciare al gusto. È suddivisa in cinque famiglia di prodotti: senza glutine, meno grassi, senza zuccheri aggiunti, ricchi di fibre e funzionali.

«Ad ottobre 2017, la nostra private label ha registrato la quota più alta dell’anno: un risultato che ci stimola a innovare la nostra offerta in modo continuativo e a continuare nella selezione di fornitori italiani che lavorano con materie prime di qualità – commenta Claudia Carvalho, Responsabile Private Label & Market Analysis Pam Panorama -. Siamo felici di annunciare che nel 2018 introdurremo nuove referenze e nuove linee di prodotto al fine di rispondere efficacemente alle richieste dei clienti».

Il 17 e il 18 gennaio, Pam Panorama sarà presente alla fiera Marca 2018 di Bologna dove presenterà le sue linee di prodotto a marchio privato e le relative novità.

Esselunga, chiude la supermostra con 67mila visitatori all’attivo

Sono stati oltre 67mila i visitatori della “Supermostra” promossa da Esselunga in occasione dei 60 anni dalla sua fondazione presso il The Mall nel quartiere di Porta Nuova a Milano, che ha chiuso i battenti, come previsto, il 7 gennaio. Nei 38 giorni di apertura non sono mancati gli eventi organizzati al suo interno, come una tavola rotonda sull’educazione alimentare a cui hanno partecipato più di 160 persone e gli incontri riservati alle scuole che hanno visto il coinvolgimento di oltre 530 studenti.

Con la Supermostra Esselunga ha ripercorso 60 anni della sua storia, legata a doppio filo con l’evoluzione e i cambiamenti che hanno attraversato il Paese, la storia di milioni di persone, delle loro abitudini e della loro quotidianità. 

A coinvolgere il “visitatore-spettatore”, in particolare, sono stati l’installazione di carrelli “volanti” e la “stanza delle meraviglie” con gli oggetti iconici esposti per ricostruire le tendenze e l’atmosfera del passato, lo zootropio che riproduceva la preparazione delle lasagne, il trono a forma di fragola dove adulti e bambini si sono divertiti a scattare foto e selfie, la stanza caleidoscopica che dava la possibilità di immergersi nel mondo delle produzioni. Vedi la fotogallery di Instoremag.

Ma non è finita qui: mercoledì 31 gennaio infatti si terrà l’estrazione del concorso legato alla mostra, e i clienti che hanno partecipato con la propria Carta Fìdaty, scopriranno se hanno vinto il carrello d’oro in miniatura, del valore di 25.000 euro, o uno dei 60 buoni spesa di 2.000 euro ciascuno, per un montepremi complessivo di 145.000 euro.

 

La “torre” di Asda consegna lo shopping online in un minuto e contiene 500 pacchi

Una torre che è un gigantesco locker in grado di contenere fino a 500 buste, e distribuire i prodotti ordinati online nel giro di 60 secondi: l’ha installata l’insegna britannica Asda, sussidiaria Walmart, nel punto vendita di Trafford Park a Manchester.

L’unità è pensata per consegnare le spese ordinate online con ritiro in negozio (click and collect) ed è predisposta anche per ricevere resi. Il sistema, primo nel Regno Unito e immaginiamo anche in Europa, è stata testato negli USA da Walmart, che ne ha installate un centinaio negli Stati Uniti.
Gli ordini sono quelli del sito per abbigliamento di Asda George.com e di aziende partner quali Asos, Missguided e Decathlon.

L’unità di distribuzione dei pacchi è alta 4,8 metri e larga 1,4.

Una volta in negozio i clienti che hanno ordinato online passano il codice Qr inviato sul telefono nella torre, detta Parcel Tower, e ricevono il pacco.

Neil Drake, Systems and Innovation Manager di Asda, ha commentato: «Sappiamo  «Sappiamo che la velocità e la convenienza sono fattori importanti per i clienti e per i partner del nostro servizio toyou [il sistema di consegne in negozio di ordini online anche da retailer terzi con ritiro nella rete di 600 punti vendita  Asda, ndr], e pensiamo sempre a nuovi modi per soddisfarli. Le Parcel Towers sono solo l’esempio più recente di come, usando le nuove tecnologie, cerchiamo di far risparmoare tempi e soldi ai clienti».

Nei primi giorni dall’installazione la risposta è stata “fantastica”, secondo Stephen Clinton, Store Manager del punto vendita Asda di Trafford Park, e in meno di una settimana ha già servito 1500 clienti.

Ahold-Delhaize testa la spesa senza cassa

Ahold-Delhaize come Amazon Go: nel punto vendita di prossimità di Zaandam sta testando la spesa senza cassa, con scansione di codice NFC e pagamento via carta, e presto anche via smartphone. Il sistema, dopo il test che ha preso il via a dicembre in un punto vendita Albert Heijn olandese, potrebbe essere attivato in altri tra i 76 store dell’insegna già dal giugno prossimo.

Dice Jan-Willem Dockheer, amministratore delegato di Albert Heijn: «Gli sviluppi tecnici sono rapidi e possiamo iniziare ora [il test era stato annunciato per il 2018 ma è già partito, ndr], quindi perché aspettare? Prima partiamo, più velocemente impariamo. Il sistema “Tap to go” risponde alle esigenze di velocità e convenienza dei nostri clienti».

Il punto vendita di Zaandam, dove si trova la sede di Ahold Delhaize, è dotato di schede di scaffali elettronici che possono essere scansionati con una carta contactless, e presto con uno smartphone. Dopo una registrazione una tantum tramite un’app, i partecipanti al test possono prendere il caffè o il pranzo ancora più velocemente. Tutto quello che devono fare è toccare l’etichetta elettronica con la carta e prendere il prodotto. Dopo di che, il cliente può uscire dal negozio senza dover passare per le casse e continuare per la sua strada. Entro 10 minuti l’importo viene automaticamente addebitato sul suo account, grazie all’accordo con una banca.

La scelta dei punti vendita di prossimità si spiega con le ridotte dimensioni numero di referenze e con la facilità di acceso a tutte le etichette. Il futuro però sta nella localizzazione del cliente all’interno del punto vendita e nella individuazione automatica di ciò che acquista, senza necessità da parte del cliente di fare altra azione oltre quella di prendere i prodotti dallo scaffale. Un come in Amazon Go, il cui sistema di Seattle non è però ancora stato replicato.

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